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Inviato

Bella la moneta di Carlo II con la testa di moro. A me risulta coniata solo con quella data, ma sarei grato a Picchio se verificasse se ve ne sono altre. Da segnalare, per la cronaca, che anche alcuni tarì di Filippo II hanno sotto la corona un mascherone, ma per quest'ultime si tratta veramente di un "mascherone", mentre per il tarì postato da Picchio, anche se spesso viene indicato come mascherone, si tratta effettivamente di una testa di moro. Interessante l'ipotesi della motivazione della presenza di tale raffigurazione.

Complimenti a Picchio (per la moneta e per le delucidazioni).


Inviato (modificato)
Carlo a soli 4 anni diventa il sovrano di un regno sconfinato, sotto tutela e reggenza della madre. A 14 anni Carlo assume i pieni poteri ed iniziano i primi scontri con "mamma"; da li a breve Carlo invece di andarsene di casa, come sarebbe costume odierno, invita Marianna a togliere le tende da corte, e non più farvi ritorno.
A questo link, vi posto un'immagine di Maria Anna e del piccolo Carlo, coniata su di un Filippo (o Carlo) del 1666. http://img381.imageshack.us/img381/1228/ma...naecarlort3.jpg

365762[/snapback]

Molto gradevole quell'esemplare: particolarmente largo e regolare con patina. Sbaglio o l'hai preso da Crippa? Se è l'esemplare che penso io la foto non gli rende merito... Modificato da BiondoFlavio82

Inviato (modificato)

Dopo tutti questi "pezzi da 90", voglio postare una monetina del popolo, un piccolo denaro di Giovanna II, monetina non tanto comune, ma difficile da trovare, come tutti i denari del periodo, in buona conservazione. Questa monetazione è poco trattata, ma per me rimane molto affascinante.

Presenta al D una grande Y coronata ed al R una croce fogliata. La legenda presenta numerose varianti, in questo caso (...) R SECVNDA al D e HVGARIE (...) al R.

Ne seguiranno altri nei prossimi giorni

Modificato da fedafa

Inviato
Molto gradevole quell'esemplare: particolarmente largo e regolare con patina. Sbaglio o l'hai preso da Crippa? Se è l'esemplare che penso io la foto non gli rende merito...

Caro BiondoFlavio82,

non sbagli... neanche sulla foto, che in effetti non rende abbastanza l'idea.

;)


Inviato

Fratelupo potrebbe postare anche il rovescio della Reggenza, lo stavo confrontando con il mio e il punzone è lo stesso, il lettering molto simile ma il giro è differente.


Inviato

Come promesso ecco un altro denarino.

Rimaniamo sempre con Giovanna II di Durazzo.

Siamo nel 1421, Giovanna entra in contrasto con il papa Martino V, il quale, essendo Giovanna senza figli, dichiara che il successore della regina (in caso di morte) sarà Ludovico III. Ciò provoca la reazione immediata di Giovanna che, in cerca di un difensore, nomina e adotta come successore Alfonso I d'Aragona. Infatti la flotta spagnola liberò la regina bloccata a Napoli dalla flotta del nuovo pretendente.

In quest'occasione e a nome dei due sovrani, fu coniato un denaro in mistura, anche questo abbastanza raro e difficile da trovare in buona conservazione. Tra l'altro il mio esemplare presenta al R dei segni di ribattitura che ne rendono ancora di più difficile la lettura. In questo caso vi dovete fidare :D

Se vi fa piacere ne posterò altri.

D/ .ALFI. REX. ARAGONV, stemma aragonese in losanga.

R/ +...NS... , Stemma durazzesco a losanga.

15 mm

0,5 g

Rif. P/R 1


Inviato

Salute

ti ringrazio fed per aver postato due Denari che contribuiscono ad impreziosire e a dare sempre più importanzaa questa discussione che sta coinvolgento sempre più utenti lamonetiani e questo mi fa molto piacere.

Con la presentazione storica su questi due Denari di Giovanna II D'Angiò ben fatta da fed voglio aggiungere qualche precisazione.

Giovanna II D'Angiò - Durazzo visse dal 1373 al 1435 e fu Regina di Napoli dal 1414 alla morte.Quando fu incoronata Regina dal Pontefice Martino V ,Giovanna era già vedova del primo marito, il duca Guglielmo d'Austria, sposato nel 1401 e morto cinque anni dopo.Fu anche regina titolare di Gerusalemme, Sicilia e Ungheria.Giovanna successe al trono di Napoli al fratello Ladislao morto improvvisamente.

Fin dal principio del suo regno ebbero molta influenza presso di lei e nella gestione degli affari di Stato i cosiddetti "favoriti", personaggi illustri e ambiziosi spesso legati alla sovrana anche da legami sentimentali. La tradizione dei favoriti iniziò subito dopo l'ascesa al trono di Giovanna, quando nelle sue grazie entrò Pandolfello Alopo.la corte e la nobiltà napoletana le consigliarono vivamente di contrarre presto un nuovo matrimonio, in modo da assicurarsi una discendenza legittima, consolidare la stabilità degli Angioini sul trono e allontanare da sé il rischio di una nuova rivendicazione da parte di Luigi II d'Angiò, che era già stato fiero rivale di re Ladislao I. La scelta cadde su Giacomo II di Borbone, conte di La Marche, che poteva assicurare alla regina anche l'importante sostegno della monarchia francese.

Giovanna negò al marito il titolo regio, attribuendogli soltanto i titoli di Principe di Taranto e Duca di Calabria. Ma le intenzioni dello sposo erano ben altre: subito dopo le nozze, Giacomo fece uccidere Pandolfello e stabilì il suo controllo diretto sulla corte attraverso funzionari francesi di sua fiducia, costringendo Giovanna a riconoscergli il titolo di re di Napoli. La prepotenza del sovrano consorte suscitò i malumori dei baroni napoletani.

Nel settembre del 1416 la nobiltà scatenò contro Giacomo violenti tumulti nella capitale, finché questi non si vide costretto a rinunciare al titolo regio e rispedire in Francia i funzionari che gli garantivano il controllo della corte di Napoli. È in questo periodo che Giovanna diede inizio a quella che passerà alla storia come la più celebre e discussa delle sue relazioni. Favorito della regina diventò il giovane e ambizioso Sergianni Caracciolo, che acquisirà negli anni un enorme potere. Estromesso dalle vicende di governo e frenato nei suoi propositi di potere, nel 1418 Giacomo di La Marche decise di abbandonare Napoli e di ritirarsi in Francia, dove vestì l'abito dei francescani fino alla morte che avvenne nel 1438.

Dopo il 1419 i rapporti di Giovanna con il Papa Martino V si incrinarono.I rapporti fra Regno di Napoli e Papato si basavano su una condizione di vassallaggio del Regno di Napoli alla Chiesa.

In virtù della sua signoria feudale sul meridione d'Italia, Martino V chiese alla regina sostegno economico per la ricostituzione del suo esercito. Giovanna, istigata dal Caracciolo, negò l'aiuto al pontefice, che, incollerito, decise di combattere la Regina e trovare sostenitori non fu difficile: il Papa ebbe subito l'appoggio di Luigi III d'Angiò, figlio del rivale di Ladislao e anch'egli pretendente al trono di Napoli in virtù del diritto ereditario che la regina Giovanna I aveva conferito al nonno Luigi I prima di essere spodestata e uccisa da Carlo III, padre di Giovanna II.

Nel 1420 Luigi III sbarcò in Campania alla conquista del regno. La situazione di Giovanna sembrò prossima a precipitare, ma fu in questo momento che il papa, nel tentativo di trarre immediati vantaggi dalla minaccia scagliata contro la sovrana napoletana, si finse mediatore della controversia e convocò a Firenze gli ambasciatori delle due parti per cercare, disse, un compromesso. L'ambasceria di Giovanna smascherò la posizione ambigua del pontefice e portò alla regina un potente alleato, il re Alfonso V d'Aragona, il quale fu adottato,dalla donna, come figlio ed erede al trono.Quando il re d'Aragona entrò nel Regno cercando di esercitare il potere regale anzitempo ,mostrando anche odio verso il potente Sergianni Caracciolo,provocò lo sdegno di Giovanna e ne revocò l'adozione.In seguito,per una serie di circostanze sfavorevoli,Alfonso V fu costretto a rientrare in Spagna.

La sfrenata ambizione del Caracciolo, sempre più avido di potere e ricchezze, cominciò ad irritare la regina, stanca della posizione di sottomissione ai voleri di quell'uomo che lei stessa aveva reso così potente. Opportunamente consigliata dalla sua corte, il 19 agosto 1432 Giovanna fece eseguire l'assassinio di Sergianni, ucciso a pugnalate da un gruppo di sicari nelle stanze di Castel Capuano. Per Luigi d'Angiò, risultato vincitore nella contesa con Alfonso d'Aragona, il momento della salita al trono non sarebbe arrivato mai. Nel novembre del 1434, a Taranto, l'erede designato morì senza poter accedere al diritto dinastico faticosamente conquistato. Giovanna, ormai anziana, dispose nel proprio testamento che alla sua morte la corona passasse al fratello di Luigi, Renato I d'Angiò.

fonte wikipedia e Civitas Neapolis asta Varesi

Il denaro con la Y di Giovanna II ha la seguente classificazione:

D/IOHAN REGIN SEC,nel campo Y coronata

R/HUGARIE IERL E SIC;croce gigliata

-Riferimenti P-R 1 CNI 8 MEC 14 , 740

una curiosità:si ha un denaro con Y nel campo in asta"UTRIUSQUE SICILIE" di Varesi al lotto n°167 a base d'asta di Lire 130.000 e in asta "CIVITAS NEAPOLIS"al lotto n°28 a base d'asta di Euro 50 ed è presente uno anche nell'asta di Numismatica Ars Classica asta n°16 a base d'asta di Lire 120.000

l'altro Denaro postato da fed può essere classificato così:

D/ALFI REX ARAGONU,stemma aragonese in losanga

R/REGINE DEFENSOR stemma D'Angiò-Durazzo in losanga

riferimenti:CNI 18 P-R. 1 CRUSAFONT 420 MEC 14, 741 RARISSIMO

presente in asta n°16 di Numismatica Ars Classica a base d'asta di Lire 600.000

La coniazione di questo Denaro per molti studiosi è attribuita al 1421,anno in cui Giovanna si "alleò" con Alfonso V;ma il Dottor Giuseppe Ruotolo ,nell'interessante articolo "Ipotesi circa la battitura del Denaro di Alfonso V D'Aragona con la leggenda REGINE DEFENSOR"pubblicato su R.I.N.vol.LXXXII del 1980 pag.169 propone la datazione al 1423.

--Ho una domanda da fare:come mai anche il Denaro con stemma aragonese è classificato come P-R 1?

-ottima conservazione il Denaro con Y postato da fed.

--Salutoni

-odjob


Inviato (modificato)

Il P/R classifica questo denaro al N°1 perchè considera il periodo Giovanna/Alfonso come un periodo a se. In questo non mi trova daccordo, infatti nel mio catalogo si trova al n°2. Esatte le legende riportate da Odjob, ma bisogna tener presente che vi sono diverse varianti.

Grazie odjob per aver approfondito la storia.

Al prossimo denaro...

P.S.

Per odjob, non è che hai una foto del denaro presente in asta n°16 di Numismatica Ars Classica a base d'asta di Lire 600.000. Te ne sarei grato.

Modificato da fedafa

Inviato

Rispondo a fedafa dicendo che ,purtroppo, non ho foto del Denaro di Giovanna II e Alfonso V e che il Denaro da lui postato non è quello posto in asta n°16 da NAC.

Avevo visto i Denari pubblicati in asta n°16 da NAC da qualche mese e li avrei postati in questa discussione se avessi trovato foto sul web ,ma non avendo trovato foto non li ho potuti postare e mi era sfuggito di chiedere se qualcuno del forum avesse avuto foto di questi Denari.

Ti ringrazio fed per averli postati e mi dispiace di non esserti utile per la foto che cerchi a riguardo del Denaro pubblicato su catalogo d'asta n°16 di NAC

--Per rispondere a Picchio ,dico che ,non sono sicuro che le monete napoletane poste in asta n°16 di NAC fossero della collezione Pannuti,anzi penso appartenessero alla collezione Di Rauso,ma potrei sbagliarmi.Nell'asta n°16 sono state poste in vendita importanti monete napoletane bellissime e di enorme rarità .In questa mitica asta furono battute anche numerose monete papali ,anch'esse ,di rilevante importanza collezionistica.

La moneta postata da picchio precedentemente dovrebbe avere questa classificazione:

Napoli

Carlo d’Absburgo re di Spagna, delle due Sicilie etc. 1516-1554, V come imperatore del S.R.I. dal 1519

Carlino. ARGENTO

D/ Trifoglio CAROLVSROMANOR R-EX Busto giovanile e coronato, a s.; dietro, G (Marcello Gazzella, maestro di zecca).

R/R ARAGO:VTRIVSQ SI[ET] Stemma a tutto campo sormontato da aquiletta bicipite con scudetto austriaco caricato sul petto.

Riferimenti:CNI 545. Pannuti-Riccio 26.

--Salutoni

-odjob


Inviato

Sono passate in quell'asta alcune monete poi pubblicate sul Pannuti Riccio, immaginavo fosse la stessa proveninza. L'altra collezione da Lei citata è una vendita italiana di pochi anni fa. Grazie per la classificazione, anche se non è di grande qualità, la trovo comunque interessante per il ritratto meno austero di Carlo V, si fa fin fatica pensare sia lo stesso sovrano del mezzo ducato.


Inviato

Come promesso oggi posto un altro denaro della zecca di Napoli.

Si tratta del denaro vedovile emesso da Giovanna d'Angiò (1343-1347).

D/ D IOhANNA DEI GRATIA, Stemma a losanga (vedovile) con 4 fiordalisi e lambello.

R/ +IER. ET. SICIL’ REGINA, Croce trifogliata cantonata da globetti, il tutto in losanga.

16,5 mm 0,6 g Rif. P/R n°4

Anche in questo caso la conservazione non è delle migliori e la legenda può variare.


Inviato

Salute

attenzione picchio ,il Pannuti e Riccio ,sulle monete napoletane, è stato pubblicato nel 1984 mentre l'asta n°16 di Numismatica Ars Classica si è svolta ad ottobre dell'1999,quindi,semmai,le monete pubblicate sul Pannuti e Riccio sarebbero state poi poste all'asta n°16 di NAC e ciò potrebbe anche essere.

La settimana prossima saprò dire se le monete del Libro sono,poi,state battute all'asta n°16 di NAC,oppure nelle aste sulle monete napoletane e siciliane di Varesi .

--salutoni

-odjob


Inviato

Sostanzialmente è quelo che pensavo, e che ho mal espresso, prima la pubblicazione del libro e poi la vendita della raccolta, fare l'opposto sarebbe una pessima scelta comemricale.

La ringrazio, basta confrontare i cataloghi.


Inviato
Sono passate in quell'asta alcune monete poi pubblicate sul Pannuti Riccio, immaginavo fosse la stessa proveninza. L'altra collezione da Lei citata è una vendita italiana di pochi anni fa. Grazie per la classificazione, anche se non è di grande qualità, la trovo comunque interessante per il ritratto meno austero di Carlo V, si fa fin fatica pensare sia lo stesso sovrano del mezzo ducato.

366540[/snapback]

E' infatto un ritratto (nel carlino, ma esistono anche dei ducati con il medesimo stile) dei primi anni di regno del grande sovrano, permeati ancora da una connotazione fisiognomica, al pari degli altri ritratti rinascimentali, e non da elementi manieristici, evidenti nei ritratti della maturita' di Carlo V, che ne idealizzano il sovrano, lasciandoci delle ottime incisioni, da un punto di vista artistico, ma assai distnati dai tratti realistici che connotano i migliori ritratti del Rinascimento.

numa numa


Inviato (modificato)

Mi piace molto la figura di Carlo v, sia sotto il piano storico che iconografico. Le emissioni che amo maggiormente, però, sono quelle della maturità, e tra queste spicca il 25 soldi di Milano con al rovescio il Po e la Salvezza (o chiamatela Salute se preferite). Il ritratto al dritto lo trovo davvero molto piacevole...

Modificato da BiondoFlavio82

Inviato

Salute

per rispondere a picchio dico che ho visionato e confrontato le monete pubblicate sul Pannuti e Riccio con i cataloghi d'asta :Numismatica Ars Classica n°16 ,"Civitas Neapolis" di Varesi ed "UTRIUSQUE SICILIAE"sempre della casa d'aste Varesi

ebbene non ho trovato monete pubblicate sul libro che fossero poi state vendute nelle tre aste citate sopra .

Ho riscontrato una somiglianza fra il Denaro di Giovanna II D'Angiò presente nel Pannuti e Riccio e quello nell'asta n°16 di NAC ma potrei sbagliarmi.

Non che ciò sia di vitale importanza ,ma era uno "sfizio" da appassionati verificare se nelle tre aste vi fossero le monete pubblicate sul mitico libro Pannuti e Riccio che ha un'enorme valenza non solo sul piano numismatico ma anche su quello bibliografico

--Salutoni

-odjob


Inviato

Torno per postare un altro denaro, interessante perchè è in pratica l'ultimo denaro i biglione ad essere coniato nella zecca di Napoli. Si tratta di un'emissione a nome di Carlo V. La conservazione, in attesa di esemplari migliori, è bassa, ma come tutti i denari in biglione, è difficile da trovarsi in buono stato.

D/ CAROLVS V IMPERATOR, Colonne d’ercole su onde sormontate da corona, in due linee PLVS V/ LTRA

R/ +HISPANIARVM°ET°VTRIVSQ(ue)° SR, Croce potenziata.

Rif. P/R n°40 - 16 mm - 0,65 g - Considerata RR


Inviato

Salute

vado ad arricchire questa discussione con questa RARA moneta:

Napoli

Francesco I di Borbone (1825-1830).

Mezza piastra 1826. AG

D/FRANCISCVS I. DEI GRATIA REX Testa a d.; sotto, ·1826.

R/REGNI VTR. – SIC.ET HIER. Stemma coronato; sotto, G.60. Sul taglio, in incuso, PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS giglio.

Riferimenti: CNI 16. Pannuti-Riccio 11. Pagani 115.

La moneta fa parte di una collezione privata e la foto riprende questa moneta.

--Salutoni

-odjob

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Inviato

Salute

peccato per il colpo ad ore 2 sul contorno

Eccellente patina antica e rilievi leggibili in massima parte.

in allegato vi invio il Rivescio

--Salutoni

-odjob

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Inviato

Salute

proseguendo con le monete dei Durazzo vi posto un'altro Denaro di Carlo III,ma prima un po'di storia:

Carlo III di Napoli, noto anche come Carlo di Durazzo e Carlo II d'Ungheria (Napoli, 1345 – Visegrad, 24 febbraio 1386), fu Re di Napoli ,Re di Gerusalemme (1382 - 1386), Re d'Ungheria col nome di Carlo II detto il Breve (1385 - 1386) e Principe d'Acaia (1383 - 1386).

Figlio di Luigi, terzo duca di Durazzo, e di Margherita di Sanseverino, bisnipote di Carlo II di Napoli, fu cugino di secondo grado della regina Giovanna I, dalla quale fu adottato come figlio ed erede in quanto unico discendente maschio del ramo principale degli Angioini di Napoli. Pare che Giovanna abbia avuto un'infatuazione verso di lui nel corso della sua giovinezza, ma con suo grande dispiacere questo sentimento non fu mai ricambiato.

Nel 1369 Carlo sposò Margherita di Durazzo, sua cugina diretta e figlia di Maria, sorella minore di Giovanna.

Nel 1381 gli effetti dello Scisma d'Occidente si ripercossero anche sulle vicende del regno napoletano. Giovanna prese le parti dell'antipapa francese Clemente VII e revocando i diritti precedentemente riconosciuti a Carlo adottò come figlio ed erede Luigi I d'Angiò, fratello di Carlo V di Francia, mentre Carlo di Durazzo si poneva a sostegno del pontefice romano Urbano VI. Il conflitto che ne derivò spinse Urbano a dichiarare Giovanna decaduta (1381) e ad assegnare il regno a Carlo.

Mentre Carlo avanzava verso Napoli con un esercito di soldati ungheresi, Luigi d'Angiò fu costretto a rimanere in Francia per la morte improvvisa del fratello, che lo lasciava reggente del minorenne Carlo VI. All'avvicinarsi delle truppe del pretendente, Giovanna schierò una debole difesa ponendo a capo delle milizie stanziate ad Aversa il quarto marito Ottone di Brunswick. Carlo, intrapresa un'altra via per entrare nel regno, si portò sotto le mura di Napoli e il 16 luglio 1381 entrò nella capitale, sconfiggendo Ottone. Giovanna, asserragliata in Castel dell'Ovo, fu assediata per un mese prima di cadere nelle mani del nemico. Con la presa del trono di Napoli e la caduta della regina, Carlo vendicò la morte del principe Andrea, fratello del re d'Ungheria Luigi I il Grande e primo marito di Giovanna, assassinato nel 1345 da una congiura di Palazzo della quale fu accusata la stessa sovrana. Così, nel 1382, Carlo cinse la corona di Napoli assumendo il nome di Carlo III.

La conquista del regno non era ancora definitivamente conclusa. Ad Avignone, Clemente VII incoronò Luigi d'Angiò re di Napoli e lo inviò a destituire Carlo e a impadronirsi del trono. L'erede adottivo di Giovanna, preso possesso delle contee di Provenza e Forcalquier, marciò verso Napoli per reclamare con le armi i suoi diritti. Carlo decise che era giunto il momento di sgombrare il campo da qualsiasi rivendicazione ed affermare una volta per tutte il suo completo dominio sul regno. Il 12 maggio 1382 i sicari del re assassinarono Giovanna I nel castello di Muro Lucano, dove era stata relegata all'indomani della conquista del trono da parte del Durazzesco. L'anno seguente, ereditò il titolo di Principe d'Acaia da Giacomo di Baux. Luigi d'Angiò invase il regno nel corso del 1384, ma giunto in Puglia, morì improvvisamente senza portare a termine l'impresa. Carlo di Durazzo fu allora sovrano assoluto di Napoli.

Di colpo anche il potente alleato di Carlo gli si rivoltò contro. Papa Urbano VI, scontento per non aver ricevuto i compensi stabiliti per il proprio appoggio alla causa del Durazzesco, entrò nel regno a reclamare quanto pattuito. Stabilitosi al castello di Nocera, uno dei feudi oggetto della trattativa, Urbano pretese la sottomissione del re alla sua autorità e sventata una congiura ai suoi danni, scomunicò Carlo. Le truppe del re assediarono il castello di Nocera per mesi, ma il papa riuscì a liberarsi dalla morsa del nemico e a fuggire a Genova via mare.

Nel settembre del 1382 morì Luigi I d'Ungheria, che lasciava il trono alla figlia Maria. Appena risolta la controversia col papa, Carlo si precipitò a Buda per rivendicare il trono in quanto unico erede maschio del ramo principale degli Angioini. Nel dicembre del 1385, col favore di una buona parte del popolo e della nobiltà, spodestò la regina Maria ed assunse la corona d'Ungheria col nome di Carlo II.

La vedova di Luigi, Elisabetta, decisa a liberarsi dell'usurpatore, ordì un complotto contro di lui e lo fece assalire da un gruppo di sicari agli inizi del 1386. Rinchiuso nella prigione di Visegrad, Carlo morì avvelenato il 24 febbraio 1386. Il suo corpo fu tumulato nella città di Belgrado. Entrambi i figli, prima Ladislao I, poi Giovanna II, gli successero sul trono di Napoli, ultimi sovrani della Casa d'Angiò.

Napoli

Carlo III di Durazzo(1382-1386). Denaro

D/+KAROL TERCIVS DEI GRA intorno a corona.

R/+ IERVSAL ET SICIL REX intorno a croce di Gerusalemme.

Riferimenti: CNI 13. Pannuti-Riccio 3. Biaggi 1650

--Salutoni

-odjob

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Inviato

Non potevamo mancare ,in questa discussione,le monete coniate quando Napoli era "Ducato Autonomo"(VIII Secolo).

Poco dopo la metà dell'VIII secolo ,Napoli,pur sempre provincia periferica dell'impero bizantino,divenne Ducato semidipendente di Bisanzio.Di tale parziale autonomia è indice,in queste monete,la sostituzione del busto dell'imperatore bizantino,con quello di San Gennaro,patrono della città.Queste storiche monete emesse a partire dal 764 d.C.sotto il dominio del duca Stefano II ed indicate come emissioni del governo autonomo della città,necessitano di una riflessione:a Napoli nella prima metà dell'VIII secolo,dopo la promulgazione del decreto iconoclasta da parte dell'imperatore bizantino Leone III,vi fu una tendenza filobizantina ad introdurre anche nel Ducato di Napoli l'iconoclasmo durante il vescovato di Calvo.A questi successe nel 763 il vescovo Paolo II il quale, dopo aspri contrasti,ripristinò l'iconodulia(il culto delle immagini sacre).Da questo periodo il Ducato incominciò ad allontanarsi sempre più apertamente da Bisanzio,schierandosi con Roma e con l'Occidente.In ogni caso nella seconda metà dell'VIII secolo non vi fu un Ducato autonomo a Napoli e pertanto la dizione è impropria(fonte Numismatica Ars Classica)

Napoli

Emissioni Autonome.

Mezzo follaro, circa 832-840, æ

D/ NEA / þOL / IC

R/ Busto nimbato di S: Gennaro di fronte

Riferimenti: CNI 9. PR. 2. MEC 14, 4.

Moneta da asta n°26 di Numismatica Ars Classica

--Salutoni

-odjob

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