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Tornate "a casa" le 56 monete antiche rubate dal museo Archeologico di Parma 15 anni fa


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Museo di Torino

Il Medagliere presenta due inventari. Il primo, di tipo quantitativo, che registra, in ordine diacronico, le monete raggruppate per classi, zecche o autorità emittenti e le relative 
quantità suddivise per metallo, è conservato all’Archivio di Stato di Torino ed è datato al 1848

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Il secondo inventario, tutt’ora utilizzato, riporta i beni messi a disposizione dello Stato da parte del Sovrano, si definisce Dotazione Corona-DC, e, a differenza del primo, è di tipo patrimoniale particolareggiato, e risulta, come indica l’incipit vergato a mano e datato 8 gennaio 1912,

1 – AR Dracma (tipo Pautasso MΑΣΣΑ α - Arslan I). Prima metà del III sec. a.C.
D/ Testa di Artemide a destra, con una corona di foglie, un orecchino a tre pendenti e una collana di perle.
R/ Leone incedente a destra, su doppia linea di esergo. Sopra, l’etnico MΑΣΣΑ
3.79 g; 18 mm; 9 h. Inv. DC 17378
Bibliografia: Pautasso 1970, n. 37.
2 –

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Ci sono anche foto "inguardabili" ma meglio di niente.

Dal "Notiziario del Portale Numismatico dello Stato - Medaglieri Italiani - Musei Reali Torino    14/1

 

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23 ore fa, Giov60 dice:

 

E’ esattamente quello che ho pensato anch’io. Inoltre: furto nel 2006-2009: chi poteva? (Come giustamente già osservato: un interno) Se ne sa nulla?

Indagini dal 2016? Esiste poi un database fotografico delle monete rubate o si va ad intuito (gli articoli di sopra riportano delle caratteristiche di monete che teoricamente dovrebbero essere desunte da schede e foto: ma a che risoluzione?) Inoltre non vorrei essere lo sprovveduto collezionista che dopo aver comprato InAsta una moneta se la vede sequestrare senza sapere bene il perché e in base a dei presupposti di 20 anni prima…

 

Mi auguro che il sequestro delle monete ad opera dei Carabinieri sia avvenuto prima dell'asta in modo da non creare grane legali ai compratori.

Se avvenuto dopo la consegna delle monete agli aggiudicatari credo  si potrebbe invocare il disposto dell'art. 1153 cc, che stabilisce che colui al quale sono alienati beni mobili da parte di chi non ne è proprietario, ne acquista la proprietà mediante il possesso, purché sia in buona fede al momento della consegna e sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà.

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4 ore fa, numa numa dice:

Carissimo

vogliamo fare l’elenco delle collezioni numismatiche che godono di un catalogo o almeno delle schede che illustrino i loro pezzi? Sarebbe molto corto ti assicuro 

Un esempio su tutti - ma se ne potrebbe fare un centinaio :

Napoli - una delle maggiori colkezioni in Italia - ha un catalogo ? L’ultima pubblicazione risalgono a quelle di Santangelo  (1867)

e di Fiorelli (1870) - senza tavole

rende l’idea ? 😉

 

Mi sembra assurdo tutto ciò, con tutti i soldi che si investono in Cultura, non si catalogano le collezioni numismatiche.

Speriamo che il Ministro faccia qualcosa per ovviare a questo brutto inconveniente.

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22 minuti fa, torpedo dice:

Mi sembra assurdo tutto ciò, con tutti i soldi che si investono in Cultura, non si catalogano le collezioni numismatiche.

Speriamo che il Ministro faccia qualcosa per ovviare a questo brutto inconveniente.

 

Confermo per conoscenza diretta di alcune situazioni che non si cataloga, né purtroppo si fotografa. I beni di cui non esiste un censimento e nemmeno una immagine sono sempre a rischio, lo sappiamo. Non voglio ripetere ciò che ha ottimamente scritto l'amico Numa, ma ci sarebbero diverse cose si potrebbero fare senza costi eccessivi ed in tempi non biblici. Però bisogna volerlo veramente ed indirizzare lì risorse finanziarie ed umane adeguate. Mi chiedo invece (e sono cattivissimo) se questo fare e non fare non torni a vantaggio di qualcuno. 

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24 minuti fa, torpedo dice:

Mi sembra assurdo tutto ciò, con tutti i soldi che si investono in Cultura, non si catalogano le collezioni numismatiche.

Speriamo che il Ministro faccia qualcosa per ovviare a questo brutto inconveniente.

 

Lo potrebbe fare se si fanno pressioni ( convegni, articoli, incontri) dove si fa capire che valorizzare ( attraverso in primis la conoscenza del patrimonio che si ha a disposizione)  significa anche soprattutto tutelare mentre demonizzare il Collezionismo e’ da burocrate sciocco - non svendo studiato ( a sifficienza) che TUTTE le collezioni numismatiche pubbliche sono formate in grandissima parte grazie a quello privato che ha contribuito a costituirle 

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Mi ricordo che qualche anno fa si era iniziata la ri-catalogazione di monete del Museo di Torino. Alcuni competenti  collezionisti avevano offerto il loro aiuto. (Gratuito).  Il lavoro fu affidato agli studenti di archeologia.........che  erano forse bravissimi futuri archeologi ma poco sapevano di numismatica.

Ho avuto modo di vedere una parte del lavoro che fu anche pubblicato sul web.

Commenti ? Preferisco astenermi.

 

Modificato da fagiolino
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45 minuti fa, fagiolino dice:

Mi ricordo che qualche anno fa si era iniziata la ri-catalogazione di monete del Museo di Torino. Alcuni competenti  collezionisti avevano offerto il loro aiuto. (Gratuito).  Il lavoro fu affidato agli studenti di archeologia.........che  erano forse bravissimi futuri archeologi ma poco sapevano di numismatica.

Ho avuto modo di vedere una parte del lavoro che fu anche pubblicato sul web.

Commenti ? Preferisco astenermi.

 

 

A Roma sono piu' intelligenti che a Torino

Il medesimo lavoro di catalogazione - per la Collezione Reale presso il Museo Nazionale Romano - è stato affidato a volontari si ma esperti numismatici che hanno alle spalle pubblicazioni, ricerche, convegni e sono riconosciuti specialisti del proprio settore di competenza. E i risultati si vedono (vedi sito del Portale Numismatico dello Stato).  Anche Firenze mi consta aver avviato delle collaborazioni con studiosi privati per la catalogazione delle loro collezioni antiche.

Un consono processo di selezione dei volontari e un efficace controllo centrale da parte del Medagliere dell'MNR ha permesso di portare avanti il lavoro di pubblicazione di moltissime zecche presenti nella collezione piu' anche ripostigli e altri insiemi arrivando alla pubblicazione di oltre 70 fascicoli con ogni moneta descritta e illustrata a colori - Non è a caso che per questo gigantesco lavoro di volontariato culturale sono stati selezionati esclusivamente numismatici - professionisti o amatori - ma tutti con un provato curriculum di produzione scientifica alle spalle.  

Modificato da numa numa
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  • ADMIN
Staff
11 ore fa, numa numa dice:

Se almeno le collezioni pubbliche maggiori fossero schedate in un database almeno locale, meglio ancora se generale gestito dal MIC - in caso di furti come quello di Parma

 

Non so quando sia stato fatto, ma credo che la collezione di Parma sia stata completamente fotografata

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Non è cosa facile per una soprintendenza catalogare il patrimonio numismatico in suo possesso.

Magari ha personale a sufficienza per farlo, ma per farlo non basta fotografare una moneta; occorre classificarla, e per farlo occorre competenza, e questa probabilmente spesso manca in quel personale disponibile.

Ci si può rivolgere alla collaborazione con studiosi privati, e in alcuni casi gratia Dei viene fatto, ma sono eccezioni, che comunque sembrano (spero) essere in aumento.

Si potrebbe semplicemente fotografare e pubblicare le monete senza classificarle, citando solo dati ponderali, provenienza, luogo in cui sono custodite. Altri potranno usufruire di pubblicazioni di questo tipo.

Ultimamente ho visto pubblicate le monete monete di un tesoretto trovato un secolo fa, e che i comuni mortali studiosi di numismatica, non sapevano neppure fosse ancora in qualche deposito o scomparso. La classificazione è sommaria, non si considerano le varianti; ciò può lasciare perplesso, ma in realtà ora quel tesoretto è diventato "reale", è disponibile, ... è !!!!

Questo devono fare i musei; aprire i cassetti, fotografare e rendere pubblico ciò che deve essere pubblico. E ringraziamo chi lo fa, perchè c'è chi lo fa. ci sono soprintendenze regionali attive e capaci.

Chi non lo fa? Indifferenza, incapacità, paura ad aprire certi cassetti in cui non si sa cosa c'è o meglio in cui si sa cosa non c'è più.

Io ho fiducia. Penso che nelle soprintendenze entrino sempre più persone appassionate, magari non competenti in numismatica, ma che sanno che ci sono moltre cose da scavare dentro i musei.

 

 

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48 minuti fa, chievolan dice:

Chi non lo fa? Indifferenza, incapacità, paura ad aprire certi cassetti in cui non si sa cosa c'è o meglio in cui si sa cosa non c'è più.

Esattamente

ricordo che anni fa un direttore ( soprintendente) riusci a bloccare per decenni la pubblicazione di uno dei piu’ cospicui nuclei di monete di zecche italiane - quello Mediceo di Firenze che in seguito fu ricongiunto al Bargello e pubblicato in ben 5 volumi da Toderi e Vannel.

solo dopo che questo funzionario ando’ ( finalmente ) in pensione fu possibile - grazie ad un altro funzionario illuminato - ricongiungere le 17.000 monete al museo cui provenivano - il Bargello - e publicare un insieme di fondamentale importanza per gli studiosi del periodo Rinascimentale e successivo. I cataloghi non saranno perfetti ( foto che lasciano a desiderare e schede molto scarne) ma intanto ci sono e costituiscono un apporto fondamentale agli studi oltre che una salvaguardia naturalmente delle monete. Un grazie agli autori e a quel funzionario che ha permesso la ricongiunzione di questo nucleo alle medaglie gia’ in custodia al Bargello.

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