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Inviato

Già passato in Gorny&Mosch 297 lo scorso 10-10-2023, vieni ora riproposto un non comune esemplare di didrammo da Crotone nella tipologia con al diritto testa laureata di Apollo con etnico ed al rovescio la raffigurazione di Eracle infante che strozza i serpenti inviatigli da Era .

Torna il 4 Marzo in vendita Gorny&Mosch 302 al n. 52 .

 

 

001 Gorny&Mosch 302 n. 52.jpg

002 Gorny&Mosch 302 n. 52.jpg

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Inviato (modificato)

Su alcune monete arcaiche di crotone come queste

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ci sono dei serpentelli.

questi serpenti hanno a che fare con eracle o stanno sulle monete arcaiche per altri motivi ?

Modificato da coinzh
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Inviato

I serpenti sono spesso associati a Gaia, che aveva il controllo dell'oracolo di Delfi prima che Apollo uccidesse il protettore lì, il Pitone.
I serpenti erano generalmente associati agli ctonico, in particolare Gaia.
Ci sono varie storie secondo cui i serpenti sono direttamente la "voce" dell'oracolo. Luciano dice che la voce oracolare proveniva da un serpente sotto il treppiede. Si suppone che gli Iamidai di Olimpia discendessero da un antenato allevato da una coppia di serpenti ecc.

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Inviato

Il treppiede in generale e quello sulle monete di crotone in particolare si riferisce sempre all'oracolo di delfi o ha anche altri significati ?


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Inviato

Il tripode ricorda l'importante ruolo svolto dall'oracolo delfico di Apollo nella fondazione della città. Questo ruolo è però tutt'altro che esclusivo di Kroton.

Per quanto riguarda la domanda se i tripodi si riferiscano sempre a Delfi, si tratta di un argomento molto più ampio. Tuttavia, essi compaiono su così tanti tipi diversi di monete, in così tante aree e per un periodo così lungo, e i tripodi stessi erano utilizzati in molti modi non legati a Delfi, che la risposta deve essere sicuramente no, non sono sempre specificamente un riferimento a Delfi.


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Tripode sacrificale (traduzione da https://en-m-wikipedia-org.translate.goog/wiki/Sacrificial_tripod?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc )

Un tripode sacrificale, il cui nome deriva dal greco "tre piedi", è un arredo religioso a tre gambe utilizzato nelle celebrazioni e in altre procedure rituali. Questo ruolo rituale deriva dal suo utilizzo come semplice supporto per un recipiente di cottura posto sul fuoco. Come sedile o supporto, il tripode è la struttura di supporto più stabile per terreni irregolari, dall’uso universale e antico.

I tripodi erano di due tipi e avevano diverse funzioni. In primo luogo, alcuni oracoli si posavano su grandi tripodi per pronunciarsi. Molto più comuni erano i tripodi e le ciotole in cui venivano arsi i sacrifici più piccoli. Questi sono particolarmente associati ad Apollo e all’oracolo di Delfi nell'antica Grecia e venivano anche dati ai templi come offerte votive, assegnati come premi in concorsi associati a feste religiose e semplicemente dati in dono tra persone.

Il tripode più famoso dell'antica Grecia era il tripode delfico su cui sedeva la sacerdotessa pitica per pronunciare gli oracoli della divinità. Il sedile era formato da una lastra circolare posta sopra la sommità del tripode, sulla quale veniva deposto un ramo d’alloro quando non era occupata dalla sacerdotessa. In questo caso, in epoca classica il tripode era sacro ad Apollo. Secondo il mito, Eracle si recò dall’oracolo di Delfi per chiedere cosa fare per espiare l'omicidio di Ifito. L'oracolo non voleva dargli un responso e allora l'eroe, infuriato, afferrò il tripode su cui sedeva la Pizia per pronunciare i suoi oracoli. Apollo cercò di fermarlo e ciò provocò uno scontro tra il dio e l'eroe. Alla fine Zeus dovette intervenire per porre fine a questa lite. Il mito di Eracle in lotta con Apollo per il tripode appare in dipinti vascolari più antichi della più antica letteratura scritta.

L'oracolo originariamente avrebbe potuto essere correlato alla divinità primordiale, la Terra. Nel periodo artistico geometrico i tripodi erano fissati ai pentoloni che sostenevano. Nel Museo di Delfi ci sono frammenti di tali tripodi, il più caratteristico dei quali è quello con manico a forma di anello.

Un altro tripode ben noto a Delfi era il tripode plateano, ricavato dalla decima parte del bottino prelevato dall'esercito persiano dopo la battaglia di Platea. Questo era costituito da una vasca d'oro sorretta da un serpente di bronzo a tre teste (o tre serpenti intrecciati), sulle cui spire era inciso l'elenco degli stati che avevano preso parte alla guerra. La coppa d'oro fu derubata dai Focesi durante la Terza Guerra Sacra (356–346 a. C.). Il supporto fu trasferito dall'imperatore Costantino a Costantinopoli nel 324, dove nella moderna Istanbul è ancora visibile nell'ippodromo, l'Atmeydanı, sebbene danneggiato: le teste dei serpenti sono scomparse, ma una è ora esposta ai vicini musei archeologici di Istanbul. L'iscrizione, invece, è stata restaurata quasi integralmente. Tali tripodi avevano solitamente tre orecchie (anelli che fungevano da maniglie) e spesso avevano un sostegno centrale come supporto oltre alle tre gambe.

I tripodi sono spesso citati da Omero come premi e come doni augurali nei giochi atletici. In epoche successive, riccamente decorati e recanti scrizioni, si tripodi servirono allo stesso scopo. Sembrano essere anche doni preziosi per gli ospiti, come nel caso dei Feaci che offrirono a Ulisse un pentolone e un tripode. "Il nostro ospite ha già impacchettato gli abiti, l'oro lavorato e gli altri oggetti di valore che avete portato per la sua accettazione; ora quindi regaliamogli ulteriormente, ciascuno di noi, un grande tripode e un pentolone. Recupereremo noi stessi mediante l'imposta di una tariffa generale; poiché non ci si può aspettare che i privati sopportino il peso di un regalo così bello." Odissea, 13.10-15 [tr. S. Butler].

I tripodi erano usati anche come offerte dedicatorie alle divinità, e nelle gare drammatiche delle Dionisie il corego vittorioso (un cittadino ricco che sosteneva le spese per l'equipaggiamento e l'addestramento del coro) riceveva una corona e un tripode. Avrebbe dedicato il tripode a qualche divinità o lo avrebbe posto sulla sommità di una struttura di marmo eretta a forma di tempietto circolare in una strada di Atene chiamata la strada dei tripodi dal gran numero di memoriali di questo tipo. Uno di questi, il Monumento Coragico di Lisicrate da lui eretto per commemorare la sua vittoria in una drammatica contesa nel 335 a. C., è ancora in piedi. La forma del tripode della vittoria, oggi scomparso dalla sommità del monumento di Lisicrate, è stata resa variamente dagli studiosi a partire dal XVIII secolo.

Martin L. West scrive che la Pizia di Delfi mostra molti aspetti di pratiche sciamaniche, probabilmente ereditate o influenzate dalle pratiche dell'Asia centrale. Cita il fatto che fosse seduta in un pentolone su un tripode, mentre faceva le sue profezie, che fosse in uno stato di trance estatica, simile agli sciamani, e che pronunciasse frasi incomprensibili.

Secondo Erodoto (Le Storie, I.144), i tripodi della vittoria non dovevano essere rimossi dal recinto del santuario del tempio, ma lasciati lì come offerte. Gli scavi nei primi santuari, in particolare a Olimpia, hanno restituito molte centinaia di vasi a forma di tripode, per lo più in bronzo, lasciati come votivi. Questi avevano una ciotola poco profonda con due manici sollevati in alto su tre gambe; nelle versioni successive il supporto e la ciotola erano pezzi diversi. Durante il periodo orientalizzante i tripodi erano spesso decorati con protomi in forma di grifoni, sfingi e altre creature fantastiche.

Evoluzione storica e tipologica del tripode

I primi vasi sacrificali erano per lo più in ceramica, alcuni realizzati come tripodi ma altri con una base rotonda continua sotto la ciotola, che si gonfiava man mano che scendeva. Alla fine del periodo geometrico viene introdotta un'innovazione: i tripodi erano staccati dal grande pentolone di bronzo (lebes), che ora è posto su di essi. Nel museo si trova un esemplare caratteristico: su un pregiato tripode di bronzo, sostenuto da piedi in bronzo fuso, giaceva un grande pentolone globulare. Sulle sue pareti si sviluppano teste di grifoni e di leoni, oltre a figure femminili alate, forse sirene. Queste creature provengono dal Medio Oriente, mentre anche la tecnica della fusione seguita dalla martellatura allude alle officine orientali. In riferimento ai pentoloni a tripode dell'antica Grecia, dopo l'VIII secolo la maggior parte aumentò sia in dimensioni sia in quantità di dettagli, diventando più decorativi, e furono usati quasi esclusivamente come dedica agli dei nei santuari.

apollonia

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Inviato

Avevo parlato della moneta di Eracle con i serpenti nell’occasione dell’asta Gorny & Mosch 297 del 2023, quando aveva raggiunto un hammer di 13.000 euro che poi però non furono pagati (v. https://www.lamoneta.it/topic/218805-highlights-della-gorny-mosch-auction-297-–-298/#comment-2411063).

Ripropongo quanto scrissi in merito al post # 17 della discussione citata sopra.

Lotto 1033. BRUTTIUM  
KROTON. Didrachme ø 21mm (7,55g). ca. 380 - 325 v. Chr. Vs.: ΚΡΟΤΟΝΙΑ-ΤΑΣ, Kopf des Apoll mit Lorbeerkranz n. r. Rs.: Der Heraklesknabe erwürgt die von Hera gesandten Schlangen. Attianese, Kroton 163; SNG ANS 386 (Rs. stgl.); SNG München 1460; HN Italy 2157; Franke-Hirmer 271; HGC 1, 1462.
Guter Stil! Leichte Tönung, ss-vz

Dal punto di vista iconografico, il motivo del rovescio è inizialmente basato sulle monete a simmetria delle città dell'Asia Minore di Efeso, Bisanzio, Cizico, Samo, Cnido e Iasos della fine del V e dell'inizio del IV secolo a.C. Un'analisi più attenta, tuttavia, rivela chiare differenze stilistiche e compositive. Mentre l'immagine sulla moneta dell'Asia Minore mostra il ragazzo Eracle ripiegato su sè stesso, relativamente passivo, con le braccia circondate da serpenti, l'opera crotoniate acquista chiaramente profondità grazie alla gamba destra piegata in avanti. Il dinamismo dell'azione e la forza dell'eroe bambino sono enfatizzati dal fatto che l'eroe guarda coraggiosamente negli occhi uno dei serpenti che lo attaccano e li afferra entrambi "per il colletto" allo stesso tempo, allontanando i loro corpi con le braccia potenti. Questi progressi compositivi non esprimono solo una diversa mano artistica, ma probabilmente anche una differenza temporale, confermata anche dal fronte evidentemente più tardo dal punto di vista stilistico. Un collegamento cronologico diretto con la monetazione dell'Asia Minore è quindi improbabile.

Base d’asta: 1'600 EUR. Valutazione: 2'000 EUR. Risultato: 13'000 EUR.

 

 

Ricordo l’antefatto che aveva ispirato il rovescio del didramma, da cui il mito della formazione della Via Lattea.

Eracle nacque a Tebe da Zeus e da una donna mortale, Alcmena, sedotta dal dio che aveva assunto allo scopo l’aspetto del legittimo consorte, Anfitrione, assente quella notte.

Al suo ritorno, l’indomani, Anfitrione, ignorando quanto accaduto, volle godere di Alcmena, che concepì così due gemelli, Ercole figlio di Zeus e Ificle figlio di Anfitrione.

Poiché Zeus aveva annunciato che il primo discendente della sua stirpe a nascere sulla terra sarebbe stato re di Micene e Tirinto e avrebbe avuto immenso potere in Peloponneso, la dea Era che per gelosia aveva Eracle in odio, anticipò prodigiosamente la nascita di Euristeo, cugino di Eracle e anch’egli discendente, seppure indiretto, di Zeus. Il debole e vile Euristeo nacque per primo: e fu cosi per lui, e non per Eracle, che si compì la profezia del dominio sul Peloponneso.

Finalmente il piccolo Eracle nacque e l’arte dell’inganno si ritorse subito contro la gelosa Era, la quale, raggirata da Atena, fu portata a passeggiare presso le mura di Tebe, dove Alcmena aveva deposto il neonato proprio per timore della collera di Era. Non riconoscendolo, Era fu spinta da Atena a notare il vigore di quel magnifico bambino e ad offrirgli il suo seno: Eracle succhiò con così tanta veemenza che un getto di latte schizzò verso il cielo dando origine alla Via Lattea.

Ma l’ira della dea continuava a non placarsi: il bimbo non aveva ancora un anno quando Era mandò due terrificanti serpenti ad uccidere lui e il gemello Ificle che dormivano beati nella loro stanza. Senza alcun timore, però, Ercole afferrò un serpente con ciascuna mano strangolandoli entrambi di fronte allo sguardo esterrefatto di Alcmena e Anfitrione, richiamati dalle grida di Ificle.

Dei, semidei e semplici uomini furono gli insegnanti di Eracle fanciullo nelle più varie discipline: dalla guida del cocchio, alle tattiche di cavalleria e fanteria, dal pugilato all’uso dell’arco e delle frecce, dall’arte del canto e del suono della lira allo studio delle lettere e della musica. Ma un giorno il fanciullo si rifiutò di obbedire a Lino, figlio del fiume Ismenio che, in assenza del legittimo insegnante Eumolpo, intendeva impartirgli i rudimenti della lira. Il maestro lo punì per la sua riluttanza ed Eracle, avventandosi su di lui con lo strumento, lo uccise.

Anfitrione, timoroso che potesse compiere altri omicidi, lo inviò a pascolare le greggi in uno dei suoi terreni, dove Eracle visse fino al suo diciottesimo anno di età.

Da https://www.movio.beniculturali.it/sbaem/sulleormedieracle/it/12/eracle-fanciullo/show/5/21

apollonia

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