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Risposte migliori

Inviato

Carissimi amici, un saluto speciale per il mio rientro nel forum: non mi ero disperso in gozzoviglie estive, solo che tra la "Samaina" di roth37 e qualche progresso nei miei studi infiniti, la bella stagione è volata via.

Ma veniamo MOLTO SERIAMENTE al dunque: come vedrete dalle recensioni che ho passato a centurioneamico, da fine ottobre c'è un ciclo di 5 conferenze al Lido di Venezia. L'ultima, uso regalo di Natale, di giovedì 20 dicembre tratterà il tema dell'archeologia subacquea e della numismatica, questo perchè UDITE UDITE qualcuno comincia a capire che i contenuti della nostra (ormai ci sono anch'io) passione sono utili alla ricerca storica applicata. Sarà il tema a sorpresa del mio intervento questo sabato al Salone Nautico di Genova - Stand Assonautica ore 17.30.

Talmente utili che stiamo preparando una brochure sulle ancore antiche, materia piuttosto ostica e vaga se . . . beh, andate a vedervi l'allegato. Morale: chi, meglio dei monetiani può aiutarmi a catalogare le ancore presenti nelle antiche monete, in particolare della Roma repubblicana? La collaborazione è lautamente ricompensata: al modico prezzo di € 0,00 invierò a chi mi darà segnalazioni un sunto del lavoro (sarà pronto più o meno per fine anno). Vi raccomando di darmi le indicazioni più complete di ogni soggetto: area storico-geografica, periodo quanto più preciso possibile, descrizione di entrambe le facce della moneta, vostre opinioni sul tipo di ancora e qualsiasi altra informazione riteniate opportuno.

Se pensate che le immagini tramite forum siano troppo piccole, contatattemi via MP e vi fornirò il mio indirizzo email per l'invioad alta risoluzione. Dall'allegato credo si capisca come poi le utilizzo.

Grazie in anticipo e buon autunno dal vostro

Lepanto2007

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Inviato

Salve, spero di poter essere d'aiuto con due monete repubblicane di cui avevo memoria.

La prima è la seguente:

Roma. Brutus, 43-42 a.C. - Quinario, Crawford 505/3

D/ LEIBERTAS - Testa della Libertà rivolta a destra;

R/ Anepigrafe - Ancora e prua di nave.

L'immagine è tratta da Wildwinds.

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Inviato

La seconda moneta è la seguente:

Roma. Sesto Pompeo, 42 a.C. - Denario, Crawford 511/2a

D/ MAG PIVS IMP ITER - Testa di Nettuno con diadema rivolta a destra, dietro un tridente.

R/ PRAE F CLAS ET ORAE MAR IT EX SC - Trofeo navale montato su un'ancora, in basso le teste di Scilla e Cariddi.

L'immagine è tratta da Wildwinds.

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Inviato

Tetradramma di Adriano, 117-138

Fronte: HADRIANVS AVGVSTVS P P busto laureato a sinistra

Retro: COS III La Pace stante con ramo di olivo e ancora sulla sinistra

Metallo: Argento

peso: 10,93 gr

diametro: 27,00 mm

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Inviato

Denaro di Sesto Pompeo

Fronte: Testa di Nettuno MAG PIVS IMP ITER

Retro: Trofeo navale con tridente e ancora PRAEF CLAS ET ORAE MARIT EX S C

Metallo: Argento

Peso: 3,19 gr

Diametro: 18,00 mm

Purtroppo non è in buona qualità, ma forse cercando in giro qualcosa di meglio puoi trovare...

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Inviato

Dopo tante monete, ecco un eccezionale aes signatum dal peso di 1645 grammi.

Proviene da NAC 10 del 09 aprile 1997 lotto n. 308 (ex Leu 42 del 1987 e NFA 25 del 1990)

Al D/ Ancora

Al R/ Tripode

Haeberlin pl. 37, 1-3 - RRC 10/1 - Thurlow-Vecchi 22

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Inviato

Eccezionali superamici, grazie!

Davanti alle vostre risposte che, anche se sto facendo la valigia per il Salone Nautico di Genova (sabato si parla di noi monetiani!), non potevo resistere di andare a vedere.

Ecco le primissime impressioni: l'ultima di Vitocleziano con lo scudo esagonale è il massimo come composizione, la prima di Meja mi ha fatto venire i brividi. Altro che vanno bene le vostre indicazioni: datemi 2 settimane di tempo e vedrete i disegni (spero a colori, a costo di tirare alle 3 di notte). Apro a questo punto una discussione tecnica: è una mia impressione o le ancore raffigurate sulle monete romane anche del II secolo a.C. sono di impostazione moderna e praticamente tutte di probabile fusione-forgiatura metallica? Vi raccomando di essere quanto più critici vi riesce, perchè dalle vostre conferme o meno dipende una bella fetta del mio studio sull'argomento . . . non preccupatevi di criticarmi, segnalarmi che sono fuori strada od altro: è un pezzo che ho scelto questa strada, quindi mi fate un piacere!

Se poi le nostre deduzioni coincidono, alla prima occasione (venerdì 12 ottobre a Vicenza) facciamo festa!

Vi prego di non volare come sto facendo in questo momento e . . . passate l'idea agli esperti in Fenicia, Grecia e Cartagine, inclusi i loro alleati Etruschi.

Stavolta i complimenti ve li siete davvero meritati TUTTI

Lepanto2007


Inviato

Dalla primitiva forma di ancoraggio rappresentata dalla semplice “pietra forata” con foro per legarvi la cima d’ormeggio, si passa all’introduzione della vera e propria ancora, composta cioè da due marre unite al fusto e dal ceppo, che può essere ricondotta al VII sec. a.C.

L’ancora è composta dal fusto di legno, alla cui estremità inferiore sono unite le due marre, sempre in legno, mentre all’estremità superiore è fissato il ceppo, originariamente di pietra, poi di piombo, in posizione perpendicolare a quella delle marre. La funzione del ceppo è quella di appesantire l’ancora, e disponendosi orizzontalmente, di guidarne la giacitura quando questa si adagia sul fondo, in modo che una delle due marre riesca sempre a mordere il fondo stesso.

Con l’introduzione del piombo, a partire dal IV sec. a.C. abbiamo un notevole progresso tecnico nella costruzione delle ancore. Il piombo possiede elasticità (che permette al ceppo di resistere meglio agli urti), alta densità (il suo elevato peso specifico è ideale per realizzare ceppi molto pesanti senza che fosse necessario aumentarne le dimensioni) ed elevata resistenza alla corrosione marina. Quindi non più il ceppo in pietra (dura ma fragile) ma in piombo (di piombo pieno o ceppi di legno rivestiti in piombo).

Il passo successivo è l’introduzione delle ancore in ferro attestate all’incirca al III-II sec. a.C.

L’evoluzione tipologica delle ancore in ferro è possibile grazie ai rinvenimenti in associazione con i relitti, dunque in contesti databili. Più difficile dare una precisa sequenza cronologica nel passaggio da un tipo ad un altro. C’è anche da considerare che il ferro subisce un forte processo di degrado in ambiente subacqueo a differenza dei ceppi in piombo che risultano quasi inalterabili.

Nello schema elaborato da Gerhard Kapitän la forma originaria è quella a V, cioè con le marre rettilinee e inclinate rispetto al fusto (tipo A, epoca repubblicana), direttamente derivata dalle ancore con fusto in legno e con ceppo in piombo. Poi abbiamo il tipo con le marre ad arco (tipo B, prima età imperiale); quindi quello con le marre rettilinee ma leggermente inclinate rispetto al fusto e con le unghie ulteriormente inclinate (tipo C, età imperiale). L’evoluzione successiva porta alle ancore a T con le marre rettilinee e perpendicolari al fusto e unghie inclinate verso l’alto (tipo D, età tardo-romana e bizantina); da cui derivò l’ancora con le marre inclinate verso il basso e con le unghie inclinate verso l’alto (tipo E, epoca tardo bizantina e araba).

Questa classificazione, buona dal punto di vista tipologico, presenta dei limiti sul piano cronologico: oltre all’eseguità dei rinvenimenti in contesti datati, c’è da tenere in considerazione i fenomeni di lunga durata e di attardamento dei diversi tipi che potrebbe rispondere a precise tradizioni nautiche alle diverse forme di impiego in relazione al fondo marino e al tonnellaggio della nave.

Le ancore sulle monete: c’è da premettere che in un tondello così piccolo molti particolari dell’ancora non potevano essere evidenziati. In più c’è la possibilità che l’incisore abbia abbellito l’ancora con un disegno poco aderente alla realtà marinara ma di maggior resa visiva e stilistica sulla moneta.

Effettivamente mi sembra di notare che tutte le ancore siano in ferro e della tipologia (per questo periodo storico) A e B.

Anche nelle monete più antiche non mi pare di aver notato particolari che possano far presumere che l’ancora sia in piombo (con il fusto e le marre in legno e il ceppo in piombo). Forse questa oncia di HATRIA

Per quanto riguarda il tipo A:

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...ID=211&Lot=8236

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=223&Lot=407

il tipo B:

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...ucID=94&Lot=385

http://www.wildwinds.com/coins/ric/domitian/RIC_0020.jpg

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=167&Lot=393

http://www.wildwinds.com/coins/rsc/anonymous/Vecchi_166.jpg

Allego una foto di ancora con i termini tecnici e la foto delle tipologie di Gerhard Kapitän

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Inviato

Ciao amici!

Appena tornato dal Salone Nautico di Genova, ma là c'era solo un ceppo romano in piombo (uno di 'sti giorni ve lo posto), mi sono rimesso al lavoro, perchè lo studio sulle ancore sta prendendo una corposità inaspettata o più esattamente, come speravo, l'apporto numismatico è fondamentale.

Pole position per "legioprimigenia" con la dracma di Apollonia Pontica: domani parlo col mio amico subacqueo, perchè c'è un particolare di notevolissimo interesse. Data l'epoca non solo mi ha colpito la presenza della cicala, cioè un anello di solito metallico che collega la gomena d'ancoraggio col fusto - ligneo o metallico - dell'ancora, ma che l'anello è in alcuni casi quadrato ed in altri addirittura triangolare. E' la prima volta che mi capita di trovare in modo così evidente questo dettaglio: GRAZIE! Seguiranno gli ovvii aggiornamenti: per intanto direi che il corpo dell'ancora pontica dovrebbe essere in legno con marre molto larghe alla base: dovrebbe quindi mancare il rinforzo incrociato, sempre in legno o piombo, detto contromarra.

Prima fila anche ai post di "legionario", concordo con quanto bella sia l'ancora col delfino, mentre i files con molte immagini dovrò prenderli in mano con più calma. Se posso chiedervi una cortesia, preferisco tecnicamente la proposta singola, sia perchè è più chiara, sia perchè mi interessano molto i commenti allegati: per "legionario" infine mi ha fatto piacere la specifica sull'evoluzione delle ancore antiche. Ci sono diverse imprecisioni storico-tecniche che al momento non integro in quanto è uscito un servizio mio e di alcune persone che collaborano con me su Marzo 2007 della rivista "Il subacqueo", ma alla fine vedrete il lavoro completo.

Buona serata

Lepanto2007


Inviato

Ciao, attentissimi colleghi.

Scusate: dimenticavo un particolare VITALE. C'è qualche moneta cartaginese che raffiguri ancore? Mi sbilancio perchè dal punto di vista storico è strano che una vera talassocrazia come quella punica non si sia accreditata il favore degli déi in questo senso. Forse i Cartaginesi erano talmente convinti di essere al top (uso Mc Laren) da non considerare che il mare poteva anche tradirli attraverso dei contadini italici messi ai remi o dei rozzi menatori di spade (i gladii) che poca poesia avevano nello squartare una persona.

La mia, adesso NOSTRA, ricerca storica viaggia su altri schemi culturali: c'è bisogno del nostro apporto per recuperare un divario, che se non stiamo attenti ci ficca in serie B. Sia ben chiaro, io non mi occupo di classifiche, ma al Salone Nautico di Genova in conferenza è venuto fuori un'abissale ignoranza del valore delle nostre ricerche, al punto che ho ricevuto più di qualche citazione ed interessamento da parte di diverse autorità.

Io ho scommesso che Cartagine ha raffigurato delle ancore: le monete le lascio a voi!

Lepanto2007


Staff
Inviato

Ciao Lepanto :), di emissioni puniche raffiguranti un'ancora non ne ho trovate, però ho recuperato una foto di questo particolare manufatto proveniente da Tharros, insediamento in provincia di Oristano fondato dai Fenici nell'VIII secolo a.C., poi punico e romano:

FOTO

La descrizione è la seguente:

29/20 Cagliari 9459 (Spano 48), from Tharros. AG pl. 15.61; RSF 17 (1989) pl. 12b (Acquaro). BH. A man kneels to work with an adze on an anchor (?). III

Ti aggiungo i riferimenti:

Spano 48 - G. Spano, Catalogo della raccolta archeologica sarda del canonico Giovanni Spano, da lui donato al Museo d'Antichità di Cagliari 1860.

AG pl. 15.61 - A. Furtwängler, Die antiken Gemmen (1900).

RSF 17 (1989) pl. 12b (Acquaro) - Rivista di Studi Fenici.

La foto purtroppo è di scarsissima qualità, l'ho presa da questo sito.

Da quel che ho capito dovrebbe essere una gemma (o pietra) e rappresenta un uomo intento a lavorare un'ancora.

Essendo l'insediamento abitato da Punici e Romani non saprei a che periodo associarlo, ma ho visto un riferimento alla "Rivista di Studi Fenici" dunque, facendo 1+1, non dovrebbe essere romano.

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