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Inviato

Premetto che non amo, storicamente parlando, l'Impero. Trovo che la fase cosiddetta Repubblicana della storia di Roma sia stata di gran lunga più affascinante, più ricca di personaggi esemplari e anche sotto il profilo letterario decisamente più feconda. Oltre all'aspetto strettamente politico: indubbiamente le libertà e le possibilità di ascesa sociale erano maggiori rispetto all'Età dei Cesari. Pur tuttavia anche tra gli imperatori ve ne sono alcuni che esercitano particolare fascino. Tra i miei preferiti ne indico tre: il sottovalutato e tracurato Tiberio, il grande filosofo Marco Aurelio (la lettura dei "Pensieri" è ottima palestra d'animo) e infine quella tragica e straordinaria figura di Giuliano detto l'apostata, che si oppose alla tracotanza e ai soprusi dei cristiani e che coltivò, oltre alla filosofia, anche una simpatia politica per l'ordinamento repubblicano, ormai sepolto da secoli.


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Inviato

Ciao

Augusto: il primo imperatore

Traiano: con lui l'impero ha raggiunto il massimo splendore e per il magnifico Foro che ha donato a Roma

Diocleziano: Il grande riformatore e restauratore del tardo Impero

L'unico esempio di ritiro volontario dopo aver compiuto la sua missione

Giuliano:l'ultimo grande imperatore Romano,figura affascinante e tragica

Consiglio a tutti la lettura del libro di Gore Vidal: un capolavoro

Legio


Inviato

Lo dice il mio stesso nick.... :)

essendo un cultore del tardo impero vi suggerisco una figura d'imperatore coraggioso e tragico tutta d'approfondire: maiorianus :blink:


Inviato

Per me sicuramente Augusto, l'impero lo si deve a lui, capace di tenere insieme le provincie, ammansire i regnanti vassalli, tenersi buono il Senato e al contempo creare la più grande struttura politica della storia antica. L'unico piccolo difetto che gli trovo è che non fu un grande generale, ma seppe delegare saggiamente questi compiti. Augusto riformò la monetazione creando il sistema monetario con aurei/denari/sesterzi che collezioniamo ;)

Ho simpatie grossissime poi per Traiano Decio, un vero censore che tentò di restaurare i principi della repubblica, peccato sia stato fermato troppo presto dai Goti.


Inviato
Lo dice il mio stesso nick.... :)

essendo un cultore del tardo impero vi suggerisco una figura d'imperatore coraggioso e tragico tutta d'approfondire: maiorianus  :blink:

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perchè? dicci qualcosa in più! :)


Inviato

Per Eg:

tentero' di risponderti in sintesi ma non è facile :)

Maioriano è stato l'unico imperatore degno di tale nome dai tempi di Teodosio. Egli si prodigò con tutto se stesso per fronteggiare i problemi esterni ed interni che divoravano ciò che restava di un impero allo sfascio. Si distinse per valore malitare già molto prima di diventare imperatore e, in qualità di comandante, sotto Ezio, difese brillantemente Tours dai visigoti (446). Commilitone del potente Ricimero venne eletto imperatore dall'esercito. In campo civile elaborò 9 constitutiones e in campo militare condusse personalmente una serie di campagne, l'ultima delle quali, risulterà incredibilmente sfortunata. Riformo' l'amministrazione provinciale in una fase di caos profondo, riportando un po' di serenità. Impose ai latifondisti il pagamento delle tasse in moneta aurea (specificando che i pagamenti andavano versati con aurei dell'età degli antonini). Reintrodusse il defensor civitatis in ciascuna città. Impose il taglio delle mani e la fustigazione per quanti si fossero resi responsabili di demolizioni o asportazioni ai danni dei monumenti antichi. Promulgò una legge tanto significativa quanto impopolare (la definirono iniuxta lex maioriani) contro il celibato, visto che verso la fine del quinto secolo lo spopolamento dell'occidente sembrava un problema senza soluzione. Uomini e donne del ceto senatoriale abbracciavano la vita ecclesiastica lasciando sguarnita l'amministrazione civile. In piena guerra vandalica sbaragliò un grosso contingente di vandali presso il garigliano. Grazie al comandante Egidio vennero affrontati i burgundi e subito ricondotti nei termini del foedus; In un clima ostile e insidioso (sia politicamente che militarmente) intervenne personalmente e con succeso in gallia per fronteggiare una recente rivolta di goti. Sconfisse gli alani. Quindi allestì una delle più grandi flotte della storia tardo antica per affrontare il nemico Genserico; tutto era pronto in Spagna nel porto di Cartagena (era stato pianificato lo sbarco in mauretania) quando, a causa di un misterioso e controverso tradimento, la flotta venne incendiata! Tre anni di preparativi andarono in fumo; di lì a poco, forse per mano del geloso Ricimero, Maioriano venne eliminato (2ago 461 presso tortona). Vennero riportati aneddoti per descrivere il coraggio di Maioriano....di sicuro possiamo concludere che Maioriano fu l'ultimo grande "romano" della storia imperiale... :)


Inviato

Sapevo che sarei stato in "minoranza" :P, quindi spero mi consentirete d'argomentare meglio la mia "preferenza":

Probabilmente (anzi quasi sicuramente :P) andrò controcorrente, ma il mio imperatore "preferito" (perché no, anche numismaticamente) è Costanzo II.

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I giudizi storici su Costanzo, generalmente, non sono mai stati troppo lusinghieri. Gli si addita, fra le altre cose, l'eccessiva influenza operata sulla sua persona da eunuchi e cortigiani, la scarsa decisione e lungimiranza in ambito militare, l'eccessiva brama di potere: circa quest'ultimo punto, egli era decisamente degno figlio di suo padre.

Nominato Cesare ancora giovanissimo, ebbe innanzitutto il merito di ritargliarsi un ruolo di primo piano nelle intricate vicende che seguirono la morte di Costantino: questi, che aveva dedicato buona parte del proprio regno a riunire sotto il proprio controllo l'intero Impero, ponendo fine a ciò che rimaneva dell'esperimento tetrarchico, non era stato troppo accorto nell'indicare chi gli sarebbe succeduto (e in che modo) una volta che i suoi giorni fossero finiti. Il giovane seppe sfruttare le circostanze e perché no, anche la sua abilità, utilizzando talvolta metodi che possono sembrarci (a ragione) più che discutibili: alla notizia della morte di Costantino egli partì immediatamente dal confine orientale (dove era stato inviato per organizzare una spedizione contro i Sasanidi) per organizzare i funerali del padre (unico fra i suoi figli a presenziarvi), presentandosi così fin da subito suo erede privilegiato. Poi con la spada e con la forza dimostrò la propria "sete" di potere: la prima fu indirizzata contro i fratellastri del padre (e le loro famiglie), che potevano vantare, di fatto, gli stessi diritti successori del giovane Cesare; la seconda verso i fratelli, ponendo le proprie condizioni nel congresso di Viminacium (che gli diede in controllo l'intero Oriente, oltre a Costantinopoli).

E se gli si rimprovera lo scarso successo delle campagne in Oriente (ma, nella storia di Roma, non solo per lui i Persiani si sono dimostrati avversari ostici), per l'incapacità di sfruttare vittorie parziali (come quella di Singara) e, soprattutto, la perdita dell'importante piazzaforte di Amida, non bisogna dimenticare che riuscì sempre vincitore nei confronti dei numerosi usurpatori che agitarono il suo periodo (Magnenzio e Decenzio, Vetranione, Silvano) e che infine riuscì anch'egli, come il padre, a porre sotto di se' l'intero Impero. La stesso "vigore" dimostrò verso quel nuovo ed importante elemento politico-sociale che è la Chiesa nel IV secolo: pur mantendendone i privilegi e favorendo gli Ariani, come già Costantino alla fine del suo regno (essi erano di certo i più influenti nelle province orientali), rispetto al padre si dimostrò di certo più deciso nel perseguire quel "cesaropapismo" che sarà poi segno distintivo della teocrazia bizantina.

Morì a 44 anni, dopo aver regnato come Augusto per 24 (cifra di tutto rispetto se consideriamo il periodo in questione), mentre s'apprestava a combattere l'ennesimo conflitto civile contro il cugino che aveva prima "graziato", poi relegato al di fuori della vita politica e poi innalzato al grado di Cesare. Sintetizza molto bene il Runciman quando dice: «Costanzo è stato trattato piuttosto male dagli storici, sia perché una simpatia immotivata ha circondato Giuliano che l'odiava, sia perché aveva offeso il grande baluardo dell'ortodossia trinitaria, Atanasio». E se anche Giuliano è divenuto a suo modo altissima individualità ideale, è Costanzo il vero "vincitore" storico della sua epoca: il migliore fra i figli di Costantino, fu, nel bene e nel male, paradigma dell'imperatore tardo-antico e la sua figura è fra quelle determinanti per l'influenza operata sullo spviluppo della sovranità imperiale romana, specie in Oriente.


Inviato

per Cherso:

in effetti mi ha incuriosito la tua simpatia per Costanzo II, che comunque considero degno erede di costantino. Solido e spietato con chi poteva insidiare il suo potere. Come dici tu la storiografia cattolica non è stata molto tenera con lui per il fatto che era ariano come del Resto, dopo di lui fu Valente. Studiando Teodosio mi sono stupito quando ho letto una cosa: l'arianesimo che discende primariamente dall'amministrazione di Costanzo era ancora fortemente radicato a Costantinopoli quando uscirono i decreti teodosiani. Teodosio arrivò ad imporre i "preti" trinitari quasi con la forza, facendo presidiare le chiese della capitale con le sue guardie palatine.....


Inviato
Molti imperatori si sono macchiati di delitti e altre nefandezze,per es. Nerone,Caracalla,Diocleziano,ma la Storia non è stata così impietosa come con Commodo. Di lui si parla solo in termini negativi.E poi anche in termini strettamente numismatici, io trovo che il suo ritratto sulle monete sia qualcosa di molto affascinante, soprattutto del Commodo non più giovane.

252003[/snapback]

Si ma lui mi sta più antipatico perchè ha ucciso la mia Lucilla

:wub:

:P

252004[/snapback]

Ciao Arcano, mi dispiace darti una tragica notizia ma Commodo non ha ucciso la tua Lucilla senza motivo (io al suo posto avrei fatto lo stesso).

La cara Lucilla, dopo la morte di Lucio Vero, dovette sposare l’anzianotto Pompeiano, uno dei più validi generali del tempo (divenuto braccio destro di Marco Aurelio nelle campagne danubiane).

Marco designò personalmente il proprio figlio come successore; ne è prova tangibile la “promozione” di Commodo a Cesare quando aveva solo 5 anni (166 d. C.)

Nel 175, in risposta all’usurpazione di Avidio Cassio, Marco richiamò il figlio a Sirmium (Dio Cassius LXXI 22,2), dove egli si trovava con gli accampamenti, e qui lo invitò a prendere la toga virile; in questo modo il vecchio imperatore cercava di sciogliere inequivocabilmente ogni possibile dubbio in materia di successione. (Parlare della usurpazione di Avidio Cassio sarebbe una storia troppo lunga). La cerimonia avvenne il 7 Luglio (H.A.Vita Commodi 2, 2: «Inductus autem toga est nonarium Iuliarium die, quo in terris Romulus non apparuit, et eo tempore, quo Cassius a Marco descivit»), anniversario della scomparsa e dell’assunzione in cielo di Romolo nove secoli prima; il biografo della Historia Augusta rileva questa coincidenza, che, certamente, non fu dovuta al caso ma mirava a sottolineare la sacralità del potere e la sua continuità.

La posizione di Commodo si consolidava sempre più, come attesta il gran numero di emissioni a suo nome a partire dall’inverno del 175-176: alcuni denarii (RIC III 335-337, p. 239) e sesterzi (RIC III 1153, p. 304) ci mostrano simultaneamente i ritratti dell’Imperatore al dritto e del giovane principe al rovescio, preannunciando l’assunzione all’impero che avverrà nel 177; intanto la stessa monetazione a nome del solo Commodo subisce un notevole incremento. Alle scene che lo rappresentano quale «princeps iuventutis» o nel compiere atti di liberalitas, si accostano allusioni alla «Spes Publica»; si definisce in tal modo lo stesso Commodo come “speranza pubblica”, speranza di una continuazione dell’Impero libera da guerre civili e da dissidi interiori.

Quando nel 177 Marco celebrò il trionfo volle che il buon Commodo fosse al suo fianco, poco dopo furono celebrate le nozze tra il giovane e Crispina. Nel 181, morto ormai Marco, Lucilla, conservava il titolo di Augusta ma aveva di fatto perduto ogni potere politico; alla prospettiva di avere un nipotino (figlio di Commodo e Crispina), temette di essere scalzata del tutto. Assoldato, quindi, un sicario con la collaborazione di qualche senatore, l’ancor giovane Lucilla chiese che il proprio fratello fosse eliminato ma la sorte volle che Commodo riuscisse a scamparla (tranne lo spavento incredibile); scoperta la congiura, Commodo si mostrò in un primo momento clemente ma in seguito fece assassinare l’insana sorella.

Sul perché Commodo abbia poi fatto fuori un bel po’ di senatori ci sarebbe molto da dire: tutto prende inizio da questa vicenda. Se volete saperne di più vi consiglio la lettura di: F. GROSSO, La lotta politica al tempo di Commodo, Accademia delle Scienze, Torino 1964. è un ottimo studio su Commodo (secondo la mia personale esperienza il migliore).


Inviato
Molti imperatori si sono macchiati di delitti e altre nefandezze,per es. Nerone,Caracalla,Diocleziano,ma la Storia non è stata così impietosa come con Commodo. Di lui si parla solo in termini negativi.E poi anche in termini strettamente numismatici, io trovo che il suo ritratto sulle monete sia qualcosa di molto affascinante, soprattutto del Commodo non più giovane.

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Si ma lui mi sta più antipatico perchè ha ucciso la mia Lucilla

:wub:

:P

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Ciao Arcano, mi dispiace darti una tragica notizia ma Commodo non ha ucciso la tua Lucilla senza motivo (io al suo posto avrei fatto lo stesso).

La cara Lucilla, dopo la morte di Lucio Vero, dovette sposare l’anzianotto Pompeiano, uno dei più validi generali del tempo (divenuto braccio destro di Marco Aurelio nelle campagne danubiane).

Marco designò personalmente il proprio figlio come successore; ne è prova tangibile la “promozione” di Commodo a Cesare quando aveva solo 5 anni (166 d. C.)

Nel 175, in risposta all’usurpazione di Avidio Cassio, Marco richiamò il figlio a Sirmium (Dio Cassius LXXI 22,2), dove egli si trovava con gli accampamenti, e qui lo invitò a prendere la toga virile; in questo modo il vecchio imperatore cercava di sciogliere inequivocabilmente ogni possibile dubbio in materia di successione. (Parlare della usurpazione di Avidio Cassio sarebbe una storia troppo lunga). La cerimonia avvenne il 7 Luglio (H.A.Vita Commodi 2, 2: «Inductus autem toga est nonarium Iuliarium die, quo in terris Romulus non apparuit, et eo tempore, quo Cassius a Marco descivit»), anniversario della scomparsa e dell’assunzione in cielo di Romolo nove secoli prima; il biografo della Historia Augusta rileva questa coincidenza, che, certamente, non fu dovuta al caso ma mirava a sottolineare la sacralità del potere e la sua continuità.

La posizione di Commodo si consolidava sempre più, come attesta il gran numero di emissioni a suo nome a partire dall’inverno del 175-176: alcuni denarii (RIC III 335-337, p. 239) e sesterzi (RIC III 1153, p. 304) ci mostrano simultaneamente i ritratti dell’Imperatore al dritto e del giovane principe al rovescio, preannunciando l’assunzione all’impero che avverrà nel 177; intanto la stessa monetazione a nome del solo Commodo subisce un notevole incremento. Alle scene che lo rappresentano quale «princeps iuventutis» o nel compiere atti di liberalitas, si accostano allusioni alla «Spes Publica»; si definisce in tal modo lo stesso Commodo come “speranza pubblica”, speranza di una continuazione dell’Impero libera da guerre civili e da dissidi interiori.

Quando nel 177 Marco celebrò il trionfo volle che il buon Commodo fosse al suo fianco, poco dopo furono celebrate le nozze tra il giovane e Crispina. Nel 181, morto ormai Marco, Lucilla, conservava il titolo di Augusta ma aveva di fatto perduto ogni potere politico; alla prospettiva di avere un nipotino (figlio di Commodo e Crispina), temette di essere scalzata del tutto. Assoldato, quindi, un sicario con la collaborazione di qualche senatore, l’ancor giovane Lucilla chiese che il proprio fratello fosse eliminato ma la sorte volle che Commodo riuscisse a scamparla (tranne lo spavento incredibile); scoperta la congiura, Commodo si mostrò in un primo momento clemente ma in seguito fece assassinare l’insana sorella.

Sul perché Commodo abbia poi fatto fuori un bel po’ di senatori ci sarebbe molto da dire: tutto prende inizio da questa vicenda. Se volete saperne di più vi consiglio la lettura di: F. GROSSO, La lotta politica al tempo di Commodo, Accademia delle Scienze, Torino 1964. è un ottimo studio su Commodo (secondo la mia personale esperienza il migliore).

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Wow complimenti non sapevo tutta questa storia. Grazie mille davvero. Ma tu credi che Lucilla abbia ucciso solo per questo? Sicuramente è stata convinta da alcuni senatori. Non è per difendere Lucilla ma secondo me altri motivi l'hanno portata ad assoldare un sicario e far uccidere Commodo :(


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Wow complimenti non sapevo tutta questa storia. Grazie mille davvero. Ma tu credi che Lucilla abbia ucciso solo per questo? Sicuramente è stata convinta da alcuni senatori. Non è per difendere Lucilla ma secondo me altri motivi l'hanno portata ad assoldare un sicario e far uccidere Commodo :(

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Considera che nel 181, anno della congiura, Commodo aveva solo 20 anni; dal 177 al 180 era stato nei gelidi territori del limes occidentale per portare a termine le campagne militari del padre, quindi, tornato a Roma si era limitato a festeggiare la “riappacificazione” e a prendere il potere che gli spettava.

Lucilla si sentì certamente diseredata del proprio potere, essendo messa in disparte (i suoi eventuali figli con Pompeiano, oltretutto, non avrebbero potuto ambire all’impero visto che la linea dinastica si era spostata tutta su Commodo). questo credo sia sufficiente a giustificare i suoi piani di sbarazzarsi del fratello.

Vorrei comunque chiarire alcune cose. Al momento dell’attentato il sicario gridò a Commodo che “quel pugnale glielo mandava il senato”; il povero principe pensò che tutti i senatori lo volessero morto (cosa che non corrispondeva a realtà) e cominciò a sospettare di tutti. Poi, molti senatori tentavano di approfittare della giovane età del principe per orientare le sue scelte (un po’ come Cicerone cercò di fare con Ottaviano); Commodo, intollerante di non essere preso sul serio e stanco del peso della memoria paterna, cominciò a fare di testa propria. Così, nel timore di essere fatto fuori cominciò a far eliminare quelle persone che si presentavano avverse alla sua politica, guadagnandosi l’astio di tutti; alla fine si innescò un circolo vizioso che portò solamente a spargimento di sangue, Commodo compreso.


Inviato
Wow complimenti non sapevo tutta questa storia. Grazie mille davvero. Ma tu credi che Lucilla abbia ucciso solo per questo? Sicuramente è stata convinta da alcuni senatori. Non è per difendere Lucilla ma secondo me altri motivi l'hanno portata ad assoldare un sicario e far uccidere Commodo :(

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Considera che nel 181, anno della congiura, Commodo aveva solo 20 anni; dal 177 al 180 era stato nei gelidi territori del limes occidentale per portare a termine le campagne militari del padre, quindi, tornato a Roma si era limitato a festeggiare la “riappacificazione” e a prendere il potere che gli spettava.

Lucilla si sentì certamente diseredata del proprio potere, essendo messa in disparte (i suoi eventuali figli con Pompeiano, oltretutto, non avrebbero potuto ambire all’impero visto che la linea dinastica si era spostata tutta su Commodo). questo credo sia sufficiente a giustificare i suoi piani di sbarazzarsi del fratello.

Vorrei comunque chiarire alcune cose. Al momento dell’attentato il sicario gridò a Commodo che “quel pugnale glielo mandava il senato”; il povero principe pensò che tutti i senatori lo volessero morto (cosa che non corrispondeva a realtà) e cominciò a sospettare di tutti. Poi, molti senatori tentavano di approfittare della giovane età del principe per orientare le sue scelte (un po’ come Cicerone cercò di fare con Ottaviano); Commodo, intollerante di non essere preso sul serio e stanco del peso della memoria paterna, cominciò a fare di testa propria. Così, nel timore di essere fatto fuori cominciò a far eliminare quelle persone che si presentavano avverse alla sua politica, guadagnandosi l’astio di tutti; alla fine si innescò un circolo vizioso che portò solamente a spargimento di sangue, Commodo compreso.

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Davvero molto interessante. Sembra che al momento della congiura di Commodo tu eri li che guardavi :D . Credo che il libro a cui tu abbia fatto riferimento sia molto interessante :)


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Io sono affascinato dai grandi imperatori 'mancati', per caso o necessità della storia...

Quindi Marco Antonio, Agrippa, Germanico e così giù nei secoli, Crispo, ecc...


Supporter
Inviato

Anche per me, Adriano ha un posto speciale per colpa della Yourcenar: Animula, vagula, blandula, hospes comesque corporis.....(vado a memoria). Grande viaggiatore, ha rivolto la sua attenzione più all'interno che ad una espansione che non poteva più essere gestita.

poi Aureliano che ha portato avanti con successo la ripresa inziata da Claudio II.


Inviato

I miei preferiti sono Traiano, Adriano e Antonino Pio (3 dei cosiddetti "5 imperatori buoni") che hanno regnato nel periodo di massimo splendore dell'impero

Inviato
Io sono affascinato dai grandi imperatori 'mancati', per caso o necessità della storia...

Quindi Marco Antonio, Agrippa, Germanico e così giù nei secoli, Crispo, ecc...

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Ottimo Vince960...soprattutto per il grande Germanico...

Probabilmente se Livia fosse morta prima Germanico sarebbe diventato imperatore, come desiderava Augusto.... :(

Curisosa la storia dei primi tre che hai nominato...ha gettato le basi dell'Impero romano, che hanno permesso ad Augusto, grande politico ed amministratore ma generale di second'ordine, di diventare imperatore.


Inviato

marco aurelio-un saggio con un pesante peso sulle spalle:un impero


Inviato

Augusto,Traiano ...sicuramente i più importanti imperatori....ma quello che ha più fascino è ,almeno per me...., sicuramente NERONE......Domus aurea.....


Inviato

Flavio Claudio Giuliano ... il mitico Giuliano II.

Un grande...

Insomma (indipendentemente dalla politica religiosa e relative discussioni in merito) uno studioso, filosofo, poco avvezzo alla pratica militare che tuttavia si trasformò in un generale con i controfiocchi, sempre in prima fila ed incurante delle fatiche e dei disagi (del resto quando fu trafitto dalla lancia persiana, che lo condusse alla morte, si trovava nella mischia, d'impeto e per urgenza senza corazza, intento a pugnare ed esortare i suoi uomini ... e non si creda alla leggenda che vuole la lancia mortale scagliata a tradimento dalla propria fazione).

La campagna di Persia fu una grande operazione ... se solo il corpo d'armata al comando di Procopio e Sebastiano si fosse ricongiunto per tempo a Ctesifonte, anzichè far perdere le proprie traccie.

Ciao :)


Inviato

Tra i vari imperatori direi Alessandro Severo sia dal punto di vista storico che numismatico.


Inviato

per me il migliore e stato marco aurelio...poiche durante un brutto periodo che stava passando roma riusci a portare lo stesso avanti la citta...e poi anche le sue opere parlano da sole...!


Inviato

Complimenti BiondoFlavio82, ho letto solo ora la tua splendida requisitoria su Commodo che condivido in pieno.!!


Inviato
Complimenti BiondoFlavio82, ho letto solo ora la tua splendida requisitoria su Commodo che condivido in pieno.!!

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:) Ti ringrazio! :)


  • 4 settimane dopo...
Inviato

Sicuramente Traiano per due motivi: il primo Roma raggiunse sotto il suo potere la massima espansione territoriale e in secondo luogo per la buona amministrazione economica e sociale che contraddistinse il periodo del suo Impero( 98- 117 d.C.)


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