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Inquinamento nell’antica Roma: studio ricostruisce l’impatto del piombo sulla salute (complice la produzione di argento per monete)


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Inquinamento nell’antica Roma: studio ricostruisce l’impatto del piombo sulla salute

DA: https://www.archaeoreporter.com/it/2025/01/20/inquinamento-nellantica-roma-studio-ricostruisce-limpatto-del-piombo-sulla-salute/

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Gli impianti idraulici romani erano in piombo, anche se con qualche elemento in bronzo (come valvole e rubinetti)

Bellissimi gli impianti idraulici emersi recentemente negli scavi del complesso termale della domus dell’Insula 10 alla Regio IX di Pompei (che potete vedere nel video alla fine di questo articolo). C’è tutto: i rubinetti e le caldaie in bronzo, naturalmente la vasca cementizia con materiale fittile. Ma ci sono anche le tubature, in piombo. Ed è proprio qui che, nella grande raffinatezza dell’ingegneria idraulica romana (a pagina 24 dell’E-Journal di pompei la descrizione dell’impianto appena scavato), si annidava il pericolo. Come ben noto il piombo è pericoloso per la salute. Ed è proprio qui che si inserisce un articolo scientifico che ci era sfuggito, ripreso da New York Times e in seguito dai ragazzi che seguono il Bo Live (Università di Padova) in Italia. Proprio per questo speravamo per la verità che, appunto, ci fosse anche qualche ricercatore dell’ateneo padovano, ma gli autori sono decisamente americani.

L’inquinamento da piombo nell’antica Roma: uno studio sui suoi effetti sulla salute e sull’ambiente

Un gruppo internazionale di ricercatori guidato da Joseph R. McConnell, della divisione di scienze idrologiche del Desert Research Institute di Reno, in Nevada, ha quindi recentemente pubblicato uno studio su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) che ricostruisce l’inquinamento da piombo che ha interessato l’Europa nei secoli centrali dell’impero romano. Il lavoro, che ha combinato analisi di ghiacci artici, modelli atmosferici e dati epidemiologici moderni, ha rivelato l’esistenza di un inquinamento atmosferico diffuso che, sebbene oggi possa sembrare un problema tipico della società industrializzata, era già presente durante l’epoca romana.

Le fonti di inquinamento e le sue conseguenze

Dal I al III secolo d.C. l’impero raggiunse la sua massima espansione territoriale, comprendendo ampie zone del Nord Africa, Medio Oriente e Britannia. In questo periodo di grande prosperità, l’estrazione e la fusione dell’argento, risorsa cruciale per l’economia romana, diventarono le principali fonti di inquinamento da piombo. La produzione di ogni oncia d’argento generava circa 10.000 once di piombo, un dato che evidenzia la portata ecologica e sanitaria di questa attività industriale.

Le particelle di piombo, sollevate dalle operazioni minerarie e metallurgiche, venivano trasportate per lunghe distanze dalle correnti atmosferiche, fino a depositarsi nei ghiacci dell’Artico. Utilizzando campioni di ghiaccio prelevati da diverse carote artiche, i ricercatori hanno identificato tracce di piombo risalenti a oltre 2.000 anni fa, rivelando l’estensione globale di questo inquinamento. Le analisi hanno mostrato che le concentrazioni di piombo nell’aria superavano i 150 nanogrammi per metro cubo nei pressi dei siti di estrazione, con un incremento medio di 1,0 nanogrammi per metro cubo in tutta Europa.

Le ripercussioni sulla salute e il declino cognitivo

L’inquinamento atmosferico da piombo ha avuto effetti diretti sulla salute degli abitanti dell’Impero Romano, in particolare sui bambini, che sono particolarmente vulnerabili all’inalazione e ingestione di piombo. I ricercatori, basandosi su dati epidemiologici moderni, hanno stimato che i bambini del periodo romano avevano livelli di piombo nel sangue superiori di circa 2,4 microgrammi per decilitro rispetto ai bambini del Neolitico, con un conseguente declino cognitivo. La ricerca ha stimato che i bambini dell’impero romano potrebbero aver subito una riduzione media di 2,5-3 punti nel quoziente intellettivo (QI).

Questi risultati sono stati ottenuti attraverso un modello computazionale che ha analizzato la dispersione di piombo nell’atmosfera, un approccio che ha permesso di calcolare la quantità di piombo immesso nell’ambiente dai romani. I dati ottenuti hanno mostrato che le emissioni annuali di piombo durante questo periodo si aggiravano tra le 3.300 e le 4.600 tonnellate, un dato che mette in luce la rilevanza delle attività minerarie per l’inquinamento globale dell’epoca.

Le implicazioni per la comprensione della salute pubblica nell’antichità

Questo studio, che si avvale di avanzate tecniche di datazione e modelli atmosferici, non solo offre una panoramica dell’inquinamento da piombo nell’antica Roma, ma fornisce anche un parallelo con l’inquinamento moderno. I ricercatori sottolineano che, sebbene oggi l’inquinamento atmosferico da piombo sia fortemente ridotto grazie alle politiche ambientali, i livelli di piombo nel sangue durante l’era romana erano sufficientemente elevati da causare danni significativi alla salute, in particolare con effetti sullo sviluppo cognitivo dei bambini.

Gli autori dello studio hanno anche identificato che le fluttuazioni nelle emissioni di piombo sono correlate a eventi storici significativi, come la scoperta e l’esaurimento delle risorse minerarie in regioni come la penisola iberica e l’isola britannica, e a periodi di crisi, come la crisi della Repubblica romana prima della sua trasformazione in Impero. Inoltre, il calo delle emissioni durante le epidemie, come quella che colpì l’impero durante il regno di Antonino (165-180 d.C.), suggerisce che l’industria mineraria subiva un rallentamento durante i periodi di disordini sociali, un fenomeno simile a quello che accadde durante la pandemia da Covid-19 nel 2020.

Conclusioni e prospettive future

Questo studio, oltre a fornire importanti spunti sulla salute e sull’inquinamento nell’antichità, offre un quadro innovativo per comprendere le interazioni tra ambiente, economia e salute umana nei periodi storici. Le tecniche utilizzate, come l’analisi dei ghiacci artici e i modelli computazionali, possono essere applicate – e già lo sono –  anche ad altre epoche per ricostruire le dinamiche di inquinamento e le sue conseguenze sulla società umana.

 

 

Modificato da Vel Saties
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  • Vel Saties ha rinominato il titolo in Inquinamento nell’antica Roma: studio ricostruisce l’impatto del piombo sulla salute (complice la produzione di argento per monete)
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da: https://www.focus.it/cultura/storia/gli-antichi-romani-erano-intossicati-dal-piombo
Complice la produzione di monete in argento: Il piombo intossicava gli antichi Romani al punto da abbassarne il QI?

Uno studio ha stimato i livelli di piombo atmosferico durante il I secolo d.C. nell'Antica Roma: l'inquinamento era così alto da far diminuire (forse) il QI dei cittadini.

monete argento Antica Roma

La cosiddetta Pax Romana, un periodo di prosperità per l'Antica Roma iniziato con l'ascesa al potere di Augusto nel 27 a.C. e terminato con la morte di Marco Aurelio nel 180 d.C., fu anche un'epoca di grande inquinamento da piombo a causa dell'aumento della produzione di monete d'argento e delle miniere dove veniva estratto. E questo in parte si sapeva già. Ora uno studio pubblicato su PNAS ha quantificato i livelli di tale inquinamento e scoperto che il piombo era presente a livelli così elevati in atmosfera da far diminuire (forse!) il QI degli antichi Romani.

colpa dell'argento. All'epoca il piombo era ovunque: ceramiche, cosmetici, smalti, tubi dell'acqua e addirittura nel vino, dove veniva utilizzato come dolcificante. Tuttavia l'esposizione avveniva principalmente tramite inalazione dei vapori tossici rilasciati dalla fusione del galena, un minerale ricco di piombo che veniva fuso nelle miniere per estrarre l'argento. «Per ogni grammo di argento prodotto, venivano prodotti qualcosa come 10.000 grammi di piombo», spiega Joseph McConnell, coordinatore dello studio.

Piombo e QI. Per capire in che modo l'inquinamento da piombo nuocesse alla salute degli antichi Romani, i ricercatori hanno analizzato delle carote di ghiaccio estratte dall'Artico Russo e dalla Groenlandia risalenti al periodo della Pax Romana. I risultati parlano chiaro: all'epoca Roma produceva annualmente tra i 3 e i 4 chilotoni di piombo atmosferico. Questo, ipotizzano gli studiosi, avrebbe avuto un impatto anche sul cervello dei cittadini romani, che avrebbero perso in media 2,5 punti di QI a testa – anche di più nelle zone più vicine alle miniere.

Uno studio precedente di McConnell e altri colleghi aveva dimostrato che i livelli di piombo atmosferico erano scesi notevolmente dopo alcuni eventi chiave, come la peste di Galeno del 165 d.C. che uccise circa il 10% dei Romani, riducendo la manodopera necessaria per le miniere e facendo diminuire l'utilizzo dell'argento per le monete dell'Impero.

I dubbi di altri esperti. Alcuni esperti, pur riconoscendo l'interesse e la validità dello studio, non sono d'accordo con l'ipotesi del declino cognitivo: «è necessario valutare diversi fattori sociali, come guerre o carestie, prima di parlare di un declino cognitivo generale», spiega Christopher Loveluck, archeologo non coinvolto nella ricerca. Anche lo scienziato Caleb Finch è d'accordo, e sottolinea come la perdita di quasi 3 punti di QI non sia coerente con l'immensa produttività dell'Impero Romano dell'epoca.

 

 


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