Vai al contenuto

Risposte migliori

Supporter
Inviato

Almeno una presentazione… un grazie. Foto dell’altro lato…. 


Inviato

Poiché Ti sei iscritto, comunque benarrivato nel forum.


Supporter
Inviato

Comunque:

Vittorio Emanuele III di Savoia (1936-1943) Re e Imperatore · Regno d'Italia

1 lira · 1939 Anno XVII-1943 Anno XXI

Aquila romana 2° tipo · ø 26,7 mm · 7,84/8,16 g · Ac
 

Moneta comune: catalogo Gigante.

 

1 lira di acmonital, coniata nel 1940 Anno XVIII a Roma · Acmonital (Ac) · ø 26,7 mm · h 2 mm · peso 7,84/8,16 g · asse di conio a 180° · Comune

Dritto

VITTORIO • EMANVELE • III • RE • E • IMP •

Testa del re volta a sinistra. Nell'esergo, lungo il bordo, G • ROMAGNOLI.

Rovescio

I  T  A  /  L  I  A

Aquila romana spiegata, poggiante con gli artigli su un basamento; dietro a questa, sul fondo, un fascio littorio con scure completa verso destra sormontata da una testa di ariete. Nell'esergo, a sinistra, 1940 // R, centralmente, lo scudo sabaudo della croce coronato tra L. / 1 e, a destra, XVIII.

Contorno

Godronato
 

Queste monete possono essere sia debolmente magnetiche, se il loro tondello presenta una percentuale significativa di nichelio, sia fortemente magnetiche, se il loro tondello presenta solo tracce trascurabili di nichelio ed una composizione sostanziale di ferro (82%) e cromo (18%). Dato il progressivo ridursi della percentuale di nichelio nei tondelli, non sempre risulta agevole individuare le monete debolmente calamitabili; …

Esistono degli esemplari di questa moneta, che, curiosamente, riportano, nel rovescio, l'anno XVIIII dell'era fascista, dove la quarta barra è più corta (nella parte bassa) rispetto alle altre tre.

A seguito della conquista dell'Etiopia (allora Abissinia), fu emanato il RDL 754/1936, dal titolo: "Dichiarazione della sovranità piena ed intera del Regno d'Italia sull'Etiopia ed assunzione da parte del Re d'Italia del titolo di Imperatore di Etiopia". Ben presto si palesò la necessità non soltanto di rappresentare anche nella monetazione il fondato Impero, ma anche di adeguare la circolazione metallica agli aumentati bisogni, tenendo conto delle peculiari esigenze delle regioni conquistate. Fu perciò disposto il riordinamento della circolazione monetaria metallica di Stato autorizzando, per effetto del RDL 1674/1936, la creazione della cosidetta "serie imperiale", celebrativa della costituzione dell'Impero. Pertanto, in forza del RD 2510/1936, fu autorizzata l'emissione delle monete d'oro da 100 lire e 50 lire e, a seguito del RD 2511/1936, fu autorizzata l'emissione delle monete d'argento: 20 lire, 10 lire e 5 lire; di nichelio: 2 lire, 1 lira, 50 centesimi e 20 centesimi; e di bronzo: 10 centesimi e 5 centesimi, in sostituzione delle monete con i medesimi metalli in circolazione in quel periodo. Infine, in forza del RDL 907/1938, fu atorizzata l'emissione di nuove monete di acmonital, in sostituzione di quelle di nichelio della stessa serie imperiale, e, in forza del RD 727/1939, fu autorizzata l'emissione di nuove monete in bronzital, in sostituzione di quelle di bronzo della stessa serie imperiale [MdF 1940, pp. 35-39, 44].

Col RDL 907/1938, "ritenuta l'urgente necessità di attuare anche nel campo monetario le direttive per l'autarchia economica nazionale", fu disposta la fabbricazione e l'emissione di nuove monete da 2 lire, 1 lira, 50 centesimi e 20 centesimi, della serie imperiale, apparentemente identiche alle precedenti, ma usando invece del nichelio un metallo denominato "acmonital", cioè "acciaio monetale italiano" [D'Incerti 1973, p. 246].

Essendo il nichelio un metallo di importazione dall'estero ed indispensabile all'industria bellica, si esaminò la possibilità di sostituirlo con una nuova lega di produzione nazionale. Gli studi al riguardo compiuti, con tenace volontà, della Società anonima nazionale "Cogne" di Aosta, condussero alla composizione di una speciale lega d'acciaio inossidabile, che le prove di coniazione, eseguite con ottimi risultati dalla zecca, dimostrarono di rispondere pienamente allo scopo. Può, anzi, affermarsi che la nuova composizione, dal nome depositato di "acmonital", per le sue caratteristiche di resistenza all'usura e alla deformazione, di lucentezza e inalterabilità, nonché per le maggiori difficoltà che opponeva alle falsificazioni, si dimostrò preferibile al nichelio. Pertanto, in forza del RDL 907/1938, si autorizzò la fabbricazione e l'emissione delle nuove monete di acmonital in sostituzione di quelle di nichelio, destinate pertanto ad essere ritirate e demonetate. Tuttavia, in virtù delle oggettive difficoltà della zecca di lavorare la nuova lega metallica e dell'inadatta attrezzatura in suo possesso a trattare la fusione e la laminazione del tipo di lega di acciao prescelto, così come avvenne per la lavorazione dei tondelli di nichelio, fu deciso di affidare all'industria privata la lavorazione dei nuovi tondelli di acmonital. La Società anonima nazionale "Cogne" si assunse l'impegno di fornire i tondelli di acmonital dei diversi tagli. Il provvedimento, che attuava, anche in ambito monetario, le direttive dell'autarchia economica, consentì una notevole economia nell'approvigionamento dall'estero del nichelio, permettendo, inoltre, di fronteggiare adeguatamente le continue e crescenti esigenze dell'Africa Orientale Italiana, dove per l'appunto gli spezzati metallici, in particolare quelli da 2 lire e 1 lira, si dimostrarono particolarmente adatti a diffondere la monetazione italiana a scapito del tallero di Maria Teresa [MdF 1940, p. 39].

Per quanto nel RDL 907/1938, fossero precisate la caratteristiche fisiche (diametro e peso con relative tolleranze) delle nuove monete, non fu data alcuna indicazione in merito la composizione della lega acmonital. La direzione tecnica della Cogne, a seguito di una precisa richiesta, rispose che la lega usata corrispondeva ad un acciaio inossidabile austenitico [72% di ferro] al cromo-nichelio, con tenore medio di cromo pari al 19% e di nichelio pari al 9%. Una tale lega risulta perfettamente amagnetica. Tuttavia, parte delle monete dei quattro tagli in oggetto risulta, seppur debolmente, magnetica. La direzione della Cogne si limitò ad attribuire questo diverso comportamento magnetico a differenze occasionali di incrudimento dei tondelli. Accurate analisi chimiche, confermarono che furono utilizzate varia leghe sensibilmente diverse tra loro, riducibili alle seguenti quattro: cromo 19,6% e nichelio 10,3 %; cromo 16,0% e nichelio 11,0%; cromo 19,2% e nichelio 9,5%; cromo 20,1% e nichelio 9,9% [D'Incerti 1973, pp. 246-248].

Date le difficoltà di coniazione delle monete di acmonital, la zecca, per ottenere una coniazione decorosa, fu costretta a rifare i punzoni ed i relativi conî, modificandone il rilievo in maniera opportuna. Il primo impiego ufficiale della nuova lega acmonital si ebbe per le monete portanti il millesimo 1939-XVII. Per questa emissione furono usati i conî ricavati ancora dai punzoni originali, serviti per coniare le monete di nichelio. Proseguì poi, coi nuovi conî, con le monete datate 1939-XVIII e con le prime emissioni di quelle datate 1940-XVIII; monete queste, che, grazie ai conî rifatti, presentano un aspetto notevolmente migliore rispetto a quello delle monete datate 1939-XVII. Nel corso del 1940, resasi sempre più grave la mancanza di nichelio, fu necessario eliminarlo del tutto nella composizione delle monete, anche se di detta modifica non vi è traccia in alcun decreto. A seguito degli opportuni esperimenti fu scelta la lega di ferro contenente solo cromo nella quantità del 18%, col nichelio ridotto a sole tracce (0,10-0,15%): cioè un acciaio inossidabile ferritico [82% di ferro] , fortemente magnetico. Le monete datate 1940-XVIII furono coniate inizialmente con l'acmonital dei primi tipi contenenti nichelio, poi con la nuova lega senza nichelio; pertanto, le monete con quest'ultima data furono coniate con leghe: amagnetiche, debolmente magnetiche e fortemente magnetiche [ibid., pp. 248-250]. Tuttavia, diversi tondelli non calamitabili, preparati nel 1940, finirono, per errore o per esaurire qualche piccola rimanenza, nei quantitativi predisposti per le successive coniazioni effettuate con i nuovi tondelli di ferro-cromo, e, insieme a questi ultimi, furono coniati negli anni successivi.

Tra le monete di nichelio e quelle di acmonital, nonostante quanto indicato nei relativi decreti, non si riscontrano differenze apprezzabili di diametro e di peso. infatti, per tutte le monete si notano differenze di diametro anche maggiori rispetto ai corrispondenti valori teorici dei due tipi di metallo; tuttavia, essi rientrano nella tolleranza ammessa dai decreti, pari a più o meno 10 millesimi, per le monete di nichelio, e 20 millesimi, per quelle di acmonital. Per le monete da 2 lire la notevole differenza è dovuta al fatto che il contorno delle monete di nichelio è liscio, mentre nelle monete di acmonital è godronato. Per mantenere invariato il peso delle monete, nonostante il diverso peso specifico dei vari componenti, la Cogne ricorse alla modifica del loro spessore, così rilevato in millimetri: 2 lire (2,00 nichelio - 2,15 acmonital); 1 lira (1,85 nichelio - 2,00 acmonital); 50 centesimi (1,60 nichelio - 1,80 acmonital); 20 centesimi (1,40 nichelio - 1,50 acmonital). Differenze inconfondibili, che basterebbero da sole a individuare i due tipi di monete, si possono rilevare nell'aspetto delle superfici, nello spessore del rilievo, nella nettezza dell'incisione. Il nichelio, infatti, è un metallo molto malleabile che permette una perfetta coniazione; l'acmonital, invece, è molto duro e coniabile con difficoltà, usando pressioni molto più alte di quelle consuete. Pertanto, il rilievo delle monete di acmonital appare più modesto e meno netto e le superfici appaiono più chiare e legermente più opache [D'Incerti 1973, pp. 247-248].

Per le monete da 1 lira di acmonital, del tipo "Aquila romana", il potere liberatorio, per i pagamenti tra privati, fu fissato a 50 lire [MdF 1940, p. 59, tab. II].

Le monete di acmonital da 1 lira, del tipo "Aquila romana" del 2° tipo, furono coniate dal 1939 al 1943, complessivamente, in 77.777.000 pezzi, per un totale di 77.777.000 lire [Gigante 2016, p. 156].

 

da: https://catalogogigante.it/monete-italiane/regno-ditalia/vittorio-emanuele-iii-di-savoia-1936-1943-re-e-imperatore/1-lira-aquila-romana-2-tipo-26.7-mm-7.84-8.16-g-ac/moneta?mpe=2&aal=2-1081-773-0&tip=773-161-2-1533-13&cnu=1627

 

buona lettura.

  • Mi piace 2

Inviato

grazie per il responso!


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.