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  • 1 mese dopo...
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Ciao meja,

http://it.wikipedia.org/wiki/Vaballato

Suo figlio Lucio Giulio Aurelio Settimio Vaballato Atenodoro ha coniato monete, ma lui...

penso di no :unsure:

(non ho trovato niente su Internet)

saluti

Andrea

Modificato da forza_italia

  • 2 settimane dopo...
Inviato (modificato)

Da quanto ne so io, Odenato non ha coniato monete con la propria effige. Non ne ho trovate sul mercato, non ne ho trovate nei musei di Palmyra e Damasco che pure espongono vaste collezioni.Credo che sia stata una precisa scelta politica: Palmyra prosperava in quanto si barcamenava tra i due grandi imperi che la stringevano, Roma e la Persia sasanide. Odenato aveva scelto Roma come riferimento e ne era diventato il più fedele alleato e lo aveva fatto nel momento più difficile per l'Impero, la cattura di Valeriano a Edessa: aveva tutto l'interesse, dunque, a non mandare segnali di prevaricazione. In cambio, aveva da Gallieno il potere quasi assoluto sulle proprie terre (con il titolo vicariale di "totius Orientis imperator") e il controllo della carovaniera dell'Eufrate e del porto fluviale di Dura Europos che incideva su quel fiume. Nel contempo cercava di tenere rapporti decenti a Est: anche quando portò le proprie truppe fin sotto le mura di Clesifonte evitò di dare il colpo di grazia a Shapur I. L'idea della moglie Zenobia, invece, era quella di istituire un grande e totale monopolio commerciale sulle carovaniere: quella centrale, India del Nord-Golfo Persico-Eufrate- Dura Europos-Palmyra-Alessandretta; quella del Nord, Cina-India del Nord-Caspio-Armenia; quelle del Sud, che facevano riferimento alla direttrice Aqaba, con confluenza delle direttrice Arabia,-Petra-Gaza (e Alessandretta) e alla direttrice Sud India-Sri Lanka, con snodo per le merci in arrivo dallo stretto di Malacca,- Berenice. Se fosse riuscita a controllare completamente i flussi commerciali tra l'India (e di riflesso il popolo dei "Seri", cioè i cinesi) e Roma, avrebbe avuto l'impero in mano. Ci riuscì: acquisite le prime due carovaniere da Odenato, che dirottò verso Palmyra anche le carovane provenienti dall'Armenia, Zenobia ha esteso il potere prima sul porti di Alessandretta e Gaza. Poi, con l'invasione dell'Egitto, sul grano e sui porti di Berenice sul Mar Rosso e di Alessandria. Di fatto aveva in mano l'approvvigionamento delle metropoli del tempo: Roma e Atene.

Ma sulla sua strada ha trovato Aureliano, a mio modesto parere il più grande imperatore di tutti i tempi. Anche Zenobia ha continuato a cercare una politica formale di rispetto verso l'autorità romana (lo dimostrano le monete di Vabalato a doppia effige e i titoli di Vir Clarissimus romanorum - senatoriale-, dux e rex attribuiti al figlio). Ma con l'invasione dell'Egitto aveva di fatto tagliato i ponti con Roma, anche se il messaggio numismatico, con l'apparizione dell'Augustus attribuito a Vaballato suggerisce un tentativo di far accettare a Roma una coreggenza. La repentina e determinata reazione di Aureliano ha indotto Zenobia a una disperata contrapposizione. Non a caso le rare monete che compaiono con la sua effige e il titolo di Augusta risalgono agli ultimi quattro mesi del regno di Palmyra, ormai ridotto negli originari confini di Odenato e sotto attacco. E non a caso l'ultimo disperato tentativo di salvare la città dall'assedio di Aureliano è stato un grezzo espediente, stile Aureolo-Postumo, di raccogliere l'eredità politica (ma non la scelta delle alleanze) di Odenato con la fuga verso l'Eufrate nella speranza di coinvolgere a difesa proprio quel Sapore (Shapur) I che Odenato aveva sconfitto ma non umiliato. Ma fu catturata...

PS: OVVIAMENTE PRONTISSIMO AD ACCETTARE CORREZIONI A QUESTA RICOSTRUZIONE STORICA

Modificato da cancun175

Inviato (modificato)

Meja, una traccia l'ho trovata: dai un'occhiata qui. Qualcosa in giro sembra esserci...Anche se la traccia è labilissima

http://www.inumis.com/rome/books/cohen/vol_vi/p212.html

La traduzione: le medaglie di Odenato non sono conosciute che attraverso Occo e Mezzabarba da dove Banduri le ha ricavate. Una di quelle era appartenuta a Munter ed è stata descritta da Tanini. I due pezzi, della vendita San Giorgio, Londra, erano completamente rifatti, uno sotto un Claudio II.

M. Ch. Lenormant ha attribuito a Odenato una medaglia d'oro di zecca e soprattutto di legenda barbara che sembra dover appartenere all'epoca di Aureliano (vedere Revue numismatique del 1846, pagina 278). Il signor Victor Langlois del quale avrò presto l'occasione di citare l'eccellente lavoro sulla famiglia di Odenato, dando un disegno ben flatté (nota mia: non ho il vocabolario) di questa medaglia sul quale si può all'incirca leggere O-delta-HN, ha adottato l'opinione di M. Lenormant. Quanto a me mi è impossibile vedere altro che barbarie sulla medaglia stessa

Modificato da cancun175

Inviato

Bravo Cancun

ho molto apprezzatto il riassunto storico e anche il riferimento al Cohen

sarebbe interessante avere maggiori notizie sui pezzi venduti a Londra ma non descritti e se per quel COMPLETAMENTI RIFATTI si intenda falsi o restaurati ... mha ?? chissà ???

comunque ancora GRAZIE CANCUN

Meja


Inviato (modificato)

Ho provato a cercare su internet: Revue numismatique 1846 odenat. Ecco il risultato:

http://209.85.135.104/search?q=cache:aFRSN...clnk&cd=1&gl=it

Non sto a tradurtelo tutto. Ma il riferimento a Odenato è in questa frase:

Le nom de Charles Lenormant (né à Paris en 1802, mort à Athènes en 1859, voir la notice de J. de Witte sur Charles Lenormant, avec sa bibliographie, Bruxelles, 1887, in-12), qui fut le collègue de Raoul Rochette au Cabinet des Médailles, puis son successeur, reste attaché à une révision générale de la numismatique gauloise, à divers mémoires sur les monnaies des Arsacides, les statères de Cyzique, les monnaies de Simon Macchabée, d'Odenat et de sa famille, de Saint Hélène (Revue numismatique, de 1841 à 1858) et surtout à l'énorme compilation intitulée : « Trésor de numismatique et de glyptique ou recueil général de médailles, monnaies, pierres gravées, bas-reliefs, etc, tant anciens que modernes » (12 volumes in-folio, publiés de 1834 à 1850). Trois volumes de ce recueil quelque peu indigeste, écrit au jour le jour et sans plan bien arrêté, ont trait à la numismatique de l'antiquité : le premier a pour titre spécial : « Iconographie des empereurs romains et de leurs familles » (1843); le second « Numismatique des rois grecs » (1849); le troisième « Nouvelle galerie mythologique » (1850).

A metà troverai scritto: <...monete...di Odenato e della sua famiglia...>

Non è granchè. Ma nell'800, comunque si parlava di monete di Odenato

Ciao

P.S. Cercando solo: revue numismatique 1846, escono oltre diecimila siti a causa degli innumerevoli riferimenti. Occorrerebbe andare in un'emeroteca, magari a Parigi, trovare la rivista e andare a pagina 278. Indiana Jones lo farebbe e anche un pensionato. Io purtroppo non sono ancora nessuno dei due. Ciao

Ah, dibenticavo: bien flatté significa: molto adulato (o incensato)

Modificato da cancun175

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