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IGNORED

Conservazione delle monete provinciali


Paleologo

Risposte migliori

Salve a tutti, vi espongo una curiosità che mi è venuta seguendo le discussioni del forum sulle monete provinciali e leggendo qualche pubblicazione sull'argomento. Ho la sensazione che mentre per la stragrande maggioranza dei tipi monetari repubblicani e imperiali non sia raro vedere esemplari in alta o altissima conservazione, per le monete provinciali e coloniali spesso sia vero il contrario. Ovvero, per la maggior parte dei tipi conosciuti la conservazione degli esemplari illustrati è modesta per non dire scarsa.

E' corretta la mia impressione o no? Oppure confondo magari una certa rozzezza di conio con la cattiva conservazione?

E se la mia sensazione è giusta, quali possono essere i motivi? Si tratta solo di un motivo statistico, pochi esemplari coniati per ogni tipo e quindi maggiore difficoltà a trovarne in alta conservazione, oppure ci sono altri fattori?

Grazie, P. :)

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Visto il numero elevato di zecche e l’ampio span temporale coinvolto, credo che i motivi alla base della tua osservazione siano un mix di concause (alcune reali, ma altre solo apparenti o di giudizio soggettivo).

Forse sei un po’ troppo severo quando parli di conservazione scarsa generalizzando a tutta la produzione provinciale. Non credo poi che le emissioni provinciali in toto possano essere definite di “conio rozzo”, anzi. Alcuni rovesci raggiungono dei livelli artistici per nulla inferiori a quelli imperali.

E’ innegabile che trovare l’alta qualità è più difficile, sia in termini di numero di esemplari che in termini di accessibilità per il collezionista medio.

A mio modesto avviso il ruolo principale è legato agli aspetti statistici. Per le provincie più prolifiche non è raro imbattersi in monete in buono stato. Alcune emissioni sono invece note in un così basso numero di esemplari (a volte meno di 10), che risulta più difficile che sul mercato appaiano quelli in conservazione buona. Sfogliando cataloghi che illustrano gli esemplari conservati in collezioni museali, è invece possibile vedere conservazioni di tutto rispetto.

Un secondo parametro che prenderei in considerazione è poi l’ambiente che ha contenuto la moneta fino al suo ritrovamento; suoli sabbiosi e secchi hanno certamente contribuito ad una conservazione migliore del metallo rispetto a terreni più aggressivi ed con alto tenore di umidità. Le emissioni romane in Siria sono generalmente in conservazione discreta al contrario, ad esempi, di quelle del Peloponneso. Generalizzare e dare un dato obiettivo non è quindi facile.

Non bisogna dimenticare poi che il grosso delle emissioni provinciali è in leghe di rame, a volte con alto tenore di piombo e stagno, e l’argento è più raro e spesso in mistura. Indirettamente questo può incidere come “impatto” istintivo quando si sfoglia un catalogo di monete provinciali, perché scarseggia il metallo nobile. La conservazione dei tetradrammi siro-fenici non ha nulla da invidiare a quella dei denari imperiali.

Infine, ma probabilmente questo è meno rilevante, credo sia innegabile che alcune zecche minori operarono con “standard di qualità” inferiori, con incisioni più blande, tondelli più sottili, una disponibilità di metalli primari minore, etc. Alcune zecche “importanti” erano invece in stretto contatto con quella di Roma da cui spesso copiavano tipologie (e forse tecnologia).

Luigi

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E' vero Luigi, devo dire che ancora non mi sono capitate tra le mani pubblicazioni che trattino le zecche provinciali "di prima grandezza" (che so, Antiochia o Alessandria) e questo può avere influenzato le mie sensazioni. Certamente anche il problema della scarsa qualità dei coni può essere circoscritto alle zecche minori, magari situate in regioni con poca storia monetale e quindi i cui artigiani avevano una esperienza anche tecnicamente limitata. Grazie mille comunque per la tua esauriente risposta.

Ciao, P. :)

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Devo dire che l'osservazione di Paleologo è pertinente, questa impressione l'ho avuta anch'io. Monete in alta conservazione ci sono ma sono rarissime, molto più rare rispetto ai bronzi imperiali. Credo che Luigi abbia spiegato bene la cosa, tolte le zecche maggiori (Alessandria, Antiochia e poche altre) la qualità media della produzione era molto bassa. Un po' come gli assi repubblicani giano/prora navis, non ne trovi uno in buono stato. Una cosa che apprezzo molto delle zecche provinciali è la frequenza con cui affrontavano il tema delle architetture delle loro città, ci hanno regalato degli scorci indimenticabili di antiche fortezze.

Una cosa di cui non trovo spiegazione è il decadimento della qualità artistica delle incisioni in provincie dove pochi secoli prima venivano prodotti capolavori di arte incisoria, tipo le zecche della Grecia, Macedonia, della costa turca.

Caius

NB: voglio aggiungere un'altra considerazione. Il basso stato di conservazione fa pensare che queste monete non fossero tesaurizzate. In effetti trattandosi di bronzi, probabilmente venivano usati per gli scambi senza essere messe da parte. Anche per le tetradracme (e altro nominale d'argento) essendo di mistura, penso fossero scartate dai ripostigli. teniamo conto che il denario "ufficiale" e le altre monete romane circolavano nelle provincie, per cui anche in queste regioni era possibile mettere via denari o comunque monete a maggiore valore intrinseco.

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Il basso stato di conservazione fa pensare che queste monete non fossero tesaurizzate.

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In effetti essendo di basso valore e destinate esclusivamente alla circolazione locale dovevano essere proprio la base per la maggior parte delle transazioni economiche quotidiane.

P. :)

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