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Guest utente3487
Inviato

Buongiorno. Mi riferisco alle indagini fatte su prove e progetti effettuate dalla Regia Zecca di Roma per aprire un nuovo argomento. Nel corso delle indagini mi sono chiesto spesso, purtroppo senza trovare risposta: come mai lo Stato della Città del Vaticano ha fatto coniare nella Zecca di Roma monete negli anni 1944 e 1945, sia pure in quantitativi irrisori? E soprattutto perchè fece coniare in questi due anni complessivamente duemila monete in oro da lire 100? La zecca aveva anche subito un bombardamento, eppure si procedette a questa coniazione che io ritengo assolutamente inutili per la circolazione e forse poco opportuna per le privazioni della popolazione. Perchè l'utilizzo di quell'oro? e a chi erano destinate quelle preziose monete? Nella documentazione ufficiale manca ogni riferimento. E poi: furono veramente solo 2000 gli esemplari coniati tra il 1944 ed il 1945? Aspetto le Vostree competenti valutazioni.Saluti.

Inviato

buongiorno, ci sono diverse domande, ecco alcune mie valutazioni.

Dal catalogo mi risulta che sotto Pio XII sono state battute monete da 100 lire dal 1939 al 1958, in quantità di 1000 pezzi ogni anno. Quindi era una consuetudine stabilita quella di utilizzare un lingottino da 5 chili.

Anche per il Vaticano erano emissioni inutili per la circolazione, infatti lo scopo era di sottolineare che nonostante la guerra e l'occupazione tedesca, esisteva e soprattutto resisteva.

L'esigua quantità emessa dimostra appunto la volonta di presentarsi come punto di riferimento e non come potenza economica in grado di sostituirsi allo Stato.

Nel giugno del 1944 Roma è occupata dagli Alleati e circolano AMLire. A maggior ragione bisogna riprendere l'attività monetaria. La zecca di Stato è bombardata, ma bisogna dare lavoro e fiducia. Tutto serve per finanziare la ricostruzione.

Attendiamo comunque altri pareri.

:rolleyes:

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Guest utente3487
Inviato
buongiorno, ci sono diverse domande, ecco alcune mie valutazioni.

Dal catalogo mi risulta che sotto Pio XII sono state battute monete da 100 lire dal 1939 al 1958, in quantità di 1000 pezzi ogni anno. Quindi era una consuetudine stabilita quella di utilizzare un lingottino da 5 chili.

Anche per il Vaticano erano emissioni inutili per la circolazione, infatti lo scopo era di sottolineare che nonostante la guerra e l'occupazione tedesca, esisteva e soprattutto resisteva.

L'esigua quantità emessa dimostra appunto la volonta di presentarsi come punto di riferimento e non come potenza economica in grado di sostituirsi allo Stato.

Nel giugno del 1944 Roma è occupata dagli Alleati e circolano AMLire. A maggior ragione bisogna riprendere l'attività monetaria. La zecca di Stato è bombardata, ma bisogna dare lavoro e fiducia. Tutto serve per finanziare la ricostruzione.

Attendiamo comunque altri pareri.

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Grazie per le sue acute osservazioni, ma io continuo a chiedere come poteva fare la Regia Zecca a coniare in oro e soprattutto a chi erano destinate quelle monete in un particolare periodo quando la popolazione romana era alla fame? Detta in crude parole non c'erano gli occhi per piangere ma qualcuno ha potuto beneficiare di queste monete in oro...

Inviato

Oro requisito?

e dopo la coniazione bello "lindo" e splendente ?


Inviato (modificato)

E' anche possibile che le emissioni del 1944 e 1945 siano state coniate dopo la fine della guerra.

Nel libro "Le monete dello Stato della Città del Vaticano" edito dal Governatorato dello Stato Vaticano nel 1989, sono riportati i dati legislativi relativi alle varie emissioni annuali.

Per quanto riguarda le monete di Pio XII:

Anno I - 1939 = Legge Delegata n. VII del 30/12/1939

Anno II - 1940 = Legge Delegata n. XIII del 09/12/1940

Anno III - 1941 = Ordinanza del Governatore n. XVIII del 10/11/1942

Anno IV - 1942 = Legge Delegata n. XXIV del 20/11/1943

Anno V - 1943 = Ordinanza del Governatore n. XXXVIII del 06/07/1946

Anno VI - 1944 = Ordinanza del Governatore n. XXXVIII del 06/07/1946

Anno VII - 1945 = Ordinanza del Governatore n. XXXVIII del 06/07/1946

Anno VIII - 1946 = Ordinanza del Governatore n. XL del 28/02/1947

Anno IX - 1947 = Legge Delegata n. XLIII del 23/06/1947 - Ordinanza del Governatore n. LII del 01/12/1949 (monetazione aurea)

Anno X - 1948 = Ordinanza del Governatore n. LII del 01/12/1949

Anno XI - 1949 = Ordinanza del Governatore n. LII del 01/12/1949

Anno XII - 1950 = Legge Delegata n. LVIII del 24/04/1950 - Ordinanza del Governatore n. LXI del 27/12/1950

Anno XIII - 1951 = Decreto della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano n. LXXXI del 05/12/1953

Da questa fonte autorevole (il libro è edito dallo stesso Governatorato del Vaticano) con legge nel 1946, finita la guerra, si è deciso di coniare le monete anche degli anni precedenti mancanti.

Modificato da legionario

Inviato

perciò le monete emesse dalla città del vaticano con gli anni 1944 e 1945 sono state emesse dopo il 1946 B) merci pur le informazioni


Inviato
E' anche possibile che le emissioni del 1944 e 1945 siano state coniate dopo la fine della guerra.

Nel libro "Le monete dello Stato della Città del Vaticano" edito dal Governatorato dello Stato Vaticano nel 1989, sono riportati i dati legislativi relativi alle varie emissioni annuali.

[...]

Da questa fonte autorevole (il libro è edito dallo stesso Governatorato del Vaticano) con legge nel 1946, finita la guerra, si è deciso di coniare le monete anche degli anni precedenti mancanti.

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Interessante, però a quel punto all'interno della zecca si sarebbero dovuti trovare i documenti che attestano tale coniazione "retroattiva"...


Guest utente3487
Inviato

Grazie per le preziose informazioni. Però secondo le quanto appreso attraverso la documentazione reperita sembra che i decreti furono emanati per sanare le coniazioni degli anni precedenti. Dunque le monete in oro e anche le altre furono effettivamente coniate con i millesimi anzidetti (1944 e 1945). Ricordiamo tra l'altro che per legge nel dopoguerra non si potevano coniare più monete in oro ma molto superficialmente le autorità preposte non si accorsero del fatto e il Vaticano continuò a coniare monete in oro fino al 1958. O sbaglio? E poi secondo le notizie ufficiali la coniazione delle monete con millesimo 1942 venne disposta con una norma del novembre del 1943. La cosa appare ancora più inquietante ove si consideri che dopo l'8 settembre del 1943 forse si sarebbe dovuto pensare a ben altro che emanare norme per la coniazione di monete in oro.

Guest utente3487
Inviato
perciò le monete emesse dalla città del vaticano con gli anni 1944 e 1945 sono state emesse dopo il 1946 B) merci pur le informazioni

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Peggio mi sento.Nel 1946 dunque il Vaticano disponeva la coniazione di monete in oro e argento mentre lo stato italiano coniava gli stessi valore in italma (ad esempio le lire 10 e 5). Scusate ma non quadra.

Inviato
Ricordiamo tra l'altro che per legge nel dopoguerra non si potevano coniare più monete in oro...

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Legge dello Stato italiano....ma il Vaticano? era sottoposto anch'esso a questa legge o forse il Concordato del '29 gli offriva una scappatoia?

petronius B)


Inviato

Buona sera.

"Anche per il Vaticano erano emissioni inutili per la circolazione, infatti lo scopo era di sottolineare che nonostante la guerra e l'occupazione tedesca, esisteva e soprattutto resisteva".

Non so se per testimoniare la propria esistenza o resistenza durante gli ultimi due anni di guerra, uno Stato dovesse ricorrere all'emissione di monete d'oro.

Personalmente non lo credo ed anzi mi trovo a condividere le perplessità che esprimeva il Col. Luppino nel Suo intervento d'apertura.

C'è probabilmente da constatare come quei tempi non siano stati duri per tutti nello stesso modo ed evidentemente c'è stato chi, pur professando nel proprio credo la semplicità e la morigeratezza, indifferente al disastro che lo circondava, ha continuato a commissionare alla zecca la coniazione di monete d'oro come se nulla fosse.

Concordo sul fatto che tali emissioni di prestigio, se rapportate al dramma che le popolazioni vivevano allora quotidianamente, assumono un significato quasi paradossale e forse anche "sinistro".

Forse è meglio neppure chiedersi come e dove sia stato reperito l'oro necessario per produrle; certamente costituiscono un'ostentazione del tutto fuori luogo per i tempi.

Chi poi all'epoca le abbia potute acquistare......., anche questo forse è meglio non approfondirlo.......

Se invece si trattasse di coniazioni postume con i millesimi 1944/45, questo potrebbe essere, in coscienza, più accettabile.

Saluti.

Michele


Inviato

salve interessante discussione.

Premesso che la coniziazione postuma possa essere una possibilità a mio avviso credibile, tuttavia non tralascierei questi punti:

La richiesta di monete in oro, specialmente in un periodo bellicoso, è alta, perchè sono un bene rifugio e, i "ricchi" dell'epoca, trasformavano i propri averi in metallo prezioso in attesa di una stabilizzazione economica per non vedersi svalutare i propri averi

La città del Vaticano era ed è notoriamente uno stato ricchissimo pertanto non mi stupirei del fatto che mentre l'Italia coniava monete in italma, il Vaticano continuava con la sua tradizione "orafa", poi ovviamente il Vaticano aveva una propria autonomia di scelte politiche

infine faccio fatica a credere che le monete siano state donate a qualcuno, ma mi è più facile pensare che siano state usate come "merce di cambio" per soddisfare i bisogni dello Stato Vaticano e della Chiesa in generale

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Guest utente3487
Inviato

Buongiorno:Facendo un breve riepilogo, tra il 1940 ed il 1945 la Zecca avrebbe utilizzato, per conto dello Stato della Città del Vaticano, per la coniazione complessiva di nr.9.000 esemplari da lire 100 in oro, grammi 42.039 di fino (cioè oltre 42 Kg. del biondo metallo) e per la coniazione complessiva di nr.109.600 esemplari di monete da lire 10 e 5 in argento, grammi 915.160 in argento fino (oltre Kg.915). Una enormità per quegli anni, specie ove si consideri che la Regia Zecca coniava invece per il Regno d’Italia solamente nr.20 esemplari di monete in argento nei valori da lire 20, 10 e lire 5.

Inoltre, il 31 dicembre 1942, in pieno conflitto mondiale e con il paese già in gravi difficoltà per l’approvvigionamento di generi di prima necessità, il ministro delle Finanze del governo italiano Paolo Thaon di Revel si preoccupava di emettere una circolare in cui si affermava che la Santa Sede era esonerata dal pagare le imposte sui dividendi azionari. A ciò va aggiunto che il Vaticano, essendosi dichiarato neutrale durante la II guerra mondiale, poté, come la Svizzera, trattare affari con la Germania di Hitler. Finita la guerra il Vaticano non sembra che la Santa Sede risarcì mai le vittime dell’olocausto, restituendo loro i preziosi che i nazisti avevano trasformato in lingotti (correggetemi se sbaglio). Anzi, secondo alcuni studi, sembra che la Banca Vaticana contribuì a nascondere l’oro nazista non solo nella stessa Santa Sede, ma anche presso il santuario di Fatima in Portogallo. Lo IOR (Istituto Opere Religiose) sembra abbia contribuito anche alla scomparsa di buona parte dell’oro della Croazia indipendente, che durante l’ultima guerra mondiale collaborava coi nazisti. Gli ustascia (i cattolici nazisti) massacrarono impunemente ben mezzo milione di serbi ortodossi, nonché decine di migliaia di ebrei e di gitani.La leadership ustascia, finita la guerra, si era rifugiata proprio in Vaticano e in alcune proprietà francescane italiane. Uno dei mediatori che permise agli ustascia e anche ad altri criminali nazisti di ottenere l’impunità, fu il segretario di stato Montini, in seguito papa Paolo VI. In particolare gli ustascia ebbero bisogno della Banca Vaticana proprio per gestire finanziariamente il loro governo esiliato in Argentina e per spedire i propri criminali in fuga verso il Sudamerica, l’Australia e altri luoghi.

Tanto per dare un’idea dell’importanza dell’oro nel periodo bellico, riportiamo uno stralcio molto significativo della vicenda che vide coinvolto il famigerato Herbert KAPPLER e i rappresentanti della Comunità Ebraica: II mattino del 26 settembre 1943 l’autorità di Pubblica Sicurezza italiana invitava il Presidente della Comunità Israelitica di Roma, dott. Ugo Foà, ed il Presidente delle Comunità Israelitiche italiane, dott. Dante Almansi, a recarsi nel pomeriggio, per comunicazioni, nell’ufficio del Comandante la polizia tedesca di Roma Herbert Kappler che impose che entro trentasei ore venissero versati cinquanta chilogrammi di oro (per la coniazione delle monete in oro vaticane 1940-1945 vennero impiegati circa 42 Kg. di oro) pena la deportazione in Germania di duecento. La richiesta per il determinato contesto storico era molto esorbitante. I due presidenti, cercarono invano di ridurre la richiesta di oro. La maggior parte degli ebrei residenti a Roma effettuò l’offerta di oggetti di oro i quali spesso, specialmente quando trattavasi persone non abbienti, costituivano cari ricordi di famiglia. Anche molti cattolici offrirono oggetti d’oro con grande slancio di solidarietà. Alcuni che non potevano versare dell’oro, offrirono danaro. La Santa Sede, venuta a conoscenza del fatto, fece sapere in via ufficiosa che, qualora non fosse stato possibile raccogliere entro il termine stabilito l’oro richiesto avrebbe messo a disposizione la differenza che le sarebbe stata rimborsata quando la Comunità fosse stata in grado di farlo. Poco prima della scadenza delle trentasei ore venivano raccolti cinquanta chilogrammi di oro e 2.021.540 lire. I cinquanta chilogrammi di oro venivano messi poi messi in una unica cassa ed alcuni giorni dopo dire dello stesso Kappler vennero inviati dal Kappler a Berlino, alla persona del Dott. dott.Kaltenbrunner. Sebbene il Kappler avesse promesso che col pagamento dell’oro gli ebrei di Roma non sarebbero stati molestati, tuttavia il 16 ottobre 1943 veniva effettuato nella Capitale un organizzatissimo rastrellamento di ebrei, tristemente famoso nella mente della cittadinanza romana. In questa tragica caccia all’uomo vennero rastrellati più di 1000 ebrei i quali, alcuni giorni dopo, erano deportati in campi di concentramento. Di costoro e dei 1000 ebrei circa catturati nei mesi successivi ed inviati pure in campi di concentramento, al termine della guerra,solo meno di dieci fecero ritorno alle loro case. E’ questa purtroppo è storia.

Lo Stato della Città del Vaticano poteva emettere in passato monete che potevano avere corso legale in Italia a condizione che fossero dello stesso valore, metallo, peso e titolo di quelle emesse dalla Repubblica Italiana.Lo Stato della Città del Vaticano coniò monete in oro da lire 100 dal 1929 al 1959, anno in cui sospese la coniazione, poiché ci si accorse che, contrariamente a quanto avveniva per il Regno d’Italia la Repubblica Italiana non prevedeva la coniazione di monete in oro;

Inviato

Buona sera.

"La richiesta di monete in oro, specialmente in un periodo bellicoso, è alta, perchè sono un bene rifugio e, i "ricchi" dell'epoca, trasformavano i propri averi in metallo prezioso in attesa di una stabilizzazione economica per non vedersi svalutare i propri averi."

E' vero che durante le gravi crisi e dunque anche durante le guerre, vi è una domanda di "beni rifugio" (quale è l'oro) da parte delle classi più abbienti che in tal modo cercano di salvaguardare i propri capitali finanziari messi a rischio dall'inflazione galoppante.

Ma è anche vero che un prodotto come gli aurei del Vaticano di quegli anni difficilmente potevano interessare quel genere di investitori.

Intanto, chi compra oro con quell'intento predilige il metallo in lingotti o le monete di borsa, che assicurano un minimo differenziale fra il valore dell'intrinseco ed il costo d'acquisto.

L'emissioni Vaticane, così come peraltro anche quelle del Regno di V.E. III, non venivano cedute al facciale ma scontavano un ricarico "commerciale" che non incoraggiava certamente chi, con intenti esclusivamente "protettivi", optava per l'acquisto del prezioso metallo.

In realtà, le emissione auree del '900 sia del Regno che del Vaticano non hanno mai svolto la funzione di danaro circolante e possono considerarsi alla stregua delle attuali commemorative auree della Repubblica.

Per fare solo un esempio, le 20 lire "fascetto" e le 100 lire "fascione" del 1923, emesse in 20.000 esemplari ciascuno (credo la più alta titatura di monete d'oro di V.E. III) vennero all'epoca poste in vendita rispettivamente a Lire 80 ed a Lire 400.

Non penso, anche se non dispongo di dati, che le altre emissioni auree fossero più economiche.

Insomma, non erano certamente monete da "investitori".

Saluti.

Michele


Guest utente3487
Inviato

Grazie Michele delle Sue pertinenti osservazioni (a proposito, possiamo darci del tu?), ma comunque siamo al punto di partenza:perchè queste coniazioni, (ed il fatto che venivano coniati solo 1000 esemplari di monete in oro paradossalmente rende più grottesca la coniazione) mentre le persone morivano nei campi di concentramento, sotto i bombardamenti e ai bambini venivano dati 200 grammi di latte al giorno? Come si suol dire mi sono rotto le corna nel corso dell'indagine per trovare uno straccio di documentazione che giustificasse in qualche maniera queste assurde coniazioni ed alla fine mi sono fatto una mia idea che vorrei esternare dopo aver sentito i pareri degli "anziani". Saluti e grazie per le vostre riflessioni.

Inviato

Buona sera Domenico.

Ho come l'impressione che la "ragion di Stato" (anche se di uno Stato confessionale quale è il Vaticano), possa aver messo in secondo piano le pertinenti considerazioni che svolgevi sull'inopportunità di procedere a coniazioni auree in un momento storico tanto depresso.

E' probabile che dentro i fastosi palazzi vaticani l'eco dei bombardamenti giungesse smorzato, tanto da non turbare la coscienza di chi era allora preposto a curare l'immagine ed il prestigio del piccolo Stato attraverso le coniazioni auree.

Certo, se consideriamo che neppure la ricca e neutrale Svizzera in quegli anni procedette all'emissioni di monete d'oro, non può non stupire che tale scelta non sia stata operata anche dal Vaticano.

D'altra parte, questo non è di certo l'errore storico più grave commesso dal piccolo Stato: non dimentichiamoci che Pio XII ebbe a definire Mussolini "l'uomo della Provvidenza" e che le torbide vicende che ricordavi nel Tuo precedente intervento sono fatti che pesano come macigni sulle coscienze di coloro che predicavano (a parole) la Fratellanza e la Pace.

Concordo con Te sull'assudità di tali coniazioni.

Saluti.

Michele


Guest utente3487
Inviato

Si. Hai ragione. Eppure chissà perchè sono sempre stato convinto che dietro quelle coniazioni ci fosse qualcosa di sporco. Non so spiegarmi il perchè ma sono intimamente convinto che quelle monete vennero coniate con il sangue della povera gente.. e Gesù credo che disse via i mercanti dal mio tempio....E poi non ti credere che le vicissitudini della guerra giungessero tanto smorzate all'interno del Vaticano, viste le mediazioni ed intrallazzi vari..

Guest utente3487
Inviato
Si. Hai ragione. Eppure chissà perchè sono sempre stato convinto che dietro quelle coniazioni ci fosse qualcosa di sporco. Non so spiegarmi il perchè ma sono intimamente convinto che quelle monete vennero coniate con il sangue della povera gente.. e Gesù credo che disse via i mercanti dal mio tempio....E poi non ti credere che le vicissitudini della guerra giungessero tanto smorzate all'interno del Vaticano, viste le mediazioni ed intrallazzi vari..

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Mi sembra poi di ricordare che anche le serie 1944 e 1945 erano confezionate in elegante astuccio, o mi sbaglio? Saluti.

Guest utente3487
Inviato
Si. Hai ragione. Eppure chissà perchè sono sempre stato convinto che dietro quelle coniazioni ci fosse qualcosa di sporco. Non so spiegarmi il perchè ma sono intimamente convinto che quelle monete vennero coniate con il sangue della povera gente.. e Gesù credo che disse via i mercanti dal mio tempio....E poi non ti credere che le vicissitudini della guerra giungessero tanto smorzate all'interno del Vaticano, viste le mediazioni ed intrallazzi vari..

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Mi sembra poi di ricordare che anche le serie 1944 e 1945 erano confezionate in elegante astuccio, o mi sbaglio? Saluti.

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Anzi, se qualcuno avesse le fotografie di quegli astucci, sarei molto grato se le pubblicasse....

Guest utente3487
Inviato
Si. Hai ragione. Eppure chissà perchè sono sempre stato convinto che dietro quelle coniazioni ci fosse qualcosa di sporco. Non so spiegarmi il perchè ma sono intimamente convinto che quelle monete vennero coniate con il sangue della povera gente.. e Gesù credo che disse via i mercanti dal mio tempio....E poi non ti credere che le vicissitudini della guerra giungessero tanto smorzate all'interno del Vaticano, viste le mediazioni ed intrallazzi vari..

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Mi sembra poi di ricordare che anche le serie 1944 e 1945 erano confezionate in elegante astuccio, o mi sbaglio? Saluti.

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Anzi, se qualcuno avesse le fotografie di quegli astucci, sarei molto grato se le pubblicasse....

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Sarebbero utili anche le eventuali foto di astucci degli anni precedenti al 1945 e fino al 1950....

Inviato

In allegato la confezione originale del 1950 di Pio XII, serie composta di 5 monete.

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Guest utente3487
Inviato
In allegato la confezione originale del 1950 di Pio XII, serie composta di 5 monete.

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Mi scusi se approfitto ma mi interessa maggiormente la confezione esterna, se per lei non è un disturbo mi farebbe una grande cortesia....saluti

Inviato (modificato)

Nessun disturbo.

La foto l'ho presa da un catalogo d'asta. Presumo però che non ci sia nessuna scatola. Si tratta del semplice cartoncino traforato per contenere le monete e protetto da un semplice foglio di plastica.

Ho trovato in un altro catalogo invece la foto della scatola originale contenente le monete: si tratta però di Pio XI ed è la serie del 1929 contenente i 9 valori. Tenendo conto che fino al 1946 sono stati coniati annualmente 9 valori, se non si troverà una foto più recente, si potrebbe pensare che queste confezioni siano state usate fino agli anni '40

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Modificato da legionario

Guest utente3487
Inviato

Grazie molte. Deve sapere che il mio obiettivo è scoprire se le confezioni le faceva la Regia Zecca (come fa adesso la sezione zecca dell'IPZS), oppure le confezionava la CV. Saluti.

Inviato

Ci sono molte contraddizioni all’interno della Chiesa e ci sono state fin dalla sua fondazione.

Forse non è il caso di parlare in questo post (dedicato alla monetazione contemporanea) delle tante incoerenze che si possono leggere nelle fonti sin dai primi secoli della nostra era.

Nella mia città, si tiene ogni anno la celebrazione di San Rocco: be’... la tradizione vuole che a messa vengano distribuiti dei panini (offerti sine pecunia da fornai generosi) ai fedeli; la cosa rammaricante è che i sacchi che prima contenevano i pani vengono immediatamente dopo ogni messa riutilizzati (dai frati francescani!) per raccogliere “palate” di soldi, racimolate con le offerte dei fedeli.

Pare inverosimile ma raccolgono letteralmente sacchi di quattrini (non è un’iperbole!) che poi vengono in biona parte ridistribuiti tra i monaci e spediti alle rispettive famiglie all’estero (molti dei monaci non sono italiani). Spero che almeno una piccola parte la riservino per opere di beneficenza.

Tutto questo, ovviamente, avviene senza alcuna denuncia dei redditi e senza tassazioni.

Se Prodi volesse davvero combattere l’evasione fiscale dovrebbe cominciare proprio dalle chiese, perché in quegli ambienti di soldi ne girano, e tanti!

Ma i frati non dovrebbero ostentare povertà e astinenza? Be’..., a parte molti macchinoni dei fraticelli dei nostri tempi, la ostentazione di ricchezza emerge in primo luogo dalla ricchezza di opere d’arte racchiuse nelle nostre chiese; certamente tutte quelle opere d’arte sono per noi un bene prezioso da difendere ma ci dimostrano come i soldi non fossero tanto impiegati per il sostentamento di poveri e sfortunati.

Scusate ma la falsa donazione di Costantino come la definite voi se non truffa! Sventolando un documento inventato cercavano di spingere tutti ad emulare la (presunta) generosità del primo imperatore cristiano...

Come disse qualcuno: «Fatemi Papa e mi convertirò al cristianesimo!»


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