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IGNORED

monete circolanti e monete commemorative


Risposte migliori

Inviato

Ciao Cesare Augusto.

Intanto scusami se, nel rispondere, anzichè darTi del Lei utilizzo il "Tu", ma mi pare più adatta in questa sede l'informalità.

Naturalmente, Ti prego di adottare anche Tu la stessa informalità nei miei confronti.

Fra l'altro, se Ti rivolgi ad un bizerba62 qualsiasi dandogli del "Lei", io dovrei rivolgermi a Cesare Augusto come minimo utilizzando il "Voi"......... B)

So che la tesi "formalista", secondo cui è moneta (o anche cartamoneta) solo ciò che è indicato nel provvedimento dell'Autorità, non incontra molte simpatie ed ha certamente i suoi limiti se ci allontaniamo a ritroso nel tempo fino a perdere le tracce dei riferimenti normativi.

Come infatti precisavo nell'altro intervento, questa tesi può sostenersi con sufficiente fondamento per i periodi storici dei quali abbiamo riscontri documentali concernenti le emissioni monetali.

Più in là si va e più la tesi vacilla, perchè si arriva ad un punto in cui ci sono le monete ma non ci sono magari le fonti documentali che ne prevedevano le coniazioni.

E oltre quella soglia non mi cimento e faccio come i compilatori di quelle cartine geografiche medioevali che ignorando cosa ci fosse oltre lo stretto di Gibilterra riportavano sulle mappe la famosa frase "hic sunt leones".

Ti dirò che in origine è probabile che la pensassi come Te e cioè che la moneta doveva, quasi per definizione, aver circolato e che una moneta che mai era stata immessa nel flusso dei commerci non si poteva definire tale.

Ma ben presto ho fatto come fanno molti politici italiani e cioè ho cambiato idea.

Quando ho acquistato il mio primo catalogo/prezziario del Regno d'Italia (circa 5 anni fa) ho avuto i primi dubbi; ma come, mi sono detto, com'è che fra la monetazione di V.E. III vengono ricomprese anche "medaglie" che non hanno mai circolato e che venivano persino vendute, all'epoca della loro emissione, a prezzi molti più alti del facciale?

Poi ho notato però che quelle "medaglie" erano state coniate sulla base di Regii decreti e non erano quindi delle emissioni private ma delle vere e proprie monete.

Il colpo di grazia che mi ha fatto convertire definitvamente alla scuola "formalista" mi è stato però inferto (senza, naturalmente, che Lui ne sapesse nulla) da uno dei più importanti studiosi viventi di numismatica italiani e cioè dal Dott. Traina, del quale mi dichiaro un modesto ma devoto lettore.

Preciso subito che da ciò che egli ha spesso scritto, ho potuto facilmente desumere che sia piuttosto ostile a tutte le produzioni commemorative in fs le quali, pur con la consueta diplomazia (...... :D.......), egli non reputa monete.

Tuttavia, qualche tempo fa su C.N. si discuteva delle famigerate 100 lire in oro del 1940 prendendo spunto da un ottimo articolo del "nostro" elledi (che se legge queste righe, credo potrà confermare la vicenda).

Ebbene, contrariamente a quello che mi sarei aspettato, il mio Maestro sosteneva che l'ultima moneta d'oro di V.E. III era rappresentata proprio dalle 100 lire del 1940 sul presupposto (qui ne riporto uno solo perchè altrimenti andiamo per le lunghe) che se così non fosse, giammai il Re numismatico avrebbe riposto tale moneta nella sua collezione.

A nulla valsero a convincere del contrario il Dott. Traina, le stringenti e obbiettive considerazioni svolte da elledi, che andavano dalla mancanza assoluta di riferimenti a decreti di emittenza, all'assenza delle due copie della moneta presso il museo della zecca e ad altre "cose" che chi ha letto quell'articolo ricorderà certamente.

Ebbene, dopo quella lettura ho tirato le mie conclusioni: ma come: il Maestro mi insegna che le commemorative proof non sono monete eppoi sostiene invece che un tondello coniato abusivamente in zecca, forse in non più di 4 esemplari, privo di qualsivoglia supporto normativo, di cui nulla o quasi nulla si sa, costituisce l'ultima coniazione aurea di V.E.III?

Nossignori....non ci sto.

Da questo momento considererò monete solo quelle la cui coniazioni è stabilita da un apposito decreto che conferisce loro corso legale. Che poi circolino o che non circolino è un aspetto secondario che non incide sulla loro "essenza" di monete (o di cartamonete).

Caro Cesare Augusto, adesso hai capito perchè sono diventato "formalista? Tutta colpa di Traina............................... :rolleyes:

Rispondo adesso alla Tua domanda:

"Le offro uno spunto di riflessione: la moneta corrente serve anche per acquistare la: “Confezione per Numismatici” ritiene che la moneta contenuta nella confezione possa essere utilizzata, sic et simpliciter, per acquistare i beni che si trovano normalmente in commercio: “biretta” compresa ? E se “si” a quale valore? Quello nominale ? Non crede che il bene in oggetto: La moneta in confezione per numismatici, faccia parte di un altro circuito; un sottinsieme diverso da ciò che è oggetto di studio per la Numismatica ?"

Coerentemente (spero) con quello che ho appena sostenuto, Ti rispondo dicendo che la domanda pone un "falso" problema.

Le monete commemorative (attuali) hanno corso legale solo nel nostro Stato ed in via puramente teorica, potrebbero essere anche spese (pure per comprare la birretta...) ed il venditore non può rifiutarsi di accettarle.

Il valore per cui è dato il corso legale è certamente quello nominale e dunque difficilmente si userà una commemorativa d'argento da 10 euro (pagata magari 50) per pagare la famosa birretta.

E' dunque altamente probabile che quella moneta non sarà mai spesa ma ciò non toglie che essa sia una moneta ad ogni effetto di legge e non una medaglia o un gettone o una tessera, un miniassegno ecc. ecc.

Nè più e nè meno di un fascione, di un fascetto di una vetta d'Italia ecc, tutte monete che, stranamente, nessun compilatore di cataloghi si sognerebbe neppure lontanamente di non riportare fra le emissioni ufficiali di V.E. III.

Saluti.

Michele


Inviato

La moneta nel tempo non è stata solo mezzo per la compravendita.

Le sono state assegnate altre funzioni ed è anche "fatto di costume".

Sia essa un multiplo in oro, fatto coniare dal principe come prestigioso, dovuto omaggio all'autorità imperiale, sia essa la commemorativa coniata a scopo puramente speculativo.

E appunto troveremo monete per la circolazione, monete commemorative, monete di ostentazione, monete di prova, monete non emesse... non semplicemente "monete". :)


Inviato (modificato)

Ciao orlando10.

"La moneta nel tempo non è stata solo mezzo per la compravendita."

Affermazione esatta e condivisibile.

Le cose che ho scritto in precedenza si riferiscono però al concetto "contemporaneo" di moneta che, per quello che sostenevo, non vedo come possa essere disgiunto dall'impostazione "formale" del ragionamento.

Se posso ulteriormente precisare cosa intendo per "nozione formale di moneta", vorrei aggiungere che faccio riferimento a quell'insieme di tondelli metallici (ma ciò vale anche per la cartamoneta) aventi corso legale ed emessi in forza di un provvedimento dell'Autorità che i cittadini soggetti a quella Autorità non possono rifiutarsi di accettare (*) e che, sempre secondo la legge di quella Autorità, hanno la peculiarità di estinguere le obbligazioni pecuniarie (**).

(*) Art. 693 C.P. Rifiuto di monete aventi corso legale.

Chiunque rifiuta di ricevere, per il loro valore, monete [c.p. 458] aventi corso legale nello Stato, è punito con la sanzione amministrativa fino a euro 30

(**) Art. 1277 C.C. Debito di somma di danaro.

I debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello Stato al tempo del pagamento e per il suo valore nominale. Se la somma dovuta era determinata in una moneta che non ha più corso legale al tempo del pagamento, questo deve farsi in moneta legale ragguagliata per valore alla prima.

Per fare un esempio concreto, i gettoni telefonici o i miniassegni degli anni '70 non erano monete (nel senso che ho sopra indicato) perchè chiunque avrebbe potuto legittimamente rifiutarsi di accettarli in pagamento di un bene o come resto ad un pagamento effettuato in moneta legale.

Nessuno invece può rifiutarsi di accettare in pagamento le monete e le banconote aventi corso legale (che sono quelle e solo quelle indicate dalle norme dello Stato), pena la commissione (attualmente) di un illecito amministrativo (fino al 1981 era invece un reato contravvenzionale).

Gli altri "usi" della moneta (fatto di costume, omaggio di prestigio all'ospite di riguardo, ostentazione ecc.) non potrebbero trovare ingresso in un sistema "normato" come quello contemporaneo (salvo forse deroghe, però specificamente stabilite con altre norme), mentre potevano perfettamente coesistere laddove la coniazione monetale era rimessa alla discrezionalità del principe o del signorotto di turno, che poteva modificare a piacimento (e all'insaputa dei sudditi) l'intrinseco della moneta o, anche, coniare monete false, suberate ecc.

Saluti.

Michele

Modificato da bizerba62

Inviato (modificato)

Per la cronaca, e sempre che interessi, informo che con recentissima sentenza nr. 26617 del 18.12.2007, la Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito che:

"Nelle obbligazioni pecuniarie, il cui importo sia inferiore a 12.500 euro o per i quali non è imposta una diversa modalità di pagamento, il debitore può pagare mediante moneta avente corso legale nello Stato o mediante assegno circolare; nel primo caso il creditore non può rifiutare il pagamento, come invece, può nel secondo motivo da valutare secondo le regole di correttezza e buona fede.

L’estinzione dell’obbligazione con l’effetto liberatorio del creditore si verifica nel primo caso con la consegna della moneta e nel secondo quando il creditore acquista concretamente la disponibilità giuridica della somma di denaro, ricadendo sul debitore il rischio della inconvertibilità dell’assegno."

Saluti

Michele

Modificato da bizerba62

Inviato

Ciao bizerba62,

sono d'accordo con i tuoi interventi.

Le cose che ho scritto in precedenza si riferiscono però al concetto "contemporaneo" di moneta che, per quello che sostenevo, non vedo come possa essere disgiunto dall'impostazione "formale" del ragionamento.

310509[/snapback]

La moneta commemorativa è moneta a corso legale in quanto "normata". Questo basta a definirla "moneta".

Ho poi aggiunto che la parola "moneta" è del tutto associabile, a mio avviso, anche a quanto non destinato alla circolazione (e la moneta commemorativa non lo è, anche se a corso legale), purché un'autorità la abbia concepita come tale, proprio perché il suo fine non è esclusivamente quello della circolazione stessa.

Per entrambi questi motivi, formali e storici, nonostante il fine commemorativo-speculatorio, continuerei ad usare il nome di "moneta commemorativa" (o volendo "moneta speculatoria").

Che poi certe emissioni suscitino nello studioso o nel collezionista sentimenti di sdegno mi sembra pure comprensibile.


Inviato

Ciao orlando10.

"Ho poi aggiunto che la parola "moneta" è del tutto associabile, a mio avviso, anche a quanto non destinato alla circolazione (e la moneta commemorativa non lo è, anche se a corso legale), purché un'autorità la abbia concepita come tale, proprio perché il suo fine non è esclusivamente quello della circolazione stessa."

Eccoci qua, allora siamo perfettamente d'accordo.

Sulla questione delle "monete speculative", credo che si dovrebbe avere l'onestà di ammettere che almeno verso alcune di esse - e mi riferisco non tanto alle attuali, ma a quelle del passato - sono molti i collezionisti che le denigrano in pubblico ma che (passami la metafora) le sognano di notte.

E che dire poi di quelle monete in metallo prezioso che, pur essendo formalmente destinate alla circolazione, in realtà non hanno mai circolato nelle tasche della gente, vuoi perchè coniate in pochissimi esemplari, vuoi perchè tesaurizzate all'istante dai pochi notabili dell'epoca che ne entrarono in possesso.

Non si dovrebbero trattare anch'esse come una sorta di "moneta commemorativa", dal momento che non hanno mai avuto un'effettiva circolazione fra la gente?

Le 50 lire 1833 per Genova di Carlo Alberto, battute in 92 pezzi, le vogliamo considerare realisticamente come destinate alla circolazione ordinaria?

O forse le 100 lire 1844 per Torino dello stesso Sovrano, coniate in 91 pezzi, in quante tasche saranno passate e quante volte saranno state utilizzate nelle transazioni di tutti i giorni dalla gente comune?

E' molto probabile che "circolino" di più (almeno come "oggetto" di transazioni) le attuali commemorative di quanto abbiano all'epoca circolato alcuni aurei degli antichi Stati.

Cionondimeno, nessuno si sognerebbe mai di considerarare delle "non monete" quei pochi esemplari aurei che, quasi sicuramente, sono rimasti fin dal primo giorno della loro emissione a giacere in qualche forziere, per poi finire in un crogiolo o nella casse di una potenza straniera per il pagamento delle spese militari.

Non parliamo poi delle "medaglie" di V.E.III: si faccia avanti chi non vorrebbe possedere una "vetta d'Italia" o le 100 lire "aratrice" del 1910 (2013 esemplari coniati).

Qualche vostro avo pagò mai il ristorante con una moneta da 100 lire del 1936 XIV, battuta in 812 esemplari?

Eppoi, in definitiva, spiegatemi concretamente, che differenze sostanziali ci sarebbero fra queste monete e le nostre attuali "commemorative" auree?

Saluti.

Michele


Inviato

Parlo per me e per la scelta che ho fatto non più tardi di un anno fa: collezionare monete contemporanee, in metallo prezioso, commemorative, in edizione numerata e limitata.

Questa scelta risponde ad una serie molteplice di considerazioni, di cui qui elenco quelle principali.

1. Posso collezionare qualcosa d'artistico. Le tecniche di coniazione sviluppate in questi ultimi anni hanno consentito alle monete di divenire molto simili a piccoli bassorilievi, ossia a vere e proprie piccole opere d'arte; tant'è che cerco sempre d'informarmi su chi ne sia l'autore.

2. Il mercato di questo tipo di monete è ancora piccolo e poco sviluppato. Questo consente di acquistare a prezzi ragionevoli dei pezzi che, a mio parere, aumenteranno considerevolmente di prezzo in futuro, nel momento in cui verranno riconosciute come un campo specifico d'opera d'arte (si può fare un paragone con le fotografie artistiche, che sono cresciute di prezzo notevolmente negli ultimi anni, e che non hanno ancora però raggiunto il grande pubblico. Televendite di quadri e sculture sono in TV a ogni piè sospinto, ma televendite di fotografie non ancora, anche gli autori principali stanno già da anni nei musei…).

3. I metalli preziosi sono probabilmente a loro volta relativamente sottovalutati (o, almeno, lo erano molto l'anno scorso). Anche in questo caso collezionarli consente di fare un investimento sul valore intrinseco del bene, in un momento di mercato favorevole, con l'obiettivo di costituire una collezione che un domani potrebbe risultare ben più costosa sia da allestire sia da mantenere.

La questione di una moneta destinata/non destinata alla circolazione, in quest'ottica, ha poca ragione d'essere. Una moneta non destinata a circolare che invece fosse circolata diverrebbe come una fotografia artistica con troppe ditate sopra, rovinata dalla troppa esposizione al sole.

I disegni originali di Michelangelo non sono certo esposti alle intemperie, nemmeno a quelle dei fotoni!

Nel momento in cui una moneta viene tolta dalla circolazione e messa in un contenitore per salvaguardarne e cristallizzarne la qualità, si sta semplicemente facendo la stessa operazione che chi colleziona le monete non destinate alla circolazione fa alla nascita della moneta.


Inviato

Ciao PiVi1962.

Sarà forse il comune anno di nascita (1962?), ma condivido le motivazioni della Tua scelta collezionistica.

Anch'io sto allestendo, non senza sacrifici, la raccolta degli aurei repubblicani (se non altro partono fortunatamente dal 1993......) e però, quando decisi di intraprendere questa strada, avevo fatto un'ulteriore riflessione, oltre a quelle, giuste e sensate, che riportavi nel Tuo intervento.

Mi domandavo, infatti, quale fosse il motivo per cui le monete d'oro di V.E. III, pressochè mai circolate e dunque, secondo una certa scuola di pensiero collezionistica, prive o quasi di vero significato numismatico, fossero in realtà ricercatissime dal mercato e riscuotessero unanime consenso commerciale.

A questa domanda trovai la seguente risposta:

le auree di V.E. III sono innanzitutto stupende opere d'arte e come tali sono piacevoli da raccogliere.

Sono inoltre disponibili in limitati quantitativi.

Guarda caso, come le attuali commemorative auree.

E ancora, mi domandavo se, fatti i debiti paragoni temporali, anche le odierne commemorative auree potranno un domani (più o meno vicino...) incontrare lo stesso appeal collezionistico.

A questa domanda, anche per le cose che scrivevo in precedenza e cioè che non intravedo una differenza sostanziale fra le auree di V.E. III e le "nostre" commemorative d'oro, ho creduto di trovare una risposta nella quasi perfetta similarità delle suddette emissioni.

Saluti.

Michele


Inviato

Buonasera al “Forum” mentre mi rivolgo in particolare al Sig. “Simone 79” ed all’Avv. Michele che per un attimo ha abbandonato il “Formalismo” dei codici e…Dammi pure del “Tu” Michele, per mia parte cercherò di fare la stessa cosa, d’altro canto l’educazione ricevuta, non sono più giovanissimo, ha lasciato in me tracce indelebili.

Per quanto riguarda il “Cesare Augusto”, in un Forum dove tutti o quasi sono: Cittadini Nobili; Baroni; Conti e Marchesi, presentarmi come “Uomo qualunque” mi pareva offensivo, irriguardoso… un “Cesare Augusto” m’è sembrato più consono, più rispettoso, nei confronti del “Forum” anche se, debbo ammetterlo, un pochino presuntuoso; ma tant’è almeno “l’Ottaviano” ve l’ho risparmiato.

Povero Traina, tra le altre contestazioni anche la colpa di averti fatto diventare formalista … Quoque tu…

Caro Michele mi sembra chiaro il fatto che non condivido pienamente le tue tesi, sembra assodato, per esempio, che le prime monete indiane “ Punch – Marked coin” non portassero il marchio dell’Autorità costituita bensì i segni riconoscitivi dei commercianti che, uniformandosi a quanto già avveniva nell’Asia Minore, in Persia e nella Grecia utilizzavano questi oggetti per le transazioni commerciali e solo successivamente l’Autorità impose il suo “Imprimatur” ritengo invece che sia più logico pensare ad una “consecuzio” in cui faccia da padrona una linea che accomuni nell’uso la monetazione circolante con appendici laterali in cui si pongano le monete ossidionali e quelle, come giustamente annovera il Sig. Orlando 10, di costume, di ostentazione e per i numismatici… Magari Re ed Imperatori si fossero limitati alla sola pratica di emettere monete: preziose e rare !

Detto questo a me sembra che il Sig. Simone,che pure ha promosso questa tavola rotonda, dalle argomentazioni dei partecipanti possa aver maturato un idea più precisa di ciò che è oggetto, nell’immaginario collettivo, di una raccolta numismatica con la speranza che ciascuno di noi sia uscito arricchito dallo scambio di idee, sarebbe triste pensare che… alla fine della pantomima… fossimo rimasti uguali a prima.

Passo e Chiudo; un saluto ed un arrivederci a tutti: Cesare Augusto


Inviato (modificato)

Buon giorno a tutti.

Ciao Cesare Augusto.

Sono felice che Ti sia "convertito" al Tu e sono certo (visto che anch'io sono stato educato "all'antica") che per rispettare l'interlocutore occorrano ben altri comportamenti che non il semplice utilizzo dell'asettica formula del "Lei".

Anzi, da alcune recenti discussioni in questo forum, la mia impressione è che il "Lei" lo si adoperi proprio quando la conversazione sta per prendere.......una brutta piega.

Ma questo non sarà certamente mai il nostro caso.

Tornando all'argomento trattato, confesso che fino al Tuo intervento nr. 23, nel quale davi conto della ricerca dell'Associazione francese che portava ad escludere dalla monetazione degli Stati un certo numero di nummi, pensavo che la discussione introdotta da Simone79 riguardasse il solito tema (a dire il vero un tantino "usurato") del collezionismo del FDC.

Tantochè, le prime repliche degli intervenuti erano appunto dirette a rilevare come, in buona sostanza, ciascuno debba e possa collezionare ciò che più gli piace, senza preoccuparsi più di tanto se sia il FDC, le scatolette, i cofanetti, il BB ecc.

Poi, però, sei intervenuto Tu, citando la ricerca francese e riportando la seguente affermazione:

"Quanto sopra mi rafforza nella convinzione che non si possono considerare monete le emissioni: “Imprigionate” in bellissime “Gabbie d’oro” in condizione di “Fondo Specchio” o quanto meno “ Fior di Conio” pagate ad un prezzo esorbitante, rispetto al nominale".

Ed è a questo punto che ho sentito "il bisogno" di intervenire in quanto, come avrai ormai capito, non concordo assolutamente su tale affermazione.

Le motivazioni per cui sono in disaccordo le ho già esplicitate; potrei aggiungere che il bisogno di individuare una definizione "esatta" di moneta, per chi come me si occupa di monetazione degli ultimi due secoli, discende non solo dalla "polemicuccia" con il Dott. Traina sulle 100 lire del 1940 (il Maestro resta comunque il massimo divulgatore numismatico di questi anni ed un referente di altissimo profilo scientifico).

La convinzione riposa anche su altre riflessioni; mi è capitato, ad esempio, di trovare sulla rete "monete" attribuite a Umberto II (persino un "grottesco" 20 lire in argento del 1946 sigillato come tale da un noto perito), "monete" (cedute come tali) con il ritratto del Duce e denominate in lire, monete-prova in euro della papuasia.

E' per questo insieme di cose che ho sentito l'esigenza di trovare una nozione formale di moneta, ed anche perchè ritengo che le emissioni monetarie di una Stato siano una cosa seria e non debbano con esse mischiarsi produzioni, magari anche artisticamente valide, ma non provenienti dall'Autorità che ha il potere esclusivo di coniarle.

Posso invece concordare con Te quando fai riferimento ad una "consecutio" fra la monetazione effettivamente circolante e quella legale.

Per la verità, questo fenomeno è molto meno evidente negli ultimi due secoli; mi viene in mente ciò che capitò nei territori della California durante gli anni della "corsa all'oro", in cui circolavano monete d'oro coniate da Banche o da officine private autorizzate all'emissione dall'Autorità monetaria centrale.

Probabilmente quel fenomeno è direttamente correlato alla concezione della moneta legale come "intinseco".

Fino a quando, infatti, la valore della moneta era direttamente proporzionale al quantitativo di metallo contenuto, potevano concepirsi anche succedanei di essa, purchè appunto dotati delle stesse caratteristiche dei conii "legali" ed emessi da un ente che ne garantisse tali caratteristiche, sotto il controllo dell'Autorità monetaria.

Un esempio di quanto dico, ancorchè relativo a conii mai circolati, si può rinvenire anche sotto il Regno di V.E. III; mi riferisco alle cosiddette "medaglie monete" emesse a favore della C.R.I. (emissioni con millesimi dal 1914 al 1918) che, avendo le stesse caratteristiche ponderali e metalliche dei conii ufficiali dell'epoca da lire 50, lire 2 e centesimi 10, vengono equparate ad essi pur non recando (salvo la moneta-medaglia da 10 cent. del '14) alcun valore facciale.

Con l'introduzione della moneta "fiduciaria" e l'inconvertibilità della stessa con metalli pregiati (argento e oro), la situazione muta radicalmente, in quanto la moneta legale non vale più in ragione del suo intrinseco ma in forza di una "convenzione" fra l'autorità emittente e i cittadini.

Siamo al "corso forzoso" (ahimè).

E' questo passaggio, verosimilmente, che attribuisce alla monete quel significato "formale" a cui facevo riferimento negli altri interventi e che si abbina inscindibilmente all'altro concetto formale rappresentato dal "corso legale", a cui i codici e la legge danno risalto.

Da questo momento mi pare che la moneta diventa solo "forma", con buona pace della "sostanza" (e dei "sostanzialisti"....... :) ).

Saluti.

Michele

Modificato da bizerba62

Inviato

OK Michele, buon giorno a te ed a tutto il forum sono sostanzialmente daccordo; le emissioni strane non vanno prese neppure in considerazione; il mio invito è ad uscire dai due secoli appena trascorsi... la moneta è antica di oltre 2500 anni; anzi, l'avevo dato quasi come una provocazione; ma più ci penso, più mi piace e mi sono accorto che anche ad altri piace: perchè non scegliere una moneta rappresentativa del secolo? Dal 5° A.Ch. ad ora... hai voglia di pedalare! ho già proposto al "Top" uno schema che comprende la metrologia, in cui la moneta si pone ed ovviamente il decursus storico; non so come sia posiibile, forse attraverso il moderatore che autorizzo sin da ora ad inviarti la mia email, se posso avere la tua ti invierò quanto già comunicato a Reficul... "an vedi mai" ti piaccia

A presto: Cesare Augusto


Inviato

Buon giorno a tutti, ciao Cesare Augusto.

"an vedi mai" ti piaccia".

Mi sembra un'iniziativa interessante (ma non se ne parlava già in un'altra discussione?).

Per quanto attiene il mio ambito di studio, l'unica ragione per la quale mi sono "limitato" (si fa per dire) agli ultimi due secoli è solo quella del tempo che posso dedicare a questa passione.

Ma non ho alcuna prevenzione per la monetazione antica, salvo quella che.........la notte vorrei dormire serenamente e non mi andrebbe di essere svegliato alle sei del mattino da un paio di persone in divisa con in mano un decreto di perquisizione........

Purtroppo al momento, per come la vedo io, in questo Paese non ci sono ancora i presupposti per collezionare con serenità quella monetazione, anche osservando scrupolosamente la normativa in vigore.

O meglio, ci sarebbero, ma solo in teoria e non in pratica.

E (contrariamente a quello che puoi aver pensato dopo i miei discorsi sul "formalismo" monetario), io sono una persona estemamente pratica........

Perciò, se declino - con dispiacere - l'invito ad occuparmi delle "classiche", non rifiuto certamente l'incoraggiamento di seguirne, almeno sui libri e sui fora, le relative interessanti vicende.

Saluti.

Michele


Inviato

Buonasera al Forum; ciao Michele ebbene si è vero l'idea della moneta rappresentativa prima di me l'aveva avuta "Quattrino" proponendo la scelta di 10 monete e ti sarei grato volessi credermi: non ne ero al corrente, quando l'ho saputo ho fatto le mie scuse a quattrino e spero che entrambe rimaniamo coinvolti in questo progetto.

La moneta antica... lo Stato o più che lo Stato la sua burocrazia... le poche monete che ho le ho acquistate dal Simonetti, che è stato un grande numismatico, persona serie e più che affidabile, poche altre sono il dono di qualche amico che conoscendo la mia malattia me le ha riportate dai paesi dov'era andato in villeggiatura... i gendarmi che dire... pazienza ci faremo consolare da Antwala che, a quanto si sa, ha già patito la brutta esperienza.. certo il pensare che con tutta la criminalità che c'è in giro uomini dello Stato vengano a cercare chi con tanti sacrifici è riuscito a mettere insieme quei pochi spiccioli che sono necessari per comperare, alla luce del sole, una moneta in conservazione a volte veramente "Da studio" lascia l'amaro in bocca anche per il fatto che il collezionista "serio" raccoglie pezzi disseminati sul mercato per ricomporli in maniera organica per, nella maggior parte dei casi, lasciarli poi al paese dove vive, visto che di lucro non è proprio il caso di parlarne...

Che ti devo dire... pazienza... sarebbe un vero peccato infrangere un sogno costato anni di studio e di fatica ...

Non mi dilungo oltre in tristi pensieri: Ciao Cesare Augusto


Inviato

Buona sera a tutti.

Ciao Cesare Augusto.

"....ebbene si è vero l'idea della moneta rappresentativa prima di me l'aveva avuta "Quattrino" proponendo la scelta di 10 monete e ti sarei grato volessi credermi:"

Ci mancherebbe, certo che Ti credo. Fra l'altro, mi sembrava di aver già letto da qualche parte sul forum la proposta ma non sarei mai stato in grado di ricordare dove e soprattutto chi ne fosse l'autore.

".....il collezionista "serio" raccoglie pezzi disseminati sul mercato per ricomporli in maniera organica per, nella maggior parte dei casi, lasciarli poi al paese dove vive, visto che di lucro non è proprio il caso di parlarne..."

Hai toccato un "nervo scoperto"; credo che in un Paese civile si dovrebbe essere orgogliosi di donare alla collettività, ad un certo punto della vita, la propria raccolta numismatica, spesso incompresa da successori privi della stessa passione che ha animato il raccoglitore.

Con ciò si alimenterebbero di continuo le pubbliche collezioni, arricchendole di sempre nuovi apporti.

L'unica contropartita a carico dello Stato sarebbe rappresentata dai costi dell'esposizione e della custodia del materiale.

Partendo dal principio che non esiste collezione che non sia destinata, prima o poi, ad essere dispersa, le istituzioni potrebbero "corteggiare" i collezionisti (anzichè "mazzolarli"), prospettando loro l'allestimento di piccoli spazi museali, recanti i nomi dei donatori, dove verrebbero esposte al pubblico e custodite le monete.

L'assicurazione che il proprio sacrificio di anni ed anni possa essere adeguatamente valorizzato da un'istituzione publica e l'umana debolezza che il proprio nome possa venire ricordato negli anni dalle generazioni future, accanto alle monete donate, potrebbero costituire buoni argomenti per attirare i possessori di monete verso i medaglieri pubblici.

Viceversa, sembra quasi che lo Stato sia infastidito dalle donazioni.

L'autunno scorso, a Vicenza numismatica, ero fra il pubblico (peraltro poco numeroso) quando due signori di una certa età hanno preso la parola al termine del dibattito sul commercio delle monete antiche.

Il discorso si era indirizzato verso le donazioni (e le cessioni in comodato) delle monete ai musei e la coppia anziana raccontò che l'istituzione museale a cui si erano rivolti con l'intenzione di donare le loro monete, dopo alcuni tergiversamenti, aveva accettato la liberalità ma ad una condizione: che i donanti sottoscrivessero una liberatoria a favore del museo nella quale doveva essere indicato che il valore economico delle monete era insignificante.

Ciò essi hanno dunque fatto, pur non corrispondendo la dichiarazione resa alla realtà dei fatti.

Per donare una collezione di monete ad un museo pubblico si è costretti persino a dover dichiarare il falso.

Purtroppo, anche di queste miserie è fatta la nostra burocrazia.

Saluti.

Michele


Inviato

Ciao Michele; buona sera a te ed al forum; se posso darti non un consiglio; ma farti un invito: perchè non dai una occhiatina alla discussione appena promossa da... non me lo ricordo più; ma ha per titolo: "La storia costa poco" ebbene Cesare Augusto appartiene alla specie di chi ha presentato quella moneta; come ved, si accontenta di poco e con la visione di quei bronzetti, che poi nella realtà avevano una sia pure minima argentatura, gode come un riccio mentre si riempie di tristezza al solo pensare ai discorsi che da due o tre interventi andiamo facendo

Un saluto a presto; spero con cose più allegre. Cesare Augusto


Inviato

Ma non si doveva pensare a scegliere una moneta per secolo ? :o

numa numa


Inviato

Bonasera al Forum ed a Noma Numa è vero sto aspettando una risposta da Reficul cui ho inviato una bozza di come, secondo me, potrebbe essere una delle 25 o 26 monografie dedicate alla moneta del secolo.

Ho proposto, per i secondo secolo D. Ch. il denaro romano; per il primo secolo: il Sesterzio... il pataccone ovviamente e per il terzo secolo l'antoniniano, chiedendo a Reficul di fare circolare la bozza perchè ciascuno possa dare il proprio contributo all'eventuale revisione e poi via...chi vuole tutti al lavoro.

La bozza è lunga Numa Numa e se mi dai un indirizzo, o se ho l'autorizzazione dal moderatore ( ci sono parecchie foto) posso metterla in circolo direttamente... attendo disposizioni in merito.

Un saluto a tutti Cesare Augusto


Inviato

Ciao a tutti.

Lascio a Voi specialistici individuare le monete più rappresentative ante 1800 e, facendomi coraggio (perchè un pò mi vergogno....) designo 4 monete per altrettanti periodi storici a noi più vicini.

Per tutto il XIX secolo voto senza esitazione per la sterlina inglese.

Per il XX secolo il dollaro U.S.A.

Per la prima metà del XXI secolo l'euro.

E (previsione), per la seconda metà del XXI secolo lo Yuan cinese..... B) .

Ora tocca a Voi.

Saluti.

Michele


Inviato (modificato)
Ciao a tutti.

Lascio a Voi specialistici individuare le monete più rappresentative ante 1800 e, facendomi coraggio (perchè un pò mi vergogno....) designo 4 monete per altrettanti periodi storici a noi più vicini.

Per tutto il XIX secolo voto senza esitazione per la sterlina inglese.

Per il XX secolo il dollaro U.S.A.

Per la prima metà del XXI secolo l'euro.

E (previsione), per la seconda metà del XXI secolo lo Yuan cinese..... B) .

Ora tocca a Voi.

Saluti.

Michele

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Quello che sarebbe interessante non e' solo identificare genericamente un tipo di moneta per secolo, bensi' scegliere "la" moneta piu' rappresentativa per quel secolo.

E quindi ad esempio [per il XIX secolo, butto li', il pezzo da 5 sterline della Regina Vittoria "Una with the Lion",

a ragione considerata una delle piu' belle monete inglesi moderne.

In questo modo si unirebbe l'importanza e la significativita' della sterline come nominale per l'economia monetaria del 1800 alla bellezza e al pregio artistico dell'emissione.

E credo che questi potrebbero essere i criteri da seguire per la scelta dei pezzi rappresentativi per ciascun secolo. In tal modo si avrebbe una galleria di monete ideali che oltre ad incarnare l'importanza economica ci consentirebbero di ammirarne l'espressione artistica, il tutto sempre in chiave monetaria.

numa numa

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Modificato da numa numa

Inviato

Buonasera al Forum; mi sembra a questo punto opportuno rompere gli indugi e presentare al Forum quanto inviato a Reficul circa la moneta del secolo... lo spazio è tanto 81,17 MB) e la monografia è illustata a metà... non so come sia possibile allungare la coperta, spero solo che dall'eesenziale si possa capire il pensiero che mi ha animato... non mi dilungo oltre salute a tutti ed a risentirci

Egr. Sig. Reficul

Sia pure con imperdonabile ritardo le invio parte della bozza per la “Moneta del secolo, relativa al periodo: 101 – 200 A.D. che ritengo debba attribuirsi al Denaro Romano.

Come vede la monografia occupa parecchie pagine tuttavia, se accettiamo come rappresentative del 1° secolo il Sesterzio e del 3° l’Antoniniano, la conseguente radice storica, comune alle tre monete, tenderà a diluirsi.

Ritengo che con 25 monografie, da Lei sapientemente orchestrate, si possa dar vita ad un manualetto utile per chi desidera avvicinarsi alla numismatica sul percorso storico già tracciato dal Grieson…” Dall’Asia Minore (Città greche costiere della Ionia o nella Lidia ha poca importanza) l’uso della moneta coniata si estese a sud est fino alla Persia e verso Ovest sino alle isole egee della Grecia e da qui raggiunse la Magna Grecia…al di fuori della Magna Grecia l’uso della moneta coniata fu accolto,con qualche ritardo, anche dai Popoli Semitici, dai Celti, dai Romani e dai Popoli dell’India sino a che divenne parte comune del patrimonio culturale: Cristiano, Musulmano ed Indù ed infine del mondo intero…”

D’altro canto pare di capire che le disponibilità di “uomini” e “mezzi” non manchino; di grande utilità sarà il consiglio del Sig. “Quattrino” cui rimane la priorità dell’idea…è una condanna la mia: sono sempre arrivato secondo; del Sig. “Numa Numa” del Sig. “Siculogreco” del Sig. “Rob” per citare quelli che più mi è sembrato abbiano accolto con favore l’iniziativa; ma tutto il “Forum” è chiamato a contribuire, solo che lo voglia.

Le sarò grato se vorrà far circolare queste righe alle persone citate ed al resto del “Forum” nella misura giustamente sintetica per ovviare all’occupazione di eccessiva memoria

Va da sé che la versione finale dovrà contenere cartine storico geografiche per meglio individuare il percorso evolutivo e monete più belle, con il contributo di tutti gli affiliati al forum, di quelle da me presentate: Il convento numismatico è ricco; ma il frate Cesare Augusto è povero.

Grazie per la disponibilità che mi offre e nell’attesa di un gradito riscontro Le porgo i Migliori Saluti F.to: Cesare Silvatici

Bozza per l’elaborazione di una scheda relativa alla “Moneta più rappresentativa del secolo”

Denominazione: Denaro

Autorità emittente: Roma Repubblica ( 268 A.Ch. – 27 A.Ch.)

Roma Impero (27 A.Ch. - 244 D.Ch.)

Periodo di circolazione: dal 268 A.Ch. al 244 D.Ch. ( ca 500 anni)

Area di massima diffusione: Impero Romano e province sotto l’Imperatore Traiano

(97 – 117 D.Ch.)

Moneta proposta a rappresentazione del 2° Secolo D.Ch.

Caratteristiche della moneta nel periodo: 268 A.Ch – 217 A.Ch.

Dall’emissione della moneta, alla battaglia del Trasimeno

Metallo: Argento

Diametro: 18 mm

Peso: 4,550 ( 1/72 della Libbra Romana del peso di 327gr.)

Valore: 10 Assi

Aspetto del dritto: Testa della Deessa Roma con elmo alato sormontato da testa d’aquila; dietro il segno del valore X

Aspetto del rovescio: Dioscuri a cavallo con lancia, galoppanti a dx; sopra ciascuno di essi una stella.

Nota n° 1: Alcune monete, quale quella della foto, presentano il bordo dentellato: “Denari serrati” due sono le teorie accreditate; la prima indica l’imitazione delle monete Cartaginesi che godevano gran credito; la seconda vuole che la dentellatura sia stata un tentativo per arginare la contraffazione

Nota n° 2: Altre sono costituite da anima in bronzo o ferro, rivestita da una sottile sfoglia d’Argento: “Denari suberati” si pensa che siano contraffazioni, anche legali, ad opera cioè dello stesso stato repubblicano.

Caratteristiche della moneta nel periodo: 217 A.Ch – 144 A.Ch.

Da dopo la battaglia del Trasimeno al cosiddetto “Periodo dei magistrati monetari” questi denari sono caratterizzati dalla presenza di Diana o Vittoria su biga e da Giove su quadriga

Metallo: Argento

Diametro: 18 mm

Peso: 3,900 ( 1/84 della Libbra Romana del peso di 327gr.

Valore: 10 Assi

Aspetto del dritto: Testa della Deessa Roma con elmo alato sormontato da testa d’aquila; dietro il segno del valore X

Aspetto del rovescio: La vittoria (altre volte Diana) su biga al galoppo a dx.

Nell’esergo: ROMA

Aspetto del dritto: Testa della Deessa Roma elmata con elmo alato sormontato da testa d’aquila; dietro il segno del valore X

Aspetto del rovescio: Giove con fulmine in quadriga al passo a dx .

Nell’esergo: ROMA

Caratteristiche della moneta nel periodo:144 A.Ch – 89 A.Ch.

Periodo in cui i magistrati monetari riproducevano sul denaro l’esaltazione della loro Gens; o fatti eclatanti della romanità; a puro titolo di esempio abbiamo scelto due monete emesse per la Gens Sabina e per la Gens Herennia

Metallo: Argento

Diametro: 18 mm

Peso: 3,900 ( 1/84 della Libbra Romana del peso di 327gr.

Valore: 16 Assi

Aspetto del dritto: Testa nuda del re Sabino Tazio a dx. davanti ramo di palma; dietro SABIN

Aspetto del rovescio: Tarpeia con i capelli sparsi e le braccia alzate al cielo nell’atto di dividere due guerrieri armati e con scudo; sopra crescente lunare.

Nell’esergo: L.TITURI

Aspetto del dritto: Testa diademata della Pietà a dx; dietro PIETAS davanti lettera F

Aspetto del rovescio: Amphinomo fuggente a dx. portante il padre sulle spalle.

Nel campo: H. HERENNI

Nota n° 1: Il valore del Denaro, in questo periodo, si deprezza da 10 assi a 16 assi

Nota n° 2: Dall’89 A.Ch. sino a Nerone (51 – 68 D.Ch.) il titolo dell’Argento rimane pressoché invariato cioè: Puro.

Caratteristiche della moneta nel periodo: Imperatore Traiano: 98 – 117 D.Ch.

Abbiamo scelto questa moneta giacchè, con Traiano, Roma raggiunge la massima estensione territoriale dell’impero.

Metallo: Argento

Diametro: 18 mm

Peso: 3,400 ( 1/96 della Libbra Romana del peso di 327gr)

Valore: 16 Assi

Aspetto del dritto: Testa laureata di Traiano a dx. nel contorno: IMP. CAES. NER. TRAIAN. OPTIM. AUG. GER. DAC. PARTHICO

Aspetto del rovescio: Genio stante a sx. nudo che tiene nella dx. una patera e nella sx. un “epis” nel contorno: P. M . TR. P. COS VI P. P. S. Q. R.

Nota: Con la riforma di Nerone, rimanendo fermo ad 1/96 di Libbra il peso della moneta, il titolo dell’argento si abbassa del 5 – 10% e continuerà a scendere del 15 – 18% con Traiano ( 98 – 117 D.Ch.);

del 20% con Adriano ed Antonino Pio (117 – 161 D.Ch.);

Con Marco Aurelio ( 161 – 180 D.Ch.) si giunge al 25%;

con Comodo (180 – 192 D.Ch.) al 30%

per finire al 50 – 60% con Settimio Severo ( 192 - 211 D.Ch.)

L’ultimo Imperatore che farà battere il Denaro è: Gordiano Pio (240 – 244 D.Ch.)

Il “Denaro” è stata una fra le più prestigiose monete della romanità e grazie alla spinta conquistatrice di Roma, si estese su gran parte dell’Europa, Asia ed Africa.

Le parole “Dracma” “Denaro” “Diram” presentano una continuità che ritorna, dopo lunghi silenzi, nel “Denaro Tournois” e troppo lungo sarebbe incedere su questa via è tuttavia necessario, per meglio apprezzare il simbolo di civiltà che la moneta, oggetto della nostra attenzione, in sé contiene, focalizzarne più precisamente la metrologia, almeno nel periodo considerato: dal 268 A.Ch al 244 D.Ch, ed un, sia pure estremamente sintetico, sunto del periodo storico dell’autorità emittente.

Note di Metrologia: Come sempre, agli inizi di ogni civiltà, è documentato il “baratto” come base di scambio dei beni e Roma non fa eccezione.

Con il progredire e l’affermarsi del nucleo civile s’impose presto, sugli altri, comprendendoli, il bene di scambio a più elevata tecnologia: ovvero il metallo fuso e sin dal periodo in cui governarono i re si ha notizia di pagamento dei beni con verghe di metallo.

Servio Tullio ( 578 – 534 A.Ch.), dopo Tarquinio Prisco re di origini etrusche, quindi commerciali, “Primus segnavit aes” fece cioè in modo che la verga di metallo avesse, già in origine,dei punti di debolezza tali che si potesse operare la parcellizzazione e dare luogo a sottomultipli, favorendo così l’acquisto di beni a valore diverso.

Nel 454 A.Ch. La legge Aternia Tarpeia fece accettare, per il pagamento, le verghe

monetate in metallo di Rame, istituzionalizzando in questo modo la moneta.

Due anni dopo, nel 452 A.Ch. Con la legge Monenia Sestia si equiparò il pagamento in natura( Buoi e pecore) al pagamento con il metallo vergato; ma fu solo nel 450 A.Ch. con la “Legge delle XXII tavole” che si sostituì definitivamente al pagamento in natura, il pagamento con il metallo: 1 pecora = 10 assi; 1 Bue = 100 assi.

La base monetale: l’Asse Librale, perse la forma di lingotto per divenire

lenticolare del peso di 327 gr ( Libbra) e similmente alla moneta in uso

a Siracusa, all’epoca la più importante città della penisola, si suddivise in dodici once.

Al dritto compare la prora di una nave su tutti i nominali, si crede:

a) In omaggio ai Dioscuri: Castore e Polluce, protettori dei porti e

della navigazione.

B) A seguito della presa di Anzio del 476 a.Ch da parte di Quinto

Capitolino ( Colonna rostrata).

Sul Rovescio campeggia Giano Bifronte ed il simbolo dell’unita: ( I )

I sottomultipli dell’asse librale sono:

- Semiasse ( S ): Valore 6 Once: Testa di Giove; peso 163,7 gr.

- Triente ( °°°° ): Valore 4 Once: Testa elmata di Roma; 109,45 gr

- Quadrante (°°°): Valore 3 Once: Testa di Minerva; 81,86 gr.

- Sestante (°°): Valore 2 Once: Testa di Ercole; 54,58 gr.

- Oncia (°): Valore 1 Oncia: Testa di Mercurio; 27 gr

E’ questa la base metrologica della monetazione romana e giacchè la moneta scandisce sempre e da sempre, i tempi della storia, nell’anno 286 A.Ch. dopo che con la terza guerra sannitica (290 A.Ch) Roma aveva ormai consolidato il dominio su: Lazio, Etruria, Umbria, Sabina, Sannio e Campania s’impose una revisione della base monetaria e l’asse da librale che era( 327 gr) si dimezzò a semilibrale (163,5 gr) e conseguentemente i sottomultipli: Semiasse, Triente, Quadrante, Sestante ed Oncia portarono il loro peso alla metà.

Dopo la vittoria su Pirro ( 275 A.Ch.) con l’occupazione di Reggio Calabria ( 270 A.Ch.) il dominio di Roma si era esteso su tutta la Magna Grecia e la nuova situazione fece acuire i motivi di contrasto con Cartagine… Roma era oramai entrata nel “Circuito internazionale” e ci si doveva uniformare alle consuetudini vigenti, non solo con la riduzione dell’asse; ma soprattutto con l’introduzione dell’Argento monetato

L’asse si pose così al peso delle quattro once (Asse Trientale) con 109,15 gr.

Il Semisse pesava ora 54,58 gr.; il Triente 36,38 gr. Il Quadrante 27,79 gr. Il Sestante 18,19 gr. e L’Oncia 9,09 gr.

Le tipologie del conio rimasero le stesse: prora di nave sul dritto e le divinità già

dette, sul rovescio

La monetazione in Argento si compose di:

* Denario: Ad Imitazione della Dracma greca.

Simbolo X; Valore 10 Assi; 1/72 di libbra, peso 4,550 gr.

Dritto: Testa elmata, con l’elmo alato di Perseo, e cimiero terminante

con testa d’aquila o grifone.

Rovescio: Dioscuri a cavallo, lancia in resta; sul berretto conico due

Stelle.

* Quinario: Simbolo V; Valore 5 Assi; 1/144 di Libbra, peso 2,27 gr

* Sesterzio: Simbolo IIS; Valore 2,5 Assi; 1/288 di Libbra, peso 1,14 gr.

Le tipologie del quinario e del sesterzio erano quelle del denaro

A seguito delle guerre intraprese con Cartagine e la necessità di denaro per esigenze belliche, la moneta romana continuò a deprezzarsi: L’asse divenne “Sestantario”, al peso delle due once ( 54,50 gr.); il Semisse si pose a 27,25 gr. il Triente a 18,17 gr, il Quadrante a 13,62 gr per finire con l’Oncia da 4,54 gr.

La moneta d’Argento conservò il peso e la parità si che il Denaro valeva ancora 10 Assi, come in precedenza; ma “Sestantari” e non più “Trientali”

Dopo la solenne sconfitta del Lago Trasimeno (217 A.Ch.) ad opera dell’esercito cartaginese, guidato da Annibale, con la legge Flaminia, detta anche Fabia, si assistè ancora una volta alla riduzione dell’Asse, questa volta al peso dell’ Oncia di 27,25 gr. (Asse unciale); il Semiasse scivolò a 12,62 gr. il Triente a 9,08 gr. il Quadrante a 4,54 gr. e l’Oncia fu ridotta a 2,27 gr.

L’argentea moneta, abbandonò l’effige dei “Divini fratelli” che vennero sostituiti da Diana, o dalla Vittoria alata, in biga e da Giove tuonante in quadriga; la parità rimase a 10 ma il peso venne ridotto ad 1/84 di libbra (3,90 gr); il Quinario ad 1,95 gr.

(1/168 di libbra) ed il Sesterzio a 0,97 gr ( 1/326 di libbra)

Con il 144 A.Ch. i magistrati monetari lasciarono il peso del danaro ad 1/84 di libbra; ma la parità con l’asse fu portata a 16 assi contro 1 denaro e tale rimase sino alla riforma operata da Nerone; da rilevare che dal 144 A.Ch. dismesse le tipologie con Diana e Giove s’impone la volontà dei magistrati monetari di glorificare la loro Gens di appartenenza e le tipologie divennero le più disparate.

L’ultima riduzione dell’Asse avvenne nell’89 A.Ch. con la Legge Papiria che metteva fine alle sommosse sociali; L’Asse prese il peso della semioncia ( 13,62 gr); Il Semiasse si assestò a 6,81 gr. il Triente a 4,54 gr. il Quadrante a 3,41 gr. il Sestante a 2,27 gr. ed il peso dell’Oncia fu di 1,13 gr.

-------------Continua con Augusto; Nerone sino a Gordiano Pio-------

Sintesi storica: Dopo esserci deliziati con i piaceri della numismatica, rivisitando la moneta oggetto dello studio ed averla giustamente inquadrata nel panorama metrologico dell’epoca, ci sia consentito un breve escursus storico salottiero, giusto per completare il quadro, quasi uno sfondo all’opera… e che opera!! Anche se alcuno considera la moneta: “Arte minore”

Non cercate, in quel che segue, troppo rigore storico, mi mettereste in imbarazzo e ne restereste delusi; ma con il pensiero libero, gli americani usano l’espressione: “Brain Storming” riviviamo assieme l’età della prima Roma ed il periodo che portò il denaro a rappresentare un secolo.

Incuneata tra i Monti della Tolfa, a nord ed i monti Lapini a sud giace ampia pianura dove il fiume Tevere si distende in tortuosi meandri prima di sfociare al mare; su questa landa insalubre ed acquitrinosa, dove la zanzara anofele imperava ( l’aes albopictus; leggi: “Zanzara tigre” allora non era conosciuta o forse non esisteva) sorgono sette colli e su quelli , pochi disperati conducevano una vita agra, estranea al vicino, opulento, mondo estrusco, ricco di commerci, effettuati per lo più via terra; ma che non disdegnava i contatti via mare partendo dai più riparati e salubri approdi di Telamone e di Baratti.

Alla confluenza nel mare, abitanti rivieraschi del Tevere, in parte stanziali, in parte venuti chissà da dove, quasi sicuramente via mare, le cui tracce di insediamento sono state ritrovate sul Palatino: i RAMNES facevano da tramite, per lo scambio con i popoli venuti di la dal mare, delle merci prodotte, dagli ALBENSES (Tities), popolazione dei colli Albani, discendenti diretti dei Villanoviani; tracce del loro insediamento si trovano sul Celio e l’Esquilino, e dai SABINI (Luceres; Quiriti)); montanari scesi a valle dalla zona di Rieti le cui tracce sono state ritrovate sul Quirinale.

Furono questi tre raggruppamenti etnici che il 21 Aprile dell’anno 753 A.Ch. si unirono per fondare una città che prese il nome di Roma; dai Ramnes appunto e “Romani” si chiamarono i suoi abitanti.

Un Re; Un Senato costituito da 100 Patres; 300 da Tarquinio Prisco in poi; tre gruppi etnici ognuno dei quali era rappresentato da 10 curie che fornivano ciascuna: 100 fanti e 10 cavalieri ad un esercito forte di 3.000 fanti e 300 cavalieri: questa era Roma

Alla “Classe gentilizia” della nuova città si affiancava la “Plebe” Insieme di uomini liberi dediti alle arti, al commercio, all’artigianato ecc… né poteva mancare, come in tutte le civiltà dell’epoca, la classe dei diseredati e degli schiavi.

Il Pater Familias rappresentava l’autorità base della famiglia; più famiglie rappresentavano una “Gens”

Il patrizio romano aveva tre nomi: Il “Nome proprio”,quello gentilizio: della gens di appartenenza ed il nome della famiglia: equivalente del nostro cognome.

Presentando il “Denaro” nella sua proiezione metrologica già abbiamo posto come delle bandierine, nello slalom speciale della storia, la prima delimita i re… le altre: i periodi più salienti del vissuto romano, quei punti dove sembra ai più che la storia subisca una svolta decisa, quella “Data”…Maledetta… che ci condiziona nello studio e nella interpretazione degli avvenimenti: 476 D.Ch. (Caduta dell’Impero romano d’Occidente); 1942 (Scoperta dell’America) ecc… Il Medio Evo non è cominciato il giorno dopo la destituzione di Romolo Augustolo, né l’Evo Moderno dopo che Cristoforo Colombo fu sbarcato oltre Atlantico e …chi vuole intendere, intenda.

Ma torniamo a Roma ed ai suoi re e senza troppi discorsi godiamoci la tabella riepilogativa che segue cercando di immaginare il percorso crescente di questa nuova entità.

Dapprima l’affermarsi delle istituzioni civili e militari, poi religiose; la difesa della propria indipendenza da chi, esterno, avversava la nuova istituzione, paventandone lo sviluppo oppure, come gli Etruschi, resisi conto della sua potenzialità, cercava di sfruttarla per i propri fini sino ad insidiare al supremo potere di re, uomini di origine Etrusca.

753 A Ch. Diarchia: Romolo (Romani) – Tito Tazio (Sabini)

(Prime istituzioni civili e militari) (38 anni di regno)

715 A. Ch. Numa Pompilio (Sabino): Istituzioni religiose (42 anni)

673 A.Ch. Tullo Ostilio (Romano di madre Sabina):

Distruzione di Alba Longa;

Episodio del duello tra Oriazi e Curiazi (31 anni di regno)

642 A.Ch Anco Marcio (Romano):

Allargamento dei confini

Trionfò su Sabini e Veienti (640 A.Ch)

Fondazione del porto di Ostia ( 26 anni di regno)

616 A.Ch. Tarquinio Prisco (Etrusco):

Opere pubbliche (Circo massimo; Cloaca massima ecc…)

Trionfò sui Latini ( 598 A.Ch.)

Trionfò sugli Etruschi ( 588 A.Ch.)

Trionfò sui Sabini (585 A.Ch.) (38 anni di regno)

578 A.Ch. Servio Tullio (Etrusco):

Ordinamento dello stato (Acquedotto; Cinta muraria)

Assoggettamento degli etruschi nel: 571 A.Ch.

567 A.Ch. e 564 A.Ch. ( 44 anni di regno)

534 A.Ch. Tarquinio il Superbo (Etrusco):

Inpulso ai commerci

Trionfò su Volsci e Sabini nel 534 A. Ch.

Venne cacciato da Roma nel 509 A. Ch. (25 anni di regno)

Dopo 244 anni: ab urbe condita, nel 509 A.Ch. nacque la Repubblica; Due magistrati: i Consoli, scelti annualmente tra i patrizi,sostituirono il re assommando nelle loro mani tutto il potere: civile e militare

In caso di pericolo bellico i consoli venivano sostituiti dal “Dittatore”

Il “Senato” formato dai rappresentanti delle famiglie patrizie,

continuava la sua opera e più che organo di consulto, costituiva il timone della Republica

Immediato l’accordo del nuovo governo repubblicano con Cartagine.

La via del mare rappresentava per Roma un futuro irrinunciabile, una via che non si poteva precludere; ma che nel momento contingente, in cui gli Etruschi cacciati, rivendicavano la città con l’aiuto dei Sabini e della Lega latina, era difficile da far valere, a sud poi imperavano e Greci… meglio dunque tenersi amici i Cartaginesi.

Gli inizi della Repubblica furono scanditi dalla lotta contro gli Etruschi ed i paesi confinanti oltre che dalle difficoltà interne, dovute alle rivendicazioni della Plebe su cui ricadeva “Magna pars” dello sforzo bellico: nel 494 A.Ch. si registra la secessione della Plebe sul Monte Sacro e …chi non ricorda il discorso tenuto da Menenio Agrippa sulle membra che assieme contribuiscono all’unità ed alla salute del corpo umano ?

Gli scontri ripresero e sul palcoscenico del teatro storico romano si avvicendarono, di volta in volta: Volsci ed Ernici, Veienti e Sabini ed ancora Anziati (da Anzio) ed Equi.

Tutto questo sino al 450 A. Ch. anno in cui i Decemviri… un collegio istituito in sostituzione dei consoli a seguito del perdurare dei contrasti tra. Patrizi e Plebei… con la “Legge delle XII Tavole” istituirono, come abbiamo visto, la forma monetale romana “Moderna” sulla base dell’Asse Librale.

Vennero rafforzate le istituzioni, con la creazione dei “Censori”… e le guerre ripresero e si spostarono via, via, verso Sud, sino in Campania: a Cuma e nel territorio sannitico; ma continuò, nel contempo, il contrasto con le città Etrusche e Veio fu una delle prime a farne le spese

Gli inizi del nuovo secolo ( 390 A.Ch.) fecero registrare la calata dei “Galli” guidati da Brenno, su Roma…l’immaginario collettivo ricorda la storia delle oche capitoline e di Tarpeia, sepolta dagli scudi e celebrata nel denaro che abbiamo presentato anche in questa monografia.

Nel 360 A.Ch. l’episodio dei Galli si concluse definitivamente ad opera del Dittatore: T. Quintio Pennio Capitolino e del console: C. Petelio Libone Visulo… e le guerre continuarono: ancora con gli Erici ed i Sabini, venne poi la volta dei Privernati, dei Tusci, dei Tiburtini mentre sul fronte etrusco a cedere ai romani fu Caere, l’odierna: Cerveteri.

Nel 343 A.Ch. Capua, minacciata dalle mire espansionistiche dei Sanniti, chiese aiuto a Roma la quale si impegnò in tre lunghe e sanguinose campagne militari prima di aver ragione del bellicoso popolo dei Sanniti.

Siamo al 290 A.Ch., altra bandierina, altro momento topico… in poco più di 200 anni Roma aveva acquisito il dominio del centro sud: Lazio, Etruria, Umbria, Sabina, Sannio e Campania erano oramai in suo potere…la rotta di collisione con la potenza delle colonie che costituivano la Magna Grecia si avvicinava sempre di più e nel 282 A.Ch. sfociò a seguito del conflitto con Taranto: Alcune navi romane avevano sconfinato oltre capo Licino, indicato da un contratto stipulato nel 303 A.Ch. come limite invalicabile della sfera di influenza romana, in acque greche e tanto bastò.

Il console L. Emilio Barbulo ebbe la meglio su Tarantini, Sanniti e Salentini; ma Roma aveva fatto i conti senza l’oste che in questo caso portava il nome di Pirro, re dell’Epiro che smanioso di gloria, chiamato dai Tarantini in soccorso, giunge in

Italia e sbaragliò i romani nella battaglia di Eraclea: fu il primo scontro tra la “Falange macedone” e la “Legione romana” e la presenza degli elefanti, sconosciuti ai romani, fece pendere l’ago della bilancia da parte greca.

Vi furono tentativi di pacificazione, sempre dai romani respinti, si che Pirro si volse contro i Cartaginesi nel tentativo di aiutare i Siracusani a liberarsi della morsa punica

Dopo qualche successo iniziale Pirro fu sconfitto, riprese così la lotta contro i romani; ma nei pressi di Malaventum, per l’occasione ribattezzata: Beneventum, patì una sonora batosta tanto da costringerlo ad abbandonare l’Italia.

Nel 270 A.Ch. Con l’occupazione di Reggio Calabria fu completo il dominio romano

su tutta la Magna Grecia e la nuova situazione accrebbe i motivi di contrasto tra Roma e Cartagine.

Altra bandierina…oramai proiettata nell’area internazionale Roma dovette rivedere la sua stabilità monetaria, ridurre l’asse librale al peso di quattro once (Asse trientale) e contemporaneamente introdurre l’Argento nella monetazione.

I contrasti con Cartagine si fecero sempre più stridenti; il casus belli fu offerto dai Mamertini… era la prima guerra punica… correva l’anno 264 A:Ch.

Cartagine, vinta per mare ad Ecnomo, sbaragliò l’esercito romano nei pressi di Tunisi; dopo tre anni si esaurì la prima offensiva; ma la pace ebbe breve durata.

Nel 219 A.Ch. a seguito dell’assedio di Seguito, città spagnola alleata dei romani, si riaccesero le ostilità; Annibale Barca dalla penisola Iberica, attraversò il Rodano,

valicò le Alpi, scese nella pianura padana e sconfisse presso il Ticino il Console P. Cornelio Scipione che ferito, fu salvato dal figlio: il futuro “Africano

Dalla Sicilia l’esercito del console T. Sempronio Longo, a marce forzate, si ricongiunse a quello di Scipione ed affrontò Annibale presso la Trebbia rimediando una sonora sconfitta; a fatica gli scampati riuscirono a riparare in Piacenza.

I Galli si ribellarono a Roma e si schierarono al fianco di Annibale che, varcato l’appennino sconfisse C. Flaminio a Tuoro, sul lago Trasimeno: a Roma si avvertì netta la sensazione della fine.

Con la Legge Flaminia, detta anche Fabia, venne definitivamente istituito l’asse unciale del peso di 27 gr

La moneta argentea venne anch’essa svalutata ed il “Denaro” passò da 1/72 di libbra ad 1/84; da 3 a 3 e 3/7 scrupoli; da 4,55 gr a 3,90 gr.

Per fare un denaro non occorrevano più 10; ma 16 assi e questo assetto rimase pressoché invariato sino alla riforma monetaria di Nerone.

Fortunatamente per Roma, Annibale portò le truppe a svernare in Capua e la città fu salva.

Proseguire nella descrizione delle azioni compiute da Romani e Cartaginesi ci porterebbe troppo lontano; ma è doveroso accennare al fatto che Filippo di Macedonia prese posizione contro i Romani perchè è da qui che partirà la spinta romana verso la conquista della Grecia, sistemata la questione Punica.

Roma riprese l’offensiva, partendo dalla Spagna, contro Asdrubale, fratello di Annibale e ben presto ebbe ragione dei Cartaginesi portando le ostilità in Africa alla conquista di Cartagine; nel 202 A.Ch. anche questa seconda, terribile guerra ebbe fine.

Vi fu un terzo scontro, questa volta definitivo e dopo aver ridotto Cartagine ad un cumulo di macerie, Roma rivolse la sua attenzione ai Galli ed ai Liguri che si erano schierati dalla parte cartaginese oltre che a Filippo di Macedonia.

Nel 197 A.Ch. il console Q. Minucio Rufo sistemò la partita con Galli e Liguri mentre il proconsole T. Quinzio Flaminio ridusse a più miti consigli, dopo la battaglia di Cinocefale, il re macedone: Filippo quinto.

Le lotte appena descritte ebbero come conseguenza:

a) Il rafforzamento di Roma, città oramai egemone.

B) Aumento dell’autorità del senato che per le necessità della guerra si era oramai abituato ad agire senza interpellare i “Comizi” né tanto meno i “Tribuni della Plebe”

c) L’emergere di capi militari efficienti la cui solidarietà con i soldati li portò ad agire con sempre maggiore autonomia di decisione.

Quet’ultima condizione crescerà a tal punto che sarà causa, nel terzo secolo Dopo Cristo, dell’inizio, della fine dell’Impero Romano di Occidente.

---------------Prosegue sino alla morte di Traiano nel 117 D.Ch.-----------------


Inviato

Ringrazio Cesare Augusto per la proposta e la dovizia di particolari messi nella scheda.

Molto piu' modestamente avrei pensato pero' ad una scheda assai sintetica per ciascuna moneta presecelta per illustrare il secolo, in quanto l'intento e' quello di una carrellata storico-numismatica che, scegliendo una moneta emblematica per ciascun secolo la illustri possibilmente con una bella foto e una scheda molto sintetica (max. 20-30 righe) che permettano di inquadrare il nominale, l'autorita'emittente eil campo di circolazione della moneta mettendo in rislato l'importanza storica o artistica o di circolazione che hanno indotto il Forum a presceglierla come rappresentativa di quel secolo.

In tal modo si eviterebbe di appesantire il lavoro con informazioni che possono essere reperite in modo molto piu' approfondito su testi di riferimento specifici (al limite sarebbe buona cosa indicare un paio di riferimenti bibliografici per ciascuna scheda) e si avrebbe un lavoro snello ed omogeneo il cui assunto sarebbe quello di rappresentare una storia "metallica" dall'apprizione della moneta (VII-VI secc. aC) ai giorni nostri.

numa numa


Inviato

Personalmente, da semplice e recente appassionato, impossibilitatato anche per ragioni di tempo a fare una ricerca bibliografica, trovo più interessante (anzi, molto interessante in assoluto) la scheda di Cesare Augusto.

Proprio per essere una scheda creata da un appassionato, e non una pagina di wikipedia, la ho molto apprezzata, perché si sente l'amore profuso non solo nella collezione numismatica, ma anche nella più ampia ricerca multidisciplinare che accompagna la collezione stessa.

Se posso esprimere un desiderio, oltre agli aspetti numismatici e storici, troverei piacevole anche poter leggere degli aspetti tecnici (tecniche di coniazione dell'epoca) e/o di eventuali curiosità (ad esempio, i confini geografici entro i quali sono stati ritrovati/citati i Denari Romani utilizzati come moneta in epoca storica).


Inviato

Buonasera al Forum; la precededenza a PiVi 1962 che mi ha fatto diventare rosso: grazie PiVi, sono più abituato alle critiche che ai complimenti, per questo le tue parole mi sono giunte graditisssime, grazie ancora; Numa Numa si, è vero, una scheda più sintetica sarebbe l'ideale; ma come si fa a metterci l'essenziale accettabile... francamente sono un prolisso... la penna mi fugge di mano... comunque va bene quello che proponi, ad ampliare siamo sempre in tempo e poi mi rendo conto che 25 monografie vengono alla fine un libro di qualche centinaio di pagine... sarebbe bello ma;... dai mi riparametrerò, se è condiviso, con il sesterzio per il primo secolo dopo Cristo; con il Denaro per il secondo, L'antoniniano per il terzo; altri pensino al mondo Greco: Siculogreco questa è una chiamata di correo per te, ed ai secoli successivi.

Buona serata a tutti: Cesare Augusto


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