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UNA POSSIBILE MONETA TRIESTINA AD IMITAZIONE FRISACENSE

Un argomento da approfondire e sviluppare è quello relativo alla possibile coniazione di denari ad imitazione frisacense a Trieste, prima del denaro anonimo di Wolcango (1) .

Il primo studioso ad interessarsi della questione fu Egon Baumgartner nel 1935 (“Das Eriacensis-Gepraege und ihre Beischlage”). Egli rafforzò la sua tesi asserendo che a differenza delle altre monete frisacensi, quelle di Trieste avevano la figura del prelato con una croce terminante in alabarda nella mano sinistra anziché il solito libro o Vangelo che dir si voglia.

Ad osservare bene la foto della presunta moneta, notiamo sì una croce nella mano sinistra del prelato, ma la stessa croce termina con tre globetti. Sicuramente il Baumgartner confuse i globetti con l’alabarda. Chi ha ripreso tale teoria è lo sloveno Vladimir Tlaker ( “Eriacensis-Kovi in Njegovi Prikovi”, Lubiana 1985, pagg. 31-32, nn. 80/80a). Però il Tlaker, ha in pratica tradotto lo studio precedentemente fatto dal Baumgartner non portando nulla di nuovo sull’argomento.

Altri studiosi di cose triestine mettono in dubbio l’esistenza di detta moneta per mancanza di prove concrete ed asserendo, come Giulio Bernardi, che la moneta “…è estranea al contesto artistico ed economico che si percepisce nelle altre monete triestine” (2). Noi non vogliamo pronunciarci in maniera definitiva, se però il pezzo in questione fosse realmente un’imitazione frisacense di Trieste, esso può essere un ponte di passaggio tra la monetazione carinziana di Friesach e quella prettamente triestina e friulana in genere. Possiamo solo affermare con certezza che nelle carte e nei documenti triestini dell’epoca, per lungo tempo si trovano denominazioni monetali quali Fregnachi, Fregnache e Fregiacchesi, a ricordo delle monete frisacensi.

La moneta descritta dal Baumgartner e dal Tlaker ha un diametro di 20 millimetri ed è scodellata. Al D/ la leggenda retrograda eriacensis tra due cerchi lineari attorno ad un busto di fronte con mitra biforcuta. Il prelato tiene il pastorale con la mano destra ed una croce terminante con tre globetti (o l’alabarda) nella sinistra. Al R/ la parte superiore di un tempio con frontone triangolare tra due torri terminanti a triangolo. Globetto sulle tre cuspidi e la croce nel globetto centrale. La base del tempio è formata da due rette: la prima con le estremità ricurve all’insù e fra esse quattro anelletti separati da linee verticali. All’esergo, tre punti. Contorno con doppia perlinatura.

Un “fac-simile” della suddetta moneta lo troviamo nelle monete aquileiesi, specialmente per il R/ della stessa, simile in tutto al denaro catalogato al n. 5 dal Bernardi (3). Il periodo della moneta aquileiese corrisponde a quello proposto dal Baumgartner quasi sessant’anni fa.

Note

(1) Le prime monete coniate dalla zecca di Trieste sono denari anonimi. Il primo è sempre stato attribuito ad Enrico Rapicio. Recentemente si è dato un notevole contributo nell’attribuzione della prima moneta triestina. Già tempo addietro ricomponemmo tutte le date dei vari Vescovi di Trieste sulla base di documenti inoppugnabili (Riccardo Paolucci, Le zecche di Trieste, Gorizia & Vicenza. Edizioni Numismatica Grigoli, Suzzara, 1986). Orbene, secondo Francesco Babudri (“Nuovo Sillabo cronologico dei Vescovi di Trieste”, in Archeografo Triestino 1921, IX, serie III, pagg. 157-243) il Rapicio deve essere eliminato dalla cronologia vescovile in quanto era solo un pretendente al Soglio, ed a pag. 188 del Sillabo del Babudri leggiamo “Era in quel tempo vescovo di Trieste Wolcango, eletto nel 1190, confermato il 1° Giugno 1192 da Papa Celestino III, confermato ancora il 23 Giugno 1192 dal Patriarca Gotifredo, morto infine il 26 Maggio 1199”. E’ sicuramente esistito un Enrico Rapicio pretendente al Soglio vescovile tergestino nel 1199, ma dopo l’elezione di Givardo (1199), di questo Enrico non c’è altra traccia.

(2) Giulio Bernardi, Le monete dei Vescovi di Trieste. Pubblicazione AINP, Wetteren, 1986

(3) Giulio Bernardi, Monetazione del Patriarcato di Aquileia. Edizioni Lint, Trieste, 1975

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  • 1 mese dopo...
Inviato

Quando 4 anni fa ho visto questa moneta all'asta ( e ho provato ad acquistarla ) ho pensato subito a un denaro inedito di Aquileia; le lettere visibili mi sembrano molto indicative. Mi interesserebbe sapere se e dove è stata pubblicata una sua descrizione.

Sono un nuovo iscritto, pertanto saluto tutti gli utenti.


  • 1 mese dopo...
Inviato

Riccardo Paolucci, Appunti di Numismatica friulana


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