Vai al contenuto
IGNORED

La mitica disputa tra Atena e Poseidone per la terra d'Attica


Risposte migliori

Inviato

Salve.

Il bronzo con la scena del titolo sul rovescio ha avuto un notevole successo nell’asta CNG Triton XXVII del 9-10 gennaio 2024, dove ha raggiunto un hammer di 4000 USD, più del quintuplo della stima.

image00460.thumb.jpg.f3a977bd3e6f2d9cf8aabb89e55f84c8.jpg

Roman Provincial
ATTICA, Athens. Circa AD 120-140/50. Æ (30mm, 16.31 g, 9h). Helmeted bust of Athena right, wearing necklace and aegis; all within laurel wreath / AΘ H, The naming of Athens: Poseidon, on left, advancing right, brandishing trident; on left, Athena advancing left, raising right hand and holding spear and shield in left; between them, olive tree entwined by serpent, in the branches, owl facing right. Kroll 174; RPC IV.1 8191; Svoronos, Athenes 89.3 (same dies as illustration); BMC 710. Dark green patina with light earthen highlights, minor cleaning marks. Good VF. Well struck on a full flan and in an exceptional state of preservation.

Secondo la leggenda, la città di Atene era stata costruita dal dio-serpente Cecrops e chiamata Cecropia. Egli governava la città prospera, ma gli dei dell'Olimpo si ingelosirono perché la città non pagava mai loro un tributo. Atena e Poseidone desideravano entrambi essere la divinità protettrice della città nascente e Zeus indisse una gara; la gente della città si riunì per assistere allo spettacolo. Poseidone si mosse per primo e colpì la cima dell'Acropoli con il suo tridente, la terra tremò e l'acqua sgorgò dal foro come un geyser: questo dono significava che i cittadini non avrebbero mai dovuto affrontare la siccità. Ma presto si accorsero che l'acqua era salata e si arrabbiarono perché la città era vicina al mare. Atena rise e, inginocchiandosi a pochi metri di distanza, piantò qualcosa nel terreno. Pochi istanti dopo, un albero di ulivo raggiunse la piena maturità; dimostrò che i frutti che portavano potevano essere usati come cibo e olio, e che l'albero poteva essere usato come fonte di legname. L'albero aveva molteplici usi. Atena dimostrò di essere la dea della saggezza, coscchè la città prese il nome di Atene e i templi del Partenone furono eretti in suo onore. Poseidone, in preda all'ira, maledisse la terra arida e i laghi si prosciugarono. Esiste una storia alternativa secondo la quale Poseidone colpì la roccia e nacque il primo cavallo, una scena che era raffigurata sul frontone ovest del Partenone. Un albero di ulivo si trova ancora oggi nel luogo della battaglia; si ritiene che l'albero attuale sia stato piantato intorno alla seconda guerra mondiale.

apollonia


Inviato

La moneta raffigura la scena narra la disputa che Atena (con il ramo d’ulivo) ebbe con Poseidone (che dall'acqua fa nascere il cavallo) per il possesso di Atene e dell'Attica, così com’era stata rappresentata sul frontone occidentale del Partenone da Fidia dal 438 al 432 a. C.

Reconstruction_of_the_west_pediment_of_the_Parthenon_1.thumb.jpg.52f9fb91c672752f9dd144ac74d16eb7.jpg

Il frontone orientale racconta della nascita di Atena dalla testa di suo padre Zeus, come vuole la narrazione dei sacerdoti della dea.

Secondo i Pelasgi, la dea Atena nacque presso il lago Tritonide in Libia, dove fu raccolta e nutrita da tre ninfe di quella regione che vestivano pelli di capra, ma i sacerdoti di Atena narrano che Zeus inseguiva voglioso la titanessa Meti la quale, per sfuggirgli, assunse diverse forme, ma infine fu raggiunta e fecondata. Un oracolo della Madre Terra disse che sarebbe nata una figlia e che, se Meti avesse concepito una seconda volta, sarebbe nato un figlio destinato a diventare il padrone del cielo. Zeus allora, dopo aver indotto Meti a giacere accanto a lui, improvvisamente la inghiottì. Quando giunse il tempo del parto, Zeus fu colto da un terribile dolore di capo e urlò tanto da destare gli echi del firmamento. Subito accorse Ermete che indovinò la causa della pena di Zeus. Egli indusse dunque Efesto o, come altri sostengono, Prometeo, a munirsi di ascia e di maglio per aprire una fessura nel cranio di Zeus: ed ecco balzar fuori Atena, là sulle rive del fiume Tritone, tutta armata, con un potente grido che risuonò in cielo e sulla terra.

Dea della guerra, non gode delle sanguinose battaglie come invece accade ad Ares e a Eris, ma preferisce appianare le dispute e far rispettare la legge con mezzi pacifici. Non porta armi in tempo di pace e qualora ne abbia bisogno, le chiede in prestito a Zeus. La sua misericordia è grande. Se nei processi che si svolgono all'Areopago i voti dei giudici sono pari, ella di solito aggiunge il proprio per ottenere l'assoluzione dell'accusato. Ma se si trova impegnata in guerra non perde mai una battaglia, sia pure contro lo stesso Ares, perché più esperta di lui nell'arte strategica. Infatti, un giorno che Ares, sul campo di battaglia davanti a Troia, combatteva al fianco di Ettore e attaccava Diomede, Atena, resa invisibile dall'elmo magico di Ade, riesce a sviare il colpo di lancia del dio e lo fa ferire da Diomede. Ares emette un grido spaventoso e fugge verso l'Olimpo, dove Zeus lo fa curare. Un'altra volta, nella mischia degli dèi, che si svolge sotto Troia, Atena lotta contro Ares e lo sopraffà stordendolo con un colpo di pietra. Ma questo antagonismo fra Ares e Atena si manifesta non solo nel ciclo troiano. Quando Eracle dette battaglia a Cicno, figlio di Ares, questi volle difenderlo, e Atena dovette intervenire direttamente per far deviare la lancia di Ares. Eracle, approfittando di una disattenzione della guardia del dio, lo ferì alla coscia, e Ares fuggì, vergognosamente, verso l'Olimpo.
 

(segue)


Inviato

Come non conobbe madre, così Atena non conosce nè amore nè nozze. Molti dèi, Titani o Giganti, l’avrebbero volentieri sposata, ma lei rifiutò tutte le loro proposte. In un’occasione, durante la guerra troiana, non volendo chiedere in prestito le armi a Zeus che si era dichiarato neutrale, Atena pregò Efesto di fabbricarle un'armatura. Efesto non volle essere pagato, dicendo astutamente che si sarebbe assunto l'incarico per amore; Atena non afferrò il significato di quella frase, e quando si recò nella fucina di Efesto, il dio, all'improvviso, si volse verso di lei e cercò di usarle violenza. Atena si divincolò ma Efesto, preso dal desiderio, bagnò con il suo sperma una gamba della dea. Disgustata, essa s'asciugò con della lana e gettò quella sozzura al suolo. Dalla Terra così fecondata nacque Erittonio, che la dea considerò come proprio figlio. Lo allevò all'insaputa degli altri dèi e volle renderlo immortale. Lo rinchiuse in un cesto, sotto la custodia di un serpente, e lo affidò alle figlie del re d'Atene, Cecrope. Una sera, mentre le fanciulle ritornavano da una festa sacra portando il cesto di Atena a turno sul capo, spinte dalla curiosità, lo aprirono e qui videro il bambino circondato da un serpente. Le ragazze, terrorizzate, impazzirono e si uccisero, buttandosi dalla sommità dell'Acropoli. Venuta a sapere di questa disgrazia, Atena ne fu così addolorata che lasciò cadere l'enorme roccia destinata a fortificare ulteriormente l'Acropoli: e quella roccia diventò il monte Licabetto. Poiché la notizia le era stata portata da un corvo, la dea ne mutò il colore delle penne da bianco a nero e proibì per sempre che i corvi si posassero sull'Acropoli. Erittonio si rifugiò nell'egida di Atena, dove essa lo allevò con tanta cura che alcuni lo credettero veramente suo figlio.

Tra Poseidone e Atena si accese una contesa per il possesso dell'Attica e ciascuno cercava di fare a questo paese il più bel regalo possibile per accrescere i suoi titoli. Poseidone scagliò il suo tridente nell'Acropoli di Atene dove subito si aprì un pozzo d'acqua marina che ancora si vede. Atena agì in modo più gentile, piantando un olivo accanto al pozzo. Poseidone, furibondo, la sfidò a duello, e Atena avrebbe accettato se Zeus non si fosse interposto nella disputa ordinando che i due dèi si rimettessero al suo giudizio. Poseidone e Atena si presentarono dunque al tribunale divino, composto da tutte le divinità olimpiche. Zeus non espresse il proprio parere, ma mentre tutti gli dèi appoggiavano le pretese di Poseidone, tutte le dee si schierarono a favore di Atena. E così, per un voto di maggioranza, Atena ottenne di governare sull'Attica poiché aveva fatto a quella terra il dono migliore.
 

(segue)


Inviato

I legami tra Atena e Atene sono confermati dalle leggende di Erittonio, di cui s’è detto, e del giuramento di Oreste che, perseguitato per mare e per terra dalle instancabili Erinni per l'uccisione di sua madre Clitennestra, arrivò ad Atene. Entrò subito nel tempio di Atena sull'Acropoli, sedette e abbracciò il simulacro, ma la dea, che aveva udito le suppliche di Oreste dallo Scamandro, il territorio troiano di recente acquisito al suo culto, giunse in gran fretta ad Atene e, riuniti i più nobili tra i cittadini e i giudici, ordinò all'Areopago di giudicare Oreste. La votazione dei giudici si chiuse alla pari e allora Atena, che presiedeva il tribunale, si dichiarò dalla parte di Oreste. Prosciolto dunque con onore, Oreste ritornò in Argolide e giurò di essere un fedele alleato di Atene fino all'ultimo dei suoi giorni.

Atena aiutò numerosi eroi tra i quali Perseo, Bellerofonte, Eracle, Giasone. Aiutò Perseo perché voleva la morte della bella gorgone Medusa che si era accoppiata con Poseidone in uno dei suoi templi: per questo motivo le aveva dato un aspetto così spaventoso da trasformare in pietra tutti quelli che la guardavano. Quando Perseo promise al re Polidette di portargli la testa della Gorgone, le Ninfe gli consegnarono sandali alati, una bisaccia e l'elmo di Ade che aveva la proprietà di rendere invisibile chiunque lo metteva, mentre Ermes lo armò di una roncola d'acciaio durissimo e Atena gli donò un lucidissimo scudo. Perseo volò fino alla terra degli Iperborei, dove trovò le Gorgoni addormentate. Fissò lo sguardo sull'immagine di Medusa riflessa nello scudo, Atena guidò la sua mano, e con un solo colpo di roncola decapitò Medusa; allora, con sua grande sorpresa, vide balzar fuori dal cadavere il cavallo alato Pegaso e il guerriero Crisaore, i due esseri generati da Poseidone. Portata a buon termine l'impresa, Perseo donò la testa della Medusa ad Atena che la fissò alla sua egida; ma altri dicono che quell'egida fu fatta con la pelle di Medusa che Atena le aveva strappato di dosso.

Atena modesta quanto Artemide, è molto più generosa. Quando un giorno Tiresia la sorprese per caso intenta a fare il bagno nuda, essa gli posò le mani sugli occhi e lo accecò, compensandolo tuttavia col dono della chiaroveggenza. Si dice che in una sola occasione Atena diede prova di incontrollata invidia. Aracne, una principessa di Colofone in Lidia, era così esperta nell'arte della tessitura che nemmeno Atena poteva competere con lei. Quando le mostrarono un mantello dove Aracne aveva intessuto scene d'amore tra gli olimpi, Atena lo scrutò attentamente per scoprirvi degli errori, e non avendone trovato uno, lo lacerò furibonda. Allora Aracne, avvilita e atterrita, si impiccò a una trave. Atena la trasformò in un ragno e tramutò la corda in una ragnatela, in modo che Aracne vi si arrampicò salvandosi la vita.

Dea guerriera, armata della lancia e dell'egida (una specie di corazza in pelle di capra), Atena ebbe una parte importante nella lotta contro i Giganti. Uccise Pallante ed Encelado. Scorticò il primo, e con la sua pelle si fabbricò una corazza. Quanto ad Encelado, lo inseguì fino in Sicilia e l'immobilizzò lanciandogli addosso l'isola intera. Eracle combattè al fianco di Atena nella lotta contro i Giganti come mortale il cui aiuto era necessario per soddisfare la condizione imposta dai Destini alla morte dei Giganti. D'altronde Atena cominciò con l'amarlo, nel momento in cui l'eroe fu sul punto d'intraprendere le sue fatiche. Sempre lei gli dette le nacchere di bronzo, opera di Efesto, con le quali Eracle spaventò gli uccelli del lago Stinfalo che si alzarono in volo, permettendogli di abbatterli a frecciate. In compenso Eracle offrì a lei i pomi d'oro delle Esperidi dopo che gli furono resi da Euristeo.
 

(segue)


Inviato

Prima della guerra, Atena era onorata a Troia nella forma di una statua di legno caduta dal cielo e chiamata Palladio. Si riteneva che la città non potesse essere vinta fin tanto che avesse conservato questo idolo. Ma dopo che Paride, sull'Ida, le aveva rifiutato il premio della bellezza, Atena divenne ostile ai Troiani e fu la più strenua protettrice dei Greci nella guerra di Troia. I suoi favoriti erano Diomede, Odisseo, Achille, Menelao. Quando però Aiace, figlio d'Oileo, violentò Cassandra che abbracciava la statua di Atena e la fece cadere, la statua della dea volse altrove gli occhi per non assistere al tremendo oltraggio. Atena tolse ai Greci la sua protezione fatta eccezione per Odisseo che amava teneramente e che aiutò a ritornare in patria. La sua azione è costante, e lei interviene con metamorfosi, sotto la forma di diversi mortali, per portare aiuto all'eroe. Manda anche sogni, per esempio a Nausicaa, per suggerire di andare a lavare la biancheria un certo giorno in cui lei sa che Odisseo deve approdare nell'isola dei Feaci. Dota il suo protetto di una bellezza soprannaturale per commuovere con più certezza la giovane in quell'incontro che deve procurare ad Odisseo una nave per tornare in patria. In altre occasioni spinge Zeus in favore dell'eroe. Lei provoca l'ordine dato da Calipso di rilasciare Odisseo e di fornirgli i mezzi per riprendere il mare.

Era una delle maggiori divinità celesti del Pantheon greco, luminosa al pari di Apollo, benché da lui assai diversa. Le sue statue, i Palladii, la presentano armata di elmo, scudo e lancia, donde l'epiteto di Promachos e gli altri simili sotto i quali era venerata in molte località, come Stenia (la forte), Agelia (che dà la vittoria); è essa stessa la vittoria (Nike), è protettrice della città (Polias).
Accanto al valore guerriero, Atena personifica anche la saggezza e la prudenza; dea dell'intelligenza protegge le opere di pace, dell'agricoltura, delle industrie. Le si attribuiva l'invenzione di cose utili: i numeri, i carri, le macchine, la navigazione; erano sotto la sua protezione i tribunali; le erano sacri il serpente, la civetta, il gallo, l'olivo, il fico, l'acanto.
Nel culto ateniese si vedono espressi i due aspetti della Dea: quello antico naturistico, e quello più recente etico; per il primo aveva il tempio dell'Eretteo, per il secondo il Partenone con la statua di Atena Promachos. Feste solenni si celebravano per Atena in vari tempi: le Oscoforie alla vendemmia, le Procaristerie al principio della primavera, le Plinterie nel mese di targelione (maggio-giugno), le Panatenee nel mese di ecatombeone (luglio-agosto). Erano soprattutto giochi ginnici, gare poetiche e musicali, con la solenne processione (raffigurata nel fregio fidiaco del Partenone), nella quale si portava sull'acropoli il nuovo peplo preparato dalle donne ateniesi.

apollonia


Inviato

Per una questione di par condicio penso sia il caso di dare notizie biografiche anche sul contendente di Atena per il possesso dell’Attica, Poseidone, figlio di Crono e di Rea, fratello di Zeus e di Ade, al quale spettò la signoria del mare comprese le coste e le isole nell’estrazione a sorte dei regni sui quali i tre fratelli avrebbero governato.
Come gli altri fratelli (escluso Zeus) Poseidone subì la sorte d'essere inghiottito dal padre che temeva la loro futura rivalità. Alcuni dicono che Rea fece divorare a Crono un puledro invece di Poseidone, che nascose tra un branco di cavalli; altri, che Rea affidò Poseidone bambino alle cure di Cafira, figlia d'Oceano, e delle Telchine nell'isola di Rodi. Quando, grazie all'emetico di Meti, Crono restituì i figli, Poseidone aiutò Zeus a sconfiggere i Titani e a rinchiuderli nel Tartaro sotto la sorveglianza dei giganti centimani. Allora i tre figli di Crono si spartirono l'universo lasciando la terra e l'Olimpo come territorio comune. Zeus ebbe il comando supremo e Poseidone spesso cercò di ribellarsi; partecipò con Era, Atena, Apollo e tutti gli altri olimpi, ad eccezione di Estia, alla congiura contro Zeus. Insieme lo legarono, ma la nereide Teti, con l'aiuto del centimane Briareo, lo liberò. Zeus appese al cielo Era, la vera organizzatrice della congiura, e punì Apollo e Poseidone costringendoli a servire il re Laomedonte.
Poiché gli occorreva una moglie che si trovasse a suo agio negli abissi marini, Poseidone pensò subito alla nereide Teti, ma quando seppe che il figlio nato da lei sarebbe stato più famoso di suo padre, rinunciò a sposarla. Pose allora gli occhi su Anfitrite, figlia di Nereo o di Oceano. La corteggiò e Anfitrite, sgomenta, si rifugiò sul monte Atlante, ma un certo Delfino la trovò e la convinse ad accettare il dio come consorte. Come premio per questa sua azione, Delfino venne posto in cielo in una costellazione.
Anfitrite gli generò tre figli: Tritone, Roda e Bentesicima; ma Poseidone ebbe numerosi amori con dee, ninfe e donne mortali, tutti fecondi. Anfitrite si ingelosì soprattutto di Scilla, figlia di Forcide, e la trasformò in un mostro dalle sei teste e dodici zampe. Demetra, per sfuggire alle molestie di Poseidone, si tramutò in giumenta e il dio, trasformatosi a sua volta in stallone, la coprì generando il cavallo Arione e la ninfa Despena. Poseidone amò anche la gorgone Medusa, a quel tempo ancora una bellissima fanciulla, e giacque con lei nel tempio di Atena, crimine per cui Medusa venne trasformata dalla dea in un orribile mostro alato che Perseo uccise. Dal cadavere della Medusa gravida nacquero il gigante Crisaore e il cavallo alato Pegaso.

(segue)


Inviato

Poseidone generò anche il gigante Anteo insieme a Gea, sua nonna; fu padre di molti Giganti tra cui Oto ed Efialte, avuti da Ifimedia, che cercarono di prendere d'assalto l'Olimpo; del gigantesco cacciatore Orione che fu ucciso da Artemide; di Polifemo che, accecato da Odisseo, gli chiese di vendicarlo. Ebbe anche figli di dimensioni umane, ma tutti d'indole violenta: i briganti Cercione e Scirone che vennero uccisi da un altro dei suoi figli, Teseo; Amico, re dei Bebrici, ucciso da Polideuce, figlio di Zeus; Busiride, re d'Egitto, ucciso da Eracle; i sei figli avuti da Alia, che, fatti impazzire da Afrodite, tentarono di violentare la propria madre, ma Poseidone, con un colpo di tridente, li fece inghiottire dalla terra per sottrarli al castigo.
Tra i suoi figli mortali ricordiamo anche i gemelli Belo e Agenore, figli di Libia; Teseo, il più celebre di tutti, figlio di Etra moglie di Egeo; il grande navigatore Nauplio, figlio di Amimone; Pelia e Neleo, figli di Tiro; Cicno, figlio di Calice re di Colone, e molti altri ancora.

Il suo odio per i Troiani aveva origine nell'anno di servitù che Poseidone e Apollo dovettero trascorrere presso il re Laomedonte, padre di Priamo. Avevano stabilito col re di costruire le mura della città di Troia in cambio di una certa somma e quando ebbero compiuto l'opera Laomedonte rifiutò di pagare il salario pattuito. Apollo si ritenne pago della pestilenza che aveva inviato alla città, e infatti aiutò i Troiani durante la guerra, ma Poseidone non si sentiva sufficientemente vendicato nemmeno dal mostro marino che aveva inviato e che era stato sul punto di divorare Esione, figlia di Laomedonte. Perciò continuò a perseguitarli durante tutti i lunghi anni della guerra. La sua ira non risparmiò neppure i combattenti greci e aiutò infatti Atena a punirli per il sacrilegio compiuto da Aiace, il figlio d'Oileo che aveva violato Cassandra nel tempio della dea. Poseidone, inoltre, mentre Aiace si vantava d'essere riuscito a salvarsi dal naufragio, spezzò con un colpo di tridente lo scoglio sul quale il naufrago si era rifugiato e lo annegò; tutti gli altri comandanti greci smarrirono la rotta a causa d'una tempesta perché ritenuti colpevoli di non aver punito il suo crimine. Odisseo fu invece risparmiato poiché aveva proposto che Aiace fosse lapidato, ma riuscì poi ad attirarsi l'odio di Poseidone accecando suo figlio Polifemo. Da quell'episodio il suo viaggio di ritorno si svolse in mezzo a mille difficoltà che gli procurarono la perdita di tutti i suoi compagni. Poseidone punì anche i Feaci che l'avevano aiutato bloccando l'accesso al loro porto con una montagna e trasformando in pietra la nave con la quale avevano accompagnato Odisseo a Itaca.

(segue)


Inviato

Poseidone abitava in un palazzo subacqueo al largo di Egea, in Eubea. Percorreva il mare col suo aureo cocchio capace di velocità incredibili. Il dio si mostrò avido di assicurarsi regni sulla terra e in queste sue pretese fu in genere sfortunato. Così sfidò Atena avanzando pretese su Atene e Trezene, e i due dèi furono invitati a un confronto. Poseidone giunse in Attica e, con un sol colpo del suo tridente, fece scaturire in mezzo all'Acropoli una sorgente d'acqua salmastra. Poi arrivò Atena che, prendendo il re Cecrope a testimone, piantò un olivo sulla collina. Per decidere, Zeus nominò arbitri: ora si dice che gli arbitri fossero Cecrope e Cranao, e ora i dodici dèi. La decisione fu favorevole ad Atena, poiché Cecrope testimoniò che la dea era stata la prima a piantare l'olivo ad Atene. Poseidone, adirato, inviò un'inondazione che ricoprì la pianura d'Eleusi. Per Trezene, Zeus impose un'equa divisione tra i due, ma né l'uno né l'altra ne furono soddisfatti. In seguito Poseidone cercò invano di strappare Egina a Zeus e Nasso a Dioniso; a Delfi, fu Apollo a spuntarla. Quando vantò pretese su Corinto, la città di Elio, il gigante Briareo, preso come giudice, decise di assegnare soltanto l'istmo a Poseidone. mentre Elio ebbe l'acropoli della città. Per Argo, fu Foroneo ad avere l'incarico d'arbitrare la contesa tra Poseidone ed Era; anche in questo caso, la decisione fu favorevole alla dea. Nel suo furore, Poseidone colpì l'Argolide prosciugando tutte le sorgenti del paese. Poco tempo dopo, Danao e le sue cinquanta figlie arrivarono in Argolide e non trovarono acqua da bere. Grazie ad Amimone, una delle Danaidi di cui Poseidone s'innamorò, l'Argolide recuperò le sorgenti.
Poseidone si mostrò in alcuni casi anche capace di pietà. Trasformò la Tessaglia in una terra fertile provocando un grosso terremoto che scavò la valle di Tempe attraverso cui scorreva il fiume Penelo. Salvò Ino e il figlio Melicerte che si erano gettati in mare trasformandoli nelle divinità marine Leucotea e Palemone. Nominò Castore e Polideuce (i Dioscuri) protettori dei naviganti, dando loro il potere di placare le tempeste. Veniva invocato il suo aiuto per evitare i terremoti e perciò i Greci lo chiamavano Asphalios, "colui che previene le scosse".
In quanto dio dei cavalli era conosciuto anche col nome Hippios ("signore dei cavalli"). Donò cavalli a molti dei suoi protetti: a Pelope che amava diede cavalli alati con cui potè ottenere in sposa Ippodamia. A Ida quelli che gli permisero di portare con sé la figlia di Eveno, Marpessa; al tracio Reso cavalli bianchi come neve e veloci come il vento, che poi Odisseo e Diomede rubarono; a Peleo per le sue nozze con Teti la coppia di cavalli immortali Xanto e Balio che vennero poi ereditati da Achille. Poseidone veniva anche associato con gli arieti perché quando rapì Teofane, per evitare i pretendenti che si erano gettati all'inseguimento, si trasformò in ariete e trasformò la giovane in una pecora bellissima. Teofane generò un ariete alato con il Vello d'Oro che Nefele donò a suo figlio Frisso per salvarlo da Atamante.
Tutti gli dèi del mare possedevano la virtù di mutare forma, ma Poseidone trasformò oltre a sé anche molti esseri umani. Dopo aver violato Cenide, dietro sua richiesta la trasformò in uomo e mutò Alope in una sorgente d'acqua. Donò a suo figlio Periclimeno il potere di mutare forma a volontà e lo stesso fece per Mestra da lui sedotta. Rese il figlio Cicno invulnerabile.
Il culto di Poseidone era assai diffuso, dalla Beozia e dalla Tessaglia a Corinto, ove in suo onore si celebravano i giochi istmici e nella Magna Grecia, a Taranto e, ovviamente, a Poseidonia (Paestum).

apollonia


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.