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IGNORED

The Wonderful Wizard of Oz


petronius arbiter

Risposte migliori

Il Bland-Allison Act

Gli emendamenti del Senato, tuttavia, annacquarono non poco le intenzioni iniziali di Richard Bland, soprattutto ad opera di Wiliam B. Allison, dell'Iowa, tanto che alla fine la legge fu approvata col nome di Bland-Allison Act. E questo nonostante il veto del presidente Rutheford B. Hayes, che continuava a essere contrario.

L'Atto stabiliva che il Tesoro avrebbe acquistato una quantità mensile di 2 milioni di dollari (e non 4 milioni, come avrebbe voluto inizialmente Bland) di verghe d'argento, da trasformare in monete da un dollaro secondo il rapporto legale. Tale misura non riuscì però a migliorare sensibilmente la circolazione monetaria, nè impedì il declino dei prezzi dell'argento e dei prodotti agricoli. 

Ma un effetto positivo, almeno per noi numismatici lo ebbe, eccome, poiché portò alla coniazione di quella che, dopo un'accoglienza iniziale a dir poco tiepida, sarebbe diventata col tempo la moneta americana più richiesta e apprezzata dai collezionisti di tutto il mondo. Il dollaro Morgan, naturalmente :D

Non mi dilungherò certo su di esso, poiché la sua storia è stata ampiamente raccontata nella discussione dedicata, alla quale rimando tutti quelli che non l'avessero ancora letta o volessero rinfrescarne la memoria :)

Storia di Morgan

Ma almeno uno vale la pena mostrarlo, soprattutto in favore di coloro che forse già temono che in questa discussione si parlerà solo di economia, politica, e... favole. State tranquilli, parleremo anche di monete... dal prossimo post ;)

petronius oo)

morgan1882GO2.jpg

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Un dollaro per l'Oriente

Il Coinage Act del 1873 non aveva solo risvolti negativi come la demonetizzazione, di fatto, dell'argento, prevedeva diverse altre cose, la più interessante, per noi numismatici, l'emissione di una nuova moneta da un dollaro, che avrebbe dovuto facilitare i commerci con l'Estremo Oriente, competendo con le pezzature in argento di uguale modulo di altri paesi. Fu chiamata Trade Dollar.

Nelle intenzioni dei legislatori tale dollaro avrebbe dovuto essere utilizzato solo sui mercati asiatici, ma le cose non andarono esattamente così. Di questo però diremo più avanti, ora, come promesso, parliamo della moneta :)

Il Trade Dollar è stato coniato dal 1873 al 1885 nelle Zecche di Philadelphia, San Francisco e Carson City. Ha un diametro di 38,1 mm., come i dollari precedentemente emessi, ma un peso leggermente superiore, 27,22 gr. contro 26,73: questo per facilitarne l'accettazione sui mercati esteri. E' in argento .900.

L'autore del disegno è l'allora incisore-capo della Zecca William Barber, padre del più famoso Charles cui si devono buona parte delle monete statunitensi degli ultimi decenni  dell'Ottocento.

La moneta presenta al dritto una Lady Liberty seduta, ispirata alle raffigurazioni di Roma e dell'Italia dei sesterzi imperiali, sorta di glorificazione di quel simbolismo neo-Romano (della Roma antica) presente su diverse monete americane dell'Ottocento. Interpretato però nei termini concreti del consumismo post-guerra civile. Così viene descritta in un articolo dell'American Journal of Numismatic pubblicato al suo apparire:

"Una figura femminile seduta su balle di mercanzia, che tiene nella mano sinistra un cartiglio con la scritta LIBERTY. Alle sue spalle un covone di grano che esprime, con le balle di merce, il carattere commerciale della moneta. La sua mano destra, tesa in avanti, stringe un ramo d'ulivo."

Pace e Commercio vengono spediti dagli Stati Uniti oltreoceano, per questo la figura poggia su un plinto erboso, con l'iscrizione IN GOD WE TRUST, posto accanto alle onde.

trade dollar1875dHA-NGCPR63CAMEO.jpg

 L'aquila al rovescio è un felice compromesso tra la classica aquila araldica e l'uccello in natura. E anche la pletora di titoli, motti e statistiche non sembra fuori posto. Insomma, nel complesso, una bella moneta :)

 trade dollar1875rHA-NGCPR63CAMEO.jpg

petronius oo)

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17 ore fa, petronius arbiter dice:

Un dollaro per l'Oriente

Il Coinage Act del 1873 non aveva solo risvolti negativi come la demonetizzazione, di fatto, dell'argento, prevedeva diverse altre cose, la più interessante, per noi numismatici, l'emissione di una nuova moneta da un dollaro, che avrebbe dovuto facilitare i commerci con l'Estremo Oriente, competendo con le pezzature in argento di uguale modulo di altri paesi. Fu chiamata Trade Dollar.

Nelle intenzioni dei legislatori tale dollaro avrebbe dovuto essere utilizzato solo sui mercati asiatici, ma le cose non andarono esattamente così. Di questo però diremo più avanti, ora, come promesso, parliamo della moneta :)

Il Trade Dollar è stato coniato dal 1873 al 1885 nelle Zecche di Philadelphia, San Francisco e Carson City. Ha un diametro di 38,1 mm., come i dollari precedentemente emessi, ma un peso leggermente superiore, 27,22 gr. contro 26,73: questo per facilitarne l'accettazione sui mercati esteri. E' in argento .900.

L'autore del disegno è l'allora incisore-capo della Zecca William Barber, padre del più famoso Charles cui si devono buona parte delle monete statunitensi degli ultimi decenni  dell'Ottocento.

La moneta presenta al dritto una Lady Liberty seduta, ispirata alle raffigurazioni di Roma e dell'Italia dei sesterzi imperiali, sorta di glorificazione di quel simbolismo neo-Romano (della Roma antica) presente su diverse monete americane dell'Ottocento. Interpretato però nei termini concreti del consumismo post-guerra civile. Così viene descritta in un articolo dell'American Journal of Numismatic pubblicato al suo apparire:

"Una figura femminile seduta su balle di mercanzia, che tiene nella mano sinistra un cartiglio con la scritta LIBERTY. Alle sue spalle un covone di grano che esprime, con le balle di merce, il carattere commerciale della moneta. La sua mano destra, tesa in avanti, stringe un ramo d'ulivo."

Pace e Commercio vengono spediti dagli Stati Uniti oltreoceano, per questo la figura poggia su un plinto erboso, con l'iscrizione IN GOD WE TRUST, posto accanto alle onde.

trade dollar1875dHA-NGCPR63CAMEO.jpg

 L'aquila al rovescio è un felice compromesso tra la classica aquila araldica e l'uccello in natura. E anche la pletora di titoli, motti e statistiche non sembra fuori posto. Insomma, nel complesso, una bella moneta :)

 trade dollar1875rHA-NGCPR63CAMEO.jpg

petronius oo)

 

Buon pomeriggio @petronius arbiter

Concordo, il Trade Dollar è nel suo insieme una "bella moneta". Questo dollaro mi è capitato di prenderlo in considerazione qualche tempo fa e per questo motivo seguirò con ancor più interesse i prossimi  commenti  

Saluti

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21 ore fa, miza dice:

Questo dollaro mi è capitato di prenderlo in considerazione qualche tempo fa

Potresti prendere in considerazione anche questi :D

Trade dollar Patterns

Nel mentre stavano lavorando alla preparazione dei Trade dollars , William Barber e i suoi colleghi alla Zecca coniarono una serie di  patterns (campioni), in argento, rame e alluminio, che furono venduti a chi ne faceva richiesta in sets di sei (6 disegni diversi) al prezzo di 30 dollari a set... mi sa che oggi con quei soldi non ci prendi neanche una sola moneta :rolleyes:

In questi campioni, ancor più che nel disegno definitivo della moneta, è evidente l'ispirazione al classicismo Romano. La Lady Liberty di questo esemplare, ha più di un debito con i sesterzi di Antonino Pio che raffigurano Roma seduta.

trade dollar pattern77.jpg

antonino pio roma seduta.jpg

La differenza più evidente tra le due sta nel copricapo, nel dollaro l'elmo romano è stato sostituito da un "elmo" indiano di piume.

Per quanto riguarda invece il rovescio di questi patterns, il più inusuale mostra un'aquila con la testa abbassata in posa di combattimento, le ali semiaperte e gli artigli saldamente piantati su un ramo d'ulivo, frecce, e scudo, con quest'ultimo che funge da piedistallo per l'intero insieme.

trade dollar pattern79.jpg

Un disegno davvero interessante, che non avrebbe sfigurato come definitivo per la moneta, ma forse troppo... moderno :rolleyes:

Continua... ;)

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Altri due patterns facenti parte del set di sei si discostano in maniera ancora più netta dal disegno definitivo. In entrambi, al dritto, non abbiamo più una Lady Liberty seduta a figura intera, ma soltanto la testa, con due diverse acconciature

trade dollar pattern80.jpg

Nel secondo, poi, anche il rovescio cambia completamente, niente più aquila ma soltanto le iscrizioni inserite in una corona d'alloro

trade dollar pattern81.jpg

  petronius :)

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E concludiamo questa carrellata con una moneta campione che non faceva parte del set di sei venduto a 30 dollari, ma che merita, io credo, di essere vista ;)

Conosciuta anche come Seashore, raffigura Lady Liberty seduta sulla riva del mare, con un battello a vapore a ruota in lontananza. Il rovescio riporta le iscrizioni di rito (da notare il Commercial Dollar), impreziosite da una corona d'alloro e una cornucopia.

trade dollar pattern seashore.jpg

L'esemplare in foto, stimato da NGC in conservazione PR65, ha realizzato nell'asta da cui proviene l'immagine, 36.000 dollari. Ma era il 2017, forse oggi neanche quelli bastano più :rolleyes:

petronius oo) 

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Il 9/9/2024 alle 19:46, petronius arbiter dice:

Nelle intenzioni dei legislatori tale dollaro avrebbe dovuto essere utilizzato solo sui mercati asiatici, ma le cose non andarono esattamente così.

Infatti, il declino del prezzo dell'argento, portò all'uso del Trade dollar per la circolazione interna. La Zecca accettava ancora una certa quantità di argento dai privati, quello necessario per coniare questi dollari. E i depositanti con essi venivano pagati. Ma i dollari dati in pagamento per l'argento, venivano calcolati non in base al loro valore nominale, ma al bullion value, cioè al valore intrinseco, che era più basso. Questo faceva sì che i depositanti ricavassero un immediato profitto dall'operazione spendendo le monete al facciale, e finché queste mantenevano il loro corso legale i commercianti, obbligati ad accettarle, non potevano far altro che continuare ad accumularle, poiché le banche non ne ammettevano il cambio in banconote per importi superiori ai 5 dollari. Inutile dire che, in un'epoca in cui il valore delle monete metalliche era dato da quello del metallo che contenevano, il dover accettare per 1 dollaro monete che, in argento, valevano meno, non li rendeva certo felici.

Alla fine, il governo fu costretto ad adottare una soluzione mai utilizzata prima (e nemmeno dopo): togliere ai Trade Dollars il corso legale. Lo fece con una legge del 22 luglio 1876, che revocava il corso legale, limitando l'uso di queste monete solo al commercio estero. Ma questo non risolse affatto il problema... <_<

Il corso legale del Trade dollar verrà ripristinato nel 1965, a quel punto non solo la questione si era invertita (il valore intrinseco superava il nominale), ma essi avevano raggiunto sul mercato collezionistico un interesse e un valore tali che nessuno sarebbe stato così pazzo da spenderli al facciale :D

petronius :)

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Il 11/9/2024 alle 11:46, petronius arbiter dice:

Ma questo non risolse affatto il problema...

Lungi dall'essere eliminati dalla circolazione interna, la perdita del corso legale dei dollari ebbe come unica conseguenza che le banche non li cambiavano più, per nessun importo. Ma, come prevedibile, continuarono a richiederli gli speculatori, disposti a ritirarli dai commercianti frustrati con un piccolo sconto :rolleyes:  

Ci fu una nuova svolta. Queste monete, venivano vendute dagli speculatori agli imprenditori, che le passavano a ignari dipendenti ogni giorno di paga. Una pratica particolarmente diffusa nelle città industriali del Nordest, dove un gran numero di poveri immigrati era impiegato nelle miniere e nelle industrie. Venivano pagati in Trade dollars al facciale (ma il padrone li aveva avuti a meno, e a meno ancora gli speculatori li avevano ritirati dai commercianti <_<), ma quando andavano  a spenderli, si rendevano conto che molti negozianti li accettavano solo per il loro valore intrinseco, inferiore a 1 dollaro. Il rifiuto di accettare i Trade nella busta paga poteva portare al licenziamento, e così tanta povera gente fu ripetutamente vittima di questo ingiusto scambio :( Allo stesso tempo, anche i commercianti avevano uno svantaggio, poiché il rifiuto di accettare queste monete al facciale scoraggiava il commercio.  

La differenza tra il valore nominale e quello dell'argento divenne così ampia nel 1876, che presto fu evidente anche per il governo e gli amministratori della Zecca che i Trade di nuova emissione venivano richiesti soprattutto per l'uso interno (sempre distribuiti a peso dalla Zecca a chi portava il suo argento da fondere). Così, nonostante qualche modesto progresso ottenuto da queste monete sui mercati asiatici, il 22 febbraio 1878 il Segretario al Tesoro John Sherman ordinò di cessare la produzione, che continuò fino al 1883 solo per poche migliaia di monete proof da vendere ai collezionisti.

Poi, nel 1908, uscirono fuori non si sa come pochissime monete proof  datate 1884 (10) e 1885 (5): il che fa sorgere non pochi dubbi sull'anno della loro effettiva coniazione Ad ogni modo, come già per altre coniazioni simili (basti pensare ai dollari 1804), i collezionisti dimostrarono di apprezzarle, facendo raggiungere loro quotazioni da capogiro: attualmente, alcune sono state vendute per cifre a 6 zeri.  

Quello in foto è uno dei soli 5 esemplari datati 1885, stimato da PCGS in conservazione PR63+Cameo... non ci sono parole :D

trade dollar1885HA-PCGSPR63+Cameo.jpg

petronius oo)

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Sebbene ormai privo di valore legale e non più coniato dal 1878, il Trade dollar non voleva proprio saperne di andare in pensione, e continuò a essere scambiato in qualche modo ancora per un decennio.

Dal 1883, le aziende rifiutavano di accettarlo in pagamento, o lo facevano solo con un forte sconto. Milioni di pezzi già coniati rimanevano in circolazione, poiché non c'era modo di convertirli in qualcos'altro, se non per il loro valore intrinseco. Costantemente in calo per tutti gli anni 1870/80. Chi possedeva i dollari, era riluttante ad accettare una perdita del genere, e il governo non era disposto a venir loro incontro riprendendoli indietro al facciale.

Vennero presentate diverse proposte di legge per la redenzione dei Trade dollars, ma tutte furono vittime di interessi politici contrastanti. Mentre il dibattito infuriava al Congresso, gli speculatori incominciarono a comprare tutti i dollari che potevano al loro valore intrinseco. Così, quando infine fu approvata una legge per la loro redenzione, nel febbraio 1887, la maggior parte delle monete non era più in circolazione. E gli speculatori realizzarono un grande profitto quando il governo accettò di riprendere indietro, al pieno valore facciale, tutti i dollari che non fossero "deturpati, mutilati o contromarcati".   

Questa "amnistia" per i Trade dollars aveva una durata di soli sei mesi, durante i quali era possibile presentarli al cambio ricevendo monete frazionali in argento, o dollari di nuovo conio (i Morgan). Il metallo recuperato dalla fusione dei Trade fu poi usato per coniare altre monete in argento :rolleyes: 

petronius :)

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Terminato il racconto della circolazione interna dei Trade dollars, non dobbiamo però dimenticare che essi erano stati pensati per l'uso nei paesi dell'Estremo Oriente. Già nel 1873, primo anno di produzione, la maggior parte delle monete coniate venne esportata in Cina. Nell'ottobre di quell'anno l'imperatore Tonghzi fece fare un test di analisi sulle monete, a seguito del quale emise il seguente proclama: 

"Questa proclamazione, quindi, è per informazione di voi mercanti, commercianti, soldati e persone di ogni distretto. Dovete sapere che il "Dollaro commerciale dell'aquila" che è arrivato di recente a Hong Kong è stato saggiato congiuntamente da ufficiali appositamente nominati allo scopo, e può essere preso in pagamento di dazi, ed entrare in circolazione generale. Non dovete guardarlo con sospetto. Allo stesso tempo, i ladri, i truffatori e simili, sono qui severamente proibiti di fabbricare imitazioni spurie di questo nuovo Dollaro dell'aquila, con l'obiettivo del proprio profitto. E se osano sfidare questo divieto, e fabbricare moneta falsa, saranno, una volta scoperti, sicuramente arrestati e puniti. Che tutti obbediscano con tremore! Che non ci sia disobbedienza! "

Ma nonostante le rassicurazioni, i cinesi non si fidavano troppo, ed erano soliti ricorrere alla pratica del chopping, ovvero marcavano le monete di cui avevano constatato di persona la bontà con dei segni detti

Chopmarks

I chopmarks sono caratteri in lingua cinese che venivano impressi sulle monete d'argento dai mercanti o dagli scambisti, a testimoniare che avevano superato positivamente l'esame di autenticità. Una garanzia personale che quella moneta era di buon argento!

Questa pratica, serviva a facilitare l'accettazione delle monete per la circolazione, ed era al tempo stesso una forma gratuita di pubblicità per questo o quel commerciante. I chopmarks potevano essere così numerosi da rendere quasi irriconoscibile il disegno della moneta, per questo il decreto del 1887 ammetteva al cambio solamente

Il 13/9/2024 alle 19:07, petronius arbiter dice:

tutti i dollari che non fossero "deturpati, mutilati o contromarcati".

Il fatto che i dollari contromarcati non fossero redimibili ha fatto sì che migliaia di essi siano arrivati fino ai giorni nostri (altrimenti sarebbero stati rifusi), e queste monete personalizzate sono ora affascinanti reliquie di un'epoca che fu -_-

petronius :)

trade dollar1876Schopmark.jpg

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Prima di tutto, grazie a tutti quelli che hanno espresso il loro apprezzamento per la discussione attraverso i like :)

E ora, intermezzo favolistico... ma non troppo :ninja:

 The Tin Man

The Tin Man (in italiano l'Uomo di Latta, o il Taglialegna di Latta) è uno dei personaggi de Il Mago di Oz.

Prima di ridursi in quello stato era un ragazzo in carne e ossa, figlio di un taglialegna che viveva nella foresta con il padre e la madre vendendo il legno ricavato dagli alberi. Quando i suoi genitori morirono decise di sposarsi con una ragazza proveniente dal paese dei Munchkins. Questa però si prendeva cura di una vecchia molto pigra che, non volendo perdere colei che l'accudiva, chiese alla strega dell'Est di rendere indisposto lo spasimante della giovane che, a causa di tale maledizione, perse prima le due gambe e poi, man mano, tutto il corpo per colpa della sua stessa ascia. Grazie all'aiuto di un abile fabbro venne però ricomposto e fu trasformato in un taglialegna di latta, così, senza cuore, perse l'amore per la bella ragazza. Un giorno, mentre si trovava nel bosco, venne colto da un improvviso temporale che arrugginì tutte le sue articolazioni, immobilizzandolo.

Un anno dopo tale avvenimento passarono dalla foresta Dorothy e il suo amico Spaventapasseri decisi a recarsi dal grande Mago di Oz per chiedergli, la prima il ritorno a casa, il secondo un cervello. I due, dopo aver trovato l'uomo di latta in questo pessimo stato, decisero di aiutarlo e, grazie all'oliatore che egli teneva conservato in casa, sbloccarono le sue articolazioni. Dopo avergli raccontato la sua storia, l'uomo di latta, disperato perché senza cuore, pensò di viaggiare insieme ai suoi salvatori verso la città di smeraldo per chiedere al mago di donargli un cuore nuovo.

Fin qui la storia che tutti sicuramente avrete letto nel libro o visto nei film. Ma...

Il 12/9/2024 alle 20:15, petronius arbiter dice:

nelle città industriali del Nordest... un gran numero di poveri immigrati era impiegato nelle miniere e nelle industrie.

Secondo l'interpretazione "politica" del libro di Baum, l'Uomo di Latta rappresenterebbe proprio l'operaio delle industrie del Nordest, lasciato "arrugginito e senza cuore" dal suo duro lavoro.

Jack Haley The Wizard of Oz.jpg

Lo impersona l'attore Jack Haley nel film di Victor Fleming del 1939.

petronius :)

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Nel 1873, lo stesso anno del Fourth Coinage Act, due scrittori, destinati a diversa fortuna, collaborarono alla stesura di un romanzo sui nuovi ricchi imprenditori emersi dalla Guerra Civile e dalla Ricostruzione. Il loro libro era fortemente critico nei confronti di costoro, la cui rozzezza e avidità di denaro erano in netto contrasto con gli ideali propugnati a livello ufficiale.

Uno dei due autori, Charles Dudley Warner, avrebbe poi conosciuto una certa fama come saggista, l'altro, Samuel Langhorne Clemens, sarebbe diventato, con lo pseudonimo di Mark Twain, uno dei più importanti e famosi scrittori statunitensi, per molti "il padre della letteratura americana moderna", ancora oggi letto e conosciuto in tutto il mondo. 

Mark Twain & Charles Dudley Warner.jpg

Ma, più di loro, che diedero senza dubbio il meglio in altre opere, quel che interessa qui è il titolo che scelsero per il romanzo, e che molti anni dopo sarebbe stato usato (e lo è ancora) per designare un periodo della storia americana, gli anni che vanno dal dopoguerra (Civile), alla fine del secolo. Quelli di cui ci stiamo occupando in questa discussione :)

Il titolo del romanzo è:

The Gilded Age

Un titolo che non avrebbe potuto essere più appropriato. Quella non era una Golden Age, un'età dell'oro, un periodo in cui l'umanità dà il meglio di sè, superando le differenze di classe, razza, sesso o visione del mondo. Piuttosto, era un'età che si atteggiava a qualcosa di solido e degno, ma la cui patina dorata (gilded) era sottile, rivelando ben presto il marcio che si celava sotto. Come una moneta falsa :rolleyes:

Insomma, non il periodo migliore della storia americana, e gli osservatori attenti lo sapevano, e lo dicevano, già all'epoca. Ma, anche, un periodo ricco di eventi, che hanno cambiato il volto degli Stati Uniti... e del mondo. E che continuerò a raccontare, con un occhio attento, come sempre, ai suoi risvolti monetari ;)

petronius oo)

gilded age.jpg

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La Rivoluzione Industriale

Nella Gilded Age, gli ultimi trent'anni dell'Ottocento, ciò che più caratterizzò gli Stati Uniti fu lo sviluppo industriale, che avvenne a un ritmo sempre più rapido. L'industria aveva già avuto una fase di espansione prima della guerra civile, ma solo nel dopoguerra ci fu il decisivo passo in avanti. Tra il 1860 e il 1900 la produzione industriale aumentò, in valore, da 2.000 milioni di dollari l'anno a oltre 13.000 milioni, il capitale investito passò da 1.000 a 10.000 milioni annui, il numero delle persone impiegate nell'industria manifatturiera, nelle miniere, nell'edilizia e nei servizi salì da poco più di 4 milioni a oltre 18 milioni. 

Simbolo della nuova America industrializzata fu la grigia e fumosa Pittsburgh (Pennsylvania), con i suoi altoforni, le sue acciaierie, la sua foresta di ciminiere. Ne vediamo un'immagine emblematica del 1885.

pittsburgh1885.jpg

Alla base dell'industrializzazione ci fu una grande disponibilità di materie prime, enormi giacimenti di carbone, di ferro, di rame, sterminati campi petroliferi, grandi foreste. Cui si unì una quantità praticamente inesauribile di manodopera, data non solo dallo sviluppo demografico interno, ma da un'immigrazione che portò sul suolo americano milioni di persone da ogni parte del mondo.

L'industrializzazione si accompagnò a progressi stupefacenti della tecnologia, ma fu anche talmente rapida che il suo impatto sulle strutture economiche e sociali provocò inevitabili traumi: tra le conseguenze più gravi, i grandi squilibri nella distribuzione della ricchezza, la concorrenza spietata, i conflitti sociali e di lavoro, e la serie di complessi problemi che investirono l'intera organizzazione sociale <_<   

Affronteremo, sia pur in maniera ovviamente sommaria, questi temi, ora rilassiamoci un attimo, tornando a Pittsburgh con alcune immagini sicuramente più idilliache della precedente, come le vignette che illustrano questo titolo azionario (dalla mia collezione) della Pittsburgh Lake Erie Rail Road Co. :)

pittsburgh.jpg

petronius :)

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Il 18/9/2024 alle 19:02, petronius arbiter dice:

 E che continuerò a raccontare, con un occhio attento, come sempre, ai suoi risvolti monetari ;)

E io continuerò a leggere mentre ceno.

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14 ore fa, ART dice:

E io continuerò a leggere mentre ceno.

E' l'ora giusta, infatti di solito aggiorno la discussione tra le 7 e le 8 di sera :lol:

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L'immigrazione

"Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare liberi, i rifiuti miserabili delle vostre coste affollate. Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste..."

Beh, non si può dire che questo invito (un sonetto di Emma Lazarus, The New Colossus, trascritto sulla Statua della Libertà) non sia stato preso alla lettera :rolleyes: soprattutto negli anni di cui ci stiamo occupando.

Infatti, nei cinquant'anni successivi alla guerra civile, l'immigrazione fece affluire negli Stati Uniti oltre 26 milioni di persone. Fin verso il 1880 giungevano soprattutto dall'Europa nordoccidentale, poi la stragrande maggioranza affluì dall'Europa sudorientale, in particolare dall'Impero austroungarico, dalla Russia zarista, dall'Italia. Un altro flusso, più ridotto numericamente, ma più difficile da assimilare, venne dall'Asia orientale attraverso il Pacifico: cinesi, giapponesi, filippini. Il passaggio dalla navigazione a vela a quella a vapore contribuì all'esodo, mitigando, se non eliminando, le ancestrali paure legate al rischio della navigazione oceanica. Ma i naufragi non mancarono comunque, sebbene il Titanic fosse ancora di là da venire.

Gli immigrati confluirono soprattutto nei grandi centri urbani e nelle zone industriali, la campagna non li interessava, sia perché non avevano i capitali per avviare un'attività agricola, sia perché attratti dai salari, relativamente elevati, che potevano ottenere lavorando nelle fabbriche, nelle miniere, nelle filande. Nel 1910 un terzo della popolazione residente nelle 12 città più grandi era nata all'estero, e un altro terzo era costituito da figli di immigrati. A New York c'erano più italiani che a Napoli, più tedeschi che ad Amburgo, il doppio degli irlandesi di Dublino.

New York era l'obbligato punto di arrivo per tutti quelli che giungevano dall'Europa dopo la traversata atlantica, e tutti, a partire dal 1892, dovettero transitare per l'isolotto di Ellis Island, dove erano sottoposti a un esame per accertare le loro condizioni, prima di ottenere il visto di ingresso. Un esame che si diceva terribile, ma che in realtà portò a scartare e rispedire in Europa appena il 2% degli emigranti.

ellis island awaiting examination.jpg

Continua... :)

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7 ore fa, petronius arbiter dice:

E' l'ora giusta, infatti di solito aggiorno la discussione tra le 7 e le 8 di sera :lol:

Solo che i miei orari sono un po' strani: la mia cena può spaziare liberamente fra le 5 PM e le 4 AM circa, a seconda che sia giorno lavorativo o week-end / ferie 😀

Modificato da ART
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Nella maggioranza dei casi, agli immigrati venivano assegnati i lavori più duri, più sporchi, più sgradevoli. Lavoravano moltissime ore al giorno, erano sfruttati, operavano in ambienti pericolosi e malsani <_< La povertà costringeva la maggior parte di essi a vivere in squallidi sobborghi, gli slum: ogni grande città d'America aveva i suoi.

E l'ostilità dell'opinione pubblica nei loro confronti aumentava costantemente. Non essendoci più terra da colonizzare (la "frontiera" si era ufficialmente chiusa nel 1890) non era più possibile sostenere che ci fosse posto per tutti. Molti cittadini statunitensi, cominciarono  a dubitare che gente tanto diversa potesse essere assimilata, pregiudizi e timori accrebbero l'ostilità... non si può dire che sia cambiato molto, e non solo in America <_<

Un altro timore diffuso fu quello che gli Stati Uniti potessero perdere il loro carattere di paese protestante (sostituzione etnica? :rolleyes:). L'incremento del numero degli immigrati di religione cattolica (italiani, irlandesi, polacchi), la diffusione delle scuole cattoliche, l'ascesa di tanti politici cattolici di origine irlandese, contribuirono ad accrescere l'ostilità della popolazione protestante e la paura che il paese potesse presto cadere nelle grinfie del Papa :8):

Crebbe anche l'ostilità nei confronti di un altro forte gruppo di immigrati, gli ebrei. Barzellette di contenuto razzista e serie di fumetti e vignette antisemite furono pubblicate da giornali a larga diffusione, e gli ebrei non venivano ammessi in alcuni alberghi, associazioni, stazioni balneari, scuole private. Ma del resto, come diceva Groucho Marx :D

non vorrei mai far parte di un club.jpg

petronius oo)

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