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Le grandi rarità papali all'incanto


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Inviato

Non se se hai letto il Gigante 2025 che scrive: Si conoscono 6 esemplari ma la coniazione ufficiale ne riporta 5  tutti conservati in collezioni pubbliche. La coniazione fu interrotta a causa della rottura del conio e rinunciarono ad una successiva tiratura a causa dell'avanzata età del incisore Giuseppe Pasinati. Unica moneta con effige di Pio VII.

Riguardo la rarità di questa e di tante altre ,secondo me, incide sul valore anche e soprattutto la richiesta/offerta e poi la conservazione, . Se ci sono solo due pezzi al Mondo ed una è in FDC e l'altro in MB è normale che il fior di conio venga richiesto più dell'usurato, anche fino a 1000 volte in più.

Poi ci sono monetazione più ricercate di altre e come vediamo oggi nelle aste magari un Unicum di "es: Passerano" in rame non raggiungerà mai il prezzo di un qualsiasi R4 di Vit.Em.III .           Magari da domani tutti collezionano monete di Passerano😁

👌🏼


Inviato
3 ore fa, favaldar dice:

Non se se hai letto il Gigante 2025 che scrive: Si conoscono 6 esemplari ma la coniazione ufficiale ne riporta 5  tutti conservati in collezioni pubbliche. La coniazione fu interrotta a causa della rottura del conio e rinunciarono ad una successiva tiratura a causa dell'avanzata età del incisore Giuseppe Pasinati. Unica moneta con effige di Pio VII.

Ciao, certo! Essendo un pezzo iconico e direi un "unicum" tra gli scudi papali, le informazioni base legate a questa moneta le conoscevo, ma mi piaceva riportare quello che si diceva quasi cento anni fa per presentare questa moneta eccezionale!oo)

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Inviato

1980: "Asta Kunst und Munzen, Monete Papali" (collezione Grigori). Che dire? Possiamo solo dire che dopo questa asta straordinaria, questa moneta eccezionale non è più apparsa in vendita pubblica. E possiamo dire che 45 anni fa, questo pezzo realizzò ben 152.000 franchi svizzeri (diritti esclusi). Chissà a che prezzo volerebbe l'aggiudicazione di questa moneta se venisse messa in vendita oggi!

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Inviato

Ottima discussione!La monetazione papale è piena di monete che, a volte,per vederle in asta, non basta una vita.Ma le rarità assolute non sono solamente comprese tra i grossi moduli in oro e argento. Ci sono monete super rare anche tra i mezzi grossi, grossi e giulii. E pure tra i baiocchi e le monete in mistura!

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Inviato
10 minuti fa, RobertoRomano dice:

Ottima discussione!La monetazione papale è piena di monete che, a volte,per vederle in asta, non basta una vita.Ma le rarità assolute non sono solamente comprese tra i grossi moduli in oro e argento. Ci sono monete super rare anche tra i mezzi grossi, grossi e giulii. E pure tra i baiocchi e le monete in mistura!

 

Assolutamente giusto quello che dici! Diciamo che sono partito con le bombe più appariscenti! Quelle da "effetto wow"! Conto sulla partecipazione di altri amici per vedere anche le super rare meno appariscenti!😎


Inviato
6 ore fa, ZuoloNomisma dice:

Ciao a tutti, 

la recente consultazione di numerosi listini d'asta di grandi collezioni di monete papali del passato, mi ha fatto venire l'idea di proporre questa discussione. In un mercato, quello attuale, dominato dalle altissime conservazioni, che fanno risultato a discapito della rarità, proprio su questo parametro invece volevo incentrare la nostra chiacchierata. La rarità è senza dubbio da sempre uno dei criteri fondamentali per l'inquadramento di una moneta, e per molti è elemento che viene ricercato e che determina la scelta di un pezzo piuttosto che di un altro. Inoltre costituisce caratteristica di esclusività: sapere che una certa moneta è stata coniata o è disponibile solo in una manciata di esemplari, fa sognare i collezionisti e li spinge a contese a suon di rilanci quando quel pezzo appare finalmente sul mercato numismatico! Qui vorrei pertanto presentare quelle monete di rarità assoluta, quelle apparse una volta e poi mai più viste, quelle "chimere" che fanno sognare i collezionisti, quelle insomma che qualora si ripresentassero sul mercato, sarebbero sicuramente al centro dell'attenzione e dei desideri degli appassionati.

Diamo pertanto nuovo risalto ed importanza alla rarità, con un tuffo nel passato (più o meno remoto) che magari ci faccia rivalutare questa caratteristica delle nostre amate monete papali! 

Da oltre tre decenni colleziono argenti preunitari badando unicamente alla rarità, non tenendo in alcuna considerazione la conservazione: questo mi ha consentito di costruire una collezione che annovera numerosi pezzi di grande rarità, seppure a livello commerciale tutto ciò valga probabilmente meno di una raccolta di pezzi comunissimi del regno in FDC. Dunque non posso certo lamentarmi di questa tendenza del mercato, che consente anche a me - che ho risorse economiche molto limitate - di poter credere nella costruzione di una raccolta con i pezzi che sogno.

Una cosa che probabilmente scandalizzerà la gran parte dei collezionisti è, per esempio, che quelle rare volte che ho sostituito un pezzo della mia collezione è stato solitamente per fare un downgrade: possedendo un esemplare in SPL mi capitava magari di trovarne un altro in BB; compravo il secondo, poi rivendevo il primo recuperando le spese e avendo un budget extra da reinvestire per altri acquisti...

Per tornare al tema della discussione, rarità estreme, il mio sogno proibito è un altro scudo di Pio VII, più camaleontico ma non meno raro di quello postato da Michele: quello del 1803. L'ultima traccia di questa moneta - peraltro MB come piace a me :D - risale alla grande asta Varesi "Alma Roma" di un quarto di secolo fa.

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Inviato
7 ore fa, ZuoloNomisma dice:

(...) Queste monete, dopo quest'asta, non mi risultano mai più apparse sul mercato e chissà se mai le rivedremo!

Michele 

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Ciao Michele, vado a memoria... Uno dei due esemplari dovrebbe essere finito nella Coll. Ex Reale e quindi possiamo dire che non lo rivedremo più sul mercato. Un ulteriore esemplare (o forse era l'altro della Lancellotti? Bisogna controllare) era presente nella Coll. Santamaria.


Inviato

Iniziativa eccellente Michele.

La serie Papale non solo è la piu' estesa di tutte le serie 'nazionali/regionali' ma è anche probabilmente quella che abbonda - un ossimoro - di pezzi unici o rarità esimie. E come rarità non sono tanto le varianti di conio - pur abbondantissime - bensi di vere e proprie tipologie uniche o quasi.

Che la serie sia la piu' abbondante è facile anche visivamente notarlo scorrendo la serie dei volumi MIR dove ben quattro - e assai corposi - sono dedicati esclusivamente alla sola serie dello Stato Pontificio. Se poi analizziamo le collezioni private, pur ricchissime - passate in asta, dalla Martinori, alla Lancellotti, , Muntoni, Santamaria, Vidal Quadras, Ruchat, KM, etc. ci accorgiamo che pur imponenti non hanno potuto rappresentare che una parte, ancorché con indubbie rarità, la vastissima serie papale. Diro' di piu': financo il Gabinetto Numismatico del Vaticano non ha che una parte delle monete e medaglie della serie pontificia, essendo state purtroppo sottratti moltissimi pezzi in occasione delle spoliazioni 'napoleoniche' cui hanno fatto seguito alcune (ma non troppe) restituzioni.

Mi trova anche molto d'accordo l'invito di Michele a rivalutare la rarità rispetto all'imperante mantra odierno della conservazione, a scapito di tutto, talché un'emissione in verità banale o di scarso interesse puramente numismatico (ma magari attraente sotto il profilo estetico)  realizza sul mercato multipli di emissioni super rare ma in conservazioni mediocri. La rarità era il parametro principi delle grandi collezioni della prima metà del Novecento che badavano in fondo assai poco alla conservazione. Il catalogo Hamburger della collezione Gnecchi (1902-1903) riporta gradi di conservazione che passano dal Bellissimo al Fior di Conio, lo Splendido non era contemplato, tanto meno i gradi intermedi di SPL+ o SPL- .   Riportare il discorso collezionistico sulla centralità della rarità è a mio avviso un tentativo coraggioso e che tra l'altro si applica perfettamente alla serie pontificia ricca di emissioni di grandissimi artisti che ci hanno lasciato rarità anche sublimi, che anche in condizioni non eccelse permettono di apprezzare la maestria e l'originalità dell'incisione.

Cogliendo l'invito di cui sopra a non dimenticare anche i piccoli nominali che pur nel medio limitato possono esprimere un grado identico o almeno comparabile sia di rarità che di finezza d'incisione dei fratelli/sorelle maggiori, posto un umile baiocco battuto da Sisto V ove un ritratto estremamente espressivo del pontefice si unisce ad una rara (per un nominale minuto) rara ed efficace rappresentazione nel rovescio con la Basilica di San Pietro.

Riporto sotto  la descrizione del catalogo Picena n. 9 ove il pezzo è stato esitato alcuni anni fa.

 

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Asta Picena n. 9 lotto 174

Roma. Sisto V (1585-1590). Baiocco 1589 anno V MI gr. 0,85. Muntoni 62. Berman 1338. MIR 1333 (questo esemplare illustrato). Della più grande rarità ed esemplare notevolmente conservato, q.SPL. Questa moneta venne descritta ed illustrata dal Martinori (Annali, Sisto V, pag. 22) come di proprietà del barone Cunietti. L’esemplare confluì poi nella collezione ex Reale ed ivi descritto alla pag. 102, n. 176 e illustrato alla tav. VI, 4 del CNI. Il Cunietti pubblicò la moneta sulla R.I.N. 1918, pag. 130 come “sicura sconosciuta”. Nella descrizione fatta nel CNI si legge, “nel giro in fuori”, A.L – [M.F], la stessa descrizione è riportata dal Martinori. Osservando la medaglia di Sisto V dell’anno II/1586, raffigurante al rovescio l’obelisco di piazza S. Pietro, con la Basilica sullo sfondo, è del tutto evidente che l’autore di questa medaglia è il medesimo della moneta qui proposta. Considerato, inoltre, che la predetta medaglia è attribuita a Michele Balla, il quale si firmava con le sigle M, MB, MBRF, CAVAL MB, MF, opera sua è quasi certamente il conio di questo tipo di baiocco da considerarsi della più grande rarità.

 

 

 

 

 

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14 ore fa, anto R dice:

Ciao Michele, vado a memoria... Uno dei due esemplari dovrebbe essere finito nella Coll. Ex Reale e quindi possiamo dire che non lo rivedremo più sul mercato. Un ulteriore esemplare (o forse era l'altro della Lancellotti? Bisogna controllare) era presente nella Coll. Santamaria.

 

Il Cinagli, nella sua opera, riferisce di aver avuto a che fare con gli esemplari della collezione Del Drago a Roma,e di quella del Conte Bellini, a Osimo.L'esemplare fotografato sul MIR è riferito proveniente da " collezione privata "

Modificato da RobertoRomano
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MIA PERSONALISSIMA CLASSIFICA

Colleziono sistematicamente argenti papali romani dal 1655 al 1870.Ci fono tantissime monete belle e costose,ma, alcune sono SUPER RARE .Semplicemente introvabili o quasi.Sicuramente questa personale elencazione sarà parziale e lacunosa, mi auguro di avere molti riscontri e commenti.Ritengo queste monete ALMENO R4, non ho inserito tanti pezzi rari, ma non al livello che intendo io.

Iniziamo:ORO ESCLUSO .ZECCA DI ROMA

ALESSANDRO VII: Mezzo grosso e grosso con, al rovescio , la Beata Vergine: VIRGO CONCIPIET.Qui sono entrambe rappresentate nell' asta Bronny 2008

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SEDE VACANTE 1667

Piastra senza armetta del Monsignore di Zecca, scritta ROMA continua

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Modificato da RobertoRomano
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ALESSANDRO VIII

Giulio 1689 con San Paolo al rovescio  SENZA fogliami e di forma diversa

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Inviato

INNOCENZO XII

Considero questi due grossi di rarità elevatissima 

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1)PORTA PARADISI

2)PORTA COELI

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SEDE VACANTE 1700

LA moneta più rara, direi introvabile, è il Giulio con colomba ascendente

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Inviato

CLEMENTE XI 

Questo grande Papa ha un monetazione superba, con molti pezzi rari e costosi, ma vi sfido  a trovare questi:

1)Testone " ibrido" 1707

2) Giulio REDDE PROXIMO IN TEMPORE SUO

 

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Inviato

SEDE VACANTE 1721 E 1724 e 1730

Vi sembrerà strano, ma di questi due periodi, pur nella presenza di pezzi rarissimi e cari in argento, questi ricorrono periodicamente .Tutti noi li abbiamo visti in asta( un po' meno la piastra).Poco, ma girano.


Inviato

CLEMENTE XII

Di questo Papa, sono super rare queste monete:

1) Giulio del Possesso con ritratto

2) Giulio : DIADEMA SPECIEI DE MANU DOMINI 

3) Grosso del Possesso

4) Due baiocchi in mistura ( coniata col Papa morente).20250113_170455.thumb.jpg.aa187ee48193ce66e68ec36bd877193e.jpg

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Inviato

SEDE VACANTE 1740

In argento, ritengo che il Giulio sia di rarità maggiore rispetto alla piu' prestigiosa piastra/ scudo, che si vede con frequenza leggermente maggiore

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BENEDETTO XIV

Ritengo che l' argento più raro della monetazione romana di questo Papa, sia l'introvabile mezza piastra/ scudo con l'apostolo Pietro, senza ospedale Santo Spirito sullo sfondo.

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Modificato da RobertoRomano
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Inviato

 

1 ora fa, RobertoRomano dice:

SEDE VACANTE 1721 E 1724 e 1730

Vi sembrerà strano, ma di questi due periodi, pur nella presenza di pezzi rarissimi e cari in argento, questi ricorrono periodicamente .Tutti noi li abbiamo visti in asta( un po' meno la piastra).Poco, ma girano.

 

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Per la Zecca di Roma sono d'accordo, per Bologna un po' meno......

 

 

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5 minuti fa, DARECTASAPERE dice:

 

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Per la Zecca di Roma sono d'accordo, per Bologna un po' meno......

 

 

 

Daniele, su Bologna capisco poco...questa e' da togliersi il cappello!


Inviato

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Rimanendo nel tema della discussione, riguardo ai lotti esitati di grande rarità ricordo lo scudo d'oro Sede Vacante 1555 ex Christie's 2011.

I 2 altri esemplari che conosco esitatI in asta sono stati entrambi ritirati.....


Inviato
1 ora fa, DARECTASAPERE dice:

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Rimanendo nel tema della discussione, riguardo ai lotti esitati di grande rarità ricordo lo scudo d'oro Sede Vacante 1555 ex Christie's 2011.

I 2 altri esemplari che conosco esitatI in asta sono stati entrambi ritirati.....

 

Ouch 😣😁


Inviato
Il 12/01/2025 alle 16:58, ZuoloNomisma dice:

Ciao a tutti, 

la recente consultazione di numerosi listini d'asta di grandi collezioni di monete papali del passato, mi ha fatto venire l'idea di proporre questa discussione. In un mercato, quello attuale, dominato dalle altissime conservazioni, che fanno risultato a discapito della rarità, proprio su questo parametro invece volevo incentrare la nostra chiacchierata. La rarità è senza dubbio da sempre uno dei criteri fondamentali per l'inquadramento di una moneta, e per molti è elemento che viene ricercato e che determina la scelta di un pezzo piuttosto che di un altro. Inoltre costituisce caratteristica di esclusività: sapere che una certa moneta è stata coniata o è disponibile solo in una manciata di esemplari, fa sognare i collezionisti e li spinge a contese a suon di rilanci quando quel pezzo appare finalmente sul mercato numismatico! Qui vorrei pertanto presentare quelle monete di rarità assoluta, quelle apparse una volta e poi mai più viste, quelle "chimere" che fanno sognare i collezionisti, quelle insomma che qualora si ripresentassero sul mercato, sarebbero sicuramente al centro dell'attenzione e dei desideri degli appassionati.

Diamo pertanto nuovo risalto ed importanza alla rarità, con un tuffo nel passato (più o meno remoto) che magari ci faccia rivalutare questa caratteristica delle nostre amate monete papali! 

Come sempre, comincio io. E parto da una rarità assoluta: asta Santamaria, 1934, "Collezione già appartenente ad una illustre casata romana: monete e medaglie papali". Il pezzo, addirittura presente in due esemplari, non ha certo bisogno di presentazione, ma vi allego quella della casa d'asta, che da bene l'idea di essere di fronte ad una vera e propria rarità. Queste monete, dopo quest'asta, non mi risultano mai più apparse sul mercato e chissà se mai le rivedremo!

Michele 

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Faccio i complimenti a tutti per queste belle monete, ma sono troppe le rarità massime pontificie, e per ogni papa se ne può trovare qualcuna. Da qui la considerazione formulata che in ogni asta ne girano.

Talora sono piccoli nominali che, pur coniati in gran numero, pressoché tutti sono stati rifusi. Il bel baiocco presentato da @numa numa ne è un esempio. Altre monete (molte quadruple, per nominare una tipologia) sono rare ab initio.

La discussione potrebbe perciò perdersi in rivoli innumerevoli. Varrebbe forse la pena di limitarla a quegli esemplari, estremamente rari, entrati nelle nostre collezioni.

Un commento infine al concetto di conservazione, riferito ai 2 scudi di Pio VII in asta Santamaria. Entrambi sono definiti FDC, ma uno è anche riportato come Splendido, l’altro come Bellissimo (la stima per entrambi era Lit. 15.000!). E non credo si tratti di stile letterario. Guardandoli, il secondo esemplare sembrerebbe più consunto (vedi capelli): ma la foto credo sia del calco in gesso e non della moneta, con tutte le considerazioni che ne derivano.
Dunque c’è FDC e FDC, anche se la presente discussione vorrebbe prescindere dal grading. 

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Inviato

Io posseggo 1 Grosso Clemente XII anno X, non é raro come le monete presentate fino ad ora, ma é un bel RRR

 

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