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Raimondo Della Torre


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RAIMONDO DELLA TORRE Patriarca di Aquileia (1273-1299)

Guelfo, già Vescovo di Como, appartiene alla famiglia milanese che guida il partito popolare. E’ nominato Patriarca da Gregorio X dopo quattro anni di interregno il 21 dicembre del 1273, giunge a Udine nell’agosto successivo.

Raimondo interviene contro l’espansione di Venezia ed inizia la Guerra di Capodistria (1274-1279). Nel 1274 Capodistria e Trieste si ribellano a Venezia raggiungendo la pace. Raimondo cerca di imporre propri Podestà, cede Cormons ad Alberto II Conte di Gorizia in cambio dell’alleanza, prende Capodistria (1275) ma non riesce a prendere Pola (1276) che è appoggiata dalla Repubblica di Venezia. L’anno successivo la rottura dell’alleanza col Conte di Gorizia lo costringe ad una nuova pace. Raimondo rinnova l’alleanza con il Conte di Gorizia ed assale di nuovo Capodistria (1278). Intervengono i veneziani che prendono la città, atterrano le mura dalla parte del mare, costruiscono il castello Leone ed ottengono la dedizione di Montona. Le parti raggiungono una nuova pace (1279) ma il Patriarca deve soccorrere Trieste minacciata da Venezia.

Raimondo tenta di comporre le dispute in Friuli ed in Istria per potersi recare in Lombardia a combattere i Visconti per la Signoria di Milano (Guerra della Torre). Le trattative con Alberto II Conte di Gorizia sono mediate da Camino e da Ottocaro II Re di Boemia, il cui “lodo arbitrale” (24 marzo 1281) assegna Cormons ai Conti di Gorizia. Raimondo è già in Lombardia, dove vi rimane per due anni fino al 1279. Nello stesso anno Raimondo fa restaurare la Chiesa patriarcale di Aquileia ancora danneggiata dal terremoto del 1222 e torna in Lombardia con le milizie patriarcali, ma è sconfitto a Vaprio (25 maggio 1281) dai Viscontei, dove muore suo fratello Gastone della Torre. Numerosi profughi lombardi trovano rifugio in Friuli ed il Patriarca affronta con maggior decisione ed energia i problemi locali (emana leggi, affranca numerosi servi e regola i costumi). Nel 1281 il Patriarca ospita un Sinodo e scomunica chiunque occupi territori patriarcali. Venezia come risposta al Sinodo occupa Trieste, combatte breve guerra, raggiunge un’instabile pace con Trieste ed Alberto II Conte di Gorizia e Marchese d’Istria, continuando la penetrazione politica in Istria fino ad ottenere la dedizione di Pirano e Rovigno (1283) che accettano Podestà nominati dal Doge. Raimondo della Torre si allea con il Conte di Gorizia, Treviso, Padova, Trieste e Genova iniziando contro Venezia la Guerra di Trieste (1283-1291).

Le truppe della Lega occupano Capodistria nel 1283 mentre le flotte veneziane e genovesi iniziano una reciproca guerra corsara nel Mediterraneo (dalla Sardegna alla Siria). I Veneziani occupano Pirano, Isola ed assediano Trieste (1283-1285), prendono la Rocca di Belforte alle Bocche del Timavo e costringono la città alla resa. Le parti firmano la pace. Nel 1287 Trieste sotto la guida del Vescovo Brissa di Toppo si ribella a Venezia congiuntamente a Capodistria (1287). I veneziani guidati da Marino Morosini riprendono Capodistria, occupano Muggia ed assediano Trieste, difesa strenuamente dal Vescovo Brissa di Toppo che riceve aiuti da Mainardo II Conte del Tirolo e Duca di Carinzia, fratello di Alberto II Conte di Gorizia. La prima spedizione di soccorso, guidata da Goffredo Marchese d’Istria (nipote del Patriarca), assale inutilmente i veneziani asserragliati nel castello di Moccò (1287) e deve ritirarsi per mancanza di viveri. Muggia nel 1288 fa atto di dedizione a Venezia. Nello stesso anno Venzone è ceduta in feudo a Mainardo II Conte del Tirolo e Duca di Carinzia.

Il Patriarca di Aquileia Raimondo della Torre ordina la taglia straordinaria (leva di tutti gli uomini tra i 18 ed i 70 anni), impone una tassa straordinaria sulla terra, raduna 5000 cavalieri e 50000 fanti a Monfalcone e guida con Alberto II e suo figlio Enrico II la seconda spedizione di soccorso. Gli alleati attaccano inutilmente il forte Romagna (24 aprile 1289) eretto dai veneziani. Alberto II, dopo l’uccisione di suo nipote, conclude un accordo separato con Venezia abbandonando Raimondo che è costretto a ritirarsi (6 maggio 1289).

Il tempo di un mese e parte la terza spedizione guidata da Raimondo della Torre che ottiene la liberazione della città di Trieste (7 giugno 1289). I triestini distruggono il forte Romagna e compiono rappresaglie fino a Malamocco, subendo quindi un nuovo assedio.

La pace di Treviso (novembre 1291) pone fine al conflitto. Venezia tiene l’Istria occidentale in cambio di un tributo in attesa di un giudizio arbitrale. Muggia, Moccò, Buie e Pola rimangono al Patriarca di Aquileia. Trieste deve pagare a Venezia i danni di guerra, abbattere le mura lungo il mare, cedere le macchine da guerra che vengono bruciate in Piazza San Marco a Venezia e fare atto di fedeltà a Venezia, pur rimanendo al Patriarca.

La pace con Venezia non pone fine alle lotte fra feudatari, sobillati da Gerardo III da Camino Signore di Treviso, ed alle dispute tra Comuni ed i loro Vescovi. Nel 1293 il comune di Gemona occupa il castello di Artegna. Nel 1294 Trieste invia 200 fanti in aiuto ai Signori di Spilimbergo contro Artico di Castello. Il Comune di Trieste acquista dal Vescovo Brissa di Toppo la nomina del Gastaldo e la giurisdizione laica del territorio, che i successori non reclamano, e diventa così ufficialmente indipendente (10 marzo 1295). Tra il 1292 ed il 1295 sono scritti i quattro libri dello Statuto comunale.

Nel 1295 mentre Raimondo è in Lombardia, Alberto II invade l’Istria, occupa Fianona, Albona e Pinguente sino all’occupazione di Tolmino nel 1299, rendendole al Patriarca solo dopo l’intervento di un grosso esercito patriarcale. Nel 1297 Bonifacio Vescovo di Parenzo, città soggetta a Venezia, reclama i diritti usurpati dal Comune ed è cacciato dal Podestà e dal popolo che assaltano il palazzo vescovile.

Nel 1298 Raimondo della Torre istituisce la Corte patriarcale nel castello di Suffumbergo e muore l’anno seguente (23 febbraio 1299).

Di Raimondo della Torre ci rimangono sei belle monete, quattro denari in argento e due piccoli in mistura.

BIBLIOGRAFIA

Bernardi Giulio Monetazione del Patriarcato di Aquileia, Trieste, 1975

Della Torre Valsassina Michele Biografia di quattro vescovi che governarono la chiesa di Trieste nel XIII secolo: Corrado, Volrico, Ulvino, Brissa, “Archeografo Triestino”, 3, Trieste, 1831, pagg. 329-338

Liruti Gian Giuseppe Della moneta propria e forestiera ch’ebbe corso nel Ducato di Friuli. Venezia, 1749

Puschi Alberto La zecca de’ Patriarchi di Aquileja. Trieste, 1884

Schweitzer Federico Serie delle monete e medaglie d’Aquileia e di Venezia. Trieste, 1848

Scussa Vincenzo Storia cronografica di Trieste. Trieste, 1863

Themessl Jakob Munzen und Munzwesen des Patriarchenstaates Aquileia. Vienna, 1911

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