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Inviato

Buon pomeriggio a tutti , chiedo gentilmente una mano per capire se la moneta che posto è realmente coniata in Sardegna. Crawford la inserisce fra le zecche incerte con il numero di catalogo 172/1 ma leggendo qua e la' ho come l'impressione che la moneta faccia parte della serie ma 64/1-6 , potete aiutarmi a capire?

Vi ringrazio in anticipo.

6450829_1731942577.l.jpg

Premetto che la moneta pubblicata è stata da me acquista da un asta aphrodite poco meno di un mese fa


Inviato

Adorni modo è leggibilissima e non vedo alcun segno che faccia pensare che ci sia scritto mat


  • 2 settimane dopo...
Inviato (modificato)

Facciamo chiarezza ...

C'è un monogramma al retro e si legge "MA"

Se il monogramma effettivamente fosse solo "MA", ciò implicherebbe che si trattasse di un denario RRC 172/1 ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-A1/60 ). Lo stile tuttavia mi sembra abbastanza differente, come puoi verificare anche tu confrontando con la scheda del nostro catalogo.

Anche la serie RRC 64, da te proposta, porta effettivamente "MA" ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-A2/6 ), ma non mi risulta che sia noto il denario. Il tuo sarebbe un unicum: non ci sperare 😉

Se invece il monogramma fosse MAT, con la stanghetta superiore della "T" poco leggibile a causa dell'usura, sarebbe un denario RRC 162/2 ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G85/2 ). Lo stile mi sembra molto più coerente; probabilmente per questo RWS2012, che - a differenza mia - è un vero esperto, propone questa classificazione.  

 

Delle tre serie citate, sono di probabile origine sarda la 64 e la 172; quindi, se il tuo denario è della serie 162, esso probabilmente non è sardo.

La serie 64 per Crawford è attribuibile a P. Manlius Vulso, pretore in Sardegna nel 210; per Sollai invece ("Le monete della Sardegna romana") ad Aulo Cornelio Mammula, propretore in Sardegna nel 216.

La serie 172 è attribuita da Crawford e S. a P. Manlius Vulso, già propretore in Sardegna nel 210; egli la data al 199-170. Una serie di circostanze tuttavia (il denario si inquadra in una serie che comprende nominali in bronzo, spesso sono stati ribattuti su monete sardo-puniche del tipo Tanit/toro; l'area di rinvenimento di queste monete, sia argenti sia bronzi, è prevalentemente la Sardegna); ha fatto ritenere a Laura Breglia (vedi RAN 1949-50, edito nel 1950) che la serie sia attribuibile a una zecca itinerante al seguito di Aulo Cornelio Mammula, propretore in Sardegna proprio nel 217-216, nel contesto della cronica scarsità di circolante in Sardegna (riferita dalle fonti), accentuata nel periodo critico seguente alla battaglia di Canne. Crawford è a conoscenza della teoria della Breglia, ma la rigetta senza argomentazioni; è probabile che la rifiuti solo perché incompatibile colla datazione ribassista: infatti un Denario appartenente a una serie onciale (i bronzi della serie 172 fanno riferimento, appunto, allo standard ponderale onciale) non può essere cronologicamente vicino al primo denario anonimo coniato; attribuire questo denario al 217 significa quindi anticipare l'introduzione del denario almeno al 230-250. Sia come sia, l'origine sarda della serie 172 è confermata anche da Grueber.

 

La datazione proposta sul cartellino manoscritto (chiaramente vecchio) mi fa pensare che l'autore concordasse con l'ipotesi della Breglia e classificasse la tua moneta come quella che più tardi Crawford avrebbe chiamato RRC 172/1.

 

Modificato da L. Licinio Lucullo
  • Mi piace 3

Inviato

Quindi se fosse un 172 è comunque sarda o così si suppone , non speravo ovviamente in un unicum 64/1. Controllando i vari ingrandimenti noto che non c'è alcun segno di eventuale t , poi se si sia cancellata solo la stanghetta della t e non il resto, non mi è dato sapere.

Ringrazio entrambi per aver speso tempo per il sottoscritto, lo apprezzo molto.

  • Mi piace 1

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