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IGNORED

The Eagle and I


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Inviato

Thomas Jefferson

Abbiamo già incontrato più volte il terzo Presidente degli Stati Uniti, che come altri prima (si veda la lettera di Washington) e dopo di lui, si mostrò sempre interessato alle attività della Zecca. Conosciamolo meglio, senza la pretesa di scrivere una biografia esaustiva (potete leggerne quante ne volete), ma semplicemente di raccontare alcuni tratti del suo carattere e della sua personalità :)  

Consacrato a buon diritto tra i Founding Fathers, Thomas Jefferson fu il principale autore della Dichiarazione d'Indipendenza, e contribuì a scrivere la Costituzione: si devono a lui in particolare gli articoli sulla libertà religiosa e la laicità dello stato. Animato dall'ottimismo dell'Illuminismo e spinto da un'insaziabile curiosità intellettuale, oltre che politico e diplomatico fu filosofo, naturalista, architetto, inventore: collezionava quadri, ed era amante della musica (suonava il violino). Ma anche lui, come tutti noi, aveva i suoi limiti, che i posteri ammirati preferirono in buona parte ignorare :rolleyes:

Era molto permaloso, e la sua reazione alle critiche che la stampa gli rivolse nel 1803 fu che "qualche processo contro i più impertinenti scribacchini avrebbe avuto un effetto quanto mai salutare nel ripristinare l'integrità della stampa." Proprietario di schiavi per tutta la vita, le sue affermazioni sull'eguaglianza degli uomini coesistevano con la sua ferma convinzione dell'inferiorità dei negri: cosa che non gli impedì di avere per lunghi anni come amante, e probabilmente di amare davvero, una donna di colore della sua casa. Aveva invece un certo rispetto per gli indiani, nei quali vedeva l'incarnazione del "buon selvaggio" teorizzato da Rousseau.

E la sua tendenza egualitaria non arrivava al punto di fargli ritenere possibile che chiunque fosse in grado di assumere un alto grado politico. Pur sostenendo che l'istruzione era l'unica salvaguardia della libertà repubblicana, aveva idee quantomai selettive sull'istruzione successiva al livello elementare.

Ma, al tempo stesso, la sua presidenza si distinse per la semplicità e l'assenza di formalità. Deciso a rinunciare a tutto ciò che ricordasse anche vagamente un cerimoniale reale, andò e tornò a piedi dalla cerimonia del suo insediamento presidenziale, rifiutandosi di salire in carrozza. Tendeva a vestirsi alla buona, anche nelle occasioni formali, abolì i ricevimenti ufficiali settimanali che erano stati dei suoi predecessori, si rese facilmente disponibile a chiunque gli volesse parlare, e nei pranzi di stato ignorò precedenze e protocollo, per cui gli ospiti si sedevano ovunque ci fosse posto.

Per tutto questo, e molto altro ancora, è pressoché unanimemente considerato tra i più grandi presidenti degli Stati Uniti, tanto da meritare, non solo di essere scolpito sul Monte Rushmore, ma anche di essere ritratto su monete e banconote :D Lo abbiamo già visto sul nichelino, non poteva mancare il biglietto da 2 dollari :)

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petronius oo)

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Inviato

Peter Jefferson

No, non è un parente povero, e nemmeno il fratello furbo :lol: di Thomas. E i due non si sono nemmeno mai incontrati, perché quando Peter fece la sua prima apparizione alla Zecca di Philadelphia, Thomas era già morto da qualche anno.

Accadde, si dice, all'incirca nel 1830. Peter incominciò a volare intorno alla Zecca, per poi infine entrare a curiosare. I lavoratori della zecca rimasero sicuramente sorpresi quando videro un'aquila calva aggirarsi tranquilla nelle stanze, ma lo presero come un buon auspicio e all'inizio lasciarono l'uccello a se stesso. Ogni notte, quando gli operai finivano il turno, lo mandavano fuori per chiudere la zecca. L'aquila faceva qualche volo notturno sulla città e tornava la mattina presto. Peter era alla zecca ogni mattina prima che gli operai arrivassero, aspettando pazientemente che aprissero le porte e lo facessero rientrare. Rimaneva dentro, appollaiandosi e volando dentro la zecca durante il giorno. A detta di tutti, era piuttosto docile e non gli dispiaceva stare vicino alle persone, tenendosi però in disparte la maggior parte del tempo, ma senza preoccuparsi se le persone gli si avvicinavano troppo. L'uccello divenne il beniamino della città man mano che si diffondeva la voce del suo attaccamento alla zecca e della sua tolleranza verso gli umani, e la gente lo riconosceva durante i suoi regolari voli su Philadelphia. Lo chiamarono Peter, forse il nome di un operaio che gli era particolarmente affezionato, e Jefferson, probabilmente un omaggio all'ex-presidente scomparso pochi anni prima, nel 1826. Ma per tutti, semplicemente Peter.

Rimase lì per circa sei anni, fino a quando, un brutto giorno del 1836, era appollaiato, forse, su una pressa per coniare, non è del tutto chiaro, quando la macchina si accese. Sebbene gli operai si fossero precipitati a spegnerla, l'ala di Peter restò incastrata nei meccanismi e rimase gravemente ferito. Nonostante i grandi sforzi di tutti, Peter perse la capacità di volare e, a causa delle ferite all'ala, morì pochi giorni dopo l'incidente :(

Per onorare la memoria dell'aquila, e per tenere Peter, che era diventato un pilastro della Zecca e una specie di mascotte non ufficiale dell'istituzione, gli operai lo fecero impagliare, posizionandolo all'ingresso principale della Zecca... dovrebbe essere ancora lì :closedeyes:

Peter.jpg

Secondo la leggenda, Peter sarebbe servito da modello per due delle più belle monete degli Stati Uniti, non a caso quelle che più di ogni altra raffigurano un'aquila vicina al vero: il dollaro di Christian Gobrecht e il Flying Eagle cent di J.B. Longacre.

1cent1857.jpg

"Io non avevo visto per molti anni quella moneta, ma poi ne sono rimasto veramente impressionato e ho pensato che... è, con tutta probabilità, il miglior disegno su una moneta americana."

Parola di Augustus Saint-Gaudens ;)

petronius :)

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10 ore fa, miza dice:

Grazie a te, e a tutti quelli che seguono la discussione :)


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Abbandoniamo per un po' la Zecca e le sue aquile per parlare di Storia, quella con la S maiuscola. Senza alcuna pretesa di scrivere un trattato dettagliato, ce ne sono già troppi, ma focalizzando l'attenzione su alcuni avvenimenti utili ad inquadrare meglio i temi numismatici. In questo caso, introdurremo un personaggio, futuro presidente degli Stati Uniti, che avrà un ruolo di primaria importanza nella storia, numismatica, da cui ha preso le mosse la discussione (e che prima o poi racconteremo, abbiate fede :lol:).

E poichè per farlo dovremo parlare di una cosa che, incredibilmente, dopo più di due secoli, sembra tornata d'attualità (e non si sa se riderne o piangerne <_<), è di rito precisare che qualsiasi riferimento alla cronaca contemporanea è del tutto casuale e involontario... se a qualcuno fa piacere crederci :rolleyes:

La guerra del 1812

La guerra del 1812 tra Stati Uniti e Inghilterra, così chiamata dall'anno in cui scoppiò, protraendosi poi fino al 1815, si potrebbe liquidare in poche parole come il tentativo da parte degli Stati Uniti di annettersi il Canada (e così abbiamo liquidato anche l'attualità :D). In realtà, naturalmente, il discorso è molto più complesso.

Le cause del conflitto furono varie, legate soprattutto alle restrizioni del commercio navale imposte dall'Inghilterra a causa della sua guerra contro la Francia di Napoleone, la pratica della Royal Navy di arruolare con la forza marinai statunitensi nei propri ranghi, il sostegno britannico dato ai Nativi americani, contrari all'espansionismo statunitense verso l'Ovest, e che presero parte attiva alla guerra a fianco degli inglesi e, appunto, le mire degli Stati Uniti sulla colonia britannica del Canada.

La guerra fu dichiarata con un'esigua maggioranza dal parlamento statunitense il 18 giugno 1812. Alla decisione si giunse soprattutto sotto la pressione di un gruppo di giovani Congressisti, conosciuti come "War Hawks", falchi di guerra, ardenti nazionalisti i quali sostenevano che gli Stati Uniti non potevano considerarsi una nazione indipendente fino a quando avessero accettato passivamente le interferenze nei loro commerci. Il voto del Congresso spaccò l'opinione pubblica: Il Sud e il West appoggiarono all'unanimità la dichiarazione di guerra, mentre gli stati di New York, New Jersey e del New England erano fortemente contrari. 

United States1812.png

Quando la notizia della dichiarazione di guerra raggiunse Boston, le bandiere vennero abbassate a mezz'asta, e il governatore del Massachusetts proclamò un digiuno pubblico in segno di protesta. Gli abitanti del New England temevano che la guerra avrebbe danneggiato i loro commerci assai più che non l'embargo inglese, e deploravano anche il fatto che gli Stati Uniti sarebbero stati, almeno nominalmente, a fianco dell'autocrazia di Napoleone.

Ma, soprattutto, nonostante le affermazioni propagandistiche dei "falchi", gli Stati Uniti arrivavano alla guerra quasi del tutto impreparati <_<

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Inviato

L'esercito regolare, ridotto a 6700 uomini, era male equipaggiato e comandato da veterani della guerra d'indipendenza, ormai vecchi. Non esistevano navi da guerra, soltanto una mezza dozzina di fregate. E, soprattutto, le casse dello stato erano quasi vuote, e quando, nel 1814, il governo tentò di imporre nuove tasse per finanziare la guerra, le entrate furono molte meno del previsto a causa di una diffusa evasione fiscale (anche allora :rolleyes:).

Nonostante tutto, l'invasione del Canada sembrava davvero a portata di mano. Con una popolazione di solo mezzo milione di abitanti, a fronte di sette milioni e mezzo di americani, il Canada aveva scarsa disponibilità di uomini validi. Il lungo confine tra i due paesi era difeso solo da 4500 soldati, né l'Inghilterra poteva inviare rinforzi, perché impegnata contro Napoleone. Insomma, il Canada sembrava tanto palesemente vulnerabile, che Thomas Jefferson (non più presidente, ma sempre enormemente influente), definì la campagna "una semplice passeggiata" :huh:

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(il confine tra USA e Canada in una mappa del 1812)

Ma il primo tentativo di invasione, nel 1812, fu un fiasco completo: non solo gli americani  furono respinti, ma cedettero ai canadesi Detroit e altri forti di confine. Andò meglio nel 1813: dopo aver conquistato York (attuale Toronto), allora capitale del Canada, gli americani diedero alle fiamme il Parlamento e altri edifici pubblici, prima di ritirarsi al di là del lago Ontario. Si può parlare di vittoria, ma gli effetti generali sulla guerra furono minimi. 

Seguì una lunga serie di battaglie, con risultati alterni, tra le quali va citata almeno quella del fiume Thames, vinta dagli americani, e nella quale trovò la morte, il 5 ottobre 1813, il leggendario capo indiano Tecumseh, considerato il più grande statista della storia dei Nativi americani, e oggi onorato sia in Canada che negli Stati Uniti :closedeyes:

Tecumseh.jpg

Nel 1814, gli inglesi, pensando di aver ormai archiviato la pratica napoleonica con l'esilio dell'imperatore all'Elba, inviarono in America un corpo di spedizione forte di 20.000 uomini. Che dopo aver occupato buona parte della costa del Maine, spazzò via la resistenza americana giungendo fino a Washington D.C., costringendo alla fuga il governo e incendiando, per rappresaglia di quanto avvenuto a York, il Campidoglio, la Casa Bianca (nel dipinto) e altri edifici pubblici.

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Era il 24 agosto 1814. Gli inglesi avevano poi cercato di attaccare, ma senza successo, Baltimora, poi si erano ritirati. Nel frattempo, un'altra offensiva inglese partita dal Canada aveva subito una sconfitta determinante nella battaglia di Plattsburg (11 settembre 1814), grazie alla quale gli americani misero definitivamente al sicuro i loro confini. 

Ma un altro esercito inglese, comandato da Sir Edward Pakenham, cognato del Duca di Wellington, si preparava ad attaccare New Orleans: se l'impresa fosse riuscita, gli americani avrebbero rischiato di perdere la Louisiana. Quella di New Orleans, combattuta l'8 gennaio 1815, fu l'ultima battaglia della guerra. Anzi, più che una battaglia, un sanguinoso, inutile massacro <_<

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Non credo che sia un bel dollarone flowing hair  (o draped bust) quello che ha al collo Tecumseh, ma è un dipinto e l'immagine possibilmente è distorta, quindi potrebbe esserlo :D

 

Modificato da nikita_
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23 ore fa, nikita_ dice:

Non credo che sia un bel dollarone flowing hair  (o draped bust) quello che ha al collo Tecumseh, ma è un dipinto e l'immagine possibilmente è distorta, quindi potrebbe esserlo :D

Ipotesi suggestiva che, basandosi solo su quel dipinto, potrebbe avere qualche fondamento. Purtroppo, in altri ritratti la "cosa" si vede meglio, e direi che non ci siamo :D

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petronius :)


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Qui sul medaglione appare un uomo con i capelli corti.... ho letto su wikipedia che quasi tutti i suoi ritratti sono solo interpretati o non veritieri.

Vabbè, molto più affascinante fantasticare con i dollaroni US :D

 

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La battaglia di New Orleans, combattuta l'8 gennaio 1815, fu, come detto, l'ultima della guerra. Una battaglia che si sarebbe potuta evitare, se solo fosse giunta in tempo la notizia che due settimane prima, il 24 dicembre 1814, a Gand, in Belgio (ma il Belgio non c'era ancora ;)), era stato firmato il trattato di pace tra il delegato americano John Quincy Adams (futuro Presidente) e gli inglesi.

Questi ultimi avevano occupato la città e diverse zone limitrofe, ma l'incompetenza di Pakenham (niente a che vedere, in questo, con il più famoso cognato), gettò le truppe inglesi in bocca a un genio militare autodidatta, Andrew Jackson, che con la sua milizia del Tennesse ne ebbe facilmente ragione. Alla fine, le due parti lasciarono sul terreno più di 1500 caduti :( tra cui lo stesso comandante britannico. Vediamo una raffigurazione della battaglia in un dipinto del 1910 di Edward Percy Moran.

Battle of New Orleans.jpg

Il trattato di pace, di fatto ripristinava lo status quo antecedente il conflitto, con la restituzione da parte di entrambi i contendenti dei territori conquistati. E nient'altro. Ma la guerra del 1812 ebbe comunque importanti conseguenze per gli Stati Uniti. L'embargo, con il blocco delle importazioni, anziché danneggiarle come temuto, diede un potente stimolo alle industrie manifatturiere del New England. La morte di Tecumseh e la sconfitta inflitta, sempre da Jackson, agli indiani Creeek nella battaglia di Horseshoe Bend il 27 marzo 1814, infransero la potenza indiana a est del Mississippi, facilitando la colonizzazione a Ovest. La guerra ispirò inoltre un forte sentimento nazionale a un'Unione ancora debole, e aggiunse un considerevole gruppo di eroi, con Jackson in testa, al pantheon americano.

Per Andrew Jackson significò l'inizio di una fulgida carriera, prima militare poi politica, culminata nel 1828 con l'elezione a Presidente degli Stati Uniti, carica nella quale fu confermato quattro anni dopo. E nel 1929, esattamente un secolo dopo il suo primo insediamento, comparve, per la prima volta, sulla banconota da 20 dollari, dove lo si può vedere tuttora.

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Negli ultimi anni ci sono state diverse proposte per sostituirlo (con una donna, probabilmente), essendo diventato nel frattempo un personaggio assai poco politically correct. Ma non se ne è fatto nulla, e dubito lo si faccia con la corrente amministrazione :rolleyes:

petronius :)

 

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23 ore fa, nikita_ dice:

Qui sul medaglione appare un uomo con i capelli corti....

A quanto pare ci sono novità, grazie a @littleEvil :)

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Trovata su Numista:

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10 minuti fa, petronius arbiter dice:

A quanto pare ci sono novità, grazie a @littleEvil :)

 

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L'anno senza cents

La guerra del 1812 ebbe conseguenze anche sulla produzione monetaria degli Stati Uniti. Non per le monete d'oro, le uniche rimaste erano le half eagles, che furono regolarmente coniate fino al 1814, e poche anche nel 1815. Qualche problema in più lo ebbero quelle d'argento: la coniazione dei dimes fu sospesa nel 1812 e 1813, per riprendere nel 1814, prima di un nuovo, lungo stop fino al 1820. I quarti di dollaro non si coniavano più dal 1807, e la produzione riprese proprio nel 1815, a guerra finita, mentre i mezzi dollari continuarono ad essere coniati in quantità per tutti gli anni del conflitto.

Le difficoltà maggiori le ebbero gli spiccioli in rame, cents e half cents, che erano anche le monete più diffuse. Il rame, al pari dell'oro e dell'argento, scarseggiava nell'America di inizio Ottocento, e quello che c'era doveva ovviamente servire anche per altri scopi: così, la gran parte dei tondelli per le monete veniva importata dall'Europa. Importazione che cessò bruscamente nel gennaio 1811, a causa del blocco navale inglese. Altrettanto bruscamente cessò la produzione dei mezzi centesimi, sospesa quello stesso anno dopo che erano stati coniati poco più di 60.000 esemplari, quantità irrisoria rispetto agli standard precedenti. Riprenderà, addirittura, solo nel 1825.  

I centesimi, invece, si riuscì a coniarli fino al 1814, dando fondo alle scorte di tondelli. Ma anche quelle finirono, e così nel 1815, prima che potessero riprendere le importazioni (avverrà nel settembre di quell'anno), anche la produzione dei  centesimi venne sospesa. Quello fu "l'anno senza cents", l'unico, nella storia monetaria degli Stati Uniti, in cui questi spiccioli non furono coniati.

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(foto da PCGS)

E ora, prima di abbandonare i discorsi sulla guerra del 1812, che altrimenti rischierebbero di essere più lunghi della guerra stessa :lol: ci sono ancora un paio di storie da raccontare, su due "effetti collaterali", di politica e costume, che sicuramente tutti conoscete, poiché entrati a far parte dell'immaginario collettivo, non solo americano... ne parliamo nel prossimo post ;)

petronius :) 

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La guerra del 1812, tra le altre cose, fornì agli americani due simboli nazionali, ancora oggi universalmente conosciuti.

Uno zio, le stelle, e Jimi

Lo zio, secondo la tradizione, sarebbe tale Samuel Wilson, macellaio di Troy (NY). I soldati in servizio a New York, ricevevano barili contenenti carne marchiata con le lettere U.S. (United States), che collegarono scherzosamente alle iniziali del fornitore delle carne, Samuel Wilson appunto, da loro chiamato Uncle Sam. Vi sono tuttavia motivi per dubitare della veridicità di tale storia, per quanto ormai accettata dal grande pubblico americano. Articoli di giornali locali dell'epoca sembrano infatti escludere il collegamento con Wilson per una più semplice derivazione dalle lettere U.S., senza motivi particolari. In ogni caso, il 15 settembre 1961 il Congresso riconobbe ufficialmente Samuel Wilson come progenitore del simbolo nazionale statunitense dello Zio Sam.

Sebbene nel corso dell'Ottocento lo Zio Sam fosse già stato raffigurato in vari modi, l'immagine iconica che tutti conosciamo risale al 1917, quando fu disegnata da James Montgomery Flagg per un manifesto di propaganda per l'arruolamento nella Prima Guerra Mondiale, derivato da un similare manifesto inglese.

Uncle Sam poster1917.jpg

Il successo di questa immagine è stato enorme, in tutto il mondo, tanto da essere riprodotta nel corso degli anni su ogni tipo di prodotti, spesso in forma parodiata in chiave antimilitarista e pacifista :good:

Le stelle sono quelle della bandiera americana, chiamata per questo anche la bandiera stellata, ovvero Star Spangled Banner ;)

Che oggi è l'inno nazionale degli Stati Uniti, nato  come poesia ad opera di Francis Scott Key, un avvocato trentacinquenne e poeta dilettante, durante la battaglia di Baltimora (12-15 settembre 1814). Il testo diventò poi un canto patriottico sulla musica di To Anacreon in Heaven, una popolare canzone del compositore inglese John Stafford Smith. Divenuto un simbolo quasi equivalente alla bandiera nelle coscienze americane lungo il corso dell'Ottocento, e durante le varie guerre combattute all'epoca, fu ufficializzato tardivamente, sotto la spinta popolare. Risale infatti solo al 1931 la sua adozione come inno nazionale da parte del Congresso.

Lo abbiamo ascoltato tutti più volte, se non altrove, in occasione delle Olimpiadi e altre manifestazioni sportive, ogni volta che un atleta americano vince una gara... e succede assai di frequente. Lo ascoltiamo anche qui, in una versione "altrove" :rolleyes:

Jimi è Hendrix, e non c'è altro da aggiungere, se non, Woodstock, 18 agosto 1969 :clapping::clapping::clapping:

petronius oo)

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Qui comincia l'avventura...

... di Edmund Roberts.

L'uomo a cui, più di ogni altro, si deve la nascita di due delle monete più rare, famose e iconiche della numismatica statunitense... anche se bisogna riconoscere che pure la Zecca ci ha messo del suo :lol:

Ma fu Roberts, nominato dal presidente Andrew Jackson primo inviato degli Stati Uniti in Estremo Oriente, a proporre al Dipartimento di Stato che tra gli oggetti da portare in dono ai sovrani dei paesi asiatici con i quali si intendevano allacciare relazioni commerciali, ci fosse:

"un set di nuove monete degli Stati Uniti in oro, argento e rame, disposte ordinatamente in un bel cofanetto in pelle".

Inizialmente, le confezioni di monete avrebbero dovuto essere soltanto due (poi salirono a quattro), così il Dipartimento di Stato, accettata la proposta di Roberts, scrisse al Direttore della Zecca che:

"Le scatole per contenere le monete, possono essere più accuratamente e appropriatamente fatte a Philadelphia, sotto la vostra direzione. Dovranno essere della giusta dimensione per lo scopo a cui sono destinate; e dovranno essere in legno, ricoperto di semplice marocchino. Il colore di una dovrà essere giallo, e dell'altra rosso cremisi."

Che fine abbia fatto la rossa non si è mai più saputo, ma la gialla eccola :D

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E' quella appartenuta al Re del Siam, che l'avrebbe poi donata ad Anna Leonowens (per questo si veda la discussione Il Re ed Io), i cui eredi l'hanno a loro volta venduta a un famoso numismatico americano per la modica somma di otto milioni e mezzo di dollari... completa di monete, naturalmente ;)  

Continua... :)

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Ma chi era Edmund Roberts? Secondo alcune fonti sarebbe questo:

Edmund Roberts.jpg

Di sicuro, però, la persona nella foto non è lui, ma molto probabilmente un omonimo, poiché il "nostro" Edmund Roberts è morto tre anni prima che la fotografia venisse inventata :rolleyes:

Era nato  il 29 giugno 1784 (secondo altre fonti 1785) a Portsmouth, cittadina del New Hampshire, che vediamo raffigurata in un'acquatinta del 1780.

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Suo padre morì quando aveva appena due anni, e sua madre si risposò nel 1789, ma il patrigno non fu un genitore amorevole per Edmund e sua sorella Sarah. Quando anche la loro madre morì, nel 1801, i due ragazzi si ritrovarono praticamente orfani.

Il giovane Edmund finì a Buenos Aires, da uno zio che si occupava di trasporti navali, avendo così occasione di viaggiare attraverso il Sudamerica e i Caraibi. Nel 1806 comprò la sua prima nave, il Robert. Nello stesso anno ereditò l'attività dello zio, e la trasferì a Portsmouth. Tra il 1807 e il 1823 Roberts (che nel frattempo si era sposato, nel 1808) gestì una dozzina di navi, tra gli Stati Uniti, i Caraibi e l'Europa. Dopo la guerra del 1812 i commerci navali di Portsmouth conobbero una sensibile diminuzione, ma Roberts, anzichè cercare di intraprendere altre attività, continuò testardamente ad occuparsi solo di quelli, fino a quando, nel 1819, si ritrovò sull'orlo del fallimento. Dopo aver tentato senza fortuna un'avventura finanziaria a Zanzibar, che costò a lui  e ai suoi soci una considerevole somma di denaro, cercò di ottenere un incarico diplomatico grazie alle conoscenze di diversi paesi maturate nella sua attività di spedizioniere, e finalmente, con la sponsorizzazione di un suo lontano parente, il Segretario alla Marina Levi Woodbury, dopo alcuni incarichi minori, fu nominato inviato speciale per la Cocin Cina, il Siam, il Sultanato di Muscat e il Giappone :)

petronius oo)     

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L'interesse degli Stati Uniti per il commercio con i paesi asiatici, nacque all'inizio degli anni '30 dell'Ottocento, durante il primo mandato presidenziale di Andrew Jackson. Fu uno dei primi tentativi di internazionalizzarsi degli ancor giovani Stati Uniti, che fino a quel momento si erano occupati solo dei problemi interni. Per gettare le basi dei possibili futuri accordi commerciali, il Dipartimento di Stato decise così di inviare un suo incaricato presso quattro di questi paesi, quelli elencati sopra.

E l'inviato era naturalmente Edmund Roberts, che il 27 gennaio 1832 ricevette dal Segretario di Stato Edward Livingston, dettagliate istruzioni sulla sua missione, con particolare riferimento alla Cocin Cina, attuale Vietnam, primo paese da visitare.

"Signore, il Presidente l'ha nominata Inviato Presidenziale allo scopo di esplorare i mezzi per espandere il commercio degli Stati Uniti nella regione dell'Oceano Indiano, stabilendo relazioni commerciali con i paesi che si affacciano su detto oceano. Salirà a bordo della nave da guerra Peacock, dove svolgerà il ruolo di Segretario del Capitano. La sua vera identità sarà conosciuta dal capitano Geisinger, ma non sarà necessario rivelarla a nessun'altra persona a bordo, a meno che non lo ritenga necessario per il suo lavoro. Quando entrerà nella regione dell'Oceano Indiano da est, il primo posto in cui dovrà portare a termine la sua missione sarà la Cocin Cina. Si recherà nella capitale del paese, Hue, a volte chiamata Huéfoo."

Vediamo l'antica cittadella di Hue, capitale imperiale del Vietnam, in una foto d'epoca :)

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"Una volta arrivato, incontrerà personalmente il re, gli presenterà la sua autorità e gli consegnerà delle lettere. Lei dichiarerà che il nostro Presidente, avendo sentito parlare della reputazione del Re come amante della giustizia e del desiderio di usare i vantaggi del commercio a beneficio del suo popolo, lo ha inviato a domandare se Sua Maestà sarebbe disposto a consentire alle nostre navi di attraccare nei suoi porti, con merci che potrebbero essere utili a lui e al suo popolo, e in cambio di acquistare i prodotti lavorati o coltivati delle loro terre. Che noi produciamo e possiamo importare armi, munizioni, cotone e tessuti di lana, vetro, ecc. (elencate tutti gli articoli che sapete che comunemente importano), che possiamo fornire questi beni a un prezzo più basso di qualsiasi altra nazione, perché il nostro principio nazionale è contrario alla costruzione di forti o all'istituzione di costosi stabilimenti in terre straniere, che non facciamo mai conquiste né chiediamo ad altre nazioni di permetterci di stabilirci nei loro paesi, come hanno fatto gli inglesi, i francesi o gli olandesi nelle Indie Orientali. Tutto ciò che chiediamo è la libertà di andare e venire per scopi commerciali e la volontà di rispettare le leggi del Paese durante la nostra permanenza."

Continua... :)

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"Ma anche se non chiediamo privilegi speciali, non faremo affari in un paese in cui siamo trattati peggio rispetto ad altre nazioni. Pagheremo tutti i dazi che Sua Maestà richiederà, ma non ne pagheremo più di qualsiasi altra nazione, né pagheremo le spese eccessive di alcun funzionario subordinato a Sua Maestà; che il nostro Presidente è un uomo potente e ha molte navi al suo comando, ma che vengono utilizzate solo per la protezione del nostro commercio contro la coercizione; che se Sua Maestà desidera avvalersi dei vantaggi del nostro commercio, stipulerà un trattato in base al quale le condizioni di cui sopra saranno garantite ai nostri mercanti; che non appena questo trattato sarà pubblicato, le nostre navi frequenteranno i porti di Sua Maestà, arricchendo Sua Maestà con i dazi che riscuoterà e arricchendo i Suoi sudditi con il loro commercio.

È importante che il commercio con la gente sia apertamente consentito, perché ci è stato detto che nella maggior parte, anzi in tutti i porti, funzionari o altri funzionari detengono ormai il monopolio del commercio estero e non consentono ad alcun cittadino di commerciare con gli stranieri.

Le verrà data l'autorità di stipulare un trattato, alle condizioni che saranno specificate in seguito, e alle altre condizioni che saranno stabilite, e potrà promettere, oralmente o per iscritto, che faremo dei regali alla ratifica del trattato. Lei può stabilire un elenco di doni in modo che possano essere graditi ai destinatari, ma il valore non potrà superare i 10.000 dollari per ciascun sovrano. Le istruzioni di cui sopra si applicheranno alle sue missioni in Siam e nei paesi arabi del Mar Rosso, dove verrà anch'egli inviato.

La sua indennità sarà di 6 dollari al giorno, più tutte le spese personali necessarie (salvo imprevisti, in quanto gli saranno forniti vitto e alloggio a bordo). Le verrà dato un anticipo di 1000 dollari per coprire le spese e circa 500 dollari per acquistare i regali per il Re."

E così, forte di cotanto mandato, Roberts salpò l'8 marzo 1832 a bordo del Peacock, che vediamo in un disegno a matita dell'epoca (a quanto pare l'unico esistente :rolleyes:)

Peacock_1813.jpg

petronius :)

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Inviato
Il 17/3/2025 alle 19:40, petronius arbiter dice:

Roberts salpò l'8 marzo 1832 a bordo del Peacock

Che mentre discendeva l'Atlantico cambiò programma rispetto a quanto inizialmente previsto, e anziché doppiare Capo Horn per poi risalire il Pacifico, dopo aver toccato Buenos Aires e Rio de Janeiro si diresse verso l'Africa, superò il capo di Buona Speranza e si lanciò nell'Oceano Indiano, facendo soste a Sumatra, Giava e Manila, dove la nave fu colpita dal colera, e sette marinai morirono :(

Dalle Filippine, prima di dirigersi finalmente verso la Cocin Cina, la nave sostò ancora per un certo tempo a Macao e Canton, dove Roberts spese circa 3000 dollari in merci da usare come regali diplomatici, quando fossero iniziate le trattative. E a Macao incontrò il Reverendo Robert Morrison, primo missionario protestante (presbiteriano) in Cina, che gli diede

Istruzioni per l'uso

Reverend Robert Morrison.jpg

1. Per prima cosa, dite sempre rigorosamente la verità. Siete andato in Cocin Cina per affari internazionali, e per quelli chiedete udienza.

2. Rispettate le regole che un incontro con un re o un imperatore di solito comporta, toglietevi le scarpe e battete la testa a terra, ossia inchinatevi.

3. I negoziati non devono basarsi su un rapporto signore/vasssallo ma sulla mutua reciprocità.

4. Non affidatevi mai ai consigli degli "indigeni amichevoli". Usate il vostro giudizio per cosa sia giusto e appropriato.

5. Non siate troppo avaro. Siate gentile e cortese, ma dopo qualche piccola formalità.

6. Tenete la vostra nave il più vicino possibile alla capitale, e dite il meno possibile agli ufficiali inferiori.

7. Non aspettatevi di ottenere concessioni da richieste irragionevoli o insulti.

8. Un po' di sfarzo nel vestire impressionerà quelle menti incivilizzate.

Naturalmente, il punto di vista del Reverendo Morrison sulla Cocin Cina "incivilizzata", faceva il paio con l'idea cocincinese che gli europei e gli americani fossero barbari, come minimo :rolleyes:

Ma Morrison merita di essere ricordato soprattutto perché fu il primo a tradurre l'intera Bibbia in cinese. Lo vediamo all'opera in questa incisione, insieme a due suoi aiutanti cinesi, da lui convertiti e battezzati.

Reverend Robert Morrison at work.jpg

petronius :) 

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Inviato

Finalmente, il 5 gennaio 1833, dieci mesi dopo la partenza dagli Stati Uniti, il Peacock gettò l'ancora davanti alle coste della Cocin Cina, nella baia di Vung Lam.

Vũng Lấm (Phú Yên).jpg

Le cose però, non andarono come Roberts aveva sperato. Facciamo parlare lui.

Rapporto di Edmund Roberts sulla prima missione

Inviato al Dipartimento di Stato da Batavia (odierna Giacarta), il 22 giugno 1833:

"...Subito dopo lo sbarco, i funzionari di Vung Lam inviarono alla città imperiale di Huế una lettera scritta in inglese, con traduzione in cinese, indirizzata al re Minh Mang, re dell'Annam, per informarlo della nostra presenza e presentare gli obiettivi della missione. Il 17 gennaio giunse una delegazione di tre funzionari, uno dei quali era il giudice della provincia di Phu Yen, accompagnata da un lungo seguito che cavalcava elefanti, cavalli o si muoveva su palanchini, portando una lettera indirizzata al re. Hanno dichiarato di essere stati inviati dal “Ministro incaricato degli Affari Esteri” per informarmi oralmente che il Ministro aveva restituito la lettera senza aprirla, poiché era indirizzata al Re di Annam. Il signore della Cocincina ora si faceva chiamare Imperatore del Wiet Nam (scritto esattamente come nell'originale, questo è probabilmente il primo documento ufficiale degli Stati Uniti a menzionare il titolo Vietnam) al posto del suo precedente titolo reale di Re dell'Annam. Il Ministro ci chiese pertanto di inviare un'altra lettera, in cui specificassimo l'oggetto dell'ambasciata, e di indirizzarla a lui, poiché aveva l'autorità necessaria per conversare con l'Imperatore. Fu quindi redatta una lettera contenente le informazioni desiderate e aggiungendo che ero stato incaricato di portare una lettera del Presidente degli Stati Uniti a Sua Maestà, che avrei dovuto consegnare personalmente. Il 26 si presentarono due funzionari di rango superiore, i quali dissero di essere stati inviati dal Ministro per ricevere la lettera del Presidente, o una copia della lettera. Inizialmente mi rifiutai di accettare, perché non avevano ricevuto risposta alla mia lettera, né avevano alcuna dichiarazione scritta del Ministro in merito alla richiesta... Tuttavia, vedendo che non si poteva fare nulla senza accettarla, alla fine cedetti e gli diedi una copia della lettera in inglese e cinese, che fu aperta in pubblico, poiché rifiutavano qualsiasi documento sigillato. Dissero di aver ricevuto istruzioni precise dal Ministro di esaminare ogni documento che avevo loro affidato e che non ne avrebbero inoltrato nessuno a meno che non fosse stato espresso in un linguaggio gentile e cortese, con parole conformi al protocollo del tribunale. Fu così che iniziarono una serie di ostacoli che alla fine frustrarono gli obiettivi della missione. Ignorerò le piccole obiezioni sollevate sulla formulazione della lettera del Presidente e menzionerò le principali obiezioni, tra cui: nella copia cinese della lettera, sottolineano che per mostrare rispetto, i nomi "Imperatore" e "Cocincina" dovrebbero essere scritti molto più in alto nella prima riga della pagina, in effetti una lettera più in alto delle parole "Stati Uniti" e "Presidente", per dimostrare che il Presidente e gli Stati Uniti sono inferiori all'Imperatore e alla Cocincina; infine, affermano che è altamente improprio che il Presidente indirizzi semplicemente la lettera all'Imperatore; affermano che avrebbe dovuto mostrare la sua umiltà, nel modo in cui i sudditi si rivolgevano al Signore. Questa proposta fu prontamente respinta e furono ammoniti a non ripetere una richiesta così offensiva, poiché il Presidente degli Stati Uniti era in assoluta parità con l'imperatore più potente e quindi non si potevano usare parole che potessero farlo apparire inferiore ad altri. I funzionari della Cocincina sono stati informati che il termine utilizzato per rivolgersi all'Imperatore, così come utilizzato nella lettera dell'Inviato speciale al Ministro, implicava uguaglianza e non mostrava alcuna arroganza irrispettosa... Dopo aver atteso otto giorni da questa conversazione, e non avendo più notizie da Hue, l'8 febbraio salpammo per il Golfo del Siam. Se fossimo stati più fortunati credo che i risultati avrebbero potuto essere molto diversi, ma eravamo troppo lontani dalla Capitale e quindi il lavoro era troppo affidato a funzionari di basso rango."

Continua... :rolleyes:

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Inviato

"Nel corso dei negoziati si sforzarono di ottenere ogni piccolo vantaggio, così come quello più importante, e se ci fossero riusciti, ciò si sarebbe trasformato in una vittoria sul governo del mio paese... Mi è stato comunicato che al mio arrivo a Huế, se avessi voluto avere un'udienza con l'imperatore, avrei dovuto osservare i riti di corte e sottopormi al Ko-tow o "prostrazione", e che questo sarebbe stato seguito da altre condizioni umilianti, poiché è nella natura dei popoli a est del Gange aumentare le proprie richieste fino al punto da poterle far rispettare, o costringere i propri oppositori a sottomettersi alla propria volontà con qualsiasi mezzo. Che una grande nazione, come la mia, possa vedere il suo onore nazionale macchiato da qualsiasi nazione sotto il sole, rende la questione più sorprendente che deplorevole. Non possiamo rimanere completamente indifferenti al modo in cui la nostra nazione viene percepita da una così ampia fetta dell'umanità, come quella che abita le terre tra il Mar Rosso e il Giappone.

Se fallissimo in questo tentativo di negoziare, ma il nostro onore rimanesse intatto e resistessimo alle loro umilianti proposte di degradare l'alta dignità di un Presidente degli Stati Uniti, ciò insegnerebbe loro che ho fiducia in ogni futura trattativa con il nostro governo, che l'onore nazionale non è un semplice suono o un sostantivo vuoto, ma che in esso risiede la forza dei Regni e la sicurezza dei popoli. Questa è la motivazione che spinge i soldati a combattere, una motivazione più forte di qualsiasi altra cosa che trasforma le persone in eroi.

P.S.:
Devo sottolineare che in questi Paesi i regali sono indispensabili e sono visti come un segno di rispetto. A seconda della grandezza del regalo, chi lo fa diventa più o meno importante. Sia nella Cina centrale che nel Siam, una delle prime domande poste era: "Quale regalo hai portato al re?", dando per scontato che il visitatore non arrivasse a mani vuote."

E sarà proprio questa usanza (o per meglio dire, obbligo) dei regali che porterà alla nascita delle Eagles del 1804... delle quali prima o poi si arriverà a parlare :lol:

Vung Lam2.jpg

Un'altra immagine di Vung Lam oggi... semplicemente perché mi piaceva ;)

petronius oo)

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Inviato
Il 21/3/2025 alle 19:01, petronius arbiter dice:

Sia nella Cina centrale che nel Siam, una delle prime domande poste era: "Quale regalo hai portato al re?", dando per scontato che il visitatore non arrivasse a mani vuote."

Già, ma quali erano i regali che potevano interessare, incuriosire, un sovrano asiatico dell'Ottocento?

100 dollari d'argento

Arrivato in Siam nel febbraio 1833, Roberts fu ricevuto, prima di tutto, dal Ministro degli Esteri di quel paese, al quale donò un orologio d'oro con perle, due casse di pezze di seta, e quattro cestini in argento filigranato bordati d'oro e decorati con figure smaltate. Ma non era abbastanza, e così dovette aggiungere 100 dollari d'argento, il primo regalo "numismatico" di Roberts, che forse da questo prese spunto per suggerire i successivi doni delle serie complete di monete.

Il Ministro, infine soddisfatto, fissò a Roberts un incontro con il re Ph'ra Nang Klao, conosciuto anche come Rama III

Rama III of Siam.jpg

L'incontro durò circa trenta minuti, durante i quali il re chiese a Roberts di fornirgli una lista di tutto quello che gli americani avrebbero voluto commerciare con il Siam, dopodiché Roberts tentò di offrigli alcuni dei doni diplomatici che aveva appositamente acquistato in Cina. Ma il re rifiutò, dicendo che avrebbe potuto facilmente avere tutte le "cineserie" che avesse voluto... a lui interessavano "le americanate" :lol:

E così non si fece scrupolo  di fornire a Roberts un elenco delle cose che avrebbe desiderato. Una vera e propria "lettera a Babbo Natale", anzi, per dirla all'americana, una

"Dear Santa" list

Due specchi con cornici dorate intagliate che potessero essere usati come paravento, con il retro dipinto di verde. Campioni di specie botaniche, vasi di fiori, un tappeto "peloso". Cinque paia di statue di persone, a grandezza naturale o di più, con indosso costumi degli Stati Uniti. Numerose coppie di grandi lampade in vetro trasparente, e per finire, due spade con lame leggermente curve e impugnature e foderi in oro massiccio, non semplice metallo dorato :rolleyes:

Tutte cose che Roberts avrebbe potuto portare quando fosse ritornato con gli accordi da firmare, perché Rama III era interessato, davvero, a stringere un'allenza commerciale con gli Stati Uniti :)   

petronius oo)

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Inviato

Il Peacock salpò dal Siam il 4 aprile 1833, e dopo una breve sosta a Singapore e una più lunga a Batavia (odierna Giakarta), riprese il mare per l'ultima tappa del viaggio, l'Oman. Roberts nutriva grandi speranze per il buon esito del suo ultimo incontro, basate soprattutto sul fatto di aver già conosciuto il Sultano dell'Oman, ed essere stato da lui ben accolto, nel 1828, quando aveva tentato di risollevare le sorti della sua attività commerciale a Zanzibar, isola nella quale il Sultano trascorreva buona parte del suo tempo.

Ma di Sayyid Said bin Sultan Al Saidi, Sultano di Muscat e Oman

sayyid bin sultan.jpg

abbiamo già parlato nella discussione sul dollaro 1804 e quindi non vi tedierò oltre :D limitandomi a dire che le speranze di Roberts non furono deluse. E così il Peacock potè riprendere la strada per le Americhe, arrivando a Rio de Janeiro. Qui Roberts si trasferì sulla U.S.S. Lexington, con la quale proseguì il viaggio fino a Boston, dove sbarcò il 25 aprile 1834, ventisei mesi dopo la sua partenza.

Roberts venne ricevuto dal Presidente Jackson e dal Segretario di Stato, e i due trattati che aveva sottoscritto con Siam e Oman furono ratificati dal Senato il 30 giugno. Dopodiché si mise subito al lavoro per organizzare il ritorno nei due paesi, con le copie dei trattati, e i regali necessari che gli erano stati richiesti. Ai quali propose di aggiungere:

"Un set di nuove monete degli Stati Uniti in oro, argento e rame, disposte ordinatamente in un bel cofanetto in pelle".

E fu così che l'11 novembre 1834 una lettera venne inviata dal Dipartimento di Stato a Samuel Moore, Direttore della Zecca, con il seguente comando:

"Il Presidente ha disposto che un set completo delle monete degli Stati Uniti sia inviato al Re del Siam, e un altro al Sultano di Muscat. Viene richiesto, quindi, di fornire al Dipartimento due campioni di ogni tipo ora in uso, sia d'oro che d'argento e di rame."

E noi finalmente torneremo a parlare delle monete :D

petronius :)

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Inviato

1804... perché?

Ah, saperlo :D

In risposta alla richiesta presidenziale, il Direttore Moore decise di preparare una versione proof delle monete, ovvero monete fatte con conii accuratamente lucidati su tondelli appositamente realizzati. Si trattava di una tecnica che la Zecca statunitense utilizzava già dal 1817 per produrre monete da vendere ai collezionisti (ma non ne troverete traccia nei cataloghi, la distinzione nei registri della Zecca tra monete per la normale circolazione e quelle destinate ai collezionisti inizierà solo molto più tardi, per le monete d'oro il primo anno per il quale i cataloghi menzionano le versioni proof é il 1854), che consisteva nel selezionare i migliori tondelli, pulirli accuratamente, e stamparli con conii altamente lucidati. Durante il processo di coniazione, ogni tondello veniva inserito manualmente nella pressa, e generalmente battuto due volte, per aumentare la nitidezza e i dettagli delle immagini. Il risultato era una moneta estremamente brillante, con una superficie a specchio. Insomma, quelle che, in Italia, chiamiamo fondo specchio :rolleyes:

C'era però un problema: la Zecca non disponeva più di conii per le sue monete più prestigiose, il dollaro d'argento e i 10 dollari d'oro, la cui produzione, come sappiamo, era cessata nel 1804. Ma anche se le frasi "un set completo" e "campioni di ogni tipo ora in uso" non erano della massima chiarezza, nessuno dubitò che con esse si intendessero anche quei due nominali, sebbene il dollaro fosse quasi uscito di circolazione, e ancora di più le Eagles, poichè il loro valore intrinseco, al pari di quello delle altre monete d'oro, era arrivato a superare di oltre il 5% quello facciale (e infatti, proprio nel 1834, ci fu una riduzione nel peso sia delle half eagles che delle quarter eagles, le uniche due tipologie d'oro in produzione).

Così, il direttore Samuel Moore prese l'unica decisione possibile: preparare nuovi conii per le due monete :)

Samuel Moore.webp

E, forse, decise di datarle 1804 perché quello era l'ultimo anno in cui erano state coniate, anche se i quasi ventimila dollari prodotti quell'anno, in realtà, erano datati 1803. Ma questa è solo un'ipotesi, la verità è che nessun funzionario della Zecca ha mai rivelato quando, perchè e da chi sono stati preparati i conii antedatati e sono stati coniati i dollari e le Eagles 1804.

La cosa fu fatta senza alcuna autorizzazione ufficiale, che nessuno si preoccupò di chiedere o di dare. Del resto, apparentemente, i massimi livelli, Presidente e Segretario di Stato, rimasero inconsapevoli del problema. E così, nei cofanetti destinati al Re del Siam e al Sultano dell'Oman finirono, insieme a "un set completo di monete", dall'half cent all'half eagle, datate 1834, anche un dollaro d'argento e un'aquila d'oro datati 1804 :)

petronius oo)

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