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IGNORED

The Eagle and I


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Thomas Jefferson

Abbiamo già incontrato più volte il terzo Presidente degli Stati Uniti, che come altri prima (si veda la lettera di Washington) e dopo di lui, si mostrò sempre interessato alle attività della Zecca. Conosciamolo meglio, senza la pretesa di scrivere una biografia esaustiva (potete leggerne quante ne volete), ma semplicemente di raccontare alcuni tratti del suo carattere e della sua personalità :)  

Consacrato a buon diritto tra i Founding Fathers, Thomas Jefferson fu il principale autore della Dichiarazione d'Indipendenza, e contribuì a scrivere la Costituzione: si devono a lui in particolare gli articoli sulla libertà religiosa e la laicità dello stato. Animato dall'ottimismo dell'Illuminismo e spinto da un'insaziabile curiosità intellettuale, oltre che politico e diplomatico fu filosofo, naturalista, architetto, inventore: collezionava quadri, ed era amante della musica (suonava il violino). Ma anche lui, come tutti noi, aveva i suoi limiti, che i posteri ammirati preferirono in buona parte ignorare :rolleyes:

Era molto permaloso, e la sua reazione alle critiche che la stampa gli rivolse nel 1803 fu che "qualche processo contro i più impertinenti scribacchini avrebbe avuto un effetto quanto mai salutare nel ripristinare l'integrità della stampa." Proprietario di schiavi per tutta la vita, le sue affermazioni sull'eguaglianza degli uomini coesistevano con la sua ferma convinzione dell'inferiorità dei negri: cosa che non gli impedì di avere per lunghi anni come amante, e probabilmente di amare davvero, una donna di colore della sua casa. Aveva invece un certo rispetto per gli indiani, nei quali vedeva l'incarnazione del "buon selvaggio" teorizzato da Rousseau.

E la sua tendenza egualitaria non arrivava al punto di fargli ritenere possibile che chiunque fosse in grado di assumere un alto grado politico. Pur sostenendo che l'istruzione era l'unica salvaguardia della libertà repubblicana, aveva idee quantomai selettive sull'istruzione successiva al livello elementare.

Ma, al tempo stesso, la sua presidenza si distinse per la semplicità e l'assenza di formalità. Deciso a rinunciare a tutto ciò che ricordasse anche vagamente un cerimoniale reale, andò e tornò a piedi dalla cerimonia del suo insediamento presidenziale, rifiutandosi di salire in carrozza. Tendeva a vestirsi alla buona, anche nelle occasioni formali, abolì i ricevimenti ufficiali settimanali che erano stati dei suoi predecessori, si rese facilmente disponibile a chiunque gli volesse parlare, e nei pranzi di stato ignorò precedenze e protocollo, per cui gli ospiti si sedevano ovunque ci fosse posto.

Per tutto questo, e molto altro ancora, è pressoché unanimemente considerato tra i più grandi presidenti degli Stati Uniti, tanto da meritare, non solo di essere scolpito sul Monte Rushmore, ma anche di essere ritratto su monete e banconote :D Lo abbiamo già visto sul nichelino, non poteva mancare il biglietto da 2 dollari :)

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petronius oo)

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Inviato

Peter Jefferson

No, non è un parente povero, e nemmeno il fratello furbo :lol: di Thomas. E i due non si sono nemmeno mai incontrati, perché quando Peter fece la sua prima apparizione alla Zecca di Philadelphia, Thomas era già morto da qualche anno.

Accadde, si dice, all'incirca nel 1830. Peter incominciò a volare intorno alla Zecca, per poi infine entrare a curiosare. I lavoratori della zecca rimasero sicuramente sorpresi quando videro un'aquila calva aggirarsi tranquilla nelle stanze, ma lo presero come un buon auspicio e all'inizio lasciarono l'uccello a se stesso. Ogni notte, quando gli operai finivano il turno, lo mandavano fuori per chiudere la zecca. L'aquila faceva qualche volo notturno sulla città e tornava la mattina presto. Peter era alla zecca ogni mattina prima che gli operai arrivassero, aspettando pazientemente che aprissero le porte e lo facessero rientrare. Rimaneva dentro, appollaiandosi e volando dentro la zecca durante il giorno. A detta di tutti, era piuttosto docile e non gli dispiaceva stare vicino alle persone, tenendosi però in disparte la maggior parte del tempo, ma senza preoccuparsi se le persone gli si avvicinavano troppo. L'uccello divenne il beniamino della città man mano che si diffondeva la voce del suo attaccamento alla zecca e della sua tolleranza verso gli umani, e la gente lo riconosceva durante i suoi regolari voli su Philadelphia. Lo chiamarono Peter, forse il nome di un operaio che gli era particolarmente affezionato, e Jefferson, probabilmente un omaggio all'ex-presidente scomparso pochi anni prima, nel 1826. Ma per tutti, semplicemente Peter.

Rimase lì per circa sei anni, fino a quando, un brutto giorno del 1836, era appollaiato, forse, su una pressa per coniare, non è del tutto chiaro, quando la macchina si accese. Sebbene gli operai si fossero precipitati a spegnerla, l'ala di Peter restò incastrata nei meccanismi e rimase gravemente ferito. Nonostante i grandi sforzi di tutti, Peter perse la capacità di volare e, a causa delle ferite all'ala, morì pochi giorni dopo l'incidente :(

Per onorare la memoria dell'aquila, e per tenere Peter, che era diventato un pilastro della Zecca e una specie di mascotte non ufficiale dell'istituzione, gli operai lo fecero impagliare, posizionandolo all'ingresso principale della Zecca... dovrebbe essere ancora lì :closedeyes:

Peter.jpg

Secondo la leggenda, Peter sarebbe servito da modello per due delle più belle monete degli Stati Uniti, non a caso quelle che più di ogni altra raffigurano un'aquila vicina al vero: il dollaro di Christian Gobrecht e il Flying Eagle cent di J.B. Longacre.

1cent1857.jpg

"Io non avevo visto per molti anni quella moneta, ma poi ne sono rimasto veramente impressionato e ho pensato che... è, con tutta probabilità, il miglior disegno su una moneta americana."

Parola di Augustus Saint-Gaudens ;)

petronius :)

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Inviato

Abbandoniamo per un po' la Zecca e le sue aquile per parlare di Storia, quella con la S maiuscola. Senza alcuna pretesa di scrivere un trattato dettagliato, ce ne sono già troppi, ma focalizzando l'attenzione su alcuni avvenimenti utili ad inquadrare meglio i temi numismatici. In questo caso, introdurremo un personaggio, futuro presidente degli Stati Uniti, che avrà un ruolo di primaria importanza nella storia, numismatica, da cui ha preso le mosse la discussione (e che prima o poi racconteremo, abbiate fede :lol:).

E poichè per farlo dovremo parlare di una cosa che, incredibilmente, dopo più di due secoli, sembra tornata d'attualità (e non si sa se riderne o piangerne <_<), è di rito precisare che qualsiasi riferimento alla cronaca contemporanea è del tutto casuale e involontario... se a qualcuno fa piacere crederci :rolleyes:

La guerra del 1812

La guerra del 1812 tra Stati Uniti e Inghilterra, così chiamata dall'anno in cui scoppiò, protraendosi poi fino al 1815, si potrebbe liquidare in poche parole come il tentativo da parte degli Stati Uniti di annettersi il Canada (e così abbiamo liquidato anche l'attualità :D). In realtà, naturalmente, il discorso è molto più complesso.

Le cause del conflitto furono varie, legate soprattutto alle restrizioni del commercio navale imposte dall'Inghilterra a causa della sua guerra contro la Francia di Napoleone, la pratica della Royal Navy di arruolare con la forza marinai statunitensi nei propri ranghi, il sostegno britannico dato ai Nativi americani, contrari all'espansionismo statunitense verso l'Ovest, e che presero parte attiva alla guerra a fianco degli inglesi e, appunto, le mire degli Stati Uniti sulla colonia britannica del Canada.

La guerra fu dichiarata con un'esigua maggioranza dal parlamento statunitense il 18 giugno 1812. Alla decisione si giunse soprattutto sotto la pressione di un gruppo di giovani Congressisti, conosciuti come "War Hawks", falchi di guerra, ardenti nazionalisti i quali sostenevano che gli Stati Uniti non potevano considerarsi una nazione indipendente fino a quando avessero accettato passivamente le interferenze nei loro commerci. Il voto del Congresso spaccò l'opinione pubblica: Il Sud e il West appoggiarono all'unanimità la dichiarazione di guerra, mentre gli stati di New York, New Jersey e del New England erano fortemente contrari. 

United States1812.png

Quando la notizia della dichiarazione di guerra raggiunse Boston, le bandiere vennero abbassate a mezz'asta, e il governatore del Massachusetts proclamò un digiuno pubblico in segno di protesta. Gli abitanti del New England temevano che la guerra avrebbe danneggiato i loro commerci assai più che non l'embargo inglese, e deploravano anche il fatto che gli Stati Uniti sarebbero stati, almeno nominalmente, a fianco dell'autocrazia di Napoleone.

Ma, soprattutto, nonostante le affermazioni propagandistiche dei "falchi", gli Stati Uniti arrivavano alla guerra quasi del tutto impreparati <_<

Continua... oo)

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Inviato

L'esercito regolare, ridotto a 6700 uomini, era male equipaggiato e comandato da veterani della guerra d'indipendenza, ormai vecchi. Non esistevano navi da guerra, soltanto una mezza dozzina di fregate. E, soprattutto, le casse dello stato erano quasi vuote, e quando, nel 1814, il governo tentò di imporre nuove tasse per finanziare la guerra, le entrate furono molte meno del previsto a causa di una diffusa evasione fiscale (anche allora :rolleyes:).

Nonostante tutto, l'invasione del Canada sembrava davvero a portata di mano. Con una popolazione di solo mezzo milione di abitanti, a fronte di sette milioni e mezzo di americani, il Canada aveva scarsa disponibilità di uomini validi. Il lungo confine tra i due paesi era difeso solo da 4500 soldati, né l'Inghilterra poteva inviare rinforzi, perché impegnata contro Napoleone. Insomma, il Canada sembrava tanto palesemente vulnerabile, che Thomas Jefferson (non più presidente, ma sempre enormemente influente), definì la campagna "una semplice passeggiata" :huh:

USA CANADA 1812.jpg

(il confine tra USA e Canada in una mappa del 1812)

Ma il primo tentativo di invasione, nel 1812, fu un fiasco completo: non solo gli americani  furono respinti, ma cedettero ai canadesi Detroit e altri forti di confine. Andò meglio nel 1813: dopo aver conquistato York (attuale Toronto), allora capitale del Canada, gli americani diedero alle fiamme il Parlamento e altri edifici pubblici, prima di ritirarsi al di là del lago Ontario. Si può parlare di vittoria, ma gli effetti generali sulla guerra furono minimi. 

Seguì una lunga serie di battaglie, con risultati alterni, tra le quali va citata almeno quella del fiume Thames, vinta dagli americani, e nella quale trovò la morte, il 5 ottobre 1813, il leggendario capo indiano Tecumseh, considerato il più grande statista della storia dei Nativi americani, e oggi onorato sia in Canada che negli Stati Uniti :closedeyes:

Tecumseh.jpg

Nel 1814, gli inglesi, pensando di aver ormai archiviato la pratica napoleonica con l'esilio dell'imperatore all'Elba, inviarono in America un corpo di spedizione forte di 20.000 uomini. Che dopo aver occupato buona parte della costa del Maine, spazzò via la resistenza americana giungendo fino a Washington D.C., costringendo alla fuga il governo e incendiando, per rappresaglia di quanto avvenuto a York, il Campidoglio, la Casa Bianca (nel dipinto) e altri edifici pubblici.

incendio Casa Bianca1814.jpg

Era il 24 agosto 1814. Gli inglesi avevano poi cercato di attaccare, ma senza successo, Baltimora, poi si erano ritirati. Nel frattempo, un'altra offensiva inglese partita dal Canada aveva subito una sconfitta determinante nella battaglia di Plattsburg (11 settembre 1814), grazie alla quale gli americani misero definitivamente al sicuro i loro confini. 

Ma un altro esercito inglese, comandato da Sir Edward Pakenham, cognato del Duca di Wellington, si preparava ad attaccare New Orleans: se l'impresa fosse riuscita, gli americani avrebbero rischiato di perdere la Louisiana. Quella di New Orleans, combattuta l'8 gennaio 1815, fu l'ultima battaglia della guerra. Anzi, più che una battaglia, un sanguinoso, inutile massacro <_<

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Inviato (modificato)

 

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Non credo che sia un bel dollarone flowing hair  (o draped bust) quello che ha al collo Tecumseh, ma è un dipinto e l'immagine possibilmente è distorta, quindi potrebbe esserlo :D

 

Modificato da nikita_
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23 ore fa, nikita_ dice:

Non credo che sia un bel dollarone flowing hair  (o draped bust) quello che ha al collo Tecumseh, ma è un dipinto e l'immagine possibilmente è distorta, quindi potrebbe esserlo :D

Ipotesi suggestiva che, basandosi solo su quel dipinto, potrebbe avere qualche fondamento. Purtroppo, in altri ritratti la "cosa" si vede meglio, e direi che non ci siamo :D

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petronius :)


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Qui sul medaglione appare un uomo con i capelli corti.... ho letto su wikipedia che quasi tutti i suoi ritratti sono solo interpretati o non veritieri.

Vabbè, molto più affascinante fantasticare con i dollaroni US :D

 

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Inviato

La battaglia di New Orleans, combattuta l'8 gennaio 1815, fu, come detto, l'ultima della guerra. Una battaglia che si sarebbe potuta evitare, se solo fosse giunta in tempo la notizia che due settimane prima, il 24 dicembre 1814, a Gand, in Belgio (ma il Belgio non c'era ancora ;)), era stato firmato il trattato di pace tra il delegato americano John Quincy Adams (futuro Presidente) e gli inglesi.

Questi ultimi avevano occupato la città e diverse zone limitrofe, ma l'incompetenza di Pakenham (niente a che vedere, in questo, con il più famoso cognato), gettò le truppe inglesi in bocca a un genio militare autodidatta, Andrew Jackson, che con la sua milizia del Tennesse ne ebbe facilmente ragione. Alla fine, le due parti lasciarono sul terreno più di 1500 caduti :( tra cui lo stesso comandante britannico. Vediamo una raffigurazione della battaglia in un dipinto del 1910 di Edward Percy Moran.

Battle of New Orleans.jpg

Il trattato di pace, di fatto ripristinava lo status quo antecedente il conflitto, con la restituzione da parte di entrambi i contendenti dei territori conquistati. E nient'altro. Ma la guerra del 1812 ebbe comunque importanti conseguenze per gli Stati Uniti. L'embargo, con il blocco delle importazioni, anziché danneggiarle come temuto, diede un potente stimolo alle industrie manifatturiere del New England. La morte di Tecumseh e la sconfitta inflitta, sempre da Jackson, agli indiani Creeek nella battaglia di Horseshoe Bend il 27 marzo 1814, infransero la potenza indiana a est del Mississippi, facilitando la colonizzazione a Ovest. La guerra ispirò inoltre un forte sentimento nazionale a un'Unione ancora debole, e aggiunse un considerevole gruppo di eroi, con Jackson in testa, al pantheon americano.

Per Andrew Jackson significò l'inizio di una fulgida carriera, prima militare poi politica, culminata nel 1828 con l'elezione a Presidente degli Stati Uniti, carica nella quale fu confermato quattro anni dopo. E nel 1929, esattamente un secolo dopo il suo primo insediamento, comparve, per la prima volta, sulla banconota da 20 dollari, dove lo si può vedere tuttora.

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Negli ultimi anni ci sono state diverse proposte per sostituirlo (con una donna, probabilmente), essendo diventato nel frattempo un personaggio assai poco politically correct. Ma non se ne è fatto nulla, e dubito lo si faccia con la corrente amministrazione :rolleyes:

petronius :)

 

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23 ore fa, nikita_ dice:

Qui sul medaglione appare un uomo con i capelli corti....

A quanto pare ci sono novità, grazie a @littleEvil :)

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Trovata su Numista:

georgeIII.jpg.285f7005b782a32163ca26773ad2cfc4.jpg

 

10 minuti fa, petronius arbiter dice:

A quanto pare ci sono novità, grazie a @littleEvil :)

 

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L'anno senza cents

La guerra del 1812 ebbe conseguenze anche sulla produzione monetaria degli Stati Uniti. Non per le monete d'oro, le uniche rimaste erano le half eagles, che furono regolarmente coniate fino al 1814, e poche anche nel 1815. Qualche problema in più lo ebbero quelle d'argento: la coniazione dei dimes fu sospesa nel 1812 e 1813, per riprendere nel 1814, prima di un nuovo, lungo stop fino al 1820. I quarti di dollaro non si coniavano più dal 1807, e la produzione riprese proprio nel 1815, a guerra finita, mentre i mezzi dollari continuarono ad essere coniati in quantità per tutti gli anni del conflitto.

Le difficoltà maggiori le ebbero gli spiccioli in rame, cents e half cents, che erano anche le monete più diffuse. Il rame, al pari dell'oro e dell'argento, scarseggiava nell'America di inizio Ottocento, e quello che c'era doveva ovviamente servire anche per altri scopi: così, la gran parte dei tondelli per le monete veniva importata dall'Europa. Importazione che cessò bruscamente nel gennaio 1811, a causa del blocco navale inglese. Altrettanto bruscamente cessò la produzione dei mezzi centesimi, sospesa quello stesso anno dopo che erano stati coniati poco più di 60.000 esemplari, quantità irrisoria rispetto agli standard precedenti. Riprenderà, addirittura, solo nel 1825.  

I centesimi, invece, si riuscì a coniarli fino al 1814, dando fondo alle scorte di tondelli. Ma anche quelle finirono, e così nel 1815, prima che potessero riprendere le importazioni (avverrà nel settembre di quell'anno), anche la produzione dei  centesimi venne sospesa. Quello fu "l'anno senza cents", l'unico, nella storia monetaria degli Stati Uniti, in cui questi spiccioli non furono coniati.

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(foto da PCGS)

E ora, prima di abbandonare i discorsi sulla guerra del 1812, che altrimenti rischierebbero di essere più lunghi della guerra stessa :lol: ci sono ancora un paio di storie da raccontare, su due "effetti collaterali", di politica e costume, che sicuramente tutti conoscete, poiché entrati a far parte dell'immaginario collettivo, non solo americano... ne parliamo nel prossimo post ;)

petronius :) 

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