Vai al contenuto

Risposte migliori

Inviato

Buonasera, volevo una conferma che il denaro in foto, dato che non riesco ad identificarlo,

sia un denaro di Bertrando di S. Genesio con S. Ermacora barbuto. Peso un grammo, diametro 17 mm.

Grazie a tutti.

IMG_20250102_110531.jpg

IMG_20250102_110514.jpg


Inviato
4 ore fa, VALTERI dice:

Così, nel vecchio ( 1992 ) manuale di Biaggi .

Che possa esser utile per "cercare" una moneta medievale italiana posso capirlo, non ci si può affidare però per fare una corretta classificazione.

 


Inviato
4 ore fa, VALTERI dice:

 

1122001.jpg

Al D/ la leggenda inizia con un punto nel tipo principale, poi vi è una variante più rara in cui il punto è assente; la crocetta si trova all'inizio del denaro col santo imberbe.

La leggenda è   .BER TRAN D'.PA ThA  (le lettere AN sono in nesso).

Al R/ la leggenda è  S.hEMA CORAS

Ci possono essere piccoli punti all'inizio e alla fine della leggenda al R/.

  • Mi piace 1

Inviato
2 ore fa, Oppiano dice:

Si, ma nella prima, la 178, c'è un errore ... Nella descrizione si dice che la leggenda del D/ inizia con una croce, mentre è la variante senza punto (e certamente senza croce) a inizio leggenda.

La 179 è la tipologia con punto a inizio leggenda.


Inviato

@Arka 

9 minuti fa, chievolan dice:

Si, ma nella prima, la 178, c'è un errore ... Nella descrizione si dice che la leggenda del D/ inizia con una croce, mentre è la variante senza punto (e certamente senza croce) a inizio leggenda.

La 179 è la tipologia con punto a inizio leggenda.

 

@Arka


Inviato

Da notare che nel n.178 vi sono punti a inizio e fine della leggenda del R/, mentre nel n. 179 non vi sono questi punti.


Inviato (modificato)

Domani controllo. La croce potrebbe essere un errore del copia-incolla dalla moneta precedente e avrebbe dovuto essere tolta.

Grazie.

Arka

# slow numismatics

Modificato da Arka

Inviato

La moneta 178 è bella, e mostra perfettamente  la S di S(anctus) , che solitamente risulta mal coniata nella maggior parte degli esemplari, e si può notare quella linea retta tra le estremità di detta S. Potrebbe essere il segno che indica l'abbreviazione, ma io credo si tratti invece di una semplice, bellissima grazia.

5 minuti fa, Arka dice:

Domani controllo. La croce potrebbe essere un errore del copia-incolla dalla moneta precedente e avrebbe dovuto essere tolta.

Grazie.

Arka

# slow numismatics

 

Sicuramente.


Inviato

Confermo che (croce) doveva essere tolto dal n. 178 e purtroppo è sfuggito ai controlli.

La S del rovescio è proprio barrata. Quindi andava segnalato. La segnalazione usata in questi casi è l'apostrofo.

Arka

# slow numismatics


Inviato
14 minuti fa, Arka dice:

Confermo che (croce) doveva essere tolto dal n. 178 e purtroppo è sfuggito ai controlli.

Un semplice refuso. In quella compilazione hai fatto un bel lavoro.

Qualche errore l'ho individuato, ma non molti.

21 minuti fa, Arka dice:

La S del rovescio è proprio barrata. Quindi andava segnalato. La segnalazione usata in questi casi è l'apostrofo.

Se è un segno usato per indicare l'abbreviazione, come quello presente sulla D di BERTR(AN)D.

Ma io qui credo che si tratti di una grazia ornamentale.


Inviato

Si, è questa.

Grazia o segno di abbreviazione.

In alcune monete non vi è, come in questo caso, una lunga linea obliqua, ma un solo "apostrofo".

Così anche nella D, dove sicuramente il segno indica il troncamento della parola, questo può essere trasversale a tutta la lettera oppure un semplice apostrofo parziamente all'interno o del tutto esterno alla D.

Sulla D il segno di troncamento c'è sempre. Sulla S può mancare.


Inviato

image.jpeg
 

Il 6 giugno 1350 veniva ucciso, presso San Giorgio della Richinvelda, il patriarca Bertrando, uno dei più conosciuti, e amati, tra coloro che ressero le sorti del Patriarcato di Aquileia, che fu chiamato a guidare nel 1334 dopo aver ricoperto vari incarichi presso la Curia avignonese (era originario di Saint Geniès nel Quercy, in Francia). 
Arrivò in Friuli in età già avanzata ma con un preciso piano di riforme istituzionali ed ecclesiastiche da compiere. Dimostrò grandi abilità amministrative, diplomatiche e militari, ma fu anche fautore delle arti e della cultura e si distinse per la carità verso i poveri. Rivendicò i diritti della Chiesa aquileiese, attirandosi l'ostilità di nobili locali, che congiurarono contro di lui fino a tendergli l'agguato mortale. Fu beatificato nel 1760 da papa Clemente XIII.

Fu fin da subito oggetto di grande devozione popolare; gli udinesi ne accolsero con grandi onori le spoglie, che furono collocate in duomo dove si trovano ancora oggi, traslate in una delle cappelle laterali.
 

https://www.filologicafriulana.it/eventi-e-attivita/il-beato-bertrando/


Inviato (modificato)

https://www.santiebeati.it/dettaglio/90962

Nato verso il 1260 a Saint Geniès nel Quercy, regione della Francia nel bacino d’Aquitania, Bertrando studiò diritto civile e canonico all’Università di Tolosa, divenendo nel 1316 ‘utriusque iuris professor’. 
Fu benvoluto da papa Giovanni XXII anch’egli del Quercy, che lo nominò nel 1316 canonico d’Angoulême e nel 1318 canonico cantore di s. Felice a Tolosa; poi ebbe la rendita come arcidiacono di Noyon e quella di cappellano papale. 
Insegnante di Diritto canonico all’Università di Tolosa, partecipò al processo per la canonizzazione di s. Tommaso d’Aquino. Da Avignone dove risiedeva la corte pontificia, fu mandato per tre volte in Italia per missioni, l’ultima fu a Roma più lunga e complessa, per dirimere i contrasti fra i Colonna e gli Orsini, famiglie romane nobili e predominanti, decidendo di affidare il governo della città a due senatori uno per famiglia; nel contempo trattò degli affari anche con Roberto d’Angiò, re di Napoli. 
Bertrando rientrò ad Avignone l’11 giugno 1334 e dopo pochi giorni, il 4 luglio, fu nominato da papa Giovanni XXII patriarca di Aquileia, la cui sede era vacante da quasi due anni, aveva circa 74 anni. Il 28 settembre 1334 prese possesso della sede patriarcale e nonostante l’età avanzata, dimostrò subito di voler governare energicamente. 
Il territorio su cui aveva competenza era molto vasto, il patriarca di Aquileia era metropolita di una zona che comprendeva tutto il Veneto con Mantova e parte dell’Istria, inoltre era signore temporale della regione che si estendeva dal Livenza fino alla Carniola, alla Carinzia e alla Stiria e infine marchese d’Istria. 
Questa doppia qualifica di responsabile spirituale e temporale comportava l’esercizio di una autorità, spesso in contrasto con i due principii. Si trovò nella necessità come principe di difendere anche con le armi il paese su cui i vicini avevano mire ambiziose e prepotenti vassalli avevano usurpato territori e diritti. 
Perciò lo vediamo come protagonista nella lotta contro Rizzardo V da Camino signore di Ceneda, sconfitto nel 1335 e poi contro il duca d’Austria signore di Venzone, che impediva il libero transito per il commercio transalpino, dopo averlo sconfitto in guerra, Venzone ritornò al patriarcato e così Bertrando poté istruire i processi contro quanti con la loro prepotenza, depredavano i mercanti che trasportavano dal mare le mercanzie attraversando il Friuli verso Oltralpe e viceversa. 
Purtroppo a quell’epoca imperava una continua guerriglia da parte di questi irrequieti castellani, sempre in lotta fra loro, infestando le strade e rendendo insicuri i commerci. Pertanto Bertrando, pur essendo per niente incline alle imprese guerresche, fu costretto suo malgrado per far rispettare la legge e spezzare violenze ed arbitrio, ad assoldare milizie mercenarie per domare i ribelli e punire chi si era macchiato di gravi delitti. 
Egli in questa opera di governo temporale fu affiancato dal Parlamento friulano, composto dai tre ceti: nobiltà, clero e comunità; fu in contrasto con i conti di Gorizia a cui si affiancò la libera Comunità di Cividale, i quali forti dell’appoggio dei grandi signori d’Oltralpe espandevano la loro influenza sui liberi signori della regione e in parte sulle libere Comunità come Udine; in quel tempo l’intera regione sembrava divisa in due: Gorizia e Cividale da un lato e il patriarcato e Udine dall’altro; comunque Bertrando ebbe il pregio di non favorire la sua famiglia e i francesi del suo seguito erano in numero limitato. 
In campo economico diede incremento all’olivicoltura e fece sorgere un lanificio ad Udine, il 23 aprile 1342 il Parlamento votò delle leggi contro il lusso dietro sua indicazione; favorì l’apertura di scuole superiori a Cividale seguendo le orme del suo predecessore Ottobono. 
In campo spirituale egli sentì sempre alto il valore del suo episcopato, convocò un primo Concilio di vescovi della sua provincia ecclesiastica contro l’usura, il 29 maggio 1335 nel castello di Udine; un secondo Concilio ad Aquileia nel 1339 e due sinodi diocesani a Cividale ed Aquileia. 
Favorì l’espandersi dei francescani e domenicani nei luoghi più importanti, diede una residenza ai Celestini, si fece aiutare nell’apostolato della vastissima regione dalle tante abbazie benedettine presenti. Favorì ancora con fondazioni i vari monasteri femminili delle francescane, domenicane e benedettine; a S. Nicolò di Udine eresse un monastero per le penitenti. 
Organizzò il clero dividendolo in pievi, arcidiaconati, prepositure, capitoli presso le principali città. Nel 1346 a 86 anni dovette assumersi il disagio di un viaggio in Ungheria con il compito di pacificare Luigi il Grande re d’Ungheria e la corte angioina di Napoli. 
Intanto nel 1345 si verificarono numerosi scontri in Friuli contro i conti di Gorizia che esasperavano gli animi con il loro arrogante comportamento. Nel 1347 Bertrando riconquistò il Cadore che era caduto nelle mani di Lodovico di Brandeburgo, figlio di Lodovico il Bavaro, mettendo al governo un suo fiduciario, mentre l’imperatore Carlo IV confermò alla Chiesa di Aquileia il possesso di quella regione. 
Continuarono i feudatari a tramare contro il patriarcato e nel 1348 organizzarono una rivolta e nonostante i tentativi di pacificazione del cardinale legato pontificio Guido di Monfort, le ostilità proseguirono con alti e bassi fino al 1350, quando il 6 giugno, Bertrando accompagnato da alcuni più fedeli vassalli si recava da Sacile ad Udine, sulla piana della Richiunvelda fu sorpreso e attaccato dagli uomini di Enrico di Spilimbergo che dispersero o catturarono le guardie della scorta, uccidendo il quasi novantenne patriarca. 
Il suo cadavere fu trasportato ad Udine e lì sepolto, tuttora si trova in un sarcofago nel coro della cattedrale. Il suo cappellano Giovanni di lui disse: ”Come un secondo Maccabeo difese il campo della Chiesa, non solo con la spada materiale, ma anche con quella spirituale…. Mentre i suoi combattevano egli pregava e vinceva, mostrandosi un secondo Mosè”. 
Papa Clemente XIII nel 1760, confermò il suo culto che i cittadini udinesi da subito gli tributarono, con la festività al 6 giugno giorno della sua morte.

################################################

image.jpeg
 

Bertrando di Saint-Geniès, nasce verso il 1260 a Saint Geniès nella diocesi di Cahors nel Quercy. 

Studia diritto canonico e civile all’Università di Tolosa, nei cui registri è ricordato come professore di queste discipline nel 1315.

Il suo patrono è Jacques Duèse, cardinale vescovo di Porto, nativo di Cahors, poi divenuto Papa Giovanni XXII (1316-1334). 

Nell’ottobre del 1316 Bertrando riceve la nomina di canonico di Angouleme, nel 1318quella di canonico cantore di San Felice di Caraman- Tolosa. 

Partecipa al processo di canonizzazione di S. Tommaso d’Aquino in quanto uditore alle cause del sacro palazzo, nel 1321 diviene decano di Angouleme, nel 1328 è arcidiacono di Noyon e “capellano papale”.

Con il suo soggiorno a Avignone acquisisce dei benefici sia in Francia che in Italia dove si reca spesso (Roma, Napoli, Firenze, Pistoia) con impegni di nunziatura. 

La sua carriera curiale sotto Giovanni XXII segue un crescente progresso, fino al 4 luglio del 1334 quando viene nominato Patriarca d’Aquileia. Muore il 6 giugno 1350 ucciso da nobili friulani nelle campagne di San Giorgio della Richinvelda.
 

https://www.cattedraleudine.it/museo/il-beato-bertrando/

Modificato da Oppiano

Inviato
10 ore fa, chievolan dice:

Ma io qui credo che si tratti di una grazia ornamentale

Io invece credo che sia proprio un segno di abbreviazione. E' presente nella maggior parte degli esemplari. Qui sotto altri due:

PLS 126 D.jpg     PLS 126 R.jpg    

AKN 58 FT D.jpg     AKN 58 FT R.jpg

Arka

# slow numismatics


Inviato
2 ore fa, Arka dice:

Io invece credo che sia proprio un segno di abbreviazione. E' presente nella maggior parte degli esemplari. Qui sotto altri due:

PLS 126 D.jpg     PLS 126 R.jpg    

AKN 58 FT D.jpg     AKN 58 FT R.jpg

Arka

# slow numismatics

 

Effettivamente se fosse solo una grazia dovrebbe esserci anche sulla seconda S.

16 ore fa, Oppiano dice:

 


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.