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Regno di Napoli:::Le monete


Risposte migliori

Ciao Odjob bellessimo esemplare, già...in effetti meglio della 1842, per apprezzarla ancora di più ci vorrebbero le foto di Fabrizio.

P.S. qualche volte un pò di contorni non farebbero male alla vista...non credi ?

Modificato da peter1
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Hai ragione peter

ho dimenticato di scrivere che il contorno è "l'ormai rarissimo" PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS :) inframmezzato da gigli.

Sono il primo a dire che i contorni vanno fotografati ma quando siamo dinanzi a varianti però.

--salutoni

-odjob

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Vedi peter,a te la scritta sul contorno è continua e senza interruzioni.

Potrebbe essere una delle tante varianti create dalla Zecca napoletana appositamente per riconoscere le monete false ;)

--Salutoni

-odjob

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Salute

so che fra gli appassionati di monete napoletane vi sono coloro che prediligono quelle di Carlo II,ebbene quest'oggi voglio postare questa:

Mezzo Ducato: CARLO II D'ASBURGO(1674-1700) anno 1684 Zecca di Napoli; argento

D/Scritta periferica CAROLVS . II.D.G.HISP.E.VTR.SICIL.REX ;nel campo il busto di Carlo II vestito con abito regale;sotto il busto monogramma IM(Giovanni Montmain,maestro di conio).Bordo perlinato

R/Scritta periferica RELIGIONE.ET.GLADIO e la data;newl campo la Vittoria seduta su globo terrestre,mentre regge con la mano destra uno scudo con lo stemma reale e con la sinistra una palma;sotto lo scudo le sigle AG/A.Bordo perlinato.

Riferimenti:PANNUTI E RICCIO 5a; MIR 295/2; D'ANDREA-ADREANI-PERFETTO 13

moneta presente in collezione privata

Rarità R3

Queste monete da un valore originario di 50 Grana,con la riforma del 1°gennaio 1689,assunsero il valore di 55 Grana,e dall'8 gennaio 1691 furono ancora svalutate a 66 Grana.

Sotto Carlo II,regnante debole fisicamente e caratterialmente, il Regno di Napoli continua a versare in una situazione di abbandono e degrado.

Vi è da dire,comunque,che le monete coniate sotto il "governo di Carlo II",sono fra le più belle del Regno di Napoli,e secondo me,in quel periodo ,in Europa e nel mondo non vi furono coniazioni di simile bellezza.

La moneta,nello specifico,presenta una bella patina antica in cui emergono punti di iridescenze(la foto non rende).La moneta ha poco circolato,poichè conserva molti rilievi che ,altrimenti,una assidua circolazione avrebbe consunto.

--Salutoni

-odjob

post-1715-0-36359500-1324829147_thumb.jp

post-1715-0-76154600-1324829161_thumb.jp

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il mezzo ducato di Carlo II è una delle monete, esteticamente parlando, migliori mai coniate dalla zecca napoletana seconda forse solo alla piastra del Sebeto.

Od non ti preoccupare, nonostante le foto, si colgono ancora le sfumature della patina iridescente.

Auguri

Modificato da Layer1986
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Guest fabrizio.gla

Mi dimentico sempre che c'è questa bellissima discussione da seguire...

Grazie per gli ultimi contributi, mi sa che devo rileggermela tutta daccapo questa discussione, un bel ripasso ;)

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Salute

so che fra gli appassionati di monete napoletane vi sono coloro che prediligono quelle di Carlo II,ebbene quest'oggi voglio postare questa:

Mezzo Ducato: CARLO II D'ASBURGO(1674-1700) anno 1684 Zecca di Napoli; argento

D/Scritta periferica CAROLVS . II.D.G.HISP.E.VTR.SICIL.REX ;nel campo il busto di Carlo II vestito con abito regale;sotto il busto monogramma IM(Giovanni Montmain,maestro di conio).Bordo perlinato

R/Scritta periferica RELIGIONE.ET.GLADIO e la data;newl campo la Vittoria seduta su globo terrestre,mentre regge con la mano destra uno scudo con lo stemma reale e con la sinistra una palma;sotto lo scudo le sigle AG/A.Bordo perlinato.

Riferimenti:PANNUTI E RICCIO 5a; MIR 295/2; D'ANDREA-ADREANI-PERFETTO 13

moneta presente in collezione privata

Rarità R3

Queste monete da un valore originario di 50 Grana,con la riforma del 1°gennaio 1689,assunsero il valore di 55 Grana,e dall'8 gennaio 1691 furono ancora svalutate a 66 Grana.

Sotto Carlo II,regnante debole fisicamente e caratterialmente, il Regno di Napoli continua a versare in una situazione di abbandono e degrado.

Vi è da dire,comunque,che le monete coniate sotto il "governo di Carlo II",sono fra le più belle del Regno di Napoli,e secondo me,in quel periodo ,in Europa e nel mondo non vi furono coniazioni di simile bellezza.

La moneta,nello specifico,presenta una bella patina antica in cui emergono punti di iridescenze(la foto non rende).La moneta ha poco circolato,poichè conserva molti rilievi che ,altrimenti,una assidua circolazione avrebbe consunto.

--Salutoni

-odjob

Il mezzo ducato RELIGIONE ET GLADIO con sigla IM dell'incisore al dritto è una delle più rare monete napoletane di Carlo II, molti non fanno caso a questa variante perchè pensano che si differenzia dal tipo più comune per la sola sigla, in realtà il dritto è tutt'altra cosa. il tipo con la crocetta sotto il busto del re è attribuibile ad un altro incisore e non al Montmain. Basta osservare l'impostazione dell'incisione della capigliatura e dell'espressione del re. Nell'asta Civitas Neapolis era presente questa moneta ed anche in bella conservazione. Questa di Obrobr è comunque un esemplare piacevole e con una patina omogenea. Bel colpo, complimenti!!

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;)

Maestro di Conio nel 1683-1684 fu Domenico Rendina

--Salutoni

-odjob

Quindi potrebbe essere attribuito a lui il conio del Mezzo Ducato con la croce greca del 1684 a cui alludeva Francesco, se fosse così non avevo sparato mica una cavolata.

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;)

Maestro di Conio nel 1683-1684 fu Domenico Rendina

--Salutoni

-odjob

Quindi potrebbe essere attribuito a lui il conio del Mezzo Ducato con la croce greca del 1684 a cui alludeva Francesco, se fosse così non avevo sparato mica una cavolata.

Si, avete ragione, mi era sfuggita questa nota, Rendina era maestro di conio reggente negli anni 1683-1684. Mi era sorto il dubbio all'inizio e non ero andato a leggere nei miei appunti. Ma non dimentichiamo che molte cose sono dubbie, ad esempio, i tarì e i mezzi ducati datati 1683 con il punto celtico come interpunzione sono attribuibili alla mano di un Hamerani, che ruolo aveva quindi il Rendina nella produzione dei conii dei sopra-citati nominali? Grazie comunque per la segnalazione. :good:

Modificato da francesco77
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;)

Maestro di Conio nel 1683-1684 fu Domenico Rendina

--Salutoni

-odjob

Quindi potrebbe essere attribuito a lui il conio del Mezzo Ducato con la croce greca del 1684 a cui alludeva Francesco, se fosse così non avevo sparato mica una cavolata.

Si, avete ragione, mi era sfuggita questa nota, Rendina era maestro di conio reggente negli anni 1683-1684. Mi era sorto il dubbio all'inizio e non ero andato a leggere nei miei appunti. Ma non dimentichiamo che molte cose sono dubbie, ad esempio, i tarì e i mezzi ducati datati 1683 con il punto celtico come interpunzione sono attribuibili alla mano di un Hamerani, che ruolo aveva quindi il Rendina nella produzione dei conii dei sopra-citati nominali? Grazie comunque per la segnalazione. :good:

e se Rendina fosse diventato reggente dopo l'Hamerani? :D si spiega così anche l'esiguo numero di tarì e ducati (col doppio emisfero) del 1683 con il triscele ;)

Modificato da Layer1986
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Giovanni Hamerani non è mai stato a Napoli. Se leggi lo studio sul tarì inedito del 1683 è scritto perchè.

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Gli eventi accaduti a Napoli durante questo periodo (1680-1683) riguardante la coniazione delle monete sono ormai a conoscenza di tutti e per chi fosse ancora a corto di notizie in merito consiglio l'articolo di Francesco nel quale vengono esposte e chiarificate in maniera completa ed esaustiva una serie di problematiche conseguenti agli impianti del nuovo sistema a bilanciere.

http://www.ilportaledelsud.org/carlosec_a.pdf

Apro una breve parentesi ricordando che sotto Carlo II la produzione monetale diventò artisticamente di gran lunga superiore a tutta quella dei precedenti Sovrani sia per la sopravvenuta e tanto attesa riforma monetaria sia perchè si attuarono tutte gli accorgimenti per porre fine alla situazione precaria degli anni precedenti e la coniazione, per la prima volta di grosse Piastre/Ducati abbia determinato l'intervento di personaggi esperti e rinomati in questo campo, come gli Hamerani.

Lentezza e difficoltà tecniche erano sicuramente dovute a personaggi inesperti all'interno della zecca durante le prime coniazioni tra le quali ricade sicuramente la serie del triscele o punto celtico, che nell'articolo di Francesco, affrontando questa nuovissima novità monetale, si ipotizza appartenente alla mano dell'Hamerani.

Ciò presumo sia avvenuto nella sola fase iniziale della coniazione di questi nuovi modelli (ricordo l'assenza di sigle di ufficiali di zecca al rovescio) e che questi abbiano spianato poi la strada alle coniazioni successive dove (ritornando all'attinenza della discussione del mezzo Ducato con la croce) Domenico Rendina, reggente l'ufficio come maestro di conio in quegli qnni ebbe l'onore e l'onere di inciderne alcuni (sicuramente di conio diverso, con la presenza della croce sotto il busto del sovrano) come fase preparatoria o modelli di prova a quelli che sarebbero divenuti poi, i primi a recare la sigla dell'incisore e suo caro amico Giovanni Montmain sigla IM in monogramma.

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Gli eventi accaduti a Napoli durante questo periodo (1680-1683) riguardante la coniazione delle monete sono ormai a conoscenza di tutti e per chi fosse ancora a corto di notizie in merito consiglio l'articolo di Francesco nel quale vengono esposte e chiarificate in maniera completa ed esaustiva una serie di problematiche conseguenti agli impianti del nuovo sistema a bilanciere.

http://www.ilportale.../carlosec_a.pdf

Apro una breve parentesi ricordando che sotto Carlo II la produzione monetale diventò artisticamente di gran lunga superiore a tutta quella dei precedenti Sovrani sia per la sopravvenuta e tanto attesa riforma monetaria sia perchè si attuarono tutte gli accorgimenti per porre fine alla situazione precaria degli anni precedenti e la coniazione, per la prima volta di grosse Piastre/Ducati abbia determinato l'intervento di personaggi esperti e rinomati in questo campo, come gli Hamerani.

Lentezza e difficoltà tecniche erano sicuramente dovute a personaggi inesperti all'interno della zecca durante le prime coniazioni tra le quali ricade sicuramente la serie del triscele o punto celtico, che nell'articolo di Francesco, affrontando questa nuovissima novità monetale, si ipotizza appartenente alla mano dell'Hamerani.

Ciò presumo sia avvenuto nella sola fase iniziale della coniazione di questi nuovi modelli (ricordo l'assenza di sigle di ufficiali di zecca al rovescio) e che questi abbiano spianato poi la strada alle coniazioni successive dove (ritornando all'attinenza della discussione del mezzo Ducato con la croce) Domenico Rendina, reggente l'ufficio come maestro di conio in quegli qnni ebbe l'onore e l'onere di inciderne alcuni (sicuramente di conio diverso, con la presenza della croce sotto il busto del sovrano) come fase preparatoria o modelli di prova a quelli che sarebbero divenuti poi, i primi a recare la sigla dell'incisore e suo caro amico Giovanni Montmain sigla IM in monogramma.

Bravissimo Pietro, questo concetto è molto vicino al mio, per rispondere a Layer68 poi, ci sarebbero alcuni aspetti ancora irrisolti e da valutare in ordine cronologico. Gaspar de Haro, nuovo vicere di Napoli ed accanito sostenitore della nuova riforma monetaria, proveniva da Roma, all'epoca territorio indiscusso dell'Hamerani, e l'impronta delle nuove monete era certamente attribuibile ad esso, per cui; considerando che quest'ultimo incise i conii e non venne mai a Napoli, resta da capire se queste prime monete (sperimentali o no) siano state battute materialmente a Roma o a Napoli. Considerate che il Bovi studiava in maniera molto dettagliata e meticolosa i documenti d'archivio della zecca e non trovò alcun documento di quei primi anni della nuova monetazione. Dove cercare quindi documenti in grado di soddisfare la nostra ricerca? Semplice, basta mettersi alla ricerca tra gli archivi della città capitolina ed individuare le documentazioni provenienti dalla bottega egli Hamerani che si trovava originariamente in via dei Coronari; nello studio sul tarì del 1683 ho dato delle indicazioni estrapolate dal testo del 2009 di Adolfo Modesti sulle medaglie papali annuali dove è possibile leggere alcune notizie d'archivio sull'acquisizione dei conii e degli accessori degli Hamerani da parte dello Stato Pontificio.

p.s. I documenti che riportano le notizie dei conii di queste monete napoletane incisi da Giovanni Hamerani esistono e ne sono certo, anche Ridolfino Venuti (grande numismatico del XVIII secolo) ne era a conoscenza, altrimenti non avrebbe scritto quel che ha scritto, dico bene? Nello studio pubblicato su CN c'è qualche indicazione.

Modificato da francesco77
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Lentezza e difficoltà tecniche erano sicuramente dovute a personaggi inesperti all'interno della zecca durante le prime coniazioni tra le quali ricade sicuramente la serie del triscele o punto celtico, che nell'articolo di Francesco, affrontando questa nuovissima novità monetale, si ipotizza appartenente alla mano dell'Hamerani.

In realtà gli esperimenti con i bilancieri erano già documentati precedentemente il 1680, ad esempio il carlino antitosatura coniato sotto Filippo IV (alcuni esemplari sono datati 1624) ha ragion d'essere solo grazie alla presenza dei bilancieri, l'unico motivo che riportò la coniazione con il martello fu il fatto che costava più produrre monete che le monete stesse. E' evidente capire la difficoltà per una moneta come il carlino, i due cerchi concetrici dovevano essere ben centrati nel tondello, cosa che con il martello risulta abbastanza difficile.

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E' anche vero che la tecnologia del bilanciere si sia potuta evolvere nel corso degli anni, vuoi mettere l'esperienza degli anni del Biblia con quella del 1680 nella zecca di Napoli e quella degli Hamerani a Roma?

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Sto leggendo il De Sopo in cui spiega molto bene le tecniche di emissioni monetali del Regno di Napoli anche quelli con gli "ingeni tedeschi"che furono poi adoperati per coniare le monete di Carlo II.

Il sistema quindi di porre fine alla tosatura ed un concetto che non deve sfuggire è che dal 1680 le monete,per le loro caratteristiche disinguibili, passarono da varietà a varianti(con ,forse,più consapevolezza umana nel marcare le monete)

--Salutoni

-odjob

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Salute a voi

in questa discussione sono stati postati i 120 Grana 1841 con la particolarità che al Dritto vi è la testa del sovrano più grande degli altri 120 Grana medesimo anno.

Oggi voglio aggiungerne un'altro evidenziandone alcune particolarità ,affinchè non vi siano dubbi sulla riconoscibilità e la distinzione delle due tipologie monetali.

120 Grana :FERDINANDO II DI BORBONE(1830-1859) Zecca di Napoli anno 1841 Argento

D/Testa di Ferdinando II nuda e barbuta a destra;attorno scritta FERDINANDVS II DEI GRATIA REX(la legenda è staccata sulla testa) e sotto al collo la data

R/Stemma coronato;attorno scritta REGNI VTR SIC.ET HIER.,segue l'indicazione del valore G120

Contorno in incuso:giglio PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS (normale e senza varianti)

Rarità R3 :la moneta presenta al D/la testa più grande rispetto agli altri nominali coniati nel medesimo anno(come si è detto ,per il D/è stato utilizzato il conio del 10 Tornesi)

Riferimenti:PANNUTI E RICCIO 66 var.;MIR 502

Moneta appartenente a collezione privata

--Salutoni

-odjob

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Salve a tutti,

oggi voglio essere io a proporvi una moneta made in naples.

CORONATO

Ferdinando I d'Aragona

Zecca di Napoli 1462 - 1472

D:/

+ FERDINANDVS : D : G : R. SICI : IER . VN

M gotica sotto croce potenziata

2v991nb.jpg

R:/

. CORONATVS : QVIA [in monogramma] . LEGITIME : CERTAV .

Scena dell'incoronazione di Ferdinando I d'Aragona , ai lati il cardinale Orsino (legato papale) nel gesto di incoronare il re e il vescovo di Barletta alla sinistra di Ferdinando I d'Aragona

2cgbmev.jpg

Moneta comune ma sempre affascinante, un particolare interessante di questo particolare tondello è il peso: nonostante sembri sia stata tosata il peso (4,04 grammi) supera quello dei cataloghi (4,00 grammi), questo particolare può indicare una tosatura direttamente in zecca nella fase subito post coniazione? secondo me è plausibile.

Moneta da collezione privata

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