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IGNORED

ALCUNE DIFFERENZE


lollone

Risposte migliori

Salve a tutti

svogliando il Muntoni in cerca del sampietrino di Ancona ho notato che c' è l' esemplare che ho io (che è classificato 145).

Però esiste anche un sampietrino con le scritte differenti e che non è riportato sul Muntoni (foto allegata).

Qualcuno sa dirmi perchè?

saluti

Lollone

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Qualcuno sa dirmi perchè? 

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Perchè i conii erano incisi a mano e se ne utilizzavano tre in ogni pressa a rulli, quindi le varianti di impronta erano comunissime. Per questa specifica moneta poi è possibile (ora non ricordo con certezza) che la coniazione sia continuata con le stesse impronte anche dopo l'invasione napoleonica e l'istituzione del governo provvisorio. In questo caso i conii originali, realizzati a Roma dal Mercandetti e poi distribuiti alle zecche provinciali, potrebbero essere stati sostituiti con altri realizzati da un incisore locale (ad esempio il Perpenti), con stile diverso. Sarebbe interessante per le due monete da te mostrate avere anche il confronto dei diritti e dei dati metrologici (peso, diametro e spessore). A casa comunque controllo sul Bruni se questa variante è riportata.

Ciao, P. :)

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Qualcuno sa dirmi perchè? 

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Perchè i conii erano incisi a mano e se ne utilizzavano tre in ogni pressa a rulli, quindi le varianti di impronta erano comunissime. Per questa specifica moneta poi è possibile (ora non ricordo con certezza) che la coniazione sia continuata con le stesse impronte anche dopo l'invasione napoleonica e l'istituzione del governo provvisorio. In questo caso i conii originali, realizzati a Roma dal Mercandetti e poi distribuiti alle zecche provinciali, potrebbero essere stati sostituiti con altri realizzati da un incisore locale (ad esempio il Perpenti), con stile diverso. Sarebbe interessante per le due monete da te mostrate avere anche il confronto dei diritti e dei dati metrologici (peso, diametro e spessore). A casa comunque controllo sul Bruni se questa variante è riportata.

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Anche se mi mancano conferme "ufficiali" direi che questa ipotesi è più che valida, lo stile delle lettere è completamente diverso dai coni standard (con caratteri similari a quelli delle altre zecche operanti nel periodo), per cui possono certamente appartenere ad una produzione locale, come avvenuto ad esempio per la zecca di Fermo, dove i coni furono eseguiti da Camillo Scarpetti (firma S.) sebbene manchino documenti che autorizzino tale zecca a non avvalersi dei coni romani.

Solitamente i coni "rozzi" di Ancona sono accoppiati al diritto del Mercandetti, sia con le iniziali TM sotto il busto che senza.

Nella collezione del Museo di Pergola, censita nella recente pubblicazione di Renzo Bruni, ne esistono due esemplari (n°23 e n°28), per i quali è riportata solamente la nota "la legenda al rovescio presenta caratteri particolarmente grandi". Da notare che il diametro riportato per questi due esemplari sia di 27-28 mm contro i 29-32 degli altri 4 esmplari standard presenti nella collezione Carboni. Relativamente meno importante il dato sul peso, troppo influenzato dallo spessore della lamina che si stava coniando, e quindi troppo variabile da un esemplare all'altro....

In allegato una foto del mio esemplare dal rovescio "rozzo", nel mio caso i caratteri hanno dimensioni normali ma stile simile all'esemplare di lollone. Il diametro è maggiore rispetto agli esemplari del Museo di Pergola, dai 28,7 mm ai 29,9 mm (presenta una strana forma ovoidale, come fosse stato tranciato da una fustella incompleta che ha lasciato due protuberanze) per un peso di grammi 17,4.

Curiosamente la corona esterna che comprende legenda e nimbo di S.Pietro si presenta con incisioni in incuso, effetto a mio parere del logoramento del conio o del particolare processo di coniazione di questa zecca, allego anche un esemplare standard dove la parte iniziale della legenda del diritto presenta la medesima particolarità :rolleyes: .

Ciao, RCAMIL.

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Sul Bruni questa variante non è riportata.

dal Bruni :

"Il contratto prevedeva che le zecche non potranno battere altra moneta fuori di quella di rame e di due baiocchi a tenore dell' art. I della legge del 28 maggio 1798(8 pratile)"

lollone

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La moneta, quindi, potrebbe essere attribuibile al periodo della I Repubblica Romana?

315270[/snapback]

Ho rivisto anche io il Bruni e direi di no, e neppure al governo provvisorio. Ancona fu la prima città pontificia ad essere occupata dai francesi e la zecca cessò le coniazioni praticamente subito, tanto che in Ancona non furono battute neanche le madonnine. Invece secondo me ci sta l'ipotesi di un conio di sostituzione realizzato da un incisore locale prima dell'invasione napoleonica, come dicevano prima.

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Però è strano che il Muntoni abbia ignorato la tipologia standard e abbia inserito quella con i coni "rozzi" quindi soggetta a molte varianti!

Oppure no?

LOLLONE

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non lo vedo strano , anzi , il muntoni descrive gli esemplari di ancona in 2 tipologie con firma TM e senza , le scritte rozze sono dovute a mancanza di strumentazione adatta o inesperienza all'incisione da parte degli incisori delle zecche periferiche , ma essendo queste tipologie monetali comunemente afflitte da piccole variabili , non considererei la rozzezza delle scritte o il nn allineamento delle stesse una variante .

una variante potrebbero essere le Z al contrario della scritta MEZZO .

per rcamil , ho osservato attentamente il tuo esemplare con le scritte in incuso , il fatto che la fustella non abbia agito correttamente mi fa supporre che al momento della fustellatura la moneta abbia subito uno sciacciamento nella parte della leggenda e tranciando ha schiacciato i rilievi della stessa rendendogli questo particolare effetto di incuso ovalizzando anche legermente il tondello .

ciao

Domenico

Modificato da sadomenico
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non considererei la rozzezza delle scritte o il nn allineamento delle stesse una variante

316943[/snapback]

Io la considero una variante minore di impronta, del tipo di quelle che il Muntoni tipicamente non tratta ma che per esempio sul testo di Bruni sono descritte piuttosto in dettaglio (per il periodo considerato ovviamente)

P. :)

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per sadomenico

scusa ma forse mi sono spiegato male!

Volevo sapere come mai il Muntoni aveva ignorato la tipologia standard al retro, inquanto vi è solo quella "rozza", e per il Dritto, invece, sono riportate 2 varianti.

p.s. se poi un motivo c' è!

LOLLONE

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per rcamil , ho osservato attentamente il tuo esemplare con le scritte in incuso , il fatto che la fustella non abbia agito correttamente mi fa supporre che al momento della fustellatura la moneta abbia subito uno sciacciamento nella parte della leggenda e tranciando ha schiacciato i rilievi della stessa rendendogli questo particolare effetto di incuso ovalizzando anche legermente il tondello .

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Può essere che sia successo questo. In alternativa avevo pensato anche ad una schiacciatura della lastra già coniata tra i rulli del conio stesso, magari per uno slittamento, ma i rilievi sarebbero tutti sfumati o schiacciati uniformemente.... :unsure:

scusa ma forse mi sono spiegato male!

Volevo sapere come mai il Muntoni aveva ignorato la tipologia standard al retro, inquanto vi è solo quella "rozza", e per il Dritto, invece, sono riportate 2 varianti.

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Per 2 possibili motivi:

1- Non era a conoscenza della tipologia "standard", cosa improbabile dato che si tratta di una moneta relativamente comune, ma plausibile in molti altri casi.

2- Come già detto da Sadomenico, e come più ragionevole, non la considerava una variante, pertanto l'esemplare che compare nelle tavole è solo "casualmente" di stile rozzo, ma poteva benissimo essere un esemplare che oggi definiamo "standard".

La cosa strana è che talvolta le monete varianti unicamente per la dimensione dei caratteri delle legende o dello stemma o di altri elementi secondari sono citate come tali (stesso numero di classificazione + Var. I, II, etc...)

Ciao, RCAMIL.

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