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Inviato

Bellissima e affascinante moneta Odjob, che viene preceduta da questo mezzo follaro, battuto da Stefano III 821-832 (il CNI lo classifica come Stefano II)

che riporta al diritto il Busto di San Gennaro (sipuo' capire [perche' il Santo sia da tempo immemore nel cuore dei napoletani) e al rovescio la croce potenziata su tre gradini.

Questa moneta puo' essere considerata, alla luce delle conoscenze attuali, come la prima moneta della serie napoletana.

Pannuti Riccio 1 MEC : 14.3

numa numa

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Inviato

A me risulta che la moneta postata da te,numa,sia stata coniata sotto Stefano II(Biaggi 1616) mentre il MEC la da come coniata sotto Stefano III.

--Salutoni

-odjob


Inviato
A me risulta che la moneta postata da te,numa,sia stata coniata sotto Stefano II(Biaggi 1616) mentre il MEC la da come coniata sotto Stefano III.

--Salutoni

-odjob

369931[/snapback]

Sia il Pannuti Riccio che il MEC (Philip Grierson) l'attribuiscono a Stefano III.

Non vorrei togliere nulla al "popolare" Biaggi, ma credo che le attribuzioni

di due testi specialistici di riferimento facciano fede.

numa numa


Inviato

Ciao numa ,le differenze fra le monete coniate sotto Stefano II e quelle sotto Stefano III sono solo di conio,a quanto pare e quindi la moneta che hai postato presenta un conio più preciso e potrebbe essere classificata a Stefano III

posto l'altra moneta da 20 Nummi che potrebbe essere classificata come coniazione sotto Stefano II,poichè il conio è meno decentrato,e meno preciso.

D/Busto di S. Gennaro, in abito vescovile, di fronte; ai lati, S/C/S – I/A/N.

R/ Croce potenziata su tre gradini; ai lati, S-T

CNI 8. Pannuti-Riccio 1. MEC 14, 3 (Stephen III, 821-832).

da NumismaticaArsClassica n°35

--Salutoni

-odjob

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Inviato
Ciao numa ,le differenze fra le monete coniate sotto Stefano II e quelle sotto Stefano III sono solo di conio,a quanto pare e quindi la moneta che hai postato presenta un conio più preciso e potrebbe essere classificata a Stefano III

posto l'altra moneta da 20 Nummi che potrebbe essere classificata come coniazione sotto Stefano II,poichè il conio è meno decentrato,e meno preciso.

D/Busto di S. Gennaro, in abito vescovile, di fronte; ai lati, S/C/S – I/A/N.

R/ Croce potenziata su tre gradini; ai lati, S-T

CNI 8. Pannuti-Riccio 1. MEC 14, 3 (Stephen III, 821-832).

da NumismaticaArsClassica n°35

--Salutoni

-odjob

370024[/snapback]

Pero' le classificazioni citate la riferiscono a Stefano III.

E' cosi' anche nel catalogo NAC 35 che riporti ?

Stefano II duca di Napoli dal 755 all'800, fu colui che nel 763 stabili' l'indipendenza formale dall'impero Bizantino. Il PR riporta monete per questo duca ?

Stefano III regno' dall'821 all'832, proprio successivamente ad un periodo in cui il ducato era stato affidato ad un rappresentante dell'impero bizantino in seguito a lotte di successione per il ducato.

So che successivamente monete autonome furono emesse dai seguenti duchi :

Sergio I (840-864) e Attanasio (877-898).

numa numa


Inviato

Questa tipologia di monete di solito è attribuita a Stefano II, ma alcuni ritengono, considerando l'alto numero di tipologie di conio differenti, che sia stata coniata anche sotto Stefano III.


Inviato

Sia il Pannuti Riccio che il MEC (Philip Grierson) l'attribuiscono a Stefano III.

369951[/snapback]

Per Pannuti e Riccio la moneta è da attribuire a Stefano II.

Nel MEC Stefano III.


Inviato

Chiedo scusa per la sovrapposizione.


Inviato
Non potevamo mancare ,in questa discussione,le monete coniate quando Napoli era "Ducato Autonomo"(VIII Secolo).

Poco dopo la metà dell'VIII secolo ,Napoli,pur sempre provincia periferica dell'impero bizantino,divenne Ducato semidipendente di Bisanzio.Di tale parziale autonomia è indice,in queste monete,la sostituzione del busto dell'imperatore bizantino,con quello di San Gennaro,patrono della città.Queste storiche monete emesse a partire dal 764 d.C.sotto il dominio del duca Stefano II ed indicate come emissioni del governo autonomo della città,necessitano di una riflessione:a Napoli nella prima metà dell'VIII secolo,dopo la promulgazione del decreto iconoclasta da parte dell'imperatore bizantino Leone III,vi fu una tendenza filobizantina ad introdurre anche nel Ducato di Napoli l'iconoclasmo durante il vescovato di Calvo.A questi successe nel 763 il vescovo Paolo II il quale, dopo aspri contrasti,ripristinò l'iconodulia(il culto delle immagini sacre).Da questo periodo il Ducato incominciò ad allontanarsi sempre più apertamente da Bisanzio,schierandosi con Roma e con l'Occidente.In ogni caso nella seconda metà dell'VIII secolo non vi fu un Ducato autonomo a Napoli e pertanto la dizione è impropria(fonte Numismatica Ars Classica)

Napoli

Emissioni Autonome.

Mezzo follaro, circa 832-840, æ

D/ NEA / þOL / IC

R/ Busto nimbato di S: Gennaro di fronte

Riferimenti: CNI 9. PR. 2. MEC 14, 4.

Moneta da asta n°26 di Numismatica Ars Classica

--Salutoni

-odjob

369085[/snapback]

Non mi trovo d'accordo. A mio parere la dizione di Ducato Autonomo è calzante. Si tenga presente che una vera e propria rottura con il potere bizantino si ebbe nel 763 quando Setfano II associò al potere ducale il figlio Cesario, anche se dal 788 l'associato fu l'altro figlio, Gregorio (II). Quindi da questo momento si interrompe certamente (anche se non con continuità) la nomina diretta da Bisanzio o da parte di suoi delegati (i.e. il Patrizio di Sicilia). L'assenza di continuità è dovuta al fatto che spesso la consuetudine di associare al potere il successore, o l'elezione da parte dell'aristocrazia partenopea, viene interrotta da interventi energici del potere bizantino (i.e. Teoctisto e Teodoro II, nominati dal Patrizio di Sicilia). Altro esempio di autonomia è il caso di Bono che fu successore di Stefano III, per nomina dei nobiliores napoletani (dopo una congiura) a cui successe poi suo figlio Leone.

Riassumendo, le fasi del titolo ducale napoletano sono tre: 1) nomina diretta da parte del potere bizantino o suoi delegati; 2) nomina da parte dei nobiliores napoletani; 3) successione ereditaria.

Ad ogni modo il Ducato napoletano è autonomo durante le emissioni di questo tipo monetale.


Inviato

Come la mettiamo ?

Abbiamo una tipologia identica che alcuni (CNI, Pannuti) attribuiscono a Stefano II,

primo duca ad affrancarsi dal potere centrale bizantino; mentre altri a Stefano III,

vissuto 50 anni piu' tardi , il cui regno ha seguito un altro perido di ferrea regola bizantina, intervenuta dopo che la lotta di successione al ducato non aveva saputo esprimere un successore.

Ambedue avrebbero pieno titolo a rivendicare con buone ragioni l'emissione di questo mezzo follaro.

Inoltre, nella lunghissima lista di duchi napoletani solo pochissimi hanno effettivamente emesso moneta, credo solo quuelli che ho ricordato sopra.

Se qualcuno ha il PR a portata di mano puo' controllare e confortarci con la lista dei duchi, ad oggi conosciuti, che batterono effettivamente moneta.

numa numa


Inviato

Beh per quanto riguarda Stefano II e Stefano III,la distinzione la si può riscontrare nei coni ,e,secondo me,i primi sono più "rozzi" e meno precisi dei secondi

--Che ne dite?

-odjob


Inviato
Beh per quanto riguarda Stefano II e Stefano III,la distinzione la si può riscontrare nei coni ,e,secondo me,i primi sono più "rozzi" e meno precisi dei secondi

--Che ne dite?

-odjob

370171[/snapback]

Questa pero' e' solo una supposizione non suffragata da evidenza.

Vi sono moltissimi casi in cui una tipologia identica sia stata battuta con evidenti differenze di stile, pur appartenendo al medesimo sovrano.

In realta' non sappiamo se a battere moneta sia stato solo Stefano II, oppure Stefano III, oppure ambedue.

Forse Il MEC motiva validamente la sua attribuzione a Stefano III,

non l'ho sottomano ma qualcuno puo' controllare e dirci qualcosa in proposito.

numa numa


Inviato

Nel MEC (p. 46) si sottolineano le similitudini iconografiche con altri tipi monetali:

- il dritto sarebbe ispirato al busto di San Pietro, visibile sui denari papalini di Leone III (796-800)

- al rovescio la croce su gradini sarebbe stata ispirata alle monete longobarde beneventane (Grimoaldo, Sicone, Sicardo, Radelchi) quindi a partire dal 788.

Le ipotesi sono un pò deboli, anche perchè di modelli analoghi ad esempio per il rovescio ce ne sono tanti ed ancor precedenti, attestati nel circolante campano.


Inviato

Bisognerebbe cambiare il titolo della discussione.

:)


Inviato

Interrompendo l'interessante discussione sull'attribuzione della moneta a Stefano II o III e ringraziando lo staff per aver messo in evidenza questa discussione, posto una nuova moneta di Napoli. Si tratta di un Armellino emesso a nome di Ferdinando II d'Aragona. Il periodo in cui ha regnato questo sovrano è stato molto travagliato dalle continue lotte per il possesso del regno, e ciò viene indicato nella moneta riportando la legenda IN DEXTERA TUA SALUS MEA DOMINE (Nella tua mano destra è la mia salvezza, Signore) e con la rappresentazione del trono in fiamme.

D/+FERRANDVS :II:D: G:R:SICIL , Armellino gradiente a sx, sopra fiore e nastro con DECORVM, all’esergo lettera T tra due fiori.

R/ + IN DEXTERA: TVA: SALVS: MEA D, Sedia pericolosa.

Rif. P/R 3

Queste monete, essendo state coniate in un periodo di guerra, contengono una percentuale molto bassa d'argento e ciò fu causa di malcontenti nei periodi successivi.


Inviato

Salute

per finire con il Ducato di Napoli voglio citare l'interessante e singolare figura del Vescovo Atanasio II Duca,profondo conoscitore di greco e latino e nipote del Duca Sergio I .Egli fu nel 849 consacrato Vescovo e poi nell'878 divenne Duca,dopo aver accecato il nipote Sergio II,reo di aver fatto imprigionare alcuni sacerdoti e di aver depredato alcune chiese fino al punto di giungere a pretendere il tesoro della Cattedrale.

Atanasio II, fu strenuo difensore dei diritti e della libertà della Chiesa contro le ingerenze del potere temporale.Egli fu proteso alla formazione circa il canto liturgico e le sacre funzioni, fondò un monastero benedettino chiamato San Gennaro fuori le mura, in cui poi sarebbe sorto l'attuale Ospedale San Gennaro.Dovette accondiscendere al potere dell'imperatore Basilio I e dovette lasciare che si coniasero nella Zecca partenopea Denari in argento con il nome del'Imperatore(CNI Basilio Imperatore,1/5)

Del Duca Attanasio II fu coniato a Napoli un 40 Nummi(Follaro)

D/Busto del Duca frontale,ai lati A/T/H/A-E/P/S

R/Busto frontale di S.Gennaro ,ai lati S/C/S-I/A/N/V

considerato oggi di estrema rarità

-riferimenti CNI 3 P.R.1 BIAGGI 1619

Una moneta come questa da me descritta è stata pubblicata in asta n°16 di Numismatica Ars Classica ed aveva prezzo a base d'asta Lire 3.500.000 ed ebbe un realizzo di Lire 4.250.000 + diritti d'asta nel 1999

Purtroppo non sono riuscito a trovare foto di questo Follaro

--Salutoni

-odjob


Inviato

Effettivamente la moneta di Attanasio è molto rara (R4). Io ho un suo disegno tratto dal Sambon, posto quello.


Inviato

Posto oggi, sempre rimanendo nel periodo aragonese, una new entry, si tratta di un doppio sestino emesso a nome di Federico III d'aragona.

D/ + FEDERICVS°DEI°G°R°SI°HIE, Stemma a nove centine, coronato, inquartato.

R/ + VICTORIE : FRVCTVS, Due cornucopie colme di frutti, unite inferiormente.

25 mm - 3,9 g

Rif. P/R N° 9


Inviato

In questa rassegna sulle monete napoletane ,dopo una rapida scorsa ai post che sono stati fatti precedentemente,mi sono accorto,e spero di non sbagliarmi, che manca il 120 Grana di Carlo di Borbone con busto del Re e rimedio subito con questa bella moneta

Napoli

Carlo di Borbone, 1734-1759.

Grana 120 o Piastra 1753. Argento.

D/CAR.D.G.UTR. – SIC.ET HIER. Busto drappeggiato e corazzato a d.; sotto, nel giro, De G.

R/HISPANIAR. – INFANS.1753. Stemma coronato; ai lati, MV-MM/R. e, sotto, G.120 entro cartella.

riferimenti:CNI. 107. Pannuti - Riccio 31.

La moneta è stata posta in vendita nella recente asta n°47 di Numismatica Ars Classica e ,da un prezzo a base d'asta di € 1800 ,è stata aggiudicata ad € 2000 più diritti d'asta.

--Salutoni

-odjob

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Inviato

Altro bellissimo 120 Grana di Carlo di Borbone che fu pubblicato in asta n°35 dalla Numismatica Ars Classica al prezzo a base d'asta di € 2500 e realizzò € 2800

La conservazione è notevole

Napoli

Carlo di Borbone (1734 – 1759)

Piastra 1750. Argento

D/CAR.D.G.UTR· - SIC·ET.HIER.REX. Busto drappeggiato e corazzato a d.; nel taglio del braccio, De·G

R/HISPANIAR· - INFANS·1750· Stemma coronato; ai lati, MV – MM / R· in nesso. Sotto, G·120 entro cartella.

riferimenti:CNI 69. Pannuti Riccio 29. Davenport 1400.

--Salutoni

-odjob

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Inviato

I conii delle piastre del 1766 e 1767 ricordano stilisticamente la piastra di Carlo di Borbone, testè menzionata da odjob, e presentano una innaturale mancanza di rilievo. Si tratta di un conio "piatto" dove l'impronta del sovrano sostanzialmente rimane imprigionata nel campo; solo negli esemplari giunti a noi in bella conservazione, ci permettono di comprendere a pieno la bellezza dell'incisione.

Le piastre 1766 e 1767, con il sovrano a mezzo busto, sono generalmente affette da strappi di conio, sia sui margini, sia nello stemma al rovescio.

Piastra 1767. AR, gr. 25,33 – ø 41,3 mm.

D/ FERDINAND• IV• D• G• SICILIAR ET HIER• REX, busto giovanile drappeggiato e corazzato a destra, sul petto Collare del Toson d’Oro.

Sotto lo spallaccio F. A. (Ferdinando Aveta, maestro incisore). –

R/ HISPANIAR• - INFANS 1767• nel campo al centro stemma coronato, ovale e tripartito, compreso nei collari di Toson d'Oro, Real Ordine di San Gennaro, Sacro Militare Ordine Costantiniano e Croce dell'Ordine dello Spirito Santo (così li ho identificati).

Ai lati C. - C. (Cesare Coppola, maestro di zecca) / R. (Giovanni Russo, maestro di prova), sotto in cartella (GR. - 120).

T/ foglie in rilievo CNI 49. Pannuti Riccio 46a.


  • 2 settimane dopo...
Inviato

Beh confesso di non aver visto,prima d'ora,un 120 Grana 1767 così ben conservato.

Vi è un 120 Grana 1766 ben conservato sul catalogo/prezziario Montenegro 2008.

--Salutoni

-odjob


Inviato

Mi sono accorto che ,in questa discussione,le monete d'oro napoletane non sono molte;pongo,tuttavia,rimedio postandovi questo capolavoro:

Francesco I di Borbone (1825-1830).15 ducati 1825. AU

D/FRANCISCVS I . – DE GRATIA REX Testa a destra; sotto, nel giro, 1825.

R/REGNI VTR. – SIC. ET HIER. Genio, stante di fronte e volto a sinistra, regge con la mano sinistra lo scudo borbonico e poggia la destra su colonna sormontata da corona; all’esergo, ACINI 425 / TITOLO MILLESIMI 996 / DUCATI 15. Taglio: (giglio) PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS in incuso

Riferimenti:CNI 2. Pagani 105. Pannuti Riccio 3. Frd. 863.

pubblicato da Numismatica Ars Classica nell'asta n°32

Ex NAC asta 20, 2000, 212.

Moneta di esimia rarità, sicuramente tra le più rare dell’800 italiano. Dall’articolo di Michele Pannuti ‘Le monete auree borboniche napoletane del XIX secolo, apparso nel Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, anno XLVIII, gennaio-dicembre 1963, rileviamo che in data 21 gennaio 1826 furono coniati 1937 esemplari di 15 ducati, datati tuttavia 1825.

--Salutoni

-odjob

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Inviato

Eccovi un'altra moneta d'oro del Regno di Napoli. Ho scelto questa per il colore della patina formatasi sull'oro antico:

Ferdinando IV di Borbone, 1759-1805.

6 Ducati 1762, Napoli. oro

D/Busto a destra,sotto lettera I.A.

R/Stemma coronato e sigla C/R C

(di seguito illustrato)

Esiste anche un 6 ducati 1765

D/Busto a destra,sotto lettera G

R/Stemma coronato e sigla C/R C

Riferimenti:Schl. 457. Fr. 846. CNI 38, mentre Il Pannuti e Riccio non annoverano, questo tipo monetale con lettera G sotto il busto,nella loro catalogazione

--Salutoni

-odjob

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Inviato

Dimenticavo di dire che la foto di questa moneta proviene dall'asta n°61 del 14 Settembre 2004, della Società svizzera UBS,il lotto era il 1300

--Salutoni

-odjob


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