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Regno di Napoli:::Le monete


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Di questo Doppio Sestino di Federico III d'Aragona c'è la variante con scritta periferica al Rovescio:+GLORIA ET DIVICE°IN DOMO°EIVS

Monete con questa variante hanno riferimento Pannuti e Riccio n°10 e sono valutate rarità R5

--Salutoni

-odjob

Per monete medioevali/ rinascimentali a mio avviso R5 andrebbe dato a monete conosciute in non piu' di tre esemplari ed R4 a monete conosciute tra 4 e 10 esemplari

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Inoltre distinguerei attentamente tra rarita' di emittente e rarita' di nominale.

Un sovrano puo' aver emesso molte monete ma magari un 'emissione solo e' rara mentre per altri sovrani sono tutte rare ( es. Ferdinando II d'aragona a causa del suo breve regno )

Per una stessa emissione - generalmente assai comune - vi puo' essere una variante tipologica molto rara . Es il coronato di Ferdinando I emesso dopo la congiura dei baroni con la variante del drago dal volto umana. L'emissione di base e' normalmente molto comune mentre questo particolare tipo e' forse un R4

Idem - anche se meno rilevanti - i coronati con sigle particolari di cui alcune sono molto rare.

Insomma la rarita' non e' un concetto univoco o assoluto ma va sempre calato in uno specifico contesto..

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@@numa numa concordo quando dici che la rarità non è un concetto univoco.

 

secondo me fino ad una decina di pezzi conosciuti la moneta può considerarsi R5 ;R4 fino ad una trentina.Nel corso degli anni possono "saltar fuori"altri esemplari,per i più disparati casi,ed una moneta non è più molto rara.

L'esperienza del collezionista fa la differenza

 

--Salutoni

-odjob

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Mah naturalmente ognuno puo' considerare la classificazione che piu' gli aggrada

In tema di gradi di rarita' cerco di essere molto rigoroso : se su una scala il massimo è' rappresentato da R5 per monete conosciute in 2-3 es. dovrebbe essere applicata quella. Non ha senso comprendere nel grado R5 monete conosciute in 2 esemplari e quelle conosciute in 15 ...

Parlo ovviamente di monete medioevali e antiche . Per il Regno cambia tutto

Modificato da numa numa
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Ecco come la penso io :

fino a 5 esemplari la moneta è R5 - fino a 20 è R4 - fino a 40 R3 - fino a 70 R2

Non puoi essere così semplice e lineare. Proprio per una questione di domanda e offerta. In genere sono leggi esponenziali che regolano questi fenomeni.

Qui io seguirei più una serie di questo tipo. Non certo lineare.

5. 5x5=25. 25x5 ecc.

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Non puoi essere così semplice e lineare. Proprio per una questione di domanda e offerta. In genere sono leggi esponenziali che regolano questi fenomeni.

Qui io seguirei più una serie di questo tipo. Non certo lineare.

5. 5x5=25. 25x5 ecc.

 

E se poi esce un ripostiglio di monete medievali e vi cambia tutta la grammatica? E se saltano fuori altri 30 collezionisti nuovi nell'arco di qualche anno e quelle monete conosciute in 50 esemplari disponibili sul mercato diventano 20?

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E se poi esce un ripostiglio di monete medievali e vi cambia tutta la grammatica? E se saltano fuori altri 30 collezionisti nuovi nell'arco di qualche anno e quelle monete conosciute in 50 esemplari disponibili sul mercato diventano 20?

Infatti la rarità cambia col tempo. Per ogni moneta andrebbe aggiornata ogni 5 anni.

Basta pensare al follaro stretto con testa leone, che al tempo dello spahr era rarissimo. Ora ne trovi decine ogni giorno sulla baia.

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  • 4 settimane dopo...

Per gli amanti della specifica monetazione si prosegue con lo stesso regnante:
 
Cavallo:Federico III d’Aragona(1496-1501)Æ Zecca di Napoli

D/Busto con corona radiata a destra

R/Cavallo al passo verso destra; all’esergo L

Riferimenti:PANNUTI E RICCIO n°19;CNI n°126;MEC 14 n°1070

 

--Salutoni

-odjob

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Questo è un interessante:

 

Cavallo:FERDINANDO II D'ARAGONA(1495-1496) Zecca di Napoli AE

 

D/FERRANDVS°D°REX ;testa di Ferdinando I con ribattitura

 

R/EQVITAS  REGNI °°A°° con ribattitura

 

Riferimenti:MIR n°104

 

La moneta è interessante poiché non sono riuscito a comprenderne la ribattitura

 

--Salutoni

-odjob

 

La moneta appartiene a collezione privata e non è possibile pubblicare queste foto altrove,senza il mio consenso   

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Saltanto "di palo in frasca",sapendo di accontentare i borbonici,quest'oggi vi pubblico questo:
 
60 Grana:Ferdinando II di Borbone(1830-1859)Zecca di Napoli 1857 Argento

D/Testa nuda a destra
R/Stemma coronato

Riferimenti:PANNUTI e RICCIO n°111

 

--Salutoni

-odjob

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  • 4 mesi dopo...

Salute
in quest'ultimo periodo ho partecipato a molte aste numismatiche ma senza portare a casa monete napoletane
 
Quest'oggi nell'asta n°99 della casa d'aste Rauch al lotto n°1138 mi è "passata davanti agli occhi"questa moneta che aveva una base d'asta di €   200  ed ha realizzato €   3400+ diritti d'asta
 
120 Grana CARLO DI BORBONE(1734-1759) Zecca di Napoli anno 1748 Argento

D/CAR D G REX NEA HISP INFANS & C stemma coronato con ai lati monogramma ed iniziali VM - MM/R(Vincenzo Maria Mazzara e Giovanni Russo)
R/DE SOCIO PRINCEPS, Sebeto

Riferimenti:Pannuti e Riccio 26;Davenport 1399;MIR 336

 

--Salutoni

-odjob

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Saltanto "di palo in frasca",sapendo di accontentare i borbonici,quest'oggi vi pubblico questo:

 

60 Grana:Ferdinando II di Borbone(1830-1859)Zecca di Napoli 1857 Argento

D/Testa nuda a destra

R/Stemma coronato

Riferimenti:PANNUTI e RICCIO n°111

 

--Salutoni

-odjob

 

Che foto  :clapping:

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Awards

Questo è un interessante:

Cavallo:FERDINANDO II D'ARAGONA(1495-1496) Zecca di Napoli AE

D/FERRANDVS°D°REX ;testa di Ferdinando I con ribattitura

R/EQVITAS REGNI °°A°° con ribattitura

Riferimenti:MIR n°104

La moneta è interessante poiché non sono riuscito a comprenderne la ribattitura

--Salutoni

-odjob

La moneta appartiene a collezione privata e non è possibile pubblicare queste foto altrove,senza il mio consenso

La moneta è ribattuta su un cavallo di Carlo VIII per la zecca dell'Aquila. So vede chiaramente al R/... ILAN.. , parte della parola AQUILANA Modificato da vox79
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@@vox79 si il conio sovrastante è napoletano e non aquilano e il MIR le attribuisce rarità R5,ma ritengo che sia meno rara di quanto ritenga il MIR(ne ho visto un'altra postata nel forum    http://www.lamoneta.it/topic/144337-ferdinando-i-daragona/   )  

 

--Salutoni

-odjob 

Modificato da odjob
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@@vox79 si il conio sovrastante è napoletano e non aquilano e il MIR le attribuisce rarità R5,ma ritengo che sia meno rara di quanto ritenga il MIR(ne ho visto un'altra postata nel forum)

--Salutoni

-odjob

Hai ragione. Per me è un R3 non di più. Ne ho visti un paio

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Dopo il 120 Grana 1748 postato ,dal momento che in questa discussione vi sono poche monete riguardanti Gioacchino Murat posto questo:
 
5 Lire GIOACCHINO NAPOLEONE MURAT( 1808-1815) Zecca di Napoli anno 1813 Argento gr.24,84
 
D/GIOACCHINO NAPOLEONE. Testa del re volta a destra 
R/ REGNO DELLE DUE SICILIE. Stemma coronato.
 
Riferimenti:Pannuti e Riccio 13;Pagani 58d;Davenport 167; M.I.R. 441/1. 
 
La moneta è stata venduta dalla casa d'aste Numismatica Ars Classica nell'asta n°89 ed era presentata al lotto n°223;aveva una base di partenza di €   750 ed è stata aggiudicata ad €    1200 + diritti d'asta 
 
Da biografieonline.it:
Gioacchino Murat nasce a Labastide-Fortunière, Cahors, il 25 marzo 1767. Destinato dal padre locandiere alla vita ecclesiastica, a vent'anni lascia il seminario per abbracciare quella militare. Si arruola come postiglione in un reggimento di cacciatori a cavallo e già sei anni dopo, nel 1793, raggiunge lo status di ufficiale, iniziando a collaborare con Napoleone Bonaparte che gli conferisce, nel 1796, il grado di generale di brigata fino a diventare suo aiutante di campo.
In tale veste,il 21 luglio 1798,partecipa e contribuisce in modo decisivo alla vittoria nella battaglia delle Piramidi e l'anno successivo guida la spedizione in Siria. Rientrato in Francia è fra i più efficaci collaboratori nel colpo di Stato attuato da Napoleone nel novembre 1799 quando, alla guida dei granatieri, estromette da Saint-Cloud i deputati del Consiglio dei Cinquecento guadagnandosi la nomina di Comandante della Guardia Consolare. Rinsalda ulteriormente il legame con l'imperatore sposandone la sorella Carolina Bonaparte, il 22 gennaio 1800.
Nel 1804 ottiene l'altissimo riconoscimento di Maresciallo di Francia. Quattro anni dopo l'imperatore gli offre la corona di Napoli, lasciata libera da Giuseppe Bonaparte chiamato al trono di Spagna. Si insedia, dunque, con il nome di Gioacchino Napoleone e, anche in funzione della dichiarazione dell'imperatore di riconoscere piena autonomia al regno, all'atto della sua conquista, avvia una politica di progressivo affrancamento dall'influenza - vista sempre più come ingerenzadella Francia.
In questa missione,che egli immagina proiettata verso l'unificazione nazionale italiana, trova utile supporto nel prefetto di polizia e consigliere di Stato Antonio Maghella il quale si occupa,tra l'altro, degli allacciamenti con la Carboneria.
Nel 1812 combatte in Russia al fianco dell'imperatore ma due anni dopo, in seguito alle sorti avverse di Napoleone, avvia segretamente contatti con l'Austria, inviandovi il principe di Cariati, e con gli inglesi, incontrando personalmente un delegato di lord Bentinck, a Ponza. Da tali manovre scaturisce un accordo con le due potenze che gli garantiscono la conservazione della corona. Ma il Congresso di Vienna, che apre l'età della Restaurazione, decide la restituzione ai Borboni del regno di Napoli: Murat dichiara guerra all'Austria, si riavvicina a Napoleone, che nel frattempo è fuggito dall'esilio dell'Elba, e parte con il suo esercito alla conquista dell'Italia del nord.
Al suo comando annovera, fra gli altri, i generali Caracciolo, Pignatelli, Pepe, D'Ambrosio. Dalle Marche entra nelle Romagne ed il 20 marzo del 1815, giunto a Rimini, lancia un accorato appello, redatto da Pellegrino Rossi, con il quale chiama tutti gli italiani a stringersi intorno a lui esortandoli alla rivolta per la conquista dell'unità e dell'indipendenza nazionale.
Il gesto del Murat riaccende le speranze del trentenne Alessandro Manzoni, da sempre animato da grande spirito patriottico, il quale avvia di getto la stesura della canzone "Il proclama di Rimini", rimasta poi inconclusa proprio come l'iniziativa murattiana. Manzoni a parte, però, la diffidenza italiana verso i francesi fa sì che l'appello cada inascoltato. Dopo un primo successo sugli austriaci, presso il Panaro, re Gioacchino viene sconfitto il 3 maggio, a Tolentino. Arretra fino a Pescara, dove promulga una costituzione nel tentativo di ottenere l'agognato sostegno popolare, ma tutto si rivela vano. Incarica allora i generali Carrosca e Colletta - futuro autore, quest'ultimo, della celebre "Storia del reame di Napoli" - di trattare la resa, che avviene il 20 maggio, con la sottoscrizione della convenzione di Casalanza, presso Capua, con la quale si riconsegnano ai Borboni i territori del regno.
Ripara in Corsica, mentre Napoleone si avvia verso la definitiva caduta che avverrà pochi giorni dopo, a Waterloo. In Corsica gli giungono notizie di malcontento nella popolazione del suo ex regno per cui, nel settembre 1815, riparte alla volta della Campania con sei barche a vela e duecentocinquanta uomini, con l'obiettivo di far leva sul malessere della gente per riprendere il trono perduto. Ma una tempesta disperde la piccola flotta: la sua barca, insieme ad un'altra superstite, approda l'8 ottobre a Pizzo Calabro.
Entrato in paese con una trentina di uomini trova, da parte della gente del posto, l'indifferenza di alcuni e l'ostilità di altri; mentre si appresta ad incamminarsi verso un paese vicino, con la speranza di trovare migliore accoglienza, sopraggiungono le truppe regie. Catturato, viene processato e condannato a morte da una corte marziale.
Non gli rimane che compiere un ultimo atto: scrivere poche, drammatiche righe di commiato alla moglie ed ai figli. Viene giustiziato con sei colpi di fucile, il 13 ottobre 1815, nella corte del castello di Pizzo, che da allora è detto anche castello di Murat. Ha soltanto 48 anni.
"Gli anni del regno murattiano rappresentano per l'Italia Meridionale, una fase di risveglio e di rinascita: re Gioacchino porta a compimento l'Eversione della feudalità, già avviata da Giuseppe Bonaparte, favorendo la nascita della borghesia terriera e sviluppando relazioni commerciali con la Francia; attua il riordinamento amministrativo e giudiziario, con l'introduzione dei codici napoleonici; istituisce il "Corpo di Ingegneri di ponti e strade", dando così un forte impulso ai lavori pubblici; incoraggia la cultura e l'istruzione pubblica, introducendo principi di uguaglianza e di uniformità.Il suo attaccamento viscerale al regno ed al popolo e la sua dedizione totale all'idea di unificazione nazionale lo rendono un personaggio di primo piano nella storia italiana. Il primo documento ufficiale che parla di Italia unita e libera è rappresentato proprio dal suo proclama di Rimini: per alcuni storici è proprio con il "proclama" che nasce formalmente il Risorgimento italiano.
La sua figura di sovrano rimane contrassegnata da due aspetti: la buona fede, che tanti rimbrotti gli ha procurato da parte di Napoleone e che, dalla Corsica, lo determina a credere che le popolazioni meridionali attendono il suo ritorno, e l'ardimento, che sempre agli occhi di Napoleone fa di lui un grande soldato, un eroe, ma che lo induce anche a tentare l'impresa impossibile che gli costerà la vita."

Da RAI Storia,per chi ne volesse sapere un po' di più su Gioacchino Murat e la storia dei suoi giorni:
http://www.raistoria.rai.it/articoli/gioacchino-murat/29403/default.aspx

http://www.raistoria.rai.it/articoli/lesecuzione-di-gioacchino-murat/11039/default.aspx

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Continuo con Gioacchino Murat:

40 Lire GIOACCHINO NAPOLEONE MURAT( 1808-1815) Zecca di Napoli anno 1813 Oro

Riferimenti:Pannuti e Riccio 9;Pagani 35;MIR 439;Friedberg 859

La foto della moneta proviene dall'asta n°89 della casa d'aste Numismatica Ars Classica;la moneta era presentata al lotto n°222,aveva un prezzo a base d'asta di € 5000 ed è stata aggiudicata ad € 12000 + diritti d'asta

La moneta in questione era stata venduta precedentemente nell'asta Superior Galleries del 12-14 dicembre 1987

Per coloro che volessero maggiori info su questa tipologia monetale c'è uno scritto di Prota pubblicato nel 1931 sul bollettino del Circolo Numismatico Partenopeo,questo è il link http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1931c.pdf

--Salutoni
-odjob

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  • 2 settimane dopo...

Nell'asta n°89 della casa d'aste Numismatica Ars Classica,al lotto n°196 è stata venduta questa moneta:

Mezzo Ducato(50 Grana):Carlo II di Spagna(1665-1700)Zecca di Napoli,argento gr.10,89

D/ CAR II D G REX – HISP ET NEAP Busto coronato, drappeggiato e corazzato a d.; sotto, IM (Giovanni de Montemain incisore)
R/ Toson d’oro; sopra, 16 – 93 e sotto, G 50 / A – A / G. Il tutto entro cartella ornata

Riferimenti: Pannuti-Riccio 7. MIR 297.Cagiati 3.Catalogo Fiorelli 8536-41

 

La moneta giudicata qfdc ,da un prezzo a base d'asta di €   400 ha realizzato €    1500+ diritti d'asta

 

La moneta presenta i soliti graffi di conio ma è uno dei mezzi Ducati del 1693 meglio conservati apparsi sul mercato negli ultimi anni

 

Ci sono altri mezzi Ducati di Carlo II pubblicati in questa discussione,chi vuole può prendersi la briga di trovarli ;)

 

--Salutoni

-odjob 

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  • 4 settimane dopo...

Anni fa quando venni a conoscere l'esistenza del Coronato ,che raffigura,da un lato,l'Arcangelo Michele nell'atto di trafiggere con la lancia il drago dal volto umano, emesso a Napoli durante il Regno di Ferdinando d'Aragona ,mi ripromisi che una di queste monete ,quando sarebbe riapparsa sul mercato numismatico,sarebbe dovuta essere mia,avrebbe dovuto far parte della mia collezione.Quando ho visto l'asta 89 della casa d'aste Numismatica Ars Classica ,visionando le monete on line in vendita,mi è apparso il lotto n°737,ed era proprio un Coronato che raffigurava l'Arcangelo Michele che stava per trafiggere il drago dal volto umano.La moneta non era quella che fu venduta all'asta 16 da Numismatica Ars Classica e né quella che fu venduta all'asta 42 "Civitas Neapolis"dalla casa d'aste Varesi.Mi feci due conti per vedere quanto cash avessi e quanto ne potessi mettere insieme per potermi aggiudicare la moneta in asta.A mala pena riuscivo ad arrivare al prezzo a base d'asta:non bastava.Pensai che l'unica cosa da fare era quella di richiedere un prestito di  €   30.000 ad una società finanziaria,poichè le monete che mi interessavano in quest'asta era questa descritta ed un'altra altrettanto molto rara.I tempi "incerti"non mi consentivano di richiedere il prestito ed ,inoltre,volevo dormire sonni tranquilli(non che ora li faccia,ma,comunque,richiedendo il prestito,avrei peggiorato le cose).Scartai la soluzione di richiesta prestito e cercai di vendere delle rarità numismatiche che ho e che non mi occorrono più per continuare le mie collezioni.Fino al giorno dell'asta 89 di Ars Classica ho sperato di aggiungere al cash che avevo altro denaro per poter quantomeno "dar battaglia"con le offerte per questa moneta,se non anche con l'altra in vendita in quest'asta e che pure m'interessava.Niente da fare. Giunse il 29 novembre 2015 giorno in cui i lotti vennero battuti e non potei fare altro che assistere impotente alla vendita dei lotti di mio interesse che sono andati ad abbellire chissà quale collezione.
 
La moneta di cui vi ho parlato è la seguente ed è stata venduta dalla casa d'aste Numismatica Ars Classica all'asta n°89 il 29/11/2015 al lotto 737:

Coronato:FERDINANDO D'ARAGONA(1458-1494)Zecca di Napoli  Argento gr.3,94 

 

D/ Pigna (?) FERRANDVS:ARAGO:REX:SICI:HIE : Busto anziano corazzato a destra

R/ IVSTA – TVENDA L’Arcangelo Michele, con lancia e scudo crociato, in atto di trafiggere il drago dal volto umano.

 

Riferimenti : CNI 635 var. Pannuti-Riccio 20. MEC 14, pag 377, Class 3 (a). MIR 71/1. Crusafont 989.

 

La moneta da una base d'asta di €   8000 è stata aggiudicata ad €    13000 + diritti d'asta

 

--Ieri 23/1/2016 si è commemorato il cinquecentesimo anniversario della morte di Ferdinando D'Aragona

 

--Salutoni

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