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Tallero Maria Teresa


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  • 1 mese dopo...

Ciao a tutti, premesso che non sapevo che esistesse una moneta riconiata in continuazione di questa portata, volevo segnalarvi quella che mi ha portato mia zia, dall'Oman. Non ha parlato con me, ma con mio padre, per cui non ho capito bene e scusatemi se l'informazione è imprecisa (appena la sento le chiedo chiarimenti), ma ho capito che lì questa moneta è ancora utilizzata in circolazione o lo era fino a poco tempo fa (questo è quello che non ho capito :D). Me ne ha portato un esemplare.

Per mia curiosità, avendo visto che ne esistono tantissime versioni, come faccio a capire a quale conio appartiene e quanti anni ha?

E' comunque d'argento, qualsiasi emissione sia?

Ultima domanda: si può pulire il dritto e come?

Ecco le immagini (sono grandi)

Dritto: http://img219.imageshack.us/img219/9429/drittodu9.jpg

Rovescio: http://img513.imageshack.us/img513/4919/rovesciopk9.jpg

Grazie delle risposte!

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Guest utente3487

Se vai sui manuali troverai tutta la storia del tallero di mariateresa.

Posso dirti che è stata la moneta più riconiata del pianeta. L' Italia ha coniato i talleri, con i coni originali austriaci, fino alla fine degli anni 50. Il grosso però si ebbe tra il 1933 ed il 1941, quando dovevamo finanziare i nostri impegni nei nostri sfortunati Territori d'Oltremare.

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  • 4 settimane dopo...

Riprendo la discussione solo per render noto che è stato pubblicato su Cronaca Numismatica di dicembre l'articolo originato dalla nostra discussione sulle coniazioni italiane del Tallero

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  • ADMIN
Staff
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Riprendo la discussione solo per render noto che è stato pubblicato su Cronaca Numismatica di dicembre l'articolo originato dalla nostra discussione sulle coniazioni italiane del Tallero

I miei complimenti! Bell'articolo, era un pezzo che non se ne vedeva uno così su CN. Un lavoro di squadra davvero encomiabile.

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  • 2 settimane dopo...

ciao a tutti..io anche possiedo un esemplare di questa bellissima moneta..solo che ancora nonostante aver letto parte dei vostri post nn sono riuscito a capire la storia di questa moneta..vi posto una scannerizzazzione grazie..

ah quest'esemplare mi e stato regalato da mio nonno che lavorando lo ha ritrovato in un antico portone..

scansione00031wr0.th.jpg

scansione00041ey2.th.jpg

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ciao a tutti..io anche possiedo un esemplare di questa bellissima moneta..solo che ancora nonostante aver letto parte dei vostri post nn sono riuscito a capire la storia di questa moneta..vi posto una scannerizzazzione grazie..

ah quest'esemplare mi e stato regalato da mio nonno che lavorando lo ha ritrovato in un antico portone..

scansione00031wr0.th.jpg

scansione00041ey2.th.jpg

Tuo nonno sembrerebbe un vero cercatore di monete (visto anche l'altro post ;) ).

Per le scansioni, dovresti provare prima a lanciare l'anteprina, così da selezionare solo la moneta, altrimenti tende a "sparire" in tutto quel bianco. Peraltro, anch'io non sono molto esperto con lo scanner.... sto imparando adesso :)

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si,quella dell'altro post la trovò per caso in campagna,mentre questa come molte altre le ha trovate restaurando antichi portoni,o cmq oggetti di legno antichi...lui fa il falegname a mano ancora,quindi di cose antiche gliene sono passate ;)

grazie del suggerimento nello scan delle monete ;)

avete quelche informazione in più sulla mia moneta?

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Ciao matteo12,

come hai visto ci sono molti talleri in giro.

Il tuo tallero potrebbe essere uno di quelli coniati a Roma.

Ma vista l'usura non sarei poi così sicuro. Comunque puoi misurare il diametro: se è 40 mm esatti molto probabilmente è quello. Se invece è superiore (40.8 - 42 mm) si tratterebbe di un conio austriaco. Purtroppo lo stemma centrale è troppo usurato e i due puntini non si vedono (darebbero la certezza di conio non romano).

ciao

Saturno

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  • 1 mese dopo...
  • ADMIN
Staff

Non so se è merito dell'articolo di CN ma queste monete iniziano ad apprezzarsi:

Asta N° 150321844879 46.50 EUR non sono pochi con un bordo cosí malridotto...

43cd_1.JPG5a50_1.JPG

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  • 1 mese dopo...
  • ADMIN
Staff

Su CN di questo mese è apparsa una lettera di critiche al nostro articolo sul tallero a firma di Domenico Carlos. Alcune sono molto sensate, altre le trovo ingenerose.

Riporto qui il mio pensiero.

1) si critica che S. F. siano le iniziali di Schöbl e Faby. Nell'articolo è in effetti scappato un "and" che non ci doveva essere ma onestamente qui non capisco che s'intenda. S e F non sono le iniziali di Schöbl e Faby come peraltro lo stesso autore della lettera indica poco dopo? Viceversa, è decisamente corretto indicare che abbiamo sbagliato a tradurre la sigla usando in alcuni casi il femminile (Regina al posto del corretto Re) e sopratutto ci è scappato un'"Imperatrice Romana" che in effetti non formalmente si poteva rendere meglio.

2) Qui si segnala una cosa molto interessante. Ovvero i riferimenti sul tallero battuto a Firenze. Riporto il pezzo tagliando le descrizioni solite perché merita: nel Libro della Zecca di Firenze, per il giorno 20 luglio 1814 è annotato: Resta approvata -sotto questo giorno 20 luglio - 1814 - e per aver corso soltanto fuori dello Stato, la battitura del tallero detto della regina di lire 6 fiorentine sul modello, bontà e peso della stessa moneta la quale si fa attualmente a Venezia. Sulla faccia anteriore l'effigie di Maria Teresa con la legenda [...] con l'esergo S.F che vuol dire SIRIES FECIT, nome dell'incisore. Sul rovescio [...] sul contorno [...]. La bontà è a once dieci d'argento fino per libbra peso per ogni libbra pezzi dodici col rimedio sino in grani sei al piú per ciascun pezzo conforme si è riscontrato essere su 12 talleri nuovi di Venezia esattamente pesati alla presenza dei principali Ministri di questa Zecca e che si conservano sigillati nella Cassa".

Bene, contributo interessantissimo che -nostra culpa- ignoravamo. Però mi sembra di capire che sia stata approvata la battitura; che questa abbia effettivamente avuto luogo e come quei talleri si possano discriminare nulla sappiamo purtroppo! Speriamo che il sig. Carlos ci illumini perché nessun testo specialistico li riporta.

Comunque un ringraziamento per questo interessante contributo.

3) il numero di talleri coniati nella zecca di Roma è in realtà corrispondente al periodo agosto 1935-giugno 1939 e non luglio come abbiamo scritto. Giusta osservazione.

Poi ci si contesta il "tono della novità" riguardo alla doppia piuma nei talleri coniati a Roma. Qui si fa un processo ai toni e mi sembra un po' ingiusto visto che desumere un "tono" da uno scritto è operazione assai soggettiva. E infatti so bene che la doppia piuma è citata e anzi ben evidenziata dall'Alfa (testo che non merita assolutamente per questo di venire riportato in bibliografia anche se ci viene criticata anche questa mancanza). Quindi nessun tono di novità ma comunque se ne deve parlare visto che tutti gli altri prezzari (ben piú diffusi) non la citano.

4) si critica l'assenza di riferimenti alla diffusione del Tallero in Asia e in particolare Cina e India.

Vero; ma tutto il discorso era funzionale a far capire come mai l'Italia desiderasse coniare talleri in proprio e questo deriva dalla diffusione nelle zone in cui l'Italia desiderava espandersi come potenza coloniale (quindi non in Asia).

Si segnala l'assenza di riferimenti alle numerose contromarche utilizzate sui talleri: ma per fortuna che non ne abbiamo parlato! Ci mancherebbe anche che in un articolo dedicato a come riconoscere i talleri coniati in Italia ci mettessimo a disquisire sulle contromarche dell'Oman!

Giusto invece il rilievo al presunto appoggio di Hitler alla causa Italiana per ottenere i conii. Cronologicamente non ha senso, Italia e Germania erano ben lungi da essere alleate nel periodo. Peccato che nel nostro articolo questa inesattezza proprio non ci sia... anzi Hitler non viene proprio mai nominato. Sì, c'è in uno dei riferimenti, ma criticarci perché in uno dei riferimenti c'è una inesattezza che non riportiamo mi sembra eccessivo :lol:

5) ci si critica l'assenza di accenno al riconio Veneziano del 1848-1849. Vero, è una mancanza sebbene questi talleri non siano comunque riconoscibili dagli altri. In effetti quella parte dell'articolo poteva segnalarlo (in due righe visto che alla fin fine non è funzionale al succo dell'articolo che a questo punto temo non fosse chiarissimo).

6) si critica l'assenza di adeguata bibliografia segnalando in particolare l'assenza delle opere fondamentali sulle zecche di Milano, Venezia e Firenze e anche qualche testo generale sui talleri di Maria Teresa.

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4) si critica l'assenza di riferimenti alla diffusione del Tallero in Asia e in particolare Cina e India.

Vero; ma tutto il discorso era funzionale a far capire come mai l'Italia desiderasse coniare talleri in proprio e questo deriva dalla diffusione nelle zone in cui l'Italia desiderava espandersi come potenza coloniale (quindi non in Asia).

Esulo totalmente dal succo e dal contesto dell'articolo che, purtroppo, non ho letto (ho scoperto da poco un'edicola dove trovare CN) quindi non me ne vogliate se vado un po' off-topic, commentando esclusivamente questo post.

Personalmente, però, ho qulche dubbio sul fatto che l'Italia non volesse espandersi in Asia e, in particolar modo, in Cina. Dopo la spedizione militare europea del 1900 e l'acquisizione della concessione di Tien-Tsin, diversi paesi europei seguivano attentamente le pressioni giapponesi sulla Cina, nel casi vi fosse stata la possibilità di spartirsi qualche altra fetta di torta, senza colpo ferire. Non risulta, infatti, che fosse in progetto, alcun tipo di intervento diretto importante in estremo oriente.

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  • ADMIN
Staff

Stiamo parlando del periodo 1918-1935. Indubbio che vi potessero essere interessi a lungo termine ma sicuramente quelli verso l'Etiopia erano ben piú immediati.

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Inviato (modificato)

Una prima osservazione relativa al punto 2. Premesso che non ho cognizione diretta della lettera del Signor Domenico Carlos mi sembra che l'annotazione riportata sollevi vari dubbi, quantomeno in relazione alla data del 20 luglio 1814:

A prescindere dal fatto che il Granduca Ferdinando III viene restaurato, a quanto ne so, il 18 settembre 1814 appare singolare il riferimento ai Talleri che si coniano a Venezia. I talleri veneziani sono sicuramente posteriori a questa data per due motivi: A) Venezia viene consegnata agli austriaci il 20 aprile 1814; B) il Congresso di Vienna si chiude il 9 giugno 1815. La coniazione di Talleri veneziani inizia ragionevolmente dopo questa data. Nella testimonianza citata, ammesso e non concesso che i Talleri toscani siano mai stati coniati, c'è quantomeno qualcosa che non va.

Modificato da Costi92
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Stiamo parlando del periodo 1918-1935. Indubbio che vi potessero essere interessi a lungo termine ma sicuramente quelli verso l'Etiopia erano ben piú immediati.

Sì il periodo mi era chiaro e su quanto dici, non ci piove

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Inviato (modificato)

Del resto l'annotazione relativa alla coniazione fiorentina era ben nota. La conosciamo fin dalla pubblicazione del volume di Arrigo Galeotti, "Le monete del Granducato di Toscana", edito nel 1930 e ristampato da Forni (1971). L'annotazione peraltro ha originato una serie di ipotesi, tanto che talora si parla di coniazione nel 1814, altrove tra il 1814 e il 1818, in altri casi addirittura di una coniazione successiva nel 1828. Come ho detto l'annotazione non può riferirsi al 1814 e comunque è ancora da sottolineare che le coniazioni in argento della zecca di Venezia cominciano non prima del 1818, il che fa pensare che anche i Talleri non siano stati coniati prima (il che è incongruente con quanto dice l'annotazione). Al di là dei dubbi qui esposti, che mettono in forte discussione l'affidabilità della testimonianza, rimane il fatto che, se mai furono coniati (e ne dubiterei non poco) non vi sono indizi per identificare i Talleri di Firenze.

Modificato da Costi92
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