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Pavia e la Milano-Sanremo 2024


apollonia

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Oggi, 16 marzo 202, Pavia ospita per la prima volta la partenza della classicissima del ciclismo Milano-Sanremo e nel seguire in TV il percorso dei corridori attraverso la città, si è vista una bella inquadratura dall’alto del Ponte Coperto, detto anche Ponte Vecchio, che attraversa il Ticino collegando il centro storico cittadino e il resto della città con Borgo Ticino, il pittoresco quartiere, originariamente fuori dalle mura periferiche della città, situato sulla riva destra del fiume.

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La storia e la bellezza architettonica della struttura hanno fatto sì che entrasse in alcune delle più note leggende cittadine, che sono state tramandate di generazione in generazione.

Si narra che il ponte sia nato in realtà la sera di una vigilia di Natale, pochi giorni prima dello scoccare dell'anno 1000 d.C. Era una serata invernale tipicamente nebbiosa, e le barche non erano in grado di navigare da una sponda all'altra del fiume a causa della scarsa visibilità.

All’improvviso si manifestò il Diavolo in persona! Si avvicinò ai pavesi e si offrì di costruire un solido ponte che permettesse loro di attraversare facilmente il Ticino. “Cosa vuoi in cambio?” gli chiesero. Il Diavolo disse che avrebbe preteso come ricompensa la prima anima che lo avesse attraversato.

I pavesi sembrarono accettare lo scambio. Ma quando il ponte fu costruito, grazie al consiglio dell'Arcangelo Michele, che si era mescolato alla folla, inviarono per primo sul ponte un caprone. In questo modo riuscirono a ingannare il Diavolo, che dovette andarsene senza poter reagire in alcun modo, dato che il patto era stato effettivamente rispettato.

 

Albert Einstein e il “bel ponte di Pavia”

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Forse fu per tenere lontano il Diavolo anche in seguito che, nel XVIII secolo, venne collocata al centro del ponte una cappella dedicata a San Giovanni Nepomuceno. San Giovanni Nepomuceno è il santo protettore dei ponti e contro i pericoli dell'acqua (Giovanni di Nepomuk era infatti un presbitero boemo ucciso per annegamento dal re Venceslao nel 1393).

I secoli successivi furono in effetti di grande prestigio per il Ponte Coperto e per l'intera città di Pavia, che fu frequentata da importanti studiosi i quali, soprattutto nell'Ottocento, studiarono o insegnarono all'Università.

Era troppo giovane per frequentare l’Università, ma anche Albert Einstein nel 1894, all’età di quindici anni, trascorse un periodo a Pavia.

Era solito passeggiare sul ponte insieme alla sorella Maja e all'amica d'infanzia Ernestina Marangoni, con la quale rimase in contatto epistolare anche dopo essere diventato famoso. Una targa ricorda ancora oggi il testo di una delle loro lettere, in cui Einstein rivolgeva un pensiero al "bel ponte di Pavia" di cui ha sempre portato con sé il dolce ricordo.

La fortuna del Ponte Coperto sembrò poter durare anche oltre le incursioni alleate che lo presero di mira nel 1944, colpendo per diversi giorni l'intera città. Infatti, nonostante l'immediato crollo della copertura, il ponte rimase agibile e sostanzialmente integro, mentre attorno ad esso si moltiplicavano le macerie e le vittime, in particolare nella zona di Borgo Ticino.

Fu solo nell'ultima giornata di bombardamenti che il ponte crollò. L'arcata del ponte verso il Borgo precipitò di schianto. La struttura divenne quindi inagibile, e successivamente crollò anche l’arcata dalla parte della città. I pavesi furono quindi costretti a procedere alla demolizione di uno dei loro simboli storici.

Il Ponte Coperto venne ricostruito solo pochi anni dopo la fine della guerra (l'inaugurazione avvenne nel 1951). Lo stile architettonico ad arcate è rimasto il medesimo, così come il caratteristico tetto che lo aveva contraddistinto nei secoli precedenti. La ricostruzione fu effettuata pochi metri più a valle, tanto che è ancora possibile vedere alcuni resti della straordinaria costruzione medievale, le cui porte d'ingresso erano ancora più imponenti rispetto alla struttura odierna.

Anche la cappella di San Giovanni Nepomuceno, tanto cara alle antiche leggende pavesi, venne ripristinata. Dopo i bombardamenti, la statua originaria del Santo che si trovava nella vecchia cappella del ponte trecentesco fu recuperata dalle acque del fiume, restaurata e collocata nella nuova cappella. Così San Giovanni venne posto ancora una volta a guardia del Ponte, come era stato in passato e come sempre sarà nei secoli a venire.

Il Ponte Coperto di oggi mantiene ancora viva la memoria delle sue origini, mentre le giovani generazioni di Pavia e le migliaia di visitatori provenienti da tutta Italia e dall'estero lo proiettano verso il futuro, sotto l'egida dei grandi personaggi che per secoli hanno delineato la storia di questo meraviglioso monumento

Da https://www.visititaly.eu/it/luoghi-e-itinerari/ponte-coperto-di-pavia-tra-storia-e-leggenda

apollonia

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Purtroppo non si è visto un altro meno noto orgoglio della città, questo: https://lena.unipv.it/il-reattore/

Dovete infatti sapere che oltre alle sue antichità, alcune risalenti all'epoca longobarda, Pavia è un centro d'eccellenza della ricerca scientifica in vari settori.

 

 

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Supporter

@apollonia

Mi hai fatto venire voglia di andare a Pavia. 

Potrei andarci già domani, sai? 

Buona domenica. 

Stilicho 

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Supporter
15 ore fa, ART dice:

Purtroppo non si è visto un altro meno noto orgoglio della città, questo: https://lena.unipv.it/il-reattore/

Dovete infatti sapere che oltre alle sue antichità, alcune risalenti all'epoca longobarda, Pavia è un centro d'eccellenza della ricerca scientifica in vari settori.

 

 

 

Quando ero in attività come professore ordinario di Chimica farmaceutica applicata entravo negli istituti dalla parte del Polo didattico, proprio di fronte al Lena.

Quando frequentavo da studente il corso di laurea in chimica, il prof. Rollier era titolare della seconda cattedra di Chimica generale e inorganica nella Facoltà di Scienze. E il ruolo del gruppo di ricerca da lui coordinato nella installazione del Laboratorio di Energia Nucleare Applicata presso l'Area di Radiochimica  del Dipartimento di Chimica generale è stato fondamentale.

apollonia

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