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Inviato

Buonasera, condivido l’ultimo arrivo, una moneta dell’imperatore Graziano.

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(D): DN GRATIANVS PF AVG; busto panneggiato di Graziano con diadema di perle, verso dx (autorità emittente Valentiniano I); (R): GLORIA RO-MANORVM. La lettura del venditore per campo ed esergo è: F|/R/(R) // DSISCP; imperatore con diadema e abito militare, volge la testa indietro mentre procede verso dx trascinando dietro di sé un prigioniero inginocchiato; con la sx impugna il labaro cristiano. AE3; diam. mm 17,5; gr.2,13; asse coniazione 1h; zecca di Siscia, 4a officina. Tipo RIC IX 14c, sottotipo xxxv. La lettura del rovescio proposta dal venditore non mi è chiarissima. 

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Nella dx del campo la lettera superiore mi sembra A piuttosto che R (anche confrontandola con le A di GRATIANUS). Riguardo la lettera sottostante sono del tutto ignorante: sembra una sorta di monogramma, una R “uncinata” superiormente. L’ultima lettera dell’esergo, infine, viene indicata come P ma mi lascia dei dubbi.  Grazie sin da ora per ogni commento e correzione.

Secondo quanto leggo, i ritrovamenti inglesi si riferirebbero principalmente all’utilizzo di queste emissioni per il pagamento delle truppe inviate in Britannia nel 367 al comando di Flavio Teodosio, magister equitum praesentalis di Valentiniano I, nonché padre del futuro imperatore Teodosio. Rimediando agli insuccessi iniziali di Saverio e Giovino, il comes Teodosio riuscì a risolvere un quadro di gravi disordini in Britannia (Ammiano Marcellino, XXVII,8) prolungando il dominio romano sull'isola per i successivi quaranta anni.

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Primogenito di Valentiniano e Marina Severa, Graziano è co-Augusto a 8 anni e imperatore a 16 (alla morte del padre) ma deve spartire il potere sull’Occidente con il fratellastro Valentiniano II, nato dalle seconde nozze di Valentiniano con Giustina (già sposa dell’usurpatore Magnenzio). Valentiniano II ha appena quattro anni ma sotto il controllo della madre tiene corte a Milano regnando su Italia, Illiria e Africa, mentre Graziano governa da Treviri su Gallia, Spagna e Britannia (Zosimo IV,19,2). Durante il proprio regno, nel breve giro di due anni (378-380) Graziano vive da co-protagonista due eventi epocali, il primo politico-militare, l’altro culturale-religioso. Nel 378 l’imperatore Valente, suo zio, cade ad Adrianopoli, esito tragico della pessima gestione da parte romana di una massa di Goti profughi che Valente aveva deciso di accogliere all’interno dei territori imperiali (Ammiano, XXXI, 4,10 sgg.; Jordanes, Getica, XXXVI). Graziano – che nel Maggio 378 aveva trionfato ad Argentovaria sulla tribù alamanna dei Lentiensi  (Ammiano, XXXI, 10-17) - non raggiunge in tempo Valente il quale, invidioso delle imprese del nipote (così dice Ammiano), il 9 Agosto dà battaglia senza attendere i rinforzi del nipote. Il secondo evento due anni dopo, nel 380, quando Teodosio - che Graziano aveva designato alla gestione dell’Oriente dopo i fatti di Adrianopoli - pone fine alla storia di Roma pagana con l’editto di Tessalonica (un successivo decreto di Teodosio, nel 391, dichiarerà impuro e contaminante anche solo guardare le statue degli dèi pagani). Graziano, nonostante un precettore d’infanzia pagano (il poeta Decimo Magno Ausonio), una volta augusto si allinea alla svolta religiosa di Teodosio promulgandone l’editto e accogliendo le posizioni più intransigenti del vescovo di Milano, Ambrogio. Graziano cancellerà i contributi pubblici e i lasciti testamentari privati ai collegi sacerdotali pagani, e interrompendo una tradizione che veniva fatta risalire all’età regia (con la costruzione del più antico ponte di Roma, il pons Sublicius) rifiuta la sacra carica di Pontifex Maximus, restituendo la veste tradizionalmente offertagli. “Se l’imperatore non vuole essere pontefice massimo, presto vi sarà un pontefice massimo” afferma uno dei sacerdoti, predicendo il trasferimento del titolo al papa cristiano (Zosimo IV,36,5). Nel 382, inoltre, Graziano rimuove dalla Curia Iulia la statua della Vittoria e l’altare che accoglieva i sacrifici e i giuramenti del Senato e la cui collocazione si doveva ad Augusto al tempo del trionfo di Azio. 4.jpg.191d154184ead1e9a06c4798a472fd11.jpg

Dopo la morte di Graziano, i senatori pagani sperarono si ripetesse quanto già accaduto con Costanzo nel 357, quando una prima rimozione si era risolta grazie al “restauratore” Giuliano II.  Stavolta si confida soprattutto nel dodicenne Valentiniano II e in sua madre, di fede ariana, ai quali il grande oratore Simmaco - prestigioso esponente senatoriale pagano nonchè prefetto dell’Urbe - indirizza nel 384 una celebre supplica (Relatio III) perorando la ricollocazione di quelli che egli considera i simboli della storia e della fortuna di Roma, perciò condivisibili da pagani e cristiani nel segno di una religiosità universale (si richiede anche, ovviamente, il ripristino del quadro finanziario tradizionale). Il vescovo Ambrogio soffocherà però ogni speranza di dialogo, “istruendo” l’imperatore con due durissime lettere (Epistola XVII e XVIII), nella quali chiarisce sin dalle prime righe che gli dèi pagani sono “cose demoniache”. La lettura dei testi di Simmaco e Ambrogio, offre un quadro vivissimo dello scontro finale tra la morente cultura pagana e la trionfante età cristiana. L’altare sarà ripristinato un’ultima volta dall’imperatore Eugenio (392), ma dopo la sconfitta di questi contro Teodosio, viene nuovamente rimosso. Sarà ancora una volta Simmaco a guidare una delegazione a Milano (402) per rivolgere la richiesta di ricollocazione a Onorio e Arcadio, ma la domanda viene definitivamente respinta e l’altare distrutto.

Tornando a Graziano, se egli rimuovendo la statua e l’altare aveva tradito la Vittoria, la Vittoria avrebbe presto tradito lui (direbbe un pagano…). Magno Massimo, un militare assai capace che aveva operato in Britannia, postosi alla testa di un forte scontento delle truppe legato pare al massiccio ingresso di barbari ben pagati nell’esercito (Zosimo IV, 35,2), sbarca sul continente presso Parigi e sconfigge Graziano, il quale tenta la fuga ma trova la morte (383) a Lugdunum per mano di Andragazio, magister equitum di Magno Massimo.

Un saluto, grazie e a presto, Lucius LX

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Supporter
Inviato

Complimenti, gran bella moneta dagli ottimi rilievi !

  • Grazie 1

Inviato

salve,per me amante delle patine è uno spettacolo.nino

  • Mi piace 1

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