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De Callatay, Numismatica Antica ( a Milano)


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DE GREGE EPICURI

Oggi il prof. de Callatay ha tenuto all' Univ. Statale di Milano due lezioni di numismatica antica, nell'ambito dei corsi del prof.- Alessandro Cavagna, rispettivamente magistrale e per il triennio. Le lezioni continueranno mercoledì 23.10 e mercoledì 30.10, sempre in via S.Sofia, nell'aula M301 alle 12.30 e M402 alle 14.30.

La prima lezione ha affrontato temi generali della numismatica greco-romana: anzitutto una revisione dei numerosi data-base presenti in rete, sia a carattere generale che per regioni o temi speciali (Caria, Anatolia, Penisola iberica, contromarche, monete riconiate, ripostigli, studi dei conii...) Poi un accenno all'antologia generale curata da Stefan Krmnicek: "A cultural history of coins of Antiquity". Infine una serie di considerazioni generali sulla coniazione dell'oro, dell'argento e del bronzo; sui limiti della legge di Gresham nell'antichità; sulle principali ipotesi relative all'introduzione della moneta, da Aristotele in poi; sulla prevalente importanza del soldo delle truppe e degli eventi bellici per i volumi delle coniazioni.

La seconda lezione, molto più "tecnica" e complessa, ha riguardato la quantificazione delle emissioni antiche: studio dei conii (per ora soprattutto "a occhio", ma tra breve con strumenti informatici), numerosità delle formule statistiche per determinare il loro numero, tasso di sopravvivenza delle monete, ricerche già completate (anche dal conferenziere) e pubblicate, in particolare sul mondo ellenistico.

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DE GREGE EPICURI

Mah, le date comunicate erano queste; io mercoledì 23.10 non sono andato per cause di forza maggiore. In caso di dubbi sul 30.10, è bene chiedere conferma al prof. Cavagna.

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Il 25/10/2024 alle 20:33, gpittini dice:

DE GREGE EPICURI

Mah, le date comunicate erano queste; io mercoledì 23.10 non sono andato per cause di forza maggiore. In caso di dubbi sul 30.10, è bene chiedere conferma al prof. Cavagna.

 

Scusami sono io che ho equivocato, non ho visto la data del post, il 16, e quindi ho erroneamente pensato che la data del 23 fosse passata.

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DE GREGE EPICURI

Ieri ho ascoltato le ultime due lezioni di de Callatay a Milano.

Nella prima, ha commentato un quadro del 1650 dei pittori fiamminghi van der Borght ( o Borcht), padre e figlio, attivi prevalentemente a Francoforte. Nel quadro sono raffigurate numerose monete antiche, prevalentemente romane ma anche greche, in argento e in bronzo. Oltre a queste: un lacrimatoio antico in vetro, vasi romani, un recipiente in terracotta con testina umana, altri reperti antichi. Il padre Hendrik era anche antiquario e collezionista.  Esaminate le monete, emerge che raffigurano per lo più pezzi autentici, della Roma repubblicana ed imperiale; c'è anche un argento greco di Thasos. Compare però anche una di o tetradramma della regina Igikrateia, ultima moglie di Mitridate Eupatore, la quale non ha mai emesso monete: si tratta qui di una fantasia rinascimentale, che ha prodotto anche medaglie in onore della stessa basilissa. De Callatay si chiede poi se tutti gli oggetti raffigurati possano essere l'insieme di un unico ritrovamento "misto" (di monete, terracotte, statue): la risposta è incerta, tanto più che è presente anche un bratteato di Federico Barbarossa. Sembra probabile invece che molti degli oggetti assumano un valore metaforico: una lucerna per la fede, il lacrimatoio come rimpianto del passato, ecc.

La seconda lezione tratta delle emissioni auree di Alessandro Magno, della loro quantità, persistenza nei ritrovamenti, effetti sull'economia dell'impero alessandrino. La quantità fu sicuramente stupefacente, molto superiore a tutte le emissioni auree precedenti (e forse anche seguenti) dell'antichità, e deriva dalla enorme quantità di lingotti e oggetti aurei saccheggiati nell'impero persiano. Tuttavia, nei ritrovamenti tali monete si riducono enormemente già dopo un secolo, e scarseggiano dopo 150-200 anni. Quanto all'effetto sull'economia, esse causarono sicuramente una inflazione generale dopo la loro diffusione, ma nel lungo periodo non sembrano aver dato un forte impulso economico, neppure dal lato puramente commerciale  (un po' come l'argento di Potosì per la Spagna).

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