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IGNORED

S.C e denari repubblicani


adriapel

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Ho un unico denaro repubblicano della gens Maria che presenta sul retro una S.C come da senatus consulto. La scena sul R rappresenta un contadino che spinge due buoi (oppure che ara la terra o che scava un folco come se fondasse una città). Vorrei sapere da voi perchè solo raramente appare sui denari repubblicani la scritta S.C.? Potrebbe dipendere da coniazioni effettuate in particolari momenti al di fuori della normale programmazione?. Inoltre la moneta venne prodotta all'incirca verso l'81 a.C cioè durante la dittatura Silliana. E' inoltre nell'81 a.C che termina la seconda guerra Mitridatica. Potrebbe tale moneta essere stata nuovamente prodotta (fuori della normale programmazione) in un periodo critico della storia di Roma come quello della dittatura silliana (periodo delle proscrizioni anti mariane) e della seconda guerra Mitridatica ove i romani furono sconfitti e successivamente respinti nel Ponto.

Tali fatti avrebbero potuto creare una crisi tale da dover battere più monete?

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Se non erro tutti i denari con sigla S.C. furono coniati proprio da Silla in poi.

Con Silla i poteri si concentrarono su uno stesso individuo; questo fu senza dubbio un punto di non ritorno e, come dice il Catalli, la monetazione risentì subito di questa nuova situazione.

Con Silla si assistette alla produzione di monete al di fuori di Roma sotto il controllo dei sui subordinati, dopo Silla vi furono abbondanti emissioni di denari firmati da magistrati diversi dai monetales.

La straordinarietà di queste coniazioni è testimoniata appunto dalla sigla S.C.

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mi risulta che la dizione S.C è stata istituzionalizzata sulla monetazione romana con Augusto che delega al senato parte della produione monetaria. Osservando la monetazione subito dopo Silla ed in particolare la Gens Cassia, Pompeia, Papia, non si rileva sulle moneta la dcitura S.C. Al contrario nel solo periodo Sillliano ci sono magistrati monetari che riportano S.C. non solo la Gens Maria ma anche la Gens Cornelia (Cn Cornelius Lentulus). La vera riforma monetaria sembrerebbe venire con Augusto che su alcune monete inzia ad apporre S.C segno di delega al Senato della produzione di alcune monete

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Non estenderei il discorso ad Augusto, dal Principato in poi le cose cambiano.

Tu ti stai riferendo ad un S.C. che compare su emissioni ufficiali controllate dai tresviri monetales?

Oppure a tutti i denari repubblicani, tipici del I secolo a.C., recanti sigla S.C. ma non emessi e controllati dai magistrati monetali della zecca di Roma?

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Osservando la monetazione subito dopo Silla ed in particolare la Gens Cassia, Pompeia, Papia, non si rileva sulle moneta la dcitura S.C. 

307362[/snapback]

Si tratta di normali emissioni, non straordinarie. I magistrati monetali continuarono ad operare anche con Augusto ma intorno al 4 a.C. i loro nomi non comparvero più sulle monete.

Al contrario nel solo periodo Sillliano ci sono magistrati monetari che riportano S.C. non solo la Gens Maria ma anche la Gens Cornelia (Cn Cornelius Lentulus).

307362[/snapback]

A quale denario della Cornelia ti riferisci?

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il denario della gens cornelia a cui mi riferisco in effetti riporta la scritta "ex SC" cioè ex senatus consulto (testa di Roma D, pastore Atys R syd 553 (115 a.C), mentre sempre della gens Cornelia e con diciture ex SC vi sono differenti denari che vanno dal periodo Silliano (81 a.C) fino al 74 a.C (periodo della terza guerra mitridatica). Una moneta però di P Cornelius Lentulus riporta non più ex SC ma bensì Q SC (quaestor senatus consulto). Mi potresti specificare Rapax il significato dei Q SC e ex SC? e perchè la dizione ex SC ?

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La prima moneta a cui ti riferisci è molto enigmatica. Il monetario Cetegus è forse parente del politico P. Cetegus citato da Cicerone ed attivo negli anni 70. L’interpretazione del rovescio è molto discussa, molti identificano la figura con Dioniso, altri con re Silvius ed altri ancora con Attis. Anche la datazione di questa emissione non è certa, secondo alcuni 115-114 e secondo altri 99-94. Il Crawford l'attribuisce a Roma ma non so dirti perchè per questa emissione fu necessaria un'autorizzazione del Senato.

Comunque la sigla EX S.C. attesta semplicemente l’autorizzazione del senato… “da senatoconsulto”… la preposizione ex non è da intendersi nel senso moderno di “passato” o “precedente”.

Per l’ultimo denario invece credo proprio che tu ti riferisca a questo.

La Q, come giustamente dici, sta per quaestor e quindi l’autorizzazione straordinaria del senato "non fa una piega"… infatti è una moneta emessa da un questore e non dai magistrati monetali come di norma.

Questore, da wikipedia:

Prima venivano eletti dai re, poi dai consoli. Privi di imperium, vennero eletti (dal 447 a.C.) dal popolo, nei Comizi Tributi in numero di due; dal 421 a.C. poterono accedervi anche i plebei e così divennero quattro, dei quali due rimanevano a Roma (quaestores urbani) ad amministrare l'erario (quaestores aerarii) e gli altri due, invece, rimanevano al fianco dei consoli.

Circa dopo il 420 a.C. esistevano a Roma quattro questori, eletti annualmente; dopo il 267 a.C. il numero fu elevato a otto. Alcuni venivano assegnati a compiere il loro servizio all'interno della capitale, mentre altri entrano distaccati assieme a governatori delle province o generali dell'esercito; altri ancora erano assegnati alla supervisione delle finanze militari.

Dopo le riforme di Silla del 81 a.C., l'età per candidarsi alla questura fu elevata a 28 anni per i patrizi e 30 per i plebei: l'elezione a questore attribuiva automaticamente lo status di senatore; contestualmente il numero dei questori fu elevato a 20. Questi seguivano i consoli e i pretori, i proconsoli e i propretori nelle spedizioni e nelle province, per curarne l'amministrazione (quaestores militares, provinciales). I quaestores urbani risiedevano in sedi differenti; quello che stava ad Ostia (quaestor Ostiensis) sorvegliava le importazioni, in particolare quelle di grano.

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si esattamente il denario è quello che tu hai indicato. Ma ci sono altri esempi di monete emesse dal questore e non dai magistrati monetari?. E perchè era il questore e non il magistrato monetario ad emetterli?. Comunque Rapax sei veramente prezioso di notizie e ti ringrazio per questo

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Queste emissioni straordinarie potevano essere prodotte per vari scopi ma nella maggior parte dei casi andavano a finanziare operazioni militari e/o venivano utilizzate per pagare le truppe.

Ti faccio qualche esempio:

C. Valerius Flaccus

Propretore in Gallia nell'82, responsabile dell'emissione e delle operazioni militari contro Sertorio.

C. Annius e L. Fabius

C. Annius, C. Tarquitius

Proconsole in Spagna firmò l'emissione insieme ai due questori, responsabili delle operazioni militari, L. Fabius L.f. Hispaniensis e C. Tarquitius P.f.

Manlius Torquatus Denario

Manlius Torquatus Aureo

Il proquestore Manlio Torquato fa produrre queste monete, tra l'82 e l'81, da una zecca itinerante dell'Est.

Cn. Cornelius P. f. Lentulus Marcellinus

Brutus and Cassius in the East. L Sestius proquaestor

Modificato da Rapax
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ti ringrazio per la risposta e in sommi capi e tradotto in soldoni questo vuol dire che normalmente i magistrati monetari emettevano le monete ma durante eventi particolari le monete venivano emesse da consoli, pretori, questori o a volte anche dagli edili. Le emissioni straordinarie come tu dici erano in qualche modo identificate, ad esempio con la sigla SC (Senatus Consultum), oppure ex SC oppure pro Q. Ora riesco ad orientarmi abbastanza bene e a chiarificare certi aspetti. Vorrei in ultimi dirti che i magistrati monetali erano in genere molto giovani (dai 25 anni in su) perchè tale compito era adatto a giovani ale prime armi. In realtà con Silla la questione potrebbe cambiare in quanto quest'ultimo pone molte più attenzioni sulla zecca di roma ed è il primo che emette leggi ben precise nei confronti dei falsificatori. Mi confermi?

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Per quanto riguarda la legge a cui ti riferisci potrebbe essere utile fare alcune cosiderazioni.

In tutta la storia della repubblica il picco più alto di emissioni suberate si ebbe nel biennio 91-90 a.C. Iniziò poi una lenta diminuzione fino all'84, anno in cui il pretore Mario Gratidiano spinse per l'approvazione di una legge che autorizzasse il saggio delle monete.

Nell'82 Silla rientrò in Italia, Gratidiano finì nelle liste di proscrizione e fu eliminato; con lui si volle far sparire anche ogni traccia del suo operato.

Nell'81 fu emanata la lex Cornelia testamentaria nummaria o lex Cornelia de falsis e quindi è ben chiaro che il problema esisteva e non venì certo trascurato, anche se a farlo presente per primo fu proprio un oppositore di Silla stesso. (anche se non parla specificatamente di monete, questo scritto è secondo me interessante LINK).

La vera "rivoluzione" di Silla però va ricercata nell'aspetto ideologico. Prima di Silla le emissioni straordinarie non furono numerosissime... molto probabilmente era il Senato stesso a controllare i magistrati monetali di Roma e in pieno contesto repubblicano alle iniziative di un singolo non veniva lasciato molto spazio.

Silla invece impose la propria figura, concentrò su di se enormi poteri e diede per così dire il colpo di grazia al già vacillante ideale repubblicano. Con lui e dopo di lui i vari personaggi che occupavano posizioni di un certo prestigio potevano osare di più, l'idea della supremazia di un solo individuo si era ormai ritagliata il suo spazio nella forma mentis romana. Le emissioni straordinarie si inquadrano perfettamente in questi contesti... in molti casi la loro produzione scaturiva dalle pressanti richieste del Silla o del Pompeo di turno, proprio perchè questi individui erano diventati potenti, troppo potenti... "più potenti di Roma stessa".

Questo è un fattore... consideriamo poi l'espansione territoriale, le nuove conquiste, il numero sempre più alto di nemici esterni e perchè no interni... in questa situazione le truppe erano fondamentali ed il denaro per pagarle forse lo era ancora di più.

Modificato da Rapax
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risposta come sempre puntuale e soddisfacente in tutti gli aspetti.Ti ringrazio per questa gradita discussione sul significato di SC, spero che la tua immensa cultura mi possa e ci possa essere di aiuto in altre future idscussioni. Mi consiglieresti un libro di storia romana attraverso la moneta?. Ho acquistato l'Amisano e il 1 volume del Forzoni ma accetto ulteriori consigli

Un caro saluto

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Rileggendo mi risulta che il denario serrato venne prodotto in grande numero proprio nel periodo silliano, questa produzione era di una certa utilità al fine di poter distinguere i denari in argento rispetto ai denari suberati. Il bordo seghettato facilitava il riscontro dei denari suberati.

Anche in periodi precedenti furono prodotti denari serrati ma mai con una concentrazione così alta come nel perido di Silla. circa 20 denari serrati furono prodotti dall'83 al 64 a.C.Probabilmente il povero Mario Gratidiano aveva dato questa idea a Silla per poter distinguere i denari fourrée. Mi risulta comunque che anche i denari serrati venivano suberati (probabilmente in minor misura). La percentuale dei suberati comunque si ridusse notevolmente nel periodo di Pompeo che dopo la guerra con Mitridate verso un imponente somma nelle casse dello stato e questo contribuì a ridurre il numero di denari suberati in circolazione.

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Nella storia del denario repubblicano furono emesse 24 tipologie serrate; di queste 7 furono coniate tra l’82 e l’80 e 3 nel 79, anno in cui Silla si ritirò a vita privata… direi che in questo periodo la concentrazione è piuttosto alta.

Non è ancora chiara la motivazione che portò alla produzione di monete dentellate… c’è chi dice che tale caratteristica preservava maggiormente l’emissione dal rischio di falsificazione, chi dice invece che tale accorgimento servisse a limitare il fenomeno della tosatura, chi dice che tali emissioni risultassero maggiormente appetibili alle popolazioni barbariche e chi dice ancora che si trattava semplicemente di un fattore estetico…

Il Casolari ha un’idea ben precisa in merito: le emissioni serrate non furono coniate a Roma e furono emesse per territori extra-urbani e/o per le province… aggiungerei però che non tutti i denari emessi al di fuori di Roma sono serrati.

Personalmente tenderei ad escludere che i dentellati venissero prodotti al solo fine di scongiurare il rischio suberazione… di serrati con anima vile se ne vedono davvero molti.

Il monetario di turno, a mio personalissimo avviso, puntava a fare “lo splendido” della situazione, emettendo una moneta che visivamente appariva quantomeno particolare e piacevole e che al tempo stesso forniva apparentemente maggiori garanzie di bontà del metallo e giustezza ponderale (sempre che la tosatura venisse effettivamente praticata in quel periodo)… insomma, un vero e proprio insieme di fattori. Diciamocela poi tutta, i denari serrati sono molto apprezzati ancora oggi a più di 2.000 anni di distanza… hanno un qualche cosa in più ora e credo proprio che l’avessero anche nella Roma repubblicana.

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Andrea Pancotti e Patrizia Calabria hanno dato recentemente un’altra ipotesi sul denario dentellato.

Dal fascicolo pubblicato in occasione di Numismata - Vicenza 19-21 ottobre 2007 – Comunicazione n. 55 della Società Numismatica Italiana:

“...... Recentemente è stato dimostrato che la dentellatura veniva eseguita sul tondello prima della coniazione, mediante l’utilizzo di un sistema meccanico (Alessandro Guidarelli – La serratura dei denari repubblicani – Monete antiche 21, maggio-giugno 2005).

Questo dato non solo ha permesso di escludere alcune ipotesi ma principalmente ha gettato nuove basi alla ricerca. Parafrasando un pensiero di Savio (Monete Romane) “il fatto che quando un monetario adotta questa pratica e la mantiene per tutto il suo periodo di magistratura, dovrebbe indirizzare gli studiosi sulla via della soluzione”; ed infatti bisogna considerare che la pratica richiedeva precisi tempi di lavorazione, determinati macchinari e verosimilmente doveva essere ritenuta assolutamente necessaria.

La prima emissione serrata compare nelle serie di denari anonimi con simboli ..........

I serrati coniati successivamente, a parte alcune eccezioni, si possono raggruppare in quattro grandi serie.

La prima serie si compone di cinque emissioni aventi al R/ il medesimo tipo: il re gallo Bituitus in biga e in esergo la legenda L.LIC.CN.DOM. Queste emissioni secondo il Crawford vennero coniate intorno al 118 a.C. anno della deduzione della prima colonia romana d’oltralpe, Narbo Martius.

La seconda serie si compone di quattro emissioni datate tra il 106 ed il 105 a.C: ci troviamo negli anni immediatamente successivi la decisiva riforma dell’esercito voluta da Gaio Mario (arruolamento nell’esercito anche dei cittadini romani nullatenenti).

La terza serie si compone di dodici emissioni datate tra l’83 ed il 79 a.C.: gli anni della dittatura sillana. Com’è noto, in questo breve lasso di tempo ingenti spese come la costruzione del tempio di Giove Capitolino, la deduzione di numerose colonie, le liste di proscrizione (la taglia sui condannati) e la smobilitazione degli eserciti vittoriosi, intaccarono seriamente l’erario dello stato romano.

La quarta e ultima serie si compone di quattro emissioni datate tra il 72 ed il 70 a.C.: ci troviamo nel pieno degli anni della rivolta servile guidata da Spartacus e nell’anno successivo alla sua sconfitta.

Il quadro emerso presenta chiaramente diverse serie di serrati coniati in momenti particolarmente critici nella storia della repubblica romana.

In un recente articolo sono stati analizzati i serrati nelle loro componenti chimiche, microstrutturali e nelle loro proprietà meccaniche rispetto agli altri denari.

Gli studiosi sono giunti a formulare l’ipotesi che la frammentazione del bordo della moneta fosse stata creata intenzionalmente per alleggerire le tensioni indotte dalla coniazione, distribuendole radialmente. Il motivo di questo espediente tecnico si rivelò assolutamente necessario in quanto venne utilizzata una fragile lega dell’argento di prima coppellazione, ossia senza l’aggiunta di rame che avrebbe dato alla lega proprietà meccaniche superiori.

Probabilmente questa pratica venne utilizzata in frangenti storici durante i quali particolari urgenze di natura economica richiesero una tempestiva emissione di moneta, intesa come circolante emesso dallo stato (l’aggiunta di una percentuale di rame all’argento puro avrebbe richiesto una ulteriore lavorazione del metallo, con tempi di realizzazione più lunghi).

Indirettamente a conferma dell’ipotesi vi è la radicale scomparsa del denario serrato verso gli ultimi anni della repubblica, in favore della progressiva comparsa dell’aureo che, da Cesare in poi, entrò definitivamente in circolazione nel sistema romano.”

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Il fatto che li apprezzassero maggiormente le popolazione barbariche potrebbe avvalorare la tesi di legionario "in quanto avevano una percentuale di rame inferiore" e quindi erano più puri. Se l'ipotesi degli studiosi fosse vera allora la percentuale di argento in questi denari era più alta (meno lega) ed inoltre erano più ricercati come forma e perchè no, erano più facilmente distinguibili dai suberati. Probabilmente i ragionamenti che hanno portato all'epoca a produrre tali denari dentati potrebbero essere stati molteplici e quindi più ipotesi potrebbero essere contemporaneamente valide. Sta di fatto che nel periodo post Spartaco la produzione di tale tipo di monete cessa, e credo che non cessi per una stabilità economica e politica romana in quanto i periodi storici successivi sono intensi di avvenimenti, ricchi di colpi di scena e di tensioni politiche (dalla guerra Mitridatica, alla conquista della Siria, alla congiura di Catilina fino al primo triumvirato e alle guerre galliche). Qundi il ragionamento che ha portato a non produrre più il denario dentato potrebbe essere differente e a noi ignoto.

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Se non ho capito male, per argento di prima coppellazione non si intende un argento più puro, ma al contrario un argento ancora parzialmente legato con gli altri elementi con cui si trova mescolato in natura (piombo etc.?), e quindi poco purificato. Normalmente l'argento sarebbe stato sottoposto a un lungo e complesso processo di estrazione del metallo fino dal minerale, detto appunto coppellazione; al termine di questo processo l'argento purificato sarebbe stato legato a una piccola percentuale di rame per migliorarne le proprietà meccaniche di resistenza. Ma in determinati periodi, secondo la nuova ipotesi, questo non sarebbe stato possibile viste le condizioni politiche ed economiche dominanti.

Mi viene solo un dubbio: se il criterio era l'urgenza, visto che la preparazione dei tondelli dentellati doveva essere piuttosto complesso, non si rischiava di perdere in questo procedimento il tempo che si guadagnava nella preparazione della lega? E' vero che il processo di coppellazione era talmente lungo e complesso che probabilmente il rapporto costi/benefici poteva ancora essere favorevole nonostante la difficoltà di approntare i tondelli. Oppure, per qualche ragione, si dovette utilizzare l'argento poco purificato e quindi, se l'ipotesi degli studiosi è esatta, la dentellatura non fu una scelta ma un obbligo per rendere i tondelli coniabili.

P. :)

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io ho capito il contrario. Vi chiedo ma la coppellazione non è un procedimento mediante il quale l'immissione di areia nel forno fà ossidare il piombo trasformandolo a litargirio, mentre l’argento rimane allo stato metallico?. Quindi l'argento puro viene isolato dal piombo. Se ciò fosse vero il procedimento di coppellazione isolerebbe l'argento puro. Potrei comunque sbagliare.

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Cito:

Coppellazione

Tecnica metallurgica di estrazione dell’argento dai minerali piombo-argentiferi (come le galene-PbS). Tale procedimento seguiva due diversi stadi.

I stadio. Consiste nella fusione del minerale ad elevata temperatura (950-1200°C) e in atmosfera riducente, affinché tutto l’argento passi nel piombo. Il risultato finale del primo processo è la scoria e il piombo argentifero.

II stadio. E’ la vera e propria coppellazione, mediante la quale si separa il piombo dall’argento per ossidazione. Il metallo prodotto era un associazione di vari elementi (oro, rame, zinco, antimonio, arsenico, bismuto); dunque esso veniva sottoposto ancora a fusione, in atmosfera ossidante. L’area introdotta all’interno della fornace assorbiva gli ossidi degli altri metalli, tranne l’argento e l’oro, che restavano isolati.

Il termine coppellazione deriva dalla coppella, ossia il crogiolo utilizzato comunemente per le operazioni appena descritte.

(dal Portale di Archeologia Medioevale dell'Università degli Studi di Siena)

Quindi, se per prima coppellazione si intende un processo che interessava solo il I stadio del processo sopra descritto, oppure la prima fase del II stadio ("Il metallo prodotto era un associazione di vari elementi") ci troveremmo con tondelli di argento a bassa purezza e con proprietà meccaniche scadenti (se ho interpretato bene). Proverò a chiedere chiarimenti direttamente alla professoressa Calabria ;)

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Bene mi sono chiarito grazie alla tua citazione precisa.

Quindi veniva eseguito solo il 1 stadio di coppelazzione e si risparmiava molto tempo, e si produceva più rapidamenti denari.............

Interessante.....molto interessante

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Quindi se effettivamente veniva utilizzato un argento impuro (più scadente) era tutto di guadagnato per le casse dello stato romano soprattutto nei periodi di emergenza sociale e monetaria (dove effettivamente si concentrano le emissioni di questi denari dentellati).

Che occorresse l’ulteriore lavorazione della serratura sul tondello per dargli maggiore robustezza all’atto della coniazione era di secondaria importanza visto che il costo della manodopera era quasi nullo.

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Non capisco allora perchè erano più accetti dalle popolazioni barbariche germaniche come Tacito ha riportato  essendo...più impuri.....

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Qui non mi stupirei se c'entrasse qualche fattore extra-economico ;)

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Per prima cosa vorrei ringraziare legionario per l'interessantissima segnalazione, concordo... l'ipotesi è molto convincente.

... visto che il costo della manodopera era quasi nullo.

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Quoto, questo è un aspetto da tenere bene in considerazione.

Non capisco allora perchè erano più accetti dalle popolazioni barbariche germaniche come Tacito ha riportato  essendo...più impuri.....

308916[/snapback]

Questa è solo un'ipotesi... probabilmente la più "bislacca di tutte".

Si fonda sull'interpretazione di un passo di Tacito: pecunia probant veteram ac diu notam serratos bigatosque (accettano monete antiche e note da molto tempo, i dentellati e i bigati). Il Catalli la giudica "discutibile" e non credo si possa dargli torto... aggiunge poi :"se ciò fosse vero, dovremmo avere una produzione di serrati molto maggiore e molto più continua di quella che abbiamo in realtà"...e condivido in pieno anche queste parole.

Pensando alla tesi segnalata da legionario mi frulla nella testa una cosa un po' intricata... alcune tipologie di denario emesse sotto Silla non sono dentellate pur essendo emissioni destinate al pagamento delle truppe, quindi presumibilmente coniate "di fretta e con urgenza"; altre invece sono i famosi serrati...

Le monete attribuite a zecche itineranti, coeve ad alcuni serrati, non sono dentellate... per battere tali monete, com'è risaputo, fu utilizzato il bottino proveniente dai saccheggi di Delfi, Olimpia ed Epidauro... quindi l'argento era di buona qualità. Il metallo buono non mancava ed era al seguito dell'esercito di Silla... altrove invece le cose andavano diversamente... mi pare che il discorso fili abbastanza.

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