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Animali nelle monete greche


siculogreco

Risposte migliori

Ritengo utile aprire questa nuova discussione, per parlare della presenza degli animali sulle monete greche (bovini, equini, serpenti, uccelli ecc..) e del significato simbolico a loro collegato, avrei piacere se vi fossero degli interventi degli utenti del forum, che con esempi anche pratici, potessero indicarci degli animali presenti nelle monete di loro conoscenza (magari con qualche foto) descrivendo il significato simbolico della loro presenza.

grazie per la vostra partecipazione

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Comioncio io... beh ne scelgo uno facile; ad esempio il delfino sulle monete di Taranto:

Taras (Τάρας in greco) era una figura della mitologia greca, figlio di Poseidone e della ninfa Satyria.Secondo la leggenda, la sua figura è fortemente legata alla città di Taranto, in quanto Taras fu il fondatore dell'antica colonia greca, nonché capitale della Magna Grecia omonima; mentre infatti compiva sacrifici per onorare suo padre Poseidone, gli apparve improvvisamente un delfino, che interpretò come segno di buon auspicio e di incoraggiamento per fondare una città.

Ancora oggi, un porto situato 15 Km a sud di Taranto è chiamato "Saturo", dal nome della prima città che Taras avrebbe fatto edificare dedicandola a sua madre Satyria o a sua moglie Satureia. Secondo la cronologia tradizionale, in quel luogo approdarono nel 706 a.C. i primi coloni provenienti da Sparta, gli stessi che sottrarranno anni dopo il territorio agli Iapigi, decretando l'ascesa e l'antico splendore della città di Taranto.

(tratto da wikipedia)

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il drago Pitone:

A Delfi, definito nell’antichità il centro del mondo, si trovava l’oracolo attraverso cui parlava ai mortali. Il luogo era quello in cui Apollo compì la sua prima impresa cioè quella di sconfiggere il drago Pitone., mostruoso ed immane drago che la la gelosia vendicativa di Era avrebbe aizzato conto Lattona quando apprese la nuova infedeltà di Zeus. Il drago, incaricato anche da Gea di proteggere l’oracolo di Temi, non dava mai tregua alla madre di Apollo e la terra, sempre per comando di era si rifiutava di darle ospitalità. Finalmente Lattona riuscì a partorire sull’isola di Delo ed Apollo uccise il drago Pitone trafiggendolo con le sue frecce ed impadronitosi dell’ oracolo di temi lo sostituì con un tripode a lui dedicato. Così nacque il tempio dell’oracolo di Delfi, Apollo prese il nome Pizio in ricordo di questa sua prima prodezza e la sua sacerdotessa, la Pizia, sedeva sul tripode di Apollo rivestito con la pelle del drago ed in stato di trance rispondeva alle domande che le venivano poste dai greci facendo previsioni che sempre si avveravano. Eracle durante la sua pazzia si recò all’oracolo per chiedere come guarire ma non ottenne il responso voluto dalla Pizia, infuriato allora saccheggiò il tempio rubando il tripode. Intervenne Apollo con l’intento di sopprimere Eracle ma Zeus vedendo che i suoi figli combattevano tra loro intervenne e li separò a suon di saette. Eracle ebbe il suo responso che gli permise di guarire dalla pazzia ed in cambio restituì il tripode

In allegato nomos di Krotone risalente al 420 a.C

D; Eracle seduto su pelle di leone

R: Tripode con Apollo mentre scaglia freccia a Pitone

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La capra :

La divinità suprema della nuova stirpe di dei fu Zeus. La madre Rea lo partorì sul monte Liceo, in Arcadia, un luogo dove si diceva non venissero proiettate le ombre. Subito la madre lo sottrasse con un inganno alle fauci del padre che già aveva divorato i suoi fratelli e lo nascose in una grotta del monte Ida, sull’isola di Creta. Li lo fece allevare dalle ninfe, Adrastea ( poi identificata dai greci con Nemesi) lo accudì amorevolmente nutrendolo con il miele ed il latte della capra Amaltea. Un suo corno rotto contro un albero ricevette in seguito il potere di riempirsi di tutto quello che potevano desiderare le ninfe che si erano amorevolmente prese cura di Zeus e la capra ebbe vita eterna nella costellazione del Capricorno. In questo periodo l’aquila divenne suo emblema ed il segnale della sua presenza, un suo compagno di giochi fu infatti trasformato nel più superbo degli uccelli dalla futura consorte Era nel timore che potesse divenire amante del suo futuro sposo

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La civetta:

Atena è la dea della guerra, del valore e della vittoria ma a differenza di Ares che è una divinità sanguinaria agisce e pretende dai suoi protetti azioni frutto di riflessioni, di fermezza e di carattere. Nell’Iliade Atena partecipa attivamente per i greci, trattiene Achille suo protetto dall’uccidere Agamennone, l’eroe è combattuto tra il desiderio della vendetta e il richiamo della ragione. Atena si precipita dall’Olimpo, calma Achille e lo induce alla ragione, è questa la caratteristica e la forza della dea, essere sempre presente dove ci sia una grande opera da compiere, ciò la distingue da Apollo e da Artemide che amano il distacco ma spesso si comportano in modo impulsivo. La chiarezza è una sua prerogativa, dagli occhi di civetta viene descritta in quanto è l’unico uccello dal grande occhio splendente azzurro e luminoso in cui si riassume tutta l’essenza di Atena, ed è proprio per questo che la civetta divenne l’animale sacro della dea.

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Pegaso

Quando Perseo mozzò il capo di Medusa, ella portava in grembo un eroe ed un cavallo alato, figli di Poseidone; Crisaore e Pegaso. Essi uscirono attraverso il collo dal corpo della madre decapitata. Da quel momento non si sa più nulla di Crisaore; si parla invece ancora del cavallo. Pegaso bevve dalla sorgente Pirene; così si chiamò la doppia sorgente di Corinto che zampillò in alto dalla roccia di Acrocorinto e in basso al principio della strada che conduuceva a Lecaione, porto del Golfo di Corinto, e al santuario di Poseidone. Nel nome Pegaso stesso è espressa la relazione con una sorgente sprizzante, pege.

La Ippocrene, "la sorgente del cavallo", sull'Elicona sarebbe sgorgata sotto il colpo del suo zoccolo, e così pure la Pirene.

Kerény, C. (1964) Gli dei e gli eroi della Grecia, Milano, Il Saggiatore, vol. II Gli eroi, p.85

Un'altro mito, del quale non ricordo la fonte, dice che i tuoni sono il rumore delle ruote del carro celeste e degli zoccoli di Pegaso.

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Modificato da okt
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il grifone: Tra realtà e mitologia

Il grifone era una creatura leggendaria con il corpo di leone alato e la testa d’aquila. Da sempre considerato simbolo di forza e di regalità aveva il compito di custodire le dimore degli dei con i loro tesori. Difficile collocare esattamente le origini di questo mito, le prime testimonianze archeologiche di questo mito ci provengono dall’ odierno Iran dove presso le rovine della città di Susa risalenti al 3500 a.C sono stati trovati dei bassorilievi con tali animali..

Questi favolosi animali non erano semplici prodotti della fantasia ma raffigurazioni di animali realmente vissuti in epoche remote, grazie a recenti ritrovamenti di tombe sciite nel permafrost del Kazakistan in cui compaiono rappresentazione dei grifoni e ritrovamenti di resti di animali preistorici si è potuto desumere che le antiche popolazioni Saka nei pressi dei monti Altai abbiano creato il mito dei grifoni in base ad antichi ritrovamenti dei resti di un dinosauro. Il Protoceratopo era un rettile quadrupede dal becco adunco vissuto 60 milioni di anni fa in quei territori, la sua lunghezza era di circa due metri ed i suoi resti appaiono a volte spontaneamente dopo temporali e dopo le forti tempeste di vento abituali nei territori anticamente abitati dai Saka. Probabilmente queste popolazioni trovati i resti di alcuni di questi dinosauri e non conoscendo nessun animale simile a cui abbinarli crearono un mito per spiegare l’incomprensibile.

Immagine: stetere di teos risalente al 510 a.C

D: grifone

R: quadrati incusi

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L'aquila

L'aquila riveste un ruolo molto importante nella storia della simbologia.

Per i greci era un simbolo di Zeus, colei che ne rispecchiava i valori fondamentali, e portava avanti e indietro la folgore che il dio adirato lanciava contro i suoi nemici. Ma l'aquila era coinvolta in storie d'amore oltre che di guerra (es.il mito di Ganimede, il giovinetto trioiano rapito da Zeus)

Inoltre gli antichi ritenevano che quest’uccello, partito dall’estremità del mondo, si fosse fermato sulla verticale dell’ omphalos di Delfi (zona considerata solare per eccellenza) per seguire poi la traiettoria del sole ,dal suo sorgere fino allo zenit, tragitto che avrebbe coinciso con l’estensione dell’asse del mondo.

Il fatto che simboleggiasse il padre degli dei fece sì che i romani la scegliessero come emblema fin dai tempi della repubblica.

L’identificazione dell’aquila con le supreme divinità è riscontrabile anche nelle antiche tradizione degli indiani d’America che nel corso delle loro danze rituali giungevano alla personificazione tra i danzatori e questo volatile, sia sotto il profilo spirituale sia in quello propriamente fisico.

immagine:decadramma di Agrigento 420-406 a.C. circa

Modificato da Arthas
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prima di tutto ringrazio quanti fino ad ora hanno voluto partecipare alla discussione con un loro contributo,

Il Gallo:

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L'animale rappresentato simbolicamente in area ionico asiatica, è presente frequentemente anche in ambito monetale italico e siciliano già a partire dal VI sec. a.C.

La sua immagine è da considerarsi disanimalizzata, così come frequentemente succede per gli animali che figurano sulle monete greche.

Connesso al culto di Giove ed Apollo, nonchè a quello di Mercurio ed Esculapio, si contrappone al serpente, che è un animale infido e velenoso e col suo morso porta alla morte e alle tenebre, mentre il gallo è solare e porta alla luce. E' emblema di coraggio e di forza in battaglia, rappresenta la vigilanza, ed il suo canto annuncia l'arrivo del giorno e sveglia gli uomini dal sonno preparandoli alla battaglia anche quotidiana.

La moneta allegata è una dracma di piede calcidese di 5,64g, ed è tratta dal catalogo della raccolta esposta all' "Antikenmuseum Basel" appartenuta al famoso collezionista e mecenate numismatico Athos Moretti, poi purtroppo dispersa dagli eredi in una memorabile vendita per Numismatica Ars Classica, a Zurigo auction 13- del 8 ottobre 1998

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Modificato da siculogreco
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DE GREGE EPICURI

IL POLIPO: nessuna leggenda o mito?

Su questo animale marino (POLIPOS=molti piedi; octopus=otto piedi) non sono riuscito a trovare nulla nei miei ricordi e nei miei manuali di mitologia. Eppure, lo si pesca (e pescava) con il tridente, o fiocina, strumento che non manca mai nelle rappresentazioni di Poseidone/Nettuno. Il polipo è rappresentato in una delle prima (o forse la prima) moneta bronzea di Siracusa; compare in poche altre monete, nell'Eubea e nelle Isole Egee (Coressa). Il tridente invece è comunissimo, sia a Siracusa che a Messina che in molte altre emissioni.

Sicuramente il polipo era un cibo comunissimo nell'antichità. I Cefalopodi, di cui fa parte, risalgono ad una fase antichissima della evoluzione delle specie animali, vengono molto prima dei pesci e più o meno sono antichi come le meduse, diversi milioni di anni. Pur avendo un sistema nervoso piuttosto semplice, il polipo ha meccanismi di difesa e sopravvivenza molto efficaci, fra cui l'adeguamento del colore all'ambiente, per cui è considerato (?) un essere...intelligente!

Oltre che sulle monete, è spesso rappresentato in opere artistiche dell'antichità, soprattutto vasi dipinti, ma anche affreschi in tombe, recipienti cesellati, ecc.

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Su questo animale marino (POLIPOS=molti piedi; octopus=otto piedi) non sono riuscito a trovare nulla nei miei ricordi e nei miei manuali di mitologia.

Mi sembra di ricordare che il polipo fosse una delle manifestazioni di Leucotea/Ino e anche Scilla, dopo la metamorfosi potrebbe essere un polpo...

Ma non ricordo le fonti, mi dispiace.

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Pegaso

Quando Perseo mozzò il capo di Medusa, ella portava in grembo un eroe ed un cavallo alato, figli di Poseidone; Crisaore e Pegaso. Essi uscirono attraverso il collo dal corpo della madre decapitata. Da  quel momento non si sa più nulla di Crisaore; si parla invece ancora del cavallo. Pegaso bevve dalla sorgente Pirene;  così si chiamò la doppia sorgente di  Corinto che zampillò in alto dalla roccia di Acrocorinto e in basso al principio della strada che conduuceva a Lecaione, porto del Golfo di Corinto, e al santuario di Poseidone. Nel nome Pegaso stesso è espressa la relazione con una sorgente sprizzante, pege.

La Ippocrene, "la sorgente del cavallo", sull'Elicona sarebbe sgorgata sotto il colpo del suo zoccolo, e così pure la Pirene.

Kerény, C. (1964) Gli dei e gli eroi della Grecia, Milano, Il Saggiatore, vol. II Gli eroi, p.85

Un'altro mito, del quale non ricordo la fonte, dice che i tuoni sono il rumore delle ruote del carro celeste e degli zoccoli di Pegaso.

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:) :) Ciao OKT, cosa significa il simbolo a forma di lente sotto Pegaso? é una lettera Greca? Scusate ma non conosco il Greco, mi fermo al Latino scolastico. Grazie

Giovanna :( :(

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Awards

:)  :) Ciao OKT, cosa significa il simbolo a forma di lente sotto Pegaso? é una lettera Greca? Scusate ma non conosco il Greco, mi fermo al Latino scolastico. Grazie

                                      Giovanna  :(  :(

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E' il koppa, lettera greca arcaica dal suono k, per K-òrinthos.

Monete con la stessa tipologia, di area corinzia, hanno diverse lettere identificative...

Ciao

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La TARTARUGA

compare nella monetazione dell'isola di Egina, Attica, primo stato della grecia europea a emettere moneta coniata. Nelle pagine qui sotto le monete del British museum con questo animale, ed un sito che descrive la monetazione di Egina.

http://www.snible.org/coins/hn/aegina.html

www.snible.org/coins/bmc/attica/XXIII.jpg

http://www.snible.org/coins/bmc/attica/XXIV.jpg

Gli stateri di Aegina sono di due tipologie: del primo tipo (tartaruga marina, coniato tra il 550 e il 450 a.C. circa) e del secondo (testuggine, coniato per i successivi 100 anni circa).

giampy

Modificato da giampy
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Staff

L'Ariete

In ambito mitologico emerge la figura dell’ariete dal manto d’oro, riconducibile prima alle vicende di Frisso ed Elle (qui in un'emissione di Halos), poi a quelle degli Argonauti.

Zeus tramutò in costellazione questo animale e la poca lucentezza dei suoi astri è causata proprio dal suo vello rimasto sulla terra.

Il candore o l’aureo colore del suo manto, nonché le corna, antico simbolo divino e solare, fanno entrare questa figura nel circolo degli animali cari ad Apollo. Presso i Dori si adorava quell' Apollo che Pindaro chiama Karneios (esempi di emissioni). Sotto forma di ariete il dio rappresentava il consigliere dei pastori ed il protettore delle greggi, le salvava dall' epizoozia (malattia infettiva) e dalle belve.

E’ poi da segnalare che, sempre nella Grecia antica, questo animale era associato anche ad un’altra divinità chiamata Hermes “crioforo” o Hermes “portatore dell' ariete” (dal greco kriòs). A Tanagra, in Beozia (qui un'emissione perfetta), si salutava quale salvatore di greggi dall'epizoozia questo dio che, prendendo sulle sue spalle un ariete, lo avrebbe condotto intorno alla città in un rito che avrebbe allontanato il flagello (le similitudini con il il buon pastore cristiano non sono poche ;) ).

Troas, Neandria

Lesbos, Mytilene

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Staff

Lo scorpione

Lo scorpione è presente nella mitologia greca in quanto usato come strumento di vendetta da Artemide. Offesa da Orione, che voleva distruggere tutti gli animali del creato, mandò come punizione un grande scorpione che punse mortalmente il malcapitato al tallone. Artemide, riconoscente, trasformò lo scorpione in una costellazione e poichè anche Orione aveva subito la stessa sorte, da allora e per sempre la costellazione d'Orione è costretta a sfuggire a quella dello Scorpione.

Questo è più che altro "un simpatico aneddoto".

Asia Minor, Uncertain mint

Ionia, Milet

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Il serpente

Animale associato alla dea greca Igea (per i romani Valetudo o Salus) e a suo padre Asclepio (l’Esculapio romano). Il culto di tali divinità era spesso strettamente associato, al fine di tutelare l'intero stato di salute dell'individuo: Igea veniva invocata per prevenire malattie e danni fisici, Asclepio per la cura delle malattie e il ristabilimento della salute persa.

Per comprendere veramente il ruolo del serpente in ambito “medico” va analizzata la simbologia del caduceo, bastone sacro con due serpenti attorcigliati, proprio sia di Hermes che di Esculapio. La sua iconografia deriverebbe da un antico metodo, ancora valido, di estrazione dai tessuti sottocutanei, per arrotolamento su un bastoncino, della femmina adulta di Dracunculus Medinensis (verme rotondo endoparassita diffuso in molte regioni rurali dell'Africa e del Medio Oriente); l'operazione, che poteva durare giorni, doveva essere eseguita da medici molto esperti affinché il verme non si rompesse durante l'estrazione. Se succedeva, il verme moriva nel tessuto sottocutaneo e non si poteva più estrarre. Il nome Dracunculus in latino significa “piccolo drago” e da qui scaturisce l’analogia col serpente.

Epidauros 1

Epidauros 2

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Il Granchio:

Il granchio, è un animale che appare frequentemente nella monetazione greca soprattutto di Agrigento, la sua natura simboleggia la conservazione della vita.

E' un simbolo legato al mare ed all'acqua e la sua immagine richiama immediatamente il principio di difesa, di un popolo e di un esercito forte come la sua corazza.

L'immagine monetale è tratta dalla tav. XII della vendita NAC 13.

E' un tetradrammo coniato ad Agrigento circa il 460-450 a.C. di gr. 16,94,

sotto il granchio vi è un ornamento floreale.

Riferimenti di cataloghi: SNG Lockett 696. Rizzo tav. 1, 7.

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La TARTARUGA

compare nella monetazione dell'isola di Egina, Attica, primo stato della grecia europea a emettere moneta coniata. Nelle pagine qui sotto le monete del British museum con questo animale, ed un sito che descrive la monetazione di Egina.

http://www.snible.org/coins/hn/aegina.html

www.snible.org/coins/bmc/attica/XXIII.jpg

http://www.snible.org/coins/bmc/attica/XXIV.jpg

Gli stateri di Aegina sono di due tipologie: del primo tipo (tartaruga marina, coniato tra il 550 e il 450 a.C. circa) e del secondo (testuggine, coniato per i successivi 100 anni circa).

giampy

Hola,

supongo que la discusión gira entorno a la figura de animales vivos. No obstante, no he podido dejar de dar mi pequeña "contribución" al leer el apartado referente a la figura de la tortuga (ejemplo las monedas de Egina).

En este sentido, podríamos señalar la importancia de la representación de una parte significativa de un animal como el caparazón de la tortuga en relación con la invención de un instrumento musical como la lira denominada más concretamente "chelys". Fue Hermes quien utilizó esta parte del animal para que sirviera como caja de resonancia de un nuevo instrumento de cuerda. En infinidad de acuñaciones griegas, aparece representado el caparazón de la tortuga como elemento siginficativo y característico del instrumento inventado por Hermes.

Si os interesa el tema y necesitais imágenes de monedas, estaré muy complacido de ayudaros.

Un saludo, Fernando.

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Il cigno

Il rovescio di questa moneta mi ha sempre ammaliato :wub: .

Una didracma di Kamarina (415 – 405 a.C.)

La moneta si trova allo Staatliches Münzkabinett di Berlino (la foto è tratta dal libro Die Griechische Münze di Franke-Hirmer) ed è stata ripresa dal Rizzo tavola VIII n. 5.

Dal Rizzo: pag. 98

Al D/ busto con testa giovanile di tre quarti a s. (la divinità fluviale Hipparis).; dai folti capelli ondulati, in mezzo ai quali, sulla fronte, sorgono due piccole corna; ai lati, due pesci capovolti; sul collo, in lettere minutissime, la firma dell’incisore EYAI (Euainetos); cerchio di onde stilizzate.

Al R/ Figura muliebre sul cigno; un pesce sotto le onde, un altro sotto le ali del cigno. Attorno KAMAPINA

Devo chiedere però il vostro aiuto sul perché della presenza del cigno sulla monete.

L’unica notizia che ho trovato è che il cigno simboleggiava il lago, presso il quale sorse la città.

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Il cigno

Devo chiedere però il vostro aiuto sul perché della presenza del cigno sulla monete.

L’unica notizia che ho trovato è che il cigno simboleggiava il lago, presso il quale sorse la città.

...vedesi un cigno tipo anche proprio delle medaglie di Camarina ove o solo comparisce o presso ad una donna che fu perciò già tenuta per Leda e dall' Eckhel con maggior erudizione invece spiegata per una Nemesi.

Avellino, F.M. (1859) Museo Borbonico vol. XII, a cura di Antonio Niccolini, Napoli p. 57

Camarina adorava inoltre la ninfa del lago omonimo, che aveva per simbolo il cigno.

Holm, A. (1896) Storia della Sicilia nell'antichità, Torino 1896-1901 (rist. anast. Bologna 1965), p. 350

Per il Rizzo (non so dove) è invece la rappresentazione dell'aura velificans, attributo proprio delle divinità o degli eroi.

Un'immagine dell'aura velificans dell'Ara Pacis: aura velificans

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Il granchio, è un animale che appare frequentemente nella monetazione greca soprattutto di Agrigento, la sua natura simboleggia la conservazione della vita.

E' un simbolo legato al mare ed all'acqua e la sua immagine richiama immediatamente il principio di difesa, di un popolo e di un esercito forte come la sua corazza.

L'immagine monetale è tratta dalla tav. XII della vendita NAC 13.

E' un tetradrammo coniato ad Agrigento circa il 460-450 a.C. di gr. 16,94,

sotto il granchio vi è un ornamento floreale.

Riferimenti di cataloghi: SNG Lockett 696. Rizzo tav. 1, 7.

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Ecco un altro granchio su un raro bronzo di Motya (non riportato sul Calciati)

I granchio figura anche su delle emissioni che alcuni attribuiscono, erroneamente, all'isola Lampedusa, ma che piu' probabilmente appartengono alle isole del canale di Sicilia, come Motya oppure Gozo e Malta.

numa numa

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Questo e' invece un bronzo sicuramente attribuibile alla zecca di Lopadousa, grazie all'etnico, che riporta il tipo del tonno, principale fonte di sostentamento dell'isola. La pesca e il trattamento del tonno erano un'industria particolarmente fiorente in Sicilia, come dimostra questa raffigurazione su uno splendido cratere

in mostra al museo Mandralisca di Cefalu'

numa numa

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