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Inviato (modificato)

Guardate questa immagine della Luna su una moneta di Alessandro Severo per Nikopolis ad Istrum.

dovrebbe essere una crescente , forse con stelle ( ne esistono varianti con 0,1,3,5..stelle). Ho cercato, ma non ho trovato monete dello stesso conio. Volevo assicurarmi che non fosse effetto delle incrostazioni.

Insomma noto una particolarità che sembra proprio voluta:

La Luna che si vede, non è una "crescente" come quella sulle altre monete simili, sembra che qui sia rappresentata in tutta la sua interezza, con sua zona in ombra visibile...cioè quale è in realtà e come la si può osservare in particolari circostanze. Il fenomeno è noto in astronomia come "luce cinerea".

Una situazione simile potrebbe presentarsi anche durante un'eclissi lunare.

Posto questa immagine perchè la trovo d'ulteriore interesse numismatico: la luna in congiunzione con le Pleiadi:

http://antwrp.gsfc.nasa.gov/apod/image/060...L_jacques_f.jpg

ecco la moneta :

ga0028qq8.jpg

trovo questa moneta molto interessante, saranno anche le incrostazioni, ma qui la Luna assomiglia molto a quella che Galileo, molti secoli dopo, osservò col suo cannocchiale!

Ecco alcuni disegni di Galileo e la sua descrizione del fenomeno

http://www.genciencia.com/images/2007/03/GalileoLuna.jpg

“Mentre la Luna, sia prima che dopo la congiunzione, si trova non lontana dal Sole, il suo globo si offre alla nostra vista non solo dalla parte in cui si orna di corni lucenti ma anche per un breve tratto periferico di tenue chiarore che sembra delineare il contorno della parte tenebrosa, opposta al Sole, e separarla dal campo più oscuro dell'etere stesso.”

Modificato da numes

Inviato

Interessantissimo spunto. Si ritorna sempre a quelle che potevano essere le nozioni astronomiche dell'età classica, a mio avviso maggiori di quanto si ritenga abitualmente. Non sono esperto del campo, ma so che astronomi alessandrini erano in grado di misurare (mediante il calcolo della parallasse) la distanza delle stelle con un errore molto modesto. Non so però se di ritenesse che la luna era sferica e che girasse intorno alla terra. Una cosa è certa, il mondo dai romani era rappresentato come un globo e questo lo sappiamo bene noi numismatici, quanti imperatori sono stati raffigurati con un piede sul globo terracqueo, altre volte timone e globo, oppure una divinità che tiene in mano un globo. Credo che in modo latente ci fosse la coscienza che la terra era rotonda, conoscienza andata poi perduta nel medioevo e riconquistata con dura fatica dai nostri scienziati, primo tra tutti Galileo. Anche ipotizzare la parte tenebrosa della luna è un passetto non da poco per definirne la natura sferica e rotante.

Per quanto riguarda gli strumenti ottici, nel campo ho esperienza e posso affermare con certezza che i romani non possedevano nessuno strumento ottico. Le lenti vennero inventate verso il 1250 da un veneziano, e i primi strumenti ottici sono appunto del periodo di Galileo. Si narra che Nerone guardasse gli spettacoli del circo attraverso una gemma per compensare la forte miopia, ma nessuna lente d'ingrandimento era nota ai tempi dei romani.

Caius


Inviato

:) bellissima moneta, molto interessante l'argomento, ma è tua?

i fenomeni celesti raffigurati sulle monete antiche suscitano in me molto interesse :rolleyes: spesso si sottovalutano le grandi conoscenze astronomiche degli antichi...


Inviato

Veramente Aristarco di Samo già nel IV sec. a.C. aveva ipotizzato l'eliocentrismo. Altri seguirono dopo di lui, ma l'ipotesi tolemaica ebbe la prevalenza a partire dal medioevo, forse perchè più facilmente conciliabile con gli scritti biblici. Ma è possibilissimo che in epoca classica l'ipetesi tolemaica fosse assolutamente minoritaria. Sono convinto che sappiamo ben poco, nel complesso, delle conoscenze scientifiche antiche.


Inviato

L'ipotesi che sulle monete con crescente e stelle ci fosse una rappresentazione di un'eclisse non e' nuova (magari e' un po' forzata...):

http://tjbuggey.ancients.info/astro.html

Questa moneta tuttavia e' decisamente diversa: effettivamente sembrerebbe che il crescente continui il suo profilo per chiuderlo in una circonferenza, e mi pare che una stella si intraveda al di fuori del cerchio. Certo, trovare esempari dello stesso conio aiuterebbe...


Inviato (modificato)

una lettura consigliatissima:

Lucio Russo

(professore di Calcolo delle probabilità all'Università Tor Vergata di Roma)

LA RIVOLUZIONE DIMENTICATA

il pensiero scientifico greco e la scienza moderna

Feltrinelli ed. "Universale Economica" 2001

dove si mostra come la scienza moderna non è nata con Galileo e Newton, ma 2000 anni prima nella Grecia ellenistica.

Il tramonto di questa conoscenza, sicuramente ignorata nel corso di gran parte del medioevo, comincia già in epoca romana quando l'Occidente pur trionfante sotto le insegne romane non assimila che in minima parte l'eredità ellenistica, la quale sopravvisse a Oriente senza però ulteriori sviluppi e quindi entrando inevitabilmente in una fase di progressivo declino che fece posto più alle tendenze mistico-religiose e filosofiche; questo processo di regressione a concezioni prescientifiche culmina nel 391 quando il patriarca di Alessandria ordina la demolizione del Serapeo, la prima biblioteca pubblica. Inoltre nel 415 fu licenziata Ipazia, ultima commentatrice di opere scientifiche ad Alessandria.

Per quanto riguarda le conoscenze astronomiche e l'ottica in età ellenistica, l'autore ci ricorda quello che Vitus ha già riportato, e cioè come il movimento irregolare dei pianeti fosse già risolta da una teoria eliocentrica implicante la forza gravitazionale, come i corpi celesti fossero sferici, ma anche come l'uso delle lenti fosse più avanzato di quanto creduto a lungo...tanto avanzato che non si può escludere, anche sulla base delle evidenze archeologiche, l'esitenza di strumenti ottici analoghi al cannocchiale!

Un libro davvero interessante! ....un'idea di strenna natalizia? ;)

Modificato da numes

Inviato (modificato)

A proposito della cognizione della sfericità del pianeta terrestre che gli antichi Romani già possedevano, Plinio il Vecchio nel II libro della Naturalis Historia scrive: RELIQUORUM QUAE MIRAMUR CAUSA IN IPSIUS TERRAE FIGURA EST, QUAM GLOBO SIMILEM ET CUM EA AQUAS ISDEM INTELLIGITUR ARGUMENTIS (La motivazione degli altri fenomeni che ci stupiscono sta proprio nella forma della terra, la cui sfericità, nonchè quella delle sue acque, è chiarita dalle stesse prove. 183/185). QUOD SI PLANA ESSET TERRA, SIMUL OMNIA APPARERENT CUNCTIS NOCTESQUE NON FIERENT INEQUALES; NAM AEQUE ALIIS QUAM IN MEDIO SITIS PARIA DUODECIM HORARUM INTERVALLA CERNERENTUR, QUAE NUNC NON IN OMNI PARTE SIMILI MODO CONGRUUNT (Ma se la terra fosse piatta, tutto apparirebbe agli uomini contemporaneamente e le notti non sarebbero variabili; infatti anche per gli altri, non solo per chi sta nel mezzo, sarebbero osservabili intervalli costanti di dodici ore, mentre essi, di fatto, non sono così regolari in tutte le regioni. 177/180). IDEO NEC NOX DIESQUE, QUAMVIS EADEM, TOTO ORBE SIMUL EST, OPPOSITU GLOBI NOCTEM AUT AMBITU DIEM ADFERENTE (Perciò, ancora, non c'è notte e giorno -pur trattandosi di un fenomeno costante- simultaneamente in tutto il mondo: l'interporsi del globo porta la notte, la sua esposizione il giorno. 181/182). Enrico :)

Modificato da minerva
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