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IGNORED

sacchetto di sale?


Risposte migliori

volevo chiedervi se mettendo un sacchetto di sale nel vassoio dove tengo le moneta possa in qualche modo contrastare l'umidità..considerate che abito a 10 metri dal mare..

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Ciao,

Non so quanto possa essere utile, pero' per esperienza ti posso dire quando si spedisce della merce, dall'Italia alla Cina o dalla Cina in Italia e la merce viaggia via mare, si mette un sacchettino di sale dentro ogni prodotto per evitare questo problema.

E pare che funzioni.

Saluti Antonio VIII

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  • 2 settimane dopo...

Eh, però sale da cucina e silica-gel sono due cose un bel po' diverse!

Sull'uso, ma anche sulle cautele, riguardo al silica-gel c'era stata una discussione piuttosto approfondita direi un paio di anni fa, nella quale venivano anche suggeriti dispositivi analoghi ai sacchettini, ma più affidabili.

Vediamo se riusciamo a ritrovarla.

Comunque in buona sostanza le bustine di silica-gel vanno tenute sotto controllo per evitare sbalzi nell'umidità ambientale e per scongiurare che dopo aver assorbito grandi quantità di vapore tendano a cominciare a rilasciarlo.

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..... e per scongiurare che dopo aver assorbito grandi quantità di vapore tendano a cominciare a rilasciarlo.

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Il gel di silice, una volta saturato di acqua, non la rilascia. Semplicemente non ne assorbe più e diventa inutile. Per allontanare l'acqua dal gel di silice occorre scaldarlo.

In commercio sono disponibili tipologie di gel additivati di indicatore, tipo quelli con blu cobalto, che virano a seconda del contenuto di umidità. Quando il sacchetto diventa rosa è ora di allontanare l'umidità dal gel, ossia riattivarlo, per semplice blando riscaldamento.

Luigi

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. . . Il gel di silice, una volta saturato di acqua, non la rilascia. Semplicemente non ne assorbe più e diventa inutile. Per allontanare l'acqua dal gel di silice occorre scaldarlo. . .

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Forse la questione è "quanto riscaldarlo" ;) , non tantissimo mi pare, probabilmente si tratta di un riscaldamento che potrebbe avvenire anche accidentalmente.

Quello che so di certo è che le indicazioni che vengono comunemente date dagli uffici pubblici di tutela del Patrimonio in Italia, Inghilterra e Francia circa l'imballaggio di reperti archeologici sono di NON impiegare gel di silice quando l'involucro non viene soggetto a monitoraggio delle condizioni ambientali, all'esplicito scopo di scongiurare un rilascio di umidità precedentemente raccolta.

Detto questo, anche io d'inverno riciclo i sacchettini di silica-gel mettendoli su un forte termosifone.

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Qui non si parla di imballaggio chiuso e non ispezionabile per lunghi periodi, ma di un vassoio che giornalmente è ispezionabile. Differenza sostanziale. Non si possono applicare indicazioni nate per un contesto ad un altro.

La temperatura necessaria ad allontanare l'acqua dal gel di silice richiede l'impiego di un forno e non avviene accidentalmente.

Luigi

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Niente da fare. Ho parlato con una Collega che si occupa di questioni di stockaggio e conservazione, ma ho avuto una risposta generica e un rimando a vecchia bibliografia che avevo già in studio e che se ricordo bene dà indicazioni comportamentali, ma non spiega.

Se ho tempo (e se c'è qualcuno interessato) vedo di tirar giù dalla polverosa libreria i "sacri testi".

Al momento l'indicazione sarebbe di diffidare dei sacchettini di silica-gel se non sono monitorati (non è questione di contenitore "ispezionabile", ma di "ispezionato" :D ) .

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Se puo' essere utile negli atti dell'ultimo Congresso Internazionale di Numismatica,

vi era una sezione dedicata alla conservazione ed all'esposizione delle monete.

In essa un articolo riportava un dettagliato articolo di un conservatore di un museo che per la conservazione delle collezioni aveva adottato dei plateau in plexiglas (materiale inerte) areati assieme ad un esteso uso dei silica-gel in sacchettini per ridurre al minimo l'umidita' relativa presente nei locali del museo (che in passato aveva danneggiato i plateau di legno e velluto e alterato alcune monete). Il tasso di umidita' veniva tenuto sotto controllo tramite un igrometro.

numa numa

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Al momento l'indicazione sarebbe di diffidare dei  sacchettini di silica-gel se non sono monitorati (non è questione di contenitore "ispezionabile", ma di "ispezionato"  :D  ) .

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Se non è troppa fatica, mi piacerebbe capire perchè i tuoi "testi sacri" riportano ciò.

Continuo non vedere controindicazioni dovute al prodotto in quanto tale, ma solo nell'utilizzo non corretto. Se non si controlla nel tempo l'esaurimento del potere assorbente, si rischia di ritrovarsi con brutte sorprese, pur credendo di aver protetto il reperto.

Nel caso di un utilizzo "domestico", e quindi non museale, un aspetto da tener in considerazione riguarda la non ermeticità dei cassetti porta vassoi, ma questo porterebbe semplicemente ad una accellerazione dell'esaurimento del gel di silice, ossia ad un abbreviazione del tempo di efficacia (e quindi alla necessità di una rigenerazione più frequente).

Il gel di silice è usato comunemente in laboratorio, tutte le volte che l'umidità può interferire; il potere di assorbimento varia da prodotto a prodotto (> 25% Merk, > 27% Fluka, solo come esempio) e la rigenerazione avviene a temperature superiori ai 105 °C.

Luigi

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Per le perle con indicatore, che quando sono sature assumono un colore rosa intenso, fino a che il colore non torna a blu (blu cobalto).

Le stufe da laboratorio utilizzabili per tale operazione sono solitamente settate a 105 °C; non ho esperienza per temperature superiori (uno sheet illustrativo che ho appena letto riporta la perdita di peso del prodotto a 150°C, da cui desumo quello specifico prodotto è stabile anche oltre i 105°, ma non ne sono certo).

A casa, se in inverno può andar bene un semplice radiatore, non mi sento di consigliare spassionatamente l'impiego del forno da cucina, nel quale vengono introdotti prodotti normalmente edibili (non ho una scheda di sicurezza del gel di silice con indicatore). Sarebbe meglio utilizzare un piccolo forno elettrico dedicato, ad esempio del tipo usato per scaldare le vivande.

Aggiungo un altro dato; il gel di silice commercializzato dalla Bracco inizia a virare rosa quando il contenuto di acqua assorbito è pari al 6%, ma le perle sono in grado di saturasi fino al 40% (il colore da rosa tenue diventa rosa intenso, ossia è proporzionale al contenuto di acqua). Si ha quindi un segnale che presto bisognerà intervenire molto prima che si possa arrivare alla totale inattivazione della capacità di trattenere umidità.

Luigi

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. . . uso dei silica-gel in sacchettini . . . (che in passato aveva danneggiato i plateau di legno e velluto e alterato alcune monete). Il tasso di umidita' veniva tenuto sotto controllo tramite un igrometro.

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. . . controindicazioni . . . solo nell'utilizzo non corretto. Se non si controlla nel tempo l'esaurimento del potere assorbente, si rischia di ritrovarsi con brutte sorprese, pur credendo di aver protetto il reperto.

Nel caso di un utilizzo "domestico", e quindi non museale, un aspetto da tener in considerazione riguarda la non ermeticità dei cassetti porta vassoi, ma questo porterebbe semplicemente ad una accellerazione dell'esaurimento del gel di silice, ossia ad un abbreviazione del tempo di efficacia (e quindi alla necessità di una rigenerazione più frequente).

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Mi pare che in questi due interventi ci siano i principali elementi della questione.

Come dicevo i riferimenti bibliografici che conosco io suggeriscono delle raccomandazioni comportamentali (in pratica usare il silica-gel solo se monitorato), ma purtroppo non forniscono spiegazioni.

Appena riesco li tiro fuori.

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Come dicevo i riferimenti bibliografici che conosco io suggeriscono delle raccomandazioni comportamentali (in pratica usare il silica-gel solo se monitorato), ma purtroppo non forniscono spiegazioni.

Qualsiasi disidratante va monitorato dato che una volta "catturata" la quantità d'acqua caratteristica del tipo di disidratante usato poi non funziona più.

Il gel di silice, come l'allumina, ha un meccanismo di adsorbimento dell'acqua differente da altre sostanze nel senso che funziona come adsorbente, cioè "blocca" l'acqua sulla sua superfice che, trattandosi di un gel, è particolarmente estesa ed inoltre una volta "saturo" non diventa deliquescente o peggio come altri ma rimane solido. Inoltre consente l'uso di comodi indicatori visivi dell'entità dell'acqua presa.

Questo consente poi anche una facile reversibilità del processo per riscaldamento a temperature blande (quelle indicate da Luigi) oltre ad essere di per se una sostanza non tossica o irritante (senza indicatore, ovviamente, lo si usa anche in prodotti quali i farmaceutici ed intendo anche come ingrediente del prodotto e non come essicante) e quindi è probabilmente il prodotto più utilizzato a livello industriale per il trasporto, ecc..

Esiste poi un'altra classe di disidratanti, la più ampia, di cui fanno parte sali ed altri, che però funzionano trasformandosi, per esempio da sali anidri in idrati (solfato di calcio, cloruro di calcio per esempio) o con meccanismi diversi ma sempre basati su trasformazioni chimiche (anidridi, soda caustica, acido solforico solo per citarne alcuni); spesso sono anche più efficienti del gel di silice ma quasi sempre o sono pericolosi o danno un prodotto finale, una volta "presa" l'acqua, deliquescente (cioè una specie di fango, giusto per dare l'idea), e quindi sono meno utili per gli usi più comuni del gel di silice (mentre sono molto utilizzati in laboratorio, ognuno avendo caratteristiche particolari diverse dagli altri).

Giuseppe

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punto numero 1... l'umidità presente nelle aree marine è diversa da quella presente nell città...

punto numero 2 il gel di silice è il sistema più usato in Italia dai musei per la conservazione perchè è sufficentemente funzionale (quindi anche se ti socrdi per un po di controllare lo stato dei reperti, è quasi impossibile fare danno...

punto numero 3: con 6000-7000 eurozzi puoi sperare di trovare degli armadi climatizzati che controllano attivamente temperatura ed umidità, ed inoltre sono blindati...

punto numero 4 per l'aria del mare con il silica gel fai ben poco perchè riduci il problema umidità, ma nulla puoi per i sali presenti nell'aria che poi sono quelli che generano quella fastidiosa ruggine sugli elettrodomestici nella casa al mare... tipo frigo distrutto...

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  • 5 mesi dopo...

A me è stato detto di mettere il silica gel sul termosifone per disidratarlo. Personalmente tengo il silica gel tra i vassoi e mi sembra che funzioni.

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In ambiente marino credo che il problema maggiore (per qualsiasi metallo) sia l'aerosol salino (più comunemente chiamato salsedine) piuttosto che l'umidità in se.

L'unico modo per preservare le monete dalla salsedine è quello di conservarle sotto vuoto o...... sott'olio :D

vikeisa

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Scusate, ma trovandosi ad abitare in zone veramente molto sfavorevoli non ci si potrebbe autocostruire un rudimentale armadio "climatizzato" recuperando da un demolitore la carcassa un piccolo vecchio frigorifero o un "frigobar da salotto" (più piccoli e di solito più eleganti di queli da cucina) con ancora delle guarnizioni e delle coibentazioni in buono stato, togliendo motore e serpentine e inserendo al loro posto una modestissima ventolina a bassa tensione (del tipo dei dissipatori a 12 volt dei computer) che facesse da estrattore d'aria?

Non potrebbe già bastare?

Alla peggio alla peggio gli si potrebbe sempre schiaffare dentro ogni tanto anche una di quelle scatolette di gel "cattura umidità" che si vendono nei supermercati. :o

Certo, il sale non lo si ferma direttamente, ma se si arriva a fermare l'umidità che ne è il veicolante forse il più è fatto <_< .

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io quel sacchettino l'ho trovato dentro all'album per le monete e ce l'ho lasciato.

Non so se può avere  effetti "collaterali".

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Tacrolimus -se ricordo bene- ci ha spiegato all'inizio di questa stessa discussione che in condizioni di temperatura quali quelle che possono raggiungere gli ambienti delle nostre case e di saturazione che la nostra bustina potrebbe raggiungere a seguito di un prolungato assorbimento di umidità, non è prevedibile che possa avvenire un rilascio di acqua o di alcunché d'altro a livelli dannosi e che al massimo potrebbe ad un dato momento divenire inefficiente, ma nulla di propriamente preoccupante :) .

Nella bibliografia che studiavamo noi all'Università tanti anni fa ricordo bene invece la continua ed ossessiva raccomandazione di non lasciare mai il silicagel con funzione di essiccante all'interno di stoccaggi non monitorati di lungo periodo, ma per la verità oltre alla raccomandazione sui testi ed appunti che ho cercato di recuperare spiegazioni zero :( . In ogni caso direi che lì si parlava della previsione di condizioni ambientali di conservazione e di trasporto decisamente più estreme di quelle delle nostre case di oggi ;) .

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Se per "sale" intendi il silicagel ne stiamo appunto discutendo e stiamo cercando di confrontare le nostre esperienze e conoscenze ed allo stato attuale di questa discussione (come puoi vedere nei post precedenti) sembrebrebbe che per un uso all'interno delle nostre case in una scatola o in un raccoglitore o un armadietto non ci siano controindicazioni o "effetti collaterali" spiacevoli.

Al massimo ad un certo punto il sachettino potrebbe diventare inefficiente (a quel punto dovrebbe cambiare di colore).

Comunque mi pare che siamo tutti d'accordo che la regola d'oro sia di guardarci di tanto in tanto.

Che poi questi sistemi siano concretamente utili, questo è un discorso che abbiamo lasciato un po' in sospeso perché eravamo più preoccupati di convincerci che intanto male non fanno (anche se io ho la sensazione che normalmente basterebbe scegliere con un po' di giudizio la stanza della nostra casa e la collocazione di ciò che vogliamo proteggere, e tanto basterebbe, ma effettivamente potrebbero esserci dei casi particolari che potrebbero richiedere un "aiuto" in più).

Modificato da LUCIO
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