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Hanno scavato in una fossa usata dai romani. Ed ecco cosa hanno trovato. Cos’è. Le ipotesi in campo. L’oggetto fu realizzato in bronzo

 
 

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Nel corso degli anni, gli archeologi hanno scoperto numerosi oggetti misteriosi e affascinanti risalenti all’epoca dell’Impero Romano. Tuttavia, una recente scoperta – avvenuta nell’estate del 2023 e resa nota in queste ore – a Norton Disney nel Lincolnshire ha catturato l’attenzione degli esperti e del pubblico per la sua eccezionale grandezza e raffinatezza. Si tratta di un dodecaedro romano, un oggetto a dodici facce, rinvenuto in uno scavo comunitario estivo a Potter Hill. Ciò che rende questa scoperta ancora più straordinaria è il fatto che è uno dei pochi esemplari trovati nella parte settentrionale e occidentale dell’Impero Romano e uno dei soli 33 rinvenuti in Inghilterra. L’oggetto, in questo ore, ha destato l’attenzione dei media e delle testate specialistiche inglesi.

Contesto della scoperta:
Il dodecaedro è stato scoperto lo scorso estate in una fossa a Potter Hill, insieme a frammenti di ceramica romana e detriti di demolizione. Pesante 250 grammi e largo 8 cm, il dodecaedro di Norton Disney è significativamente più grande della media, e ciò lo rende un’eccezione tra gli altri reperti simili. Ciò che rende questa scoperta ancora più straordinaria è il fatto che è stato trovato nel contesto originale, durante uno scavo archeologico organizzato, a differenza della maggior parte degli oggetti simili che si trovano in collezioni private o musei senza informazioni sui loro contesti originali.
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Possibili collegamenti storici
La zona intorno a Norton Disney è già stata oggetto di scoperte archeologiche significative, tra cui i resti di una villa romana scoperta nel 1933 a meno di mezzo miglio da Potter Hill. Questa villa, situata vicino alla Fosse Way, un’importante strada romana che collegava Exeter a Lincoln, è ora interamente interrata ed è iscritta nella Lista del Patrimonio Nazionale. Tuttavia, è anche registrata come “Patrimonio a rischio” a causa di interferenze da parte di una comunità di tassi protetti che ha scavato un fosso tra le rovine. La relazione tra la villa e il dodecaedro rinvenuto potrebbe fornire indizi importanti sul suo scopo e sulla sua funzione.

Esposizione e futuro:
Il dodecaedro è ora esposto al National Civil War Center di Newark-on-Trent, attirando già numerose persone interessate alla sua storia affascinante. Inoltre, l’oggetto è stato presentato in queste ore della serie BBC “Digging for Britain”. Il Norton Disney History and Archaeology Group sta ora cercando fondi per un ulteriore scavo del sito della scoperta previsto per l’estate. L’obiettivo modesto di £1.000 è finalizzato a completare gli scavi delle trincee tre e quattro, con l’obiettivo di svelare ulteriori misteri legati a questa straordinaria scoperta archeologica. Finora, la raccolta fondi ha raggiunto £155, dimostrando l’interesse e il sostegno della comunità locale per la ricerca e la conservazione del patrimonio storico.

Cosa sono questi misteriosi oggetti
I dodecaedri romani sono affascinanti reperti archeologici rinvenuti in bronzo o, più raramente, in pietra, risalenti al periodo compreso tra il II e il IV secolo d.C. Questi enigmatici oggetti sono caratterizzati dalla forma di un dodecaedro, con dodici facce piatte pentagonali, ciascuna con un foro circolare di diametro variabile o, in alcuni casi, decorazioni senza fori.

Diffusione geografica
Più di cento di questi dodecaedri sono stati scoperti in diverse regioni, dall’est dell’Italia all’Ungheria, dal Galles alla Spagna, con la maggior concentrazione di ritrovamenti in Germania e in Francia. Le dimensioni variano dai 4 agli 11 cm, e alcuni esemplari sono stati trovati assieme a tesori in monete, suggerendo un possibile valore attribuito loro dai proprietari.

Teorie sull’utilizzo
Nonostante la loro diffusione geografica, la funzione esatta di questi oggetti rimane un mistero. Numerose ipotesi sono state avanzate nel corso degli anni:

1) Uso militare: alcuni suggeriscono che potrebbero essere stati utilizzati come strumenti per definire la dimensione ottimale delle armi romane, immersi in un fluido per migliorare la fabbricazione dei proiettili per le fionde. Tuttavia, la complessità di questa teoria e il ritrovamento in luoghi abitati sollevano dubbi sulla sua validità.

2) Uso ingegneristico: altri ipotizzano usi ingegneristici, come la calibratura dei tubi per il trasporto dell’acqua o come elementi di snodo nelle tubature. Il ritrovamento di manufatti senza fori supporta questa tesi, ma mancano evidenze concrete.

3) Uso tessile: c’è chi suggerisce che potrebbero essere stati utilizzati per tessere, date le protuberanze che potrebbero fornire un appiglio ai filati. Tuttavia, gli strumenti tessili noti dell’epoca differiscono da questi dodecaedri.

4) Uso cultuale: alcuni studiosi ipotizzano una funzione religiosa, con i dodici fori che simboleggerebbero i fenomeni cosmici. Questa teoria è supportata dal fatto che molti di questi oggetti sono stati trovati in aree in cui la cultura romana si fuse con quella celtica.

5) Calendario agricolo: una teoria avanzata nel 2010 suggerisce che potessero essere strumenti per determinare gli equinozi di primavera e autunno, legati al ciclo agricolo.

6) Strumento di misurazione: alcuni esperti ipotizzano che fossero utilizzati per misurare distanze, soprattutto per la suddivisione degli appezzamenti di terreno e a scopo militare. A puro livello di sensazione, a noi pare questa l’ipotesi che andrebbe indagata. Si tratterebbe pertanto di uno strumento per agrimensori e geometri, forse con altre funzioni che noi non conosciamo e che potrebbero aver reso l’oggetto polifunzionale, pur nella permanenza del settore del rilevamento.

Ipotesi controversa:
alcuni studiosi hanno suggerito che i dodecaedri potrebbero non essere di origine romana, ma appartenere ad altre culture, antecedenti o contemporanee, e siano stati erroneamente etichettati come “romani” solo perché trovati nei siti che facevano parte dell’Impero.

Conclusione
Nonostante le numerose teorie, il mistero dei dodecaedri romani persiste. Le loro molteplici dimensioni e la mancanza di evidenze concrete rendono difficile stabilire una spiegazione univoca per la loro funzione. Gli studiosi continuano a esplorare nuove ipotesi, contribuendo a mantenere viva l’intrigante incognita di questi affascinanti oggetti dell’antichità romana.

https://stilearte.it/hanno-scavato-in-una-fossa-usata-dai-romani-ed-ecco-cosa-anno-trovato-cose-le-ipotesi-in-campo-lesposizione/

 

Roman dodecahedron

 

An unusually large and fine example of the mysterious Roman dodecahedron has been unearthed in a community dig at Norton Disney in Lincolnshire. Only about 130 of these hollow 12-sided copper alloy objects have been found in the nohttp://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2024/01/Dodecahedron-after-discovery-430x403.jpgrthern and western provinces of the Roman Empire. This is only the 33rd example found in England. None have been found in Rome, and there are no references to them in the ancient sources, inscriptions, frescoes, mosaics or any other medium to explain their purpose or function.

The dodecahedron was discovered last summer in an excavation at Potter Hill. It was in a pit, perhaps a quarry pit, filled with Roman pottery fragments and demolition rubble. It weighs 250 grams, is 8 cm (3.1 inches) wide, significantly larger than average, and 100% complete. As rare as these objects are, even more rare is to discover them in situ where they were originally buried in an organized archaeological dig. Most of them are in private collections and museums (or in a looter stash) and all information about their original contexts is lost.

A Roman villa was discovered less than a half mile away from Potter Hill in 1933. It was near the Fosse Way, a major Roman road that connected Exeter to Lincoln. The remains of the villa, entirely underground today, are on the National Heritage List. (Unfortunately, the villa is also on Historic England’s “Heritage At Risk” register, not because of human interference, but due to a community of badgers, who are themselves protected, having dug a sett amidst the ruins.) It’s possible the pit where the dodecahedron was found was associated with the villa or another high-status building.

http://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2024/01/Dodecahedron-2-430x392.jpgThere are many theories about what the Gallo-Roman dodecahedra were used for — candle holders, surveyor’s tools, wool crafts — but no consistent wear patterns attest to any such practical usage. X-ray fluorescence analysis of the Norton Disney dodecahedron found it is 67% copper, 7% tin and 26% lead. That is a high proportion of lead, a soft and malleable metal very prone to squishing, for a tool. They are all different sizes, ranging from golf ball to baseball, and have holes of different sizes in each of the 12 hexagonal sides. The overall design is consistent, however, with ball-shaped studs at each corner of the sides. In the end, the old fallback of “ritual purpose” seems to be the likeliest possibility.

The dodecahedron went on display at the National Civil War Centre in Newark-on-Trent on January 3rd and is already drawing crowds. It was also featured on the January 9th episode of the long-lived BBC series Digging for Britain. The episode can be viewed here but only from UK IP addresses.

The Norton Disney History and Archaeology Group is raising funds for a follow-up excavation of the find site this summer. The team was not able to finish their excavations of trenches three and four, so they need to go back to pick up where they left off. They have a very modest of goal of £1,000 and have raised £155 of it so far. 

Modificato da ARES III
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Ciao @Vel Saties , si , il "trucco" potrebbe risiedere proprio nei fori di diametro non tutti , sembra , di uguale misura . Che i fori fossero ricoperti di lastrine di gesso o di spato d' Islanda , chiamato anche Calcite ottica ?

Modificato da Cremuzio
s

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1 minuto fa, Cremuzio dice:

Ciao @Vel Saties , si , il "trucco" potrebbe risiedere proprio nei fori di diametro non tutti , sembra , di uguale misura . Che i fori fossero ricoperti di lastrine di gesso o di spato d' Irlanda , chiamato anche Calcite ottica ?

 

quello sarebbe una figata. Ignoro totalmente, però, se siano stati ritrovati resti anche minimi di questo materiale in associazione ai dodecaedri.
 


  • 3 mesi dopo...
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Buongiorno,

mi sono posto la domanda: come avrei usato un Dodecaedro Romano se fossi vissuto 1700 anni fa, e qualcuno me lo avesse regalato, senza spiegarmi la sua funzione?

Innanzi tutto avrei notato la bellezza geometrica dell'oggetto, il materiale pregiato e la lavorazione con il quale è stato realizzato (prevalentemente di fusione in bronzo)  e la sua forma complessa, vuota all'interno.

Era sicuramente un oggetto prezioso bello da mostrare per la sua forma geometrica complessa ma sicuramente dotato anche di una sua specifica utilità:

Durante la giornata lo avrei usato come  un bel soprammobile di lusso,

la sera sarebbe diventato un utile portacandele (alcuni di essi hanno fori di diametri differenti per cui sono adatti ad alloggiare candele con steli di differenti diametri)   

L'uso più importante, a mio avviso, avrebbe avuto luogo la mattina presto: la sua forma complessa e il materiale metallico di cui è costituito fanno di questo oggetto uno scambiatore termico  molto performante e praticamente istantaneo. In epoca in cui lo scaldabagno e la caldaia a gas non sono stati ancora inventati, doveva essere un problema per gli antichi Romani lavarsi il viso e i capelli con l'acqua gelata, soprattutto nelle province nordiche in Gallia e in Bretagna, dove il clima è più freddo.

Se mi fossi trovato in quella situazione avrei preso il mio Dodecaedro e lo avrei riposto tra le ceneri ancora ardenti del camino (Faccio notare che la cavità all'interno del dodecaedro sembra studiata apposta per migliorare e velocizzare lo scambio termico tra le ceneri ardenti e il corpo metallico). Dopo pochi minuti lo avrei estratto dalle ceneri con una pinza da camino con la quale si afferra facilmente il Dodecaedro grazie alle protuberanze a forma di palline poste ai suoi vertici e ai suoi fori di differenti diametri, e lo avrei immerso nell'acqua fredda del mio lavabo di pietra, ottenendo così in una manciata di secondi un delta di temperatura di diversi gradi, quel tanto che rende piacevole lavarsi anche nei climi più freddi.

   


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