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Tornate "a casa" le 56 monete antiche rubate dal museo Archeologico di Parma 15 anni fa


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Ottima notizia. Magari sarebbe stato bello se si fosse capito di che monete si tratta. Ho solo sentito citare un fiorino nel filmato. Mi piacerebbe sapere poi, da cittadino, come possano sparire delle monete custodite in un monetiere di un museo pubblico, chi aveva accesso (io no di certo e nemmeno voi!), le modalità del furto, la successiva rivendita e le persone coinvolte. Anni fa ai convegni si parlò di un furto in un medagliere di un museo, forse proprio lo stesso, e sentivo che stavano cercando dei solidi. Magari mi confondo e parlo di cose diverse. 

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DAL SITO FINESTRA SULL'ARTE: 
Stamani i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno restituito al Complesso della Pilotta di Parma 56 monete antiche, di grande pregio e rarità, rubate dal Museo Archeologico di Parma tra il 2006 e il 2009.

Questa mattina, il Comando del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Bologna ha restituito al Complesso Monumentale della Pilotta di Parma ben 56 monete di notevole pregio e rarità, appartenenti al Medagliere del Museo Archeologico della Pilotta. La cerimonia si è svolta alla presenza del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Parma, del Sindaco del Comune di Parma, del Comandante Provinciale Carabinieri di Parma, del Comandante del Gruppo Carabinieri TPC di Monza e della Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza.

L’accurata attività di indagine è stata sviluppata dai Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna a partire dal mese di agosto 2016 dopo essere venuti a conoscenza, nel corso di autonome indagini sui canali di commercializzazione illecita di beni culturali e della consueta attività di controllo delle piattaforme digitali, della vendita da parte di una Casa d’Aste di San Marino di una preziosa moneta in oro, per l’esattezza un Fiorino, emesso dalla Repubblica di Firenze (XII-XV secolo), Zecca di Firenze 1284, proveniente dal furto di 386 monete antiche, compiuto da ignoti malfattori all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Parma dal 2006 fino al 3 luglio 2009, data della denuncia presentata ai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Parma. Proprio dai preliminari accertamenti condotti, i Carabinieri potevano rilevare che la foto del bene culturale posto in vendita corrispondeva a quella trafugata prima del 2009 dal Museo Archeologico Nazionale di Parma. Così, il Fiorino in oro, individuato sul catalogo della Casa d’Aste, risultato venduto nel 2013 a un ignaro collezionista milanese, veniva prontamente sequestrato già nel mese di ottobre 2016.

Qualche giorno dopo, una prima perquisizione domiciliare consentiva ai Carabinieri TPC di sequestrare nei confronti di colui che aveva già messo in circolazione la prima moneta, un altro pregevole esemplare in oro, precisamente una Quadrupla, emessa da Ottavio Farnese, duca di Parma e Piacenza (1547-1586), Zecca di Piacenza.

L’individuazione certa delle monete veniva ottenuta grazie alla competenza di un funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza e di un Ispettore Onorario della stessa Soprintendenza, esperto numismatico, che potevano attestare come ogni moneta presentasse delle caratteristiche morfologiche tali da renderla unica per poterla identificare in modo inequivocabile: il peso, il conio, la forma del tondello, gli schiacciamenti, i salti di conio presenti su entrambe le facce, i difetti di produzione. Sono così risultate fondamentali le comparazioni di confronto eseguite dagli esperti tra le immagini dei beni già catalogati negli anni 1970/1980 con quelle nitide dei beni recuperati.

Da dicembre 2017 veniva, quindi, sviluppata un’articolata e complessa attività di indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma, tuttora in corso dal Nucleo TPC di Bologna e dalla Sezione Esteri del Comando TPC di Roma con il contributo di Interpol, Europol e ICE (United States Immigration and Customs Enforcement) per gli accertamenti negli Stati Uniti d’America.

Infatti, a seguito di un minuzioso lavoro di ricerca sulle vendite on-line, portato a termine con l’indispensabile ausilio degli esperti numismatici suindicati, venivano individuate sulle piattaforme dell’e-commerce ulteriori 200 monete circa rubate al Museo Archeologico Nazionale di Parma, già poste all’asta o di prossima vendita, rispetto alla data di rilevamento, precisamente in Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Belgio, Principato di Monaco, Regno Unito, Repubblica di San Marino, Svezia, Norvegia e USA. Nel mese di marzo del 2018, tali risultanze, suffragate dai necessari approfondimenti, consentivano di ottenere dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Parma, su conforme richiesta del P.M. titolare delle indagini, l’emissione del decreto di sequestro preventivo di tutte le monete rintracciate, da eseguire in Italia e all’estero.

Numerosissime le Rogatorie o gli Ordini di Indagine Europei emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma, inviati per l’esecuzione alle Autorità Giudiziarie straniere, anche con il coinvolgimento di Eurojust (European Union Agency for Criminal Justice Cooperation), per ottenere il sequestro e la restituzione allo Stato Italiano delle monete individuate in vendita o già vendute negli stati esteri interessati.

Non da ultimo, in alcuni casi, si riusciva ad ottenere la restituzione dei beni attraverso il coinvolgimento dei canali diplomatici nazionali mediante le competenze dei competenti uffici del Ministero della Cultura italiano.

Oltre alle 56 monete già recuperate sono ancora in corso varie richieste all’estero per ottenere la restituzione di monete precedentemente riconosciute in vendita fuori dai confini nazionali. In particolare, 95 monete venivano individuate in Svizzera tra maggio 2018 e aprile 2019, tutte già sequestrate prima che le aste venissero portate a termine. Sono in corso le domande di assistenza giudiziaria prontamente inoltrate sia dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma che dal Giudice per le Indagini Preliminari dello stesso Tribunale. Le 95 monete in oro, in argento e bronzo, la maggior parte di età antica appartenenti alla collezione storica del medagliere formata tra la seconda metà del Settecento e la fine dell’Ottocento, infatti, tutte di particolare importanza, pregio e rarità, erano state riconosciute nel corso di un esame tecnico eseguito presso gli uffici della Procura di Zurigo a fine ottobre 2020 da parte dell’esperto funzionario archeologo della Soprintendenza di Parma e dei Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna.

Il gruppo di 56 monete oggetto di restituzione costituisce solo una parte delle monete fino ad ora individuate e recuperate in tutta Europa e anche al di fuori di essa (in particolare negli Stati Uniti). All’interno di questo gruppo, si possono distinguere due nuclei di monete.

Il primo nucleo di 20 monete comprende esemplari in oro e argento di età antica, medievale e moderna appartenenti alla collezione più antica del medagliere. Si tratta, in gran parte, di monete di grande rarità e di elevata conservazione.

È il caso, ad esempio, del denario di Quinto Pomponio Musa (n. 36 dell’elenco), attivo nel I secolo a.C. La moneta del Museo di Parma è di grandissima rarità.

Di grande interesse e rarità è anche il tremisse dell’imperatore Glicerio (473-474 d.C.) (n. 20 dell’elenco). Glicerio, terzultimo imperatore romano d’Occidente, rimase in carica per circa un anno prima di essere deposto e le sue monete oggi sono tutte estremamente rare. In questo caso si tratta di una piccola moneta d’oro di poco più di un grammo, ottimamente conservata.

Dei denari antiquiores trafugati dal Museo di Parma finora ne sono stati individuati e recuperati 3 (n.ri 15, 16 e 17 dell’elenco). I denari antiquiores sono monete di grande interesse storico: si tratta di monete d’argento coniate dai pontefici romani a partire da Papa Adriano I (772-795) fin verso il 1000. Portano quasi sempre il nome o il monogramma del pontefice insieme a quello dell’imperatore regnante al momento della loro emissione. Sono monete in generale piuttosto rare. Quelle di Parma ritrovate sul mercato antiquario appartengono alle serie di papa Niccolò I (858-867), papa Stefano VI, (896-897) e papa Romano I (897).

Di particolare pregio e rarità è poi il doppio ducato di Alfonso I d’Este (1505-1534) (n. 13 dell’elenco). Si tratta di una moneta conosciuta in pochissimi esemplari.

Un’altra moneta di grande valore, soprattutto dal punto di vista storico, è la quadrupla (moneta dal valore di quattro scudi) di Ottavio Farnese, secondo duca di Parma e Piacenza (1547-1586). Il ducatone di Ranuccio II Farnese (1646-1694) è un pezzo di grande conservazione e di eccezionale bellezza. Si tratta di una moneta in argento dal peso di circa 32 grammi.

Il secondo gruppo di 36 esemplari recuperati appartiene invece a un nucleo di monete provenienti da un contesto archeologico unitario ovvero da una delle più importanti scoperte archeologiche avvenute a Parma nel secolo scorso, il cosiddetto “Tesoro di Via Mazzini”.

All’epoca del suo ritrovamento (nel 1962 durante lavori edili condotti appunto in Via Mazzini), il ripostiglio risultò costituito da 261 monete. Le monete erano state sicuramente tesaurizzate, in altre parole furono intenzionalmente occultate dal suo antico proprietario, probabilmente con la speranza di futuro recupero.

Quello della tesaurizzazione è un fenomeno ricorrente in tutte le epoche, soprattutto durante i periodi di instabilità politico-sociale. Il nascondimento del tesoro di Via Mazzini si colloca tra il 395 e il 402 d.C. ovvero durante il periodo in cui i Visigoti di Alarico si affacciano in Italia (il sacco di Roma dei Visigoti è del 410 d.C.).

Le monete del gruzzolo sono in gran parte “fior di conio” (non presentano alcun segno di circolazione e conservano la loro lucentezza e integrità originale).

Tra il 2006 e il 2009, 213 delle 261 monete del ripostiglio furono trafugate dai cassetti degli stipi del Medagliere di Parma. Si salvarono solamente 48 pezzi, all’epoca conservate nelle vetrine espositive del gabinetto numismatico.

A parziale conclusione delle indagini, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Parma, su conforme richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica dello stesso Tribunale, disponeva la confisca e la restituzione delle preziose monete al Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, proprietario dei beni, consentendo così di poterle restituire alla comunità parmense e quindi all’intera collettività.

 

 

Tra l'altro vista la continuità e "facilità" del furto si può ipotizzare la mano del sempre simpatico dipendente infedele.

saluti 

Gordon

Modificato da Gordonacci
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Davvero un'ottima notizia, concordo anch'io con @Gordonacciche il basista è quasi sempre un addetto ai lavori, solitamente un dipendente, ma ovviamente lasciamo fare ai magistrati il loro lavoro 🙂.

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Inviato (modificato)

Complimenti per l’eccezionale recupero. Mi domando chi fosse ( ma ho un’idea 😁) l’ispettore onorario che ha contribuito alla ricerca e identificazione. E mi domando soprattutto se sia stato formulato un capo d’accusa per qualcuno ( funzionario infedele  o semplice ladro) 

Modificato da numa numa
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17 ore fa, aemilianus253 dice:

Ottima notizia. Magari sarebbe stato bello se si fosse capito di che monete si tratta. Ho solo sentito citare un fiorino nel filmato. Mi piacerebbe sapere poi, da cittadino, come possano sparire delle monete custodite in un monetiere di un museo pubblico, chi aveva accesso (io no di certo e nemmeno voi!), le modalità del furto, la successiva rivendita e le persone coinvolte. Anni fa ai convegni si parlò di un furto in un medagliere di un museo, forse proprio lo stesso, e sentivo che stavano cercando dei solidi. Magari mi confondo e parlo di cose diverse. 

 

Elenco e foto qui:

 

https://uploads.gazzettadiparma.it/documents/ELENCO_MONETE_RECUPERATE_con_foto_COMPRESSO da inviare.pdf

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18 ore fa, aemilianus253 dice:

Ottima notizia. Magari sarebbe stato bello se si fosse capito di che monete si tratta. Ho solo sentito citare un fiorino nel filmato. Mi piacerebbe sapere poi, da cittadino, come possano sparire delle monete custodite in un monetiere di un museo pubblico, chi aveva accesso (io no di certo e nemmeno voi!), le modalità del furto, la successiva rivendita e le persone coinvolte. Anni fa ai convegni si parlò di un furto in un medagliere di un museo, forse proprio lo stesso, e sentivo che stavano cercando dei solidi. Magari mi confondo e parlo di cose diverse. 

 

la cosa più bella a mio avviso, è che abbiano "ristretto" il periodo dei furti a un periodo...di anni .... in un medagliere in cui non entra nessuno, nel quale io, che sono di Parma, con tre richieste scritte a partire dal 2004, non sono mai riuscito a entrare........ per dire....

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52 minuti fa, Poemenius dice:

in un medagliere in cui non entra nessuno, nel quale io, che sono di Parma, con tre richieste scritte a partire dal 2004, non sono mai riuscito a entrare

Ecco proprio per questo chiedevo se - oltre alla descrizione della brillante operazione- chi di dovere avesse procedito alla formukazione di responsabilità e capo d’accusa su chi doveva vigilare e aveva la resp delle collezioni visto che - mi sembra di capire da quanto su legge - che i furti siano stati perpetrati dall’interno e per anni - e non a seguito di effrazione in un colpo solo

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1 ora fa, numa numa dice:

Ecco proprio per questo chiedevo se - oltre alla descrizione della brillante operazione- chi di dovere avesse procedito alla formukazione di responsabilità e capo d’accusa su chi doveva vigilare e aveva la resp delle collezioni visto che - mi sembra di capire da quanto su legge - che i furti siano stati perpetrati dall’interno e per anni - e non a seguito di effrazione in un colpo solo

 

Come sempre o quasi si può dire... I Numismatici sono considerati delinquenti per prassi assodata da altri (purtroppo aggiungo), ma chi ruba è quasi sempre qualcuno altro. Un signore delle mie parti, mancato qualche anno fa, mi diceva, cercando di darmi qualche lezione di vita spicciola ma utile, "ricordati, c'è chi ruba e chi è ladro".

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Sulla base di questo esempio, e cioè di furto che si è protratto continuamente per più episodi perché effettuato da chi è addetto da chi può accedere o con sua complicità, mi vengono in mente anche gli ammanchi alla collezione reale, e chissà se episodi del genere siano avvenuti anche per quanto riguarda il materiale della famosa nota 56.

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Il 10/7/2024 alle 16:38, Gordonacci dice:

nfatti, a seguito di un minuzioso lavoro di ricerca sulle vendite on-line, portato a termine con l’indispensabile ausilio degli esperti numismatici suindicati, venivano individuate sulle piattaforme dell’e-commerce ulteriori 200 monete circa rubate al Museo Archeologico Nazionale di Parma, già poste all’asta o di prossima vendita, rispetto alla data di rilevamento, precisamente in Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Belgio, Principato di Monaco, Regno Unito, Repubblica di San Marino, Svezia, Norvegia e USA. Nel mese di marzo del 2018, tali risultanze, suffragate dai necessari approfondimenti, consentivano di ottenere dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Parma, su conforme richiesta del P.M. titolare delle indagini, l’emissione del decreto di sequestro preventivo di tutte le monete rintracciate, da eseguire in Italia e all’estero.

Furto avvenuto tra 2006 e 2009.

Se dopo la scoperta del furto avessero fornito a NIP , AINP , e anche al Forum un PDF con tutte le monete rubate ? Non pensate che si sarebbero risparmiati anni e anni di  ricerca sul web in siti di mezzo mondo, e sopratutto Gratis ? 

 

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1 ora fa, fagiolino dice:

Furto avvenuto tra 2006 e 2009.

Se dopo la scoperta del furto avessero fornito a NIP , AINP , e anche al Forum un PDF con tutte le monete rubate ? Non pensate che si sarebbero risparmiati anni e anni di  ricerca sul web in siti di mezzo mondo, e sopratutto Gratis ? 

 

 

Più facile che,  a seguito della pubblicazione di tutto il materiale, una volta bruciate le monete per il mercato ufficiale, queste prendessero la strada del mercato sommerso, anche con guadagni inferiori, scomparendo per decine e decine di anni... 

La vendita alla spicciolata di materiale apparentemente confondibile nel mare delle aste attuali, nell'illusione che non venga notato, lascia più possibilità all'investigatore paziente, che deve solo aspettare seduto sulla riva del fiume. Non a caso i primi sequestri risalgono al 2016... e sono proseguiti silenti per anni... mentre probabilmente la sensazione di impunità dei ricettatori aumentava...

Sarebbe interessante piuttosto sapere quale e quanta fosse la consapevolezza e la complicità delle case d'asta e dei commercianti coinvolti...

Mario

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2 ore fa, fagiolino dice:

Furto avvenuto tra 2006 e 2009.

Se dopo la scoperta del furto avessero fornito a NIP , AINP , e anche al Forum un PDF con tutte le monete rubate ? Non pensate che si sarebbero risparmiati anni e anni di  ricerca sul web in siti di mezzo mondo, e sopratutto Gratis ? 

 

 

E’ esattamente quello che ho pensato anch’io. Inoltre: furto nel 2006-2009: chi poteva? (Come giustamente già osservato: un interno) Se ne sa nulla?

Indagini dal 2016? Esiste poi un database fotografico delle monete rubate o si va ad intuito (gli articoli di sopra riportano delle caratteristiche di monete che teoricamente dovrebbero essere desunte da schede e foto: ma a che risoluzione?) Inoltre non vorrei essere lo sprovveduto collezionista che dopo aver comprato InAsta una moneta se la vede sequestrare senza sapere bene il perché e in base a dei presupposti di 20 anni prima…

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3 ore fa, Giov60 dice:

lo sprovveduto collezionista che dopo aver comprato InAsta una moneta se la vede sequestrare senza sapere bene il perché e in base a dei presupposti di 20 anni prima…

In teoria la casa d'aste dovrebbe rimborsare il compratore. Ce ne sono di oneste ma anche di quelle che : E' passato troppo tempo, il conferente non è più reperibile  eccetera.                      Roma Num. Ltd ? Lanz ?  Non più attivi per vari motivi.  A chi avete venduto la moneta 234 dell'asta 134 ?  A XXW che abita in via ....a San Francisco,USA  ma  ha traslocato oppure è defunto.. Che si fa ? Si chiede l'intervento della Interpol per rintracciarlo ? Purtroppo  alcune monete non torneranno alla base. 

Si sono accorti del furto anni dopo. Una indagine su chi c'era al museo (anni 2006/9) non la vogliamo fare ? 

Puo darsi  che sia in corso . ma quando leggo "tra il 2006 e il 2009" mi vien da ridere. Come se qualcuno nel 2006 avesse aperto il cassetto ,notato che mancava qualcosa. Poi chiuso il cassetto  ogni tanto andava a vedere se  mancava qualcos'altro.

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Probabilmente nel 2006 era stato fatto un inventario e c'erano tutte. Forse le foto furono fatte proprio in quell'occasione...

Arka

Diligite iustitiam

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3 ore fa, Arka dice:

Probabilmente nel 2006 era stato fatto un inventario e c'erano tutte. Forse le foto furono fatte proprio in quell'occasione...

Arka

Diligite iustitiam

 

E' probabile.

Bene ha fatto  @Gordonaccia pubblicare  l'articolo completo di Finestra sull'Arte. Ma molti dubbi restano. Le monete in bacheca ci sono rimaste, ovviamente. Quelle nei cassetti sono sparite e se ne sono accorti tre anni dopo. Suppongo fossero chiusi a chiave. Tracce di scasso ? Boh ! Se non ci sono chi aveva accesso alle chiavi ? 

 

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La cosa piu’ importante - l’unica che veramente mette al riparo da furti del genere - e’ una sola:

catalogare, fotografare le monete in modo che vi sia una prova incontrovertibile e in caso di furti diffondere le informazioni 

molti troppi musei impegnano risorse per altro trascurando questa pratica essenziale per la tutela delle proprie collezioni 

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11 ore fa, fagiolino dice:

Puo darsi  che sia in corso . ma quando leggo "tra il 2006 e il 2009" mi vien da ridere. Come se qualcuno nel 2006 avesse aperto il cassetto ,notato che mancava qualcosa. Poi chiuso il cassetto  ogni tanto andava a vedere se  mancava qualcos'altro.

Ciao.

Non penso che nell'articolo si intenda dire che il furto sia iniziato nel 2006 e si sia concluso nel 2009 ma piuttosto che il furto sia avvenuto in un periodo compreso fra queste due date.

Probabilmente in quanto quelli del Museo hanno una data certa (2006) in cui le monete erano ancora presenti e una successiva data certa (2009) in cui le monete non c'erano più. Il tempo del furto, quindi, si posiziona in un momento compreso fra le due date certe.

Se avessero "aperto il cassetto" nel 2006 e in quel momento si fossero accorti della sparizione di qualche esemplare allora, già in quel momento, sarebbero stati obbligati a denunciare la sottrazione della/e moneta/e.

M.

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8 ore fa, numa numa dice:

La cosa piu’ importante - l’unica che veramente mette al riparo da furti del genere - e’ una sola:

catalogare, fotografare le monete in modo che vi sia una prova incontrovertibile e in caso di furti diffondere le informazioni 

molti troppi musei impegnano risorse per altro trascurando questa pratica essenziale per la tutela delle proprie collezioni 

 

Questo che ci racconti lo trovo pazzesco, ma come si fa a non catalogare nulla?

È un invito a nozze per i ladri, le monete possono sparire tranquillamente senza che nessuno se ne accorga 🙂.

Modificato da torpedo
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1 ora fa, torpedo dice:

Questo che ci racconti lo trovo pazzesco, ma come si fa a non catalogare nulla?

È un invito a nozze per i ladri, le monete possono sparire tranquillamente senza che nessuno se ne accorga 🙂.

 

Carissimo

vogliamo fare l’elenco delle collezioni numismatiche che godono di un catalogo o almeno delle schede che illustrino i loro pezzi? Sarebbe molto corto ti assicuro 

Adesso, numa numa dice:

Carissimo

vogliamo fare l’elenco delle collezioni numismatiche che godono di un catalogo o almeno delle schede che illustrino i loro pezzi? Sarebbe molto corto ti assicuro 

 

Un esempio su tutti - ma se ne potrebbe fare un centinaio :

Napoli - una delle maggiori colkezioni in Italia - ha un catalogo ? L’ultima pubblicazione risalgono a quelle di Santangelo  (1867)

e di Fiorelli (1870) - senza tavole

rende l’idea ? 😉

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Supporter
14 minuti fa, numa numa dice:

Carissimo

vogliamo fare l’elenco delle collezioni numismatiche che godono di un catalogo o almeno delle schede che illustrino i loro pezzi? Sarebbe molto corto ti assicuro 

Un esempio su tutti - ma se ne potrebbe fare un centinaio :

Napoli - una delle maggiori colkezioni in Italia - ha un catalogo ? L’ultima pubblicazione risalgono a quelle di Santangelo  (1867)

e di Fiorelli (1870) - senza tavole

rende l’idea ? 😉

 

Alcune monete del Mann sono state ben fotografate in una vendita anni 70 perché lamentarsi....

 

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Se almeno le collezioni pubbliche maggiori fossero schedate in un database almeno locale, meglio ancora se generale gestito dal MIC - in caso di furti come quello di Parma in un secondo le schede delle monete mancanti potrebbero essere diffuse a tutti i commercianti, case d’asta ed ev. anche eBay e quant’altro.

sarebbe una ben sltra tutela , che dite, rispetto s una decina di carabinieri che devono andare a spulciarsi catalogo per catalogo.

 

invece di buttare via denaro prezioso per requisite l’ennesimo duplicato di una moneta che hanno otto musei pubblici ma non il nono di Canicatti’ il MIC potrebbe gestire meglio i fondi in un programma di AI ( artificial intelligence) che faccia un pairing tra le schede delle sie collezioni e quanto circola sul mercato facendo in un batter d’occhio il lavoro di decine di militi che potrebbero essere meglio impiegati.

presupposto per tutto questo e’ un lavoro di catalogazione che oggi solo in minima parte e’ realizzato in Italia ( molto piu’ avanzati all’estero)  Bologna, in parte Firenze, in parte Milano, in parte Roma per citare i maggiori, buona parte di queste realizzate grazie all’aiuto di volontari culturali privati per il MIC ha si le risorse  per le pratiche burocratiche delle notificazioni ma mancano completamente o quasi i funzionari numismatici. 

E’ stata introdotta dal Ministro Sangiuliano una Direzione per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale. Chissa’ che non si riesca a fare progressi su questa strada ? 

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