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Il mito della Dea della fioritura greca e romana su una moneta del Camerun


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Salve.

Moneta del titolo

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Nazione: Camerun - Anno: 2023 - Valore Facciale: 2000 Franchi- Metallo: Argento

Titolo (purezza): .999 -Peso (g): 62.2 (2 once) - Diametro (mm): 50 - Tiratura (esemplari): 500

 

La moneta fa parte della serie Paintings and Myths (dipinti e miti) e raffigura al dritto il volto frontale di William Adolphe Bouguereau (1825-1905), il pittore francese autore del dipinto “La nascita di Venere” al quale è stata dedicata la moneta emessa dal Camerun nel 2021.

Sul rovescio è raffigurato il mito di Flora, la dea dei fiori e della primavera, e Zefiro, il dio del vento dell'ovest, ripreso dal bellissimo dipinto “Flora e Zefiro” dello stesso William-Adolphe Bouguereau.

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L’opera è ambientata in un bellissimo giardino fiorito dove Flora è stata afferrata da Zefiro, con le ali di una farfalla e quasi completamente nudo, che la bacia dolcemente. La bella Flora sembra quasi volersi pudicamente sottrarre al bacio dell’amato. Sullo sfondo un cielo azzurro e sereno indica che siamo in una bellissima giornata di primavera.

apollonia

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A proposito di Flora e Zefiro:

https://www.21secolo.news/flora-e-zefiro-il-segreto-dei-giardini-di-caserta/

Nel progettare la Reggia di Caserta, splendida testimonianza del barocco italiano, caratterizzata da uno stile impeccabile, Luigi Vanvitelli ha pianificato degli spazi ai lati del palazzo; questi prendono il nome di giardino Flora e giardino Zefiro, tali nomi derivano da un mito molto interessante, legato indissolubilmente alla storia del parco vanvitelliano.

La storia dei giardini di Caserta

Nel corso degli anni, il giardino Zefiro fu impiegato per ospitare gli allievi ufficiali dell’esercito nel corso della grande guerra e successivamente dagli allievi della Regia accademia aeronautica.

Durante i primi anni la Flora presentava un muro che partiva dall’angolo della Cappella del Carmine ( nota anche come Chiesetta di Santa Filomena o dell’Assunta), realizzata sulla base delle indicazioni di Carlo Vanvitelli, fino al primo spigolo del Palazzo reale.

La cura del giardino posto al lato della Reggia, si rifà alla gestione di Giovanni Tescione, che negli anni ’30 fece rinominare via Cavallerizze (così chiamata da Vanvitelli), che il terzo podestà di Caserta, Pasquale Centore, fece rettificare in onore di Raffaele Gasparri, Medaglia d’Argento al valore militare. La piazza, invece, era stata dedicata al Principe di Piemonte. Dal 24 giugno al 15 luglio 1951 vi si tenne la prima mostra nazionale della canapa, sostenuta ampiamente dalla C.C.I.A.A. In quell’occasione, la zona esterna fu arricchita con la statua dell’Agricoltura, posta nei giardini Flora.

Il mito di Flora e Zefiro

Molti non sanno che i noti giardini di Caserta prendono il nome dalle figure mitologiche di Flora e Zefiro, decantate da Ovidio.

Flora è la divinità della primavera, della fioritura e dei fiori. Secondo Ovidio, Flora è  chiamata anche Clori o Cloride. Secondo il mito, in un giorno di primavera, mentre la dea girava per i campi, facendo fiorire boccioli e propiziando il raccolto, Zefiro la vide e se ne innamorò immediatamente. In quel momento, Zefiro la rapisce e la prende in moglie. Come atto d’amore, affida a Flora il dominio sui fiori dei giardini e dei campi e sulle piante. La dea, che aveva a cuore il destino degli uomini, li omaggia con una vasta varietà di fiori e boccioli e con dell’ottimo miele.

Flora è raffigurata con il capo adornato da una ghirlanda floreale, mentre porta tra le mani fiori di tutti i tipi. In alcune opere è ritratta in compagnia del suo sposo, Zefiro, oppure mentre si muove sinuosa nel suo giardino. Alla figura della dea Flora è associata non solo floridezza e la prosperità, ma anche la fertilità e la felicità delle donne.

Un mito che rende ancora più affascinanti i giardini posti al lato della Reggia borbonica.

 


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Ricordiamo ancora a proposito di William Adolphe Bouguereau che:

https://numistoria.altervista.org/blog/?p=29097

 

Nel 2021 il Camerun ha emesso una moneta dedicata al dipinto “La nascita di Venere”, realizzato nel 1879 dal pittore francese William Adolphe Bouguereau. Il tema e la composizione grafica ricorda l’omonima opera di Sandro Botticelli (raffigurata sulla moneta italiana da 10 centesimi), ma sono influenzate anche dall’affresco “Il Trionfo di Galatea” di Raffaello Sanzio.
Proprio come il dipinto del Botticelli, anche questo non rappresenta il momento della nascita di Venere ma il suo trasporto a bordo di una conchiglia dal mare aperto verso Paphos, nell’isola di Cipro. Nell’insieme l’opera non è un’austera rappresentazione del divino, ma una giocosa immagine che trasmette armonia e vivacità.

La moneta ha valore nominale di 2.000 franchi CFA ed è in argento puro. Pesa due once (62,2 grammi) ed è larga 50 millimetri; la tiratura è di soli 500 esemplari.

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La dea greca della fioritura era Clori, sposa di Zefiro, il vento primaverile d’occidente portatore di fiori. Narra Ovidio nei “Fasti” (v. 193-214) che Clori fuggiva da Zefiro e quando alla fine questi la raggiunse e l’abbracciò, dalle labbra di lei sgorgarono fiori ed ella fu mutata in Flora, la dea della fioritura per i Romani.

L’attimo della metamorfosi di Clori in Flora è rappresentato da Botticelli nella sua “Primavera”, dove pone fianco a fianco le due dee: Flora sparge fiori, mentre altri boccioli escono dalla bocca di Clori.

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Nell’allegoria delle quattro stagioni la Primavera è impersonata da una figura femminile nuda accompagnata dai segni zodiacali appropriati: Ariete, Toro e Gemelli.

A volte la coppia Zefiro-Flora è raffigurata in una radura fiorita. Flora è distesa su un giaciglio mentre lo sposo, un giovane dio con ali di farfalla, sparge fiori da una cornucopia con l’aiuto di alcuni amorini.  Ovidio descrive anche il giardino di Flora, dono di Zefiro, pieno di fiori sparsi.

Nicolas Poussin, nel suo dipinto “Il giardino di Flora” (1630-31), presenta Flora che danza nel suo giardino spargendo boccioli e circondata da quelle figure mitiche che alla loro morte si muteranno in fiori.

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Aiace che divenne un garofano, è raffigurato mentre si getta sulla propria spada: non essendo toccate a lui le armi del defunto Achille, impazzì e si uccise. Narciso si china sulla propria immagine riflessa nell’acqua contenuta in un’anfora. Clizia, che nel mito si muta in girasole, contempla l’oggetto del suo amore infelice volgendo il capo per seguirne il viaggio quotidiano attraverso il cielo. Giacinto porta la mano al capo ferito. Il legame di Apollo e Giacinto, principe di Sparta, è uno dei casi relativamente poco frequenti nella mitologia greca di amore tra due persone del medesimo sesso. L’amicizia ebbe fine per l’intervento del geloso Zefiro, il vento di occidente. Apollo stava istruendo il giovane Giacinto sul lancio del disco quando il vento afferrò lo strumento e lo scagliò sul capo del giovinetto, uccidendolo. Nel punto in cui cadde il suo sangue spuntò il fiore che prese il suo nome. Poussin raffigura anche Adone (anemone) che, con la sua lancia e i suoi cani da caccia, scosta il mantello per mostrare la coscia ferita. Questo mito affascinò non soltanto gli artisti ma anche i poeti. Adone nacque dall’unione incestuosa del re di Cipro con la figlia Mirra. Era di una bellezza proverbiale: Venere se ne innamorò, non ricambiata. Un giorno, mentre Adone era a caccia, fu ferito mortalmente da un cinghiale. Udendo i lamenti del giovane morente, la dea che passava in cielo sul suo carro accorse in suo aiuto ma era ormai troppo tardi. Nel punto in cui cadde il sangue di Adone nacquero degli anemoni. Croco e Smilax, il bellissimo giovane e la ninfa, giacciono in un angolo: egli fu trasformato nel fiore che porta il suo nome a causa della sua impazienza e lo stesso avvenne alla sua amata (la quale, però, in un’altra versione del mito divenne un albero di tasso). Poussin ha dipinto anche il trionfo di Flora. Si tratta di una processione guidata da Venere. Flora è trasportata da un carro tirato da putti e sono anche presenti tutte le figure sopra menzionate. Il quadro è conservato a Parigi nel museo del Louvre.

apollonia


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