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Il titolo richiama volutamente quello del bellissimo libro di Cipolla, "La saga dell'argento spagnuolo". Certamente i contenuti saranno di tenore diverso, ma l'argomento dovrebbe essere comunque di interesse.

E' fatto ben noto che le prime monete emesse in Asia Minore, e più nello specifico in Lidia, nel VII secolo a.C. fossero in elettro. L'elettro è una lega naturale di oro argento, in percentuale variabile.

E' altresì ben noto che le prime monete lidie non fossero coniate utilizzando una lega naturale, bensì una lega di oro e argento creata artificialmente, con proporzioni tra i due metalli ben definite. In particolare la lega artificiale presenta una maggior quantità d'argento rispetto a quella naturale.

Ciò ha portato a pensare che la creazione di "tondelli" marchiati, di peso e lega definita (in altri termini, la creazione della "moneta"), rispondesse all'esigenza di dare stabilità al valore dell'elettro in circolazione, definendo il rapporto tra oro e argento presente nella lega (Wallace 1987 e 2001; Le Rider 2001; Konuk 2005; Kroll 2001 e 2008).

Secondo tale ricostruzione, i lidi avrebbero sottoposto l'elettro naturale a un processo di "raffinazione", in modo tale da separare i due metalli preziosi per poi ricombinarli secondo una diversa e ben definita proporzione. Peraltro è fondamentale tenere a mente che tale processo di separazione dei metalli, contrariamente a quanto ritenuto in passato (Ramage e Craddock 2000), fosse noto ben prima del VII secolo a.C. e, probabilmente, almeno sin dalla prima metà del secondo millenio a.C. (Kleber 2020).

In particolare è comunemente diffusa la convinzione che la fonte dell'elettro lidio fosse il fiume Pattolo e i suoi affluenti. Tuttavia recenti analisi su campioni di metallo prelevati nei pressi di Sardi ha dimostrato che le pepite lidie non presentano significative quantità d'argento, trattandosi, in sostanza, di oro puro (Cahill 2020). 

Se sono riuscito a riassumere efficacemente lo stato dell'arte, dovremmo poterci porre alcune domande:

  1. se i lidi disponevano di oro puro, allora la nascita della moneta non può essere ricondotta a problemi nella variabilità delle percentuali di oro e argento nell'elettro prelevato in natura: perché, dunque, nacque la moneta?
  2. e perché questo oggetto tanto semplice e tanto apprezzato venne introdotto soltanto nel VII secolo a.C.? 
  3. se i lidi disponevano di oro puro, perché crearono una lega artificiale aggiungendo una maggior quantità d'argento?

Indico alcuni link interessanti:

https://www.sardisexpedition.org/en/essays/latw-greenewalt-gold-silver-refining#note_6

https://www.sardisexpedition.org/en/essays/latw-kroll-coins-of-sardis

Molte delle fonti citate sono contenute nel volume "White Gold, Studies in Early Electrum Coinage" del 2020. Alcuni dei principali articoli contenuti in esso dovrebbero anche essere disponibili su Academia.edu.

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Avevamo già iniziato l'argomento in questa magnifica discussione e sarebbe bello continuare.

 

 

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11 ore fa, Matteo91 dice:

e perché questo oggetto tanto semplice e tanto apprezzato venne introdotto soltanto nel VII secolo a.C.?

 

Avevi ipotizzato in un altro tuo vecchio intervento:

Il 6/11/2019 alle 12:13, Matteo91 dice:

ci si dovrebbe chiedere perché la moneta sia stata un'invenzione così tardiva. Senza voler banalizzare troppo, concedetemi di dire che per un'autorità apporre dei sigilli di garanzia del peso e del valore su pezzi di metallo di peso ben definito, riconoscendone il potere liberatorio, non è un'idea così sconvolgente: sembra anche una cosa piuttosto ovvia da fare! Eppure ci sono voluti secoli e, anche dopo il VII secolo a.C., Egitto e Mesopotamia si sono ben guardati per altre centinaia di anni dall'adottare la moneta come invece era stato fatto in Lidia, Grecia e altre aree del Mediterraneo (Lasciamo un attimo da parte Cina e India, anche se parte di questo discorso è estendibile anche queste aree). 

Le spiegazioni, secondo me, non sono da riconoscere in processi di perfezionamento, come Balmuth suggerirebbe. La moneta, mi ripeto, è tutto sommato un'idea di semplice realizzazione. Ci deve essere stato qualcos'altro, una sorta di divieto all'introduzione di un mezzo di questo tipo. La ragione potrebbe essere legata a un avversione nelle pratiche di mercato per fasce medio/basse della popolazione, a cui la moneta potrebbe essere stata destinata (questo spiegherebbe l'esistenza di nominali molto piccoli fin dai primi anni). Leslie Kurke sul finire degli anni '90 e Ure negli anni '20 si sono concentrati su questa possibilità.

 

Ecco un sintetico confronto con la situazione nell'antica Cina https://www.monetaecivilta.it/storia/cinese.html

che potrebbe essere utile a ragionarci sopra.

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Grazie @ART per il tuo intervento, che richiama l'attenzione su altre nostre discussioni dal medesimo tenore. 

La mia idea rimane quella da te citata. L'uso dell'elettro può essere una prova a dimostrazione di quell'idea? Difficile a dirsi. Mi sento però di dire che, considerate le recenti pubblicazioni, la scelta dell'elettro non sembrerebbe essere stata una soluzione, per così dire, "logica": secondo quanto riportato da Cahill, infatti, parrebbe che i lidi disponessero di oro pressoché puro, ma non lo monetarono. Diversamente, crearono una nuova lega da monetare, aggiungendo all'oro l'argento, mediante processi peraltro già noti da secoli (Kleber 2020). Mi pare ragionevole pensare che le monete in elettro venissero tariffate a un valore vicino a quello che avrebbero avuto nel caso di coniazione in solo oro. Si trattò di una “large-scale swindle”, per citare Bolin, o del prezzo da pagare per una vita economica più democratica?

La saga dell'elettro, però, è interessante anche nei suoi successivi sviluppi, ma vediamo se qualcun altro abbia voglia di aggiungere qualche considerazione su quanto finora scritto. 

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  • 4 settimane dopo...
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Si potrebbe considerare che l’oro puro è un metallo di transizione tenero, risulta molto morbido e duttile, è soggetto a graffi e si consuma facilmente se maneggiato senza cura. I lidi potrebbero aver risolto questo problema aggiungendo un metallo più duro all’oro, creando una lega più resistente e stabile.


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17 ore fa, danielealberti dice:

Si potrebbe considerare che l’oro puro è un metallo di transizione tenero, risulta molto morbido e duttile, è soggetto a graffi e si consuma facilmente se maneggiato senza cura. I lidi potrebbero aver risolto questo problema aggiungendo un metallo più duro all’oro, creando una lega più resistente e stabile.

Ciao Daniele, non è da escludere. Personalmente non è un'ipotesi che mi convince: quello che intendo è che, se il problema fosse stato di natura tecnica, penso che i lidi avrebbero trovato una soluzione ben prima del VII secolo a.C.

E, inoltre, non avrebbero abbandonato questa soluzione (l'elettro), dopo un centinaio d'anni al massimo, per tornare all'oro puro (questa sarebbe stata la seconda puntata della saga...).

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...mi era sfuggita questa interessantissima discussione.

Il bravo Matteo solleva piu' quesiti di quanti ambirebbe rispondere :) e allora rilancio anch'io chiedendo sse prima non occorra/si possa definire se la moneta nasce come atto pubblico  o bensi come iniziativa  privata.  Nel VII vengono introdotti standard di peso che resteranno tali per diverso tempo anche se regioni diverse avranno standard diversi. Quindi la moneta nasce già su un'impalcatura di regole già ben definite e non certo tirate a caso o suscettibili di cambiamenti. E' come se fosse la traduzione materiale di qualcosa che già era in vigore come convenzione/regola/rapporto di scambio. E a tali regole/rapporti resta fedele per parecchio tempo prima che un nuovo standard soppiantasse quanto convenzionalmente accettato nella regione fino ad allora

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1 ora fa, numa numa dice:

...mi era sfuggita questa interessantissima discussione.

Il bravo Matteo solleva piu' quesiti di quanti ambirebbe rispondere :) e allora rilancio anch'io chiedendo sse prima non occorra/si possa definire se la moneta nasce come atto pubblico  o bensi come iniziativa  privata.  Nel VII vengono introdotti standard di peso che resteranno tali per diverso tempo anche se regioni diverse avranno standard diversi. Quindi la moneta nasce già su un'impalcatura di regole già ben definite e non certo tirate a caso o suscettibili di cambiamenti. E' come se fosse la traduzione materiale di qualcosa che già era in vigore come convenzione/regola/rapporto di scambio. E a tali regole/rapporti resta fedele per parecchio tempo prima che un nuovo standard soppiantasse quanto convenzionalmente accettato nella regione fino ad allora

 

La prendo un po' larga e scopro le mie carte (le avevo gia scoperte in passato in realtà).

Quanto scrivi, per me, lo considero a sostegno di una tesi a me cara (in quanto logica).

In questa "impalcatura", già esistente da secoli, manca un unico semplice tassello: un pezzo di metallo di punzonato.

Eppure si dovette aspettare il VII secolo a.C. per poter vedere per la prima volta la moneta.

Peraltro in Asia Minore, in ambiente "grecizzante", e non in Mesopotamia, Fenicia o Egitto, dove il metallo (argento) circolava a peso da millenni, ma che invece rimarranno estranei alla moneta per altri secoli ancora.

La moneta, per me, non evolve dalla circolazione dell'argento, come si è soliti dire. Altrimenti penso l'avrebbero inventata i babilonesi, ma così non é stato.

La moneta, per me, é una scelta, un punto di rottura, e non il completamento di un percorso.

Venendo al dunque: iniziativa pubblica o privata? P. Ure a inizio '900 fa notare che la nascita della moneta coincide con l'affermarsi dei tiranni. Figure potenti, sostenute dal popolo, in contrasto con l'aristocrazia. Forse si ingraziarono il popolo concedendo a ricchi privati di battere moneta? 

La molteplicità di tipi nelle prime emissioni non può far pensare a una produzione esclusivamente pubblica, ma una "collaborazione" pubblico-privati sembra quantomeno necessaria.

Spero di non essere scaduto nella fanta politica arcaica...

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Non scadi nella fanta politica arcaica, sollevi invece nuovi ed interessanti quesiti degni di essere sviluppati.

il fatto che la moneta nasca in un epoca di tirannia, non basta a giustificare la scelta della lega,  ci dev’essere un tassello mancante.

Ci sono arcaiche monete che potrebbero essere ricondotte ai tiranni lidici (vedi le leggende Walwel, Kucalim, Alya) e, nello stesso periodo, monete con leggende, non ancora correttamente inserite nell' ambito storico, che potrebbero far pensare ad un ambito privato (esempio Phaenos emi sema). Questo potrebbe far pensare ad una produzione non esclusivamente pubblica come sostiene Matteo.
Ma con quali regole? È dettate da chi? 
Il fatto che in tutti i casi le prime leghe siamo omogenee fa pensare ad un accordo tra autorità emittenti, convenzione che permise loro di dotarsi di un sistema dove la quantità di metallo  coniato poteva aumentare a seconda della quantitá di argento impiegato nella lega.

in concreto introduzione delle leghe per il controllo del signoraggio

 

 


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6 ore fa, danielealberti dice:

fatto che in tutti i casi le prime leghe siamo omogenee fa pensare ad un accordo tra autorità emittenti, convenzione che permise loro di dotarsi di un sistema dove la quantità di metallo  coniato poteva aumentare a seconda della quantitá di argento impiegato nella lega.

Non solo la lega - elemento importantissimo naturalmente - ma soprattutto il piede (unita’ ponderale) prescelto per l’emissione.

in una medesima regione si sceglie un unita’ ponderale di riferimento e vi si mantiene fedeli per secoli con sottomultipli abbondantissimi fin dall’’inizio ( in particolare gli hecte’) 

Stessa proporzione dei metalli nella lega, stesso peso: non e’ banale.

ecco perché penso che la moneta vada ad occupare un posto ben preciso in un sistema che gia’ ragionava su quelle proporzioni tra i metalli d quelle unità di misura.

in quanto alla coincidenza della sua nascita con le tirannie: beh credo i signorati e tirannie in quella regione fossero la regola e non l’eccezione - per secoli. Piuttosto e’ giusto chiedersi perché non nasca prima e nei grandi regni come Egitto ove la moneta non fa la sua comparsa se non verso la fine dell’epoca faraonica, o in Babilonia? Forse perche questi imperi avevano molto scambio interno e molto poco con l’esterno. In Egitto vi era pochissimo argento ( abbondava l’oro) che veniva importato da altri paesi limitrofi. La Fenicia nel VII secolo non era poi cosi sviluppata mentre la Ionia era molto in fermento all’epoca. Quello che e’ certo e in qualche modo singolare e’ che una volta introdotta la moneta la sua diffusione e adozione da parte degli altri popoli e’ stata rapidissima e non si e’ piu’ fermata ☺️


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Una domanda a cui mi piacerebbe poter dare risposta è questa: prima del VII secolo a.C. la circolazione metallica (perlopiù argento) in che fascia della popolazione era diffusa? E successivamente, la circolazione della moneta a chi era destinata?

Leslie Kurke (Coins, Bodies, Games and Gold) ha condotto delle ricerche sulla percezione della "moneta" negli scritti dell'aristocrazia greca arcaica: il risultato della sua indagine è interessante perché evidenzia una netta contrapposizione tra aristocrazia/argento e popolo/moneta. Kurke è stata criticata da Kroll, ma mi piace pensare che un fondo di ragione lo abbia. Del resto perfino Erodoto ci ricorda che i lidi, oltre a far prostituire le proprie figlie, furono anche i primi a coniare moneta (in oro e argento) e a inventare il commercio al minuto. 

Tornando all'elettro, e allo studio di Kleber che citavo in apertura, riporto questo passaggio da pagina 21. Si tratta della traduzione di un testo risalente alla seconda metà del II millennio a.C.:

Cita

It [the gold] is not red. The gold for the sun-disk of Iasub-asar does not suffice. Look, the residue of the gold that I had purified, I have sealed with my seal and sent to my lord. My lord should tell me what to do.

Non solo in Mesopotamia erano in grado di definire con una buona approssimazione il grado di purezza dell'oro, ma erano anche avvezzi al sigillarlo come garanzia del risultato: eppure non "inventarono" la moneta... 

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6 ore fa, Matteo91 dice:

Non solo in Mesopotamia erano in grado di definire con una buona approssimazione il grado di purezza dell'oro, ma erano anche avvezzi al sigillarlo come garanzia del risultato: eppure non "inventarono" la moneta... 

assolutamente 

ma non solo in Mesopotamia si utilizzavano gia’ scambi di argento per o poi pagare  tasse e forse anche compravendite importanti ma quello che piu’ colpisce e’ il grado di sviluppo dell’economia finanziaria: prestiti, interesse composto, contabilità, investimenti fruttiferi e anche il valore attualizzato di somme di denaro erano comunissimi nell’economia della Mezzaluna fertile. Abbiamo interi archivi di tavolette che testimoniano tali accordi e registrazioni di operazioni.

e’ solo la manifestazione monetaria che nasce secoli ( o addirittura millenni ) dopo - ma l’economia finanziaria era perfettamente sviluppata e funzionante 

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La seconda fase della saga riguarda la rivoluzione di Creso.

L'elettro lidio, in realtà, ha avuto una vita piuttosto breve: dalla seconda metà del VII secolo a.C. alla metà del VI secolo a.C., circa 100 anni. Creso, infatti, decise di porre fine alla monetazione in elettro, per passare a emissioni in oro e argento. Perché? 

Suppongo che la ragione possa essere ricercata nella volontà di Creso di coniare monete con valore "pieno", discostandosi dalla sopravvalutazione tipica delle monete in elettro. Pareri?

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DE GREGE EPICURI

Credo anch'io: con l'estendersi dei commerci e degli acquisti contro metallo, credo fosse difficile mettersi d'accordo sul valore dell'elettro, con le sue infinite sfumature.


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16 ore fa, gpittini dice:

DE GREGE EPICURI

Credo anch'io: con l'estendersi dei commerci e degli acquisti contro metallo, credo fosse difficile mettersi d'accordo sul valore dell'elettro, con le sue infinite sfumature.

Lo penso anche io. Esiste, però, anche un motivo di "prestigio"?

Coniare moneta di elevata purezza e prossime al peso teorico era un fatto piuttosto serio in antichità... Per esempio Erodoto racconta che Dario fu il primo a coniare monete d'oro purissime. Lo storico greco, inoltre, ci riporta che quando Aryandes provò a fare lo stesso, coniando moneta in argento purissimo in Egitto (!), venne giustiziato da Dario, come ribelle (Erodoto, IV, 166: https://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0126%3Abook%3D4%3Achapter%3D166).

In realtà il racconto di Erodoto non sembra precisissimo. In primo luogo è improbabile che Aryandes abbia emesso moneta in Egitto. In secondo luogo pare che i Darici non fossero di estrema purezza. Tuttavia è certo che Dario non vi applicò alcun signoraggio, dato che il peso medio del Darico, di circa 8,33g, corrisponde precisamente a 1/60 di mina mesopotamica di 500g. Tanto per avere un confronto, il creseide d'oro aveva un peso leggermente più basso, di circa 8,16g, probabilmente dovuto a un signoraggio del 2%. Immagino che per Dario questo potesse essere stato motivo di vanto rispetto al suo predecessore.

Si potrebbe dunque interpretare il racconto di Erodoto in questi termini: Aryandes governava in territori in cui circolava argento a peso (e non moneta), e quindi senza alcun signoraggio. Dario, per non essere da meno, decise di emettere moneta di peso "pieno". In ogni caso, fece giustiziare il satrapo, forse per aver tentato, suo malgrado, di ergersi allo stesso livello di Dario.

 

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Il 28/05/2024 alle 16:16, numa numa dice:

assolutamente 

ma non solo in Mesopotamia si utilizzavano gia’ scambi di argento per o poi pagare  tasse e forse anche compravendite importanti ma quello che piu’ colpisce e’ il grado di sviluppo dell’economia finanziaria: prestiti, interesse composto, contabilità, investimenti fruttiferi e anche il valore attualizzato di somme di denaro erano comunissimi nell’economia della Mezzaluna fertile. Abbiamo interi archivi di tavolette che testimoniano tali accordi e registrazioni di operazioni.

 

 

Centinaia di migliaia di tavolette, ad iniziare da quelle scritte in sumerico protocuneiforme, dove vi sono registrati contratti di ogni tipo.

I metodi di transazione sono vari , dal semplice baratto ( olio contro galline).  Alle derrate alimentari (un lavoratore riceveva 1 gur di orzo e tre tazze di birra al giorno), all’uso del metallo, sopratutto nelle transazione di beni di un certo valore, ad esempio un campo  o una quantità elevata di bestiame. L’impressione che ho avuto, studiando le iscrizioni sumeriche fino al periodo di passaggio all’accadico, è che esistesse uno sviluppo di economia standardizzata solo a livello locale e per una certa tipologia di transizioni. Quando vi sono transazioni con argento ( più raramente in rame) troviamo sempre all’inizio il peso del metallo espresso in mine. Riferimento a metallo segnato o di peso prestabilito non vi è traccia mai

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Il 28/05/2024 alle 05:05, numa numa dice:

Non solo la lega - elemento importantissimo naturalmente - ma soprattutto il piede (unita’ ponderale) prescelto per l’emissione.

 

Stessa proporzione dei metalli nella lega, stesso peso: non e’ banale.

Hai perfettamente ragione, non è affatto banale,  se intrecciamo le varie considerazioni inizia a delinearsi un quadro abbastanza realistico

la possibilità di coniare monete anche da parte di privati, purché seguissero le direttive ( lega e piede ponderale)  dei sovrani …

 

 


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8 ore fa, danielealberti dice:

Hai perfettamente ragione, non è affatto banale,  se intrecciamo le varie considerazioni inizia a delinearsi un quadro abbastanza realistico

la possibilità di coniare monete anche da parte di privati, purché seguissero le direttive ( lega e piede ponderale)  dei sovrani …

 

 

 

Questo e’ un punto molto dibattuto e importante. Se la metrologia doveva dettare le regole la moneta nasce in Ionia come iniziativa pubblica ( e occorre vedere per quali motivazioni/bisogni) o piuttosto come iniziativa provata conformandosi a quelle regole metrologiche  che costituivano la conditio sine qua non per essere accettata ?

ricordiamo che i due elementi dirimenti che connotano una moneta sono : il peso ( secondo lo standard adottato nella regione - ben prima naturalmente che si coniasse moneta) e il sigillo/simbolo della città emittente. 

e’ li che dobbiamo tornare a ragionare: la moneta e’ un fatto locale, un fenomeno essenzialmente civico anche se lo standard ponderale e’ piu’ vasto legando in una sorta di network commerciale tutti i soggetti economici dell’area.

e poi c’è lo statere con la legenda:

ΦΑNOΣ EMI ΣEMA
chi era Fanes/Faneos e l'emissione era pubblica o provata? 😌


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3 ore fa, numa numa dice:

e poi c’è lo statere con la legenda:

ΦΑNOΣ EMI ΣEMA
chi era Fanes/Faneos e l'emissione era pubblica o provata? 😌

Devo rileggermi l'articolo di Fischer-Bossert in "White Gold"; tuttavia, se non ricordo male, neppure lui è riuscito a giungere a una conclusione sull'identità di Phanes. Però penso che in questo testo (vedi il mio precedente post #11), seppur riferito a un'epoca di molto antecedente, possano essere racchiusi alcuni indizi:

It [the gold] is not red. The gold for the sun-disk of Iasub-asar does not suffice. Look, the residue of the gold that I had purified, I have sealed with my seal and sent to my lord. My lord should tell me what to do.

Se fosse confermato che il nome di Phanes non possa essere ricondotto a nessun "regnante", si potrebbe allora pensare a Phanes come a un "influente/potente/ricco" individuo operante nella saggiatura e sigillatura di metalli preziosi, a cui venne concesso il diritto di far circolare il proprio metallo, inciso col proprio sigillo, sotto forma di moneta? 

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Ottimo, Matteo, la citazione del II millennio e’ fondamentale per conoscere l’attenzione che si dava all’epoca ai metalli preziosi e soprattutto al processo di raffinamento che l’uomo aveva progressivamente migliorato nel corso di millenni.

phanes, se non fosse un re che moneta , doveva essere piu’ che un  saggiatore di metalli un operatore economico.

Poteva essere un soggetto che introduce la moneta per facilitare gli scambi che fino a quel momento erano avvenuti tramite baratto o al limite contro quantità di metallo purificato sigillato in sacchetti di peso predeterminato? 

e’ singolare che di una delle piu’ significative innovazioni umane sappiamo ancora cosi poco sulla sua origine 

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4 ore fa, numa numa dice:

phanes, se non fosse un re che moneta , doveva essere piu’ che un  saggiatore di metalli un operatore economico.

Poteva essere un soggetto che introduce la moneta per facilitare gli scambi che fino a quel momento erano avvenuti tramite baratto o al limite contro quantità di metallo purificato sigillato in sacchetti di peso predeterminato? 

Possibile. Altro tema interessante quello dei sacchetti sigillati, che considero quanto di più vicino alla moneta sia esistito, prima della nascita della moneta stessa: proverò a parlarne in seguito!

4 ore fa, numa numa dice:

e’ singolare che di una delle piu’ significative innovazioni umane sappiamo ancora cosi poco sulla sua origine 

Vero. Esiste, secondo me, un errore di fondo, ossia quello di pensare alla moneta come al risultato di un percorso evolutivo, dal baratto, al metallo a peso, alla moneta. Questo, per me, non è un approccio convincente: in primo luogo, perché non fornisce alcuna spiegazione sulla tardività della nascita della moneta (che, mi ripeto, si tratta di uno strumento di semplice realizzazione tecnica e intuitivo). In secondo luogo, in ragione del fatto che proprio quei popoli che usavano il metallo a peso nelle transazioni non adottarono la moneta, se non secoli dopo la sua introduzione. 

La nascita della moneta, per me, è dovuta a una decisione; una decisione democratica, perché ha consentito la circolazione della ricchezza tra la popolazione. In quest'ottica, la tardività della sua introduzione assume, per me, un maggior senso: si dovette attendere per lunghissimo tempo qualche spinta popolare o qualche regnante illuminato. 

ps: Keynes, meno di 100 anni fa, parlava della moneta in questi termini: “The stamping of pieces of metal with a trade-mark was just a piece of local vanity, patriotism, advertisement with no far-reaching importance”. Non mi risulta difficile pensare che considerazione ne potessero avere i "regnanti" di 2600 anni prima 😅

 

Modificato da Matteo91
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Il 31/5/2024 alle 14:37, Matteo91 dice:

Esiste, secondo me, un errore di fondo, ossia quello di pensare alla moneta come al risultato di un percorso evolutivo, dal baratto, al metallo a peso, alla moneta. Questo, per me, non è un approccio convincente: in primo luogo, perché non fornisce alcuna spiegazione sulla tardività della nascita della moneta (che, mi ripeto, si tratta di uno strumento di semplice realizzazione tecnica e intuitivo). In secondo luogo, in ragione del fatto che proprio quei popoli che usavano il metallo a peso nelle transazioni non adottarono la moneta, se non secoli dopo la sua introduzione.

Facciamo un parallelismo con la storia della moneta in Cina.

Fin dai tempi remoti della cultura di Yangshao (5000-3000 a.C.) in alcune zone della Cina nord-orientale si sviluppò un uso esteso delle conchiglie cauri, che s'indicavano con l'ideogramma 貝 (bei), uso che poi si allargò rapidamente a quasi tutto il resto della Cina. Va detto che non è ben chiaro da dove provenissero: secondo alcuni erano pescate nel Mar Cinese Meridionale, per altri venivano importate via terra dai paesi che si affacciavano sull'Oceano Indiano. Altra ipotesi è che arrivassero dal Mar Rosso attraverso rapporti commerciali tra i popoli mediorientali e quelli dell’Asia centrale, dov'è comprovato che fossero conosciute almeno dal 7000 a.C. Le cauri a loro modo erano "monete" molto pratiche: avevano un valore ben definito (ognuna era 1), erano leggere ed erano impossibili da falsificare. In occasione della loro scarsità se ne produssero copie in bronzo o in osso.

Poi, fra il 1200 e l'800 a.C. comparvero le prime monete-vanga, tutte in bronzo, inizialmente poco più piccole della vanghe vere e senza iscrizioni. A partire dal 650 a.C. circa le dimensioni andarono calando e comparvero scritte, alcune identificate come i nomi delle città in cui venivano emesse e/o il valore nominale in "Jin". che corrispondeva a un peso di 14 grammi.

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Vanghe e cauri (queste ultime non smisero mai di circolare completamente) furono messe fuori legge da Qin Shi Huangdi, primo imperatore della Cina unificata (nel 221 a.C.), che le soppiantò intorno al 210 a.C. con le famose monete rotonde col buco quadrato, le Ban Liang (mezzo liang) in bronzo, che divennero la valuta unica cinese. Questo tipo di moneta fu coniato per la prima volta nel 378 a.C. nello stato preunitario di Qin, quello da cui l'imperator Qin Shi Huangdi partì alla conquista di tutti gli altri.

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Il 30/05/2024 alle 15:28, Matteo91 dice:

Lo penso anche io. Esiste, però, anche un motivo di "prestigio"?

Coniare moneta di elevata purezza e prossime al peso teorico era un fatto piuttosto serio in antichità... Per esempio Erodoto racconta che Dario fu il primo a coniare monete d'oro purissime. Lo storico greco, inoltre, ci riporta che quando Aryandes provò a fare lo stesso, coniando moneta in argento purissimo in Egitto (!), venne giustiziato da Dario, come ribelle (Erodoto, IV, 166: https://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0126%3Abook%3D4%3Achapter%3D166).

In realtà il racconto di Erodoto non sembra precisissimo. In primo luogo è improbabile che Aryandes abbia emesso moneta in Egitto. In secondo luogo pare che i Darici non fossero di estrema purezza. Tuttavia è certo che Dario non vi applicò alcun signoraggio, dato che il peso medio del Darico, di circa 8,33g, corrisponde precisamente a 1/60 di mina mesopotamica di 500g. Tanto per avere un confronto, il creseide d'oro aveva un peso leggermente più basso, di circa 8,16g, probabilmente dovuto a un signoraggio del 2%. Immagino che per Dario questo potesse essere stato motivo di vanto rispetto al suo predecessore.

Si potrebbe dunque interpretare il racconto di Erodoto in questi termini: Aryandes governava in territori in cui circolava argento a peso (e non moneta), e quindi senza alcun signoraggio. Dario, per non essere da meno, decise di emettere moneta di peso "pieno". In ogni caso, fece giustiziare il satrapo, forse per aver tentato, suo malgrado, di ergersi allo stesso livello di Dario.

Riprendo il filo del discorso dal mio post #16, qui sopra citato.

E' possibile che la scelta di Creso di abbandonare l'elettro per il bimetallismo potesse essere dettata da queste ragioni:

  1. prestigio: emettere monete di valore "pieno" poteva essere motivo di vanto;
  2. praticità: la difficoltà di verificare la quantità di oro e argento nella lega poteva rappresentare un ostacolo all'accettazione della moneta.

Non saprei dire se una delle due ragioni possa aver inciso in maniere più significativa rispetto all'altra. Io propenderei più per la prima, per esempio...

Bisognerebbe, però, tenere in considerazione anche altri aspetti:

  1. in Lidia, per 100 anni, la moneta in elettro ha circolato. Per un secolo, quindi, i problemi "pratici" legati alla composizione della lega non pare abbiano influito in modo determinante nel successo di questo nuovo strumento;
  2. in altre regioni dell'Asia Minore l'elettro ha continuato a essere utilizzato per secoli.

Creso riformerà anche la propria monetazione, con la riduzione del peso di siclo, ma questo è un altro rompicapo... 

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Forse serve fare un passo indietro, abbiamo parlato di rivoluzione di Creso, di Phanes … ma quali furono le prime monete? L’ esemplare che vi propongo (perdonatemi se potete la scarsa qualità dell’immagine) è stata scattata al museo di Istambul e fa parte del famoso tesoretto dell'‘Artemision. Non vi è accenno al peso e non era possibile visionare il retro, le dimensioni erano quelle di un trite di Alyatte.

La mia prima impressione è che si tratta di un pezzo molto arcaico, precursore delle monete di Planes, di Alyatte, vista la mancanza di ricerca e tecnica raffigurativa.  A primo impatto questo esemplare manca di Sema  e di conseguenza di prestigio , sembra nato  per questioni pratiche , non di immagine.

Se si potesse dimostrare che questa tipologia sia antecedente a quelle più note , se ne potrebbero dedurre diverse considerazioni riguardo al reale utilizzo di questa innovazione. Questa ( se di moneta si tratta) parla di praticitá, non di prestigio e simbolismo

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