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Doppio Fiorino di Camera variante - Giulio II


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Il Martinori riporta che la prima emissione del nominale da un "Fiorino di Camera" avvenne sotto Sisto IV (1471-1484), con la celebre raffigurazione al rovescio di S. Pietro in navicella, al taglio di 100 per libbra e purezza teorica 1000 ‰.  Nell'uso comune e nelle tariffe tale Fiorino prese appunto il nome di navicella, e la sua coniazione proseguì fino a Paolo III (1534-1549) per essere poi sostituito, nelle emissioni di Roma, dallo scudo d'oro, a titolo inferiore (916 ‰). Furono coniati anche doppi fiorini, talora particolarmente ricercati per la bellezza di alcuni ritratti papali raffigurati al diritto.

Vorrei qui riferirmi ai doppi fiorini di Giulio II (1503-1513): ve ne sono di varia tipologia tutti di rarità elevata, per quanto talora impropriamente differenziata. Forse il meno raro è il MIR 545 (Munt. 4), con ritratto papale (del "Tagliacarne") al diritto e al R/ i SS. Pietro e Andrea in navicella e attorno la legenda NAVIS AETERNAE SALVTIS.

image00490.jpg 

     MIR 545 (ex Nomos AG 24)

Il MIR 547 presenta analoghe impronte ma legenda di R/ SANCTVS PETRVS ALMA ROMA ed il MIR 548 il D/ con immagine pontificale e R/ con solo S. Pietro in navicella e legenda SANCTVS PETRVS ALMA ROMA.

image00662.jpg

   MIR 547 (ex NAC 130)

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Il MIR 546 (Munt. 5) presenta al D/ lo stemma decagono pontificale e lo stesso R/ del MIR 545 precedente.

image00370.jpg

   MIR 546 (ex NAC 107)

Il doppio Fiorino di Camera con minor appeal (MIR 549) è quello con la raffigurazione tradizionale delle armi papali al D/ e S. Pietro solo in navicella al R/. Il D/ presenta la legenda IVLIVS II PONT MAX ed il R/ SANCTVS PETRVS ALMA ROMA. Sia il Muntoni che il CNI indicano per questa moneta alcune varianti di D/ (punteggiatura). 

image00544.jpg

   MIR 549 (ex NAC 90) al D/ cerchietti in legenda, al R/ rosetta (segno dello zecchiere Antonio Segni) - (Munt. 7)

image00277.jpg

   MIR 549 (ex NAC 118) al D/ rosette in legenda (Munt. 8 - Var. I)

Come dice il Martinori nei suoi Annali della Zecca di Roma: "Questa bella moneta ricorda l'altra dello stesso valore di Alessandro VI, dell'incisore Corbolini, e portando il segno della rosetta la crediamo coniata al tempo della gestione di Antonio Segni". Viceversa la mancanza della rosetta nei MIR 545-547 è stata attribuita dal Martinori ad un periodo successivo, quello di transizione ai banchieri Fugger (dal 1510) al termine dell'appalto di zecca Segni.

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Nè il MIR nè Muntoni nè il CNI riportano invece una particolare variante di MIR 549. Si tratta di esemplari che al D/ in legenda presentano un errore nel nome del pontefice, IVLVS anzichè IVLIVS (dunque: * IVLVS ° II * - * PONT ° MAX *). Provengono tutti da un unico conio e sono particolarmente rari con un rapporto di circa 1:8 con il "wild type". Di seguito gli esemplari che ho reperito di questa variante.

image.jpeg

ex CNG 53, 2000 poi CNG 69, 2005 (variante non riconosciuta - g 6.76)

image01300.jpg

ex InAsta 11, 2005 (variante riconosciuta come tale e indicata R4 - g 6.7)

image00486.jpg

ex Bolaffi 21, 2012 (variante non riconosciuta - g 6.6)

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Recentemente l'esemplare CNG è ritornato in asta Nomisma 70 in slab (MS62) ed aggiudicato ad € 7.000. Anche in tal caso nel catalogo non appare trattarsi di una significativa e rara variante di conio.

 

Giulio II var-3 Nomisma 70.jpg

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Un esemplare di questa variante (non corrispondente ad alcuno dei precedenti) era anche presente e illustrato in Asta Santamaria - Coll. Magnaguti (Ex Nummis Historia, vol. XI, 1956):

image.png

In tal caso la variante era stata riconosciuta:

image.png

Per chi fosse interessato al PDF del volume XI Magnaguti, l'ho ritrovato in rete e ho provveduto a caricarlo nel settore Biblioteca di lamoneta.it.

 

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  • 1 mese dopo...
Il 14/09/2024 alle 10:28, Giov60 dice:

Il Martinori riporta che la prima emissione del nominale da un "Fiorino di Camera" avvenne sotto Sisto IV (1471-1484), con la celebre raffigurazione al rovescio di S. Pietro in navicella, al taglio di 100 per libbra e purezza teorica 1000 ‰. 

Ottima disamina grazie Giovanni. Tuttavia la purezza del titolo dell’oro a mille millesimi non esiste. Non esiste oggi, figuriamoci 500 anni fa. Oggi si arriva a 999,9 A quesi tempi unondeibtitoli piu’ puri che la raffinazione permetteva era quello del fiorino di firenze e del genovino, monete particolarmente apprezzate proprio per questa caratteristica. Per stabilire ae il ducato papale di Giulio II era almeno pari al titolo del fiorino occorrerebbero analisi ad hoc e costituirebbe certamente um elemento metrologico importante. 

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4 ore fa, numa numa dice:

Ottima disamina grazie Giovanni. Tuttavia la purezza del titolo dell’oro a mille millesimi non esiste. Non esiste oggi, figuriamoci 500 anni fa. Oggi si arriva a 999,9 A quesi tempi unondeibtitoli piu’ puri che la raffinazione permetteva era quello del fiorino di firenze e del genovino, monete particolarmente apprezzate proprio per questa caratteristica. Per stabilire ae il ducato papale di Giulio II era almeno pari al titolo del fiorino occorrerebbero analisi ad hoc e costituirebbe certamente um elemento metrologico importante. 

Grazie Fabrizio, fa sempre piacere un tuo apprezzamento.

Per quanto riguarda il titolo del fiorino, hai ragione: il teorico del 1000 non è raggiungibile, ma la purezza dell'oro già a quel tempo era elevatissima. Nell'ultimo, interessante, volume sui primi 100 anni del fiorino fiorentino (BOLLNUM-Fiorini 61-62.pdf, p. 336), viene riportato un titolo (misurato) di 23.90 carati, pari al 996‰. L'approssimazione a 1000 intende solo indicare la massima raffinazione possibile dell'oro, e se vi fosse stata una differenza significativa di titolo con quello fiorentino, il fiorino di Camera (dello stesso peso e valore) non avrebbe avuto il successo che allora riscosse.

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2 ore fa, Giov60 dice:

se vi fosse stata una differenza significativa di titolo con quello fiorentino, il fiorino di Camera (dello stesso peso e valore) non avrebbe avuto il successo che allora riscosse.

assolutamente cosi .. 👍

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