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Monete in oro tipo/serie Aratrice - storia -


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MONETA IN ORO TIPO/SERIE ARATRICE 

 

Prefazione



 

In questo articolo, ti parlerò del tipo di moneta in oro chiamato Aratrice, partendo dai primi progetti dell'anno 1903  fino ad arrivare alle serie per numismatici 1926-1927, tutti gli avvenimenti riportati sono in ordine cronologico.

 

Nella parte finale troverai i link ai cataloghi, i realizzi delle aste aggiornati al 2024, qualche esemplare in materiale strano e qualche falso.

 

Come poi capirai con la lettura , la serie Aratrice ha quattro papà : il Cav Johnson titolare della ditta johnson medaglie Milano, che ha dato il via alla nuovo modo di concepire le monete soprattutto da un punto di vista artistico,  il Re, che insediatosi il 29 luglio 1900 ha subito capito che la zecca versava in pessime condizioni, e lo stile delle attuali monete era ormai superato, Egidio Boninsegna autore di tutti i modelli e il Ministro del Tesoro che concesse in via eccezionale, viste le carenza della zecca di Roma, di usare gli stabilimenti Johnson in Milano come succursale ufficiale,  per  la realizzazione dei primi progetti.

 

La triste contingenza della morte di Speranza nel 1903 , incisore capo che reggeva da solo con le sue abilità la zecca, ma di vedute molto antiche e non compatibili (lui e il Re, litigarono alla presa fotografica per i tipi monetali aquila araldica)  con la voglia di rinnovamento dei tipi monetali del Re, aprì il via ad un forte cambiamento.

N.B. Se non si aprono i link con la scritta "qui" , fai click col tasto destro del mouse e premi "apri link in un altra scheda"
 

 

CAPITOLO 1 -LA GENESI-

 Nella primavera del 1902 , la Società Italiana per l’arte bandì un concorso intitolato “Modelli per conii della nuova monetazione italiana” dove valorosi artisti erano chiamati a proporre e produrre nuovi modelli per le future monete.

 

Boninsegna , fu uno dei due concorrenti del concorso che vinse il primo premio, e che in passato si formò presso lo stabilimento Johnson di Milano, ed ebbe la fortuna di vedere i suoi modelli su carta trasformati in monete reali grazie allo stabilimento Johnson.

 

Lo stabilimento Johnson di Federico johnson a Milano, all'epoca primo in Italia per la fabbricazione di monete e medaglie, si occupò della effettiva coniazione , grazie al capo incisore della ditta johnson -Cappuccio-, maestro del bulino quasi alla pari di Speranza, e successivamente solo per i tipi in bronzo da 2 centesimi si pensò ad una coniazione in larga scala così da poterli regalare in “elegante astuccio” al Re, a tutti i Ministri, a tutti i Senatori, e alle alte cariche dello stato.

 

Come già detto in altre occasioni Federico Johnson ambiva a diventare una succursale ufficiale della zecca di Roma, visti i suoi moderni macchinari e lo stato di incuria in cui versava la zecca di Roma nei primi del 900, prima della riforma, e finalmente ci riuscì, infatti per realizzare le monete da regalare fu autorizzato proprio dal Ministero del Tesoro

 

Bisogna sottolineare che il concorso non era ufficiale ed è rimasto una semplice “prova di stile” per far vedere il talento degli artisti e soprattutto la capacità produttiva e realizzativa dello Stabilimento Johnson.

 

Quindi riassumendo, nello stabilimento Johnson, sono stati coniati in semplice copia tutti i modelli vincitori del concorso , e successivamente inseriti dal RE nel Corpus nummorum, ma in larga scala solo la moneta in bronzo da 2 centesimi.

Di seguito l’immagine della moneta da 100 lire 1903 progetto Johnson QUI

Di seguito l’immagine della moneta da 20 lire 1903 progetto Johnson QUI

 

Come si può notare dalle immagini l’esecuzione tecnica è abbastanza buona, ma come problema principale ci sono i rilievi troppo bassi e le figure del rovescio non esprimono movimento.

 

L’iniziativa del Cav. Johnson ha mostrato che si può modificare i tipi attuali (aquila araldica) di moneta, ritenuti statici e di ispirazione tedesca, ma bisogna ripensare e riorganizzare tutto l’ordinamento della zecca oltre che comprare nuovi macchinari.

 

In seguito a questo incipit, il Re si adoperò in tale direzione e nei successivi anni proclamò la Reale commissione monetaria, cambiò la sede della zecca, incaricò un nuovo direttore e comprò nuovi e moderni macchinari e riorganizzò tutte le procedure interne.


 

Nella seduta del 8 maggio 1906 la neonata commissione stabilì che si dovevano rinnovare tutti i tipi monetali partendo dall’oro, e assegno questo metallo (tramite sorteggio) a Boninsegna artista che si era già distinto con i progetti Johnson.

 

Tra gli 11 punti che la commissione aveva imposto agli artisti si trovano le indicazioni delle figure del Dritto e del Rovescio

DRITTO: dovrà contenere l’effige del Re con la testa o la parte del busto a piacimento dell’artista e la legenda VITTORIO EMANUELE III RE D’ITALIA

ROVESCIO: dovrà essere rappresentata una personificazione dell’Italia con anno e valore del taglio

 

Nella seduta del 31 dicembre 1906 furono presentati alla commissione i bronzi dei modelli per le monete in oro . Il Boninsegna presentò tre modelli per il dritto e quattro per il rovescio.

 

Visti i precedenti ,le fusioni di gesso dei modelli in bronzo e le riduzioni in acciaio furono eseguite sempre nello stabilimento Johnson di Milano


 

Con i coni e matrici derivate dalle riduzioni in acciaio si ottennero dei pezzi di prova (CORPUS 16-17-18-19-23)

 

Grazie a questa serie di migliorie a partire dal 1910-1911 l’Italia iniziò a coniare le monete più belle del mondo.


 

ecco i modelli Boninsegna

 

Di seguito il 100 lire quadriga 1906 QUI

Di seguito il 100 lire Italia seduta 1906 QUI

Di seguito il 50 lire donna con aratro 1906 QUI

Di seguito il 20 lire ape 1906 QUI

Di seguito il 20 lire donna turrita e buoi 1906i QUI

 

Nei primi mesi del 1907 i modelli , nello stabilimento Johnson, vennere ridotti in acciao alle dimensioni delle monete normali, per poi ricavarne delle PROVE.

 

Ecco le immagini delle monete

 

100 lire aratrice 1907 (oro-metallo dorato-argento-stagno) QUI

100 lire aratrice 1907 seconda prova (differenze sulla mano) QUI

50 LIRE donna sdraiata 1907 QUI

20 lire aratrice 1907 QUI

 

Per qualche strano motivo che con le mie ricerche attuali non sono riuscito a capire, non esiste la moneta definita “aratrice” da 50 lire del 1907, ma come risulta evidente dalla tavola VIII N°1 de”  progetti e le prove del regno dìItalia” la moneta presenta il rovescio “Italia seduta” QUI come nei tipi del 100 lire progetto 1906, mentre esiste una lamina datata 1906 con la figura “aratrice” QUI.

 

Da notare che il Lanfranco nel suo libro poi ripreso da Rassegna Numismatica sbaglia la descrizione di detta moneta con la dicitura solita “come la precedente” riferendosi alla 100 lire modello “aratrice” ma allegando la foto del modello “Italia seduta”, fatto veramente strano.

 

Nelle sedute comprese tra il 24 giugno e il 7 luglio 1907, vengono esaminati i campioni dei progetti datati 1907 (vedi sopra) .

 

Per quanto riguarda i progetti in oro presentati dal Boninsegna viene scelto il tipo “Italia Aratrice” per il rovescio e per il dritto il ritratto del Re in uniforme per le monete da 100 e 50 lire, mentre per il taglio da 20 e 10 lire , la testa col collo nudo. 


 

Anche il  Bollettino di numismatica 1907 A.V-n°5 ne dà notizia, complimentandosi col  “giovane artista Boninsegna" e terminando con “la nuova moneta sarà presto coniata”.

 

Nonostante la scelta del soggetto Aratrice del rovescio fu accettata, furono proposte all’artista numerose modifiche al soggetto da parte della commissione. Forse perchè il Boninsegna ancora giovane e arrendevole non tenne il punto sulle sue creazioni , fu quello che subì più cambiamenti rispetto al modello originale, ma fu anche quello tra tutti gli artisti dei vari metalli, che alla fine consegnò un lavoro artisticamente più pregevole.

 

Il 17 luglio 1908 infatti,  il Presidente della commissione nonché ministro del Tesoro Carcano, e il Prof. Trentacoste danno mandato al Prof. Boninsegna di rimodellare il tipo della moneta in oro.

 

Nel 1908 compare una misteriosa prova in bronzo coniata dal Boninsegna in Milano di conio ancora diverso rispetto alle precedenti 100 LIRE  ARATRICE  qui

 

I punzoni della moneta modificata  secondo disposizioni furono terminati a fine 1909  

 

 

 CAPITOLO 2- ARATRICE 1910

La PROVA in oro venne presentata il 18 gennaio 1910 e anche su questa la commissione ebbe qualcosa a dire.

 

Nella seduta del 18 maggio 1910 la CTAM presieduta da Salandra e dopo il decreto del 5 maggio 1910 , con i punzoni definitivi del taglio da lire 100 furono effettuate due PROVE UFFICIALI datate 1910 una in oro e  una in metallo dorato (bronzo)  QUI che rappresentano i modelli/tipo definitivi.

 

Nella stessa seduta alcuni membri della CTAM non si dichiararono soddisfatti ma ormai i giochi erano fatti e dopo varie discussioni desistettero dal muovere ulteriori critiche.

 

Le due PROVE 1910 sono state ottenute da due coni diversi come si evince osservando la parola PROVA e anche i rilievi sono più marcati nel tipo in oro, che poi a tutti gli effetti sarà quello definitivo.

 

Con il millesimo 1910 esistono anche due monete da lire 20 e 10 che non presentano la parola PROVA .

 

20 LIRE 1910 QUI

10 LIRE 1910 QUI

 

Nello stesso periodo con le matrici portanti data 1910 furono coniate monete da 10-20-50-100 lire ma a parte i due esemplari/tipo sopra da 10-20 lire tutte le altre migliaia di monete furono rifuse per un incongruenza col titolo dell’oro (titolo sotto la tolleranza).

 

Secondo D’Incerti Il Re ne volle 6 esemplari  col taglio da lire 20 per conservarli nella sua raccolta , e in effetti è il taglio che appare più spesso ancora oggi.

 

Secondo il Lanfranco i tipi 1910 per un errore di impostazione del pantografo, fatto dall'incisore capo, presentano una cornice molto larga sproporzionata rispetto al diametro.

 

Di questo errore ne dà notizia anche Panorama Numismatico” nell’articolo di Luigi Franzoni “Le monete inedite di VE III” , vedi sotto:

 

• Progetto da Lire 20, 1910, aratrice. Presente nella bacheca n. 17 del Museo della Zecca. Diametro 21 mm e peso 6,45 gr., coniato in oro, è registrato al n. 21/3372 e al n. 1532/Reg. 2 d’inventario. Tale progetto si differenzia dalla moneta ufficiale per l’orlatura più spessa e più alta. È stato fotografato nel Pagani (nell’edizione 1959 a p. 64 e nell’edizione 1980 a p. 41) ritenuto, per errore, la moneta ufficiale.

• Progetto da Lire 10, 1910, aratrice. Presente nella bacheca n. 17 del Museo della Zecca. Diametro 19 mm e peso 3,22 gr., coniato in oro, è registrato al n. 22/3373 e al n. 1533/Reg. 2 d’inventario. Anche questa moneta, come la precedente, presenta l’orlo più spesso e più alto.

Secondo il Carboneri 1915 le monete con millesimo 1910 sono state normalmente coniate in quantità elevate ( migliaia di pezzi per millesimo ) ma venne ordinata la rifusione di tutti i pezzi per , come già detto, un titolo superiore alla tolleranza.

 

Ne “Il bollettino di numismatica e di arte della medaglia” 1903-1918 di Serafino Ricci 1911 A.IX -N° 3  a firma -La direzione- se ne dà notizia in questo breve articolo.

 

 “Un milione di monete d'oro da rifondere. ‐ A proposito delle nuove coniazioni di monete d'oro si parla di un errore che costerebbe all'erario la somma di circa 30.000 lire. Si racconta che sarebbe stato coniato un milione di nuove monete d'oro da dieci, da cinquanta e da cento lire ma che l'ufficio di verifica avrebbe trovato che esse non contenevano quella quantità d'oro puro voluto dalla legge per il titolo delle monete d'oro. La Zecca avrebbe quindi dovuto rifondere le monete, aggiungervi altro oro e procedere ad una nuova coniazione.”


 

Sempre secondo il Carboneri furono conservati un esemplare per millesimo tranne il 20 lire del quale furono conservati 6 esemplari per richiesta del Re VEIII.

 

Gli esemplari da lire 50 e 100 non sono arrivati a noi, il Re andando in esilio nel 1946, donò allo stato Italiano le monete della sua collezione ma tutte quelle delle zecche di casa Savoia le conservò con sé.

 

Questo tesoretto poi passò al figlio nel 1947 alla morte di VEIII , e furono portate in Portogallo

 

Secondo vico D’Incerti 1956 che ha potuto esaminare in Roma alcuni documenti risultano le schede (non le monete di casa Savoia perchè erano in Portogallo )anche delle monete datate 1910 da lire 100 e 50 e lire 10 con rispettivi dati ponderali, con un piccolo refuso dove il Re ha scritto su una scheda lire  20 invece di lire 10.

 

 

 

CAPITOLO 3 - ARATRICE 1912

Dobbiamo attendere due ulteriori anni e finalmente vide la luce nel 1912 l’aratrice UFFICIALE preceduta da una sola PROVA quella del 20 lire QUI

 

Esistono alcuni esemplari datati 1912 che a causa di una piccola differenza del titolo possono tendere al colore rosso. Sono spesso erroneamente definite nelle descrizioni delle aste con “oro rosso” e da un punto di vista commerciale sono maggiormente prezzate essendo più rare.


 

Nell’anno 1926 e 1927 per tutti i tagli dell’ arartrice in oro, sono stati coniati esemplari per numismatici . Per l’anno 1926 40 pezzi per ogni taglio, e siccome erano stati molti gli invenduti (Vico D’Incerti 1956) nell’anno successivo 1927 si scese a 30 esemplari per ogni taglio.

 

10 lire 1926-1927 QUI

20 lire 1925-1927 QUI

50 lire 1926-1927 QUI

100 lire 1926-1927 QUI

 

Dopo l’anno 1927 e fino al 1931, ad eccezione del campione moneta Elmetto in oro 1928 ,non furono più coniate monete in oro, in attesa dei nuovi provvedimenti sulla stabilizzazione della lira, in attesa delle nuove caratteristiche. La successiva moneta in oro del 1931 da 100 lire, ad esempio passò da 32,25 gr dell ’ arartrice a 8,8 gr del 100 lire Italia su Prora.




 

CAPITOLO 4 -LINK VARI

 

decreto ARATRICE  n° 258 5 maggio 1910

 

SERIE COMPLETA 1926 QUI

 

realizzi aste 2024 TUTTI I TAGLI QUI

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10 lire

10 LIRE ARATRICE CATALOGO LAMONETA QUI

10 LIRE ARATRICE CATALOGO GIGANTE  QUI

raro esemplare 1910- moneta normale- da 10 lire QUI

10 LIRE Impronta in piombo QUI

10 LIRE nessuna prova * segnalati esemplari in oro rosso

10 LIRE 1926 ASTA MAISON PALUMBO N° 4

10 LIRE 1926 FDC QUI 

 

REALIZZI ASTE 1912

-esemplare platino 700 USD Stack's Bowers Galleries (& Ponterio) - August 2024 Global Showcase Auction, Lot 46903

-10 LIRE 1912 MS63+ 5.500 

-1926 18.000 QUI

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

20 lire

20 LIRE 1912 PROVA CATALOGO GIGANTE R4

20 LIRE 1912 ARATRICE PROVA QUI

20 LIRE CATALOGO GIGANTE QUI

20 LIRE CATALOGO LAMONETA QUI

20 lire PROGETTO JOHNSON QUI

20 LIRE 1910 QUI

REALIZZI EBAY 20 LIRE SPL non periziato 1300 (proposta d’acquisto)

periziato PERRONE qFDC 1281 euro

REALIZZI ASTE 1912

-MS64 1.800 USD

-SPL-SPL+ 1.100

-qFDC 1.000

-Lievi segni da contatto altrimenti FDC 1.000

-fdc EX VARESI 51/1607 1.700

-FDC bazzoni 1.400

-FDC nomisma 1078 1.700

-unc 1.100

-qFDC 1250

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

50 lire

50 lire catalogo GIGANTE QUI

50 LIRE catalogo LAMONETA QUI

50 lire 1912 QUI moneta normale

50 lire 1912 impronta in piombo QUI

50 lire 1912 asta bolaffi QUI

50 LIRE FALSO 1912 QUI

50 LIRE 1912 esemplare SPL-FDC segnetti

50 lire 1912 qFDC QUI

50 LIRE 1912 esemplare SPL+ e esemplare FDC? POST #17 QUI

50 LIRE 1912 MS64 MS65 post #34 QUI

50 LIRE 1912 alta conservazione QUI

REALIZZI EBAY MS62 3.200 euro (proposta d’acquisto)-

REALIZZI ASTE 1912

-MS63 2.000 USD




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100 lire

100 LIRE PROVA 1910 metallo dorato E ORO QUI

prova 1910 ARGENTO E BRONZO QUI

100 LIRE PROVA QUI

PROVA IN RAME 1910 QUI

100 LIRE 1912 PROVA IN PIOMBO QUI

100 LIRE 1912 32,23-32,25 gr  4.946 tiratura  QUI

100 LIRE 1912 CATALOGO LAMONETA QUI

100 LIRE 1912 SPL-FDC QUI

ALCUNI ESEMPLARI QUI QUI

REALIZZI ASTE 1912

- MS64 SIMA ASTA N°1 uno dei 3 esemplari migliori al mondo 14.000 (maggio 2023)

-SPL 4.200

-MS65 26.000 Bolaffi Spa - Auction 45, Lot 1592

-MS62 5.500 

a cosa servono le prove in piombo post #3 QUI


 

FALSO BRUTTO QUI

FALSO in argento 21 grammi

1910 FALSO QUI

1912 FALSO Post #19 QUI

1926 RICONIO QUI

1926 GETTONE DA GIOCO IN ALLUMINIO QUI

1926 ARGENTO QUI POST #5QUI 

1927

esemplari in platino post #40 QUI


 

Chi era Egidio Boninsegna? (articolo e biografia di CRONACA NUMISMATICA QUI)*approfondimento*

 

FONTI 

Rassegna numismatica di Furio Lenzi

Fondazione Vico D'incerti qui gli articoli

Forum e catalogo Lamoneta

Bollettino di numismatica 

Cronaca Numismatica

Panorama Numismatico

 

Modificato da NoNmi4PPLICO
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Il 27/10/2024 alle 16:23, NoNmi4PPLICO dice:

Esistono alcuni esemplari datati 1912 che a causa di una piccola differenza del titolo possono tendere al colore rosso. Sono spesso erroneamente definite nelle descrizioni delle aste con “oro rosso” e da un punto di vista commerciale sono maggiormente prezzate essendo più rare.

Grazie per l'articolo bello e interessante.

Qui vorrei chiarire un punto che è già stato discusso in passato, ma che ogni tanto rispunta. Mi riferisco in particolare alla questione dei marenghi (e delle altre monete auree) definiti come "oro rosso".

Qui si sostiene che la differenza sia dovuta ad una differenza - sia pure piccola - del tenore d'oro della lega. Guardando il diagramma di stato della lega oro-rame, non ci vuole molto per capire che per far virare al rosso il colore di una lega Au/Cu di valore nominale 900/1000 d'oro bisognerebbe aggiungere una grande quantità di rame, tale da far uscire il titolo della lega fuori dai rigidi limiti imposti dalla Zecca (non  a caso - come si ricorda nella discussione - milioni di pezzi furono rifusi perché il loro titolo era al di fuori di tali limiti).

La spiegazione del diverso colore dei marenghi ce la fornisce la zecca svizzera che - a proposito dei marenghi svizzeri - scrive testualmente:

Cita

Come per tutte le monete d’oro svizzere, la lega utilizzata per il Vreneli è composta al 90 per cento d’oro e al 10 per cento da rame ed è contraddistinta da una colorazione tendente al rosso. I Vreneli presentano tuttavia un colore che va dal giallo al giallo-rossastro, il che dipende dal fatto che i tondelli (rondelle o monete grezze) vengono ossidati prima della coniazione e in seguito decapati. Durante il processo di decapaggio il rame viene rimosso dalla superficie; questo passaggio consente di ottenere un arricchimento in metallo prezioso, nella fattispecie oro, sullo strato superficiale. A seconda dell’intensità del decapaggio il colore risulta essere più o meno giallo.

In altre parole, non cambia il titolo della moneta perché la parte interna del metallo (quello che tecnicamente si chiama bulk) non viene assolutamente modificata (lasciando inalterato il titolo d'oro della moneta), ma abbiamo a che fare con un mero effetto superficiale legato alla preparazione del tondello che viene fatta prima della coniazione.

Come ho scritto prima, questa questione dell'oro "rosso" era già stata discussa anni fa (mi scuso con chi ne parlò per primo per la mancata citazione), ma ogni tanto rispunta carsica, talvolta anche nei cataloghi. Per non parlare delle aste dove le monete d'oro "rosso" hanno basi d'asta che spesso sono - a mio avviso - del tutto sproporzionate.

Modificato da DB48
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Se non ricordo male la tolleranza sul titolo era di 2 millesimi, percentuale talmente piccola che non so di quanto possa modificare il colore, inoltre la parte della zecca che si occupava dei saggi, adottava una precisa e lunga procedura che sto cercando di approfondire, quindi l'errore è da escludere.

Sono a conoscenza dei trattamenti post coniazione di alcuni aurei italiani,ma di trattamenti al tondello vergine al momento non so nulla.

Anche Vico D'Incerti ha usato le virgolette quando ha parlato di oro rosso, forse la traduzione più appropriata sarebbe "diversa colorazione".

Grazie per aver postato la procedura che si usava in Svizzera.

 

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Supporter
Il 27/10/2024 alle 21:20, Scudo1901 dice:

Davvero ben fatto, si legge che è un piacere, complimenti per l’eccellente lavoro! 👏🏾👏🏾👏🏾

 

Mi associo volentieri e quoto in toto @Scudo1901, anche perché viene citato un lotto ora nella mia raccolta. 

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