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Simon Bolivar


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Inviato

Nato a Caracas il 24 luglio 1783 da una ricca famiglia spagnola, Simon Bolìvar fu educato secondo le idee dell’ Illuminismo, vivendo tra la Spagna, l’Italia e la Francia e conoscendo da vicino la Rivoluzione francese e l’ascesa napoleonica.

Nel suo ideale politico, si ispirò alla nuova repubblica americana, gli Stati Uniti, resisi indipendenti dalla Gran Bretagna nel 1776.

La miccia della ribellione sudamericana si accese in seguito all’invasione della Spagna da parte di Napoleone nel 1808.

Il re Ferdinando VII fu deposto e sostituito da Giuseppe Bonaparte; nel resto della Spagna si formarono Giunte Autonome di Governo e lo stesso accadde nelle colonie americane.

Caracas fu la prima città ad eleggere una Giunta che rifiutò l’autorità del Consiglio di Reggenza spagnolo e adottò misure radicali, come la riduzione della pressione fiscale e l’apertura commerciale; quest’ultima era sempre stata impedita dalla madre patria, che voleva sfruttare in maniera esclusiva le ricchezze delle terre americane.

Il movimento però non ebbe la forza di estendersi alle altre città, e questa esperienza repubblicana fallì presto, in quanto nella regione Llanos, contrapposta all’oligarchia di Caracas, i gruppi di Llaneros di Josè Tomàs Boves si scontrarono con Bolìvar ed i suoi uomini, fino alla caduta di Puerto Cabello, difesa da Bolìvar stesso: questi si diresse perciò a Cartagena per mettersi al servizio della Giunta e della rivoluzione di questa città....

petronius :)

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Inviato

...Simon Bolìvar, consapevole del fatto che in Sudamerica, vasto territorio senza strade, con pianure ed alte montagne inesplorate, l’arte militare non poteva essere appresa dai libri, si affidò solo alla sua tenacia ed alla sua capacità di imparare dai propri errori e, riorganizzandosi, ritornò a Caracas.

Qui abolì la Costituzione e fondò una nuova Repubblica, assumendo però poteri dittatoriali ma, ancora una volta, le truppe di Boves ebbero la meglio su di lui, sconfiggendolo a Puerta; decise così di abbandonare la resistenza e di rifugiarsi nuovamente a Cartagena.

Nel frattempo in Europa, con la caduta di Napoleone e l’avvento della Restaurazione, si tornava alla monarchia: re Ferdinando VII, tornato sul trono di Spagna, cercò subito di favorire la riconquista delle colonie sudamericane ed infatti nel dicembre del 1815 il principale porto della Nueva Granada (attuale Colombia) cadde in mani spagnole.

Nel giugno del 1816 tutta la Nueva Granada era di nuovo sotto il dominio spagnolo.

A questo punto Bolìvar si rifugiò prima in Giamaica e poi ad Haiti; da qui riuscì a stabilire buoni contatti con i guerriglieri delle Guyane e dei Llanos e ad organizzare un primo sbarco ad Oculare nel maggio del 1816, che purtroppo fallì. Successivamente ne preparò un altro, riuscito, a Nueva Barcelona.

Rientrato sul continente installò il suo quartier generale nella città di Angostura, sull’Orinoco, e si dedicò alla preparazione di nuove campagne militari contro gli spagnoli, che per tutto l’anno 1817 avevano ottenuto importanti vittorie: erano infatti riusciti a riconquistare quasi tutto il territorio.....

Simon Bolivar è ricordato su molte banconote sudamericane, a cominciare da quelle emesse nel suo paese d'origne, il Venezuela, che addirittura ha dato il suo nome alla valuta locale, il Bolivar.

petronius B)

a domani.... :rolleyes:

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Inviato

Nel 1819 Bolìvar indisse un congresso in cui propose la nascita di una grande nazione, costituita dai territori dell’antico vicereame della Nueva Granada, cioè le attuali Venezuela, Colombia ed Ecuador, chiamata Gran Colombia.

Egli fu nominato presidente provvisorio, fino alla conclusione delle guerre di indipendenza.

Nello stesso anno iniziò una nuova campagna militare attraverso le Ande, dal Venezuela verso la Colombia; come sempre alla testa dei propri uomini, si distinse nella dura battaglia di Boyaca, che gli consentì di dirigersi facilmente verso Bogotà, dove fu proclamato LIBERTADOR.

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Un francobollo, perchè no? ;)

petronius :)


Inviato

Simon Bolìvar ed i suoi uomini si resero conto che era arrivato il momento di sferrare il colpo di grazia: ingaggiarono una dura battaglia a Carabobo, a sud di Valencia, il 24 giugno 1821, contro le truppe regie, che furono pesantemente sconfitte, riuscendo così a raggiungere Caracas.

Il Venezuela era finalmente libero.

L’opera di Bolìvar non era però ancora conclusa; infatti, una volta riorganizzate le proprie truppe, si diresse verso ovest alla volta delle ultime città della Nueva Granada, ancora in mani spagnole, e di Quito.

Già nel 1820 Antonio Josè de Sucre, generale di Bolìvar, arrivò in Ecuador e liberò Guayaquil per poi dirigersi verso Quito; nell’attuale capitale ecuadoregna, le truppe di Bolìvar e di de Sucre si unirono per liberare la città; riuscirono poi a sconfiggere le truppe regie a Pichincha, antica capitale inca.

I due comandanti, Bolìvar e Sucre, sono ritratti insieme nella banconota da 10 bolivares.

petronius B)

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Inviato
Già nel 1820 Antonio Josè de Sucre, generale di Bolìvar, arrivò in Ecuador e liberò Guayaquil...

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...A Guayaquil giunse nel 1822 anche il generale argentino Josè de San Martìn, che intanto stava combattendo per la liberazione degli attuali Cile ed Argentina.

Bolìvar, de Sucre e San Martìn avevano l’intenzione di unire i loro sforzi per liberare definitivamente il Sudamerica dal dominio spagnolo, ma dopo poco il generale argentino abbandonò l’impresa per partire alla volta dell’Europa; in questa maniera Bolìvar e le sue truppe venezuelane presero le redini delle nuove campagne indipendentiste.

Il Libertador installò il suo quartier generale sulla costa peruviana e nel maggio del 1824 cominciò ad avanzare verso sud, ottenendo importanti vittorie a Junin e ad Ayacucho; agli inizi del 1825 il generale de Sucre riuscì ad eliminare gli ultimi nuclei di resistenza realista nella zona di Charcas....

Si è parlato del generale San Martìn, liberatore del Cile e dell'Argentina: proprio quest'ultimo paese gli ha dedicato molte banconote, come il 1000 pesos allegato, che durante una delle ricorrenti crisi economiche che hanno afflitto il paese, venne contromarcata al valore di 1 Austral.

petronius B)

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Inviato
petronius arbiter dice:
...agli inizi del 1825 il generale de Sucre riuscì ad eliminare gli ultimi nuclei di resistenza realista nella zona di Charcas...

....Nel frattempo anche il Brasile, che era sotto la dominazione portoghese, si rese indipendente (ma questa è un'altra storia).

Finalmente tutto il Sudamerica era libero dal dominio spagnolo e portoghese :D

L’opera di Bolìvar non era però ancora conclusa; da sempre infatti aveva sognato l’indipendenza dei paesi sudamericani accompagnata da una loro modernizzazione da un punto di viste socio-politico, seguendo il modello nordamericano.

Avrebbe voluto che tutti i paesi latinoamericani, una volta resisi indipendenti, si coordinassero fra loro a costituire una vera forza nel panorama politico internazionale.

Progettò prima la nascita della Gran Colombia (Colombia, Venezuela ed Ecuador) nel nord e poi di un Congreso Anfictionico, che comprendesse tutti i paesi del Sudamerica, con un esercito ed una flotta federali.

Tale progetto, però, non era facile da realizzare poiché andava a scontrarsi con un rigido sistema di caste, che nessuno desiderava cambiare; le oligarchie locali non vedevano alcun vantaggio nella cooperazione di più Stati e nel dicembre del 1829 Juan Antonio Paez, a capo del movimento secessionista in Venezuela, ritirò il proprio paese dalla Gran Colombia.

Poco dopo anche Juan Josè Flores fece lo stesso con l’Ecuador.

Nel 1830 Simon Bolìvar moriva, con la delusione di vedere vani gran parte dei suoi sforzi: in una delle sue ultime lettere espresse tutta la sua amarezza con queste parole:

“Ho governato per vent’anni e non ho ottenuto che pochi risultati certi: primo, l’America è ingovernabile per noi nativi; secondo, colui che serve una rivoluzione sta arando nel mare; terzo, l’unica cosa che si può fare in America è emigrare; quarto, questo paese cadrà inevitabilmente nelle mani della folla scatenata, per passare poi in quelle di tiranni quasi impercettibili, di tutti i colori e razze…”.

Guardando alla storia successiva del Sudamerica, è fin troppo scontato dire che è stato facile profeta <_<

Ma i popoli che ha liberato dal colonialismo non lo hanno dimenticato, intitolando al suo nome un'intera nazione, la Bolivia, che non ha mancato di effigiarlo su banconota,

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E con questo ho terminato, ma se qualcuno ha altre banconote da mostrare o vuole aggiungere nuove informazioni è, come sempre, il benvenuto :)

petronius B)

  • Mi piace 3

Inviato
Eccone un'altra, questa volta Argentina, con il volto di San Martin, E' l'unico personaggio del tuo racconto a cui, rispetto a Bolivar e Sucre, non hanno dedicato una unita' monetaria........... o almeno credo....  <_<

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Hai ragione in Argentina hanno sempre usato il peso.

Bello il pezzo da 500 che hai postato :)

petronius B)


Inviato
Hai ragione in Argentina hanno sempre usato il peso.

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Tranne una parentesi con l'Austral, che ho pure postato in questa discussione :blush:

petronius B)


Inviato
Hai ragione in Argentina hanno sempre usato il peso.

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Tranne una parentesi con l'Austral, che ho pure postato in questa discussione :blush:

petronius B)

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Bella banconota, sembra sia stata rinominata con il timbro Austral verde dopo la stampa <_<


  • 13 anni dopo...
Supporter
Inviato

Oggi ricorre l'anniversario della battaglia di Pichincha.

Artemide Aste s.r.l. Asta numismatica 36E 23/10/2016

Lotto 859:

Ecuador. Medaglia per il centenario della battaglia di Pichincha, combattuta il 24 maggio del 1822, fu la battaglia che liberò l'Ecuador dal dominio spagnolo. AE. mm. 79.00 Inc. L.. Casadio. SPL.

Da: Battaglia di Pichincha - Wikipedia

La battaglia di Pichincha, combattuta il 24 maggio del 1822, fu la battaglia che liberò l'Ecuador dal dominio spagnolo. Antonio José de Sucre, uno dei migliori generali di Simón Bolívar, riuscì con il suo esercito a sconfiggere le truppe realiste di Madrid incapaci di sfruttare a proprio vantaggio una posizione favorevole sul terreno. I realisti perdettero le bandiere di guerra e un terzo degli effettivi.

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  • Mi piace 1

Inviato (modificato)
Il 15/4/2008 alle 22:39, petronius arbiter dice:

Nel 1830 Simon Bolìvar moriva, con la delusione di vedere vani gran parte dei suoi sforzi: in una delle sue ultime lettere espresse tutta la sua amarezza con queste parole:

“Ho governato per vent’anni e non ho ottenuto che pochi risultati certi: primo, l’America è ingovernabile per noi nativi; secondo, colui che serve una rivoluzione sta arando nel mare; terzo, l’unica cosa che si può fare in America è emigrare; quarto, questo paese cadrà inevitabilmente nelle mani della folla scatenata, per passare poi in quelle di tiranni quasi impercettibili, di tutti i colori e razze…”.

Guardando alla storia successiva del Sudamerica, è fin troppo scontato dire che è stato facile profeta <_<

In Venezuela molti si lamentano dei politici odierni (s'intende quelli degli ultimi decenni) dicendo che pur professando ideali di libertà e unità del Sud America in realtà "fanno visita alla tomba di Bolìvar per assicurarsi che sia morto". Sinistro ed inquietante è il parallelismo con l'Europa di oggi, che ha avuto pure il suo Simon Bolìvar nel grande Jean Monnet.

Modificato da ART

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