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IGNORED

The Wonderful Wizard of Oz


Risposte migliori

Inviato

I partiti politici (quelli veri)

Che ci sono ancora oggi :rolleyes:

Ognuno dei due partiti principali (vi ricordo che stiamo sempre parlando del periodo 1870-1880 in America, qualsiasi riferimento, ecc...) era formato da una serie di organizzazioni statali e locali che assumevano temporaneamente carattere unitario una volta ogni quattro anni, in occasione delle elezioni presidenziali. Negli altri momenti nominavano i loro candidati, raccoglievano fondi, e amministravano le loro clientele senza nessuna preoccupazione oltre ai propri interessi immediati. Ben poco distingueva i repubblicani dai democratici, "nessuno dei due partiti - scriveva uno storico dell'epoca - ha alcun principio, alcuna opinione che lo contraddistingua."

Eppure avevano entrambi una propria rete di affiliati, basata non tanto su fattori economici, quanto su complesse ragioni storiche, etniche, religiose e culturali. Quello repubblicano era il partito dell'Unione, cementato dalle memorie della guerra di secessione: piaceva ai veterani nordisti e alla gente di colore, e rafforzava tutto questo evocando il nome di Lincoln e sventolando "la camicia insanguinata" (nell'immagine una ricostruzione del suo assassinio).

assassinio Lincoln.jpg

Così facendo, potevano identificare i democratici come il partito della secessione. Molto forte nel New England e nel Midwest, il partito repubblicano era sostenuto soprattutto dalla popolazione di più antica origine americana (a esclusione del sud), in particolare dalle confessioni protestanti dei congrezionalisti, metodisti, quaccheri. Gran parte del mondo degli affari votava repubblicano, come pure molti lavoratori e la massa degli agricoltori.

Il partito democratico, invece, era in sostanza un'alleanza tra bianchi sudisti e immigrati nelle grandi città del nord. Raccoglieva generalmente il voto cattolico, e di alcune confessioni protestanti come i luterani tedeschi. Trovavano adesioni anche in alcune frange di agricoltori e in una minoranza di uomini d'affari e banchieri.

Continua... :)  

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Inviato

A dispetto del fatto che i due partiti non avessero un'ideologia esplicita, ma tendessero anzi a nascondere la loro identità, era comunque possibile riconoscere reali e persistenti differenze sulle questioni politiche più generali. Così i repubblicani, pur accettando il decentramento amministrativo, credevano che un'economia integrata e una società nazionale necessitassero a volte di un governo attivo e centralizzato. Erano favorevoli a elevati dazi protezionistici, sostenevano, o almeno rispettavano formalmente, l'uguaglianza razziale, ed erano al tempo stesso favorevoli a restrizioni sull'immigrazione.

I democratici, invece, avevano preso quasi a proprio simbolo i diritti dei singoli stati e la limitazione dell'autorità del governo federale, esaltavano l'economia di mercato e la riduzione dei dazi, ed erano fortemente razzisti, non solo al sud.

Entrambi i partiti erano afflitti dalla piaga del correntismo cronico, alimentato da rivalità personali, dalla povertà degli ideali politici e dalla brama di potere. Ma con l'avvicinarsi del giorno delle elezioni, cercavano, non sempre con successo, di rimediare alle loro divergenze interne, presentando una facciata unita (ancora una volta, qualsiasi riferimento, ecc... :rolleyes:).

La cosa che più salta all'occhio da questa breve, e per forza di cose sommaria analisi, è che su molti temi le posizioni dei due partiti si sono oggi (ma non da oggi) rovesciate. In particolare, per quanto riguarda le questione razziale, sono oggi i democratici a sostenere i diritti della popolazione di colore, ricevendo in cambio il voto della grande maggioranza di essa. Ed è stato soprattutto grazie a due presidenti democratici, Kennedy  e Johnson, che gli afroamericani hanno ottenuto quei diritti che avrebbero, in teoria, dovuto ottenere fin dalla fine della guerra civile. Invece c'è voluto un secolo, e forse non è nemmeno il caso di dire meglio tardi che mai, poiché la questione razziale non è ancora pienamente superata, e molti problemi aspettano ancora di essere risolti.

Ma non spetta certo a noi occuparcene qui, noi, dal prossimo post, torniamo a parlare di monete :)

petronius oo)


Inviato

Se mai sono esistite monete rappresentative della Gilded Age, queste sono senz'altro quelle create da Charles Barber. Le monete precedentemente in uso, sebbene in circolazione per buona parte dell' "età dorata", risalivano tutte, pur nelle diverse, successive varianti, a un'epoca precedente la guerra civile, "un altro mondo", e non solo in America. 

C'era stato, è vero, nel pieno dell'età dorata, il dollaro di Morgan, ma la sua reale circolazione era assai limitata, confinata ai territori semi-spopolati del West e agli stati ex-schiavisti del sud, dove veniva usato principalmente dalla gente di colore, che non si fidava troppo delle banconote, delle quali spesso non era in grado di decifrare le iscrizioni o interpretare i misteriosi simboli. Ma nelle grandi città dell'est, dove c'erano le industrie e viveva la maggioranza della popolazione, si può dire che il dollaro Morgan fosse conosciuto solo dai collezionisti.

Le monete di Barber, invece, le conoscevano tutti, e tutti le usavano, da una costa all'altra: bianchi e neri, americani da generazioni e immigrati appena sbarcati, analfabeti e uomini di cultura, tutti avevano in tasca i suoi spiccioli: nichelini e dimes, quarti e mezzi dollari. 

Abbiamo già incontrato Charles Barber a proposito delle monete hawaiane, conosciamolo meglio prima di passare a conoscere le sue creature :rolleyes:

Charles E. Barber

Charles Edward Barber, nato a Londra il 16 novembre 1840, arriva negli Stati Uniti con la famiglia nel 1852. Suo padre William, stimato incisore, si conquista una posizione di primo piano alla Zecca di Philadelphia, fino a divenirne il Chief Engraver nel 1869, succedendo a James B. Longacre.

Anche Charles, secondo una prassi nepotistica tipica della Zecca di quegli anni, viene assunto come assistente del padre, di cui prende il posto nel 1879, dopo la sua morte. Non senza polemiche, poiché in molti avrebbero visto volentieri come nuovo Chief Engraver, George Morgan, considerato artista di ben altro talento rispetto a Barber.

La cosa non manca di generare numerosi attriti tra i due, che già non si vedevano di buon occhio, ma questo non impedisce loro di collaborare nella realizzazione di diverse medaglie, del primo mezzo dollaro commemorativo, nonché della bella moneta d'oro da 4 dollari nota come Stella.

Charles Barber è stato, tra i Chief Engravers della Zecca statunitense, quello rimasto più a lungo in carica, dal 1879 al 1917, e tra le sue monete vanno ricordate, oltre alle circolanti negli Stati Uniti, quelle incise per Cuba, il Venezuela e le Hawaii (che ben conosciamo).

Muore a Philadelphia, il 18 febbraio 1917.

Charles E. Barber.jpg

petronius :)

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Inviato

Nichelini

La guerra civile aveva provocato la scomparsa dalla circolazione delle monete metalliche, sostituite da gettoni mercantili, francobolli incapsulati e "fractional currency", cartamoneta di tagli inferiori al dollaro. Nel 1864 il Congresso diede inizio al processo di ripristino di una normale circolazione monetaria, decidendo tra l'altro la coniazione di una moneta da 5 centesimi al 75% di rame e 25% di nickel, che avrebbe dovuto sostituire i biglietti frazionari di pari valore. Moneta che vide la luce nel 1866, disegnata da James B. Longacre, nota come Shield nickel per il disegno dello scudo al dritto.

shield nickel1875PCGSPR67.jpg

Da subito indicata semplicemente come nickel (it. nichelino), sebbene quel metallo costituisse appena un quarto della sua composizione, questa tipologia fu coniata ininterrottamente dal 1866 al 1883 nella sola zecca di Philadelphia, in due diverse varianti, con o senza raggi al rovescio (quella in foto).

A metà del 1883 fu affiancata, e poi totalmente sostituita, da un nuovo modello disegnato da Charles Barber. Il dritto di questo mostra un classico busto di Lady Liberty volto a sinistra. I suoi capelli sono legati all'indietro, indossa una corona con inciso il suo nome, e una ghirlanda di grano, fiocchi di cotone e foglie di tabacco. Il busto è circondato da 13 stelle, con al disotto la data.

Vnickel1883HA-no cents-PCGSMS67d.jpg

Il rovescio mostra un grande numero romano V (a indicare 5), in una corona di mais, grano, cotone e tabacco. Lungo il bordo le iscrizioni UNITED STATES OF AMERICA e E PLURIBUS UNUM.

Vnickel1883HA-no cents-PCGSMS67r.jpg

E qui incominciano i guai... :rolleyes:

petronius oo)

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Inviato

V-nickel o V-dollar?

Il nome ufficiale di questa moneta è Liberty Head nickel, ma a causa di quel grande numero romano al rovescio è conosciuta soprattutto come V-nickel. Ci sta, di teste di Liberty ce n'erano già tante, e più o meno si somigliavano tutte :lol:

Ma qualcuno pensò bene di sfruttare questa somiglianza. Perché che quella V stesse a indicare il numero 5 lo sapevano tutti, ma 5 cosa? Se guardate bene, da nessuna parte è scritto che sono centesimi. Ma è ovvio, si dirà. Sì, ma solo fino a quando non vi fanno credere un'altra cosa :rolleyes:

Approfittando della dimensione simile a quella dei 5 dollari d'oro (half eagle), vari truffatori hanno rapidamente placcato in oro i nuovi pezzi e li hanno fatti passare per quelli da 5 dollari. E per rendere il tutto ancora più convincente, hanno anche modificato il bordo liscio dei nichelini in rigato, come quello delle mezze aquile, prima della placcatura. E c'era, come detto, una certa somiglianza tra le due teste di Liberty al dritto. Ecco quella dei 5 dollari, l'altra è nel post precedente:

liberty half eagle1883S-HA-PCGSMS64d.jpg

Somiglianza che non poteva certo essere fatta valere per il rovescio, sulla moneta d'oro, come da nome, c'era un'aquila. 

liberty half eagle1883S-HA-PCGSMS64r.jpg

E' probabile che i truffatori la spacciassero per un nuovo modello, e poiché erano pochi quelli che avevano la possibilità di controllare la veridicità di questa affermazione, la truffa funzionava, con grande imbarazzo della Zecca.

Queste monete furono poi chiamate racketeer nickels, "nichelini da racket"  e si possono trovare ancora oggi, anche se poi ne sono stati prodotti in quantità per i collezionisti: non garantisco che l'esemplare in foto sia stato fatto davvero nel 1883 :lol:

racketeer nickel gold plated1883.jpg

Se un giorno qualcuno volesse provare a scrivere una storia numismatica della  Gilded Age :blush: questa moneta-nonmoneta, meriterebbe l'onore della copertina, rappresentando, meglio forse di tante parole, l'essenza di quegli anni. Anch'essa, infatti, al pari dell'epoca narrata da Twain e Warner, ha solo una sottile patina dorata, che può far credere che tutta la moneta lo sia, ma grattandola appare la cruda realtà sottostante. Che tanti, però, non riescono a vedere... o forse preferiscono non farlo :ninja:

petronius oo)

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Inviato

Uno dei racconti più divertenti sui cosiddetti racketeer nickels coinvolge un sordomuto, tale Josh Tatum. L'uomo entrò in un negozio, fece acquisti per pochi spiccioli, forse un sigaro da 5 centesimi, e pagò con un racketeer, ricevendo prontamente il resto per una moneta da 5 dollari dal commesso. Che però non ci mise molto ad accorgersi del raggiro, chiamò la polizia, che rintracciò Tatum e lo arrestò. Al processo l'avvocato di Tatum sostenne che il suo assistito non aveva mai parlato con il commesso del valore della moneta né, tantomeno, gli aveva chiesto il resto :rolleyes:. Quindi non aveva compiuto alcun reato, era stato l'altro a fraintendere. Tatum fu assolto :D 

Vera o no che fosse questa storia, la Zecca era in forte imbarazzo per aver omesso sulla moneta una chiara indicazione del valore, e corse subito ai ripari, modificando il rovescio con l'aggiunta della parola CENTS, posizionata in basso, mentre E PLURIBUS UNUM fu spostato in alto, sopra la corona, in caratteri più piccoli.

Vnickel1885HA-PCGSMS66+R.jpg

Alla fine, nel 1883, risultarono coniati circa 5 milioni e mezzo di pezzi senza scritta, e oltre 16 milioni di quelli modificati. Che continuarono a essere coniati, senza ulteriori modifiche, fino al 1912. Con un'appendice l'anno seguente, costituita dai cinque, famosissimi, V-nickel 1913, tra le vette assolute, per importanza e rarità, della monetazione americana.

Ma questa è un'altra storia... e noi l'abbiamo già raccontata ;)

https://www.lamoneta.it/topic/92074-a-nickels-story/

petronius :)

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Inviato

The New Uncle Sam

Prima di continuare con l'analisi delle altre monete di Barber, torniamo a parlare di Storia, con la protesta degli agricoltori da cui nascerà quel Partito Populista che più di ogni altro si adoprerà per un sistema monetario basato sull'argento. 

Lo facciamo partendo da una vignetta del 1891, The New Uncle Sam, che mostra, meglio di qualsiasi discorso, la situazione in cui erano venuti a trovarsi molti agricoltori colpiti da una gravissima crisi economica, e facile preda di profittatori e speculatori.

the new uncle sam1891.jpg

Un agricoltore in abiti stracciati, con in mano le carte di un'ipoteca sulla sua fattoria, si presenta alla porta del Vostro Zio Sam, naturalmente pronto ad aiutare lui e tutti con:

"Anticipo di denaro sui raccolti e prestiti agli agricoltori senza interessi. Trasporto gratuito (gli alti costi di spedizione dei prodotti agricoli erano uno dei problemi più sentiti). Tutti i dollari che desiderate. Mutui ipotecari sulle vostre fattorie", ecc.

E' facile immaginare cosa sarebbe successo poi <_<

Così lo scontento degli agricoltori crebbe sempre più :aggressive:

Continua... oo)

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Inviato
Il 3/10/2024 alle 19:06, petronius arbiter dice:

e quanto ai villani, nel senso, non certo spregiativo, di contadini... ne parliamo più avanti ;)

Adesso :rolleyes:

La protesta agraria

Dopo la guerra di secessione i prezzi dei prodotti agricoli calarono regolarmente e in misura massiccia. Il grano, che si vendeva a 1,45 dollari il bushel (it. staio, circa 35 litri) nel 1866, nel 1894 era passato a 49 cents; il mais nello stesso periodo scese da 75 a 28 cents lo staio. Il cotone dai 31 cents alla balla (225 kg.) del 1866, passò a soli 6 cents nel 1893 :(  

Contemporaneamente si verificò un netto aumento dell'indebitamento agricolo e del sistema degli affitti. Nel 1890 oltre un quarto delle terre lavorate direttamente dai proprietari era ipotecato (vedi vignetta del post precedente), e in alcuni stati del Midwest come Michigan, Iowa, Wisconsin, la proporzione si avvicinava alla metà. Nel sud, invece, il numero delle ipoteche era relativamente insignificante, ma solo perché il valore del terreno era troppo basso per poter servire da garanzia. E calava anche il numero di agricoltori che coltivava la propria terra, e non in affitto o a mezzadria: erano un quarto del totale nel 1880, un terzo nel 1900.

rural life 1890s.jpg

Tale situazione fu causata soprattutto da una crisi internazionale di sovrapproduzione. Mentre l'agricoltura americana era in espansione grazie alla meccanizzazione, vasti tratti di terra vergine venivano posti a coltura in Australia, Canada, Argentina e Russia. Le ferrovie e la navigazione a vapore rendevano possibile trasportare velocemente prodotti agricoli e materie prime sulle lunghe distanze, facendo rientrare in un unico, vasto mercato, i vari paesi di produzione... primi segni della globalizzazione :rolleyes: 

L'incremento della produzione mondiale superò così la capacità di assorbimento dei mercati, e la caduta dei prezzi prese a colpire l'agricoltura in varie parti del mondo.

Continua... :)

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Inviato

Le difficoltà dell'agricoltura erano aggravate anche da fattori interni, sui quali, visto che erano più comprensibili per la maggioranza delle persone di quelli derivanti dall'economia mondiale, gli agricoltori fecero convergere la loro protesta.

Le ferrovie, con i loro costi, alti e discriminatori, diventarono, non senza ragione, il bersaglio principale. Nel Sud e nel West, i costi erano due o tre volte più alti di quelli, ad esempio, tra New York e Chicago, e la lamentela secondo cui occorreva uno staio di grano o di mais per pagare il trasporto di un altro staio era a volte una stima addirittura inferiore alla realtà <_<

Gli agricoltori soffrivano anche per gli alti tassi di interesse richiesti loro dalle banche in caso di prestiti. Sebbene l'interesse fosse fissato per legge, e si aggirasse ufficialmente tra il 6 e il 10%, il costo di commissioni e servizi lo alzava al 15 e perfino al 25%.

Altra bestia nera erano i grandi monopoli, che avendo eliminato la concorrenza estera e tra di loro, potevano dare il prezzo che volevano a qualunque merce occorresse all'acquirente. E non poteva mancare la protesta contro il governo, che con la sua politica deflazionistica e fiscale, abbassava i prezzi dei loro prodotti mentre alzava il costo del denaro.

In breve, gli agricoltori si sentivano brutalmente sfruttati da altri gruppi, e ignorati o discriminati dal governo. Come ben illustrato, ancora una volta, da questa bella vignetta.

I feed you all.jpg

Inoltre, erano sempre più in declino come gruppo sociale. Un tempo erano stati ammirati, e perfino idealizzati (Thomas Jefferson li aveva definiti "il popolo eletto da Dio"), ora invece venivano scherniti dagli abitanti delle città in quanto rozzi e provinciali.

Tutto questo portò alla creazione, prima di organizzazioni agricole collettive, poi di veri e propri partiti politici, come il Greenback Party di cui ci siamo occupati in precedenza. E dopo alcuni successi in elezioni locali, da esso e da altri partiti e organizzazioni nacque, nel 1892, il People's Party, Partito del Popolo o, come furono da subito chiamati, Populisti :rolleyes:

Dei quali ci occuperemo più avanti ;)

petronius oo)

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Inviato

In tutto questo tempo non mi sono certo dimenticato del mago di Oz, è arrivato il momento del secondo intermezzo favolistico (ma non troppo).

The Scarecrow

Lo Spaventapasseri fu costruito per spaventare gli uccelli che infestavano il campo di un abitante del paese dei Munchkins. Il suo proprietario lo realizzò talmente bene che le cornacchie dopo averlo visto, credendolo un vero uomo, non provavano nemmeno ad avvicinarsi. Una di esse però, più esperta e vecchia delle altre, convinse le compagne della reale origine del loro nemico. Le cornacchie dunque, preso coraggio, devastarono il campo nel quale si trovava lo spaventapasseri che, affranto per l'accaduto, si disperava. La minima consolazione gli venne da parte della vecchia cornacchia stessa, che gli disse che era un uomo quasi perfetto, ma che quel che gli mancava era solo un po' di cervello.

Due giorni dopo la sua creazione, mentre stava legato su di un palo, incontrò Dorothy, che aveva deciso di recarsi dal meraviglioso mago di Oz. Volendo a tutti i costi riscattarsi per l'errore commesso con le cornacchie, lo spaventapasseri, che credeva che tutto fosse dovuto solo alla stupidità, si unì a lei per andare a chiedere un cervello al mago.

Il 29/10/2024 alle 19:40, petronius arbiter dice:

gli agricoltori si sentivano brutalmente sfruttati da altri gruppi, e ignorati o discriminati dal governo

E secondo l'interpretazione "politica" del romanzo, lo Spaventapasseri rappresenterebbe proprio i contadini del West oppressi...

Il 29/10/2024 alle 19:40, petronius arbiter dice:

venivano scherniti dagli abitanti delle città in quanto rozzi e provinciali.

... e anche un po' stupidi, secondo l'opinione di molti cittadini :rolleyes:

spaventapasseri.jpg

A interpretarlo nel film del 1939, l'attore Ray Bolger.

petronius :)

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Inviato

American Barber

american barber.webp

Ovviamente i barbieri non c'entrano nulla :D è solo un gioco di parole col nome del Chief-engraver della Zecca che nel 1892 ridisegnò buona parte delle monete statunitensi, quelle di uso più comune, gli spiccioli: dimes, quarti e mezzi dollari, che andarono ad aggiungersi al nichelino di nove anni prima. E stavolta non ci furono equivoci sul reale valore delle monete ;)  

Ci furono però sulla scelta di chi avrebbe dovuto disegnarle, e ce ne volle prima di giungere a quella che, in fondo, era la decisione più ovvia.

Incominciamo col dire che una legge approvata dal Congresso nel 1890, imponeva di utilizzare i disegni delle monete per un periodo minimo di 25 anni. Poiché tale periodo era già abbondantemente trascorso per molte tipologie, il Direttore della Zecca, Edward O. Leech, colse l'occasione al balzo per proporre un rinnovamento radicale di molti nominali. Ma, volendo evitare uno scontro diretto tra Charles Barber e il suo assistente George Morgan

morgan & barber2.jpg

da tempo ai ferri corti per più di un motivo, Leech mise da parte i numerosi, a volte splendidi progetti realizzati dai due negli anni '70 e '80, e bandì un concorso per nuovi disegni, invitando a partecipare dieci artisti, selezionati tra i migliori scultori e medaglisti, tra cui Augustus Saint-Gaudens.

Come un sol uomo, i convocati respinsero l'invito, a causa dei vincoli restrittivi posti e del magro compenso offerto dal Dipartimento del Tesoro, inviando un rifiuto comune:

"I sottoscritti, essendo stati invitati a preparare disegni per una nuova monetazione per gli Stati Uniti, fanno rispettosamente notare che le condizioni della competizione, come presentate nella lettera di invito, sono tali da precludere la possibilità di qualunque buon risultato. Il tempo messo a disposizione per preparare i disegni è troppo breve, e il compenso del tutto insufficiente, mentre non viene data nessuna assicurazione su chi farà la premiazione."

Imbarazzato da questi rimproveri, il Dipartimento del Tesoro mise da parte il suo piano di una competizione tra artisti riconosciuti e provò a bandirne una aperta a chiunque avesse voluto partecipare. La cosa suscitò un certo interesse tra gli aspiranti artisti del Paese, ma la loro mancanza di talento e abilità risultò, a dir poco, scoraggiante. Non restava che prendere atto della situazione, cosa che avvenne in un rapporto inviato il 3 luglio 1891 al Segretario al Tesoro, Charles Foster.

E così, imbarazzato e sfinito da questa sequenza di eventi, al Direttore Leech non rimase altro da fare che dare incarico al suo Chief-engraver di preparare i disegni richiesti :rolleyes:

Nascevano i dimes, quarter e half dollars di Charles Barber, gli American Barber :D

petronius oo)

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Inviato

Franza o Spagna...

... purché se magna :D

O meglio, in questo caso... purché se conia :rolleyes:

E così, dopo essersi ispirata per il dollaro allo Spanish Milled dollar, il celeberrimo "pezzo da otto" dei pirati, la Zecca statunitense pensa che sia venuto il momento di prendere spunto dalle monete francesi. E' infatti un'esplicita richiesta del Direttore Edward Leech a Charles Barber quella di modellare la testa di Lady Liberty sulle nuove monete prendendo a modello la contemporanea testa di Cerere, opera di Eugène André Oudiné, che compariva sui franchi francesi.

5francs1870Ad.jpg

E Barber esegue.

barber half1897GO-NGCPR67cameoD2.jpg

Questo è il mezzo dollaro, dimes e quarters sono uguali. La somiglianza è innegabile, anzi, la Lady di Barber, con quel cappello frigio, il copricapo-simbolo della Rivoluzione, sembra ancora più "francese" dell'originale :rolleyes:

E non sono certo io il primo ad accorgersene. Scriveva infatti l'American Journal of Numismatics poco dopo il rilascio delle prime monete:

"E' più che altro una sensazione, difficile da definire, ma percettibile, che la testa rimandi a quelle classiche su alcune monete romane e, una sensazione ancora più forte, alla testa sui franchi francesi..."

petronius :)

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Inviato

Il dritto di tutte e tre le monete disegnate da Barber, mostra la testa di Lady Liberty volta a destra. Lei indossa un cappello frigio, e ha una corona ricavata da un ramo d'ulivo, con una piccola fascia che porta scritto il suo nome.

Nel mezzo dollaro (vedi foto sopra) e nel quarto di dollaro, il dritto è completato dal motto religioso IN GOD WE TRUST in alto, e dalla data in basso. Sotto la troncatura del collo, all'altezza del numero 1 della data, compare l'iniziale dell'incisore, B per Barber. Nel giro ci sono 13 stelle, 6 a sinistra 7 a destra.

Il rovescio di entrambe le monete, mostra un'aquila araldica ad ali distese, simile a quella dello stemma degli Stati Uniti (Great Seal). Nel becco ha un cartiglio con il motto E PLURIBUS UNUM, con l'artiglio sinistro stringe un ramo d'ulivo, con il destro un mazzo di frecce. Sopra la testa ci sono 13 stelle, nel giro in alto, UNITED STATES OF AMERICA, in basso il valore, HALF DOLLAR o QUARTER DOLLAR. Sotto la coda dell'aquila il marchio di zecca, ove presente. Il contorno per entrambe è rigato.

barber half1897GO-NGCPR67cameoR.jpg

barber quarter1895O-GO-NGCMS66r.jpg

Con il dime il rovescio, e alcuni particolari del dritto, cambiano.

petronius :)

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Per il dritto del dime Barber replicò la testa di Liberty dei valori più alti, sostituendo però il motto religioso con l'indicazione dell'autorità emittente, UNITED STATES OF AMERICA, che occupa tutto il giro, dal quale spariscono anche le stelle. Invariate la data in basso e la firma di Barber sotto il collo.

barber dime1892S-GO-PCGSMS66d.jpg

Il rovescio è una leggera revisione della corona presente nella tipologia precedente, composta da un collage di flora americana che include mais, grano, tabacco e foglie di quercia. Al centro il valore, ONE DIME.

barber dime1892S-GO-PCGSMS66r.jpg

Ma quale fu l'accoglienza dei numismatici per queste nuove monete? Leggiamo ancora l'American Journal of Numismatics:

"L'effetto generale è piacevole: delle tre, il dime è per molti versi il più attraente. La testa di Liberty è dignitosa, ma anche se circola la sciocca storia che il profilo sia quello di una 'reigning belle' di New York, difficilmente la si può dire una bellezza... C'è una pienezza sul labbro superiore che le toglie espressione, e un leggero gonfiore sul didietro del collo, che ha portato un critico a osservare che 'sta per arrivare al punto di ebollizione' e un altro a dire che 'la gola è quella di un gladiatore'... Si può ragionevolmente dedurre che, per molti aspetti, queste monete sono un avanzamento rispetto a quanto è stato finora realizzato, ma c'è ancora una lunga distanza tra loro e la moneta Nazionale ideale... Monete di più elevato livello artistico, per l'uso generale, saranno coniate lo stesso giorno che la quadratura del cerchio sarà perfettamente realizzata."

Non proprio entusiasmante :rolleyes:

Molti, tra i numismatici, si mostrarono alquanto delusi, altri preferirono non pronunciarsi, ma andò meglio con la stampa generalista e con la gente comune, che sembrarono invece apprezzare le nuove monete. Così come col tempo finirono per apprezzarle i collezionisti ;)

petronius :)

 

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Inviato

Gli anni in cui furono emesse le monete d'argento di Barber, dal 1892 al 1916 (1915 per il mezzo dollaro), si possono considerare un periodo molto stabile per la monetazione, in termini di numero di pezzi coniati e della loro circolazione senza alcuna restrizione. Infatti, a parte le solite polemiche sui dollari d'argento (allora come oggi la maggior parte degli americani preferiva il biglietto di pari valore), non ci furono problemi di sorta con le monete, e tutti poterono godere di una disponibilità adeguata e affidabile.

Tradotta in una produzione di oltre 500 milioni di dimes, 264 milioni di quarters, e quasi 136 milioni di half dollars. Va da sé che la gran parte di questa enorme massa monetaria debba considerarsi ancora oggi comune dal punto di vista del collezionismo, specie se circolata. Non mancano tuttavia le rarità, come i quarti di dollaro 1901S, o i mezzi dollari del 1904, sempre coniati a San Francisco. Ma è con un'altra moneta che la zecca della California raggiunge la vetta: l'unica, tra quelle disegnate da Barber, che possa rivaleggiare con il V-nickel del 1913.

1894S Dime

Non si può dire che il 1894 sia stato un anno di grande produzione per il dime, appena 1.330.000 a Philadelphia e soli 720.000 a New Orleans. Nessuno a San Francisco. O almeno, queste erano le disposizioni del Dipartimento del Tesoro. Eppure, nella zecca californiana furono coniate 24 monete, presumibilmente nel mese di giugno. Perchè? Ah, saperlo :lol:

Una prima spiegazione apparve già nel 1895, in un articolo del San Francisco Bulletin. L'articolo citava un rapporto di un dipendente della Zecca, nel quale si sosteneva che un numero molto piccolo di dimes era stato coniato per pareggiare un disavanzo nei libri contabili. La teoria fu portata all'attenzione dei numismatici nel 1928 all'interno di un articolo di Farran Zerbe apparso su The Numismatist. Se fosse vero, si tratterebbe di una situazione unica, in quanto non è mai successo nulla di simile in nessuna delle altre filiali della Zecca.

Resterebbero però due cose da spiegare: perché, a fronte di uno sbilanciamento dichiarato di 40 centesimi, siano stati coniati 24 dimes, ovvero 2 dollari e 40, e perché questi dimes sono stati coniati in una finitura definita da sempre prooflike, se non addirittura proof. Insomma, si sarebbe prestata la massima cura possibile per produrre una manciata di monetine che dovevano servire solo a coprire un modestissimo sbilanciamento.

Un'altra teoria, forse più vicina al vero :rolleyes: tira in ballo John Daggett, l'allora Sovrintendente della Zecca di San Francisco. Daggett avrebbe fatto coniare i 24 dimes su esplicita richiesta di alcuni suoi amici, probabilmente banchieri, e ne avrebbe distribuiti tre ciascuno a sette di loro, tenendo per se gli altri tre. Questa teoria non tiene però conto del fatto che sicuramente due dei 24 esemplari sono stati inviati alla Assay Commission, che li ha rifusi per effettuare i suoi test.

I conti non tornano, ma di più sulla loro origine non si sa, l'unico altro dato certo è che dei 24 esemplari di 1894S dime, solo 9 sono quelli oggi conosciuti (si discute sulla possibile esistenza di un decimo). Di questi, due portano i segni di una lunga circolazione, gli altri sette, al contrario, sono in altissima conservazione, certificati tra Proof-60 e Proof-66. Quest'ultimo è l'esemplare in foto, valore stimato circa 2 milioni di dollari :hi:barber dime1894SHAPCGSPR66.jpg petronius oo)

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Inviato
Il 7/11/2024 alle 19:02, petronius arbiter dice:

Daggett avrebbe... tenuto per se gli altri tre.

Che regalò  a sua figlia Hallie, allora soltanto una bambina, raccomandandole di preservarli con grande cura fin quando non fosse stata grande, perché a quel punto il loro valore sarebbe stato altissimo (quindi era ben consapevole di cosa aveva fatto ;)).

Uno di questi tre dimes ha una storia particolare, ed è oggi conosciuto come

Ice cream dime

Il nome è dovuto al fatto che la piccola Hallie, incurante delle raccomandazioni del padre, avrebbe subito speso uno dei dimes per comprarsi un gelato :rolleyes:

Questa moneta, o presunta tale, sarebbe stata ritrovata nel 1957 in una scatola di cianfrusaglie del Gimbel's Department Store di New York, e acquistata per 2 dollari e 40. Che nel 1989, in asta Bowers & Merena, diventarono 33.000 :D

hallie daggett.jpg

Questo fotomontaggio, che ritrae Hallie Daggett all'incirca nel 1900, è assai suggestivo, ma il dime non è quello del gelato, bensì lo stesso mostrato nel post precedente, uno degli altri due in suo possesso, per i quali la donna seguì il consiglio del padre, vendendoli poi nel 1954 a un importante commerciante numismatico, per una cifra sicuramente importante per l'epoca. 

Questo, invece, è l'Ice cream dime, stimato in conservazione G-4... meno di un MB.

barber dime1894S-ice creamG04.jpg

Hallie Daggett raggiunse poi una certa fama anche per un altro motivo, che non ha nulla a che fare con la numismatica. E' stata infatti la prima donna a ricoprire la mansione di vedetta antincendi per il Servizio Forestale Nazionale. Qui in una foto emblematica del 1913 :D

Hallie Daggett fire lookout.webp

Per chi volesse saperne di più

https://www.adventure-journal.com/2023/05/hallie-daggett-first-woman-fire-lookout-for-usfs-blew-minds-i-hope-your-heart-is-strong-enough-to-stand-the-shock/

E se qualcuno fosse davvero interessato ad approfondire la sua storia... beh, le hanno perfino dedicato un libro :rolleyes:

https://www.amazon.it/Headstrong-Hallie-Story-Daggett-Female

petronius :)

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Inviato

People's Party

In un convegno a St. Louis nel febbraio 1892, dominato dalle associazioni degli agricoltori ma a cui parteciparono anche rappresentanti del Greenback Party e di altri gruppi riformisti, si formò il People's Party, Partito del Popolo. Nel luglio dello stesso anno, in una convention a Omaha, i Populisti, come venivano chiamati, elessero candidato alla presidenza un vecchio esponente del Greenback Party, James B. Weaver.

James Weaver.jpg

I Populisti chiedevano il conio libero e illimitato dell'argento, la nazionalizzazione delle ferrovie, dei telegrafi e dei telefoni, e un'imposta progressiva sui redditi. E ancora, l'iniziativa legislativa popolare, la possibilità di indire referendum e, nel tentativo di conquistare il voto dei lavoratori dell'industria, una giornata lavorativa più breve e restrizioni sull'immigrazione.

Tutto questo era visto come una follia rivoluzionaria da parte dei conservatori dell'Est, i cui timori erano accresciuti dal carattere stravagante, almeno ai loro occhi, di molti leader populisti, e dal loro linguaggio violento. In effetti, sebbene non fossero pazzi e visionari come molti li ritenevano, e Weaver fosse, al contrario, un leader moderato (ma inflazionista convinto), non si può negare che tra le loro fila si trovassero personaggi decisamente eccentrici.

Come il barbuto William A. Peffer, che sembrava un profeta dell'Antico Testamento,

William A. Peffer.jpg

o Mary Ellen Lease, una tra le pochissime donne dell'epoca attive in politica. La "pitonessa del Kansas" :rolleyes:, come veniva chiamata, aveva attraversato gli Stati Uniti predicando che "Wall Street possiede il paese" e consigliando ai contadini di "coltivare meno grano e far sentire di più la propria voce".

mary ellen lease.jpeg

Alla fine, però, nelle elezioni del 1892, i populisti ebbero scarso successo. Ottennero un milione di voti, pari a meno del 9% del totale, e conquistarono quattro stati, non dei più popolosi. Ma vennero sconfitti in stati prevalentemente agricoli come l'Iowa, il Wisconsin, l'Illinois, senza riuscire a compensare altrove la perdita. Nel Sud i bianchi non abbandonarono i democratici, e la gente di colore continuò a votare repubblicano. Non andò affatto meglio negli stati industriali dell'Est, dove ugualmente la grande maggioranza degli elettori continuò a seguire i partiti tradizionali.

Alla Casa Bianca tornò il democratico Grover Cleveland, che battè il presidente uscente, il repubblicano Benjamin Harrison. Cleveland, già vittorioso nel 1884, era stato sconfitto nel 1888 da Harrison, sul quale si rifece nel 1892. Fino a una settimana fa deteneva il primato di unico presidente americano ad essere stato eletto per due mandati non consecutivi.

grover cleveland.webp

Poi, è successo quello che tutti sapete :rolleyes: ma Cleveland resterà comunque il primo... meglio di niente :D

petronius oo)


Inviato

Nonostante la sconfitta, il partito Populista era tutt'altro che morto. Anzi, alcune loro istanze, in particolare quelle sul sistema monetario, trovarono un'insperata sponda in alcuni importanti esponenti del partito Democratico del presidente Cleveland. Per il quale, bisogna dire, la questione monetaria non era preminente, ritenendo egli soprattutto fondamentale quella dei dazi doganali, come del resto era stato per il suo antagonista, il repubblicano Harrison. 

Ma fu costretto ad occuparsene quando, nel giugno 1893, tre mesi appena dopo il suo insediamento (allora i Presidenti si insediavano alla Casa Bianca a inizio marzo dell'anno successivo alle elezioni, che si tenevano sempre in novembre), scoppiò la più grave crisi economia e finanziaria che gli Stati Uniti avessero conosciuto fino a quel momento, passata alla storia come "il Panico del '93".

Può sembrare una frase fatta, ed è una scusante spesso usata da troppi governanti <_< ma in questo caso non avrebbe sbagliato chi avesse addossato almeno in parte la responsabilità della crisi a... quelli che c'erano prima :rolleyes:

Un "prima" di appena tre anni, il 1890, quando il Congresso aveva approvato lo Sherman Silver Purchase Act, che in ossequio ancora una volta ai produttori di argento, impegnava il Tesoro ad acquistarne ogni mese una quantità molto superiore a quella del Bland-Allison Act del 1878: ben 4,5 milioni di once. E per pagare questa enorme massa di metallo, lo stesso Atto disponeva l'emissione di una nuova tipologia di banconote, le Treasury Notes,  convertibili in monete, e per questo conosciute anche come Coin Notes.

La legge non specificava espressamente che fossero redimibili in argento o oro: si diceva solo che erano emesse per pagare l’argento acquistato dal Tesoro e che erano pagabili “in coin”. Con questa legge, e la collaborazione dei funzionari del Tesoro, i produttori di argento erano in pratica autorizzati a vendere a un prezzo ufficiale artificiosamente gonfiato, e ad essere pagati in Coin Notes, che venivano poi immediatamente cambiate in monete d’oro, consentendo così un facile ed elevato profitto. Nella foto, la più rara e famosa delle Treasury Notes, il biglietto da 1000 dollari conosciuto come Grand Watermelon,  il Grande Cocomero :D

1000dollari watermelon1890d.jpg

1000dollari watermelon1890r.jpg

Cleveland, convinto, come la maggior parte dei sostenitori della moneta metallica, che la causa principale della depressione fosse proprio lo Sherman Act, che a suo giudizio aveva minato la fiducia del grande capitale permettendo a chiunque detenesse le citate coin notes di trasformarle in oro sonante, prosciugando così le riserve auree del Tesoro, ne chiese l'abolizione. Riuscendo ad ottenerla nell'ottobre del 1893, ma solo con l'appoggio dei repubblicani, e facendo ricorso in modo spregiudicato al clientelismo per far approvare le sue direttive ai democratici recalcitranti. 

La grande maggioranza dei democratici del Sud e del West, tuttavia, votò contro di lui. Tra questi, un giovane deputato del Nebraska, William Jennings Bryan, il cui duro attacco al sistema monetario con base aurea segnò l'emergere di un personaggio destinato a giocare un ruolo fondamentale nel partito Democratico per i successivi vent'anni.

William J. Bryan.jpg

E, anche, nel romanzo di Frank Baum dal quale ha preso avvio questa discussione ;)

petronius :)

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Inviato

L'abolizione dello Sherman Act non bastò però ad arginare la crisi, né a bloccare lo svuotamento delle casse del Tesoro, alimentato anche da una forte esportazione verso l'estero di monete d'oro. Nell'inverno 1893-1894 migliaia di aziende chiusero i battenti, con la conseguenza di oltre due milioni e mezzo di disoccupati, mentre i prezzi dei prodotti agricoli precipitarono sempre più in basso.

Nel tentativo di rimpinguare le riserve auree, Cleveland ordinò al Tesoro di acquistare oro pagandolo con titoli di stato. Ma quando l'espediente fallì, fu costretto a rivolgersi, disperato, a un gruppo di banchieri di New York. Era il gennaio 1895, e di cosa successe allora si è già parlato qui ;)

https://www.lamoneta.it/topic/69957-james-b-longacre-e-la-double-eagle/page/3/#comment-756502

L'aiuto dei banchieri salvò la situazione abbastanza a lungo da permettere al governo l'emissione di un prestito pubblico che mise fine alla crisi monetaria all'inizio del 1896. Ma la strenua difesa della base aurea da parte di Cleveland irritò i populisti e i bimetallisti, che lo accusarono di essere lo strumento di Wall Street.

Continua... :rolleyes:


Inviato

A parte il mantenimento della solvibilità nazionale, Cleveland pensava di poter fare ben poco per promuovere la ripresa economica, né riteneva che tale compito rientrasse tra quelli del governo. Un punto di vista condiviso da molti, ma in diverse città i disoccupati incominciarono a chiedere un programma di lavori pubblici che desse loro un impiego. Jacob S. Coxey, un uomo d'affari dell'Ohio con simpatie populiste, organizzò una marcia dei disoccupati su Washington: non più di 500 membri del cosiddetto "esercito di Coxey" raggiunsero la capitale il 30 aprile 1894, e qando i loro capi furono arrestati per aver oltrepassato i confini attorno al Campidoglio (vi ricorda qualcosa? :rolleyes:), "l'esercito" si dissolse. Ne restano le foto.

coxey army.webp

 Coxeys Army01.webp

Nel frattempo Cleveland subì una netta sconfitta nel tentativo di mantenere l'impegno preso durante la campagna elettorale per una riforma dei dazi doganali. Un progetto di legge che proponeva l'abbassamento delle tariffe fu approvato dalla Camera, ma in Senato i protezionisti lo emendarono a tal punto che alla fine differiva ben poco dalla legge preesistente del 1890.

L'unica misura che sembrò soddisfare tutti, anche i populisti, fu una tassa del 2% sui redditi superiori ai 4000 dollari. Ma quando, nel 1895, la Corte Suprema sentenziò che tale imposta era incostituzionale, perché le imposte dirette andavano divise tra gli stati solo in base alla popolazione, questa fu, per i sempre più numerosi scontenti, la prova definitiva che il governo era dominato dai ricchi e dai potenti.

Intanto, si avvicinavano le elezioni presidenziali del 1896... :mellow:

petronius :)


Inviato

Dopo due mesi e mezzo dall'inizio della discussione, dopo aver parlato di cose che a volte c'entravano come i cavoli a merenda con quello che avrebbe dovuto essere l'argomento principale della stessa, dopo che tanti probabilmente avevano perso ogni speranza che sarebbe mai arrivata, finalmente incomincia :D

La battaglia dell'oro e dell'argento

Con l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali del 1896 la questione monetaria divenne sempre più centrale, con la richiesta di libero conio dell'argento da parte dei populisti appoggiata anche da consistenti fazioni all'interno dei due partiti principali. I proprietari delle miniere d'argento del West, che non si preoccupavano dell'inflazione ma solo di alzare il prezzo del loro metallo, contribuirono a finanziare una campagna condotta dalla National Bimetallic League. La propaganda più efficace a favore di questa Lega fu quella di un libro, Coin's Financial School, un semplicistico trattato politico/economico pubblicato nel 1894 ad opera di William H. Harvey. Il libro, che ebbe un enorme successo di vendita, presentava il conio libero dell'argento come una panacea, riducendo una complessa questione in termini facilmente comprensibili agli agricoltori, presentando inoltre la demonetizzazione dell'argento come un complotto (e ti pareva :rolleyes:) dei banchieri britannici e degli usurai ebrei.

Un'illustrazione del libro

coin's financial school.png

Ma la convention repubblicana di St. Louis del giugno 1896, fu dominata dai sostenitori dell'oro, e la piattaforma elettorale del partito richiese inequivocabilmente il mantenimento della base aurea. Per questo, un certo numero di repubblicani del West, sostenitori degli interessi minerari dell'argento, lasciò il partito, che nominò candidato William McKinley, politico di lungo corso già eletto in entrambe le camere, e per tre volte governatore dell'Ohio.

William McKinley.jpg

petronius oo)   

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Inviato

Se la convention repubblicana si era svolta in maniera tutto sommato tranquilla, non si può dire altrettanto di quella democratica, che ebbe luogo un mese dopo a Chicago. I sostenitori dell'argento del Sud e del West, avevano lavorato sistematicamente per strappare il potere a Cleveland e ai conservatori dell'Est. Ed erano diventati abbastanza forti da poter imporre una piattaforma che ripudiava la politica di Cleveland e si dichiarava a favore del conio libero e illimitato dell'argento sulla base del vecchio rapporto di 16 a 1.

Il loro paladino era William Jennings Bryan, che il 9 luglio 1896 pronunciò l'appassionato discorso passato alla storia come

La croce d'oro

Bryan, all'epoca trentaseienne, sembrava un ragazzo accanto ai veterani del partito. Egli riconobbe la sua (finta) ingenuità :rolleyes: nelle sue parole iniziali:

"Sarei davvero presuntuoso a presentarmi contro gli illustri gentiluomini che avete ascoltato se questa non fosse altro che una misurazione delle capacità; ma questa non è una lotta tra persone. Il più umile cittadino di tutto il paese, quando rivestito dell'armatura di una giusta causa, è più forte di tutte le schiere di errori che può portare. Vengo a parlarvi in difesa di una causa tanto sacra quanto la causa della libertà, la causa dell'umanità."

I delegati applaudirono. Bryan, da consumato oratore qual era, nonostante la giovane età, lasciò che gli applausi aumentassero, e poi si placassero, prima di continuare:

"I difensori dell'oro contestano che l'argento disturberebbe gli interessi degli uomini d'affari del paese. Ma voi avete dato una definizione di uomini d'affari troppo limitata nella sua applicazione. L' impiegato che lavora per un salario è un uomo d'affari tanto quanto il suo datore di lavoro; l'avvocato in una città di campagna, è un uomo d'affari tanto quanto un grande studio legale di una metropoli; chi ha una bancarella all'angolo della strada, è un uomo d'affari tanto quanto un negoziante di New York.  Gli agricoltori che coltivano il grano della nazione sono uomini d'affari al pari dei mediatori che lo vendono. I minatori che scavano i metalli preziosi dalla terra, sono in affari accanto ai finanzieri che scommettono sull'ascesa e la caduta di quei metalli.

È per loro che parliamo. Non veniamo come aggressori. La nostra guerra non è una guerra di conquista. Stiamo combattendo per la difesa delle nostre case, delle nostre famiglie e della posterità. Abbiamo fatto petizioni e le nostre petizioni sono state disprezzate. Abbiamo supplicato e le nostre suppliche sono state ignorate. Abbiamo implorato e loro ci hanno deriso.

Non preghiamo più; non imploriamo più; non supplichiamo più. Li sfidiamo!" :clapping::clapping::clapping:

Continua... oo)

1896 Democratic Convention.png

(la convention democratica del 1896)


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