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monete tra Gallieno e Claudio II


Risposte migliori

Inviato

Sto indirizzando la mia collezione al periodo che va da Gallieno (compreso) a Diocleziano (escluso). Insomma agli imperi secessionisti e alla fine della grande crisi dell'Impero. Sto cercando informazioni sulle monete in circolo a quel tempo, a cavallo della riforma di Aureliano. Da ciò che si vede in vendita, i sesterzi erano pochini, gli antoniniani una valanga (e divisi tra pre e post riforma; tra bronzo e argento). Poi si trovano, per esempio, più sesterzi di Postumo (divisi tra sesterzi e doppi sesterzi). Insomma, ho una grande confusione. Qualcuno può aiutarmi, magari indirizzandomi a qualche lettura?

Grazie

Paolo


Inviato

Buonasera Paolo,

http://mk.shahrazad.net/gallienus/index2.php

prova visitare questo sito che a mio avviso è molto interessante.

ci sono delle selezioni di ricerca approfondita su tutte le monetazione dei diversi imperatori. io ho selezionato quella di Gallieno in quanto pure io interessato.

Mi sono poi fatto una stampa di tutte le monete e ne è uscito un bel volumetto.

Se vuoi altre delucidazioni non esitare a contattarmi.

Buon lavoro

Franco


Inviato

Vorrei ancora aggiungere che ho trovato molto interessante i volumi:

Ripostiglio della Venèra - S. Estìot - Ed. L'Erma - Aureliano volume II

Ripostiglio della Venèra - J.B.Giard - Ed. L'Erma - Gordiano III Quintillo volume I

Ti consiglierei di leggere i volumi "La moneta nella storia" edito dall'IPZS Unico problema di questi libri il prezzo. Come tutti i libri soprattutto in Italia.

Buona lettura

Franco


Inviato

Grazie Franco, andrò a cercare i libri. Nella pagina che mi hai postato si evince quanto avevo notato: a fronte di 677 antoniniani ci sono solo poche unità di monete di taglio diverso. Non può essere casuale. Purtroppo non ho la cultura necessaria per dare una spiegazione. Vado per intuizione: circolavano molti più antoniniani che assi, sesterzi, denari. Un'altra considerazione: il prezzo medio dell'antoniniano è molto inferiore a quello medio di tagli diversi. Quindi, non si tratta di come appaiono le monete. Piuttosto: gli antoniniani sono più comuni. Se ne sono trovati di più. E' proprio quello che cercherò sui libri, ma sarei grato se mi potessi dare una prima dritta: qual era la situazione a Roma in quel preciso momento storico?

Paolo


Inviato

Nell'autunno del 253 Valeriano non faticò a farsi designare Imperatore. La situazione in quel periodo non era delle migliori. La peste mieteva ancora molte vittime. Si era comunque evitata la guerra civile. L'acclamazione fatta dalle legioni fu subito ratificata e fu anche accettata la proposta di associare al governo dell'impero il proprio figlio (Gallieno) allora 35enne. Ebbe cosi inizio il principato di valeriano e Gallieno, uno dei più difficili ed oscuri della storia dell'Impero, periodo che tra invasioni, usurpazioni problemi alle frontiere, dava da presagire la fine sia dell'Impero che di Roma.

Grazie agli sforzi dei due imperatori tutto cio' non avvenne. merito fu di tutti i personaggi a loro vicini: funzionari, generali, ufficiali, esercito, ecc. Il merito maggiore va attribuito comunque a Gallieno il quale iniziò una indispensabile riforma dell'esercito: da massa statica a massa mobile, quindi una cavalleria corazzata capace di pronti interventi e di grande offesa al nemico.

Al momento dell'ascesa, i due imperatori si trovarono difronte a due grandi problemi cronici: la situazione finanziaria ed il problema dell'esercito. Gallieno si interessò alle frontiere dell'Europa, Valeriano quelle dell'Oriente, Macriano fu messo a capo dell'amministrazione finanziaria.

Gli avvenimenti successivi sono le incursioni dei franchi e degli alemanni che tennero occupato Gallieno per parecchio tempo, dividendosi tra confini dell'europa orientale e la gallia.

Seguono gli editti di Valeriano contro i cristiani. Tutto naque per la necessità di denaro per pagare l'esercito. E mentre gallieno scorazzava per mezza Europa, Valeriano rimaneva quasi immobile nella sua linea di difesa tra l'Osroene ed Edessa. Per un certo tempo Valeriano era stato tollerante con i cristiani ben più numerosi in oriente che in occidente. Poi a indurre al cambiamento non fu una motivazione politica di difesa della romanità ma un motivo più prosaico: incamerare i beni delle comunità cristiane e ricondurre la loro attività economica sotto l'influenza dello stato.

A spingere Valeriano a tanto fu l'insistenza di M.F. Macriano quale sovrintendente alle finanze imperiali e grazie anche alla sua carica di praepositus annonae, riuscì a persuadere Valeriano ad emanare nell'agosto del 257 le disposizioni che facevano obbligo ai vescovi, preti, diaconi, di norma intestatari dei beni delle comunità cristiane, di sacrificare agli dei Roma. Il rifiuto comportava la condanna all'esilio.

A tutti i cristiani era vietato di tenere assembree di qualunque natura, pena la morte.

Nel 258 Valeriano inasprì ancor di più un secondo più severo editto.

Nel 260 scompare Valeriano caduto prigioniero dei persiani. Per Roma e per l'impero fu un duro colpo ed una profonda costernazione.

Con la sua scomparsa Valeriano lasciava a Gallieno una situazione disperata sia sul piano militare che su quello finanziario. Seguì un aumento smisurato dei prezzi ed una diminuzione dei valori monetari. Sotto il profilo economico l'Impero non manifestava solo decadenza ma sembrava avviato verso la bancarotta delle sue finanze. Purtroppo l'ascesa di Valeriano e Gallieno non potè fermare l'inflazione ricevuta in eredità dai precedenti imperatori. Nei sette anni circa di co-reggenza, dal 253 al 260, la monetazione presentò un sistema di degrado e scarsa accuratezza. Appare arduo e di scarsa utilità seguire passo a passo le varie emissioni i cui pesi furono differenti a seconda della zecca nella quale i nominali erano battuti. I pesi più leggeri possono essere attribuiti alla zecca di Roma e quelli di maggior consistenza alla zecca di Samosata. Le emissioni delle altre zecche, Colonia, Antiochia, Milano e di Viminacium, produssero monete i cui pesi si inserivano tra quelli delle monete emesse nella capitale e Samosata. Ogni zecca produceva monete per la sua zona d'imfluenza. Samosata e Antiochia per l'oriente. Viminacium per le province danubiane. Roma e Milano per il resto d'Europa. L'Egitto era servito dalla zecca di Alessandria. Le emissioni furonomolte, almeno se si fa riferimento ai ritratti e alle legende dei nominali, ma la circolazione si infittì di cattive monete: leggere quelle d'oro, povere di contenuto di fino quelle in lega di argento e scadenti quelle divisionarie.

Per maggiori informazioni, approfondimenti sulla monetazione di Gallieno, rimando alla lettura del libro LA MONETA NELLA STORIA, volume III - Dai Severi a Costantino il Grande, Angelo Forzoni, edito da IPZS, pag. 135-173 da dove sono stati riassunti alcuni passi sopra citati.


Inviato (modificato)

Grazie, grazie, grazie. Ho ordinato al volo per e-commerce LA MONETA NELLA STORIA, volume III - Dai Severi a Costantino il Grande di Angelo Forzoni. Per fortuna si poteva ordinare il volume disgiunto dagli altri (dato il prezzo)

Paolo

Modificato da cancun175

Inviato

Ciao Paolo,

hai fatto molto bene. A mio avviso poco alla volta prenderai anche gli altri per il loro importante contenuto per ciascun imperatore. Oltretutto il terzo volume che ti ho consigliato, abbraccia il periodo che cercavi. Come tutti i libri non avrai informazioni dettagliate degli eventi al 100%. Non esiste un libro così. La ricerca e lo studio sono componenti fondamentali per conoscere argomenti così importanti come la storia.

Fammi sapere cosa ne pensi appena lo avrai ricevuto.

Buona lettura

Franco


Inviato

:) DE GREGE EPICURI

Quando avrai letto il libro di Forzoni, se vuoi estendere gli studi potresti guardare:

1) LA ZECCA DI MILANO, Atti del Conv. Internaz. di studio del maggio 1983, edito dalla RIN (Riv. Italiana di Numismatica, via Orti 3, Milano), su cui compaiono 5 importanti articoli relativi al periodo che ti interessa.

2)R.A. Carson, "Coins of the Roman Empire", London, 2000 (o 2001?), su cui trovi 2-3 capitoli molto interessanti più altre cose sparse.

Credo che il prezzo di entrambi non sia indifferente (e forse quello sulla Zecca di Milano è esaurito), per cui, se hai la possibilità, ti conviene consultarli in qualche biblioteca ben fornita.


Inviato

Faccio tesoro pure io di queste informazioni. Grazie

Non si finisce mai di imparare. Il bello di un forum è proprio questo.

Grazie per le informazioni.

Franco


Inviato (modificato)

Gli atti del convegno dell''83 risultano tra le pubblicazioni disponibili:

http://www.socnumit.org/iniziative/listino.htm

Ma è vero che costano non poco (oltre 72 euro). Mi sa che seguirò il consiglio di gpittini: prima leggo Forzoni (dovrebbe arrivarmi per posta tra 4-5 giorni) e poi vedrò di comperarli. Quanto al Carson, "Coins of the Roman Empire", la pubblicazione è in inglese e questo mi pone problemi (al massimo posso cimentarmi col francese) e non posso imporre il supplizio a mia moglie. Quando viaggiamo facciamo così: io l'interprete nei paesi francofoni, lei in quelli anglofoni e ispanici. Insomma, lo zoppo aiuta il cieco a ruoli intercambiabili. Ma per il gioco delle probabilità (e per il fatto che con le lingue lei è molto meno zoppa e cieca di me), sono quasi sempre io a guadagnarci

Paolo

Modificato da cancun175

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