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IGNORED

Dichiarazione di lecita provenienza


Risposte migliori

ti sarebbe bastato il pagamento paypal o solo uno scontrino,non serve altro per essere in regola, se vuoi altro è solo per avere carta in più,

per essere in regola

BASTA SOLO LO SCONTRINO CHE INDICHI TIPO DI MONETA PREZZO E NUMERO DI REGISTRO DI PS, CHI DICE CHE PER ESSERE IN REGOLA SERVE ALTRO DICHIARA IL FALSO E FA TERRORISMO PSICOLOGICO SUI NEOCOLLEZIONISTI

siete tutti liberi di richiedere ai commercianti,che sono sicuro vi accontenteranno se onesti, tutte le scartoffie che desiderate, ma nello stesso tempo dovete dire come stanno le cose:

BASTA SOLO LO SCONTRINO E LE VOSTRE MONETE SONO DETENUTE IN MANIERA LECITA

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Acquisti esteri via internet? :blink:

Per la serie "facciamoci del male"? :D

L'estero è un terreno minato per materiale "archeologico", dove non c'è la presunzione di legalità che da noi è garantita dalle registrazioni presso le Questure, dove la normale diligenza nello scegliersi un venditore tranquillo e farsi rilasciare uno straccio qualsiasi di ricevuta non basta più. Fuori dalle case importanti poi è altissimamente probabile incappare in refurtiva sottratta ilegalmente a qualche Stato europeo.

La probabilità di incappare in merce di provenienza illegale (o comunque di violare qualche legge di qualche paese) cresce esponenzialmente nelle compravendite internazionali da privato a privato e la scelta di comprare all'estero oggetti simili a quelli abbondantemente presenti sul mercato nazionale pone di per sè un dubbio sulla buona fede dell'acquirente.

E poi come lo introduci in Italia ciò che hai acquistato all'estero?

Lì o sai molto bene quello che stai facendo, sai cosa stai comprando e sai come legalizzarne l'ingresso in Italia, e con passione e testardaggine ti muovi passo per passo, oppure meglio lasciare perdere.

Al limite -ma proprio al limite- fai acquisti da una casa importante straniera, che magari on-line tiene solo il catalogo ma non la transazione, che rilascia una buona documentazione di accompagnamento, descrizione dichiarazione di vendita magari anche la foto, OK; altrimenti lasciamo perdere.

Più semplice andare in un bel negozio nostrano, dove giustamente uno straccio qualsiasi di ricevuta (meglio se con l'affermazione secca secca "si dichiara che il materiale vendito è di legittima provenienza") va benone e può bastare.

Modificato da LUCIO
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Ciao Lucio

il registro di publica sicurezza non è più di competenza delle questure, ma dei comuni , Se acquisti all' estero (San Marino compreso) la fattura deve necessariamente passare alla dogana del paese di vendita e successivamente a quello italiano, poi si manda comunicazione alla Soprindentenza con foto allegate . Poi diventa dura anche per un magistrato dimostrare che tu hai comprato materiale illegalmente.

Sempre premesso che la merce non provenga da furti, ma anche in questo caso a te può essere addebitato l'incauto acquisto ma non la ricettazione .

Cosa ne pensi?

Meja

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Supporter

Incauto acquisto per materiale proveniente da cataloghi distribuiti in 5-10000 copie e presenti su internet mi sembra difficile da provarsi, anche perchè spesso non vi è materiale fotografico da parte di chi denuncia.

Il materiale di regola come accaduto in diverse aste inglesi, svizzere e tedesche viene bloccato in pre-vendita, vedi ad esempio quella casa d'aste tedesche che vendeva reperti turchi, catalogati in precedenza e spariti poi.

Che dite la finite con la storia della dichiarazione alle autorità competenti del lmateriale archeologico ( monete ceramica etc ) comprato all'estero ?

Così tanto per non far confusione

Dimenticavo, se io compro un qualcosa in un qualsiasi negozio con sede legale, il negoziante è tenuto a garantire dei prodotti che vende, quindi uno scontrino, foglio descrittivo di cosa si compra e siamo ok, la dicitura "di provenienza legittima" mi sembra ai limiti del ridicolo, come se potessero vendere anche cose di provenienza non legittima.

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il registro di publica sicurezza non è più di competenza delle questure, ma dei comuni , . . .

254040[/snapback]

Aaargh! Comunque fa lo stesso: il principio è sempr stato quello della registrazione in un archivio pubblico (non è che la Questura facesse delle indagini per i vari oggetti antichi che venivano venduti e comunque se un qualche organo inquirente avesse motivo per volerlo fare accederebbe ai registri secondo la necessità).

. . . Se acquisti all' estero (San Marino compreso) la fattura deve necessariamente passare alla dogana del paese di vendita e successivamente a quello italiano, poi si manda  comunicazione alla Soprindentenza con foto allegate . . .

254040[/snapback]

Sì, senz'altro. E' proprio così.

Però è un percorso nel quale personalmente mi perdo, particolarmente per gli aspetti doganali, che proprio non conosco e per le normative sui beni culturali dei paesi di origine o di transito, che sfido chiunque a dire di conoscere a menadito.

Personalmente credo che sia facilissimno saltare inconsapevolmente qualche passaggio ed in questo modo ricadere in qualche pasticcio (soprattutto riguardo alla legislazione di Paesi Terzi). Io non me la sento di acquistare da privato a privato all'Estero materiale di rilevanza archeologica: da una casa d'aste conosciuta e seria magari sì, e tuttavia anche in quel caso con qualche piccolissimo dubbio (in fondo gli scenari e i meccanismi di vendita internazionale che stiamo prospettando sono esattissimamente gli stessi che hanno riguardato le grandi opere d'arte sulle quali l'Italia sta in questi mesi reclamando la restituzione e facendo un gran pollaio diplomatico).

Poi diventa dura anche per un magistrato dimostrare che tu hai comprato materiale illegalmente.

Sempre premesso che la merce non provenga da furti, ma anche in questo caso a te può essere addebitato l'incauto acquisto ma non la ricettazione .

254040[/snapback]

Sì, anche questo è vero, ma ti assicuro che la mia preoccupazione non è la Magistratura, che tanto agisce o non agisce secondo il proprio giudizio (o il caso).

Per evitare i fastidi del coinvolgimento in indagini (che magari veramente non ci riguardano per nulla) il modo più sicuro è evitare per questo genere di acquisti le vendite on-line vere e proprie (con account, rilanci etc. etc.), per il resto il mio desiderio non è di schivare gli accertamenti, ma di non averci veramente nulla a che fare con commerci che derivano dal saccheggio del patrimonio pubblico del mio o di altri Paesi.

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Acquisti esteri via internet?  :blink:

Per la serie "facciamoci del male"?  :D

L'estero è un terreno minato per materiale "archeologico", dove non c'è la presunzione di legalità che da noi è garantita dalle registrazioni presso le Questure, dove la normale diligenza nello scegliersi un venditore tranquillo e farsi rilasciare uno straccio qualsiasi di ricevuta non basta più.  Fuori dalle case importanti poi è altissimamente probabile incappare in refurtiva sottratta ilegalmente a qualche Stato europeo.

La probabilità di incappare in merce di provenienza illegale (o comunque di violare qualche legge di qualche paese) cresce esponenzialmente nelle compravendite internazionali da privato a privato e la scelta di comprare all'estero oggetti simili a quelli abbondantemente presenti sul mercato nazionale pone di per sè un dubbio sulla buona fede dell'acquirente.

E poi come lo introduci in Italia ciò che hai acquistato all'estero?

Lì o sai molto bene quello che stai facendo, sai cosa stai comprando e sai come legalizzarne l'ingresso in Italia, e con passione e testardaggine ti muovi passo per passo, oppure meglio lasciare perdere.

Al limite -ma proprio al limite- fai acquisti da una casa importante straniera, che magari on-line tiene solo il catalogo ma non la transazione, che rilascia una buona documentazione di accompagnamento, descrizione dichiarazione di vendita magari anche la foto, OK; altrimenti lasciamo perdere.

Più semplice andare in un bel negozio nostrano, dove giustamente uno straccio qualsiasi di ricevuta (meglio se con l'affermazione secca secca "si dichiara che il materiale vendito è di legittima provenienza") va benone e può bastare.

254027[/snapback]

ma tu si' pproprio ppazzo... :guitarist:

numa numa

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ma tu si' pproprio ppazzo...

numa numa

Sinceramente non riesco a capire come mai alcuni utenti di questo forum facciano sempre interventi al limite delle offese personali o come facciano ad essere così sicuri delle verità che hanno in tasca???

Molto probabilmente non hanno mai avuto a che fare con i carabinieri del nucleo o con la Gdf perchè se così fosse accetterebbero di buon grado consigli e pareri altrui.

per Luigi78

quando la GdF ha sequestrato la mia collezione di monete che era completa di fatture di provenienza , ha contestato che non compete a me valutare il grado di rarità delle monete , ma alla Soprintendenza quindi sta a loro in base alla normativa stabilire se la tal moneta è seriale o no , rarissima o no, capisco che sia una cosa assurda e che di sfig...i come me ce nè siano pochi in giro, ma non sottovalutate l'esperienza di chi ha già avuto questo tipo di disavventure e vince la propria riservatezza per dare una mano ad altri collezionisti.

Un Saluto

Meja

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Supporter

Meja mi pare che della sua storia ne parlammo in altra discussione.

Il punto è che se io decido di comprare un qualcosa di archeologico in un negozio italiano o estero nessuna legge in Italia mi obbliga a dichiarare qualcosa.

Se poi deve passare il criterio che è meglio denunciare il non denunciabile così che gli integralisti delle soprintendenze non ci vengono a scocciare ( visto che tutti le collezioni tornano poi ai proprietari ) e che le forze dell'ordine non ci segnalino come pericolosissimi esseri viventi bipedi che aiutano le mafie archeologiche, allora è meglio che finiamo di collezionare e magari finchè sarà possibile ci limitiamo a guardare i cataloghi on-line, ma attenzione, la polizia postale potrebbe facilmente contrallare i nostri contatti con questi terribili trafficanti quindi magari per stare tranquilli e meglio spegnere il computer.

Il problema è che in un paese normale prima di sequestrare una collezione bisognerebbe accertarsi se è possibile sequestrare le monete.

Dimenticavo, in un paese normale , le autorità competenti non ti si chiederebbero di denunciare il non denunciabile

Modificato da luigi78
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Ciao.

"quando la GdF ha sequestrato la mia collezione di monete che era completa di fatture di provenienza , ha contestato che non compete a me valutare il grado di rarità delle monete, ma alla Soprintendenza quindi sta a loro in base alla normativa stabilire se la tal moneta è seriale o no , rarissima o no".

Quindi, alla luce delle "brutte esperienze" vissute da alcuni di noi, la morale da trarsi potrebbe essere la seguente:

1. Se non hai le fatture d'acquisto, le monete sono sequestrabili, ma ti verranno restituite ed andresti esente da responsabilità se la sprintendenza le ritenesse non rare e non di pregio.

2. Se invece hai tutte le fatture d'acquisto di tutte le monete detenute, non eviti comunque il sequestro nè ti sarebbe consentito argomentare che le monete non sono rare e di pregio (nonostante le fatture), perchè questa valutazione spetta unicamente alla soprintendenza.

Scusate, ma non sarà il caso di dedicarsi ad un'altra passione meno pericolosa del collezionare monete antiche, chessò, il bungee jumping ad esempio? B)

Saluti.

Michele

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Non so perchè... (aria da finto tonto) ...ma tutte le discussioni di questa sezione stanno sempre sul filo di degenerare... Vi invito, tanto per cambiare, a moderare i termini, riflettere prima di azionare i polpastrelli e possibilmente ricordare che tutte le opinioni, purchè non offensive, hanno diritto di ospitalità sul forum. Grazie.

P.

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Ringrazio, innanzitutto, Luigi78 per aver esplicitato in termini molto chiari il pensiero di molti collezionisti, compreso il mio, e di aver reiterato (correttamente) per l'ennesima volta che NON occorre dichiarare la propria collezione.

Per Meja, mi spiace sinceramente delle sue disavventure con la GdF che sono sicuro non devono essere state affatto piacevoli e come minimo una colossale perdita di tempo. Tuttavia non puo', una singola esperienza, essere estrapolata a norma comportamentale. Vi sono delle precise regole che non impongono alcuna denuncia [se diversamente fosse, per favore citatemi la norma che mi obbliga a denunciare la mia collezione]. Vi e' invece obbligo, sia ai fini fiscali (troppo spesso dimenticati in queste discussioni) sia ai fini di provare la legittima provenienza, di conservare la ricevuta d'acquisto delle monete acquistate da qualsiasi fonte (ovviamente lecita).

Infine, se sono sbottato in un'espressione napoletana che, credo, ben pochi possano equivocare in qualcosa di offensivo a meno di una irrecuperabile mancanza di ironia (della quale comincio a dubitare che alcuni forumisti siano stati dotati da madre natura... :lol: ) e' perche' leggendo che secondo alcuni addirittura ci si dovrebbe astenere da acquisti all'estero per non incorrere in qualche oscura effrazione, si fa secondo me un insulto all'intelligenza.

Perdonate, ma in un mondo sempre piu' globalizzato (con tutti i problemi che questo comporta) cerchiamo almeno di tenerci qualche vantaggio quale quello della facilita' odierna degli scambi e quindi, oggi, una differenza tra interno/estero la considero quantomeno anacronistica nell'ambito degli scambi commerciali.

Anche se l"italia non e' uno dei Paesi piu' all'avanguardia sotto questo aspetto, credo che a nessuno possa venire in mente di negare la possibilita' di acquistare LEGALMENTE monete da commercianti e case d'aste onesti e conosciuti, importandole LEGALMENTE in Italia. Io stesso ho acquistato decine di volte all'estero, e regolarmente ho pagato diritti doganali e d'importazione ogni volta che era necessario. Nessuno mi hai mai contestato niente perche' se ci si attiene alle regole non credo si abbia nulla da temere. E proprio per questo detesto il clima da "caccia alle streghe" che alcuni vogliono sottintendere allontanando chi si avvicina alla Numismatica con animo libero e scevro da meschini tornaconti.

Infine, infine, trovo tutta questa discussione non solo naturale, perche' la materia e' complessa e soprattutto non chiaramente definita dal legislatore, ed e' quindi naturale che chi si senta parte in causa (collezionisti, operatori commerciali, etc.) discuta per cercare di capirne di piu'. Ma la trovo anche civile e appassionata, e non certo "al limite della correttezza".

Altri sono i thread (se a qualcuno fossero sfuggiti posso indicarne diversi esempi su questo forum) ove viene espressa molta animosita', con espressioni a volte violente, anche perche' qualche partecipante credo abbia dei propri interessi -economici- da difendere e lo fa mettendo in campo le armi che ha.

Mi auguro che tutti possano continuare a discutere in modo intelligente e magari anche con un ..pizzico di ironia che, nella vita, non guasta mai ^_^

numa numa

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ciao numa numa,

penso che io ed altri come me cerchino solo di fare chiarezza e dire come stanno le cose a norma di legge senza fare chiacchiere o parlare solo per sentito dire. Non trovo nulla di violento e offensivo negli interventi precedenti, ma solo certezza e profonda convinzione di ciò che si dice supportati da leggi ed esperienze personali..........niente chiacchiere e bla bla bla

SI cerca solo di tranquillizzare collezionisti più o meno esperti e screditare chi fa affermazioni terroristiche sulla base di niente,

.........invito tutti i collezionisti a non temere nulla,acquistate tranquillamente anche all'estero (importante poter provare la provenienza con:scontini fiscali,fatture, pagamenti con carta di credito,bonifico,paypal ecc ecc), i negozianti e le case d'asta estere non sono ricettatori,fino a prova contraria, se un domani dovessero sequestrarvi qualcosa non temiate nulla, se siete in regola la restituzione è solo questione di tempo, sono esperienze che purtroppo ho avuto anche io

saluti

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Il commercio internazionale delle antichità è il mondo più sporco che si possa immaginare nel nostro settore. E le vendite internazionali da privato a privato su mercati elettronici sono il peggio del peggio.

Posto che Paesi come la Francia, il Belgio, la Germania e persino la Romania e la Turchia hanno da sempre avuto una propria legislazione di rigida tutela del proprio patrimonio (ispirata al principio della prevalenza della fruizione pubblica) ed altri Paesi ancora come la Grecia, la Spagna ed ora uno alla volta i nuovi Stati Balcanici si sono nel tempo ispirati al principio sancito dalla legislazione italiana del possesso statale dei nuovi ritrovamenti, e posto che ovunque il mercato delle antichità archeologiche è presente e vitale, spiegatemi un po' voi perché i collezionisti tedeschi comprano in Grecia e Croazia (dove è vietato impossessarsi dei nuovi ritrovamenti), quelli Italiani in Spagna (dove pure è vietato) e persino negli USA (dove le monete romane nojn è che abbondino nei campi), quelli spagnoli in Francia e via dicendo, se non in conseguenza di un innaturale "abbassamento" di prezzi dovuto semplicemente alla provenienza illegale della maggior parte del materiale che è in vendita con queste modalità?

Fate un attimo mente locale: non vi rendete conto che i meccanismi che vi fanno comprare la monetina romana sulla nota casa, da un venditore che si dichiara residente nel Regno Unito (e poi chissà dove sta veramente), i passaggi di vendita, le esportazioni e le reimportazioni, gli accorpamenti in grossi lotti che passano da grandi aste per poi ritornare sfusi al commercio ordinario SONO GLI STESSISSIMI MECCANISMI SERVITI PER SOTTRARCI LE GRANDI OPERE D'ARTE FINITE OLTREOCEANO, che il nostro Governo ora pateticamente reclama denunciando le illegalità ed i complotti?

A me personalmete quel sistema fa schifo: visto che per me la numismatica è un piacere, non avrei nessuna soddisfazione sapendo che la moneta che ho fra le mani mi è arrivata attraverso quelle vie.

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Vi ricordate quale è la nozione giuridica dell'incauto acquisto?

Chi si sentirebbe la coscienza a posto nel comprare da un nonsisachi un oggetto di valore venduto palesemente ad un prezzo più basso di quello normale, alla sola condizione di non fare troppe domande e di non dichiararlo alle Autorità?

Visto che è una passione e non una questione di sopravvivenza, cerchiamo di essere appassionatamente onesti.

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Vi ricordate quale è la nozione giuridica dell'incauto acquisto?

Chi si sentirebbe la coscienza a posto nel comprare da un nonsisachi un oggetto di valore venduto palesemente ad un prezzo più basso di quello normale, alla sola condizione di non fare troppe domande e di non dichiararlo alle Autorità?

Visto che è una passione e non una questione di sopravvivenza, cerchiamo di essere appassionatamente onesti.

254174[/snapback]

Comprare monete antiche dtenute regolarmente in BUONA FEDE da COMMERCIANTI ONESTI e conosciuti sul mercato internazionale non credo sia un reato. O voglimo demonizzare l'intero commercio di monete mondiale solo perche' si tratta di presunti 'reperti' archeologici e non di caramelle ..?

Per chi non fosse al corrente, la Germania e' attualmente uno dei mercati piu' liberali in tema di antichita' e reperti archeologici. Pur essendo un Paese della UE, vi circola, LEGALMENTE, di tutto e tutto alla luce del sole.

In Spagna si tengono regolarmente aste di monete antiche, romane e greche, e non ho sentito un solo numismatico o collezionista spagnolo lamentarsi di legislazione repressiva o di problemi con le Belle Arti o la Giustizia.

numa numa

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Supporter

Consiglierei a qualcuno quel che Massimo Troisi consiglia a Robertino in "Ricomincio da tre"

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ciao luigi,

quando hai acquistato da un qualsiasi negoziante italiano o estero in regola che ti rilascia le dovute fatture o scontrini e stai pagando un prezzo giusto non rischi assolutamente l'incauto acquisto

eccoti l'art di legge che citavi:

Art. 712

Incauto acquisto o di cose di sospetta provenienza.

Chiunque, senza averne prima accertata la legittima provenienza, acquista o riceve a qualsiasi titolo cose, che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per la entità del prezzo, si abbia motivo di sospettare che provengono da reato, è punibile con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda non inferiore a lire 20.000. Alla stessa pena soggiace chi si adopera per fare acquistare o ricevere a qualsiasi titolo alcuna delle cose suindicate, senza averne prima accertato la legittima provenienza.

a)stai comprando da un negoziante LEGALMENTE RICONOSCIUTO e quindi in maniera lecita

b)Indicami i negozianti che vendono MONETE AUTENTICHE a prezzi palesemente così vantaggiosi da farti sospettare il peggio,

ultimamente scarseggiano :D

Basta seguire questi criteri e nessuno mai potrà contestarti l'incauto acquisto

saluti

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Appunto: se tu invece di compreare in negozio in Italia pagando 100 ed avendo la ragionevole presunzione della legittima provenienza, preferisci comprare pagando 60 on-line da un venditore che non si sa chi sia nè esattamente dove resieda e che delle leggi italiane se ne frega come pure di quelle spagnole o di quelle greche o di quelle serbe (anche se con altissima probabilità ciò che vende proviene più o meno alla lontana da uno di questi paesi e non è certo uscito con tutti i crismi) cosa stai facendo se non alimentando il mercato clandestino?

Non sto mica dicendo che il clandestino è il tuo venditore, ma se tu tentassi di risalire a ritroso i passaggi precedenti troveresti molto presto un anello mancante nella regolarità dei passaggi (e non parlo di irregolarità formale, ma di furti veri e propri).

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. . .  non ho sentito un solo numismatico o collezionista spagnolo lamentarsi di legislazione repressiva o di problemi con le Belle Arti o la Giustizia.

254175[/snapback]

La legislazione spagnola è l'assoluta fotocopia di quella italiana che era vigente da noi fino al 2004 e che da noi più di recente è stata pasticciata dal cosiddetto Codice Urbani e dalle varie correzioni successive (L.109/2005 etc.)

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un collezionista non deve avere la storia scritta dell'itinerario della moneta acquistata, compra da un negoziante,o anche da un privato che può dimostrarti la lecita provenienza magari con il catalogo d'asta dove ha acquistato e con la fattura,

non rischi assolutamente l'incauto acquisto,non spetta certo al collezionista indagare sul venditore legalmente riconosciuto,tu stai acquistando legalmente e puoi stare tranquillo,non devi meravigliarti se acquisti a 60 anzichè a 100,devi meravigliarti se acquisti a 60 anzichè a 600,è inutile fare tante supposizioni,supportate da niente,sui probabili giri loschi a livello mondiale,parla dati alla mano,se hai da accusare negozianti italiani o esteri devi farlo fatti alla mano,le supposizioni portavano al rogo solo quache secolo fa,non oggi :D

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Il traffico clandestino di oggetti archeologici e di monete in particolare è innegabile.

Come evidente è che una parte consistentissima degli oggetti minuti e monete in particolare vada a finire nelle vendite internazionali on-line.

Una altra grossa fetta viene di tanto in tanto "ripulita" con il sistema dei grossi lotti nelle aste tradizionali con sede in paesi con una normativa più arretrata.

Le grandi opere d'arte seguono percorsi privilegiati, ma in definitiva con stratagemmi del tutto analoghi e le loro storie sono sui giornali in queste settimane.

Non è questione per il collezionista di limitarsi a schivare i fastidi dei controlli e le eventuali sanzioni, ma di assumere un comportamento ispirato ad un senso di eticità e di giustizia.

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ciao lucio,

quindi vuoi dire che non basta ricevere lo sontrino dal venditore per avere un compartamento etico e giusto?Quali controlli e fastidi stai schivando?

Cosa dovrebbe fare un collezionista,secondo te,per sentirsi a posto con la coscienza, oltre chiedere lo scontrino ad un negoziante LEGALMENTE RICONOSCIUTO?

Il collezionista che sta acquistando legalmente ha la coscienza pulita, non confondiamo collezionisti con ricettatori,l'incauto acquisto è ben altro

Art. 712

Incauto acquisto o di cose di sospetta provenienza.

Chiunque, senza averne prima accertata la legittima provenienza, acquista o riceve a qualsiasi titolo cose, che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per la entità del prezzo, si abbia motivo di sospettare che provengono da reato, è punibile con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda non inferiore a lire 20.000. Alla stessa pena soggiace chi si adopera per fare acquistare o ricevere a qualsiasi titolo alcuna delle cose suindicate, senza averne prima accertato la legittima provenienza.

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. . .

Cosa dovrebbe fare un collezionista,secondo te,per sentirsi a posto con la coscienza, oltre chiedere lo scontrino ad un negoziante LEGALMENTE RICONOSCIUTO?

254197[/snapback]

Per materiali di tipo archeologico rivolgersi ad un negozio italiano e non ad un venditore non professionale straniero.

Pretendere che sia il venditore ad assumersi la responsabilità almeno morale di dichiarare esplicitamente la provenienza lecita.

Evitare tutte quelle offerte di vendita di provenienza non-si-sa-non-te-lo-dico-tanto-ci-siamo-capiti, con ancora la terra attaccata.

Preferire tra le grandi le case d'asta quelle più rigorose nel selezionare l'origine del materiale in vendita, boicottare invece quelle poche case d'asta internazionali che sono notoriamente coinvolte in operazioni poco pulite.

In altre parole preoccuparsi che il proprio piccolo acquisto non alimenti il commercio clandestino e non incrementi la devastazione del patrimonio culturale di interi Paesi (penso soprattutto ai Balcani, naturalmente, ma non solo).

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ciao lucio,

infatti qui si sta parlando solo di venditori legalmente riconosciuti sia italiani che esteri,quelli di vcoins per esempio sono tutti venditori professionali,se qualcuno non dovesse rilasciarti lo scontrino è per il semplice motivo che in alcuni paesi non è obbligatorio,deve essere l'acquirente a richiederlo.

Devi specificare che il venditore italiano deve solo fare lo scontrino e non è obbligato a dare altro,se dici divarsamente fai solo disinformazione,il collezionista può stare tranquillo solo con lo scontrino.

Chi sono questi venditori che offrono monete con la terra attaccata? Fai il tuo dovere di buon cittadino,visto che parlavi di etica e giustizia,e corri a denunciarli.

Citi case d'asta poco pulite,fai i nomi di chi ha avuto una CONDANNA DEFINITIVA,forse non lo sai,ma non basta un indagine a rendere colpevoli,se no quelle che fai sono solo chiacchiere che non servono a niente,se vuoi far valere le tue ragioni devi parlare fatti alla mano,non per sentito dire o per supposizioni,quelle che fai sono accuse gravi e precise,ma devono essere supportate da fatti,riporta le tue fonti certe

saluti

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