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Repressione sabauda nel sud Italia


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Inviato
Il Regno delle Due Sicilie propose, nella seconda metà degli anni '50, una unità di tipo federalista: la proposta fu completamente ignorata dai Savoia. . .

290607[/snapback]

Per forza, perché avrebbe significato il congelamento dello statu quo in Lombardia (e ovviamente in Veneto) e avrebbe impedito l'annessione di Piacenza e Parma. Inoltre avrebbe dato allo Stato della Chiesa un ruolo di primissimo livello.

E' evidente che a quel punto non era più una strada praticabile (ammesso mai che lo fosse stata una ventina di anni prima) e che veniva sbandierata unicamente per propaganda (e per ingraziarsi Pio IX).

La chiave di tutto per la politica estera sabauda era soprattutto l'annessione della Lombardia, come in effetti la storia ha concretamente dimostrato.


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Inviato
. . . l'invasione ha provocato un milione di morti, . . .

290615[/snapback]

Fermo restando che la mia chiave di lettura di quegli eventi è di una monarchia brutale ed attaccabrighe che ha scippato il regno ad un'altra monarchia brutale ed illegale il numero di "un milione di morti" (che pure fa gioco alla mia tesi) mi sembra sovrastimato. Possibile?


Inviato
. . . l'invasione ha provocato un milione di morti, . . .

290615[/snapback]

Fermo restando che la mia chiave di lettura di quegli eventi è di una monarchia brutale ed attaccabrighe che ha scippato il regno ad un'altra monarchia brutale ed illegale il numero di "un milione di morti" (che pure fa gioco alla mia tesi) mi sembra sovrastimato. Possibile?

290628[/snapback]

Dipende quali cause di morte si considera. Mi spiego... non tutte queste persone sono state ucise dalle pallottole dei piemontesi, ma essi portarono anche la povertà: parte di questo milione di persone sono morte per fame e freddo (cosa che prima del 1860 non succedeva).


Inviato

Beh, ma negli anni '50 il boia e molto spesso i plotoni di esecuzione dei tribunali militari si erano dati un gran daffare.

Come paraltro già negli anni '30 (per non parlare dei primissimi del secolo).

Ma fra il '48 ed il '51 in Sicilia c'era stata una vera mattanza in nome della monarchia borbonica; con aspetti di vero e proprio terrorismo di stato.


Inviato (modificato)
. . . vorrei aggiungere alla discussione che l'annessione forzata riguardò anche lo Stato Pontificio, nel 1870. Annessione che fu una invasione vera e propria, senza nemmeno il pretesto di "liberare" i romani, i quali non ne volevano sapere né di Garibaldi né dell'Italia. Stavano così bene sotto il Papa, che tutti i tentativi di farli insorgere fallirono. . .

290512[/snapback]

I fatti sono quelli, ma forse è poco noto che la città di Roma negli anni '60 fu un vero e proprio focolaio insurrezionale con bande armate, scontri a fuoco in piena città, attacchi militari a "covi" di rivoltosi, traffici di armi e una rete di collegamento con le ideologie di mezza Europa (socialisti, marxisti, garibaldini, mazziniani, nostalgici del '49, scontenti vari e in tutto questo probabilmente i Savoia c'entravano ben poco, anzi per quello che ne so i loro servizi di spionaggio collaboravano con il Papa). Personalmente mi sono fatto l'idea anche io che quella del 1870 fu una conquista "simbolica", ma la mia impressione è che di fatto Pio IX si rese conto ad un certo punto che a seguito del disimpegno francese non è che semplicemente non fosse in grado di difendere lo Stato Pontificio da una aggressione esterna, ma molto peggio aveva letteralmente bisogno di aprire le porte ai bersaglieri non essendo più in grado di controllare la popolazione.

Naturalmente lo fece con tutti gli anatemi e le scomuniche che il "gioco delle parti" (e il malanimo dettato dalla sgradevolissima situazione) gli imponeva.

Modificato da LUCIO

Inviato

L'unificazione era necessaria, la strada realizzata per il fine quanto mai sbagliata, cioè una strada di soprusi e di rapine. Lutti, miseria, migrazioni, sconvolgimenti sociali, non credo fossero il meglio auspicabile, anche perchè i patimenti furono a danno esclusivamente dei Meridionali. Dicono che l'unità d'Italia l'hanno realizzata i 1000 Garibaldini, direi più che altro che sono stati gli stenti del Sud. Quindi la frase che mi piace ripetere e che a taluni va stretta è: l'unità d'Italia è stata costruita sui sacrifici del Sud. Le cifre non sono opinabili.

;)


Inviato

Caro Lucio, dimentichi però che la popolazione minuta era tutta papalina. La nobiltà nera invece era filo sabauda, circostanza dimostrata da interessi economici (vedasi la speculazione edilizia di fine ed inizio secolo).

L'unificazione d'Italia era anche non necessaria: pensiamo ad uno stato federale stile Gioberti. Se l'apparato militare del regno duosiciliano fosse stato meglio organizzato (evidentemente non lo era a causa del lungo periodo di pace che attraversava) forse non vi sarebbero filo sabaudi oggi come oggi. Guardate bene che chi vi scrive ha come avatar S.M. il Re Umberto II: io sono monarchico a priori, però la Storia la giudico oggettivandola.


Inviato
dimentichi però che la popolazione minuta era tutta papalina

290706[/snapback]

Questa è una affermazione che mi piacerebbe fosse confermata o smentita da fatti concreti. Roma ha cacciato il papa 100 volte e altro 100 lo ha riaccolto in trionfo. Ho la sensazione che il popolo minuto fosse soprattutto filo-pagnotta ("Franza o Spagna, basta che se magna") e lo Stato Pontificio era probabilmente il più arretrato e il peggio amministrato di tutti gli stati preunitari. Non dimentichiamoci anche le pasquinate e la partecipazione popolare alla Repubblica del '49. E' più probabile che fosse filopapalina la popolazione delle province più che il popolo romano, che era quello che subiva più direttamente il peso del mantenimento di un enorme numero di membri improduttivi del clero e della nobiltà.

P. :)


Inviato

L'ho letto su questo volume : PIO IX L'ULTIMO PAPA RE - ANDREA TORNIELLI. E si parla eslicitamente della popolazione romana.


Inviato
. . . L'unificazione d'Italia era anche non necessaria: pensiamo ad uno stato federale stile Gioberti. . .

290706[/snapback]

Il sistema immaginato da Gioberti avrebbe potuto forse funzionare negli anni '30 o al massimo negli anni '40 quando furono pubblicati i suoi principali scritti, ma già a partire dall'effimero plebiscito lombardo del 1848 era di fatto divenuto una strada impraticabile.

Fino al marzo 1848 in molti anche in Lombardia ed in Veneto avevano immaginato una soluzione federale legata a forti autonomie locali (e a fome statuali repubblicane). E non necessariamente in chiave nazionalistica (uomini come Carlo Cattaneo guardavano con speranza anche alla Svizzera e persino all'Austria, una volta che fosse stato abbattuto l'imperialismo asburgico, e non solo, ma negli scritti del Cattaneo compare esplicita la speranza negli "Stati Uniti d'Europa").

Fu l'incontenibile ambizione dinastica ed espansionistica dei Savoia (a partire da Carlo Alberto) a marcare irreversibilmente il processo risorgimentale come progressiva annessione degli Antichi Stati ad un unico stato nazionale. Lo stesso Mazzini già nell'aprile 1848 aveva compreso con tristezza (e in dissenso col Cattaneo che contro Carlo Alberto avrebbe voluto rifare subito una nuova insurrezione antimonarchica) che il processo di unificazione avrebbe inevitabilmente prevalso sulle istanze "liberali"e che nulla si sarebbe potuto fare se non assecondare questo processo rinviando la pregiudiziale repubblicana ad un momento successivo "a guerra vinta".


Inviato (modificato)
. . .  E' più probabile che fosse filopapalina la popolazione delle province . . .

290716[/snapback]

Beh, non certo la popolazione delle Marche e della Romagna, territori dove ancora oggi la sera del 9 febbraio si usa accendere un lumino alla finestra in ricordo della Repubblica del '49 e della fine del potere temporale. :)

Modificato da LUCIO

Inviato

Territori che peraltro si sono definitivamente staccati dallo Stato della Chiesa nel 1860 (Vittorio Emanuele II andando incontro a Garibaldi, già che c'era . . . :rolleyes: ).


Inviato
A me mi invade una profonda tristezza quando penso che al giorno d'oggi ricordiamo questo o quel nobile perchè ci sono stati tramandati castelli, dipinti ecc e dimentichiamo che magari ha vissuto sulle spalle di poveri cristi che sono nati, cresciuti e vissuti come delle formiche, senza nome e senza un ricordo....

289703[/snapback]

Devo citare Elledi(*) che a mio avviso ha scritto una delle poce cose sagge che ho letto, e che condivido appieno.

Il popolo meridionale, così come gli altri popoli d'Italia, il cafone calabrese costretto ad abbandonare la propria vita per fare il bandito sull'Aspromonte così come il soldatino piemontese tirato via di forza dalla sua baita in Val Vaira e mandato a snidarlo e tentare di ucciderlo, o esserne ucciso, sono entrambe vittime della stessa cosa, che, con un certo livello di astrazione e banalità possiamo chiamare con una parola logora: potere.

Ora, in quel lungo periodo che chiamiamo Risorgimento (ma anche successivamente...) vari poteri si sono fatti la guerra nella nostra amata penisola, e a tutela dei loro interessi economici hanno utilizzato le varie Maestà: Savoia, Borboni, Papa Re, ecc. A farne le spese la gente, il popolo, o come vogliamo chiamarlo, di ogni latitudine, longitudine, dialetto o lingua, che ha dovuto suo malgrado sostenere il peso dello scontro in tanti modi, spesso rimettendoci la vita.

Quindi, dopo aver regolato i conti in casa, hanno deciso di dare un'occhiata fuori, e si sono lanciati nella prima avventura mondiale: altri massacri, altri crimini, veri, contro l'umanità.

Il concetto di nazionalismo mi è completamente estraneo, ma amo la mia gente. E normalmente, per abitudine, quando mi trovo in qualche posto in cui non sono mai stato prima se mi capita sotto gli occhi una lapide dei caduti della prima guerra mondiale (l'Italia ne è piena!) mi fermo, leggo tutti i nomi dal primo all'ultimo, e cerco di immaginare come poteva essere nel 1914 il luogo in cui mi trovo, cerco di immaginare gli uomini di cui sto leggendo nome, grado e luogo di morte, le possibili parentele, le vicissitudini di queste persone strappate dalle loro case, dal loro lavoro, dai loro affetti e mandate ad uccidere, prima ancora di esserne uccise, altri nelle loro stesse condizioni.

Ricordo anni fa a Vieste, posto di mare sul Gargano, in Puglia, la sorpresa nel constatare il numero altissimo di caduti sull'Ortigara, o a Gorizia, o nel Trentino. Gente che viveva di pesca, di mare, che probabilmente aveva una vita tranquilla e non era particolarmente preoccupata dagli Imperi Centrali, nè considerava un sacro dovere strappare Trento e Trieste a Cecco Beppe. Presa e sbattuta in mezzo alle montagne a combattere un "nemico", a uccidere, o esserne ucciso, un honved ungherese o un coscritto boemo nelle sue stesse identiche condizioni.

Beh, questi sono a mio avviso i veri crimini. Questa è la tragedia vera. Savoia e Borboni hanno avuto in fin dei conti un ruolo abbastanza marginale in tutta la vicenda che ha insanguinato il nostro paese nel XIX secolo: probabilmente non si sono accorti di nulla, troppo impegnati nelle loro regali occupazioni, mentre chi dalle annessioni, o dal processo unitario, a seconda di come vogliamo vederlo, traeva profitto (=soldi, money) ha prosperato, e la gente "normale" (quella come noi) ha sopportato il peso di tutto e spesso ci ha rimesso la vita.

Questa secondo me dovrebbe essere la chiave di lettura: un altro tipo di "revisionismo".

Se poi qualcuno ritiene Franceschiello (cito solo i Borboni perchè non mi sembra che nessuno si sia azzardato a fare l'apologia dei Savoia... e vorrei ben vedere!) un leader illuminato che avrebbe potuto cambiare le sorti del Meridione e dell'Italia.. beh, sono problemi suoi.

Quanto a Juan Carlos di Spagna, seppur a malincuore, preferisco non esprimere il mio pensiero in quanto secondo il Codice Penale italiano il vilipendio a Capo di Stato straniero è equiparato al vilipendio al Presidente della Repubblica, e in quanto tale è perseguibile penalmente. E non voglio commettere reati nè pormi al di fuori delle regole del Forum.

(*) Probabilmente la vediamo in maniera diversa su tante altre cose, ma su questo siamo d'accordo :-)

Awards

Inviato (modificato)
Se poi qualcuno ritiene Franceschiello (cito solo i Borboni perchè non mi sembra che nessuno si sia azzardato a fare l'apologia dei Savoia... e vorrei ben vedere!) un leader illuminato che avrebbe potuto cambiare le sorti del Meridione e dell'Italia.. beh, sono problemi suoi.

290767[/snapback]

quoto...era questo il senso dei miei interventi precedenti...non credo che i Borbone avrebbero garantito al Meridione sviluppo e prosperità ; lo stato Del Regno delle due Sicilie nonostante i primati ( che secondo me vanno reinterpretati) era in declino.

Le radici della "questione meridionale" stanno sia nelle condizione di sviluppo preunitarie che nelle politiche post-unitarie.

Ciò non toglie che se l'argomento iniziale era " repressione sabauda nel sud d'Italia" le informazioni riportate ( eccidi, stragi, dissesti...) dagli amici "meridionalisti" sono incontrovertibili.

Le mie riserve sono sull'uso dei dati storici per radicarsi in certe convinzioni, le quali spesso preesistono - espressione di istanze personali - alle argomentazioni stesse...se la Storia ha da esser scienza non può essere usata in modo strumentale a sostegno di alcunché che non sia la sola verità storica peraltro anch'essa suscettibile di "revisione".

Invece quando la storia è usata in modo strumentale a sostegno di questa o quella rivendicazione ( o giustificazione) ad ogni esempio si trova un controesempio...per questo spesso le discussioni così impostate si cristallizzano in una forma polemica (se non peggio, vedi certe pretese pseudo-storiche e pseudo-scientifiche dell'ideologia nazista)

Dietro a molti interventi si individuano infatti dei temi polemicamente sensibili di tipo filosofico, politico o identitario che fanno riferimento più che altro ad un modo personale di sentire e che spingerebbe ciascuno a scrivere il proprio " il libro nero del...." versus "il libro nero...." dell'altro: la storia dei vincitori versus la storia dei vinti? <_<

Si dice che la storia sia fatta dai vincitori come qualcosa di limitativo e falsificante...e se considerassimo che la storia è fatta dai vincitori perché chi vince FA la storia stabilendo di fatto così la verità (valori fondativi: Virgilio scrive l'Eneide per...) come un elemento oggettivo di quello che riteniamo essere la storia stessa ( la civiltà romana)?... traduco ad utilità della discussione in corso: non siamo TUTTI figli di quel Risorgimento, di quell'Italia? ... non è che ci piace processare/revisionare il passato per non fare i conti col presente ( che è quello che è proprio perché c'è una storia che lo determina)?

Vista così la "storia fatta dei vinti" sarebbe allora quella oggettiva e veramente vera solo perché la negazione di quell'altra o l'espressione di contro-valori più o meno condivisibili? (nei termini della metafisica: potenza vs. atto? o facciamo ricorso alla dialettica hegeliana ecc... ).

Più semplicemente dietro alla storia ci sta sempre l'uomo con la sua esigenza di determinare la realtà...ciò rende inevitabile che le discussioni assumano un tono politico e militante....e chi vivrà vedrà! ( non sapevo come concludere :P )

Quanto a Juan Carlos di Spagna, seppur a malincuore, preferisco non esprimere il mio pensiero in quanto secondo il Codice Penale italiano il vilipendio a Capo di Stato straniero è equiparato al vilipendio al Presidente della Repubblica, e in quanto tale è perseguibile penalmente. E non voglio commettere reati nè pormi al di fuori delle regole del Forum.

290767[/snapback]

Qui manco d'informazioni e non riesco a capire l' omesso...ho sempre pensato che Juan Carlos avesse garantito alla Spagna una democrazia (vedi la posizione del giovane monarca nei giorni del tentato golpe del 1981) tanto che attualmente governa un Zapatero al quale viene riconosciuto ( o rimproverato) un'azione riformatrice radicale.

Penso che il vilipendio non c'entri nulla, se si danno informazioni chiare ciascuno può valutarle e verificarle da sé...quindi prego l'amico g.aulisio di spiegarmi le sue riserve riguardo l'operato di Juan Carlos.

Modificato da numes

Inviato
Ciò non toglie che se l'argomento iniziale era " repressione sabauda nel sud d'Italia" le informazioni riportate ( eccidi, stragi, dissesti...) dagli amici "meridionalisti" sono incontrovertibili.

Le mie riserve sono sull'uso dei dati storici per radicarsi in certe convinzioni, le quali spesso preesistono - espressione di istanze personali - alle argomentazioni stesse...se la Storia ha da esser scienza non può essere usata in modo strumentale a sostegno di alcunché che non sia la sola verità storica peraltro anch'essa suscettibile di "revisione".

290801[/snapback]

Infatti i miei pensieri riguardavano solo i fatti della spedizione dei mille e del brigantaggio.

Anch'io penso che nel governo borbonico ci fossero molti limiti, ma ciò non toglie che il livello di vita era più alto durante il loro regno rispetto a dopo l'invasione. E' a questo che mi riferisco.


Inviato
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Anch'io penso che nel governo borbonico ci fossero molti limiti, ma ciò non toglie che il livello di vita era più alto durante il loro regno rispetto a dopo l'invasione. E' a questo che mi riferisco.

290803[/snapback]

Beh, questo si inquadra in una tendenza mondiale di quegli anni (molto simile agli effetti negativi della globalizzazione dei nostri tempi): non a caso fra il 1850 ed il 1870 succedono un po' di cose in giro per il mondo, con conseguenze economiche piuttosto rilevanti: l'unificazione tedesca, la guerra di secessione americana, il colonialismo africano, l'apertura dei porti giapponesi ... : ovunque si verificano crisi economiche (quasi sempre a danno della povera gente) innalzamenti dei prezzi dei generi alimentari e formazione di masse di proletariato urbano.

Non si trattò semplicemente di una questione meridionale italiana.


Inviato

e i fatti sono quelli ... ma per carità non facciamoci prendere da nostalgie "neo-borboniche" e "neo-guelfe" e "neo-sabaude" e "neo-fasciste" e "neo-quant'altro"... credo che il tenore di vita nel Mezzogiorno sarebbe calato anche senza l'unificazione ( i mercati internazionali ecc...) certamente l'unificazione non ha giovato all'economia del sud Italia...ma bisognerebbe distinguere tra contado e città e considerare anche dati che non dispongo:

il reddito medio del 1850- 1910 è peggiorato?

era superiore al Sud che al Nord?

la mobilità sociale è peggiorata?

il tema è sicuramente interessante e come ogni volta stimola ad informarsi su tante cose...che uno dovrebbe farne una tesi di laurea ogni volta... :o


Inviato
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Anch'io penso che nel governo borbonico ci fossero molti limiti, ma ciò non toglie che il livello di vita era più alto durante il loro regno rispetto a dopo l'invasione. E' a questo che mi riferisco.

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Beh, questo si inquadra in una tendenza mondiale di quegli anni (molto simile agli effetti negativi della globalizzazione dei nostri tempi): non a caso fra il 1850 ed il 1870 succedono un po' di cose in giro per il mondo, con conseguenze economiche piuttosto rilevanti: l'unificazione tedesca, la guerra di secessione americana, il colonialismo africano, l'apertura dei porti giapponesi ... : ovunque si verificano crisi economiche (quasi sempre a danno della povera gente) innalzamenti dei prezzi dei generi alimentari e formazione di masse di proletariato urbano.

Non si trattò semplicemente di una questione meridionale italiana.

290810[/snapback]

sì, penso proprio che la questione debba considerarsi in questi termini ...


Inviato

Anche a Milano c'è sempre stato un mugugno -neanche tanto celato- per quanto meglio andavano le cose prima dell'Unità d'Italia.

Era ancora molto vivo nell'ultimo quarto del XX secolo (ricordo una prof. di scuola media affermare convintamente a lezione che la Lombardia avrebbe fatto meglio ad aderire alla Confederazione Elvetica :o ).

Ed era già presente negli ultimi decenni del XIX secolo.

C'è un passo (la "Nota Azzurra" 5281) dello scrittore scapigliato Carlo Dossi (1849-1910) in tema:

5281. Un conduttore d'omnibus a Milano, vecchio e alquanto brillo, borbottava contro l'attuale governo dicendo: Viva la faccia dei tedeschi! quelli sì che erano tempi ecc. ecc. Per un po' lo si lasciò mormorare, ma poi vedendo che seguitava, uno nell'omnibus, saltò su a dire «ma che diavolo borbotti! che cosa c'era di bello a quel maledetto tempo dei tedeschi». Il conduttore gli diede una sguardatina di traverso e rispose: Allora mi tirava . . .

Carlo Dossi, Note Azzurre http://www.libromania.it/capitolo.asp?auto...=da+5001+a+5794


Inviato (modificato)

N.B. anche la Lombardia ha avuto i suoi antisabaudi, già subito dopo l'Unità (ho un ricordo un po' vago, ma mi vengono in mente delle repressioni militari nelle valli bergamasche, dalle parti di Lovere forse), fino alle successive (ma parliamo di una trentina di anni dopo) repressioni a fuoco delle manifestazioni operaie, sollecitate (e premiate) personalmente dal re:

Alle grida strazianti e dolenti

di una folla che pan domandava,

il feroce monarchico Bava

gli affamati col piombo sfamò.

Furon mille i caduti innocenti

sotto il fuoco degli armati caini

e al furor dei soldati assasini:

"Morte ai vili", la plebe gridò.

Deh, non rider, sabuda marmaglia:

se il fucile ha domato i ribelli,

se i fratelli hanno ucciso i fratelli,/ ...

http://www.cantilotta.org/canti/pag0066.htm

Modificato da LUCIO

Inviato
e i fatti sono quelli ... ma per carità non facciamoci prendere da nostalgie "neo-borboniche" e "neo-guelfe" e "neo-sabaude" e "neo-fasciste"  e "neo-quant'altro"... credo che il tenore di vita nel Mezzogiorno sarebbe calato anche senza l'unificazione ( i mercati internazionali ecc...) certamente l'unificazione non ha giovato all'economia del sud Italia...ma bisognerebbe distinguere tra contado e città e considerare anche dati che non dispongo:

il reddito medio del 1850- 1910 è peggiorato?

era superiore al Sud che al Nord?

la mobilità sociale è peggiorata?

il tema è sicuramente interessante e come ogni volta stimola ad informarsi su tante cose...che uno dovrebbe farne una tesi di laurea ogni volta... :o

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... E bisognerebbe valutare anche i giovamenti sull'economia del Settentrione.


Inviato (modificato)
Buongiorno,

vorrei aggiungere alla discussione che l'annessione forzata riguardò anche lo Stato Pontificio, nel 1870. Annessione che fu una invasione vera e propria, senza nemmeno il pretesto di "liberare" i romani, i quali non ne volevano sapere né di Garibaldi né dell'Italia. Stavano così bene sotto il Papa, che tutti i tentativi di farli insorgere fallirono. L'esercito Pontificio,su ordine del Papa, saggiamente fece una resistenza simbolica.

Ma certamente nessun Romano oggi ti dirà che stava meglio sotto il Pontefice. Anche l'aristocrazia "nera" piano piano oi si "convertì" ai Savoia.

I vantaggi di Roma capitale (economici e politici) sono stati enormi.

Questo per dire che l'Unità d'Italia è stata una (diciamo) necessità storica, non poteva non farsi. Possiamo discutere sul modo; ma probabilmente concluderemmo che non c'é stato altro modo che la guerra, dopo l'illusione federalista di Gioberti. I vecchi sovrani regionali italiani non ne vollero sapere di fare un Regno "federale" (tipo impero Germanico, ma anche lì comandava uno solo , il Re di Prussia e anche lì c'è stata qualche guerra di mezzo).

Riguardo il Mezzogiorno, dobbiamo a Garibaldi la sua unione all'Italia. I Savoia e Cavour volevano limitarsi all'annessione della parte settentrionale della Penisola (tant'é che Cavour non mise piede mai a Sud di Firenze e non sapeva granché del grande Regno meridionale)e personalmente credo che sia stata una grande impresa l'unificazione del nostro Paese (certo, fatta col sangue. Ma conoscete Nazioni che non hanno il culto degli eroi ?)

saluti cordiali a tutti

:) Saturno è l'unico, in tutto questo post che ha cercato di dare una spiegazione, logica e soprattutto neutra e obiettiva al problema trattato!

Ognuno la pensa "purtroppo" in base al COLORE politico per cui tiene, ed utilizza termini inpropri come sterminio, genocidio ecc. ecc.... (gli stermini li han fatti anche i partigiani e la resistenza, oltre che i nazisti, li ha fatti saddam, hitler, mao, i coreani, lenin, stalin, gli zar ed i papi ecc ecc!)

io personalmente ritengo che i Savoia abbiano creato l'italia e gli italiani e che la Monarchia Costituzionale è la forma di governo perfetta! (nei limiti della perfezione umana, che non esiste, ovvio!).

l'unità d'Italia era dovuta ed inevitabile, l'Italia è nata monarchia e trale doveva rimenere! questo e il mio pensiero, gli Italiani devono dire grazie ai Savoia e a Garibaldi se oggi fanno parte di una nazione.

Purtroppo quando si aprono certi post non si riesce mai a essere obiettivi.. questa è la cosa triste. leggere che dovevano essere i Borboni a Governarci mi fa inorridire.... bah :o questo è il mio unico ed ultimo intervento in questo post.. caratterizzato da una MATRICE più "ANTI " che costruttiva.

PS vi ricordo che il SUD, al referendum costituzionale pro monarchia o repubblica, ha votato MONARCHIA. ed è noto che ci furono brogli di ogni tipo. Umberto II fu un signore a lasciare di sua iniziativa l'Italia, nonostante avesse ancora il comando delle forze armate. Perchè amava l'italia. e questo è indubbio. anche VE III si è dovuto trovare affibbiato la nomea di codardo , ma nessuno dice che ha evitato ancora migliaia di morti col suo gesto. le cose vanno dette tutte e non a metà................

Modificato da legioprimigenia

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Non vorrei che qui esplodesse un bel flame pro e contro monarchia :blink: contate fino a 38 prima di scrivere :lol:

Umberto II fu un signore a  lasciare di sua iniziativa l'Italia, nonostante avesse ancora il comando delle forze armate.

Comunque al di là del fatto che presumibilmente la Repubblica non avesse vinto penso che sia indiscutibile che la monarchia abbia perso. Non si può rimanere Re dopo che la maggioranza (o quasi ipotizzando i brogli) dei tuoi sudditi ti ha votato contro.


Inviato
Non vorrei che qui esplodesse un bel flame pro e contro monarchia  :blink:  contate fino a 38 prima di scrivere  :lol:
Umberto II fu un signore a  lasciare di sua iniziativa l'Italia, nonostante avesse ancora il comando delle forze armate.

Comunque al di là del fatto che presumibilmente la Repubblica non avesse vinto penso che sia indiscutibile che la monarchia abbia perso. Non si può rimanere Re dopo che la maggioranza (o quasi ipotizzando i brogli) dei tuoi sudditi ti ha votato contro.

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Scusa Incuso, ammetti, pure ragionando per assurdo che brogli vi siano stati, e poi concludi col dire che la monarchia sia stata battuta perché la maggioranza ha votato contro. Non scordiamoci che mancavano ancora i prigionieri di guerra e le popolazioni delle zone irredenti non poterono votare. Anzi, da un punto di vista squisitamente giuridico la repubblica nasce con un vero e proprio colpo di stato.


Inviato (modificato)

Ho avuto il caso di avere in famiglia persone che vissero quell'episodio da posizione molto privilegiata, e la sensazione che trassi da loro è che le irregolarità furono tali e talmente distribuite fra le due parti che era impossibile districarsi; finché a risultati ufficiosi divulgati ci fu da parte monarchica il tentativo di impugnare un penoso espediente sul significato della parola maggioranza e lì le persone più responsabili che avevano il controllo dello Stato (e aggiungo io non escluderei con pressioni degli Alleati, ai quali qualsiasi risultato andava bene tranne un pareggio) presero il coraggio a due mani e validarono il Referendum.

Modificato da LUCIO

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