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La novità del secolo: i figli sono meno intelligenti dei genitori


ARES III

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La novità del secolo: i figli sono meno intelligenti dei genitori

La novità del secolo: i figli sono meno intelligenti dei genitori

C'era una volta l'effetto Flynn, dimostrato negli studi sul QI. Da 20 anni a questa parte c'è stata un'inversione di tendenza, la nostra intelligenza sta diminuendo. Quali sono le possibili cause

Il QI è il parametro più conosciuto e utilizzato per misurare la nostra intelligenza, soprattutto nel mondo occidentale. Grazie agli studi di James Robert Flynn, tra il 1938 e il 1985 in tutto il mondo industrializzato si dimostrò una crescita dell’intelligenza nella popolazione: l’effetto Flynn. 

Ma dai primi anni duemila c’è stata una inversione di tendenza, il quoziente intellettivo della società industrializzata è iniziato a calare a tal punto che il fenomeno ha preso un nome: effetto Flynn inverso (Teasdale T., Owen D., 2005). Insomma possiamo dire che da circa dieci anni i figli stanno crescendo meno intelligenti dei genitori. Varie sono state le cause ipotizzate: genetica, alimentare, inquinamento. 

Nel 2018 la ricerca ‘Flynn effect and its reversal are both environmentally caused’  (Bratsberg B. e Roberger O. due autori del Ragnar Frisch Centre for Economic Research dell’Università di Oslo) ha confermato che le cause dell’effetto Flynn inverso sono da individuare in fattori ambientali. 

 

Quali sono i fattori ambientali?

Uno dei principali, la cui situazione è allarmante, è l’impoverimento del linguaggio. Sappiamo oramai da tempo e grazie a tantissimi studi quanto il pensiero e la capacità di pensare sia legata al linguaggio. 

Il linguaggio è il principale strumento dell’elaborazione mentale e il suo nutrimento è la memoria, la quale tuttavia senza elaborazione mentale necessariamente diminuisce. Insomma un bel circolo non solo vizioso ma riduzionistico.

L’impoverimento a cui si assiste, infatti, non riguarda solo il vocabolario, cioè la quantità di termini di cui facciamo uso, ma anche e soprattutto la scomparsa di elaborazione linguistica, come ad esempio la perdita dei tempi e dei modi verbali.

Congiuntivo, condizionale sono sempre più obsoleti e scorrettamente rimossi, l’imperfetto, i participi, i futuri composti… la riduzione del verbo, quindi dell’azione, è quasi sempre ridotta al presente, semplificando il pensiero ad un persistente ‘qui ed ora' che toglie qualsiasi proiezione, ipotesi, imperfezione e quindi accrescimento.

Perdendo il congiuntivo (‘che congiunge’) , il cui scopo è quello di esprimere un dubbio, un’incertezza, un’ipotesi, perdiamo il pensiero della possibilità, della esortazione, della motivazione. Perdendo il condizionale, quel modo che indica la condizione che deve esser soddisfatta perchè un evento accada, perdiamo la capacità di percepire e concepire il limite, di prendere atto che la nostra condizione è appunto limitata. Perdendo il participio, perdiamo l’indefinitezza, così come perdendo l’Imperfetto perdiamo il ‘per sempre’ che nell’uomo da sempre stimola i più grandiosi pensieri e le più profonde riflessioni. 

Ecco che la complessità linguistica che stiamo perdendo porta a una regressione a livelli precedenti di evoluzione, più semplicemente, la perdita di linguaggio porta una involuzione. Se perdiamo la complessità del pensiero torniamo all’azione, se perdiamo la capacità di comunicare, di spiegare, torniamo all’agito. 

Forse risiede qui la causa dell’aumento e del ricorrere alla violenza: se non posso scaricare la mia tensione comunicandola, se non posso parlare per dimostrare le mie ragioni…non mi resta che aggredire. La violenza allora declina in ogni ambito.

Nel mio lavoro trovo conferma quando mi accorgo che la prima parte di qualsiasi psicoterapia è, oramai, dedicata all’alfabetizzazione delle emozioni, cioè ad imparare a descrivere cosa sento, cosa provo, ma anche cosa desidero, cosa farei, cosa vorrei, se lo facessi, se lo sapessi…

Insomma oggi la psicoterapia sembra farsi carico di questo impegno, cioè dedicandosi ad una terapia espressiva tenta di riabilitare questo grande decadimento, tra le cause probabilmente degli eventi che alimentano la nostra cronaca nera.

Riprendiamo da dove ci siamo fermati, dove fummo, immaginiamo dove saremo, condizionati da un ‘se’ saremo, allora potremo essere.

https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/01/13/news/allarme_qi_i_figli_sono_meno_intelligenti_dei_genitori-14807954/

Attendo le osservazioni di @apollonia

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Post interessantissimo. 

Posso esprimere una mia opinione personale in merito, la quale è lontana dal voler essere verità. 

Secondo me la diffusione dei social network ha portato tutti a commentare e parlare (spesso a sproposito) di qualsiasi cosa e argomento. Io stesso che nella normalità utilizzo i congiuntivi e i condizionali, per essere il più didascalico possibile utilizzo l'indicativo nei commenti, ad esempio, dei video di YouTube. La stessa cosa la faccio con i miei colleghi che, essendo operai edili, non hanno un'ampia cultura nella maggior parte dei casi. 

Allo stesso modo i social network hanno anche rincoglionito (perdonate il francesismo) i genitori degli attuali ragazzi, i quali anziché puntare sulla cultura e sullo sviluppo del lessico dei loro figli si rivolgono a loro come fossero bambini stupidi anziché utilizzare tutta la conoscenza grammaticale italiana che hanno. 

Nel mio piccolo cerco sempre di rivolgermi ai miei figli con parole quanto più possibile varie, nel limite delle mie capacità che purtroppo non sono così ampie. Al tempo stesso ci tengo che capiscano il significato delle parole che sentono nei cartoni animati oppure nei documentari che guardano. Li sprono sempre a capire a fondo quello che leggono o ascoltano. 

In ultimo la scuola: avendo a che fare con le maestre dei miei figli mi trovo a volte a correggere nella mente la grammatica delle loro frasi... Non di tutte, solo di alcune. Purtroppo dovrebbero spingere anche nel corso di laurea in Scienze della Formazione su corsi di grammatica per coloro che insegneranno alle generazioni future, oltre a corsi di insegnamento veri e propri, fondati sul potenziare la curiosità degli studenti. È altresì vero che le maestre dai 40 anni in su possono insegnare alla primaria con il diploma magistrale, che purtroppo non le porta ad avere la preparazione e la cultura di un laureato. Il discorso vale sempre generalizzando la situazione, ovvio che ci saranno eccezioni.

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10 ore fa, ARES III dice:
 

La novità del secolo: i figli sono meno intelligenti dei genitori

Da 20 anni a questa parte c'è stata un'inversione di tendenza, la nostra intelligenza sta diminuendo.

Questo spiegherebbe molte cose.

 

7 ore fa, Fxx dice:

Allo stesso modo i social network hanno anche rincoglionito

Più ci studio sopra e più mi convinco che i social network hanno rincoglionito il mondo intero. E la fine del trend non è in vista.

 

 

Modificato da ART
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Supporter
14 ore fa, Fxx dice:

In ultimo la scuola: avendo a che fare con le maestre dei miei figli mi trovo a volte a correggere nella mente la grammatica delle loro frasi... Non di tutte, solo di alcune. Purtroppo dovrebbero spingere anche nel corso di laurea in Scienze della Formazione su corsi di grammatica per coloro che insegneranno alle generazioni future, oltre a corsi di insegnamento veri e propri, fondati sul potenziare la curiosità degli studenti. È altresì vero che le maestre dai 40 anni in su possono insegnare alla primaria con il diploma magistrale, che purtroppo non le porta ad avere la preparazione e la cultura di un laureato. Il discorso vale sempre generalizzando la situazione, ovvio che ci saranno eccezioni.

Se posso vorrei, senza generalizzare, prendere spunto da questa affermazione. Più che dalle insegnanti, laureate o meno, dobbiamo contestualizzare il loro lavoro con le classi che si trovano a gestire. La classe di mia figlia, 4^ elementare, è composta da 21 alunni dei quali 15 con genitori di origine non italiana. Con tutto l'impegno delle maestre, e dei bambini, riuscire a tenere un lessico ed una "forma linguistica" come quella di 40 anni fa è impossibile. A casa, nel 90% dei casi, la lingua utilizzata è quella dei genitori. Quando  mia figlia usa condizionali o congiuntivi molte volte non è capita... una volta ha utilizzato la parola -istintiva- ed è stata derisa.

L'ho iscritta ad una statale, consapevolmente, perchè potesse avere in classe varie culture ma sembra che sia una gara a chi porta il livello più in basso. Non so se lo rifarei.

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1 ora fa, stefanoforum dice:

Se posso vorrei, senza generalizzare, prendere spunto da questa affermazione. Più che dalle insegnanti, laureate o meno, dobbiamo contestualizzare il loro lavoro con le classi che si trovano a gestire. La classe di mia figlia, 4^ elementare, è composta da 21 alunni dei quali 15 con genitori di origine non italiana. Con tutto l'impegno delle maestre, e dei bambini, riuscire a tenere un lessico ed una "forma linguistica" come quella di 40 anni fa è impossibile. A casa, nel 90% dei casi, la lingua utilizzata è quella dei genitori. Quando  mia figlia usa condizionali o congiuntivi molte volte non è capita... una volta ha utilizzato la parola -istintiva- ed è stata derisa.

L'ho iscritta ad una statale, consapevolmente, perchè potesse avere in classe varie culture ma sembra che sia una gara a chi porta il livello più in basso. Non so se lo rifarei.

 

Sei ancora in tempo e puoi sempre iscriverla in un altro istituto se ritieni ciò più opportuno per il bene educativo di tua figlia...

Il 55% dei genitori sostiene che i figli imparano meglio con i supporti stampati che dagli schermi. Indagine EPSON

In un’indagine condotta da Epson emerge una sfaccettata visione dei genitori italiani e europei riguardo l’evoluzione delle abitudini di stampa e di apprendimento dei propri figli.

 

Il 55% dei genitori italiani e il 59% dei genitori europei credono che i loro figli imparino meglio attraverso l’interazione con oggetti fisici anziché con contenuti visualizzati su schermi.

Tuttavia, un paradosso emerge: sebbene si riconosca il valore dell’apprendimento tangibile, il 55% dei genitori italiani e il 50% degli europei prevedono un futuro in cui i libri di carta scompariranno, a favore di dispositivi digitali nelle scuole. Una visione non unanime, dato che il 47% dei genitori italiani e il 40% degli europei non sostiene un approccio esclusivamente digitale all’istruzione.

Il 40% dei genitori italiani intervistati (33% europei) sottolinea che per i bambini è più facile apprendere scrivendo manualmente su carta, rispetto all’uso di una tastiera.

Leanne Hall, psicologa clinica, sostiene che la lettura su carta è più efficace rispetto a quella su schermo. Durante la lettura su schermo, il cervello forma connessioni diverse, tendendo a scremare i contenuti. Al contrario, la lettura su carta comporta minor affaticamento visivo e fornisce riferimenti spaziali e tattili che favoriscono la concentrazione e il senso di appartenenza.

Massimiliano Carvelli, Head of Sales Consumer and Channel di Epson Italia, sottolinea il ruolo educativo dei supporti stampati, promuovendo le stampanti Epson EcoTank come soluzioni economiche e sostenibili, capaci di ridurre i costi di stampa fino al 90% e minimizzare i rifiuti.

La ricerca evidenzia anche come le foto stampate possano sviluppare nei bambini un senso di appartenenza e identità. L’89% dei genitori italiani (85% europei) crede che guardare foto stampate rafforzi il legame con i familiari. Tuttavia, nonostante l’importanza attribuita alle foto stampate, molte famiglie non hanno foto incorniciate in casa, e la maggior parte delle foto digitali non viene mai stampata.

https://www.orizzontescuola.it/il-55-dei-genitori-sostiene-che-i-figli-imparano-meglio-con-i-supporti-stampati-che-dagli-schermi-indagine-epson/

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21 ore fa, ARES III dice:

è l’impoverimento del linguaggio.

Il linguaggio è povero perché non si legge più. Libri e giornali non sono più strumenti di studio. L'uso dei supporti digitali e della informazione "on line", scoraggia l'applicazione e la dedizione a capire un testo scritto. A cosa serve impegnarsi, se l'informazione che mi occorre è sempre disponibile? Quando non si legge, non si acquisiscono nuove parole e non si stimola la mente. Conseguenza , si impoverisce la capacità di relazione con il prossimo. Ma la conseguenza più grave secondo me. è che non si sa scrivere. Non avendo sviluppato  la manualità di scrivere è ovvio che anche persone laureate, non sappiano  comporre un frase scritta, che si capisca.

Questo fenomeno lo vedo benissimo nella mia azienda, ingegneri laureati, anche con voti importanti , con lode e quant'altro, che non sanno scrivere un documento capibile. Frasi sconclusionate, senza punteggiatura, virgole, congiuntivo sballato, insomma un pastrocchio. E parlo di  scritti in italiano, non inglese o francese ( che magari scrivono meglio, perchè ci hanno studiato sopra di più).

 

 

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Supporter

Alla povertà di linguaggio e alle conseguenze che comporta come l’impoverimento della capacità di relazione con il prossimo e la difficoltà dell’uso corretto della lingua scritta, va aggiunta la tendenza diffusa ad utilizzare la scrittura per esprimere sistematicamente arroganza, presunzione, supponenza, insolenza, offesa, ecc. nei confronti dell’interlocutore.

apollonia

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  • ADMIN
Staff

Questo fenomeno è noto da tempo. Vi è stata data anche un'altra spiegazione.

Statisticamente le persone cresciute con fratelli o sorelle sono piú intelligenti e anzi sembrerebbe che questo valga fondamentalmente dal terzogenito in avanti. Voi conoscete molte famiglie che hanno 3 o piú figli?

Zajonc B. Robert and Mullaly R. Patricia, 1997, "Birth order. Reconciling Conflicting effects"

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37 minuti fa, incuso dice:

Statisticamente le persone cresciute con fratelli o sorelle sono piú intelligenti e anzi sembrerebbe che questo valga fondamentalmente dal terzogenito in avanti. Voi conoscete molte famiglie che hanno 3 o piú figli?

Forse è per questo che sono così rare :rolleyes:

 

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16 ore fa, ART dice:

Questo spiegherebbe molte cose.

 

Più ci studio sopra e più mi convinco che i social network hanno rincoglionito il mondo intero. E la fine del trend non è in vista.

 

 

 

"...L' utilizzo improprio dei social network..."

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Supporter
15 ore fa, incuso dice:

Statisticamente le persone cresciute con fratelli o sorelle sono piú intelligenti e anzi sembrerebbe che questo valga fondamentalmente dal terzogenito in avanti. Voi conoscete molte famiglie che hanno 3 o piú figli?

Beh, allora sono un genio essendo il quinto!  In realtà posso affermare che ognuno ha "intelligenze diverse" date, anche, da esperienze e formazione diverse. Sicuramente avere fratelli, o sorelle, più grandi  potrebbe aumentare gli stimoli e anticipare alcune esperienze.

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1 ora fa, stefanoforum dice:

Sicuramente avere fratelli, o sorelle, più grandi  potrebbe aumentare gli stimoli e anticipare alcune esperienze.

Questo potrebbe valere anche per i figli unici che hanno la fortuna di avere uno o più nonni che si dedicano a loro sin da piccolissimi....

L'aspetto comunque più interessante sono gli stimoli che un bambino deve ricevere in modo continuativo.

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Questo ancora è niente... Con lo sviluppo della cosiddetta IA (Intelligenza Artificiale) delegheremo anche la facoltà del ragionare alla tecnologia. Ora, io non sono contro il progresso scientifico/tecnologico ma credo che comunque alcune attività fondamentali debbano essere prerogativa esclusiva dell'uomo; il pensare per primo. Come detto sopra, è indubbio che il confronto con gli altri, il rapportarsi ad altre culture, la proprietà del linguaggio ma anche l'esperienza e la manualità, ad esempio, formano il patrimonio cognitivo della persona; lo sviluppo della tecnologia se da un lato ha semplificato la vita all'uomo, dall'altro ne condizionerà sempre più lo svolgimento (vedasi dipendenza da social, influencer, telefonini ecc.).

C'è da dire anche che secondo altri studi il cervello della specie umana andrà progressivamente rimpicciolendosi, ma secondo alcuni non è necessariamente una cosa negativa: https://www.focus.it/scienza/scienze/il-cervello-dell-uomo-si-sta-rimpicciolendo-100111-2200

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Il 15/1/2024 alle 08:46, stefanoforum dice:

Se posso vorrei, senza generalizzare, prendere spunto da questa affermazione. Più che dalle insegnanti, laureate o meno, dobbiamo contestualizzare il loro lavoro con le classi che si trovano a gestire. La classe di mia figlia, 4^ elementare, è composta da 21 alunni dei quali 15 con genitori di origine non italiana. Con tutto l'impegno delle maestre, e dei bambini, riuscire a tenere un lessico ed una "forma linguistica" come quella di 40 anni fa è impossibile. A casa, nel 90% dei casi, la lingua utilizzata è quella dei genitori. Quando  mia figlia usa condizionali o congiuntivi molte volte non è capita... una volta ha utilizzato la parola -istintiva- ed è stata derisa.

L'ho iscritta ad una statale, consapevolmente, perchè potesse avere in classe varie culture ma sembra che sia una gara a chi porta il livello più in basso. Non so se lo rifarei.

 

Sono nella tua stessa situazione. Mia figlia ha una classe di bambini quasi esclusivamente italiani, i pochi stranieri sono ben integrati, le maestre sono persone in gamba e la classe viaggia spedita, tanto che noto i miglioramenti dell'istruzione della bambina giorno per giorno. Il secondo figlio invece ha una classe molto eterogenea, con la minoranza italiana e un bambino addirittura non italofono. Le maestre non sono più di primo pelo e, a mio parere, neanche troppo preparate. Purtroppo sta andando a scuola per scaldare il banco perché gli argomenti trattati in classe li conosce già avendoli appresi da noi genitori e dalla sorella. Anche io per mio figlio sto pensando ad una scuola parità che offra un'istruzione indubbiamente migliore rispetto alla statale dove è ora. 

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Supporter
4 ore fa, Fxx dice:

Anche io per mio figlio sto pensando ad una scuola parità che offra un'istruzione indubbiamente migliore rispetto alla statale dove è ora. 

Proprio domenica siamo andati a vedere una delle poche paritarie della zona (open day): la bambina estasiata dal laboratorio di scienze, grandi spazi verdi esterni, professori elogiati ed entusiasti... ma classi da 28 alunni con vecchi banchi e strutture "adeguate" negli anni.  Per circa 6000 euro all'anno fuori i pasti,libri, materiali e varie ed eventuali... non esiterei se fossi certo della bontà del progetto educativo, ma mi sono rimaste delle perplessità dopo aver parlato con altri studenti presenti (non si è troppo severi con chi paga rette piuttosto alte..)

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Caro diario,

oggi ho imparato che:

- gli operai edili non hanno un'ampia cultura nella maggior parte dei casi

- io sono stato rincoglionito dai social network

fortuna che non lavoro in cantiere, sennò avevo fatto bingo.

Purtroppo non posso più chiedere ai nonni cosa ne pensavano delle classi scolastiche del dopoguerra, piene di italici alunni che parlavano solo il dialetto e provenivano da famiglie di analfabeti, che un po' ricordano la situazione di oggi.

Ho letto credo l'articolo originale del 2023 (di un certo Christophe Clavé, non quello riassemblato postato in cima a questa discussione - chi vuole se lo cerchi in rete) e sembra che quello lasci più spazio ad interpretazioni.

Ora devo solo decidere se iscrivermi a qualche sito di social, per rientrare appieno nello stereotipo.

Servus,

Njk

 

 

  • Confuso 1
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Supporter

La novità del secolo: i figli sono meno intelligenti dei genitori

Potrebbe essere un effetto collaterale dell’intelligenza artificiale.

apollonia

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Il 16/1/2024 alle 16:31, littleEvil dice:

- io sono stato rincoglionito dai social network

Il 15/1/2024 alle 17:36, NoNmi4PPLICO dice:

"...L' utilizzo improprio dei social network..."

Purtroppo la questione social network va ben oltre il semplice utilizzo corretto o improprio di questa o quella piattaforma. E' un problema molto più profondo che li riguarda in quanto tali.

 

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4 ore fa, apollonia dice:

La novità del secolo: i figli sono meno intelligenti dei genitori

Potrebbe essere un effetto collaterale dell’intelligenza artificiale.

apollonia

 

Oppure potrebbe essere semplicemente un meccanismo di autodifesa per non andare in depressione in una società che non offre futuro, che non sia da precario o disoccupato, in cui se non sei ricco ti tocca di farti curare da veterinari dopo attese di mesi o anni, dove la cultura è sempre più sponsorizzata e indirizzata al profitto privato, dove nessuno ha più tempo per ascoltare e quindi fanXXlo ai congiuntivi e ai trapassati remoti perché bisogna dire velocemente con buona pace della riflessione e delle profondità del pensiero umano.

Inutile dare la colpa ai social media: questi sono solo lo specchio di una società che è stata costruita scientificamente dai tanto intelligenti adulti. Perciò, cari amici, scordiamoci i libri, che tanto fanno pidocchi, becchiamoci i podcast e cerchiamo di fare del nostro meglio!

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Forse mi sbaglierò ma mi viene in mente il fenomeno linguistico dell'imbarbarimento del latino dal III-IV secolo d.C. in poi.

A causa delle grandi trasformazioni sociali, culturali, politiche, economiche, territoriali....la lingua latina perse la sua linearità ed iniziò una lunga fase di evoluzione/frammentazione che culminò con le lingue volgari (italiano, rumeno, spagnolo, portoghese, francese, romanzo).

Questa transizione fu alimentata soprattutto dal contatto/scontro con le varie popolazioni barbariche e dall'uso ecclesiastico e notarile.

Tornando ai giorni nostri l'espansionismo della lingua inglese, l'estrema specializzazione del linguaggio nei settori tecnologici, l'uso alternativo e sintetico di ideogrammi (faccine) al posto del linguaggio orale,.... stanno naturalmente impoverendo il linguaggio verbale e di conseguenza sta avvenendo una sorta di atrofizzazione cerebrale....

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Il 16/1/2024 alle 16:31, littleEvil dice:

Caro diario,

oggi ho imparato che:

- gli operai edili non hanno un'ampia cultura nella maggior parte dei casi

- io sono stato rincoglionito dai social network

fortuna che non lavoro in cantiere, sennò avevo fatto bingo.

Purtroppo non posso più chiedere ai nonni cosa ne pensavano delle classi scolastiche del dopoguerra, piene di italici alunni che parlavano solo il dialetto e provenivano da famiglie di analfabeti, che un po' ricordano la situazione di oggi.

Ho letto credo l'articolo originale del 2023 (di un certo Christophe Clavé, non quello riassemblato postato in cima a questa discussione - chi vuole se lo cerchi in rete) e sembra che quello lasci più spazio ad interpretazioni.

Ora devo solo decidere se iscrivermi a qualche sito di social, per rientrare appieno nello stereotipo.

Servus,

Njk

 

 

 

Il cosiddetto Effetto Flynn (ho cercato di informarmi proprio l’altro giorno su google quindi non ne so NULLA) sostanzialmente è l’aumento dell’intelligenza della popolazione misurato dagli anni 30 agli anni 90. Il contrario dell’effetto Flynn è quello che si sta verificando oggi (stando a quello che si legge ultimamente, non sono del settore). Voglio quindi precisare che è ovvio che negli anni 40 e 50 si stesse peggio di oggi. Quello di cui ci si preoccupa è che si sta regredendo (bisogna vedere quali sono i parametri per misurare questa regressione però mi pare verosimile) rispetto agli anni 90 circa. Per cui la domanda è: perché si è interrotta questa tendenza detta Effetto Flynn e se ne sta addirittura verificando l’opposto?

Per ragionare insieme condivido dei quesiti che mi sono posto:

1) Prima che se ne parlasse di questo ‘’Effetto Flynn inverso’’ avevate già notato questa regressione? (Bisogna stare attenti però che spesso l’essere umano idealizza il passato e lo ritiene migliore del presente a prescindere… 

2) L’istruzione e la scuola sono davvero cambiate? Ed in peggio? Gli insegnanti sono migliori o peggiori? Le materie sono cambiate e questo è sicuro. Adesso rispetto a ieri sono più o meno ‘’formative’’ per l’intelligenza dei ragazzi? preciso che l’intelligenza si sviluppa pure studiando cose note perfino ai sumeri… non c’entra nulla con la capacità di comprendere la realtà che ci circonda per la quale serve invece essere a conoscenza delle conquiste più recenti (della scienza soprattutto).

3) I giochi per bambini  sono cambiati? Sono più belli o meno belli rispetto a 20-30 anni fa? È una domanda tutt’altro che banale secondo me!

4) Chi va a scuola oggi ci va per lo stesso motivo di ieri? Ovvero: Si va a scuola per studiare cose di cui si è curiosi oppure per ‘’avere un futuro’’ o ‘’trovarsi un lavoro’’? (mi riferisco alla maggioranza di ieri e di oggi ovviamente). Andare a scuola ‘’per trovarsi un lavoro’’ era una motivazione più presente ieri o oggi nella popolazione?

Chiaramente la risposta di ognuno di noi dipende dalle esperienze personali (le persone con cui siamo venuti a contatto sono diverse) che possono dare un’idea distante dalla realtà ma unendo più pareri sicuramente ci si può avvicinare alla verità.

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Voglio inoltre aggiungere che concordo appieno con chi vede nel linguaggio uno strumento per il pensiero. In effetti il pensiero mi pare proprio sia agevolato dalla conoscenza di una lingua (quanto più elastica ed elaborata). Mi chiedo (ma queste domande spesso non hanno risposta certa): è la parola che ha preceduto lo sviluppo dell’encefalo dell’uomo o lo sviluppo dell’encefalo ha permesso un miglioramento del linguaggio? Qui verrebbero in aiuto esperti in evoluzione.

Allora aggiungo : la manualità? Sta migliorando o peggiorando? Si accompagna o non si accompagna a modifiche delle relative aree cerebrali? La manualità è ridotta rispetto a 20-30 anni fa? O anzi è migliorata? Penne, giocattoli, mouse, touchscreen. 

L’intenso utilizzo del pollice per moltissime attività è nuovo nell’essere umano o ha precedenti? Mi riferisco all’uso dei pollici sui telefonini ma anche sui controller per videogames rispetto ad esempio alle banali tastiere.

Se è nuovo nella storia umana questo utilizzo molto intenso del pollice (a scapito delle altre dita più nobili?) sappiamo se si accompagna a modifiche del sistema nervoso? La mano ha giocato forse il ruolo più importante nell’evoluzione umana…

Modificato da vindar
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4 minuti fa, vindar dice:

Voglio inoltre aggiungere che concordo appieno con chi vede nel linguaggio uno strumento per il pensiero. In effetti il pensiero mi pare proprio sia agevolato dalla conoscenza di una lingua (quanto più elastica ed elaborata). Mi chiedo (ma queste domande spesso non hanno risposta certa): è la parola che ha preceduto lo sviluppo dell’encefalo dell’uomo o lo sviluppo dell’encefalo ha permesso un miglioramento del linguaggio? Qui verrebbero in aiuto esperti in evoluzione.

Allora aggiungo : la manualità? Sta migliorando o peggiorando? Si accompagna o non si accompagna a modifiche delle relative aree cerebrali? La manualità è ridotta rispetto a 20-30 anni fa? O anzi è migliorata? Penne, giocattoli, mouse, touchscreen. 

L’intenso utilizzo del pollice per moltissime attività è nuovo nell’essere umano o ha precedenti? Mi riferisco all’uso dei pollici sui telefonini ma anche sui controller per videogames rispetto ad esempio alle banali tastiere.

Se è nuovo nella storia umana questo utilizzo molto intenso del pollice (a scapito delle altre dita più nobili?) sappiamo se si accompagna a modifiche del sistema nervoso? La mano ha giocato forse il ruolo più importante nell’evoluzione umana…

 

Ed ancora: è una mia impressione o il senso dell’udito vede il senso della vista rubargli sempre più attività quotidiane? Quante cose oggi si risolvono usando l’udito anziché la vista? E ieri? Faccio tante domande perché sono giovane e non ho reale contezza di cone era la vita quotidiana 20-30-40 anni fa

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Il 18/1/2024 alle 00:25, vindar dice:

Allora aggiungo : la manualità? Sta migliorando o peggiorando? Si accompagna o non si accompagna a modifiche delle relative aree cerebrali? La manualità è ridotta rispetto a 20-30 anni fa? O anzi è migliorata? Penne, giocattoli, mouse, touchscreen. 

L’intenso utilizzo del pollice per moltissime attività è nuovo nell’essere umano o ha precedenti? Mi riferisco all’uso dei pollici sui telefonini ma anche sui controller per videogames rispetto ad esempio alle banali tastiere.

Se è nuovo nella storia umana questo utilizzo molto intenso del pollice (a scapito delle altre dita più nobili?) sappiamo se si accompagna a modifiche del sistema nervoso? La mano ha giocato forse il ruolo più importante nell’evoluzione umana…

Hai posto molte domande che richiedono lunghi ragionamenti possibili solo nel week-end, intanto comincio a risponderti in modo semi-scherzoso a questa.

Di certo l'uso del pollice ha comportato modifiche alle prestazioni videoludiche. Io appartengo alla generazione cresciuta in prevalenza smanettando coi joystick dei coin-op o delle prime console (avevo il Commodore 16) e ho conservato un'atavica preferenza per questo modo di controllo di navi spaziali ed eroici guerrieri. Con lo stick si usa "tutto il corpo", non solo i pollici, e a me fare le cose riesce molto meglio che col pad. Non sono un neurologo ma credo che un minimo di sviluppo di certi gangli nervosi al posto di altri lo comporti, anche se in misura minima.  

1052553-2_1.jpg

Modificato da ART
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8 ore fa, ART dice:

Hai posto molte domande che richiedono lunghi ragionamenti possibili solo nel week-end, intanto comincio a risponderti in modo semi-scherzoso a questa.

Di certo l'uso del pollice ha comportato modifiche alle prestazioni videoludiche. Io appartengo alla generazione cresciuta in prevalenza smanettando coi joystick dei coin-op o delle prime console (avevo il Commodore 16) e ho conservato un'atavica preferenza per questo modo di controllo di navi spaziali ed eroici guerrieri. Con lo stick si usa "tutto il corpo", non solo i pollici, e a me fare le cose riesce molto meglio che col pad. Non sono un neurologo ma credo che un minimo di sviluppo di certi gangli nervosi al posto di altri lo comporti, anche se in misura minima.  

1052553-2_1.jpg

 

Grazie!! Non ci avevo proprio pensato non avendolo mai usato ( ma lo tengo ben presente).

Comunque da notare come sia richiesta in questo caso una motilità poco fine del pollice (premi/non premii, forse esistono anche intensità diverse ma è comunque un gesto da apprendere per riuscire a giocare al videogioco ) mentre per scrivere sulla tastiera del cellulare bisogna avere precisione e movimento molto diversi per non sbagliare lettera…oppure per ‘’scrollare’’ con precisione in una pagina web fino al rigo desiderato… ed ancora con i ‘’cursori’’ dei controllers della  PlayStation /xbox dove serve un preciso movimento in una precisa direzione. 

Forse l’unico gioco che è possibile sia sempre esistito e che richiede motilità fine dei pollici è la ‘’lotta dei pollici ‘’… avete capito quale intendo? A me non è mai piaciuto… lo fanno vedere nei cartoni animati americani a volte 

 

 

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