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Follis epigrafico di Teofilo.


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Inviato

Durante il governo di Teofilo (829-842) per la prima volta si abbandona l'indicazione del valore del follis (= 40 nummi) sino ad allora indicato con la lettera M sul rovescio della moneta. L'indicazione del valore è sostituito dal nome del sovrano apposto su quattro righe: / +ΘЄO  FILЄAUG  OVSTЄSV  hICAS.

Grierson, Morrisson e il DOC concordano nel ritenere che siano stati coniati due numerali: il follis e il mezzo follis. Il primo con un peso da 4 a 10 g, il secondo da 1,5 a 5 g. 

L'analisi dei pesi, più ancora di quello dei diametri, mostra l'evidenza di una distribuzione bimodale, dando ragione ai citati autori.

diametro e peso.jpg

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Inviato (modificato)

Certamente, nei casi estremi, diametro elevato o ridotto, la differenza dimensionale si dà anche nel conio e quindi la differenza è evidente.

Fin qui tutto bene... ma solo fino a un certo punto! Infatti, come si osserva benissimo nei grafici, vi è una zona dove peso e diametro del follis e del mezzo follis si sovrappongono, e così avviene anche nel diametro del conio,  rendendo arduo distinguere l'uno dall'altro. 

Sulla discriminante iconografica tra le due monete, le fonti citate riportano elementi vaghi, come il disegno nella tufa (copricapo) che può essere una croce nel follis o quattro globetti nel mezzo follis: ma analizzando le immagini del mio data-base di questa moneta (una settantina), osserva che queste differenze iconografiche non sono per niente discriminanti.

Mi rivolgo a chi conosce meglio questa monetazione: qual è l'elemento iconografico davvero discriminante che permetta di distinguere tra follis e mezzo follis in quell'ampia fascia di monete dal peso compreso tra 4 e 5 g?

 

cfr follis vs mezzo follis.jpg

Modificato da antvwaIa
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Inviato

Inoltre mi domando se nell'uso comune quotidiano, la massaia sul mercato fosse davvero in grado di distinguere tra follis e mezzo follis, quando la moneta aveva una dimensione intermedia, ciò che occorre nel 20% dei casi! Quindi mi viene il dubbio se davvero esistano due nominali, o vi sia solo il follis che subì una svalutazione e quindi una riduzione di peso.

Infine, per il follis le fonti distinguono tra le emissioni di Costantinopoli e quelle di una zecca provinciale indeterminata. Nelle dimensioni non vi sono differenze e le citate fonti distinguono le une dalle altre sulla base di alcuni dettagli, come il numero di globetti nella tufa. Anche in questo caso, analizzando le immagini del mio data-base di questa moneta noto che questo dettaglio non è per niente discriminante. Le fonti, poi, attribuiscono all'emissione provinciale un disegno e soprattutto una legenda più grossolana: un aspetto abbastanza soggettivo e con non permette una reale differenziazione tra le due emissioni.

Osservando le immagini del DOC, nei cinque esempi di emissione provinciale la pettinatura di Teofilo presenta un grande ciuffo alla base, mentre in quelle capitaline i capelli scendono dritti e solo al fondo formano un piccolo ciuffo. Mi domando se non possa essere questa la migliore discriminante tra emissioni di Costantinopoli e della zecca provinciale indeterminata....

Tofilo zecca Cp vs Prov_bis.jpg

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Interessante discussione @antvwaIa. Purtroppo non conosco questa monetazione per cui non ho spunti da offrire. 

L'ipotizzata svalutazione può essere osservata anche in altri nominali?

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Inviato

No, e in effetti all'ipotesi della svalutazione ci credo poco anch'io: l'ho avanzata perché non so che pensare. Da notare che non si tratta tanto dei diametri delle due tipologie che si sovrappongono nelle rispettive code, ma del fatto che i coni stessi hanno almeno tre dimensioni e non due... e questo è l'aspetto più rilevante!

L'emissione successiva di follis epigrafici è quella di Basilio I: diametro medio 27,1 mm, peso medio 7,89 g, quindi relativamente in linea con le dimensioni del follis di Teofilo. Poi l'eliminazione dell'indicazione del valore, la M che corrisponde a 40 nummi, implica che il valore del follis fosse ormai talmente scontato da non esserci bisogno di riportarlo: ma se è così, ha senso coniare follis e mezzo follis con un disegno identico?

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Inviato

D'Andrea et alii ipotizzano che in entrambi i casi si tratti di una moneta dal valore corrispondente al follis, coniata tanto con un "tondello regolare" quanto con un "tondello ridotto", ma riportano che per il DOC si tratta invece di due diversi nominali: follis e mezzo follis. Resta un aspetto sostanziale che contraddice entrambe le tesi: vi sono almeno tre diverse dimensioni di conio, e quindi non si tratta solamente del tondello utilizzato.

Rif. D'Andrea-Gennari-Moretti-Ginnasi, Byzantine Coinage of Costantinople, vol. III, 2024, pagg. 223-224 (selezione di paragrafi uniti in una sola immagine).

D'Andrea_223-224.jpg

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Inviato
Il 03/01/2025 alle 17:12, antvwaIa dice:

Inoltre mi domando se nell'uso comune quotidiano, la massaia sul mercato fosse davvero in grado di distinguere tra follis e mezzo follis, quando la moneta aveva una dimensione intermedia, ciò che occorre nel 20% dei casi! Quindi mi viene il dubbio se davvero esistano due nominali, o vi sia solo il follis che subì una svalutazione e quindi una riduzione di peso.

Penso che quest'ultima ipotesi da te prospettata sia la più probabile.


Inviato (modificato)

Sfogliando aste su aste, sono riuscito ad ampliare la base dati su questo follis, che non è comune.

diametro e peso.jpg

Modificato da antvwaIa
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Come precedentemente riportato, secondo D'Andrea et alii si tratta in tutti i casi di una moneta dal valore corrispondente sempre al follis, ma coniata tanto con un "tondello regolare" quanto con un "tondello ridotto". Che il valore sia fiduciario e indipendentemente dal peso, è l'ipotesi che mi convince di più e che non si tratti di un follis e di un mezzo follis, ma sempre di un follis. Tuttavia, perché una variazione così grande nella dimensione del conio? Passi che il tondello sia molto variabile, ma il conio non dovrebbe esserlo.... e invece lo è!

Inoltre, se il valore è sempre lo stesso, dovremmo osservare che gli esemplari di maggiore peso siano di migliore conservazione, in quando tendenzialmente tesaurizzati (legge di Gresham), ma non è quello che osservo nella novantina di esemplari dei quali ho una buona immagine, oltre a i dati ponderali...

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Inviato
2 ore fa, antvwaIa dice:

Inoltre, se il valore è sempre lo stesso, dovremmo osservare che gli esemplari di maggiore peso siano di migliore conservazione, in quando tendenzialmente tesaurizzati (legge di Gresham), ma non è quello che osservo nella novantina di esemplari dei quali ho una buona immagine, oltre a i dati ponderali...

È possibile che le monete di minor peso siano state emesse negli ultimi anni di regno e quindi abbiano circolato meno?

Quale dovrebbe essere il peso teorico del follis in quest'epoca? Nel regno precedente e in quello successivo a Teofilo vi era coincidenza tra peso del follis e quello teorico? 

Se mi é concesso speculare, una crisi inflazionistica potrebbe essere compatibile con una repentina svalutazione del follis.

Ora mi taccio, non potendo contribuire, ma spero in qualche sviluppo anche da parte di appassionati del periodo.

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Inviato

Il peso del follis fu sempre piuttosto variabile. Quello del successore di Teofilo, Basilio I, e quello di Leone IV, che viene subito dopo si collocano intorno ai 7 g (oscillano da 4 a 10); quello di Costantino IV e di Romano I è un po' più leggero, sui 6 g (da 3 a 11); infine, quello di Niceforo II è nuovamente intorno ai 7 g (da 4 a 11). 

Tranne che per Teofilo, i follis degli altri imperatori sono in gran parte ribattuti su follis precedenti: per Costantino e Romano circa 1/3 di tutti i follis sono ribattuti su follis precedenti. 

Non ci sono elementi per ipotizzare processi inflattivi repentini e transitori.

L'idea che mi convince di più è che il follis valesse sempre 40 nummi, a prescindere dal suo peso, ma anche questa ipotesi non manca di perplessità.


 

  • Grazie 1

Inviato

Tra una moneta di 8-10 grammi ed una di 2-3 c'è una notevole differenza, e nonostante la medesima figura e leggenda si sarebbero ben potute distinguere come monete di diverso valore. 

Monete uguali nell'aspetto, ma di peso e diametro intermedi avrebbero però reso impossibile una precisa differenziazione.

Forse si è partiti con la coniazione di un follis di peso e diametro ridotto per poi portarlo ad un peso maggiore (che sarà quello dei successivi imperatori) perchè non gradito.

Oppure, viceversa, c'è stato il tentativo di ridurre gradualmente diametro e peso, pur mantenendo il valore del follis; progetto poi abbandonato dal successore di Teofilo.


Inviato
5 ore fa, chievolan dice:

Tra una moneta di 8-10 grammi ed una di 2-3 c'è una notevole differenza, e nonostante la medesima figura e leggenda si sarebbero ben potute distinguere come monete di diverso valore. 

Monete uguali nell'aspetto, ma di peso e diametro intermedi avrebbero però reso impossibile una precisa differenziazione.

Forse si è partiti con la coniazione di un follis di peso e diametro ridotto per poi portarlo ad un peso maggiore (che sarà quello dei successivi imperatori) perchè non gradito.

Oppure, viceversa, c'è stato il tentativo di ridurre gradualmente diametro e peso, pur mantenendo il valore del follis; progetto poi abbandonato dal successore di Teofilo.

 

Infatti ciò che rende il tutto incomprensibile è la presenza di tondelli e soprattutto di coni intermedi. Da notare, che prima dell'introduzione del follis epigrafico, era stato coniato il follis in nome di Michele e Teofilo e poi di Michele solo (nelle figure allegate) con l'indicazione del valore M e in quel caso il peso si aggira intorno ai 7,25 g con un range che va da 6,7 a 9,1 g.

E' ragionevole, come scrivi tu, che Teofilo abbia provato a ridurre il peso confidando che il follis fosse accettato anche se più leggero, ma che questo peso leggero fosse stato rifiutato dal mercato...

28,8mm 7,52g Papillon.jpg

29mm, 7.68 g Nomos.jpg


Inviato

Basilio, successore di Teofilo, conia anche il mezzo follis, ma con un disegno totalmente diverso.

Nella figura, il mezzo follis di Basilio, dal DOC

DOC_0016.jpg


Inviato

Aggiungo per confronto il diametro e il peso dei follis di Basilio I. La dispersione è elevata, il peso è molto irregolare ma non porta a due mediane e il diametro, dal canto suo, è abbastanza gaussiano, sebbene con un range elevato. Comunque niente di simile a quanto si osserva per Teofilo....

pesi basilio.jpg


Inviato

Buona sera e grazie per l'interessante discussione. 

A mio avviso, contraddicendo un pò il DOC, il presunto mezzo follis di Basilio altro non è che un Follis coniato in una zecca meridionale, dopo la caduta di Siracusa. Difatti il peso riprende quello delle ultime coniazioni della zecca di Siracusa. 

La differenza di stile tra queste monete e i folles di Costantinopoli è evidente. Vi sono vari articoli di Daniele Castrizio a riguardo. 


Inviato
3 minuti fa, azaad dice:

Buona sera e grazie per l'interessante discussione. 

A mio avviso, contraddicendo un pò il DOC, il presunto mezzo follis di Basilio altro non è che un Follis coniato in una zecca meridionale, dopo la caduta di Siracusa. Difatti il peso riprende quello delle ultime coniazioni della zecca di Siracusa. 

La differenza di stile tra queste monete e i folles di Costantinopoli è evidente. Vi sono vari articoli di Daniele Castrizio a riguardo. 

 

Anch'io ho il dubbio che quel follis sia stato coniato da più zecche, soprattutto perché il fatto che vi siano almeno tre diametri diversi di conio dimostra l'intenzionalità di produrre tre diversi diametri. Tuttavia lo stile mi sembra il medesimo per tutti, a prescindere dal diametro.

Nel caso dei follis di Michele e Teofilo e di Michele solo col il valore M sul rovescio, il DOC indica la presenza di un mezzo folli, ma in realtà si tratta di un'emissione probabilmente siciliana.

 


Inviato
1 minuto fa, antvwaIa dice:

Anch'io ho il dubbio che quel follis sia stato coniato da più zecche, soprattutto perché il fatto che vi siano almeno tre diametri diversi di conio dimostra l'intenzionalità di produrre tre diversi diametri. Tuttavia lo stile mi sembra il medesimo per tutti, a prescindere dal diametro.

Nel caso dei follis di Michele e Teofilo e di Michele solo col il valore M sul rovescio, il DOC indica la presenza di un mezzo folli, ma in realtà si tratta di un'emissione probabilmente siciliana.

 

 

Io parlavo dei presunti mezzi folles di Basilio I e figli dove le differenze stilistiche sono evidenti. Per quelli di Teofilo, oggetto di questa discussione, sono piuttosto perplesso.

Ti faccio due domande. 

1) Il follis ha circolazione pienamente fiduciaria nel periodo in oggetto? 

2) quando è stato coniato l'ultimo mezzo follis univocamente riconoscibile per tale? 

 


Inviato (modificato)

Nel quadro dei pesi non ho messo il "mezzo follis" di Basilio che chiaramente non è di Costantinopoli. Che sia davvero un "mezzo follis" ho i miei dubbi: secondo me è un follis provinciale.

Sulle due domande che poni, molto importanti, non so darti una risposta.

Questo è il mezzo follis di Basilio con Costantino, di zecca provinciale non identificata

6,69g 28mm Lanz.jpg

Modificato da antvwaIa

Inviato (modificato)

Propongo una conclusione.

Nel DOC si distingue tra un follis (DOC 15) e un mezzo follis (DOC 16), differenza non fatta dalla Morrisson, né da Berk, Grierson o Tolstoj. L'analisi delle monete che ho nel data-base, mostra chiaramente l'esistenza di almeno tre coni con diverso diametro, e quindi la volontà di coniare con altrettante dimensioni, indipendentemente dal tondello impiegato. L'eliminazione dell'indicazione del valore (M o XXXX) sostituito dalla legenda nominale implica che si considerasse scontata l'attribuzione ad un bronzo il valore di follis, indipendentemente da quanto rappresentato al rovescio: la presenza di almeno tre dimensioni, contraddice l'esistenza di frazioni di follis e quindi, come fatto da D'Andrea et alii (2024) pare più prudente l'indicazione di "follis regolare" e "follis ridotto".

Nonostante fosse il più filo-islamico fra tutti gli imperatori bizantini, durante il suo regno Teofilo dovette combattere quasi ininterrottamente gli arabi, con risultati alterni. Questo mi fa pensare che, dando forse troppa fiducia all'idea di "valore fiduciario del follis", tentò a più riprese di ridurre la dimensione del follis; tuttavia il mercato non era ancora pronto ad accettare una moneta di peso dimezzato dandole il valore intero, per cui se non lui stesso, il suo successore, Basilio I, tornò a coniare il follis nella dimensione originale. Dunque faccio mie le denominazioni di D'Andrea et alii di "follis regolare" e "follis ridotto".

Per quanto riguarda il follis coniato da una "zecca indeterminata", questa emissione è sostenuta dal DOC (DOC 17) e dalla Morrisson (32/X/Ae/02), ma non dagli altri cataloghi; tuttavia, il DOC e la Morrisson non coincidono sui criteri che differenziano le emissioni capitoline da quelle di questa supposta zecca indeterminata, e le differenze proposte nel disegno mi paiono ben poco convincenti, mentre lo stile "più rozzo" della legenda al verso, porta ad una valutazione piuttosto soggettiva. L'elemento di disegno più chiaro per differenziare questa tipologia dalla principale, è la capigliatura, non la legenda. Ciò mi porta a concludere per due tipologie di follis senza escludere, ma neppure sostenere, che la seconda sia di una zecca diversa da Costantinopoli. Dunque, un follis di 1° tipo, uno di 2° tipo e un terzo follis ridotto (indicativamente con un peso inferiore a 5 g).Sin título-1.jpg

Modificato da antvwaIa

Inviato

Per quanto riguarda le dimensioni, nei 19 cataloghi d'asta pubblicati dalla Olympus Numismatik vi sono numerosi follis di Teofilo, ciò che mi ha permesso ampliare notevolmente il quadro delle dimensioni. Il diametro appare molto disperso, senza mode significative. Invece, per quanto si riferisce al peso, in linea di principio si possono distinguere tre range: da 1,5 a 3,5 g senza una sua moda, da 3,5 a 6,5 g con una moda a 5,25 g, e da 6,5 a 10 g con una moda a 7,25 g. Statisticamente, le curve sono "brutte" e man mano che aumenteranno i dati disponibili sarà possibile proporre un quadro più attendibile.

 

diametro e peso.jpg


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