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Curioso testone di Clemente XII


Risposte migliori

Buongiorno a tutti e buon 2024 ! 🎆

Vi presento oggi un testone di Clemente XII (anno VI, 1735-1736, Muntoni 26), passato nel novembre 2022 in asta Nomos, che mostra al rovescio una particolare curiosità, delle tracce di ribattitura su altra moneta :

01.jpg

tracce che, grazie alla conservazione, sono riconducibili alla moneta d’origine, che è una mezza piastra di papa Innocenzo XI A.VII (Muntoni 48, foto ex asta Varesi) :

02.jpg

Osservando il rovescio del testone, qui di seguito orientato adeguatamente rispetto al diritto della piastra di confronto, si scorgono particolari dello stemma Odescalchi, evidenziati in rosso :

03.jpg

La pratica del riutilizzo dei conii è già cosa nota in ambito pontificio, spesso riadattati o con particolari aggiunti o nascosti, ad esempio per diverse Sedi Vacanti, ma è la prima volta che mi capiti di vedere un riutilizzo “diretto” di vecchi nominali per coniare nuove monete.

Questa “ribattitura” segue la riforma monetaria del gennaio 1734, che impose la riduzione di peso dei nominali argentei: il testone assumerà il taglio di 40 1/3 pezzi per libbra romana, pari a 8,407 grammi, e di conseguenza gli altri nominali; la mezza piastra sarebbe passata da un peso teorico di 15,995 grammi dell’epoca di coniazione della moneta “d’origine” di Innocenzo XI (1682-1683), a soli 14,71 grammi.

Facile capire che sia stato ritenuto conveniente ritirare dal mercato le mezze piastre di pontefici precedenti, ed evidentemente si optò per riconiarle direttamente, senza passare per la rifusione ed una nuova laminazione, solamente previa fustellatura di un tondello più piccolo per il testone.

Ciao, RCAMIL.

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Buon 2024 a TUTTI !

Speriamo che questa interessante discussione sia la giusta partenza di questo nuovo anno per la sezione delle monete Pontificie......

Daniele

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Ciao Roberto @rcamil, buon anno a te e a tutti gli amici del forum! Complimenti per questo particolare testone e per la discussione che hai aperto. Pezzo davvero particolare. L'elevata conservazione consente effettivamente di identificare la moneta d'origine. Ho visto tra l'altro che la casa d'aste nella didascalia a descrizione del pezzo segnalava la ribattuta. Ho provato a cercare su acsearch testoni di Clemente XII con analoga particolarità, ma non ne ho trovati! Bellissimo documento vivo e testimonianza diretta di come andavano le cose in zecca a Roma in quegli anni tumultuosi di riforme monetarie.

Michele 

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Supporter

Discussione interessantissima, pensate che, tra le mie monete non c'è nemmeno un esemplare ribattuto, almeno in maniera evidente .Auguri a tutti!

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Molto interessante l'osservazione di Roberto, concordo con chi mi ha preceduto.

Unica nota un po' in contrasto è l'assoluta mancanza di ribattitura al D/ (che qualcosa ci si sarebbe aspettato). D'altra parte unica altra ipotesi possibile (già enunciata nel post introduttivo) potrebbe essere quella del riutilizzo di un conio di D/ della mezza piastra di Innocenzo XI, ma non tanto con particolari aggiunti quanto completamente appianato e reinciso (dopo 'rinvenimento' che ammorbidisce l'acciaio già sottoposto a tempratura). Se si trovasse una seconda moneta reimpressa negli stessi punti potrebbe starci, ma neanch'io ho ritrovato altri testoni con simili caratteristiche e l'ipotesi più semplice è quella più probabile, dunque la ribattitura (e si tratta di moneta coniata al torchio e non con conii rotanti) in un tondello ritagliato da una mezza piastra. Una simile modalità di coniazione venne con ogni probabilità effettuata anche occasionalmente nell'Ottocento su tondelli ripassati in trafila (per cancellare l'impronta) e poi ritagliati con una fustellatrice.

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9 ore fa, Giov60 dice:

Unica nota un po' in contrasto è l'assoluta mancanza di ribattitura al D/ (che qualcosa ci si sarebbe aspettato). D'altra parte unica altra ipotesi possibile (già enunciata nel post introduttivo) potrebbe essere quella del riutilizzo di un conio di D/ della mezza piastra di Innocenzo XI, ma non tanto con particolari aggiunti quanto completamente appianato e reinciso (dopo 'rinvenimento' che ammorbidisce l'acciaio già sottoposto a tempratura).

Ciao @Giov60, l'osservazione sul diritto senza segni di ribattitura evidenti è corretta, osservandolo dal vivo, essendo entrambe le monete coniate con assi alla tedesca, ho cercato di rivedere i dettagli della mezza piastra sul diritto del testone, ma non se ne scorgono.

Però c'è da dire che questa tipologia di mezza piastra in particolare, ha un rovescio spesso "evanescente", e considerando i presumibili 50 anni di circolazione facile ad appiattirsi; magari è stato più agevole "nascondere" i segni con la ribattitura.

Scarterei l'ipotesi di riutilizzo di un solo conio della mezza piastra; i dettagli rimanenti sul testone, per quanto appiattiti e "spalmati", sono troppo delineati per essere stati "abrasi" dal conio.

L'effetto è lo stesso dei 20 centesimi di Umberto I ribattuti nel 1918-1919, e qui abbiamo certezza di come siano andate le cose, ribattitura seriale:

https://www.lamoneta.it/topic/158623-20-centesimi-1918/#comment-1805668

Ciao, RCAMIL.

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Potrei sbagliare, ma dalla foto mi sembra che il dritto sia stato battuto due volte (si nota abbastanza bene sulla N di Clemens, sulla P di Pont e sulla A di An), mentre invece non vedo segni simili sul rovescio. La doppia battitura, o quantomeno il disallineamento risultante, potrebbe aver contribuito a cancellare in maggior misura l'impronta al dritto?

Saluti!

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Ciao @QuintoSertorio, penso che le lettere "sdoppiate" al diritto siano l'effetto di una doppia punzonatura sul conio, magari per rimediare ad una prima errata posizione, o ricalibrando la posizione rispetto a quella pensata in fase di preparazione "provvisoria" del conio, in genere con impronta leggera.

Ciao, RCAMIL.

  • Grazie 1
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