Vai al contenuto

Risposte migliori

Inviato

Concordo sostanzialmente con toto. L'aumento dei prezzi nel corso dell'ultimo anno ha però riguardato soprattutto le grandi rarità e/o alte conservazioni ossia il target di coloro che investono rilevanti capitali sul mercato numismatico. Guardando a crisi simili in passato a mio parere la natura di bene rifugio delle monete di elevata qualità/rarità rimane solido, soprattutto nel medio-lungo termine. Nel momento in cui anche la finanza guarderà a questo mercato temo piuttosto una ulteriore impennata dei prezzi e speculazione libera. Anche io non credo a una contrazione o recessione del mercato numismatico.


Inviato

Forse sbagliero', ma certi livelli raggiunti da alcuni aurei romani potrebbero rappresentare dei "picchi" piuttosto che delle basi da cui muovere ad un successivo rialzo.

E' indubbio che il livello di apprezzamento di alcune categorie di monete (vedi appunto aurei romani imperiali , ma anche repubblicane) sia notevolmente cresciuto negli ultimi 8-10 anni. Oggi il mercato apprezza oltremodo le conservazioni elevate o elevatissime, cosicche' mentre lo scarto tra una bassa conservazione ed una alta poteva essere dalle 2 alle 4 volte circa 20-30 anni fa, oggi puo' facilmente raggiiungere multipli di 10x o 20x a seconda, naturalmente, del valore della moneta.

Non so dire se l'attuale fase di boom possa continuare al ritmo sostenuto finora, vi sono pero' degli elementi che propendono verso una base di crescita piu' solida che in passato, sostenuta a) dall'allargamento della base dei collezionisti (soprattutto grazie ad Internet - eccezionale veicolo di diffusione dell'informazione) B) da plusvalenze finanziarie che sono state validamente (finora) impiegate nell'acquisto di monete che ha contribuito ad alimentare una parte della domanda; C) l'affacciarsi di nuovi collezionisti/investitori facoltosi sul mercato (russi, ma non solo) che hanno anche loro contribuito a sostenere una parte della domanda.

Quano queste componenti siano strutturali, piuttosto che congiunturali (e quindi venendo meno determinanti una flessione del mercato) lo potra' dire il tempo.

In ogni caso vale sempreil principio di acquistare con molta oculatezza, posizionandosi su materiale valido da un punto di vista qualitativo, ma astenendosi dagli eccessi che potrebbero rappresentare appunto dei picchi e dai quali sarebbe, se cosi' fosse, ben difficile recuperare il denaro speso.

numa numa


Inviato

Concordo con l'amico numa numa. La mia paura è che per qualche settore si stia arrivando al punto di non ritorno come già accaduto in passato (ricordarsi di alcune Aste di metà anni '70 o primi anni '80 per le Monete Greche :unsure: ). Occhio a quello che si compra e soprattutto occhio da chi si compra ;)


Inviato

Vorrei ricordare che negli anni immediatamente successivi al changeover lira-euro (2002-2006, più o meno) in Italia si è verificato un enorme processo di trasferimento e concentrazione della ricchezza, che è stato stimato alla cifra non indifferente di 700 MILIARDI DI EURO. Questo processo si è verificato praticamente a somma zero, visto che la crescita economica di quegli anni non ha nemmeno recuperato l'inflazione; in altri termini, molti ci hanno perso e (relativamente) pochi ci hanno guadagnato, più specificamente i soldi si sono spostati dalle tasche dei percettori di reddito fisso a quelle di chi per una ragione o per l'altra era in grado di FARE IL PREZZO.

Non voglio assolutamente entrare in un discorso di motivazioni, che ci porterebbe molto lontano dall'oggetto di questa discussione; voglio solo sottolineare che secondo me la congiuntura economica degli ultimi anni non ha portato affatto a una contrazione del mercato potenziale per i beni di lusso (perchè così io considero le monete da collezione, anche se c'è effettivamente una componente di investimento e/o di bene rifugio), soprattutto nella fascia dei "grossi collezionisti" che con massima probabilità sono quelli che hanno beneficiato del processo di cui sopra, e la cui disponibilità di spesa semmai è aumentata. Lo dimostrano i realizzi dei pezzi di grande rarità e/o conservazione, che non mi sembra diano alcun segno di stanchezza e che secondo me rimarranno alti ancora a lungo: vedi il mercato immobiliare per un confronto.

Viceversa, il gran numero di invenduti segnalato in alcune aste potrebbe essere un tipico esempio di eccesso di offerta: tutti gli operatori hanno provato a "seguire l'onda" provocando in breve tempo la saturazione di alcune fasce di mercato.

Ugh, ho detto :bandit:


Inviato

Ciao :)

concordo con Paleologo circa la saturazione di alcune fasce di mercato alla luce del proliferare di aste on line.

A mio parere un'altra componente che sta facendo lievitare i prezzi è la combinazione dell'aumento del numero di collezionisti e la minor reperibilità delle monete.

Cito un esempio personale che risale al 2006 durante uno shopping numismatico a Kristiansand dove ho acquistato la moneta che è raffigurata come avatar.

Catalogo alla mano ho chiesto al numismatico di turno come mai quella moneta costasse abbastanza più di quanto riportato sul catalogo. Pronta mano vengo risposto: "Il catalogo fornisce dei prezzi indicativi però deve sempre trovarla questa moneta e ti assicuro che non è facile".

Sal :D


Inviato

Concordo in toto con il concetto di trasferimento della ricchezza. Per quanto riguarda la numismatica, però, occorrerà valutare se i nuovi possessori di ricchezza sono sensibili come i vecchi. O se il lusso che cercano è altro. Il problema diventa quindi culturale ed economico solo per conseguenza.

Per quanto riguarda l'elusione, certamente lo è. Anche se il commerciante straniero potrà appellarsi alla diversa necessità: i plichi vanno smarriti e la triangolazione è utile per consegnare regolarmente la merce. Per questo viene operata e sulla transazione vengono pagate le tasse richieste. Sempre che un piccolo o medio commerciante americano possa venire raggiunto dalla giustizia italiana...

Paolo


Inviato
Vorrei ricordare che negli anni immediatamente successivi al changeover lira-euro (2002-2006, più o meno) in Italia si è verificato un enorme processo di trasferimento e concentrazione della ricchezza, che è stato stimato alla cifra non indifferente di 700 MILIARDI DI EURO. Questo processo si è verificato praticamente a somma zero, visto che la crescita economica di quegli anni non ha nemmeno recuperato l'inflazione; in altri termini, molti ci hanno perso e (relativamente) pochi ci hanno guadagnato, più specificamente i soldi si sono spostati dalle tasche dei percettori di reddito fisso a quelle di chi per una ragione o per l'altra era in grado di FARE IL PREZZO.

Non voglio assolutamente entrare in un discorso di motivazioni, che ci porterebbe molto lontano dall'oggetto di questa discussione; voglio solo sottolineare che secondo me la congiuntura economica degli ultimi anni non ha portato affatto a una contrazione del mercato potenziale per i beni di lusso (perchè così io considero le monete da collezione, anche se c'è effettivamente una componente di investimento e/o di bene rifugio), soprattutto nella fascia dei "grossi collezionisti" che con massima probabilità sono quelli che hanno beneficiato del processo di cui sopra, e la cui disponibilità di spesa semmai è aumentata. Lo dimostrano i realizzi dei pezzi di grande rarità e/o conservazione, che non mi sembra diano alcun segno di stanchezza e che secondo me rimarranno alti ancora a lungo: vedi il mercato immobiliare per un confronto.

Viceversa, il gran numero di invenduti segnalato in alcune aste potrebbe essere un tipico esempio di eccesso di offerta: tutti hanno provato a "seguire l'onda" provocando in breve tempo la saturazione di alcune fasce di mercato.

Ugh, ho detto  :bandit:

343930[/snapback]

D'accordo sul trasferimento di ricchezza tra i percettori di reddito fisso, che sis ono improvvisamente trovati svantaggiati, nel passaggio all'euro, rispetto a quelli a reddito variabile che hanno avuto buon gioco a trasferire a valle gli inevitabili incrementi di prezzo.

Ma il processo in se, se ci pensiamo bene , e' a somma zero. Perdono gli uni per arricchire gli altri.

Quello che invece si e' verificato negli ultimi dieci anni e'un incremento molto forte dello "stock" di ricchezza (attivita' finanziarie, incremento di valore dei beni, cpitalizzazione di Borsa, chiamatela o definitela come volete..) disponibile.

In pratica se potessimo misurare la ricchezza disponibile 10 anni fa e adesso noteremmo un incremento estremamente elevato, in conseguenza della rivalutazione delle societa' in Borsa ma anche del maggior valore di beni e servizi prodotti.

Tutto questo ha generato una maggiore disponibilita' di denaro che incrementadosi appunto la liquidita' ha cominciato a trovare fonti alternatve di impiego , ecco perche' il mercato dell'arte (e anche quello numismatico) hanno cominciato a registrare incrementi sostenuti e, al di la' di qualche scossone - inevitabile - di assestamento durante il percorso, finora anche una buona tenuta (eccetto forse per l'arte contemporanea che presenta qualche preoccupante scricchiolio, ma onestamente avete visto che schifezze cercano di vendere :lol: ).

Quello che invece mi domando e' quanto forte sia la componente strutturale di questo incremento di disponibilita' economica e quano invece frutto di fattori congiunturali, nel qual caso occorrerebbe stare attenti a possibili ritracciamenti nelle valorizzazioni raggiunte da i beni che ci interessano (arte e monete).

numa numa


Inviato
Quello che invece mi domando e' quanto forte sia la componente strutturale di questo incremento di disponibilita' economica e quano invece frutto di fattori congiunturali, nel qual caso occorrerebbe stare attenti a possibili ritracciamenti nelle valorizzazioni raggiunte da i beni che ci interessano (arte e monete).

Ciao :)

le dinamiche economiche, a mio parere, in questi ultimi decenni sono diventate vorticose in altri termini un trend crescente dei petroliferi, per altro prevediible ed inarrestabile, così come il consegunete trend ascendente di alcune commodities sono anni luce lontani dalle nubi tetre di una recessione..ma sono la conseguenza di una domanda sempre crescente dei beni sopra citati. Domanda che, secondo me, non conoscerà sostanziali rallentamenti. Ergo in un simile scenario entrano in gioco non solo le consistenti plusvalenze dei petrolieri ma anche i silenti "hedge funds" e "fondi sovrani" che hanno una capitalizzazione ben superiore ai tanto criticati pertroliferi...e che sono una forza d'urto di inimmaginabile potenza.

L'unica seria zavorra sono i prime e subprime che rischiano di trascinarsi dietro anche gli assicurativi e il "luccicante" mondo dei derivati in genere...insomma li si rischia di far saltare il "bancariello" del sistema creditizio e conseguentemente i fondi sopra citatai ritornerebbero ad eclissarsi aspettando fortune migliori...

Insomma morale della favola...la componente è senza dubbio strutturale..certo non per i comuni mortali ma solo per chi ha accesso a "buone" disponibilità economiche...insomma sempre gli stessi soggetti che possono permettersi decine di migliaia di euro per una moneta estremamente rara.. <_<

Sal :D


Inviato
Quello che invece mi domando e' quanto forte sia la componente strutturale di questo incremento di disponibilita' economica e quano invece frutto di fattori congiunturali

344145[/snapback]

A questo riguardo non dimentichiamoci l'effetto del famoso (famigerato?) "scudo fiscale" che ha fatto rientrare in Italia una quantità di liquidità tutt'altro che trascurabile, e che sono in minima parte è stata investita in attività produttive. Il resto non può essere finito tutto nell'immobiliare ...


Inviato

Scusami, ma in materia finanziaria sono un somaro. L'unica volta che ho provato a comperare fondi, sono arrivate le Due Torri e mi sono scottato le dita. Credo, comunque, che in buona sostanza tu voglia dire: per investire bisogna puntare in alto. Al raro, al perfetto. Sono d'accordo. Ma volevo sapere un'altra cosa. Per acquistare la mia monetina da 20-100 dollari, in futuro devo aspettarmi di spenderne 30-120 o 15-80?

Paolo


Inviato

sicuramente 30-120...


Inviato
Quello che invece mi domando e' quanto forte sia la componente strutturale di questo incremento di disponibilita' economica e quano invece frutto di fattori congiunturali

344145[/snapback]

A questo riguardo non dimentichiamoci l'effetto del famoso (famigerato?) "scudo fiscale" che ha fatto rientrare in Italia una quantità di liquidità tutt'altro che trascurabile, e che sono in minima parte è stata investita in attività produttive. Il resto non può essere finito tutto nell'immobiliare ...

344216[/snapback]

Credo che il buon Paleologo abbia ragione ;)


  • 2 settimane dopo...
Inviato

non sono propriamente convinto che i prezzi siano scesi, noto però che il mercato si sta evolvendo e pian piano tutti gli operatori commerciali potenziano la visibilità on-line. Benvengano i cataloghi elettronici e gli archivi di questi.


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.