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Denario; diritto: ANTONINVS PIVS AVG BRIT, testa laureata a destra di Caracalla (Marco Aurelio Antonino Bassiano); rovescio: PM TRP XV COS III PP, Salus seduta vs sx che nutre con una patera nella mano dx un serpente avvolto a un altare, corno dell'abbondanza nel braccio sinistro. 212, Roma; 2,81 gr.; 18,3 mm; asse conio 6h; RIC 196. 22a)img.jpg.e69e184bc57f4d48b0b89abe487f5cb2.jpg

Sull’apice della testa mi sembra di notare una “lacuna” di modellato, quasi mancasse un ricciolo. Un difetto di conio? Il metallo sul contorno della supposta “mancanza“ ha un aspetto irregolare, come cerco di documentare con l’ingrandimento. 

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Il cognomen ex virtute rinvia all’attività militare di Caracalla in Britannia (prima a fianco del padre poi in maggiore autonomia nella seconda parte della campagna, fino alla frettolosa chiusura delle operazioni dopo la morte di Severo). Non saprei precisare il ruolo qui svolto dalla Salus, se essa cioè sia da riferirsi all’individuo (come per la greca Hygeia) o allo Stato, la Salus Publica Populi Romani (nota 1).  I due aspetti vengono probabilmente a coincidere nella figura dell’imperatore. Secondo A. Galimberti, La Salus sulle emissioni del 212 indicherebbe più specificamente la Salus Augusti preservata in virtù dell’eliminazione del fratello Geta sotto la protezione di Serapide, anch’essa presente sulle emissioni del 212 e nel cui tempio fu dedicata la spada che aveva ucciso Geta. Non so se l’attributo aggiuntivo della cornucopia caratterizzi specificamente le emissioni di Caracalla o se si ritrovi anche in altre monetazioni. Ho provato a scorrere rapidamente (troppo rapidamente) le attestazioni della Salus su Ocre e mi pare di aver notato la cornucopia solo sul tipo 78 di Pescennio Nigro.

Ho iniziato ad avvicinarmi ai Severi per il loro affascinante ruolo nella storia dell’impero (nota 2), che conferisce a questa dinastia una sorta di doppia identità, collocata com’è tra l'età degli Antonini e l’inizio dell’anarchia militare. Da un lato appare come l’ultima grande dinastia che porta a estrema maturazione l’impero sorto con Augusto; dall’altro essa ne preannuncia la fine, con l’avvio di quella lunga trasformazione che porterà infine all’assetto tardo antico. Sulla periodizzazione del mondo tardo antico ho trovato di grande interesse le riflessioni di Andrea Giardina (nota 3). Tra i molti aspetti di valutazione dell’età dei Severi, uno particolarmente intrigante, naturalmente già segnalato sul forum, è quello desumibile dai carotaggi glaciali (Groenlandia) in grado di misurare i livelli di inquinamento atmosferico dovuti a coppellazione e fusione di rame e argento collegabili alla monetazione. I dati mostrano un crollo verticale in coincidenza con la “peste antonina” e un recupero nell’età severiana, che però non raggiunge più i livelli dell’età adrianea o di Antonino Pio. 

Il nomignolo Caracalla (Caracallus) , ovviamente non attestato dalle fonti epigrafiche e numismatiche, fu adottato come noto per l'abitudine dell’imperatore di indossare una sorta di veste-mantello, con cappuccio, lunga fino alle caviglie e manicata, che secondo Dione Cassio (Storia Romana,78, 3, 3) avrebbe addirittura lui stesso inventato “ritagliando della stoffa e ricucendola alla maniera barbara”, e che venne chiamata con il nome celtico che indicava una tunica con cappuccio. Caracalla non era nuovo all’adozione di vesti che facevano parte del mondo militare e barbarico, mondo con il quale aveva confidenza cameratesca. La storiografia tradizionalista vi ravvisa una mancanza di dignitas, al pari di altre forme di travestitismo adottate da imperatori invisi al senato. Sempre secondo Cassio Dione, Caracalla ne equipaggiò i soldati; mentre secondo Aurelio Vittore (De Caesaribus, 21,1) l’avrebbe distribuita anche tra la plebe, presso la quale tali vesti divennero note come “Antonini” (Historia Augusta, Carac., 9).  L’edictum de pretiis di Diocleziano fissa due prezzi per la confezione di due diversi tipi di caracallus: maior (25 denari) e minor (20 denari). La sua fortuna è testimoniata anche dalla sopravvivenza del termine nel lessico del vestiario bizantino (karakallion, sticharokarakallion).  Altri soprannomi, come Tarauta, dal nome di un celebre gladiatore del tempo, furono utilizzati per stigmatizzare il carattere sanguinario dell’imperatore (Cassio Dione (LVXXVII, 9,3).

Riguardo l’azione di governo di Caracalla si avverte una doppia narrazione.

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La prima, influenzata da una storiografia avversa (basti leggere il ritratto ferocemente farsesco tratteggiato da Erodiano), è segnata dagli episodi più sanguinari e scabrosi della sua vita, come l’uccisione del fratello Geta tra le braccia di Giulia Domna o la velenosa accusa di incesto materno. La seconda valutazione evidenzia invece una grandezza di governo che comprende interventi urbanistici eccezionali come le Terme e un’opera riformatrice epocale, come lo fu l’estensione della cittadinanza a tutto l’impero (Constitutio Antoniniana). Tra le motivazioni che mossero l’imperatore vi furono indubbiamente calcoli utilitaristici quali l’ampliamento della platea fiscale, come sottolinea lo storico di estrazione senatoriale Cassio Dione. Ma è altrettanto vero che dovettero agire da un lato la fascinazione di Caracalla per Alessandro Magno e quindi per il suo ideale di universalismo, e dall’altro la visione cosmopolita di una Roma communis  patria,  insita nelle diversificate radici della famiglia imperiale,  La storiografia ostile all’imperatore affermerà che Caracalla traeva origine da tre nazioni - la Gallia dove era nato, l’Africa paterna e la Siria materna – e che da ognuna aveva ereditato i peggiori e più tipici vizi (Cassio Dione, Storia Romana LXXVII, 6,1).  L’altra grande riforma fu quella monetale, imperniata sul cardine dell’antoniano. Riguardo le ragioni dell’introduzione del nuovo titolo trovo suggerite motivazioni opposte (nota 4). L’ipotesi prevalente suggerisce un aumento del tasso di fiduciarietà della nuova moneta, alla quale - a parità di fino e pesando solo un denario e mezzo - viene attribuito il valore di due denari (in analogia del radiato doppio dupondio-sesterzio). Un’altra ipotesi suggerirebbe l’intenzione opposta, facendo viceversa corrispondere l’antoniniano a solo un denario e un quarto (nota 5).

Spero mi perdonerete il troppo lungo flusso di pensieri, indotto come sempre dalla magia storica di una moneta. Grazie per ogni correzione e osservazione, a presto, Lvcivs LX

Note:

(nota 1) Mi ripropongo di leggere prima o poi, Cristina Cattaneo, Salus Publica populi romani, 2011.

(nota 2) Sull’età dei Severi ho letto con piacere il bel catalogo della mostra romana del 2019, Roma Universalis. L’impero e la dinastia venuta dall’Africa, ed. Electa. Su Caracalla invece Alessandro Galimberti, Caracalla, ed. Salerno, 2019.

(nota 3) Andrea Giardina, Esplosione del Tardo Antico, in “Studi Storici” 1, 1999, pp 157-180: 

https://moodle2.units.it/pluginfile.php/326047/mod_resource/content/1/A.%20Giardina%2C%20Esplosione_di_tardoantico.pdf) .  Segnalo anche il video di una conferenza di presentazione dello stesso Giardina:  https://www.youtube.com/watch?v=VKTXN1IHIWE&t=1887s

(nota 4) Il rimando bibliografico, che però non ho avuto modo di leggere, è a E. Lo Cascio, Dall’antoninianus al «laureato grande»: l’evoluzione monetaria del III secolo alla luce della nuova documentazione di età dioclezianea, in Opus, III, 1984, pp. 133-201.

(nota 5) Tale ipotesi basandosi, ma cito senza conoscere, su una conferma implicita della vita di Probo della Historia Augusta (Prob.4,5) e soprattutto sulle equivalenze di valore dell’editto di Afrodisia.

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Accidenti quanti Caracalla tutti insieme, bella anche la tua moneta e leggo sempre con piacere i tuoi excursus storico/artistici 😃


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Ricordo questa discussione:

Magari non e' inerente, ma si ipotizzava il fatto che Caracalla si fosse gravemente ammalato e che quindi si fosse recato a Pergamo per ingraziarsi Asclepio nel suo tempio.

In questo senso, la Salus potrebbe significare il ritorno della salute del sovrano e per estensione un periodo di prosperità per l'impero (la cornucopia).

Ovviamente, questa e' una mia considerazione personale.

Ciao.

Stilicho


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6 minuti fa, Rufilius dice:

Accidenti quanti Caracalla tutti insieme, bella anche la tua moneta e leggo sempre con piacere i tuoi excursus storico/artistici 😃

 

Grazie @Rufilius.

Come accennavo sopra sto scoprendo la complessità e il fascino dell'età dei Severi. Una sorta di splendido pomeriggio della storia romana. Credo che rimarrò per qualche tempo in questa Roma per l'ultima volta magnifica, alla ricerca dei profili di questa dinastia. 

A presto,  Lvcivs LX

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Che dire @lucius LX? Il tuo consueto inquadramento storico della moneta arricchisce di senso il collezionismo numismatico, cogliendone al contempo l'essenza. Ci riporti a Caracalla, personaggio controverso, sì, ma la cui Constitutio Antoniniana fu di portata epocale se ancora S. Agostino due secoli dopo la ricorderà come un evento straordinario, un gesto di grande umanità ed inclusione diremmo noi.

Fu anche l'imperatore che ci avrebbe portati nel III secolo con l'introduzione dell'antoniniano, moneta che ci avrebbe accompagnato sino ad Aureliano o addirittura alla riforma dioclezianea.

La Salus può in alcuni casi riferirsi anche alle recuperata salute dell'imperatore (F. Gnecchi), ma dovrei approfondire per capire se l'ipotesi regge per la moneta in esame.

L'esemplare è gradevole, di ottima fattura, anche se non so aiutarti sulla mancanza di metallo al dritto che comunque nulla toglie al ritratto dell'arcigno imperatore.

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  • Grazie 1

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8 minuti fa, Stilicho dice:

Ricordo questa discussione:

Magari non e' inerente, ma si ipotizzava il fatto che Caracalla si fosse gravemente ammalato e che quindi si fosse recato a Pergamo per ingraziarsi Asclepio nel suo tempio.

In questo senso, la Salus potrebbe significare il ritorno della salute del sovrano e per estensione un periodo di prosperità per l'impero (la cornucopia).

Ovviamente, questa e' una mia considerazione personale.

Ciao.

Stilicho

 

Buonasera @Stilicho, l'ipotesi è  molto interessante. Non la conoscevo e la discussione mi era sfuggita. Vado a leggere con attenzione. Ti ringrazio. 


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9 minuti fa, lucius LX dice:

il fascino dell'età dei Severi.

E non dimenticare "il fascino" delle Severe.


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Inviato (modificato)
54 minuti fa, Curcuas dice:

(F. Gnecchi)

Buonasera @Curcuas. Giustissimo aver ricordato  la consapevolezza di Agostino della  grandezza della Constitutio. E pensare che sempre nel IV secolo Aurelio Vittore (De Cesaribus)  attribuisce la riforma a Marco Aurelio.  Mentre nel V e VI secolo, prima Giovanni Crisostomo poi Giustiniano la attribuiranno a Adriano e a Antonino Pio. Evidentemente l'ammirazione per la Constitutio pareva inconciliabile con l'esecrabile ritratto storiografico di Caracalla. 

Nella mia ignoranza  non conoscevo F. Gnecchi (recupero di corsa qualche informazione da wikipedia).

Grazie e a presto,  Lvcivs LX. 

44 minuti fa, Stilicho dice:

E non dimenticare "il fascino" delle Severe.

 

Assolutamente! Anche sotto questo aspetto fu un tempo eccezionale. 

Buona serata 

Modificato da lucius LX

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Inviato
47 minuti fa, Curcuas dice:

(F. Gnecchi)

Intendi il "Monete romane. Manuale elementare"?


Inviato
31 minuti fa, Stilicho dice:

Intendi il "Monete romane. Manuale elementare"?

 

No, intendo "I tipi monetari di Roma imperiale", sotto Salvs.

  • Grazie 1

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Inviato

Lo abbiamo in inglese sul nostro forum:

 

  • Grazie 1

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Inviato
17 minuti fa, Curcuas dice:

I tipi monetari di Roma imperiale

Perdonate, è il testo  ristampato in copia anastatica da Hoepli (reprint antichi manuali)?


Inviato
8 minuti fa, lucius LX dice:

Perdonate, è il testo  ristampato in copia anastatica da Hoepli (reprint antichi manuali)?

 

Sì, è lui. È un utile e agilissimo compendio per orientarsi sui diversi tipi monetari e i loro principali significati con le relative personificazioni.

Grazie per la segnalazione sulla copia online in inglese @Stilicho. Non ne ero a conoscenza.


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Inviato
Adesso, Curcuas dice:

Sì, è lui. È un utile e agilissimo compendio per orientarsi sui diversi tipi monetari e i loro principali significati con le relative personificazioni.

Grazie per la segnalazione sulla copia online in inglese @Stilicho. Non ne ero a conoscenza.

 

Perfetto. Appena acquistato (10 euro) in arrivo 4 novembre. Grazie mille. 

  • Mi piace 1

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Inviato (modificato)
22 ore fa, Stilicho dice:

si ipotizzava il fatto che Caracalla si fosse gravemente ammalato e che quindi si fosse recato a Pergamo per ingraziarsi Asclepio nel suo tempio.

In questo senso, la Salus potrebbe significare il ritorno della salute del sovrano e

Buonasera.

Carissimo @Stilicho, ho provato a riflettere, per quel poco che posso, sull’ipotesi che la Salus sia collegabile alla visita di Caracalla all’Asclepeion di Pergamo. Tuttavia se non erro la visita avviene durante il viaggio di Caracalla verso Oriente per la campagna partica, con la partenza da Roma che un’intricata esegesi delle fonti fa iniziare alla primavera del 214 (nota 1). Quindi circa due anni dopo l’emissione della moneta in discussione, che riportando la TR P XV dovrebbe risalire al 212, o più precisamente all’intervallo 10 Dicembre 211 - 10 Dicembre 212, sempre che io capisca e conteggi correttamente i dati che riporto in immagine (nota 2).

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In una tappa precedente del viaggio verso oriente Caracalla aveva sostato a Filippopoli, anch’essa sede di un altro noto tempio di Esculapio (e vi aveva celebrato giochi in onore di Alessandro Magno). Sulle patologie che affliggevano cronicamente l’imperatore è impossibile dare risposta. Le fonti insistono soprattutto sulle visioni con le quali il padre e il fratello lo tormentavano, impugnando le spade e profetizzandogli una malattia incurabile. Alla ricerca di risposte Caracalla avrebbe anche evocato e interrogato gli spiriti del padre e di Commodo.

Nell’immagine seguente segnalo le principali tappe (in rosso) del viaggio verso Oriente di Caracalla evidenziando  la sosta all’Asclepeion di Pergamo (in verde).  Un saluto e a presto, Lvcivs LX

2.jpg.56b60494b46e9c73165e8ddfa6ea77ec.jpg

 

Nota 1) Traggo la data da Alessandro Galimberti, Caracalla, Salerno editrice 2019. L’autore nel capitolo X ricostruisce il viaggio verso Oriente, Nelle note bibliografiche a corredo del testo fa riferimento a un contributo che però non ho letto:   B. Levick, Caracalla’s path, in Hommage à Marcel Renard, 1969, vol II, pp 426-446. Navigando trovo anche: Ann Johnston, Caracalla's Path: The Numismatic Evidence, “Historia”, 1st Qtr., 1983, pp. 58-76.

Nota2) L’immagine è tratta da Nicola Criniti, Elenco cronologico degli imperatori, delle loro cariche e titolature, da Augusto a Giustiniano, estratto da Alfredo Passerini, Linee di storia romana in età imperiale, Celuc, Milano 1972

PS. Nella mappa non ho segnato la tappa da Antiochia ad Alessandria. Me ne scuso.

 

 

 

Buongiorno.docx

Modificato da lucius LX
nota di correzione alla mappa
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Direi che, non combaciando le date, la mia ipotesi decade.

Complimenti per l'analisi.

Ciao.

Stilicho


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