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nuovo arrivo, Massimino I / P M TR P III - COS P P


lucius LX

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Buon pomeriggio, condivido l’ultimo arrivo, Massimino I il Trace (FIG 1).   La ritrattistica monetale mostra diverse varianti, che trovo in rete ricondotte in estrema sintesi a tre principali tendenze (nota 1 e FIG 2). Vi si distinguono un primo stile ancora vicino alla fisionomia di Alessandro Severo, probabilmente a causa della mancanza di modelli conosciuti dell’imperatore appena acclamato. Una seconda fase che mostra invece i tipici, forti caratteri del suo volto, tuttavia ancora entro una certa eleganza formale. E un terzo e ultimo tipo, quello che ho scelto, che mostra invece con evidenza quella fisicità estrema, quasi caricaturale, che la storiografia attribuisce a Massimino. Come spesso mi capita ho apprezzato il tondello irregolare, che mi sembra faccia rivivere il colpo e il suono del conio sul metallo ammorbidito. Sul rovescio si notano alcune tracce di processi che spero non pericolosi. Denario, titolo 50%, gr 2,85, mm 21, 6h, tipo RCV 8313; RIC IV.5, Roma, 237 d.C. Diritto: MAXIMINVS PIVS AVG GERM . Busto di Massimino I laureato, drappeggiato e corazzato, verso dx.  Rovescio: P M TR P III - COS P P. Massimino in abito militare, in piedi di fronte, guarda a sx, tiene un'asta con la sx  e un'insegna militare nella dx;  un'altra insegna militare sulla dx. Come già Alessandro Severo, Massimino I il Trace non emette antoniniani. Poiché i titoli non presentano nel complesso diminuzioni apprezzabili (A. Forzoni) e in assenza di afflussi di nuove risorse dall'esterno, le crescenti spese militari dovettero di conseguenza essere alimentate da una maggiore e più estesa pressione fiscale, cui si aggiunse anche il ricorso a requisizioni e confische, scelte che peseranno negativamente sul suo ritratto storiografico. 

So che le vicende storico-biografiche di Massimino sono celeberrime e più che narrate, ma non resisto a una breve sintesi e ad alcune annotazioni. Come noto l’ex pastore trace (per l’Historia Augusta figlio di un goto e di un’alana) viene arruolato da Settimio Severo in virtù di membra e prestazioni degne di un Ercole vivente. Le fonti lo ritraggono come un gigante tanto smodato e smisurato da suscitare esagerazioni quasi fiabesche (nota 2). Ma aldilà delle iperboli letterarie e al netto di ipotesi medico-patologiche, le sue qualità di combattente dovettero essere veramente notevoli per farsi apprezzare prima da Settimio Severo e poi da Alessandro Severo (l’unico a dileggiarne volgarmente la prestanza fu Eliogabalo, nota 3). La progressione nei ruoli militari e vari cenni storiografici lo mostrano legato alla casa dei Severi e ad Alessandro in particolare, il quale avrebbe persino considerato di concedere la propria sorella in sposa al figlio di Massimino, Massimo.  Il che non impedì a Massimino di partecipare, in modo più o meno diretto secondo le fonti, all’assassinio dello stesso Alessandro Severo e della madre Giulia Mamea a Magontiacum, eccidio cui conseguì la sua acclamazione.  

Le fonti, vicine ai ceti tradizionali, strapazzati anche fiscalmente da Massimino, non lesinano critiche verso il rozzo imperatore. E tuttavia devono anche riconoscerne il personale coraggio in battaglia e le capacità militari alla guida dell’esercito lasciatogli da Alessandro Severo. Grandi quadri - dipinti con le vittorie riportate durante le campagne sarmate e germaniche dirette in profondità nel territorio nemico (nota 4) - furono inviati a Roma per essere esposti in senato (salvo naturalmente essere bruciati all’indomani della sua caduta). Sia Erodiano (nota 5) che l’Historia Augusta (nota 6) ne offrono un ritratto fatto anche di luci e non solo di ombre, facendo trasparire una personalità forse più complessa di quanto non si sarebbe portati a credere. Massimino fece anche efficacemente fronte a diversi tentativi di ribellione (Magnus, Quartino) fino all’azione dei due Gordiani in Africa (nota 7).  Tuttavia neppure la totale adesione di Massimino agli umori e alle logiche dell’esercito fu sufficiente a proteggerlo dai suoi stessi soldati quando, invece di guidarli verso glorie e ricompense, si trovò a stancarli ed affamarli vanamente. Prima con il mancato saccheggio di Emona (Lubiana), poi con l’infruttuoso assedio di Aquileia, durante la discesa in Italia (FIG 4) cui si era visto costretto per reagire alla nomina da parte del senato di Pupieno e Balbino (nota 8). 

Riguardo questo ultimo, cruciale assedio, cito due testimonianze: una archeologica, ovvero un’ara votiva del Museo Archeologico di Aquileia (FIG 6); ed una bibliografica, ovvero un’accurata analisi storico-filologica condotta sul racconto di Erodiano (nota 9).  La rottura del rapporto di fiducia con i propri uomini costò a Massimino letteralmente la testa, mozzata e inviata in lugubre marcia a Roma assieme a quella del figlio Massimo. Di quest’ultimo le fonti ricordano l’aspetto piacevole, ancora evidente nel ritratto scultoreo del giovane nonostante lo sfregio conseguente alla damnatio memoriae (FIG 7). 

 Grazie e a presto, Lucius LX

(nota 1) Ricavo l’osservazione da un contributo in rete dedicato alla ritrattistica di Massimino e dei suoi familiari: http://augustuscoins.com/ed/Maximinus/Maximinus.html  

(nota 2) “Il suo pollice era così grande che usò il braccialetto della moglie come anello”; “Raccoglieva il sudore in tazze e vasetti per esibirne due o tre pinte”, etc. etc.

(nota 3) «Dicono, o Massimino, che tu abbia lottato vittoriosamente con 16, 20 e 30 soldati. Potresti farcela per trenta volte con una donna?».

(nota 4) Riguardo le campagne germaniche, una testimonianza archeologica della profondità dell’offensiva romana di questi anni è offerta dai reperti della battaglia di Harzhorn (FIG 3). Sulla questione vedi ad es. la discussione aperta da @Pablos:  

(nota 5) “Tale fu Massimino nelle imprese militari, e ne avrebbe ritratto fama immortale se non si fosse mostrato assai più grave e feroce ai suoi medesimi che ai suoi nemici”.

(nota 6)«Era un omone di grossa corporatura, famoso per il coraggio in mezzo a tutti i commilitoni, bello d’aspetto, rozzo nei modi, grossolano, pieno di sé, sprezzante, ma spesso giusto».

(nota 7) La rivolta dei Gordiani, appoggiata dal senato e accompagnata da sommosse anche a Roma con l’eliminazione degli uomini di fiducia di Massimino, come il prefetto praetorio Vitaliano e del prefetto urbi Sabio, fu comunque rapidamente soffocata da Capeliano, il legato Augusti pro praetore della Numidia, rimasto fedele a Massimino anche a causa di una personale rivalità con Gordiano I.

(nota 8) Prima della nomina imperiale facevano parte della commissione dei XX viri consulares ex senatus consulti rei publicae curandae, istituita per difendere l’Italia da Massimino.

(nota 9) Giacomo Caspar, L’assedio di Aquileia del 238 d.C. Commento storico al libro VIII della Storia dell’Impero Romano dopo Marco Aurelio di Erodiano.

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Modificato da lucius LX
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Bella bella, come sempre mi rileggerò con comodo il tuo consueto e gradito excursus.

Sebbene sia un pò fuori dal mio periodo prima o poi una sua moneta mi piacerebbe molto aggiungerla, è un personaggio veramente particolare sia storicamente che iconograficamente 😃

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E' una bella moneta. 

In realtà, la mano destra non  regge una insegna, ma e' alzata verso l'alto, forse nel segno dell'adlocutio, cosa che ci starebbe perfettamente con il carattere militare della scena e dell'imperatore. 

Ciò si può notare meglio in altri esemplari:

Online Coins of the Roman Empire: RIC IV Maximinus Thrax 5 (denarius) (numismatics.org)

Voi cosa ne pensate?

Ciao.

Stilicho

 

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Supporter
9 ore fa, Stilicho dice:

In realtà, la mano destra non  regge una insegna, ma e' alzata verso l'alto, forse nel segno dell'adlocutio

Verissimo @Stilicho , grazie davvero dell'attenzione preziosa che dedichi sempre alle nostre condivisioni.

Ho fotografato a maggiore ingrandimento e  il gesto (nonostante il parziale consumo) risulta assolutamente evidente: il braccio alzato e la mano aperta nel probabile gesto, come dici, dell'adlocutio, in accordo con il tipo.  

Grazie e buona domenica

Lucius LX

Diapositiva1.jpeg

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