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IGNORED

La novità del secolo: i figli sono meno intelligenti dei genitori


ARES III

Risposte migliori

Il 18/1/2024 alle 00:25, vindar dice:

Voglio inoltre aggiungere che concordo appieno con chi vede nel linguaggio uno strumento per il pensiero. In effetti il pensiero mi pare proprio sia agevolato dalla conoscenza di una lingua (quanto più elastica ed elaborata). Mi chiedo (ma queste domande spesso non hanno risposta certa): è la parola che ha preceduto lo sviluppo dell’encefalo dell’uomo o lo sviluppo dell’encefalo ha permesso un miglioramento del linguaggio? Qui verrebbero in aiuto esperti in evoluzione.

Allora aggiungo : la manualità? Sta migliorando o peggiorando? Si accompagna o non si accompagna a modifiche delle relative aree cerebrali? La manualità è ridotta rispetto a 20-30 anni fa? O anzi è migliorata? Penne, giocattoli, mouse, touchscreen. 

L’intenso utilizzo del pollice per moltissime attività è nuovo nell’essere umano o ha precedenti? Mi riferisco all’uso dei pollici sui telefonini ma anche sui controller per videogames rispetto ad esempio alle banali tastiere.

Se è nuovo nella storia umana questo utilizzo molto intenso del pollice (a scapito delle altre dita più nobili?) sappiamo se si accompagna a modifiche del sistema nervoso? La mano ha giocato forse il ruolo più importante nell’evoluzione umana…

 

La parola "linguaggio" ha un ampio significato che va oltre il visibile, è un insieme di parole, gesti, situazioni, e molto altro, che una volta acquisito , arricchito , elaborato e interiorizzato, funge da innesco per il pensiero che a sua volta ti "arma" per compiere l'azione e trasformare "l'energia pensiero" in materia e mostrarla in concreto a tutti,  sotto un punto di vista materiale/pratico.
Più il ""linguaggio"" è ricco più l'uomo è potente. Potente significa che può trasformare qualsiasi-Qualsiasi pensiero in azione e quindi in materia, risultando utile per lo sviluppo personale e di tutta la comunità.

Parlando esclusivamente di parole,  intese come vocaboli, ognuno di noi ne conosce diverse decine di migliaia, molte di più di quello che immaginiamo e usiamo, perché ogni parola rimane chiusa in una stanza e per usarla ,devi continuamente aprire la porta, trascinarla fuori e usarla, ma, lei ,rientra immediatamente dopo nella stanza chiusa.
Chi ha la forza e il coraggio e la costanza ,di far uscire in continuazione la parola dalla stanza la farà sua, e essa andrà ad arricchire " l'insieme linguaggio" che sarà sempre più ricco.

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15 ore fa, ART dice:

Hai posto molte domande che richiedono lunghi ragionamenti possibili solo nel week-end, intanto comincio a risponderti in modo semi-scherzoso a questa.

Di certo l'uso del pollice ha comportato modifiche alle prestazioni videoludiche. Io appartengo alla generazione cresciuta in prevalenza smanettando coi joystick dei coin-op o delle prime console (avevo il Commodore 16) e ho conservato un'atavica preferenza per questo modo di controllo di navi spaziali ed eroici guerrieri. Con lo stick si usa "tutto il corpo", non solo i pollici, e a me fare le cose riesce molto meglio che col pad. Non sono un neurologo ma credo che un minimo di sviluppo di certi gangli nervosi al posto di altri lo comporti, anche se in misura minima.  

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Per quanto riguarda il rapporto tra uso del pollice e lo sviluppo dell'intelligenza, la scienza lo ha dimostrato da tempo, come tappa fondamentale nella teoria dell'evoluzione.

Un interessante articolo letto qualche tempo fa:

https://greenreport.it/news/scienze-e-ricerca/perche-gli-uomini-i-pollici-i-maschi-forse-per-prendersi-pugni/

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Il 14/1/2024 alle 18:21, Fxx dice:

In ultimo la scuola: avendo a che fare con le maestre dei miei figli mi trovo a volte a correggere nella mente la grammatica delle loro frasi... Non di tutte, solo di alcune. Purtroppo dovrebbero spingere anche nel corso di laurea in Scienze della Formazione su corsi di grammatica per coloro che insegneranno alle generazioni future, oltre a corsi di insegnamento veri e propri, fondati sul potenziare la curiosità degli studenti. È altresì vero che le maestre dai 40 anni in su possono insegnare alla primaria con il diploma magistrale, che purtroppo non le porta ad avere la preparazione e la cultura di un laureato. Il discorso vale sempre generalizzando la situazione, ovvio che ci saranno eccezioni.

La preparazione alla scuola primaria è un problema serissimo, che nell'ultima quindicina d'anni in particolare ha letteralmente affossato le nuove generazioni di bambini.

La conseguenza del radicale revisionismo pedagogico fondato sull'approccio ludico e sull'eliminazione delle conoscenze ha portato a un tracollo a catena in tutti gli ordini di scuola successivi.

Il livello medio di competenze linguistiche era sicuramente più alto in una classe prima dell'istituto professionale dieci anni fa di quanto lo sia in una prima liceo di oggi. E sto parlando di dieci anni, non di una generazione.

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Supporter

L'eccezione?!

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apollonia

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